Non Romania, ma România!

România, una terra dalle mille sorprese dove dei luoghi comuni che l’accompagnano non ne rimane uno
Scritto da: Leonardo&Maura
non romania, ma românia!
Partenza il: 08/08/2016
Ritorno il: 17/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Questa è una delle volte in cui il viaggio ha scelto noi, probabilmente se non fosse stato cosi, non saremo andati perché la Romania non era al top nella nostra lista di desideri.

E invece il destino ha voluto che questo viaggio diventasse uno di quelli che più ci ha sorpreso. Arriviamo a Cluj Napoca alle 11:00 del 8 di agosto, con un volo della compagnia ungherese Wizz Air, compagnia con la quale non avevamo mai volato e di cui ci resta una buona impressione. Ad aspettarci il ragazzo della Klass Wagen con la quale abbiamo prenotato una Volkswagen Up o similare tramite Rentalcars -239,95€- per 10 giorni di noleggio compreso 49,00€ di assicurazione come copertura della franchigia, (pagati anticipatamente), da aggiungere 130€ di drop-off per la riconsegna a Bucarest, pagati in loco. Non è poco considerando il Paese ma a meno non abbiamo trovato. Il giudizio sulla Klass Wagen non è lusinghiero per vari motivi:

1) al posto di una Volkswagen Up lunga 3,50 mt ci hanno dato una Dacia Logan Laureate lunga 4,50 mt, un ferro da stiro che al posto dei cavalli aveva dei muli, per ogni sorpasso dovevamo farci il segno della croce e sperare che nei minuti necessari a completare il sorpasso, non ci piombasse addosso uno dei tanti bolidi che sfrecciano abbondantemente sopra i 100 kmh. Se poi, il mezzo da sorpassare, era un “torpedone” non ci restava che la rassegnazione ed aspettare uno svincolo, incrociando le dita che questo andasse in un’altra direzione.

2) il bel giovanotto biondo dai caratteri somatici più del norvegese che del rumeno (secondo i nostri luoghi comuni), con maniere gentili, garbate e con un ottimo inglese, cerca insistentemente di rifilarci un’ulteriore assicurazione a copertura totale della vettura, nonostante gli spieghi che già ce l’abbiamo con Rentalcars, finge di non capire, e successivamente infastidito dal precedente rifiuto, ci ostacola nella compilazione del modulo dove vengono segnati tutti i danni che già l’auto riporta, tipo le scheggiature del parabrezza delle quali sostiene che se si dovessero allargare sono comunque da addebitarsi a noi…

3) il giorno dopo, ormai a 300 km da Cluj Napoca ci accorgiamo che con destrezza il ragazzo ha sostituito con un modulo vuoto quello che riportava tutti i danni. Meno male che avevamo filmato tutto, mentre lui compilava il foglio, facendogli le dovute osservazioni e i danni precedenti sono anche stati fotografati. Infatti alla riconsegna, a Bucarest, la bella ragazza con fare gentile e ammaliante, prima ci domanda se siamo sicuri se quello è il giorno di riconsegna perché a lei non risultava e poi dice di non avere nessun documento a nostro nome in cui fossero riportati i danni, facendoci osservare che il nostro modulo era vuoto…un momento di smarrimento… ma poi gli raccontiamo in maniera determinata gli eventi, gli mostriamo il video del collega e minacciamo di contattare subito Rentalcars, a quel punto sale in Direzione e dopo un pò ricompare con una copia del documento che riporta tutti i danni, spiegandoci che è normale che non ci sia stato dato perché a quanto pare la Direzione ha dato l’ordine di non darlo al cliente. Non comprendiamo assolutamente il perché di questa “bella prassi” e probabilmente se ce ne fossimo accorti non l’avremmo accettata. Gli facciamo presente che la cosa non è assolutamente corretta e ci facciamo rilasciare immediatamente la ricevuta di cancellazione della pre-autorizzazione di 1.090€ fatta al ritiro a garanzia della franchigia (1.090€ per un ferro da stiro già mezzo ammaccato che nuovo ad un comune mortale costerebbe 6.900€ e che a loro costerà sicuramente meno).

