Praga, città magica

A spasso per le vie (e i dintorni) della capitale della Repubblica Ceca
Scritto da: OSVITOL
praga, città magica
Partenza il: 05/08/2010
Ritorno il: 10/08/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Quando si parla di Praga città magica o si guardano documentari relativi a questa città o si sfogliano guide illustrate se ne può solo intuire il fascino ma è solamente passeggiando per le sue vie, respirando la sua aria, sbirciandone il suo cielo che rimani intrappolato dalla sua magia. Ovunque vai per Praga intuisci lo scorrere della Moldava; anche se sei distante ne avverti la presenza, il grande fiume non solo attraversa la città scolpendone il profilo ma diventa un palcoscenico osservabile dai suoi diciotto ponti, con le sue isole più grandi, i suoi isolotti, i battelli, i suoi molini a vento,etc

A tratti ti senti come a Parigi o a Vienna quando percorri a bordo di un battello il corso del fiume, a volte intravedi squarci di Venezia o Bruges quando tra le isole appare un ponticello ma sei semplicemente a Praga… Già, non si può immaginare Praga senza i suoi ponti, senza il suo ponte: il ponte Carlo. La prima volta che lo vedi da lontano già te ne innamori; poi inizi a percorrerlo, ti senti osservato dalle sue statue, guardi da una parte il profilo della Stare Mesto (la città vecchia) con il tempio di Thyn e San Nicola, dall’altra non scorgi la torre che apre a Mala Strana (città piccola) poiché avverti la presenza incombente del castello e sei costretto ad alzare lo sguardo verso di lui. Una cosa è certa: dopo che l’hai percorso la prima volta ti verrà immediatamente voglia di ripercorrerlo; di giorno frastornato dal brulicare di turisti, musicanti, pittori improvvisati e artisti di strada e di sera, affascinato dalle luci di una città millenaria, tra splendidi affreschi illuminati e musiche di ogni tipo.

Andiamo verso la città vecchia percorrendo le strade antiche che percorrevano i cortei imperiali sino al castello. Qui i bellissimi palazzi sono un po’ scalfiti dall’avvicendarsi di negozietti di souvenir e dalle folle di giapponesi, italiani, spagnoli, inglesi che si dirigono verso il cuore di Praga. Ecco, siamo nel cuore di Praga, circondati da dimore antiche che ci narrano un passato sontuoso di una città capitale del Sacro romano Impero, del regno boemo, dal fascino asburgico e un po’ tedesco ma con classe tipicamente italiana. Ci avviciniamo all’attrazione forse più curiosa della città; l’Orloy, l’antico orologio astronomico che da sette secoli scandisce ogni ora della vita dei praghesi.

Allo scoccar dell’ora si aprono le finestre dell’orologio ed inizia, assieme al rintocco delle campane, lo spettacolo dell’apparizione delle figure dei dodici apostoli. In chiusura lo squillo di trombe dall’alto del municipio chiude il siparietto applaudito da migliaia di turisti. Niente di speciale alla fin fine ma quel motivetto ti entra nel cervello e ad ogni ora ti sembra di sentirlo anzi lo senti anche a distanza di qualche chilometro. Percorriamo ancora qualche centinaio di metri ed arriviamo alla porta da dove tutti i cortei reali avevano inizio. Martina sale sulla splendida torre (troppi scalini per me!) e scatta qualche foto. La città d’oro, la città dalle cento torri, dalle mille chiese, eccola qua.

