Una settimana d’inverno in Portogallo

Siamo partiti da Malpensa il 26 Dicembre con temperature gelide alla volta di Lisbona. Abbiamo volato con la Tap, compagnia di bandiera portoghese, prenotando il volo su www.expedia.it, prezzo a persona a/r circa €. 260.=. L’aereo era un po’ piccolo, il volo però è andato benissimo, anche se i panini offerti per pranzo non erano proprio...
Scritto da: swan77
una settimana d'inverno in portogallo
Partenza il: 26/12/2005
Ritorno il: 01/01/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Siamo partiti da Malpensa il 26 Dicembre con temperature gelide alla volta di Lisbona. Abbiamo volato con la Tap, compagnia di bandiera portoghese, prenotando il volo su www.Expedia.It, prezzo a persona a/r circa €. 260.=.

L’aereo era un po’ piccolo, il volo però è andato benissimo, anche se i panini offerti per pranzo non erano proprio buonissimi! Siamo atterrati intorno alle 14.00 e siamo stati piacevolmente sorpresi dal trovare temperature primaverili (15°C!).

Abbiamo recuperato la valigia e ci siamo diretti verso l’uscita, dove abbiamo subito trovato l’Aerobus n. 91, che permette di viaggiare gratuitamente presentando la carta di imbarco della Tap.

Dopo circa 10 minuti il bus è partito e abbiamo raggiunto in fretta la città, visto che è distante circa 8km (l’autista gridava il nome delle fermate per aiutare i turisti, niente led luminosi che indicavano la fermata successiva!).

Noi siamo scesi a una delle ultime, in Praça dos Restauradores e a piedi ci siamo diretti verso il nostro albergo (Residencial Fluorescente), trovato grazie alla lettura degli altri resoconti di viaggio, dove avevamo prenotato 4 notti in tutto, due subito e due al ritorno dal nostro giretto.

La camera che ci hanno assegnato questa volta era davvero molto bella, nuova e pulita (e poco rumorosa visto che dava all’interno), pensavamo in effetti che fossero tutte così, invece una spiacevole sorpresa ci aspettava al ritorno… In ogni caso abbiamo notato subito che non c’era nessuna forma di riscaldamento, deve fare ben caldo tutto l’anno se non c’è nemmeno un calorifero in tutta la città! In compenso abbiamo visto un sacco di condizionatori sui terrazzi e fuori dalle finestre.

Siamo usciti subito dopo aver posato le valigie e appena fuori dall’albergo abbiamo trovato un negozietto che vendeva libri antichi, di cui facciamo collezione e quindi abbiamo approfittato! La temperatura era davvero gradevole, vista anche la differenza con l’Italia (dove nel frattempo stava anche nevicando!).

Abbiamo girellato tra il Rossio, il Barrio alto (sempre a piedi, l’albergo è davvero molto centrale) e siamo giunti fino a Praça do Commercio, una piazza molto ampia e piena di gente che dà sul fiume. Visto il periodo, era allestito un enorme albero di Natale, che intorno alle 18.00 si è illuminato e sono partire le canzoni di Natale (il che faceva anche un po’ impressione, visto il clima!).

Siamo stati davvero sorpresi nel vedere fiumi di persone che si riversavano in questa piazza, punto di incontro di turisti e non. L’unica cosa che ci ha lasciato perplessi è che continuamente spuntava gente dal nulla che ci proponeva vari tipi di droghe…In effetti ne avevamo letto qualcosa, ma non pensavano fossero così numerosi! Abbiamo poi cenato a Cervejaria Trindade (Barrio alto), segnalato sia negli itinerari letti che sulla nostra guida. E’ il refettorio di un antico convento, sulle cui pareti sono presenti gli azulejos, tipica decorazione portoghese; abbiamo mangiato davvero bene e pagato poco! …Ma questo è capitato in tutti gli altri ristoranti in cui siamo stati.

