Quebec, su e giù per il San Lorenzo

Prima a zonzo per New York, poi in Canada tra grandi città e strade panoramiche che costeggiano il fiume per andare alla scoperta di spettacolari parchi naturali
Scritto da: danilo66
quebec, su e giù per il san lorenzo
Partenza il: 29/09/2016
Ritorno il: 15/10/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

Giovedì 29 settembre 2016

Partenza alle ore 10.30 con volo American Airlines in direzione New York dall’aeroporto di Milano Malpensa.

Durante il volo ci viene offerto il pranzo ed uno snack poco prima dell’arrivo. Il volo procede tranquillo tra la visione di un file (Angry Birds) e letture varie. Arrivo all’aeroporto JFK alle ore 13.25 (ora di NY) in perfetto orario.

Dopo aver espletato le formalità di controllo documenti molto accurate da parte delle autorità americane, prendiamo un taxi all’uscita dell’aeroporto (52 dollari + mancia per un totale di 60 dollari) e dopo un’ora di traffico molto caotico arriviamo al nostro hotel (Four Points by Sheraton) in pieno Financiale District. Durante il tragitto abbiamo modo di ammirare il bellissimo skyline di Manhattan, nonostante il cielo nuvoloso. Ci sistemiamo nelle nostra camera (non troppo grande ma comunque funzionale), e poi decidiamo di fare un giretto nella zona vicina al nostro hotel. Notiamo per la prima volta che il nostro hotel è vicino alla nuova Freedom Tower. Recuperiamo la MetroCard, tessera per la metro ricaricabile, e visto che cominciamo ad essere stanchi (siamo in piedi dalle 5 del mattino ora italiana) rientriamo in hotel per rilassarci. Proprio per la stanchezza decidiamo di andare a cenare presto. Nell’arrivare con il taxi avevamo notato un pub (Stout) a pochi passi dal nostro hotel e quindi si cena alle 18.30!Cena tipica americana con hamburgher e patatine (ci usciranno dagli occhi alla fine) con una ottima birra da bere. Incredibilmente alle 20 siamo a nanna stanchi morti, ma considerando che siamo svegli da 21 ore non facciamo fatica ad addormentarci!

Venerdì 30 settembre 2016

Per colpa del fuso orario, nonostante ci siamo addormentati alle 20, alle 5 del mattino siamo già svegli. Colpa probabilmente del fuso orario. Decidiamo allora di uscire ed andare a fare colazione, ed alle 6.30, quando fuori è ancora buio cerchiamo un posto aperto (non difficile a NY) per fare colazione. Troviamo un “Au Bon Pain”, che avevamo già conosciuto nella nostra prima esperienza a NY, nel 2004, e ci facciamo cappuccio e croissant. Subito dopo colazione partiamo con la metro in direzione Times Square. La città comincia a svegliarsi e la gente inizia a muoversi per andare al lavoro accompagnata dall’immancabile litro di caffè (o meglio di acqua sporca). Arriviamo in Times Square sotto un cielo grigio ed una pioggerelina fastidiosa. Dalla luce che si vede sembra di essere ancora alle prime luci dell’alba!Non è un buon inizio! Dopo Times Square facciamo un salto dalle parti del Rockfeller Center ed incrociamo un gruppo di persone urlanti di fronte agli studi della NBC. Chiediamo ad un vigilante cosa sta succedendo e ci racconta che si tratta del Morning Show, e le persone urlanti sono li per apparire davanti alle telecamere!Americanate!

Dal Rockfeller Center ci spostiamo verso Saint Patrick Church, il palazzo dell’ONU e Grand Central Station. Intanto ha cominciato a tirare anche un po’ di vento ed i nostri piccoli ombrellini non sembrano reggere ed infatti uno dei due si rompe e ci vediamo costretti a comprare due ombrellini in Times Square da un ambulante cinese. Troviamo poi gli store di NBA e Yankees e ne approfittiamo per fare compere (cappellini soprattutto). Intanto abbiamo già percorso un bel po’ di chilometri e si è quasi fatta l’ora di pranzo. Ci dirigiamo verso la Madison Avenue dove mangiamo in un fast food. Subito dopo pranzo ci dirigiamo verso l’Hudson, dove visitiamo la portaerei Intrepid ed il sommergibile ancorato a fianco. Purtroppo la pioggia ha cominciato a farsi più intensa e non riusciamo a salire sul ponte della portaerei per vedere l’esposizione degli aerei. Molto forte il documentario tramesso ogni mezz’ora sul ponte dove tenevano gli aerei riguardante i due kamikaze che si sono schiantati sulla portaerei provocando una settantina di morti tra i marinai. Interessante anche la visita al sommergibile (è compresa nel prezzo della visita alla portaerei). Un tantino claustrofobica ma particolare.

Verso le 5 del pomeriggio, finita la visita alla Intrepid ci incamminiamo (la fermata della metro non è proprio vicina) sotto una pioggia battente e finalmente, prendiamo la metro dalle parti del Port Autority. Rientrando in albergo ci fermiamo ancora allo Stout per berci una birretta e dopo la meritata doccia andiamo a cena al ristorante Ketch, giusto a fianco del nostro albergo. Oggi abbiamo fatto tantissimi chilometri a piedi, e non abbiamo più le forze di farne altri per andare a cenare. Ci riproveremo magari domani sera.

Sabato 01 ottobre 2016

Rispetto a ieri mattina riusciamo a lasciare l’albergo verso le 7 del mattino! Facciamo colazione in un “Pret a Manger” lungo la Broadway, colazione con cappuccino (un vero cappuccino!) e croissant. Subito dopo colazione facciamo un giro a Lower Manhattan, dove ci sono ancora alcuni vecchi edifici che sono sopravvissuti alla mania di costruire grattacieli e fanno parte della New York dei primi anni dell’ottocento, periodo in cui è nata la città. Alle 9.30 ci rechiamo a visitare il memoriale dell’11 settembre (prenotato dall’Italia onde evitare code). Prima giretto sul luogo dove sorgevano le Torri Gemelle, al cui posto sono state messe due enormi vasche dove l’acqua cade incessantemente sul fondo delle vasche e sul loro bordo sono scritti i nomi delle quasi 3.000 persone che persero la vita in quel terribile giorno. Poi entriamo nel museo vero e proprio. Attenzione, ci sono due musei, uno vicino all’altro. Quello che abbiamo visitato noi è quello inaugurato da pochi anno da Obama, mentre l’altro è quello gestito dai familiari delle vittime di quella strage. All’interno il museo è veramente impressionante e fa riflettere parecchio su quanto è accaduto quel giorno, Ci sono resti di camion dei pompieri, ambulanze, un oblò di uno degli aerei, e soprattutto un sacco di immagini e documenti audio di quel giorno. Da pelle d’oca! Consiglio la visita con ingresso prima delle 10 del mattino, per evitare le code che si formano dopo le 10.

Dopo la visita al museo, un paio d’ore ci vogliono tutte, prendiamo la metro e ci rechiamo a Battery Park, da dove prendiamo lo Staten Island Ferries, storico traghetto giallo (gratuito) che collega Manhattan a Staten Island. La particolarità di questo traghetto, oltre ad essere gratis, è che ti permette di avere una vista di Manhattan e della Statua della Libertà dall’Hudson. Peccato che oggi il tempo non aiuti, visto che è molto nuvoloso. Comunque ci sono un sacco di persone che utilizzano questo traghetto, e sorpresa, la stragrande maggioranza una volta arrivata a Staten Island risale sul tragetto che torna verso Manhattan! Scesi dal traghetto ci dirigiamo con la metro verso la parte Nord di Manhattan, ed esattamente scegliamo di pranzare nella zona di Tribeca. Troviamo un locale carino (AOA Bar & Grill) per pranzo.

