Incredibile India

Un meraviglioso viaggio attraverso il Rajasthan, alla scoperta dei mille volti dell'India
Scritto da: Zama
incredibile india
Partenza il: 07/08/2013
Ritorno il: 20/08/2013
Viaggiatori: 11
Spesa: 4000 €
Il mio desiderio di conoscere l’India, nei suoi luoghi più famosi e nella sua cultura, nelle credenze religiose e nei mille e più volti che questo meraviglioso Paese presenta è nato quasi all’improvviso, grazie alla visione di alcuni documentari e programmi televisivi, e poco a poco la curiosità è diventata vera e propria passione. Io e due amiche ci siamo quindi rivolte alla nostra agenzia di fiducia, optando, per il primo approccio all’oriente, per un viaggio organizzato da un tour operator specializzato sui Paesi asiatici.

Partiamo il 7 agosto alle ore 20.20, puntuali, da Milano Malpensa. L’attesa per tutto ciò che ho immaginato negli ultimi mesi è finalmente terminata e la voglia di conoscere la guida e i compagni di viaggio è tanta.

Il volo, con Fly Emirates, è tranquillo, con scalo tecnico a Dubai. Nel primo pomeriggio dell’8 agosto eccoci pronte a sbarcare a Delhi.

La prima cosa che colpisce dell’India è l’aria: il caldo, mescolato a un forte odore di spezie, crea una sorta di assuefazione immediata, che mi ha coinvolta e incantata in un secondo.

Il primo consiglio di Ganesh, la nostra guida, dandoci il benvenuto in India, è quello di lasciare il pensiero occidentale e le preoccupazioni alla sera precedente e di provare ad accettare e a vivere il pensiero orientale.

Tempo di lasciare i bagagli in hotel e siamo già sul pulmino per una prima immersione nella città, e più precisamente nel suo traffico! Delhi, e come vedremo con i nostri stessi occhi nel corso del viaggio, tutta l’India, è terra di contrasti forti, di contraddizioni violente e al limite dell’incredibile.

Durante il giro panoramico con il pullman effettuiamo una sosta fotografica davanti agli edifici governativi e all’India Gate, un arco eretto in memoria dei soldati indiani caduti durante la prima guerra mondiale, noto anche come India War Memorial.

Visitiamo poi il tempio Bangla Saheb: costruito alla fine del XVIII secolo in onore del guru sikh Harkrishan Dev, in pregiato marmo bianco e con le cupole d’oro, è il tempio Sikh più grande ed importante di Delhi.

Prima di entrare occorre togliere le scarpe ed indossare delle bandane, offerte dal custode.

Il tempio è davvero molto bello, e l’atmosfera è intensa, carica di devozione. I fedeli sono raccolti in preghiera ovunque, all’interno e nel cortile, al centro del quale si trova una cisterna, con acqua ritenuta curativa. All’interno del complesso dove sorge il tempio è situata una mensa, gestita interamente da volontari, dove viene servito un pasto caldo gratuito a tutti coloro che lo desiderano. Visitiamo la cucina, dove gli addetti ai lavori, intenti a cuocere lenticchie e infornare panini, ci salutano sorridenti.

Rientriamo in hotel, il lussuoso e super moderno “Le Meridien”, sviluppato in verticale, con le camere disposte attorno al cortile centrale, per 25 piani. Dal belvedere il colpo d’occhio di tutti i balconi illuminati fino a terra, con la vista sul bar centrale, è davvero mozzafiato.

La mattina del 9 agosto è dedicata alla visita del Qutub Minar, il più alto minareto in mattoni del mondo , situato nel parco denominato Complesso di Qutub, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Altre importanti costruzioni all’interno del complesso sono la moschea Quwwat-ul-Islam, della quale rimangono solo alcuni resti, la porta di Ala-I-Darwaza, l’Alai Minar e la cosiddetta Colonna di ferro, alta circa 7 metri, che attira l’attenzione di turisti e di studiosi da tutto il mondo per l’assenza di ruggine nonostante l’esposizione, per 1600 anni, al clima monsonico.