Il ritiro dell’auto quindi ci fa perdere un bel po’ di tempo e partiamo da Cluj Napoca verso Săpânta alle 12:00, per una distanza di 296 km su strade provinciali e statali, tempo di percorrenza 5 ore circa. Le strade sono per lo più trafficate da mezzi veloci e a dir poco indisciplinati, che camminano abbondantemente sopra i 100 kmh, gente a piedi o in bicicletta, carretti e animali vaganti. Ogni 20km c’è un cane o un gatto spacciato. Per i primi 1.000 km non ci azzardiamo ad aumentare la velocità al di sopra degli 80kmh tenuto conto del catorcio noleggiato. In tutto il percorso di circa 2.000 km abbiamo trovato un sacco di incidenti, tamponamenti frontali agli incroci e auto contro i muri o fuori strada per la troppa velocità. Conferma del numero degli scontri ne abbiamo avuti anche dalle numerose ambulanze a sirene spiegate incontrate.

Per la navigazione abbiamo utilizzato l’app maps.me che permette di scaricare mappe offline molto dettagliate, con il link degli alberghi al noto portale B. Per la connessione abbiamo preso una sim della digi.com (9€) che ha due numeri, uno italiano e uno rumeno, piano tariffario dati da: 1gb e in caso di inutilizzo viene sommato a quello del mese successivo (molto onesto), lo stesso è utilizzabile sia in Italia su rete Tim che in Romania su rete propria. Nota dolente, abbiamo scoperto, in loco, funzionare solo nelle grandi città, pertanto ci siamo dotati di una sim Vodafone da 10GB per 5€ che prende ovunque, anche nei boschi più sperduti a velocità inimmaginabile per il mercato italiano. Ma quello che più ci ha stupito è la velocità per averla, la paghi la metti nel telefono e vai, non firmi niente e non gliene importa niente di chi sei.

Arriviamo a Săpânta, distretto del Maramures, verso le 17:00 visitiamo il Cimitirul Vesel, il cosiddetto cimitero allegro, un cimitero atipico dove al posto delle solite fredde lapidi vi si trovano sgargianti lapidi di legno intagliato dipinte di blu raffiguranti il lavoro del defunto e una poesia che racconta sinteticamente la vita o la tragicità della morte generalmente in chiave scherzosa. Dei piccoli capolavori che continuano a essere riprodotti secondo una tradizione che nasce nel 1930, la persona che le produce abita lì affianco alla chiesa.

La notte la passiamo nei paraggi, al Perla Sigheteană una classica pensione familiare simile a quelle delle nostre montagne, ci siamo trovati benissimo, per la professionalità e la qualità della colazione, uno yogurt così buono non lo troveremo piu’.

9 agosto

Partiamo presto per Fălticeni dove ci fermeremo come campo base per la scoperta della Bucovina, soggiorneremo a casa di amici ed è per questo che abbiamo detto che è stata la Romania a sceglierci. Dobbiamo percorrere 245 km, orario stimato di arrivo, considerato la tipologia di strade, 4 ore. In questa tratta ci sono molti luoghi da visitare ma essendo una lunga tappa preferiamo affrettarci un po’ per visitare l’imperdibile Mănăstirea Bârsana nel quale arriviamo abbastanza velocemente, prima dell’assalto dei pullman. Il Monastero Barsana risalente al 1720, prende il nome dai pastori che allevavano pecore dal lungo pelo. Il Monastero si trova su una collina, circondata da un frutteto ed è una delle otto chiese rumene comprese nel World Heritage List dell’UNESCO. E’ costruito con travi di quercia su una base di massicci blocchi di pietra. Prima però facciamo una sosta anche a Surdesti e Plopis per vedere le rispettive magnifiche chiese.

