L’isola che non c’è..

Già, perché quando dici ai parenti/amici che vai a Reunion, la domanda classica è “Ma dove si trova?” e alla risposta classica “Vicino a Mauritius” scatta automatico il “Ahh, vai a fare vita da spiaggia, sole, palme e dolce far niente”. E invece no, niente di più sbagliato, perché questo “gioiello” sperduto nell’oceano...
Scritto da: Fabrizio Barbieri
l'isola che non c'è..
Partenza il: 21/05/2005
Ritorno il: 04/06/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Già, perché quando dici ai parenti/amici che vai a Reunion, la domanda classica è “Ma dove si trova?” e alla risposta classica “Vicino a Mauritius” scatta automatico il “Ahh, vai a fare vita da spiaggia, sole, palme e dolce far niente”.

E invece no, niente di più sbagliato, perché questo “gioiello” sperduto nell’oceano Indiano è la meta ideale per chi vuole fare una vacanza all’insegna del movimento, dell’aria aperta e della scoperta di mille ambienti diversi.

Pur essendo relativamente piccola (in appena 250 km potete fare il girotondo!) offre scenari completamente diversi, passando dalle colline coltivate a canna da zucchero alla foresta tropicale, dai pascoli alpini alla desolazione delle pianure vulcaniche, senza scordarsi, naturalmente, delle spiagge sabbiose e coralline.

Il nostro viaggio inizia a St. Denise, capitale e classica cittadina cresciuta forse troppo in fretta Ci sono alcune cose interessanti da vedere, in primis i giardini botanici (Jardin de l’Etat), molto belli e rilassanti, poi le case creole, tutte colorate, le chiese (qui ci sono varie religioni perfettamente integrate) ed infine il punto più caratteristico, le “Barachois”, con i suoi vecchi cannoni puntati in mare aperto.

Primo consiglio: noleggiate un’automobile, i prezzi sono abbordabili (circa 40 euro/gg) ed è il mezzo migliore per scoprire l’isola, visto anche l’ottimo stato delle strade.

Noi abbiamo circumnavigato l’isola in senso orario in modo da chiudere in bellezza facendo gli ultimi giorni nella parte più turistica (quella balneabile, tanto per intenderci), cosicché siamo scesi lungo la statale in direzione di St.Andrè.

A St.Suzanne meritano una sosta le “cascate Niagara”, nascoste tra i campi di canna da zucchero, spuntano all’improvviso alla fine della strada asfaltata e formano un piacevole laghetto dove fare pic-nic.

Dopo una visita alla cooperativa della vaniglia di Bras Panon (interessante il racconto su come viene prodotta ma non aspettatevi troppo!), siamo risaliti verso il Cirque de Salazie, facendo tappa a Hell Bourg (uno dei villaggi più belli della Francia, come scritto all’ingresso del paese). A prescindere da questa affermazione un po’ discutibile, rimane il fatto che questo è un punto strategico per intraprendere alcuni trekking molto belli, quali le cascate del “Trou de Fer” e il “Piton d’Anchang”. Sono entrambi faticosi, soprattutto il primo, però regalano scenari mozzafiato.

Secondo consiglio: partite presto alla mattina, sia perché le giornate durano poco (in maggio alle 18 era buio!) sia perche l’umidità si condensa col passare delle ore e rischiate di non vedere più nulla! Proseguendo, il nostro itinerario ci ha portato a passare per St.Andrè (troppo caotica per i nostri gusti per cui non ci siamo nemmeno fermati) ed arrivare a St.Rose dove abbiamo pernottato.

La cittadina offre poco o nulla ma ci ha permesso, la mattina seguente, di visitare sia la colata lavica che arriva al mare del Piton de La Fournaise, che un incantevole angolo di spiaggia, l’“Anse des Cascades”.

Finalmente abbiamo preso la via dei circhi vulcanici, direzione “Plaine des Palmistes” e “Plaine des Cafres”. Salendo dal mare il paesaggio cambia velocemente finchè, valicato quello che sembra un classico passo alpino, si arriva appunto…In Svizzera! Mucche a perdifiato e pascoli erbosi.