Nel pomeriggio, visto che il tempo sembra reggere (nel senso che non piove), ci rechiamo a Central Park. Questo, specialmente in autunno, è un posto molto bello dove rilassarsi e godere dei colori degli alberi. Facciamo due passi tra la fontana Bethesda ed il laghetto più piccolo. Visitare tutto Central Park è abbastanza complicato e lungo, ma quello che vediamo è più che sufficiente. Verso il tardo pomeriggio decidiamo di rientrare verso il nostro albergo, e ci fermiamo al solito pub per la solita birretta. Per cena andiamo in un locale messicano a Lower Manhattan che avevamo notato durante il nostro giro mattutino (Mad Dog and Beans). Cena per niente male, ma locale molto affollato e rumoroso. Questa volta ci siamo spinti a ben 10 minuti a piedi dal nostro hotel, ma la stanchezza dopo l’ennesima giornata a scarpinare non ci spinge ad andare oltre e dopo cena torniamo in albergo per il meritato riposo. Oggi New York ci ha riservato le emozioni del Memoriale, la tranquillità e i colori (nonostante la giornata grigia) di Central Park e la bellezza di Lower Manhattan con i suoi edifici storici.

Domenica 02 ottobre 2016

Anche questa mattina usciamo dall’albergo alle 7 e facciamo colazione allo stesso posto di ieri mattina.

Subito dopo colazione facciamo un giretto sul Brooklin Bridge (giusto fino a metà) per scattare qualche foto di Lower Manhattan. Purtroppo anche oggi il sole non sembra avere nessuna voglia di farsi vedere. Dopo la camminata sul ponte ci dirigiamo a piedi verso Canal Street e verso Chinatown. Entriamo in Little Italy. Impossibile non riconoscerla, visto che anche gli estintori sono colorati di bianco rosso e verde. Purtroppo Chinatown la sta sempre più assorbendo e di attività gestite da italiani ne rimangono veramente poche. Subito dopo la zona di Little Italy iniziano i quartieri di Nolita e Soho, che con i suoi “Iron Building” è veramente molto bello. In zona c’è anche il museo dei pompieri di NY e non perdiamo l’occasione per visitarlo. Molto commovente il piccolo memoriale per i pompieri caduti nelle Torri Gemelle. Dopo la visita al museo andiamo a visitare la zona di Washington Square con il Village, dove pranziamo in una pizzeria da asporto. Dopo pranzo andiamo verso la High Lane, un intelligente recupero di una ferrovia sopraelevata dove un tempo passavano i treni che portavano la carne ai macelli della zona. Anche gli edifici che ospitavano i locali dove si lavorava la carne sono stati trasformati in eleganti loft. Essendo domenica pomeriggio gli abitanti di NY ne approfittano per farsi una passeggiata sulla High Lane e quindi c’è parecchia gente. Scendiamo dalla High Lane nel quartiere di Chelsea, dove vi sono i primi grattacieli costruiti in città. Da lì facciamo un salto a fare qualche foto al Madison Square Garden. Rientriamo verso Times Square per gli ultimi acquisti di regali e come ultima tappa facciamo qualche foto al Flatiron Building. Rientro in albergo con la solita birretta allo Stout e cena nel locale italiano vicino al nostro albergo. Paola prova la pasta al ragù, con annesse polpette direttamente nel piatto. Domani ultima mezza giornata nella città che non dorme mai!

Lunedì 03 ottobre 2016

Dopo la colazione stavolta nello stesso posto della prima mattina “Au bon pain” prendiamo la metro ed andiamo in Little Italy a fare l’esperienza della lavanderia a gettone. Visto che abbiamo ancora 12 giorni da passare on the road in Canada decidiamo di lavare i vestiti usati in questi giorni a NY. La lavanderia che abbiamo scelto (individuata durante la nostra visita a Little Italy) è gestita da un cinese, che in modi piuttosto bruschi ed in un inglese piuttosto stentato ci spiega come funziona. Alla fine in un’oretta riusciamo a lavare e anche ad asciugare i nostri vestiti. Una esperienza piuttosto divertente direi. Terminato il bucato rientriamo in albergo per sistemare i bagagli, e visto che abbiamo ancora un po’ di tempo prima di andare in aeroporto facciamo un ultimo giro per un saluto a Ground Zero. Alle 11.30 chiediamo alla reception un taxi per il passaggio in aeroporto, ed invece dei soliti taxi gialli arriva un auto anonima, il cui autista allunga la “mancia” alla ragazza della reception che ha provveduto alla chiamata. Tutto il mondo è paese! Questo taxi ha anche lui la licenza come quelli gialli ma probabilmente è un privato o qualcosa di simile. Ci costa quindi 65 dollari contro i classici 52 dei taxi gialli. Pazienza. Salutiamo NY dando un’ultima occhiata a Manhattan dall’autostrada. Il colmo è che c’è pure il sole! Durante il nostro soggiorno non si era mai fatto vedere! Il taxi arriva puntale all’aeroporto e dopo aver effettuato il controllo bagagli pranziamo all’interno dell’aeroporto. Un ottimo pranzo, finalmente niente hamburger, ma panini ed un piatto di formaggi.

Alle 15.50 lasciamo il suolo americano in direzione del suolo canadese. Alle 17 arriviamo all’aeroporto di Montreal, dove, così come era successo al nostro arrivo a NY perdiamo un’altra oretta nello sbrigare le formalità di frontiera. Gli agent canadesi ci fanno un sacco di domande sul nostro viaggio e su dove siamo diretti! Ritiriamo la Toyota Corolla dall’addetto della Hertz, tale Tony, che poi scopriamo quando ci saluta, essere un canadese di origine italiana, visto che ci saluta praticamente in napoletano! Prendiamo l’autostrada 15 in direzione Nord e dopo un paio d’ore di viaggio durante il quale iniziamo a notare i colori degli alberi a bordo autostrada. Sono veramente come li abbiamo visti in alcune foto su Internet, anche se visti dal vivo sono ancora più belli! Un mix di verde, giallo, arancione, rosso e marrone in svariate tonalità veramente unico! Tutto merito degli aceri. Arriviamo a Mont Tremblant che è già buio, dopo che il navigatore ci ha mandato da un’altra parte, facendoci perdere almeno 20 minuti. A parte questo inconveniente troviamo il nostro alloggio presso Elysium Suites sur Lac, dove alloggiamo in un appartamento in un residence con vista lago veramente bello. L’appartamento ha pure un caminetto a gas che troviamo acceso e che diffonde un tepore fantastico, visto che fuori la temperatura è abbastanza freddina. Depositiamo i bagagli e usciamo alla ricerca di un posto dove mangiare. Per fortuna, visto che siamo abbastanza stanchi, fatti 400 metri troviamo un ristorante sulla strada dove una simpatica signora ci accoglie in un ambiente rustico (infatti il ristorante si chiama Le Rustique) e con un magnifico camino a legna acceso! La cena è veramente ottima ed anche il bicchiere di vino che beviamo molto molto buono! Subito dopo cena rientriamo al residence per la nanna! Domani mattina andremo alla scoperta del parco di Mont Tremblant.

