Lettera dalla frontiera Eu

E’ tanto tempo che volevo scrivere del mio viaggio ma a Prespa, in Grecia proprio al confine con Macedonia e Albania...
Scritto da: davide07
lettera dalla frontiera eu
Partenza il: 17/02/2011
Ritorno il: 17/12/2011
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Marzo 2011, Prespa – E’ tanto tempo che volevo scrivere del mio viaggio ma qui a Prespa, in Grecia proprio al confine con Macedonia e Albania, le giornate sono piene più che negli stressanti centri urbani. Sperando che tutto vada bene in questo momento della vostra vita, vi racconto un po’ della mia avventura.

La prima regola a Prespa è non chiamare la Macedonia con questo nome ma dire Fyrom (former yugoslav republic of macedonia – nota “former!”-). Se lo fai la gente del posto veramente si arrabbia e ti dice “non sai neanche dove sei!?”. Qui infatti si è già in Macedonia, ma in quella geografica ovviamente. Qui e in gran parte del nord della Grecia. Infatti le autorità e i greci non hanno mai riconosciuto il nome di quella che noi conosciamo come Macedonia. Rivendicazione, quella greca, che si rifà all’antichità quando Alessandro il grande, conosciuto anche come il macedone, creò il grande impero ellenico che si estendeva fino all’Egitto e agli attuali Afganistan e Pakistan. Quindi mai dire macedonia, ma Fyrom: è un grosso errore qui! Pensate che anche alle frontiere oltre ad esserci la bandiera della Grecia c’è anche quella macedone di Alessandro Magno. Curioso è anche vedere la bandiera dell’Europa. Perchè sì, qui non solo siamo ai confini di un paese ma anche dell’Unione Europea e questo forse è ancora più significativo. Dall’altra parte, a pochi chilometri, ci sono due degli stati più poveri d’Europa, in particolare l’Albania, forse il più povero. Pensate che il mio villaggio Agios germanos è a due chilometri dal confine e a più o meno quattro in linea d’aria dal primo paesino macedone che tuttavia può raggiunto in maniera legale solo facendo una rotta di 200 km, attraversando il passaggio di frontiera autorizzato. Due paesini quindi così vicini e probabilmente con tradizioni in comune ma privati completamente di ogni genere di comunicazione reciproca. Percorrere queste montagne per andare in Fyrom dicono sia veramente rischioso, potrebbero spararti. Anche le sponde dei laghi di Prespa, che sono due, appartengono ai tre diversi stati e da diversi punti è possibile vedere i villaggi al di là dell’Unione europea. E ovviamente quindi nessuno può scorrere liberamente nei laghi, meno i pesci… Beati loro!

La seconda regola qui è pensare in anticipo alle cose che ti servono. La regione è formata da tredici villaggini di un centinaio di abitanti ciascuno. Una volta alla settimana andiamo a fare la spesa in quella che qui è considerata “la città”, Florina: 15 mila abitanti circa, a 50km da Prespa e ad un’ora di macchina. E quando nevica, ovvero non raramente visto che siamo a 1400m e in una zona molto montagnosa, non è possibile arrivarci data l’impraticabilità delle strade. Di autobus che vanno in città ce ne sono tre a settimana, uno il lunedì, uno il mercoledì e uno il venerdì. Quelli all’andata alle 8 di mattina e quelli del ritorno alle 12. Quando nevica stesso discorso: Prespa è “tagliata fuori”. Quindi qui funziona bene l’autostop! E non solo nella regione ma un po’ ovunque. Pensate che con un’altra volontaria lo scorso weekend in autostop ho fatto 130 km in tre ore e mezza e sono stato caricato sei volte. Addirittura il terzo e il quinto passaggio l’abbiamo ricevuto dalla stessa persona. E alla fine siamo stati perfino portati direttamente davanti alla casa di quelli che ci avrebbero ospitato. Tutto ciò in tre ore e mezza! Non comunque senza difficoltà ma con una gran bella avventura dentro: immaginatevi infatti le differenti storie di ciascuno di questi sconosciuti. Quindi tre ore e mezza, mica male. Da record! Se non fosse che il ritorno l’abbiamo fatto in tre ore. Incredibile! E soltanto con 2 passaggi! E addirittura ne abbiamo ricevuto un terzo per fare gli ultimi 500 metri in salita prima della casa. Quindi 260km gratis e con tanta avventura dentro: la miglior soluzione al risico pocket money…(la nostra retribuzione)