Per il resto della strada attraversando il Maramureş l’attrattiva maggiore è lo sbirciare nel quotidiano folclore locale, che di villaggio in villaggio incontriamo. Bucolico è l’aggettivo che meglio descrive quest’area. Osserviamo il susseguirsi delle varie architetture che l’ esigenze climatiche, soprattutto i crudi inverni, hanno spinto quei popoli di agricoltori a cimentarsi. Ogni tanto un inevitabile sosta incontrando qualche piccola biserica o gli splendidi portali in legno intagliato costruiti per mostrare il rango nobiliare e successivamente diventarono il simbolo di ricchezza delle famiglie, capolavori del passato meritevoli di attenzione e foto di rito. Il Maramures è uno dei pochi posti che vanta ancora tradizioni millenarie ormai perse nel resto d’Europa, è anche la terra di streghe e fate infatti in quest’area vengono ancora praticati riti particolari….

La strada se pur complicata per una viabilità completamente diversa dalle nostre abitudini è comunque nel suo insieme ben tenuta, sorprendentemente e costantemente pulita. Sembra che la comunità Rom che da noi vive di elemosina, in Romania o comunque in questa parte della Romania, viene impiegata come dovrebbe fare da noi l’ANAS ovvero curare e ripulire le carreggiate. Infatti incontriamo persone che con attenzione riempiono grandi sacchi neri e li lasciano lungo la strada, per essere successivamente raccolti dai camion. Il risultalo è subito percepibile, strade pulite anche quelle più remote e aree per pic-nic curate un po’ ovunque.

Arriviamo a Fălticeni alle 18:00 circa. Ci viene ad accogliere Alex, un amico dei nostri amici rumeni che sembra un californiano. Dopo i saluti di rito ci consegna le chiavi dell’appartamentino messo a nostra disposizione dai nostri amici rumeni che invece sono sul Mar Nero per le vacanze estive, ci congediamo e dopo una veloce rinfrescata e scorpacciata di mele del frutteto della mamma della nostra amica ci facciamo una passeggiata per il centro di Fălticeni.

10 -11-12 Agosto

Fălticeni, tre giorni da dedicare ai monasteri ortodossi della Bucovina, una delle più importanti bellezze artistiche della Romania. In verità ne bastavano due, ma con il fatto di essere a casa di amici ce la siamo presa comoda, il giorno in piu’ speso però ci sarebbe servito per una visita più comoda della Transilvania. In questi tre giorni si può dire che si è vissuto un’anticipazione dell’inverno, tanto che siamo dovuti infilarci in un Decathlon per procurarci un pò di abbigliamento pesante, del quale eravamo completamente sprovvisti. Anche questa è stata un’esperienza, prezzi incredibili, vale a dire che una scarpa non “brandizzata”, che da noi costa 50€ da loro costa 50 Lei ossia al nostro cambio, 11,23€. Con 47€ ci siamo vestiti in due, roba carina che riuseremo anche in Italia. Nel 2020 quando entreranno in Europa (se esisterà ancora) sicuramente tutto questo finirà.

Ma veniamo a quel che abbiamo visitato. Il primo giorno si è deciso di raggiungere i luoghi più lontani: il monastero di Putna il più scenografico e forse, a nostro gusto, il più bello. Nel monastero riposano le spoglie di Stefano il Grande e delle sue due mogli, Stefano il Grande è famoso per la costruzione di decine di chiese e monasteri in tutta la Moldavia, costruì un edificio religioso dopo ogni importante vittoria militare. Questo luogo è uno dei piu’ venerati della Bucovina. Lasciato il monastero di Putna raggiungiamo, poco distante, la curiosa cella dell’eremita Daniil Sihastru.