Martedì 04 ottobre 2016

La mattina seguente ci svegliamo finalmente ad un orario “giusto” (7.30), dopo una fantastica dormita nel caldissimo appartamento del residence e ci godiamo subito la vista dalla finestra dell’appartamento. Ieri sera con il buio non eravamo riusciti a vedere nulla. Dopo le foto di rito partiamo per cercare un posto dove fare colazione. Ci spostiamo verso la parte sud di Mont Tremblant, dove è stato creato una sorta di villaggio invernale stile Cortina. Ci sono un sacco di locali e alberghi, oltre che gli impianti di risalita che portano gli sciatori, al momento assenti, sostituiti da gruppi di cinesi e giapponesi, sulle piste da sci. Facciamo colazione in un bar con cappuccio e briosche, dopo che un altro posto dove facevano colazioni all’inglese con uova e pancetta ci ha dato buca visto che non c’era posto. Finita la colazione scopriamo che il parcheggio a pagamento del villaggio costa veramente un patrimonio! L’equivalente di tre euro all’ora! Partiamo a questo punto alla scoperta del parco di Mont Tremblant. Prima di arrivare all’ingresso del parco ci godiamo i colori degli aceri lungo la strada e un daino che ci attraversa la strada per dileguarsi nel bosco! Come inizio non è niente male. Entriamo dal Secteur du Diable e paghiamo 8,50 dollari canadesi a testa per tutta la giornata. Ci rechiamo subito verso il centro di accoglienza, dove raccogliamo info e la cartina del parco con l’elenco dei sentieri. Scegliamo, anche per questione di tempo un paio di sentieri definiti “facili”, in modo da riuscire a percorrerli senza fare troppa fatica. Il sentiero della Chutes-Croches ci porta ad una bellissima cascata con una camminata di circa 20 minuti. Per l’ora di pranzo rientriamo al centro di accoglienza, dove all’interno avevamo notato un piccolo negozietto che vende generi alimentari, e con pochi dollari acquistiamo tramezzini, patatine e dolcetti per un pranzo veloce. Mentre pranziamo consultiamo la cartina dei sentieri per capire quali sentieri (sempre facili) possiamo percorrere nel pomeriggio. Scegliamo il sentiero del Lac-des-Femmes, e ci incamminiamo alla scoperta di questo nuovo percorso. Quasi tutti i sentieri sono percorsi in circolo, e quindi parti ed arrivi nello stesso punto. La cosa comodo è anche che alla partenza di tutti i sentieri si può tranquillamente parcheggiare l’auto vicino all’inizio del sentiero stesso. Un sentiero molto particolare è quello del Lac-aux-Atocas, molto breve e facile, ma con degli scorci paesaggistici notevoli. Visto che la giornata è molto bella ed abbiamo ancora voglia di camminare, decidiamo di cimentarci su un sentiero definito “intermedio” (una via di mezzo tra “facile” e “difficile”). Scegliamo il sentiero della Roche. In effetti questo sentiero comporta qualche salita più impegnativa, ed è anche lunghetto. Infatti una volta arrivati in cima alla salita siamo costretti a tornare indietro, visto che si sono fatte le 5 e il sole inizia a scendere. Meglio rientrare. Sulla strada verso l’uscita del parco incontriamo a bordo strada un lupo, che camminava tranquillamente. Ci fermiamo per le foto di rito, e lui, per nulla intimorito ci osserva incuriosito. Di rientro al nostro residence facciamo una veloce sosta nel negozietto del residence per comprare una birretta per l’aperitivo! Vuoi mettere l’aperitivo con vista sul lago dal nostro appartamento! Dopo una doccia rigenerante decidiamo di andare a cena alla microbrasserie che si trova all’interno del villaggio sul lato sud di Mont Tremblant. Sono una ventina di minuti di macchina ma nella zona, a parte il ristorante di ieri sera, non abbiamo visto molto. La cena è molto buona (ed anche la birra), e per pigrizia abbiamo parcheggiato nello stesso parcheggio a pagamento della mattina, pagando ancora uno sproposito. Dopo cena il villaggio non offre molto, e con una veloce passeggiata rientriamo alla macchina e riprendiamo la strada per il residence (ormai l’abbiamo imparata e non ci perdiamo più). Oggi la giornata è stata molto intensa, anche se vissuta con molta tranquillità. I paesaggi che abbiamo visto sono stati bellissimi e i nostri occhi credo che li ricorderanno a lungo. Domani si parte per Quebec City!

Mercoledì 05 ottobre 2016

Partenza da Mont Tremblant lasciando a malincuore il nostro bellissimo appartamento. Per colazione volevamo tornare al villaggio sul lato sud, e riprovare a vedere se riuscivamo a fare la colazione con uova e pancetta dove ieri ci avevano rimbalzato perché non c’era posto, ma poi decidiamo di scendere verso l’autostrada 15 e di fermarci strada facendo. Avremo altre occasioni di fare colazioni di quel tipo. Dopo aver girovagato per la città di Mont Tremblant, o almeno per quella che noi pensavamo essere la città di Mont Tremblant ed avere fotografato due daini che, per nulla intimoriti dalla nostra presenza, stavano tranquillamente brucando erba all’ingresso di un golf club, troviamo un’area di sosta con un distributore di benzina, e ne approfittiamo per fare il pieno e già che ci siamo facciamo anche colazione. Visto che il locale delle colazioni è un Subway io ne approfitto per una colazione con uova e prosciutto. Paola invece colazione classica, ma la brioche non è di quelle dolci ma di quelle salate. Ripercorriamo la stessa autostrada dell’andata e ci dirigiamo verso Charlemagne, città natale di Celine Dion, di cui Paola è una ammiratrice. Il paese in sè non dice molto, ma la presenza della cantante è ovunque! Da un boulevard a lei dedicato ad un tipo di pizza preparata in suo onore in una pizzeria locale. Da Charlemagne incrociamo la route 138, detta le “chemin du roy” e incontriamo per la prima volta il fiume San Lorenzo. Questa strada, a differenza dell’autostrada 40 che scorre più all’interno, costeggia tutto il San Lorenzo, è più lenta da percorrere, ma paesaggisticamente è più bella. E poi ci sono parecchie cose interessanti da vedere. Il primo paese sul percorso è Repentigny, dove cerchiamo l’ufficio del turismo per avere una cartina della route 138 con le cose da vedere. Purtroppo nell’ufficio del turismo non troviamo nulla di utile. Prima di partire comunque ci eravamo segnati alcune cose da vedere (visitate il sito www.lecheminduroy.com per info) e quindi procediamo incontrando un paio di mulini lungo la strada. La strada prosegue costeggiando il San Lorenza ed ogni tanto ci fermiamo a fotografare gli scorci che ci sembrano degni di nota. Ci fermiamo a Bertherville per pranzo, in un centro commerciale e mangiamo un paio di sandwich. Il paese dove ci troviamo è il paese natale di Gilles Villeneuve e visto che esiste un museo a lui dedicato decidiamo di visitarlo dopo pranzo. Il gestore del museo è un signore molto simpatico e ci fermiamo volentieri con lui a chiacchierare scoprendo che è stato un grande amico del pilota ed è tuttora un amico del figlio Jacques. Ci racconta di essere venuto in Italia con la moglie per visitare Maranello e parliamo della Formula 1 così come è attualmente, rimpiangendo la formula 1 dei tempi di Gilles! Salutiamo il gestore e ripartiamo (se venite da queste parti e siete tifosi della Ferrari non potete non visitare il museo dedicato a Gilles Villeneuve). Sulla strada verso Quebec City prima di Trois-Riviere visitiamo un vecchio mulino, dove una giovane mugnaia ci spiega come gestire la visita al mulino. Insieme a lei ci sono tre bambine intente ad impastare qualcosa. Questo mulino è una fattoria educativa sull’arte del fare il pane e quant’altro con la farina. La visita è molto interessante e la si può fare tranquillamente da soli. Lasciamo il mulino ed arriviamo a Trois-Riviere, dove decidiamo di fare due passi lungo le vie del centro e del lungo fiume. Francamente la città non ha molto da offrire e quindi si decide di proseguire. Visto che siamo già nel tardo pomeriggio decidiamo di lasciare la 138 e di prendere l’autostrada 40, per arrivare più velocemente a Quebec City.