Dopo cena siamo scesi a piedi e tornati in albergo. 27 Dicembre: dopo la colazione nella minuscola sala dell’albergo siamo scesi nella metropolitana per acquistare la Sete Colinas card, che dà diritto a corse illimitate su tram, bus e metro (basta passarla sulla banda magnetica) e può avere diversi tagli (noi l’abbiamo fatta per un giorno) e siamo andati alla ricerca di un autonoleggio: io avevo l’indirizzo della Hertz, ma alla fine ne abbiamo trovato un altro (Budget car), mentre della Hertz nessuna traccia (bhe, devo dire che siamo stati fortunati, sennò dovevamo girare Lisbona senza meta!).

Abbiamo prenotato la macchina per il giorno dopo e ce ne siamo tornati in centro, prendendo il primo bus che andava in Praça do Commercio, dove abbiamo aspettato il tram n.15 che ci avrebbe portati a Belem. E’ stato in assoluto il giorno + caldo (abbiamo una foto di un termometro che segna 18 gradi!!), anche se per tutta la settimana il clima è stato altalenante: sole caldissimo, poi nuvole all’improvviso con due gocce di pioggia, poi sole, poi pioggia, alla fine non ci facevamo nemmeno + caso! A Belem siamo scesi davanti al Mosteiro dos Jeronimos, che abbiamo visitato insieme alla Igreja de Santa Maria: entrambi sono davvero molto belli, in stile manuelino, soprattutto il chiostro (e con il sole siamo riusciti a fare delle fotografie spettacolari!).

All’uscita ci siamo diretti verso il Padrao dos Descobrimentos, innalzato nel 1960 in occasione del 500° anniversario della morte di Enrico il Navigatore…È davvero altissimo e imponente! Siamo salti con l’ascensore e la vista da lassù è davvero impagabile, si vede il Tago, i monumenti di Belem e i quartieri di Lisbona (certo è davvero molto alto e guardar giù faceva un po’ impressione!!).

Da ultima abbiamo visitato la Torre di Belem, in stile manuelino, che è il simbolo di Lisbona. Quando fu costruita era al centro del fiume, ma poi il corso fu deviato e ora sorge sull’orlo della spiaggia. A noi è piaciuta molto, è costituita da 5 piani con una struttura romano-gotica ed è sormontata da una terrazza. Dopo aver scattato un mare di foto, siamo usciti e siamo andati in cerca della famosissima pasticceria di Belem, dove fanno dei dolci buonissimiiiii, che sono i Pastei de nata (a me i dolci non piacciono moltissimo, ma questi pastei li ho mangiati ovunque!!); la pasticceria è molto caratteristica, una fermata è d’obbligo.

Nel primo pomeriggio siamo tornati in centro Lisbona, dove abbiamo preso il tram. N.28, una vera istituzione in città (e si può usare la Sete Colinas Card, a differenza di quanto ho letto prima di partire).

Questo tram, ancora in legno, serve a raggiungere il quartiere dell’Alfama (dove ci sono strade strettissime), l’unico quartiere di Lisbona che è rimasto intatto dopo il terremoto del 1755, che ha devastato le altri parti della città e in cui sono morte tantissime persone. Il quartiere è molto caratteristico, composto da intricate viuzze, da case spesso diroccate, sembra di fare un tuffo nel passato.

Siamo scesi al Miradouro de Santa Luzia (con una bella vista della città) e ci siamo diretti al Castello de Sao Jorge: in realtà non c’è nessun castello,sono 10 torri collegate da mura su cui si può salire, da cui si hanno delle splendide vedute della città dall’alto (anche se in tutta onestà non ne potevamo + di scorci panoramici!).

Dopo una sosta in un bar per mangiare un panino, siamo scesi a piedi e ci siamo anche un po’ persi cercando di tornare in Praça do Commercio, ci siamo addentrati nell’Alfama, uscendo dalle zone turistiche (ormai era il tramonto e non ci sentivamo proprio tranquilli), ma alla fine siamo riusciti a tornare su vie conosciute e a tornare in albergo.