Percorrendo il tragitto dell’antica strada imperiale questa volta in direzione giusta riattraversiamo il ponte Carlo e ci avviamo verso il castello. Uno strano senso d’inquietudine pervade il mio animo; mi immagino questo castello incombente a simboleggiare il potere oscuro, la burocrazia , a scandire in maniera drammatica l’angoscia dai praghesi dall’antichità fino all’invasione tedesca, poi a quella sovietica. Franz Kafka, inquieta anima praghese del fine 800’ ne descrive maledettamente bene le sue ansie nel libro “Il Castello”. E’ il castello più grande del mondo, con le sue settecento stanze, 6 chiese, immensi giardini, una città nella città ora residenza del presidente ceco e sede di numerosi edifici amministrativi. Solo vedendolo, entrando nei suoi vicoli, esplorando i suoi spazi verdi se ne può assaporare il senso di assoluta magnificenza ed il suo assoluto rigore; al tempo stesso domina la città ma ne è parte integrante come se una linea continua avesse spianato la collina e costruito un immenso bassopiano. La pioggerella fine (un’altra dolce amica praghese) ci accompagna nella visita al castello; ad occhi al cielo ad ammirare la splendida basilica gotica di san Vito, tra i cortili delle varie regge ad ammirarne i palazzi, a sbirciare ogni tanto il senso dei suoi spazi verdi che sono giardini ordinati delimitati da foreste; puoi sceglierne uno a caso e scendere dolcemente fin verso la città immaginando di essere lontano anni luce dalla civiltà se non fosse per qualche rumore distante dei tram di passaggio. A proposito, a Praga un bel modo di fare il turista è salire su un tram (il migliore è il 22 che passa dal castello e percorre tutto il centro città) e lasciarsi cullare dalle fermate. Scoprirete sempre un angolo nuovo, uno scorcio ancora inesplorato…

La rete di trasporti è abbastanza efficiente comunque sia che si tratti degli storici tram sia che vogliate affidarvi alle tre linee di metropolitana cittadine. Anche un giro sulla Moldava in battello non è da perdere, specie al tramonto quando il profilo delle bellezze di Praga assume un fascino ancor più misterioso. Tornando alla città vecchia non si può non fare un giro al vecchio quartiere ebraico: Josefov. Sino agli inizi del’800 qui il ghetto ospitava la più numerosa comunità ebraica d’Europa; il vergognoso ghetto che costringeva migliaia di persone a rimanere confinate in pochi chilometri quadrati e seppellire i propri morti nell’unico giardino del quartiere che fungeva anche da cimitero è per fortuna ormai un pallido ricordo e rimangono come testimonianza l’antico cimitero ebraico, alcune sinagoghe, un museo ricco di testimonianze storiche. Al posto del ghetto già agli inizi del 900 vennero costruite le più belle, moderne ed eleganti strade della città.

Tutte le città hanno una leggenda: quella di Praga dice che la città nasce sul colle di Vysehrad dove oggi sorge la basilica si San Pietro e Paolo e qui, sulla sua antica rocca avvenne la profezia sulla nascita di una bellissima città.

Un fascino tutto suo ha invece il quartiere di Malastranska (Mala Strana – Città Piccola). Il quartiere sorge sotto il castello ed è a ridosso della Moldava; ho avuto la fortuna di soggiornarvi nel mio periodo praghese e ve lo consiglio perché di giorno è costellato di ampi spazi verdi e giardini che si alternano a sontuosi palazzi, piazze e splendide chiese mentre la sera pullula di locali dove si apprezza una buona cucina ceca non contaminata dai menu turistici internazionali e rimane intatta un’atmosfera di quartiere tranquillo e un po’ malinconico.

Mi spaventa un pochino invece la Praga Nuova; da Piazza Venceslao, simbolo della Praga Moderna, i suoi vialoni simili a boulevards parigini ai centri commerciali che ormai sorgono come funghi a simboleggiare l’europeizzazione anzi la globalizzazione di questa metropoli che vuole apparire meno antica e più rivolta al futuro.

Nel tardo 800’ forse erano già premonitori poiché costruirono un modello del tutto simile alla Torre Eiffel in occasione di un’esposizione universale; il posto è però incantevole perché dalla collina di Petrin si vedono panorami incantevoli di questa città. Adesso vado a rituffarmi nella città vecchia, sui ponti della Moldava, percorro il Ponte Carlo, passeggio sull’isola di Kampa, rivolgo,lo sguardo a quello spettrale ed affascinante castello che di notte sa essere così spaventosamente bello con le sue mille luci.

Praga, rimani così per sempre, sarai sempre nel mio cuore con la tua magia.

Arrivederci Praha

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PRAGA

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PONTE CARLO

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IL CASTELLO

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L'OROLOGIO

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