Arriviamo a Quebec City intorno alle 17.30 e troviamo, non con molta fatica, il nostro hotel, l’hotel Sainte-Anne. Il problema di trovare l’hotel è stato che essendo in pieno centro storico e nella parte alta della città (scelto apposta per questi due motivi) alcune strade erano inaccessibili. Per fortuna troviamo un parcheggio a parcometro vicino all’hotel e riusciamo a scaricare i bagagli ed a fare il check in. Chiediamo alla ragazza della reception dove possiamo parcheggiare la macchina, visto che domani non ci servirà e lei, molto gentile, ci consegna una mappa della città e ci indica il parcheggio coperto più vicino, quello sotto il municipio. Visto che il parcometro scade alle 20 decidiamo di salire in camera, farci una doccia e poi scendere a portare la macchina prima di cena. L’albergo è molto comodo e la camera molto bella. Annesso all’hotel c’è anche il ristorante, e decidiamo di cenarvi. Quindi usciamo dopo doccia e relax ed andiamo a posteggiare l’auto nel parcheggio consigliato. Rientriamo a cena nel ristorante del nostro hotel e Paola prova per la prima volta la famosa putine, un piatto tipico del Quebec a base di patatine fritte, carne, formaggio e una strana salsina. La cena è ottima e anche la birra (in Canada le birre sono veramente ottime). Dopo cena, visto che oggi siamo stati parecchio tempo seduti in macchina e non siamo particolarmente stanchi, facciamo due passi in centro, e notiamo subito che Quebec City è una città molto vivace e piena di locali. Le vie del centro sono piene di gente che gironzola e questo ci fa molto piacere. Rientriamo dopo il nostro giretto in albergo e siamo molto curiosi domani di scoprire la città di Quebec City. L’inizio è stato incoraggiante!

Giovedì 06 ottobre 2016

La colazione stavolta è compresa nel prezzo della camera e quindi nella stessa sala dove la sera prima abbiamo cenato facciamo colazione. Visto che c’è la possibilità di scegliere tra diversi tipi di colazione (classica, continentale, inglese, etc) Danilo sceglie (finalmente) la colazione con uova, formaggio e pancetta! Visto che oggi dovremo camminare parecchio meglio mettere energie nel corpo. Paola invece opta per la classica colazione continentale (briosche e biscotti). Il caffè invece viene servito in abbondanza. Dal nostro hotel andiamo subito a vedere dove si trova l’ufficio del turismo, che è in fondo alla via dove si trova il nostro hotel. L’ufficio non è ancora aperto, e ci sono parecchie persone in fila che attendono la sua apertura. Visto che sulla guida della routard comunque la città di Quebec City è ben spiegata con itinerari e lista delle cose da vedere e che abbiamo ancora a disposizione la cartina che ci hanno dato ieri sera per andare a portare l’auto al garage decidiamo che è inutile aspettare l’apertura dell’ufficio del turismo. Iniziamo quindi la visita dal Chateau Frontenac, che oggi è un lussuoso albergo. La città di Quebec City è divisa in due. La parte alta, dove alloggiamo e dove ci sono le vie più vecchie e la parte bassa, più moderna ma con alcune zone interessanti. Dal piazzale di fronte al castello si gode una splendida vista sul fiume San Lorenzo, dove è ormeggiata una nave da crociera, e la sponda opposta del fiume, dove si trova la città di Levis. Dal castello ci rechiamo verso la zona delle mura, dove è possibile camminare sulle mura stesse. Dalla porta Saint Jean sempre risalendo sulle mura si arriva alla Cittadella, la parte più alta della città, dove visitiamo il museo dedicato al 22esimo reggimento canadese, che ha partecipato alle due guerre mondiali e ad altre guerre recenti. La Cittadella è infatti la sede attuale del reggimento. Dopo la visita al museo seguiamo una visita guidata in inglese (siamo gli unici due italiani del gruppo) dove ci viene mostrato come funziona adesso la vita nella Cittadella. In attesa dell’inizio della visita abbiamo preso accordi via mail con il proprietario del B&B di Tadoussac dove andremo domani, per effettuare l’uscita per vedere le balene domani invece del sabato, visto che abbiamo visto le previsioni e sabato danno tempo pessimo. Terminata la visita torniamo alla porta Saint Jean andiamo a visitare il parco del BattleFields Park dove c’è stato un epico scontro nel 1759 tra inglesi e francesi. Rientriamo sempre dalla stessa porta e scendiamo lungo Rue Ste-Anne, dove decidiamo di pranzare in uno dei tanti locali della via. Stavolta è Danilo a provare la putine, mentre Paola mangia un tranquillo panino. Dopo la sosta per il pranzo decidiamo di fare un giretto nella parte bassa della città, e precisamente ci dirigiamo verso la zona del mercato del vecchio porto, scendendo da una rampa di scale verso la parte nuova, fotografando i meravigliosi e colorati aceri presenti lungo la strada. Arrivati sulla parte bassa della città una signora, dopo aver notato che stavamo leggendo la cartina per capire dove eravamo, ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto e ci indica la strada per il mercato. Ci accompagna poi chiacchierando amabilmente con noi. Arrivati al mercato e salutata la gentile signora ci inoltriamo nel mercato coperto, dove è possibile effettuare anche assaggi di prodotti agricoli locali (Foix Gras ad esempio). Usciti dalla visita al mercato ci dirigiamo verso il porto, dove passiamo a fianco alla nave da crociera e andiamo a prendere il traghetto che attraversa il San Lorenzo e ci porta a Levis. Lo facciamo per godere della vista della città dalla parte opposta del fiume. Arrivati a Levis decidiamo di fare un giro per la cittadina che si trova giusto di fronte a Quebec City, ma francamente l’unica cosa positiva, se così si può dire, è che abbiamo fatto una camminata salutare (con tanto di scaletta per salire dall’arrivo del traghetto al centro della cittadina). Ridiscesi al traghetto e tornati a Quebec City ci occupiamo di acquistare regali nei moltissimi negozi di Quebec City. Per risalire dalla parte nuova alla parte vecchia della città prendiamo la funicolare che per due dollari e un minuto non ci costringe ad usare le scale. Nella zona bassa nei pressi della funicolare c’è un notevole movimento di persone e la zona di Place Royal è una delle più frequentate da turisti e gente del posto. Girando per le vie della città alta entriamo ed usciamo dai vari negozi cercando regali e ricordi. Danilo compra un sacco di magliette, una in particolare con la scritta “Je me souviens”, il motto del Quebec. Terminate le compere rientriamo nel nostro albergo per doccia e relax. Giornata intensa ma molto bella, trascorsa in una città bellissima e ricca di scorci incantevoli. Per cena scegliamo un ristorante che avevamo individuato durante la giornata perché volevamo provare il coniglio. Peccato che poi abbiamo preso altro. Dopo cena facciamo due passi per la città, fotografando alcuni dei monumenti visti oggi tutti illuminati. Domani mattina ci aspetta un viaggio di 3 ore e mezza per arrivare a Tadoussac, e dobbiamo arrivare per mezzogiorno.