A seguire in ordine di successione abbiamo visto, il monastero di Suceviţa (anche questo molto bello, conservato meglio perché piu’ recente) quello di Moldovita quello di Humor e per ultimo il monastero di Voronet, totale km percorsi 253. Per ogni monastero visitato si paga 5 Lei a persona anche arrivando verso la chiusura è possibile che non pagherete.

Il secondo giorno stacchiamo la spina dai monasteri, destinazione Lacu Rosu, 137 km tramite DN15C, 2 h senza traffico. Un laghetto di montagna che le alghe sul fondo lo dipingono di rosso, passando dallo scenografico Bicaz Canyon, il tempo non è dei migliori, il sole va e viene, quando arriviamo nelle gole di Bicaz è già mattina inoltrata e il posto è pieno di gente che scorrazza, chi a piedi, chi seduto sul cielo delle auto a riprendere la scenografie della natura, il tratto è breve ma la veduta merita la visita. Proseguiamo per il Lacu Rosu, poco distante dal Canyon, dove per parcheggiare, ma anche solo per attraversare è il caos in quanto si sono riversate intere famiglie in vacanza. Dopo 40 minuti riusciamo a parcheggiare lungo la strada.

Il lago è tutto fuori che rosso, ma la cornice circostante è carina, sembra di essere sulle dolomiti, è in corso una festa ungherese con tantichioschi che preparano e vendono prodotti tipici, scegliamo di provare il Lángos, una sorta di pizza, fritta in olio bollente e poi spalmata di yogurt o panna acida e sopra grattugiato dei formaggi a scelta, ovviamente non sapendo le differenze abbiamo scelto in base quello che vedevamo più gettonato. Non possiamo trasmettervi la bontà, ma solo il ricordo ci fa venire l’acquolina in bocca. Ci attirava anche un altro alimento, cotto sulle braci, che procurava lunghe code per accaparrarsene uno, e consisteva in una pastella arrotolata su una specie di mattarello di metallo prima però veniva passato in teglie per un’impanatura a scelta del cliente e poi lo facevano cuocere con la stessa procedura del nostro spiedo, girandolo di continuo. Abbiamo scoperto quasi a fine vacanza che era un’altra bontà dello street food ungherese, questa volta dolce, che si chiama kürtőskalács (cu.rtosci calàci). Lasciato il Lago “rosa”, su suggerimento della nostra amica Dana, al rientro facciamo una sosta per la visita al monastero di Agapia, che avvolto nell’atmosfera invernale ci ha stregato. Km percorsi a fine giornata 280

terzo giorno

Considerato che il giorno successivo ci aspetta una tappa piuttosto impegnativa, il trasferimento dalla Bucovina alla Trasilvania, decidiamo di rimanere nei paraggi e riposarci un pò, la giornata dopo due giorni con pioggia è praticamente invernale, cielo grigio e freddo pungente, quindi con molta calma visitiamo il Mănăstirea Dragomirna e la Biserica Pătrăuti del 1487 che costituisce la piu’ vecchia chiesa in stile architettonico moldavo. Veramente un gioiellino. Raggiungiamo poi la cittadella di Suceava (la Cetatea de Scaun) dove è in corso una festa medioevale, sosta culinaria al ristorante dove ci scaldiamo con una ciorbă de burtă una saporita minestra di trippa, tipica della cucina rumena (chi è amante della trippa consiglio vivamente l’assaggio) preparata con ossa di vitello fatte bollire a lungo con verdure ed erbe aromatiche per ottenere un gustoso brodo a cui si aggiunge la panna acida e appunto la trippa e una ciorbă de legume, buona, ma che nonostante il nome di legumi non ce n’è neanche l’ombra, ma trattasi di zuppa di verdure dal sapore leggermente acido. km della giornata 92.