Ad “Edessa”, così si chiama la città di destinazione che mi ha regalato questo avventuroso viaggio in autostop, ci sono andato per il carnevale che si suppone sia uno dei due migliori di tutta la Grecia. E difatti me la sono passata proprio bene. Tanti carri ognuno con un differente tema e gente travestita ovunque, tra cui anch’io ovviamente: da mezzo o meglio tre quarti travestito ahahahah “Funny really funny!” E.. Anche se ovviamente non è il Brasile, è stata veramente una gran festa! Ad ospitarci erano dei volontari di un’altra organizzazione che abbiamo conosciuto durante il seminario d’arrivo ad Atene e con cui logicamente mi sono trovato gran bene. Antonio spagnolo, molto simpatico, e altre due spagnole; e per l’occasione anche Thomas, un francese biologo e giramondo sempre conosciuto al seminario, c’ha raggiunto da Alexandropolis, al confine con la Turchia. Inutile dirlo che anche lì funzionava l’autostop: dal villaggio dove eravamo ad Edessa sono quattro chilometri e nonostante le nostre acconciature bizzarre, una famigliola ci ha dato uno “strappo”. E pure al ritorno alle 5.30 del mattino con una gran fortuna abbiamo trovato un altro passaggio gratis!

In casa mia mi trovo bene. Vivo con 5 ragazze: sono una spagnola che è arrivata il mio stesso giorno, due francesi entrambe molto simpatiche, una turca e una georgiana. Della Georgia Georgia, non Usa. Mi trovo bene con loro, con tutte. Se proprio devo lamentare una cosa è che già il primo giorno la spagnola, con cui comunque mi trovo gran bene, mi ha criticato un po’ l’Italia e in particolare il cibo: “eh la pasta è facilissima da cucinare, il caffé sembra che lo sappiate fare solo voi..”. E (da una spagnola che ha come piatto tipico una frittata di patate 🙂 questo non l’accetto)..E allora..”qui mi in….., son fiero e me ne vanto gli sbatto sulla faccia cos’è il rinascimento…” :)…Gaber inevitabilmente mi viene in mente. Comunque a parte questa cosa che ora che la scrivo già mi sta scivolando, sono tutte simpatiche le coinquiline e ovviamente “I am happy for that”. La casa come ho già detto a qualcuno è molto “wild”, molto selvaggia. Sembra quella di “Fight Club”.. Ma veramente, non è uno scherzo! Di primo impatto ci sono rimasto non poco scioccato. Ma dopo una ventina di minuti mi ero già abituato e non mi dispiaceva.. Pensate che senza neanche voler vedere la camera del piano di sopra io e la spagnola abbiamo lanciato la monetina per vincere la stanza che per lo meno ci evitasse di far le scale.. E 🙂 ovviamente l’ho vinta io. Olèèèè. E merita, la camera!

Un’altra ragione per cui bisogna pensare le cose che ti servono con largo anticipo è che qui nella nostra casa come in qualsiasi altra struttura di Prespa l’unica forma di riscaldamento è la stufa a legna. Ogni stanza della nostra abitazione ne ha una. Anche in bagno per fare la doccia devi accendere il fuoco per scaldare l’acqua. Quindi se vuoi fare la doccia: devi spaccare la legna, accendere il fuoco, alimentarlo e dopo un’oretta abbondante da quando hai iniziato se sei il primo puoi farti la doccia. Insomma devi incominciare a pensarci due o tre ore prima, se ti va bene. E stesso discorso per scaldare le stanze e la cucina: spaccare la legna, accendere il fuoco e alimentarlo. Però dai! Fortunatamente le stanze a scaldarsi non ci impiegano molto, e meno male perchè qui fa proprio “frio” (come dicono gli spagnoli): lunedì scorso per esempio nevicava.