Venerdì 07 ottobre 2016

Partiamo di buon mattino, visto che abbiamo un appuntamento a Tadoussac per mezzogiorno e la strada prevede circa 3 ore e mezza di viaggio. La strada è la statale 138 che ormai ci accompagna da alcuni giorni, ed il limite di velocità è di 90 km orari. Lungo la strada ci fermiamo per fare qualche foto al panorama. La stessa strada (almeno una parte) la percorreremo al rientro verso Montreal e quindi, complice l’appuntamento per vedere le balene, non facciamo molte soste. Per attraversare il fiordo di Saguneay invece di un ponte viene utilizzato un traghetto che fa la spola tra una sponda e l’altra del fiordo (circa 10 minuti) 24 ore su 24 ed è gratuito e ne approfittiamo per goderci il panorama veramente bello.

Arriviamo al B&B La Maison Harvey puntuali alle 11.30 ed il signor Harvey ci accoglie con un sacco di informazioni su Tadoussac e su come trascorrere al meglio la nostra due giorni presso la cittadina.

Ci consegna i biglietti per l’uscita delle balene e ci consiglia di coprirci per bene, in quanto sullo Zodiac farà parecchio freddo. Parcheggiamo l’auto nel parcheggio consigliato dal signor Harvey ed andiamo al punto di incontro della società AML con la quale abbiamo l’uscita per le balene. Ci consegnano un paio di pantaloni e una giacca pesanti impermeabili. Così vestiti sembriamo tanti omini della Michelin! Alle 13.30 si parte con due Zodiac, che portano circa una ventina di persone. La prima parte è di avvicinamento verso il centro del fiume, che poi oltre ad essere immenso scopriamo pure avere l’acqua salata, visto che ogni tanto lo Zodiac salta sulle onde e butta all’interno parecchi spruzzi d’acqua che ci bagnano il viso, facendoci capire che l’acqua non è dolce! L’uscita dura tre ore circa ed in queste tre ore spostandoci da un punto all’altro del fiume riusciamo ad individuare parecchie balene (tra cui una molto grossa), che escono per respirare e sbuffare. Il ragazzo che ci accompagna nell’uscita ci aiuta nella loro individuazione. Insieme ai due Zodiac c’è anche una barca più grossa che ha pure la fortuna di trovarsi davanti due grosse balene, facendo la fortuna delle persone a bordo! Rientrando a tutta velocità verso Tadoussac il nostro pilota passa vicino ad una portacontainer e poi ci porta nel fiordo di Saguneay, dove vediamo i beluga, la balena bianca. Li noti subito perché essendo bianchi quando escono per respirare sull’acqua blu li vedi benissimo. Purtroppo, visto che sono una specie protetta, non ci si può avvicinare a più di 400 metri. Torniamo in porto dopo questa bellissima esperienza (a proposito, le tute che ci hanno dato ci hanno protetto benissimo dal freddo, ma è comunque meglio presentarsi ben coperti comunque) e visto che non avevamo pranzato onde evitare di stare male durante l’escursione rientrando verso la macchina ci fermiamo in un pub, Le Giraud, dove mangiamo un panino. Usciamo dal pub e facciamo un giro nella cittadina per capire dove possiamo andare a mangiare per cena. Il gestore del B&B ci ha consigliato un posto che si chiama La Boleè. Mentre cerchiamo di capire cosa si mangia e vediamo se ci sono altri ristoranti nella zona veniamo avvicinati da un signore americano, anche lui insieme a sua moglie e ad un’altra coppia, in cerca di un ristorante dove mangiare. Appena scopre che siamo italiani iniziamo un discorso sulle bellezze dell’Italia in relazione ad un suo viaggio nel belpaese. Alla fine gli consigliamo di andare alla Boleè, visto che ce lo hanno consigliato anche a noi. Salutiamo le simpatiche coppie di americani e torniamo verso il B&B per rilassarci e farci una meritata doccia. Alla fine decidiamo di andare anche noi alla Boleè, e direi che mai scelta si è rivelata migliore. Paola purtroppo non è molto affamata, avendo mangiato un panino alle cinque del pomeriggio.

Al termine della cena rientriamo per la nanna.

Sabato 08 ottobre 2016

Oggi giornata dedicata alla visita di Tadussac e del Fiordo di Saguneay. Per colazione andiamo in una boulangerie a fianco al ristorante dove abbiamo cenato ieri sera, anche questa consigliata dal signor Harvey. In questo locale si può prendere il caffè o il cappuccino con le briosche e sedersi tranquillamente e gustarsi il tutto. Intanto che aspettiamo l’apertura dell’ufficio turistico, dove vogliamo recuperare alcune info e la cartina del parco del Fiordo di Saguneay, prendiamo il sentiero della Point Rouge che costeggia la spiaggia di Tadoussac, ed arriviamo in cima alla baia, da dove ci godiamo lo spettacolo di Tadoussac, dell’entrata del Fiordo e dei beluga che ogni tanto fanno capolino all’imboccatura del Fiordo.

La camminata tra andata e ritorno dura un’oretta e mezza, e alla fine della piacevole escursione andiamo all’ufficio del turismo che nel frattempo ha aperto. Ci facciamo consigliare alcuni sentieri facili all’interno del Fiordo di Saguneay e partiamo in macchina alla scoperta di questa bellezza della natura.

Il primo posto che ci hanno consigliato di visitare e facilmente raggiungibile in auto è Ainse de Roche, da dove è possibile avere un’idea della bellezza del Fiordo. Sembra un Fiordo norvegese! Dopo la sosta per le foto di rito ci rechiamo al centro di scoperta del parco. Lasciamo la macchina e chiediamo info sul sentiero che porta al belvedere da dove si vedono passare i beluga. Il sentiero che parte dal centro di accoglienza tra andata e ritorno dura un paio d’ore tra andata e ritorno e non è per nulla difficile. Intanto purtroppo ha iniziato a piovere (era previsto dal meteo), ma noi siamo ben equipaggiati e percorriamo il sentiero senza problemi. Lungo il sentiero incontriamo uno strano animaletto simile ad un galletto, che alcune persone tentano di togliere dal sentiero battendo le mani, visto che, a detta loro, è molto aggressivo. Alla fine il galletto ci lascia passare. Arriviamo al belvedere dei beluga, da dove la vista è stupenda. Purtroppo nessun beluga si presenta al nostro cospetto. Nel frattempo ha smesso di piovere e la strada del rientro verso il centro di accoglienza diventa ancora più piacevole.

Rientriamo alla macchina che è quasi l’una, e decidiamo di prendere la macchina e di trovare un posto dove mangiare lungo la strada. Troviamo un ristorantino, tipo autogrill, sulla strada e tutto sommato il pranzo non è malvagio. Nel pomeriggio rientriamo a Tadoussac, dove, visto che ha ripreso a piovere, visitiamo una vecchia casa ricostruita dei primi ottocento ed il centro di scoperta dei cetacei. La visita è molto interessante e ci consente di scoprire la vita dei cetacei che vivono lungo il San Lorenzo. Finita la visita percorriamo in auto la Route des Pionnieres, dove ci sarebbe un sentiero che corre lungo la falesia e da cui si possono vedere le balene. Peccato che nel frattempo è scesa la nebbia e la pioggia si fa insistente. Quindi una volta arrivati da dove dovrebbe partire il sentiero, decidiamo di tornare in paese e precisamente nel pub del panino di ieri pomeriggio per berci una birretta. Rientriamo poi al B&B e decidiamo di andare a cena al Cafè Boheme, scelto perché dicono che sia uno dei posti preferiti dalla gente del posto. Cena molto buona, con carne veramente di ottima qualità. Domani lasceremo Tadoussac per attraversare il San Lorenzo in direzione della penisola della Gaspesie. Oggi nonostante la giornata dal punto di vista meteorologico non sia stata il massimo direi che ci siamo comunque tolti qualche soddisfazione, con paesaggi comunque belli e affascinanti.