Partiamo per Mandawa; ci aspetta un lungo viaggio. Pensavo fosse tempo perso ed ero un po’ dispiaciuta inizialmente ma in realtà abbiamo potuto vivere una grande avventura: non esistono apparentemente regole sulle strade indiane e il clacson si suona praticamente per tutto: per sorpassare, per avvisare del proprio arrivo, per segnalare pericoli… e così via!

Le strade sono pazzesche, alcune con veri e propri laghi formati dalle piogge monsoniche.

La cosa più bella è che passando nei villaggi si può osservare il quotidiano della popolazione, senza essere indiscreti, senza dare troppo fastidio: il tempo di guardare dal finestrino una scena, un particolare e il pullman riparte, ma il tempo per un saluto e un sorriso scambiato per i bambini che giocano e corrono per la strada c’è sempre.

Pranziamo in bel resort sul nostro percorso e dopo altre 5 ore arriviamo a Mandawa, dove alloggiamo in un antico castello, ristrutturato e adibito ad hotel.

10 Agosto

Al mattino visitiamo gli haveli, le tipiche case dei ricchi commercianti, accompagnati da gruppetti di ragazzi che vogliono vendere cartoline, calendari, marionette o semplicemente scambiare qualche parola con i turisti. Per strada si vede di tutto: mucche, asini, gente che fa spesa alle bancarelle… anche qui una fantasia di colori mai vista prima, in nessun altro posto del mondo.

Ci dirigiamo verso Jaipur. La città, edificata secondo antiche regole architettoniche Indù e caratterizzata dal colore rosa-arancio con cui sono dipinti tutti gli edifici del centro storico, si rivela trafficatissima e apprendiamo che il monsone ha creato grandi danni alle strade e di conseguenza, alla viabilità. Nessuno però si infastidisce più di tanto: i clacson suonano infinite sinfonie e le persone, anziani e bambini, attraversano e camminano senza problemi, con l’acqua alle caviglie.

Dopo un’ora abbondante per attraversare la citta arriviamo all’hotel, per la cena e il pernottamento.

11 Agosto

Dopo colazione siamo pronti per l’esperienza che un po’ tutti attendevano con curiosità: la salita al forte di Amber a dorso di elefante, che si è rivelata essere davvero divertente. Il forte, arroccato sulle colline di Aravalli, è davvero bello, con stanze adornate di specchi, sale per udienze private e pubbliche e un tempio.

Dopo pranzo le visite previste sono il City Palace e l’osservatorio astronomico, che non riusciamo a vedere perché siamo sorpresi da un lungo e violento acquazzone, durante il quale però ci divertiamo tutti come bambini camminando verso l’autobus, giocando addirittura sotto la pioggia!

12 Agosto

Partiamo per Abhaneri, piccolo villaggio dove è situato il Chand Baori, un pozzo-palazzo, unico nel suo genere.

Ci spostiamo verso Fathepur Sikri, che raggiungiamo dopo pranzo. Questa cittadella è stata voluta e costruita da Akbar come capitale ideale del suo impero. Questo preciso luogo fu scelto dopo un viaggio fatto da Akbar in visita ad un mistico musulmano, che gli predisse che avrebbe avuto presto un figlio. Al suo ritorno l’imperatore ebbe tre figli maschi. Quasi perfettamente conservata, la città restituisce la visione dello stile di vita Moghul all’apice del potere. La visita è molto interessante e piacevole. E’ stata un’altra giornata intensa, a stretto contatto con l’India, i suoi monumenti, la sua gente, la sua povertà, la sua geniale semplicità.

Siamo al 13 agosto e ciascuno di noi è lievemente emozionato all’idea di poter finalmente vedere dal vivo il monumento più importante di tutta l’India, incluso tra le sette meraviglie del mondo moderno. Appena varcato il portone d’accesso la commozione è davvero tanta! La bellezza estetica ed artistica del Taj Mahal è incommensurabile, e assume ancor più valore se si pensa al motivo per cui esso è stato costruito: l’imperatore Shah Jahan lo fece costruire in memoria della moglie, morta di parto dopo che per 17 anni era stata per lui consorte, sostegno, compagna e consigliera.