Ora invece per fortuna vi sto scrivendo dal giardino con il sole che mi illumina la faccia e con una vista che dà sui monti: vicini, rocciosi e spartiti tra tre paesi. Si vedono anche il lago, giusto davanti ad altre montagne in questo caso più lontane e tutte bianche, e un paesino con i suoi tetti bassi, rossi e aggruppati attorno ad una torretta di una chiesa bizantina. La terza regola, e ultima fino ad oggi, è “non aver paura dei cani”. Non c’è una volta in cui noi volontari non andiamo in ufficio e per i venti minuti di strada non si aggreghino dei cani. Non sono randagi. Hanno il loro padrone ma sono Liberi e alcuni fanno gli itineranti come noi mentre altri arrivano fino a un punto e lì si fermano. Sembra che fino a quel punto lo interpretino come il loro territorio e oltre non vogliano o non possano andare. Alcuni di loro sono grandi e possono fare paura a chi non è abituato a vivere con i cani (ma per fortuna questo non è il mio caso). Noi volontari possiamo dire di averne due di cani: Lucy, piccola e nera e Pepita, beige e di taglia media – Sì anche loro, femmine..:) sono circondato! -. Sono del vicino ma sono sempre fuori dalla nostra porta ad aspettarci e ci scortano ovunque andiamo. Alla sera dobbiamo pure riportarle a casa in macchina, se per l’appunto troviamo il passaggio. Pensate che anche ad Atene quando ero al seminario, per tre sere di fila abbiamo incontrato in giro per la città lo stesso cane il quale ci ha scortato tutte le notti e fino all’albergo. Gli abbiamo dato pure un nome “Pedro”. Incredibile ma credetemi: questi cani in giro per Atene ti proteggono di notte e tra i vicoli dai malavitosi. E non solo.. È capitato che stessero per aggredire pure la polizia che stava facendo il controllo documenti ad alcuni di noi. Quindi hanno un compito importante questi cani perché – per chi non la conoscesse – vi assicuro che Atene è una città bella selvaggia e non tra le più tranquille e rassicuranti d’Europa: di brutte facce e di povertà, ne vedi. E i sintomi del declino di sviluppo, pure! A proposito di Atene: proprio in concomitanza con il seminario c’è stata una manifestazione, una di quelle molto pesanti greche che capitano una volta ogni sei mesi,e…l’albergo era blindato; io e i compagni di corso eravamo chiusi dentro in una stanza con vista sull’Acropoli mentre udivamo fuori boati di numerose molotov, e vedevamo gente scappare, rappresaglie della polizia e risposte dei manifestanti ecc… Il più delle volte era la polizia a scappare. Tutto sotto i nostri occhi al decimo piano e impossibilitati ad uscire dall’hotel. Ma poi.. La soluzione l’abbiamo trovato e in alcuni di noi siamo scesi in strada e vi assicuro, l’aria la tagliavi con il coltello.. Una tensione bestiale! Tutto quel giorno e pure la sera ci è stato assolutamente sconsigliato di uscire e specialmente di andare in certe zone.

Comunque, si parlava di animali: abbiamo anche un gatto, che forse è maschio: novità :). Il suo nome è Marco Polo. Eh, che compagno che ritrovo !! ( ahahaha proprio ora che scrivo di animali Pepita e Lucy corrono abbaiando e due cavalli stupendi mi passano a 5 metri anche loro correndo). Il mio compagno Marco Polo si chiama così perchè qualche anno fa i volontari abitavano in un villaggio di Prespa e lui invece di stare dal suo padrone che era il vicino rimaneva sempre con loro. Poi i ragazzi si sono trasferiti in un altro villaggio a qualche km di distanza in quella che è la nostra casa attuale, e lui? Ha fatto lo stesso. Perciò da quel giorno lui è Marco Polo ed è sempre fuori sul davanzale della cucina o sdraiato su un cuscino fuori la porta. E’ nero ma ti mette di buon umore.

