Viaggio in Romania

Qualche giorno alla scoperta di città e della natura
Scritto da: anniaffollati
viaggio in romania
Partenza il: 23/04/2013
Ritorno il: 27/04/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Io e la mia compagna siamo sempre a caccia di viaggi particolari e un invito da parte di suo padre ad una visita al suo nuovo paese, la Romania, non poteva che risultare per noi di enorme richiamo.

Partenza dunque all’alba del 23 aprile da Bergamo e arrivo a Bacau – cittadina della Moldova, Romania est, verso la Moldavia – quattro ore e mezza dopo. Ciò a causa del malfunzionamento dell’aereo che ci costringe a ritornare indietro a una mezz’ora dal decollo. Ma tutto è bene quel che finisce bene e alle 14.30 orario locale (un’ora avanti rispetto all’orario italiano) atterriamo all’aeroporto rumeno, una sorta di stazione delle corriere con due piste d’atterraggio.

Il primo giorno, o per meglio dire il pomeriggio, se ne va tra un giro nella parte commerciale della città e una cenetta a base di ottimo cibo cinese. La città di Bacau non offre particolari bellezze artistiche, a parte qualche monastero ortodosso qua e là peraltro inghiottito da una selva di costruzioni risalenti all’epoca del comunismo. Si nota però fin da subito un’aria giovane e frizzante tipica dei paesi in pieno boom economico. Ovunque cantieri e costruzioni e nei giorni successivi ci sarà dato osservare col sorriso una nascente borghesia che ostenta parecchio: auto lussuose messe in mostra, griffe indossate con decisa eleganza. Tutto questo cozza molto con ciò che fa da sfondo: una cittadina di quasi poco meno di 200.000 abitanti in cui le attività commerciali sono svolte in basse costruzioni a ridosso degli edifici ai lati delle strade principali, e in mercati enormi ricavati persino da aree residenziali dismesse. Elementi, questi, tipici anche di altri paesi dell’est. Una delle ragioni per cui siamo qui è la visita ad una delle città tipiche della Transilvania: Brasov, col vicino castello di Bran. Ben presto però abbandoniamo il proposito di spingerci fin laggiù in quanto attraversare un paese senza autostrade – ci viene detto – può essere molto difficile e potrebbe richiedere troppo tempo, avendo noi a disposizione solo una manciata di giorni scarsi. Nei giorni successivi capiremo che questa è una triste verità e ci decideremo a visitare solo località nelle vicinanze.

Il secondo giorno ci alziamo presto e ci mettiamo in auto per raggiungere Slanic Moldova, città a sud di Bacau riconosciuta a livello nazionale per le sue acque salubri e curative. Il centro abitato è praticamente deserto, si riempie di turisti provenienti da tutto il paese solo nella stagione estiva. Per questo presenta molti hotel e un suggestivo percorso tra giardini e vasche per le trote, che si snoda lungo un torrente. Ogni tanto ci si imbatte in una fontana. Sul cartello si possono leggere le caratteristiche dell’acqua e le indicazioni terapeutiche. Queste acque termali sono state scoperte sin dal 1801, e possono curare molti disturbi soprattutto a livello di stomaco e reni. Tornando verso casa scorgiamo su un’altura un antico monastero – uno dei tanti – e decidiamo di raggiungerlo. La visita è molto suggestiva, soprattutto dal punto di vista visivo: molti affreschi restaurati da poco e dai colori intensi sono presenti all’interno della chiesetta centrale. Risalendo verso Bacau attraversiamo una marea di piccoli paesi in cui i 50 all’ora sono d’obbligo e nei quali non è difficile imbattersi in calessi trainati da cavalli, persone che rientrano con la zappa sulle spalle dopo una giornata di duro lavoro, bambini che giocano in mezzo alla strada. Ovunque case modestissime ma coloratissime. Iniziamo a capire quanto sia difficile effettuare grandi spostamenti da questa parti. Facciamo una capatina a Târgu Ocna cercando di intrufolarci in una antica miniera di sale ma siamo fuori tempo limite (è visitabile solo entro le 16.00) e quindi ci rimettiamo in marcia. La sera, prima di rincasare, passiamo dal supermercato e acquistiamo qualcosa per la cena: una speciale panna acida che dà dipendenza – la smetana – e costate di manzo a volontà. Da queste parti quest’ultime costano molto meno della carne di maiale, per altro buonissima e ci togliamo decisamente lo sfizio.