Ma è solo un illusione perche poco dopo si prende la strada (veramente spettacolare) che porta fin quasi sull’orlo del cratere del vulcano Piton de La Fournaise, dapprima tra pascoli erbosi e poi via via sempre più brulla, tra paesaggi lunari e distese di cenere e rocce laviche.

Terzo consiglio: se potete, dormite al rifugio vicino al vulcano; oltre a guadagnare tempo prezioso se il mattino seguente volete salire al cratere (ne vale la pena!), godrete anche di una splendida alba.

Dopo il giro del cratere, la giornata seguente abbiamo proseguito verso la parte sud dell’isola, direzione St. Pierre. Lungo la strada merita una sosta lo spiazzo da dove quotidianamente vengono portati i viveri al villaggio di Gran Bassin tramite teleferica, quasi 1000 mt più in basso ! Se siete fortunati a St Pierre avrete la possibilità di visitare il grande mercato all’aperto dove potete trovare di tutto (o quasi), in particolare frutta, verdura e polli vivi ! A St. Pierre si ha anche il primo incontro con il mare balneabile di Reunion, con i primi accenni di barriera corallina. Noi non abbiamo fatto il bagno ma le onde erano molto spettacolari.

Da instancabili viaggiatori quali noi siamo abbiamo continuato il nostro tour facendo dapprima una deviazione al villaggio di Entre-Deux che si trova, come dice il nome, alla confluenza di due fiumi, il Bras de Cilaos e il Bras de la Plaine. Avendo tempo si può tentare la salita (faticosa!) alla Dimitile da dove, ci hanno detto, si gode di una vista meravigliosa sul circo di Cilaos, la nostra prossima meta.

Qui apro una parentesi: quando si viaggia con lo spirito giusto tutti i luoghi sono belli ed interessanti; a Cilaos, però, noi ci siamo sentiti quasi sospesi dal mondo, in una specie di limbo di pace e tranquillità, una sensazione stupenda e non facilmente descrivibile. Il mio consiglio spassionato è che se deciderete di andare a Reunion, Cilaos non dovete assolutamente perderlo !!! A conferma di ciò, noi siamo rimasti tre giorni, alloggiando due notti all’hotel des Neiges ed una alla gites de Caverne Dufour, da dove abbiamo effettuato la salita per vedere l’alba dalla cima del Piton des Neiges. Vi sono diverse altre possibilità di fare escursioni in zona, all’ufficio turistico del paese sono molto disponibili e pronti ad aiutarvi; noi abbiamo effettuato la salita al Col du Taibit, il sentiero è abbastanza comodo e non troppo faticoso, attraversa uno splendido bosco e permette di avere un’ottima visione del cirque de Mafate.

Dopo questo luogo tanto bello quanto ameno, abbiamo proseguito il nostro viaggio risalendo la costa ovest da St. Louis fino a St. Gilles les bains, fermandoci varie volte per osservare i vari punti di interesse disseminati lungo la costa. Arrivati infine a St. Gilles abbiamo alloggiato in uno dei tanti hotel dell’Hermitage e qui finisce praticamente il nostro viaggio in quanto gli ultimi due giorni li abbiamo dedicati al …Relax.

Un ultimo appunto lo riservo per la spiaggia dell’Hermitage, una perla di sabbia bianca con un mare traparente in cui potete, volendo, camminare per un centinaio di metri fino all’estremità della barriera che arriva fino a pochi metri dalla spiaggia, ricca di pesci, coralli e vita marina: spettacolare! Spero che questo mio diario di viaggio vi abbia incuriosito e stimolato, se siete dei viaggiatori attivi e curiosi vi assicuro che Reunion non vi deluderà, se siete solo in cerca di spiagge e palme allora no, ci sono sicuramente destinazioni migliori.

Io però ci ho lasciato un pezzetto di cuore…



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