13 Agosto

Levataccia e partenza per la Transilvania. Di buon mattino ci mettiamo in viaggio, i km sono tanti e solitamente l’attraversamento delle cittadine più grandi, nei momenti di punta, comporta grandi perdite di tempo, quindi confidiamo di guadagnare strada sfruttando il momento che la massa di gente dorme. Programma pianificato a tavolino 8 h 26 min per 526 km passando da Târgu Mures, Alba Iulia e sperando di arrivare al Corvin Castle a Hunedoara per passare la notte e ripartire per l’itinerario di visita della Transilvania.

Nei fatti è cambiato tutto, cercando di prenotare a Hunedoara con l’app di B. (alla fine sempre la piu’ efficiente) abbiamo trovato tutto completo, lo stesso a Târgu Mures e a Alba Iulia, pertanto abbiamo pensato che i colleghi visto l’alta stagione avessero chiuso le camere per risparmiare commissioni, ma per non sbagliare o magari incasinarci con forti cambi di programma, abbiamo deciso di virare per le località imperdibili, quindi prima tappa Sighisoara possibilità di pernottamento 0, seconda tappa Sibiu possibilità di pernottamento 0. Sembra che un’evento, non precisato, abbia attirato tanti di quei tedeschi che a detta degli albergatori in tutta la Transilvania non ci sia possibilità di dormire. Decidiamo allora di saltare la visita di Sibiu rimandandola al giorno successivo e di finire la giornata battendo a tappeto porta per porta ogni possibilità di alloggio, da Sibiu a Hunedoara. All’imbrunire ci rendiamo conto che l’unica possibilità di alloggio è il nostro caro catorcio, oppure Cluj Napoca ma andata e ritorno sono 340km e 6 ore di viaggio di cui 3h nel buio della notte quando le strade diventano pericolose per il gran numero di “barrocci” che circolano senza nessuna segnalazione. Non ci sono alternative, quando all’ultimo secondo troviamo una camera all’Hotel Petroşani, a Petrosani appunto, 184 km da Sibiu, 2 h 37 min il tempo stimato per il raggiungimento. Però distante “solo” 75km dal Corvin Castle di Hunedoara, quindi ci possiamo considerare fortunati perchè alla fine faremo solo 100km extra.

Arriviamo alle 22:30 e scopriamo che per tutto il viaggio abbiamo viaggiato con il fuso italiano un’ora indietro (olè!), quindi sono le 23:30 ed è così che in conclusione di questa giornata burrascosa si salta anche la cena, tutto chiuso. Tutte le cucine dei locali sono in chiusura e nessuno è disposto a darci un “tozzo di pane”. Ci facciamo una doccia per cercare di lavare via 700km di strada e una giornata di viaggio, andiamo a nanna in un letto cigolante, ma pulito. In corpo una colazione, due mele e un pacchetto di tuc, perché anche il pranzo era saltato, ci “attacchiamo” alle poche provviste rimaste: un salame (regalo di Dana), qualche pomodoro, un po’ di frutta, mezzo pacchetto di patatine e buona notte al secchio!

14 Agosto

Al risveglio prenotiamo immediatamente una delle poche camere rimaste a Brasov, onde evitare l’esperienza del giorno precedente. Tirando le somme l’hotel di Petrosani nonostante fosse gestito senza attenzioni, (stanzoni vuoti con ai muri il segno di quadri tolti, divani e poltrone con tessuti sbucciati…) e che avesse delle pessime recensioni, in fin dei conti avendo un letto pulito e una doccia calda aveva svolto egregiamente la sua funzione di riposo delle membra. Ma quando siamo scesi affamati per fare colazione, il migliore complimento possibile al servizio è pessimo, gestito da due ragazzini inadeguati, confusionari, maleducati, penso che qualsiasi aggettivo denigratorio vi possa venire in mente andrebbe bene. Probabilmente la gestione di questo servizio è affidato ai proprietari del bar adiacente. Dopo un’attesa di un’ora perché i due ragazzotti intenti a servire e riverire, gente arrivata al bar dopo di noi, del menu: the, pane, marmellata, burro e bevanda calda….siamo riusciti a mangiare un’omelette salata su un tavolo sguarnito di ogni cosa al di là di una tovaglia piena di macchie e briciole. Da tirarglielo in testa, per vedere se avessero avuto una reazione!

