Romania: un assaggino

Grazie ai punti "Mille Miglia" dell'Alitalia (attenzione, il programma di fidelizzazione Mille Miglia sta per terminare!) accumulati ed alla nostra amica rumena Laura, per il ponte di San Pietro e Paolo (festa a Roma) abbiamo organizzato un week-end in Romania. Viaggiamo quindi con Alitalia da Fiumicino per Bucarest: coda infernale al check-in...
Scritto da: dabr70
romania: un assaggino
Partenza il: 29/06/2007
Ritorno il: 01/07/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Grazie ai punti “Mille Miglia” dell’Alitalia (attenzione, il programma di fidelizzazione Mille Miglia sta per terminare!) accumulati ed alla nostra amica rumena Laura, per il ponte di San Pietro e Paolo (festa a Roma) abbiamo organizzato un week-end in Romania.

Viaggiamo quindi con Alitalia da Fiumicino per Bucarest: coda infernale al check-in (50 minuti), ai controlli di sicurezza (15 minuti) ed al controllo passaporti (40 minuti) per cui pur essendo arrivati in aeroporto con largo anticipo sull’orario di partenza (ore 9.05) siamo arrivati all’imbarco alle 9.10 e comunque abbiamo aspettato ancora l’arrivo di altri passeggeri. In ritardo siamo partiti ed in ritardo quindi arriviamo a Bucarest, dove non ci sono problemi né per bagaglio né per altro. Laura ci aspetta agli Arrivi, tra tantissime persone in attesa, baci e abbracci In auto ci avviamo allora verso Bucarest (Bucuresti in rumeno), per una visione di insieme della città. Ci aspettavamo qualcosa di peggio; la città invece è abbastanza ordinata, ci sono bei viali, con villini liberty, boulevards con palazzi in stile decorato fine ottocento, parchi. Ci sono anche bruttissime costruzioni, molto decadenti o in stile sovietico. Sicuramente nell’insieme quindi la città non ha nulla delle altre capitali orientali, Praga o Budapest o Bratislava, ma ha comunque un suo fascino, delle sua peculiarità, delle sue carattersitiche che a noi non dispiacciono. C’è molta vita, traffico abbastanza ma non una cosa impossibile, molte gente in giro, molti negozi vecchiotti e qualche grande magazzino o contro commerciale, tanti McDonald’s, KFC e similari, ma anche tante pizzerie, kebab, etc. Purtroppo ormai tutto il mondo è paese da questo punto di vista. Vediamo quindi l’Arco di Trionfo, il Palazzo sede el Goveno, la Piazza dell’Università, teatro degli scontri della Rivoluzione di Dicembre 1989, la Piazza Unirii, la più centrale della città, l’imponente Palazzo del Popolo, sede del Parlamento e di altre istituzioni, le strade lungo il fiume Dambovitza. Parcheggiamo in un centro commerciale di piazza Unirii, mangiamo qualcosa al KFC e facciamo un giro per i negozi del centro commerciale ed un breve giro per le strade. In effetti non c’è quasi nulla per cui valga la pena passeggiare, almeno in quella zona. Ci avviamo quindi verso la città di Laura, Targoviste. Ci ripromettiamo comunque di visitare Bucarest con più calma, perché la città ci è piaciuta e dopo le ristrutturazioni che si stanno facendo diventerà sicuramente una bella capitale europea.

Appena fuori Bucarest, impariamo a conoscere le strade rumene: carretti trainati da cavalli, pattuglie di Polizia opportunamente segnalate con lampeggiamento fari da parte degli automobilisti, donne che vendono verdure e frutta al lati della strada, negozietti che vendono bibite ed altro lungo le strade. Tutto ciò… Ci piace. Anche la campagna è dolce ed abbastanza ordinata.

Targoviste era l’antica capitale della Romania, ma non resta molto degli antichi fasti: un piccolissimo centro storico, con un paio di viuzze con casette basse in legno, alcuni negozietti caratteristici e due o tre locali. Bella è invece la zona della Torre, con i resti dell’antico castello del conte Vlad l’Impalatore (il figlio di Dracula!), sito che visiteremo domenica. Per il resto la città è molto variegata: ci sono alcuni begli edifici pubblici in stile neoclassico, come il vecchio tribunale, il liceo, il municipio, ma anche dei palazzoni grigi e tetri, un po’ sovietici.

Sabato sera siamo a cena in ristorante con degli amici di Laura a Targoviste, nel miglior ristorante della città (Ristorante “Casa Vecchia”). In effetti ci sono molti piatti italiani, ma noi assaggiamo subito le specialità rumene, come la mitica “ciorba”, zuppa di verdura al pomodoro, o alla cipolla o con altre verdure, nella quale ci può essere della carne o della pancetta. Buonissima. E poi tanta buona carne e verdure. La gente è simpatica, socievole ed anche abbastanza curiosi di consocerci.