Da ogni punto da cui lo si osservi l’imponenza del mausoleo toglie veramente il fiato. Ci ritagliamo un po’ di tempo per le fotografie , soffermandoci sulla “panchina di Diana”, dove Lady D. sedette ai tempi della sua visita in India.

Il fotografo del sito ha fotografato, all’entrata, tutto il nostro gruppo, e realizzato un vero e proprio servizio fotografico alla sottoscritta! All’uscita compro un paio di scatti come ricordo della visita ad uno dei posti più belli che io abbia visto fino ad ora.

Tornando verso l’albergo ci fermiamo in un laboratorio artigianale dove vengono lavorati il marmo e le pietre semi-preziose: occasione per fare shopping tra piccoli regali e i braccialetti smaltati.

Dopo un’oretta di relax in hotel ci dirigiamo verso il forte rosso di Agra, denominato così per il colore della pietra arenaria utilizzata per la costruzione. Il forte è, in una sua parte, adibito oggi a caserma, e un’altra parte è attualmente oggetto di restauro. Come in altri siti visitati fino ad ora notiamo che entrando non si ha subito la consapevolezza della grandezza e di quanto siano articolate le stanze e le corti interne. La storia del forte è strettamente collegata a quella del Taj Mahal perché l’imperatore, ritiratosi qui dopo la morte della moglie, dalla veranda e dalle finestre volgeva lo sguardo all’eterno ricordo del suo grande amore.

Dopo la visita al Forte Rosso ci rechiamo in un negozio di the e spezie, dove ci accoglie un simpatico ragazzo che ci illustra le varie tipologie di the, destreggiandosi tra inglese e italiano. Nonostante non sia semplice capire il suo linguaggio basta una stretta di mano, un sorriso, un gesto d’intesa e il gioco è fatto, ciascuno è a suo agio e la permanenza nel negozio è ancora una volta occasione per gustare da vicino l’ospitalità indiana.

E’ tempo di regalarci un’uscita extra: spettacolo in stile Bollywood sulla storia d’amore tra l’imperatore e l’adorata moglie e la costruzione del Taj Mahal. L’idea è carina, soprattutto perché consente di immergersi ancora più a fondo nella struggente storia d’amore, ma l’effetto finale è un po’ quello dello spettacolo dei villaggi vacanze, ma tutto sommato l’uscita è piacevole.

14 agosto

La mattina salutiamo una coppia che termina il suo itinerario e rientra a Delhi per il volo di ritorno. Ci trasferiamo alla stazione, non tanto diversa dalle nostre per stile, architettura, andirivieni dei pendolari. Il treno arriva puntuale, ci accomodiamo in carrozza con aria condizionata e posti prenotati. Il viaggio procede tranquillo, e dopo un’ora e mezza arriviamo a Gwailor, dove veniamo a conoscenza di un piccolo disguido: il pullman che dovrà accompagnarci nei giorni seguenti è imbottigliato nel traffico e così arrivano due fuoristrada. Carichiamo i bagagli e si parte per il forte di Gwailor, costruito secondo regole di architettura indù, più decorato e colorato rispetto a quelli visti nei giorni precedenti. All’uscita ci soffermiamo ad ammirare alcune statue jainiste, scolpite sulle pareti della collina su cui è situato il forte.

Dopo pranzo ci attende un viaggio che sembra infinito durante il quale però possiamo ancora una volta ammirare e apprezzare la vastità dei caratteri geografici, culturali e umani dell’India.

Dopo 5 ore arriviamo ad Orchha e rimaniamo letteralmente incantate dalla bellezza di questo castello recuperato e trasformato in hotel.