Ripartiamo con la speranza che la parentesi delle 24 ore precedenti sia terminata, prima tappa il Corvin Castle a Hunedoara. Arriviamo un pò tardi e ci ritroviamo nel solito caos del parcheggio che oltre ad essere a pagamento devi subire lunghe code per il raggiungimento, quindi preferiamo parcheggiare a 800mt nei pressi di una fabbrica diroccata e raggiungere il sito a piedi. Una fila chilometrica di turisti aspetta il proprio turno per poter entrare, ci mettiamo in fila, ma dopo pochi minuti si capisce che molti fanno i furbetti, con la scusa di fare foto si avvicinano all’ingresso e poi mescolandosi tra la folla saltano la fila e immaginate un po’ di quale nazionalità sono i furbetti? Di quel passo se rispettiamo la fila salta mezzo programma, quindi, con grande imbarazzo, decidiamo di fare gli italiani e spudoratamente con la tecnica del furbetto, che funziona egregiamente, in 10 minuti siamo dentro. Questa operazione ci è costata molto, in quanto credo sia la prima volta… Come spesso accade a queste grandi opere di architettura, la visione più bella è quella che se ne ha nell’ammirarle da fuori, perché al loro interno tutta la prospettiva di maestosità svanisce, dentro grandi stanzoni spogli e gremiti di gente. Ma da fuori è veramente un gran bel castello. Ripartiamo dopo circa due ore, destinazione Braşov, 273 km con tappa intermedia, visita di Sibiu, che il giorno precedente non abbiamo avuto il tempo di fermarci. Sibiu, il centro storico è molto bello, le due piazze centrali ospitano due palchi, in uno è in corso un’opera teatrale con musiche moderne, nella seconda è in prova la filarmonica di Sibiu con il direttore italiano, le note provenienti ora dal violino, ora dalle viole, dalle trombe, dai contrabbassi, diffondendosi nella cornice di architettura sassone circostante crea una bellissima atmosfera. Alle 20:00 è previsto un concerto gratuito, noi purtroppo non abbiamo il tempo di goderne perché ancora 145 km ci aspettano per Brasov. Ripartiamo un pò a malincuore perché a Sibiu secondo il nostro programma dovevamo passarci una notte ma non ci è stato consentito… Arriviamo a Brasov che è buio ma al primo impatto ci piace subito. La struttura che abbiamo prenotato risulterà la migliore sistemazione di tutto il viaggio. Il Pietrele lui Salomon è infatti una struttura nuova, accogliente, curata nei minimi dettagli dal proprietario che “trasuda” tutto l’amore per il suo gioiellino e ci accoglie con un gran sorriso. Non staremo a descrivevi tutte le cose che ci sono piaciute, però lo consigliamo veramente. Il proprietario ci suggerisce di non andare in centro in macchina, perchè la città è piena, c’è poco parcheggio ed è alta la probabilità che le auto vengano portate via se non occupano gli appositi spazi. Seguiamo il consiglio e con una piacevole passeggiata di 20 min. raggiungiamo il cuore di Brasov, una città giovanile con un tanti localini. Nonostante l’ora tarda qui si trova da mangiare senza problemi. Alla fine possiamo dire che Brasov è bella tutta, mentre di Sibiu è bello il centro, ma già a 200mt piu’ in là è decadente e un pò troppo influenzata dai classici casermoni comunisti. Mentre il centro di Brasov è contornato da un’architettura di maggior pregio e soprattutto è tenuta meglio.