Domenica 09 ottobre 2016

Partiamo di buon mattino da Tadoussac, dopo aver fatto colazione al solito posto vicino alla Boleè partiamo alla volta di GodBout, da dove a mezzogiorno prenderemo il traghetto che in un paio d’ore ci porterà sull’altra sponda del San Lorenzo. La strada è lunga e non potendo viaggiare a più di 90 km orari ci vogliono quasi tre ore per arrivare alla nostra meta. Sulla strada ci fermiamo a bere un caffè in una specie di autogrill dove intorno alle 10.30 del mattino ci sono persone che fanno colazione con uova e beacon!La nave arriva puntuale e a mezzogiorno salpa alla volta di Matane. Dopo la partenza pranziamo al self service e mentre pranziamo notiamo dalla finestra della nave due delfini che solcano le acque del San Lorenzo. Dopo pranzo, visto che la traversata dura due ore, ci accomodiamo nel salottino a prua per scrutare il fiume alla ricerca di cetacei. Purtroppo non ne vediamo ed alle 2 del pomeriggio arriviamo a Matane. Scesi dal traghetto ci fermiamo a fare il pieno alla macchina e poi ripartiamo alla volta di Sainte-Anne des Monts, la nostra prossima tappa. Arriviamo intorno alle 4 e ci rechiamo al centro Exploramer, un centro didattico sui cetacei, dove è possibile anche toccare con mano stelle marine, granchi e altri animaletti che si trovano nel San Lorenzo. Oggi è l’ultimo giorno di apertura del centro e noi siamo stati fortunati a trovarlo ancora aperto. Alla fine della visita andiamo a fare due foto al faro di Cap Chat. Nel frattempo si è levato un vento fastidioso, che fa presagire un peggioramento nel tempo. Arriviamo all’albergo Auberge Chateau LaMontaigne, dove passeremo la notte. Albergo molto carino e con una splendida vista sul San Lorenzo. Visto che il tempo non è dei migliori decidiamo di cenare nel ristorante dell’hotel, non prima di esserci farti una bella doccia ed una birretta come aperitivo. La cena è veramente ottima e visto che oggi abbiamo passato parecchio tempo in auto e siamo stanchi andiamo a letto a dormire. Domani partiremo per il parco della Gaspesie.

Lunedì 10 ottobre 2016

Lasciamo Sainte-Anne des Monts per prendere la statale 299 che si dirige all’interno del parco della Gaspesie. Ci fermiamo al centro di accoglienza per avere info sui sentieri da percorrere. Visto che abbiamo deciso di fermarci solo per la mattina decidiamo di seguire un sentiero semplice. Ci viene consigliato il sentiero del Mont Ernest-Laforce dove si dovrebbero avvistare anche gli alci. Partiamo e per ora il tempo è discreto. Non piove ma il cielo è molto nuvoloso. Il primo pezzo è da fare in auto e prevede una parte di sterrato comunque percorribile tranquillamente senza problemi. Una volta giunti al parcheggio e lasciata la macchina iniziamo la salita verso la sommità della collina. Ad un certo punto ci viene incontro una signora che ci segnala la presenza di due alci accovacciate più avanti nel bosco. Avanziamo piano piano senza fare troppo rumore, ed in effetti notiamo sulla sinistra le due alci, una femmina ed il suo cucciolo, accovacciati nel fitto della boscaglia. Una bellissima emozione. Ripartiamo senza fare rumore per non disturbarli e dopo una mezzoretta arriviamo alla sommità. Purtroppo lo scenario è molto suggestivo, ma nel frattempo è scesa una nebbia fastidiosa che ci impedisce di vedere cosa c’è intorno a noi. Rientriamo sullo stesso sentiero

E i due alci sono ancora al loro posto. Riprendiamo la macchina ed usciamo dal parco. La temperatura è piuttosto freddina ma noi siamo come sempre ben coperti. L’incontro con gli alci è stato molto bello nonostante il tempo non ci abbia poi consentito di vederne altri. La zona attraversata dalla statale 299 è veramente molto suggestiva e selvaggia. Dopo aver attraversato tutta la penisola da nord a sud arriviamo a New Richmond per pranzo, e pranziamo in un self service di un piccolo centro commerciale. Panino veloce e via. C’è ancora parecchia strada da fare. Dopo pranzo sulla strada per Percè ci fermiamo a visitare i fari di Pointe Bonaventure e Cap d’Espoir. Intanto è uscito un bel sole ma anche anche un vento piuttosto fastidioso. Arriviamo a Percè giusto all’ora del tramonto e ci godiamo la Roche di Percè con una splendida luce. Ne approfittiamo per fare alcune foto e visto che l’ufficio del turismo è ancora aperto chiediamo info e cartine sulla zona. Prendiamo possesso della nostra camera presso l’hotel Le Mirage, praticamente una sorta di motel con una splendida vista sull’isola di Bonaventure e sulla Roche. La camera non è malvagia, anche se è un po’ freddina, ed il riscaldamento non funziona. Sembra un motel stile americano. Per cena scegliamo la Maison du Pecheur, che ci dicono essere uno dei migliori locali della zona. In effetti si mangia molto bene, in una antica rimessa per barche ristrutturata in riva al mare. Dopo cena il vento si è fatto ancora più freddo e insistente e decidiamo di andare a nanna. Siamo passati dal parco della Gaspesie all’oceano Atlantico. Domani il tempo dovrebbe migliorare. Speriamo sia così, visto che ci aspetta una escursione all’isola Bonaventure per vedere le sule.

Martedì 11 ottobre 2016

Questa mattina è prevista la visita all’Isola di Bonaventure. La camera del nostro motel non prevede la colazione e quindi scegliamo un locale carino in centro al paese dove fare colazione, la Boulangerie le Fournard. Subito dopo colazione ci rechiamo al molo dove ieri all’ufficio del turismo ci hanno comunicato esserci una barca che alle 9 parte per una escursione all’isola di Bonaventure. Incontriamo un addetto che ci indica dove acquistare i biglietti e ci accompagna alla partenza della barca. Il mare oggi rispetto a ieri sera è decisamente più tranquillo, ma salire sulla barca non è così agevole, visto che la risacca è comunque fastidiosa. Alle 9 la barca parte e dopo aver effettuato un giro intorno alla Roche per ammirarla da vicino si dirige verso l’isola, che è un parco naturale. Appena scesi ci spiegano che oggi è l’ultimo giorno di apertura del parco e che esiste un solo sentiero percorribile, che porta direttamente dall’altro lato dell’isola, dove si trova una scogliera naturale, ritrovo delle sule. Ci incamminiamo, non senza aver pagato 15 dollari per l’ingresso, e dopo circa 45 minuti su un sentiero facile arriviamo alla scogliera. Notiamo subito un gran numero di sule, che francamente credevo più piccole. Scattiamo un sacco di foto, visto che una staccionata ci consente di vederle molto da vicino. In compenso sono molto rumorose! Dopo la sosta per le foto riprendiamo lo stesso sentiero per rientrare al molo, dove a mezzogiorno la barca ci riporterà a Percè. Oggi la giornata è splendida e l’azzurro dell’oceano molto intenso. La barca ci aspetta puntuale al molo e insieme a noi ritornano a Percè anche le guardie del parco che hanno chiuso definitivamente la stagione. Sull’isola rimarranno solo alcuni operai che stanno procedendo con i lavori di sistemazione di alcune casette in legno. Per il resto è un arrivederci in primavera, quando il parco riaprirà. Rientrati a Percè andiamo a pranzare nella stessa boulangerie dove abbiamo fatto colazione questa mattina.