Il giovedì mattina ci rimettiamo in auto: direzione nord ovest questa volta, verso la Transilvania e Lacu Rosu. A pranzo ci fermiamo vicino a Piatra Neamt e assaggiamo una delle specialità del posto: la pizza – peraltro buonissimo anche l’impasto – con pomodori e pollo. Continuando verso il particolare lago transilvano, attraversiamo le famose Gole di Bicaz, uno stretto passaggio lungo circa 10 km tra rocce calcaree dalle pareti alte anche 3-400 metri. Lo scenario circostante è formato da una fitta vegetazione di pini, abeti, tassi, faggi e ginepri. Anche il massiccio di Haghimas che fa da sfondo è impressionante e sembra una roccia gigante sospesa sopra la nostra testa: tutto questo è Transilvania! Lungo la strada assaggiamo tutto lo streetfood che possiamo: da un rotolo di pasta dolce enorme ricoperto di granella di noci e glassa, lo kürtoskalács, a dolcetti più simili a brioche ripieni di cioccolato o noci. Arriviamo sfiniti a Lacu Rosu a pomeriggio inoltrato. Questo particolare lago deve il suo nome a uno strano fenomeno per il quale sono visibili in acqua tronchi di abeti rossi spezzati. Molte leggende gravitano intorno a questa località; in realtà la sua origine è imputabile alla strozzatura di un fiume che ha allagato una vallata intera sommergendo la vegetazione. Ci fermiamo a bere della magica Silva (birra transilvana) in una locanda che presenta più animali impagliati (e la pelliccia di un orso bruno) che avventori e poi facciamo ritorno verso Bacau. Decidiamo però di fare una deviazione verso Targu Neamt per visitare la sua antica cittadella fortificata e non possiamo esimerci dal salire fin in cima alla collina per visitarla. La ristrutturazione recente, unita alla vista che si può godere da là in alto ci ripaga della sfacchinata. In tutti questi spostamenti ci ha colpito la presenza di un qualcosa a cui non riusciamo a dare un nome… i paesaggi sconfinati e verdi, le nuvole enormi tagliate dai raggi chilometrici del sole, il tutto in questo azzurro ancora più enorme, le case decorate e colorate, alcuni sguardi, alcune espressioni, alcune “arretratezze”, ci fan pensare a quanto ci sia di spirituale e mistico in questo paese, non sono solo le edicole votive (qui tantissime) o i monasteri disseminati ovunque, ma è tutto il resto!

L’ultimo giorno siamo stanchi per il tanto girare dei giorni precedenti e decidiamo di osservare da vicino Bacau, la città che ci ha ospitato. Al mattino ci aggiriamo per i tanti mercati enormi presenti in centro e nuovi centri commerciali del tutto simili a quelli italiani. Siamo appassionati di streetfood e ci viene data la possibilità di gustare altre specialità locali, tra cui sandwich molto gustosi al pollo e salsicce di carne mista (i mici) cotte alla piastra, il tutto assaporando birra nostrana fresca. I mercati dell’est presentano banchi che difficilmente troveremmo in Italia: corone di fiori per funerali accanto a bancarelle colme di rape, cavoli cappuccio, patate e cipolle. Alcune zone del mercato sono addirittura organizzate in modo da occupare vecchi palazzi fatiscenti. Nessun angolo è lasciato vuoto: ovunque si è sommersi da mercanzia di ogni tipo in un tripudio di colori e profumi. Al pomeriggio ci aggiriamo al fresco dei viali alberati del Parco delle Rose. Qui, tra le fontane e le panchine i bambini giocano in una delle poche aree verdi del centro e noi ci prendiamo un po’ di riposo prima di visitare la cattedrale ortodossa (la terza in ordine di grandezza del paese).

Lo sfarzo è tanto al suo interno ma purtroppo ci è possibile visitare solo la parte sotterranea a causa dei lavori di ristrutturazione in atto. Le chiese da queste parti sono tenute in grande considerazione e molto vengono risistemate quasi ogni anno, a differenza di molti palazzi circostanti. La sera è prevista cena tipica e mangiamo in una trattoria immersa nel verde. Iniziamo il pasto con una bella bevuta di “tzuica”, la tipica grappa di prugne romena che qualche giorno prima abbiamo visto produrre in diretta in un piccolo villaggio qui vicino dalle case dalle pareti di terra. Poi è la volta per Sonia di zuppa di carne e involtini di verza con riso e carne. Per me (R) della trippa con panna acida – Ciorba de burta con smetana – e spezzatino con peperoni. Per finire un bel dessert (una specie di pastella fritta) con la panna acida e frutti di bosco per entrambi, il tutto annaffiato di un buon vino fresco (da questa parti i vini bianchi sono davvero rinomati). La sera dormire è un’impresa con la pesantezza di stomaco che ci attende a letto e la mattina alle 4 abbiamo la sveglia per prendere l’aereo. Atterriamo a Bergamo sbuffando ancora i peperoni ma ne è valsa la pena… che avventura la Romania!

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