15 Agosto

E’ ferragosto e non avendo considerato che anche tutti i rumeni sono fuori casa per festeggiarlo con pic-nic e gite fuori porta i nostri piani cambiano. La destinazione finale sarebbe dovuta essere Pitesti da dove partire il giorno successivo per la scenografica Transfăgărășan fino a raggiungere il Lago Bâlea. Prima tappa 50 km per raggiungere il castello di Bran, il maniero che ha ispirato la descrizione del castello di Dracula nel romanzo di Bram Stoker, ma che non è storicamente appartenuto al voivoda (principe) Vlad III di Valacchia, l’impalatore. In prossimità dell’arrivo la solita coda chilometrica per il parcheggio quindi via per una strada secondaria, parcheggiamo l’auto sotto un bell’albero all’ombra e raggiungiamo il paese a piedi. La visita è carina, niente di straordinario, ma è resa complicata dalle orde di turisti soprattutto da gruppi di asiatici.

Riusciamo a vederlo impegnando due ore circa e quando usciamo dedichiamo un pò di tempo al piccolo villaggio medioevale affianco, ci compriamo un cestino di ottimi frutti di bosco per 50 centesimi di € e ripartiamo per il castello di Peles a Sinaia, 70 km. Venendo via rimaniamo stupiti dalla coda interminabile che nel frattempo si è formata ma pochi km e in coda ci siamo anche noi! Tanti rumeni di Bucarest sono in movimento per le scampagnate di ferragosto e subiamo così la coda quasi fino a Sinaia. Quando finalmente arriviamo è metà pomeriggio, decidiamo di guardare il castello e fermarci a dormire, per evitare di passare altro tempo incolonnati.

La visita del castello di Peles però è solo dal di fuori perché in quei giorni è chiuso al pubblico, lo stesso vale per il piccolo castello di Pelisor, in stile art nouveau che si trova a qualche centinaia di metri. L’impatto con il castello di Peles, in puro stile bavarese, è straordinario anche il contesto è molto bello, quindi ci godiamo con la dovuta calma il posto e visitiamo ogni angolo consentito. La sera facciamo una bella passeggiata per Sinaia, nota stazione sciistica gustandoci delle ottime crepes nei suoi curati giardini.

16 Agosto

Dopo la colazione, alle 8:00 partenza per la Transfăgărășan, preventivati 264 km e 5 ore di percorso. Arriviamo al lago che sono le 14:00 con un tempo da lupi, nebbia fitta e pioggia intensa, il tratto di strada tanto decantato non ci entusiasma, un pò sconsolati per non aver visto nulla, guidato tanto, e scoperto lungo la strada, che abbiamo sacrificato dei luoghi probabilmente piu’ interessanti, perché la definita da molti “mitica” LP spiega (non proprio chiaramente!) che il versante più scenografico non è quello da noi percorso ma quello che sale venendo da Sibiu. Per fortuna decidiamo di oltrepassare la galleria del passo (siamo ostinati) e lì troviamo un altra stagione, quindi decidiamo di non fermarsi subito ma di continuare discendendo il lato più scenografico, nel frattempo ritorna il sole permettendoci di ammirare il paesaggio nel suo meglio poiché la pioggia e il vento avevano spazzato via nuvole e nebbia.

Contenti ritorniamo al passo, facciamo una pausa culinaria ristoratrice. Molti chioschi vendono prodotti tipici ungheresi ed è qui che scopriamo la bontà del kürtőskalács (cu.rtosci calàci) praticamente un mega bombolone. Poi riprendiamo la discesa da dove siamo saliti, facendo qualche pausa per le foto di rito e assaggio di salumi e formaggi. Arriviamo ai piedi del vero castello di Vlad l’impalatore (Dracula) che in verità è la Fortezza di Poenari, una fortificazione costruita per la difesa del confine settentrionale della Valacchia dove, la storia dello spietato Vlad giustiziando in maniera atroce i suoi nemici è stata fonte di ispirazione di Stoker per la stesura della sua storia su Dracula.