Nel pomeriggio partiamo alla volta del parco del Forillon. Per andare al parco del Forillon in pratica dobbiamo percorrere la stessa strada che faremo domani in direzione Gaspè. Risaliamo la penisola della Gaspesie verso Nord e dopo un’oretta e mezza di strada arriviamo nel parco, che si trova sulla punta estrema della penisola. Purtroppo il tempo a nostra disposizione prima del tramonto non è molto, ma riusciamo comunque a percorrere un pezzo del sentiero che porta al faro di Gaspè. Il sentiero, a detta di un cartello che troviamo all’inizio del sentiero è frequentato anche dagli orsi! Con cautela quindi iniziamo a percorrere il sentiero (per nulla difficile), che in effetti assomiglia più ad una ciclabile sterrata. Il paesaggio è veramente bello, con bellissimi scorci sull’oceano. Percorriamo un paio di chilometri sul sentiero e poi decidiamo di rientrare, visto che ci aspetta un’altra oretta e mezza di strada per tornare a Percè. Uscendo dal parco, che peraltro è chiuso e riaprirà ufficialmente in primavera ma tranquillamente fruibile, incrociamo un paio di istrici, che alla vista della nostra macchina si nascondono, neanche troppo velocemente, nel bosco a fianco della strada. Intorno alle 6 della sera rientriamo a Percè ed andiamo a visitare un negozietto di souvenir, dove acquistiamo qualche ricordo della zona. Subito dopo andiamo nell’unico pub del paese per una meritata pausa. Per cena torniamo nello stesso locale di ieri sera, visto che ci era piaciuto molto e proviamo l’esperienza di mangiare una pizza. Tutto sommato non è malvagia, anche se non riusciamo a finirla e Paola decide che la pizza avanzata domani sarà il suo pranzo. Contenta lei! Dopo cena il paese è veramente deserto, e vista la giornata molto intensa vissuta decidiamo di tornare al nostro motel a fare la nanna.

Domani lasceremo la penisola della Gaspesie per fare rientro verso Montreal. La nostra splendida vacanza sta purtroppo volgendo al termine!

Mercoledì 12 ottobre 2016

Di buon mattino andiamo in paese alla ricerca di un posto dove fare colazione. Incontriamo il solito marinaio che ci aveva dato indicazioni per l’escursione all’isola di Bonaventura il quale ci indica un locale vicino alla spiaggia e fidandoci di lui ci andiamo. Il posto si chiama La Morutière, dove è possibile fare colazioni di tutti i tipi, anche con beacon e uova, come piacciono a me. La giornata molto bella e la vista sulla Roche e sull’isola di Bonaventure è veramente bello dal ristorantino.

Finita la colazione torniamo al motel per preparare le nostre cose e partire. Salutiamo il gestore dell’albergo e riprendiamo la stessa strada di ieri pomeriggio in direzione Gaspè. La strada la conosciamo già ed una volta arrivati a Gaspè invece di dirigerci verso il parco del Forillon prendiamo la statale 197 che taglia la piccola penisola di Gaspè e riprende la statale 132. Seguiremo questa statale fino a completare il giro della penisola della Gaspesie. La strada è molto panoramica ed oggi abbiamo deciso, anche per via della bellissima giornata, di mangiare all’aperto se troviamo uno scorcio con vista sul mare. Intorno a mezzogiorno arriviamo a Rivierè la Madeleine, dove si trova il faro di Cap Madeleine. Poco prima ci siamo fermati in paese in un supermercato a comprare qualcosa da mangiare. Paola ha ancora la pizza di ieri sera ed ha deciso di mangiarsi quella. Nei pressi del faro ci fermiamo e seduti su un tavolino sotto il faro consumiamo il nostro veloce pranzo. La strada da fare è ancora lunga e quindi non possiamo fermarci più di tanto. Foto di rito al faro e via si riparte. Lungo la strada ci fermiamo a visitare il faro di Pointe-a-la Renomeè. Il faro è chiuso e per arrivarci si percorre una strada sterrata ma percorribile senza problemi. Dal faro si ha una splendida vista sull’oceano. Ritorniamo sulla statale 132 e ci fermiamo al faro della Martre, che purtroppo è chiuso. Purtroppo siamo in bassa stagione e tanti siti naturalistici e storici hanno appena chiuso. La 132 ripassa da Sainte-Anne des Monts e con l’arrivo nella località dove ci fermammo due notti fa abbiamo completato il giro della penisola. Proseguiamo oltre e seguiamo la 132 in direzione Matane, ripassando per la stessa strada percorsa verso Sainte-Anne des Monts. Praticamente siamo tornati sulle rive del San Lorenzo lasciando l’oceano. Arrivati a Matane, dove arrivammo con il traghetto da Godbout proseguiamo sulla 132 che scende sulla sponda opposta a Tadoussac. Prima di Rimousky visitiamo il faro di Pointe de Metis, che è diventato un centro di ricerca. Arriviamo a Rimousky e ci rechiamo a vedere il faro di Point-au-Per che con nostra grande sorpresa è circondato da un telone a causa di lavori in corso.

A Rimousky alloggiamo presso Auberge de l’Eveche, dove una signora ci accoglie e ci indica la camera. La cittadina non sembra offrire molto da vedere, tranne forse il lungo fiume. Per cena scegliamo un locale su Tripadvisor, la Steak House Simpathique. Mangiamo carne e patatine gustandoci l’ennesima partita di hockey sugli schermi del locale. Rientriamo al nostro albergo, che in pratica è un B&B, visto che la temperatura è abbastanza freddina e la città, come detto, non offre molto da vedere. Domani torniamo sull’altra sponda del fiume per avvicinarci ancora di più a Montreal.