15 agosto

Oggi è festa nazionale dell’Indipendenza dagli Inglesi, usciamo a piedi e attraversiamo il villaggio; la zona è sicuramente meno turistica delle precedenti e mi conquista per un mix di normalità, dato dalle bancarelle del mercato, dai bar e dagli esercizi commerciali lungo le strado, e di ricordo di grande sfarzo, grazie al palazzo della famiglia reale di Orchha.

Il palazzo è all’interno di una bellissima costruzione, ora un po’ rovinata dal passare del tempo, dalle intemperie e da una quasi inesistente manutenzione.

Il villaggio mi affascina anche grazie alla presenza di pellegrini e bramini in preghiera, accampati davanti al tempio indù dedicato a Rama. Sono tanti anche i mendicanti che cercano di attirare l’attenzione dei turisti, per ottenere una piccola offerta. Le richieste non sono mai insistenti e mai dettate dalla disperazione. Mi colpisce la dignità con la quale gli indiani vivono la loro povertà ed è davvero bello ricevere da loro, anziani e bambini, sorrisi e saluti e ringraziamenti in caso di qualche spicciolo allungato tra le mani.

16 Agosto

Al mattino visitiamo il complesso di Khajuraho, famosi per le sculture erotiche che adornano le pareti esterne dei templi. In realtà le statue raccontano e contemplano la consumazione del matrimonio e più in generale, scene della vita quotidiana dell’uomo.

I due templi principali sono dedicati a Shiva e Visnù. E’ ammirevole il lavoro fatto dagli scultori delle statue, che riproducono espressioni e movimenti dei corpi e dei tessuti, e dei particolari, in modo davvero spettacolare.

Dopo pranzo ci concediamo un’oretta di relax poi ci dirigiamo verso le Raneh Falls.

Già il trasferimento con la jeep vale l’uscita! Tra una buca e l’altra e l’attraversamento delle varie pozzanghere non riusciamo a trattenere le risate e intanto strappiamo qualche sorriso all’autista, che ci controlla ogni tanto dallo specchietto retrovisore.

Le cascate si trovano all’interno della foresta tropicale e sono davvero un grande spettacolo, un gran bel regalo della natura.

Ammiriamo il paesaggio, scattiamo qualche foto e rientriamo in hotel, dove disponiamo di ancora un po’ di tempo per rilassarci e riposarci.

17 Agosto

E’ giunto il momento di coccolarci un po’ e così eccoci pronte per la spedizione alla Spa nelle vicinanze dell’albergo! All’ora concordata dalla nostra guida con il responsabile del centro arriva una macchina a prenderci. Arrivate in loco ci vengono illustrate le varie formule previste per il massaggio ayurvedico e i relativi prezzi. Optiamo per il massaggio “total body”, con 3 oli differenti, della durata di un’ora, per 30 euro. La signorina, in un sari verde e bianco con bordature dorate è estremamente gentile. Si parte con un massaggio alla testa, poi si passa ad una sorta di maschera sul viso con il secondo olio e successivamente il massaggio vero e proprio sul busto e sulle gambe.

Assolutamente da provare! Piacevole ed estremamente rilassante.

Raggiungiamo il resto del gruppo in hotel per il pranzo e subito dopo partiamo per l’aeroporto, per il trasferimento a Varanasi.

Arrivati alla città santa per gli indù, per la presenza del Gange, lasciamo ad un certo punto l’autobus e ci apprestiamo, ignari, a vivere un’esperienza davvero particolare: il tragitto con il risciò! Praticamente si tratta di una bicicletta che traina un piccolo calesse. E’ impossibile descrivere a parole ciò che si prova, immersi nel traffico tra moto, biciclette, tuc tuc, mucche, pellegrini e gente comune che passeggia per strada, e il continuo, incessante suono di clacson a farci da colonna sonora.

Divertente e indimenticabile la prima esperienza regalataci da questa città, ed emozionante e unica la seconda esperienza, la visione della cerimonia serale al ghat principale. Non possiamo fare la gita in barca a remi sul fiume, come da programma, perché il livello dell’acqua è troppo alto e buona parte dei ghat è sommersa, ma riusciamo comunque ad assistere a qualcosa di davvero speciale.