Arriviamo che sono le 17:00 per raggiungere la fortezza ci sono 1.480 scalini ripidissimi e il sito chiude alle 18:00, siamo un pò incerti, perché non vorremmo farci tutti quegli scalini per poi trovare il cancello chiuso e magari non riuscire neanche a vedere quel che resta della fortezza almeno da fuori.

Ma decidiamo di rischiare anche su consiglio di una famigliola di italiani che nel frattempo sta scendendo e facciamo bene perché anche se l’ascesa è dura e la fortezza è un rudere, merita comunque la visita. Scopriremo poi che pur essendoci un cancello, pare che nessuno lo chiuda, tanto che i rumeni salgono anche dopo le 18:00, da quello che ci è parso a noi, è che dopo tale orario non si paga più. Ritorniamo alla macchina che sono le 19:00 e riflettendo che il giorno successivo abbiamo il volo per Bologna, decidiamo di fare uno sforzo e raggiungere Bucarest. Ed ecco che incappiamo nell’unico imbec@@@e sulle strade della Romania che è risultato essere un italiano dalla fisiognomica del classico figlio di papà viziato, in libera uscita.

Sul suo SUV, noleggiato, faceva i 50kmh quindi decidiamo di sorpassarlo regolarmente, a questo punto si sveglia e facilmente ci sorpassa perchè la nostra non è un’auto ma un catorcio. Lui e il suo amico fanno gestacci, si piazza davanti continuando il suo viaggio a 50kmh, salvo aumentare la velocità tutte le volte che provavamo a sorpassarlo tra vari sghignazzamenti. Giunti in autostrada il suo giochino finalmente finisce, lo supero e via. Ma come si dice il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Il giorno successivo mentre eravamo in fila per l’imbarco, vedo uno inciampare goffamente sulla valigia della signora dietro di noi, e chi è? Il cogliona@@o in attesa per l’imbarco per Milano, probabilmente ci ha riconosciuti. Lo fulmino con lo sguardo, l’altro campione del suo amico ride e se la svignano come due dodicenni.

Durante il tragitto per Bucarest, abbiamo prenotato al Hemingway Residence una struttura con un comodo parcheggio sotterraneo; è in posizione tranquilla e il centro della città si raggiunge a piedi. Ci permettono inoltre di lasciare l’auto nel parcheggio anche dopo il check-out per tutto il tempo a noi necessario. Km percorsi a fine giornata 510.

Ci diamo una rinfrescata e usciamo, dopo un primo smarrimento generalizzato, il quartiere che attraversiamo per andare nel centro, è molto fatiscente e abitato da Rom (inoffensivi) ma grazie a maps.me troviamo il cuore pulsante della città, la via Lipscani, che poi non si tratta solo di una via, ma di un intero quartiere. In poco tempo, l’atmosfera precedentemente depressa si trasforma in un’atmosfera cosmopolita, con locali di ogni genere con musiche di ogni tipo che accompagnano la serata di fiumi di gente. Una bella impressione, tanto che di colpo i 510km che abbiamo sulle spalle si dissolvono nella curiosità di vedere cosa nasconda la via successiva e via di seguito.

17 Agosto

Dedichiamo l’intera mattinata a passeggiare per il centro facendo un po’ di shopping e raggiungendo il maestoso palazzo del Parlamento voluto da quel uomo sobrio di Ceauşescu, che con i suoi 350.000 m² è il secondo palazzo piu’ grande del mondo per superficie e il terzo per volume.

Si conclude qui il nostro viaggio in una terra dalle mille sorprese dove dei luoghi comuni che l’accompagnano non ne rimane uno… dobbiamo ringraziare i nostri amici rumeni che tanto hanno insistito affinché andassimo in Bucovina per visitare i monasteri ortodossi, il motivo che ci ha permesso di scoprire la România e dimenticare la Romania.

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