Il sabato lo dedichiamo ad una bella escursione ad alcune castelli ed alle montagne. Partiamo di buon ora da Targoviste, dirigendoci verso i Carpazi che si vedono già dalla città. Via via che ci allontaniamo dalla città, scopriamo più chiaramente la Romania vera: sulle strade ancora carretti trainati da cavalli, ai bordi delle strade contadine che vendono i loro prodotti, persone che siedono ai bordi dei fossati che separano la strada dalle case. Dopo Puciuoasa, letteralmente la “puzzosa” per la presenza di sorgenti termali sulfuree, passiamo per Moroieni, un villaggio lungo la strada abitato prevalentamente da zingari rom: in effetti i rom si riconoscono facilmente, per via dei vestiti e della carnagione più scura; qua comunque i rom non sono nomadi e sono mal visti dalla gente. Il paesaggio però è bello e via via che si sale diventa anche più fresco. Superato un piccolo valico, lasciamo la provincia della Dambovitza e ci tuffiamo verso Sinaia, cittadina turistica, simle a certe cittadine delle nostre Prealpi. A pochi km da Sinaia ci sono i magnificici castelli di Peles e di Pelishor. Lasciamo la macchina al parcheggio e ci avviamo verso i castelli. Lunga la stradina tante bancarelle che vengono oggetti artigianali, ma anche banchetti in cui le signore vendono bicchierini di lamponi e ciliege. Non resisto alla tentazione di prendere i lamponi e di comprare alcuni oggetti in legno. I due castelli sono molto belli, costruiti a fine Ottocento. Li abbiamo visitati entrambi per un prezzo davvero basso, con tanto di guida (in inglese per Peles). Il castello di Peles fu costruito da primo Re di Romania, Carlo I, verso le fine dell’Ottocento, mentre Pelisor era la residenza del re Ferdinando, figlio adottivo di Carlo I, e si ua moglie, la regina Maria. Bellissimi gli arredi ottocentechi e di primo novecento; particolare l’atmosfera da… Castello di montagna, simile a certi nostri alberghetti alpini, con tanto legno alle pareti. In generale l’atmosfera di questi castelli e di tutto il resto è molto calda ed accogliente ed anche le visite sono ordinate, civili e sicuramente molto interessanti. Ricordo con grandissimo piacere la guida rumena del castello di Pelishor che in rumeno dava le spiegazioni su ciascuna sala e parlava in maniera chiara e ben scandita, tanto che era quasi tutto comprensibile anche per noi. In fondo il rumeno è facilissimo e comprensibilissimo quando si deve leggere, mentre è un po’ più difficile da capire se ascoltato.

Dopo Sinaia, verso Brasov, si attraversano i Carpazi, passando per Busteni, località turistica. Spesso lungo la strada ci sono dei mercatini dell’artigianato dove abbiamo comprato dei piccoli souvenir in legno ed altri oggettini da regalare. Prima di Predael e Brasov abbiamo svoltato verso la Transilvania, alla volta della cittadella di Raznov. Dopo alcuni chilometri di dolce e fresca montagna siamo infatti entrati in Transilvania, oltre i Carpazi quindi. Qui le case sono diverse e si vede un’impronta prettamente tedesca. In lontananza il Monte Fagaras, il più alto della Romania. La Vecchia cittadella sovrasta la piana di Raznov, meta finale della nostra gita. Abbiamo parcheggiato in fondo alla salita ed a piedi ci siamo inerpicati in cima alla cittadella di Raznov, un piccolo borgo fortificato, ben ristrutturato, dal quale si gode di una visuale completa a 360° e bellissima. Sulla via del ritorno, nel pomeriggio ci fermiamo a mangiare in un ristorantino lungo la strada, dove finalmente, oltre all’immancabile e buonissima “ciorba”, mangiamo anche i “mici” alla griglia, una specialità romena, simile alle salsicce, ma più grassi e morbidi e molto saporiti, fatti di vari tipi di carne e spezie. Se in Romania vedete una griglia fumare… State sicuri che stanno preparando i “mici”. In Romania poi non c’è un orario preciso per i pasti: si mangia a tutte le ore e si mangia tutto ciò che si vuole, il cappuccino con le salsiccce anche alle quattro di pomeriggio, magari con il tè e la ciorba all’aglio. Nonostante sia il 30 giugno, abbiamo trovato davvero un bel fresco in montagna tanto da metterci un pullover. La sera di sabato, stanchi morti, rimaniamo a Targoviste a casa di Laura, mentre lei va ad un matrimonio. Qua i matrimoni che iniziano di sera durano tutta la notte.

Domenica a Targoviste e dintorni. Visitiamo due bei monasteri ortodossi un po’ fuori della città ed assistiamo anche a parte della celebrazione domenicale. Avevo già partecipato ad una Messa in una chiesa ortodossa in Russia; anche qua in Romania si respira la stessa profondità e sacralità. Le chiesette dei monasteri sono piccole, ma piene di icone e di ori. La gente sta anche 3 ore e più in piedi a seguire la Messa, partecipando a tutti i momenti della celebrazione. I canti delle suore ortadosse sono molto belli ed emozionanti, come pure le melodie intonate dai celebranti. Alla fine ci siamo pure fatti benedire dal pope con l’acqua benedetta. Proprio presso i monasteri compriamo gli oggetti più interessanti e carini da riportare a casa: piccole icone, immginette sacre. Dopo i monasteri visitiamo la zona archeologica di Targoviste, con la antica Torre, con i resti dell’antico castello di uno dei conti Vlad. Saliamo sulla Torre dalla quale si spazia su tutta la città. Oggi fa caldo. Ci dedichiamo quindi allo shopping alimentare presso un paio di supermercati: compriamo vari tipi di salsicce, molto saporite, vari tipi di nettari di frutta da noi difficilmente trovabili (succo di melogranno, succo di visciole, sciroppi di acero, …) e vari tipi di patè.

Dopo il pranzo a casa di Laura, ancora a base di buonissima carne, ci incamminiamo verso L’aeroporto di Bucarest, a circa un’ora da Targoviste. Ancora code lunghissime all’unico check-in Alitalia per il nostro volo, tanto che non abbiamo tempo né di fare gli ultimi acquisti all’aeroporto, né di far altro.

Lasciamo Laura e la Romania promettendoci che dobbiamo tornare, con più calma, con più tempo a disposizione, magari in auto dall’Italia; Bucarest forse merita un po’ di tempo in più per essere visitata e sicuramente il paese è grande e ci sono molte altre cose interessanti e belle da vedere. Questo è stato solo un assaggino!



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