In ultimo, non so perchè e potrebbe essere un caso, il lavoro. “Cultural Triangle of Prespa” si chiama la mia Ong e mi ci trovo bene. Lavoriamo in progetti per i bambini, i giovani e sul turismo. Io in particolare mi occupo di quest’ultimo ramo e della newsletter. Dalla prossima settimana (lunedì 14-03) il mio compito numero uno sarà, insieme alla direttrice dell’organizzazione e qualcun’altro esterno, organizzare la gara a tappe di mountain bike che si svolgerà durante i weekend dell’estate a Prespa e in altre due regioni vicine. Alla sua terza edizione è sempre stata un’iniziativa della mia Ong facente parte di un progetto più ampio chiamato “Transnatura”, per lo sviluppo di un turismo sostenibile a Prespa e nelle aree circostanti, nazionali ed oltre frontiera. Nel turismo collaboriamo anche ad un programma che si chiama “Nest” con altre organizzazioni in Albania, Marocco, Italia e Bulgaria. Per i giovani cooperiamo con la scuola superiore della zona e abbiamo un internet caffé dove un giorno per uno lavoriamo noi volontari e dove facciamo anche eventi come concerti e mostre (a breve una sul razzismo e tra qualche settimana un’esposizione delle mie foto in giro per il mondo). Per i bambini c’è specialmente il Ctp box. Andiamo nelle scuole elementari della zona a fare attività. Nell’area della regione più vicina a noi ci sono due scuole, una non vuole collaborare l’altra invece sì. Beh, pensate questa è una scuola di 7 bambini! Con lo stesso progetto la scorsa settimana per la prima volta l’organizzazione è andata anche in un paesino proprio al confine con l’Albania, a 0km dalla frontiera. Siamo andati io, un’altra volontaria e la coordinatrice. Beh, 6 bambini tra i 6 e gli 8 anni: quella era tutta la scuola! Erano calmi stranamente e un po’ timidi perchè non abituati a ricevere qualcuno così solo per loro. Abbiamo giocato insieme a loro, abbiamo letto loro una storia che dovevano prima mimare e poi riprodurre con disegni o collage. Insomma, si sono proprio divertiti e ciò non è così scontato perchè il risultato non è garantito. Alla fine delle due ore avevamo dei libri della nostra biblioteca mobile e…li hanno letteralmente assaliti. Hanno preso tutti quelli che avevamo portato per loro, cioè due o tre a testa, nonostante probabilmente non tutti fossero già capaci a leggere :). Vedere le loro facce, i loro sorrisi, la loro spaesatezza nel ricevere dei ragazzi che erano venuti da lontano solo per loro mi ha colpito e quasi commosso, e per la prima volta mi ha fatto sentire veramente l’anima di questo posto. E anche il fatto che metà del paese era lì a guardarci e a richiamare all’attenzione i bambini nel caso non ci ascoltassero mi ha fatto entrare ancora di più nella loro realtà. Per il resto che dire, la gente del posto è accogliente in particolare con noi dell’organizzazione; abbiamo un amico barista Rundos che è un “grande” e ci offre di continuo da bere e cene greche; appena dico che sono italiano il 100% delle volte e da chiunque mi sento replicare: “ah Italia: mafia, pizza, Berlusconi..”(con tanto di mossa rappresentativa del bunga bunga). Poi, tutti qui hanno grosse coltivazioni di fagioli, la birra costa 1,50€ al bar e nei locali si fuma nonostante sia vietato. Con il greco? Sono ancora all’inizio e faccio due ore a settimana di lezione. Presto l’ong aprirà un’biblioteca vera e propria e noi volontari cambieremo casa: quindi non più appartamento “fight club”. E questo non è una bello! ..Ci mancherà tanto questa casa che cade a pezzi, per la sua grandezza e la fantastica vista dal terrazzo.

..Ora qui incomincia a fare un po’ freschino. Sono le 18.15, il sole si abbassa e le montagne con il lago assumono i colori sereni del tramonto.

Spero di non avervi annoiato. E anche se è un messaggio comune so a chi lo sto mandando!

Buon Viaggio,

Ciao Davide

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