Rientriamo ancora con il risciò e poi con il pullman fino in hotel, dove ceniamo alla svelta e ci ritiriamo nelle camere. La sveglia, il giorno successivo, suona alle 4.30!

18 agosto

Ci svegliamo appunto alle primi luci dell’alba per dirigerci ancora sulle rive del Gange. Nonostante l’ora le viuzze adiacenti i ghat sono già abbastanza piene di gente che va al fiume sacro per la purificazione del mattino. Nella confusione il piccolo Kedar ci riconosce come gli italiani arrivati la sera prima e ci accompagna per tutto il tempo. Dopo avermi chiesto nuovamente di comprare le cartoline e altri piccoli oggetti gli propongo una piccola mancia e lui rifiuta gentilmente, con un gran sorriso, dicendomi solamente “no compri, no money”. Con le lacrime agli occhi per l’onestà e la semplicità di questo bimbo, dalla vita sicuramente più dura rispetto a quella dei suoi coetanei occidentali, gli regalo delle penne, che questa volta sono accettate volentieri e facciamo una bella foto ricordo insieme, perché adesso siamo amici.

Dopo colazione si parte per l’aeroporto, per il trasferimento a Delhi, dove arriviamo nel primo pomeriggio.

Uno sguardo alle nostre guide e al programma di viaggio già svolto per capire cosa visitare e siamo pronti per la tomba di Ajumajum, eretta dalla moglie in sua memoria. Il nostro hotel è nella zona nuova di Delhi; prenotiamo un taxi direttamente dall’albergo e in circa mezz’ora siamo in loco. Visita interessante e in tutto molto economica: circa 3 euro ciascuno per l’ingresso alla tomba e 800 rupie, poco più di 9 euro, per l’andata e ritorno in taxi.

Cena in hotel, e dopocena tranquillo a bordo piscina.

Siamo arrivati, purtroppo, all’ultimo giorno! La mattinata è a disposizione e così decidiamo di prendere di nuovo il taxi e tuffarci per l’ultima volta nella cultura, nella vita, nel quotidiano della meravigliosa terra indiana. L’idea iniziale è quella di visitare la casa di Gandhi, e il luogo dove il Mahatma fu assassinato da un fanatico indù, il 30 gennaio del 1948, ma arrivati lì scopriamo che il lunedì il sito è chiuso. La colpa è sicuramente nostra che, presi da stanchezza e forse già da un pizzico di tristezza per l’imminente fine del viaggio, non abbiamo controllato sulle nostre guide gli orari e i giorni di apertura. Poco male, cogliamo l’occasione per tornare all’India Gate, dato che il primo giorno l’avevamo visto dall’autobus, e per sostare qualche istante davanti all’abitazione privata del presidente.

Al ritorno verso l’hotel chiediamo al tassista di lasciarci al centro commerciale di fronte: giusto un giro veloce da Zara e Benetton ed è ora di tornare in albergo, sperimentando il mezzo di locomozione che ci mancava: il tuc-tuc!

Dopo pranzo visitiamo la moschea di Jama Maslid, la più grande dell’India, poi passeggiamo per le vie strettissime e affollatissime del mercato intorno alla moschea e poi una visita all’osservatorio astronomico, non più funzionante.

Tentiamo di visitare la tomba di Gandhi, ma anche questa volta non siamo fortunati: il parco è chiuso.

Sull’autobus, lungo la strada verso l’aeroporto qualche lacrima scende, per la consapevolezza di aver vissuto una grande esperienza che sicuramente ha dato tanto a ciascuno di noi, a livello culturale e a livello umano.

L’India è bella e ti resta nel cuore per la bellezza dei monumenti e dei paesaggi ma anche e soprattutto per le forti contraddizioni che si notano nel contesto sociale, per la disarmante serenità di chi è povero, per l’insieme di colori, odori, suoni, senza i quali l’India non sarebbe…. Incredibile India!



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