Giovedì 13 ottobre 2016

Facciamo colazione nella piccola sala dell’albergo e devo dire che non è per niente male. Lasciamo Rimousky per fermarci dopo un’oretta di strada al parc du Bic, un piccolo parco non troppo pubblicizzato ma che sulle guide è molto consigliato. Arriviamo al parco e non hanno ancora aperto. Aspettiamo 10 minuti e poi recuperiamo la guida del parco e iniziamo la visita. Abbiamo deciso di fermarci solo alla mattina, per prendere poi il traghetto delle 16 che attraverserà il San Lorenzo. La prima zona che visitiamo è quella dell’Ile au Amours, dove nella sabbia scorgiamo alcune impronte di cerco, almeno credo. Il parco è formato da alcune isolette lungo il San Lorenzo, ed è piuttosto interessante. Riprendiamo la macchina (è visitabile molto facilmente) e ci rechiamo a vedere Cap Caribou, dove dovrebbero trovarsi le foche, ma di foche non c’è traccia. Probabilmente siamo un po’ fuori stagione. Riprendiamo la macchina ed andiamo a visitare la zona della Greve, dove percorriamo un sentiero che porta alla punta più interna del parco. Lungo il sentiero visitiamo una casa dove ha vissuto un colonnello con la sua famiglia alla fine dell’ottocento. Torniamo alla macchina e riprendiamo la 132 verso sud per avvicinarci a Riviere du Loop, dove è ancora in funzione un traghetto che attraversa il San Lorenzo. Per pranzo ci fermiamo alla cittadina di Trois-Pistoles, dove abbiamo la pessima idea di fermarci un supermercato per mangiare qualcosa di veloce. Compriamo del pollo fritto e siccome notiamo che ci sono dei tavolini all’interno del supermercato dove consumare quello che abbiamo appena comprato decidiamo di fermarci. Purtroppo a me è venuta voglia di birra ed ho comprato anche una lattina, ma per una assurda regola, non si possono consumare alcolici all’interno del supermercato. Visto che fuori invece si può, ci sediamo all’aperto su alcuni tavolini e consumiamo il nostro pranzo. Francamente non è stato il miglior pranzo della vacanza. Per consolarci ci fermiamo in un bar molto carino per berci almeno il caffè al caldo ed almeno quello è un momento piacevole. I gestori del bar quando scoprono che siamo italiani ci chiedono informazioni sul nostro paese, visto che vorrebbero venire a visitarlo. Noi ci prestiamo volentieri a dare informazioni ai due simpatici gestori. Ripartiamo da Trois-Pistoles ed arriviamo puntuali alla partenza del traghetto. Lungo la strada ci fermiamo a fotografare l’Ile Vert, un’isola al centro del San Lorenzo che avremmo voluto visitare ma purtroppo il tempo corre. Nel frattempo il tempo è peggiorato e non appena mettiamo piede sul traghetto inizia a piovere. La traversata tra Riviere du Loop e St-Simeon dura un’ora e mezza, e quando arriviamo sull’altra sponda del fiume c’è già buio e continua a piovere. Avremmo dovuto seguire la statale 362 che dicono essere molto pittoresca, ma visto che diluvia e non si vede quasi nulla seguiamo la 138, che avevamo già fatto nel nostro viaggio verso Tadoussac. Arriviamo a Baie-St-Paul, dove trascorreremo l’ultima notte in Canada (Sigh) e con fatica troviamo il B&B la Gite La Chambre des Maitres, una casetta molto carina gestita da una coppia molto simpatica. L’unico problema è che per il pagamento accettano solo contanti e noi siamo un po’ a corto di contanti. Alla fine decidiamo di provare a prelevare ad un bancomat e quindi andiamo verso il centro. Alla fine riusciamo a prelevare e andiamo a cenare presso le Saint-Pub, scelto da me sulla guida durante la traversata con il traghetto. La cena non è niente male, ma essendo un pub c’è molta confusione. Baie St-Paul non sembra una brutta cittadina, ma visto che siamo stanchi rientriamo al nostro confortevole B&B.

Venerdì 14 ottobre 2016

Salutiamo i gestori del B&B e paghiamo in contanti. La colazione era compresa nel prezzo e devo dire che è stata molto buona. Abbiamo deciso di arrivare a Montreal per pranzo ed una visita veloce, e per farlo ripassiamo di nuovo da Quebec City, che salutiamo con nostalgia. Oggi oltre ad essere una bellissima giornata lungo la strada verso Quebec City, poco prima dell’Ile d’Orleans assistiamo ad uno spettacolo di colori con aceri canadesi che sembra vogliano salutare la nostra partenza. All’andata non avevamo notato questo spettacolo perché quando lasciammo Quebec City c’era la nebbia. Non potevamo lasciare il Canada nel modo migliore! I colori di questa vacanza ci resteranno negli occhi per sempre! Arriviamo a Montreal giusto per l’ora di pranzo. Il traffico è veramente notevole, ma noi avevamo puntato il navigatore su un parcheggio vicino alla cattedrale. Dalle parti del parcheggio vediamo che ci sono dei posti liberi a pagamento lungo la strada e parcheggiamo l’auto. Chiediamo info ad una ragazza per capire la strada da fare per arrivare alla cattedrale, visto che con la cartina della guida non riuscivamo ad orientarci e lei gentilmente ce la indica usando il suo smartphone. Francamente Montreal è cambiata molto dall’ultima volta che c’eravamo stati nel 2004. Sono stati costruiti parecchi grattacieli e sembra una città americana. Arriviamo davanti alla cattedrale di Notre-Dame e la visitiamo. Dentro è molto particolare, con una colorazione sul blu. Usciti dalla cattedrale entriamo nello stesso negozio di souvenir dove acquistammo i regali 12 anni fa (ci ricordavamo ancora dove era) e facciamo gli ultimi acquisti per amici e parenti. Pranziamo in un piccolo market con panino e coca lungo la via che conduce alla cattedrale e mentre pranziamo scegliamo un centro commerciale fuori città dove cercare i Lewis che servono a Danilo.

Rientriamo alla macchina e ci dirigiamo verso il centro commerciale Galeries d’Anjou e in un paio d’ore Danilo riesce a trovare i Lewis che cercava. Dopo lo shopping sono ormai le 17 ed è giunto il momento di dirigerci verso l’aeroporto. Arriviamo all’aeroporto, riconsegniamo la macchina e ci prepariamo al rientro. Per terminare gli ultimi dollari canadesi Danilo ordina un antipasto in un bar all’interno del terminal e gli arriva una zuppa! Paola allora è costretta a dargli una mano per finirla, visto che Danilo non ama le zuppe!

Il volo British Airways parte puntuale alle 22 e dopo un volo di 6.30 arriviamo puntuali a Londra. Francamente essendo un aereo nuovo mi aspettavo più spazio tra i sedili.

Sabato 15 ottobre 2016

Alle ore 09.35 arriviamo a Londra abbastanza provati per la lunga notte insonne, ma visto che il volo di rientro per Milano parte alle 15 decidiamo di fare un salto in centro a Londra, visto che Paola non l’ha mai vista. Prima ci informiamo se esiste un deposito bagagli per lasciare i trolley, ma ci dicono che è molto caro e allora decidiamo di portarceli dietro. Cerchiamo anche di cambiare qualche euro con le sterline, ma quando ci dicono che possiamo pagare tutto con carta di credito lasciamo perdere. Con l’Heatrow Express in 15 minuti si arriva in centro e nel giro di una mezzoretta arriviamo a Piccadilly Circus. Abbiamo speso qualcosa come 90 euro in due per arrivare in centro e rientrare, ma l’alternativa era rimanere in aeroporto 5 ore. Visto il poco tempo a disposizione facciamo un giro in Trafalgar Square, Covent Garden e Piccadilly Circus. In due ore non si può pretendere di vedere di più.

Rientrati in aeroporto mangiamo un panino veloce e alle 15 puntuali prendiamo il volo che ci riporterà in Italia. Arriviamo a Milano Malpensa alle 18 e notiamo subito che, a differenza di Heatrow dove c’era un viavai pazzesco di gente, a Malpensa c’è il deserto! Recuperiamo bagagli (arrivati senza problemi) e macchina e torniamo a casa. Tra fusi orari e voli intercontinentali siamo in viaggio quasi da 15 ore!

La nostra fantastica vacanza è terminata. Abbiamo fatto 3.200 chilometri on the road su e giù lungo il San Lorenzo ed abbiamo visto paesaggi meravigliosi, e questa vacanza ci resterà nel cuore per quanto abbiamo vissuto. Magari un giorno ritorneremo in Quebec per visitare quello che per questione di tempo non siamo riusciti a vedere, magari in estate, dove dicono le balene sono molto numerose. Ma se volevamo vedere il foliage dovevamo andare in Canada in questo periodo. Bella esperienza! Senz’altro il viaggio più bello che abbiamo fatto insieme io e Paola!



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