La meta per la cena di questa sera era la Casa do Alentejo, a pochi passi dall’albergo, che da fuori quasi non si vede (ci siamo dovuti passare davanti un paio di volte), ma dentro ci sono delle ampie sale arabizzanti e al secondo piano un ristorante. E’ gestito da un’associazione di Alentejanos, che mantiene vive le tradizioni regionali attraverso il cibo, danze, vendita di oggetti artigianali.

E’ davvero molto conosciuto, infatti abbiamo aspettato un po’ a entrare, ma ne è valsa la pena, abbiamo mangiato bene e speso sui €. 35.= in due (e in Italia questi prezzi ce li sogniamo!).

Dopo cena passeggiata fino alla Praça do Commercio, insieme a un mare di gente e poi a nanna.

28 Dicembre: dopo aver ritirato la macchina (Polo) e aver girato a vuoto per un bel po’, siamo riusciti a immetterci sulla strada per Sintra, distante da Lisbona circa 30 km. Arrivati, abbiamo scoperto che il Palacio Real era chiuso (giorno di chiusura!), allora abbiamo fatto un giretto nei vari negozi e subito dopo siamo risaliti in macchina per continuare il nostro itinerario.

La nostra prima tappa era il Castelo dos Mouros (la biglietteria è appena fuori e vende un biglietto cumulativo anche per il Palacio Nacional da Pena.

Il castello ha conservato soltanto una cinta di mura con quattro torri quadrangolari, sulle quali ci si può arrampicare, e da cui si hanno delle splendide vedute su Sintra, sul palazzo da Pena, addirittura fino all’Atlantico! Il posto è davvero suggestivo (complice anche un cielo minaccioso) e merita, anche se c’è una bella scarpinata da fare.

Abbiamo ripreso la macchina e siamo arrivati fino al parcheggio del Palazzo da Pena, ma prima di entrare abbiamo preferito fare uno spuntino al baretto appena fuori, che nonostante sia l’unico non ha dei prezzi esorbitanti (e non poteva mancare un buonissimo pastel!).

Il palazzo, a cui si accede attraverso il parco (è un po’ faticoso arrivarci perché è in salita) è davvero molto, molto particolare ed eccentrico, con stili diversi e colori vivaci.

Abbiamo visitato anche gli interni ottocenteschi che sono davvero mantenuti molto bene e che danno su in chiostro. Anche da qui splendide vedute della zona circostante.

Siamo usciti dopo una visita davvero appagante e ci siamo diretti verso Cabo de Roca, punto più occidentale del continente europeo…Ma non sapevamo bene la direzione e andando a intuito…Siamo sbucati su una fantastica spiaggia (Cascais) immensa e…Finalmente abbiamo visto l’oceanoooooo!!! Il tempo era splendido (anche se al mattino solita pioggia), le onde enormi a causa del vento e c’erano persone che facevano kitesurf.

Abbiamo scattato un mare di fotografie (una un po’ troppo vicina all’acqua, con conseguenze immaginabili…).

Siamo stati veramente soddisfatti di questa “deviazione”.

Alla fine siamo riusciti ad arrivare a Cabo de Roca, dove tirava un vento fortissimo (poi io non amo particolarmente il vento…), abbiamo scattato la foto di rito davanti alla targa che indica che siamo nel punto estremo a ovest e devo dire che fa un po’ impressione pensare che tutti gli altri europei sono alle nostre spalle! Il posto poi è davvero suggestivo, la costa è altissima e a strapiombo sull’oceano…La natura regala davvero emozioni molto forti in Portogallo! Abbiamo deciso di non comprare il diplomino che attestava il nostro passaggio, trovandolo davvero un po’ triste! La nostra ultima tappa era il paesino di Obidos, ma prima di immetterci in autostrada siamo arrivati fino alla Boca do Inferno, molto particolare, ma meno bella di quanto ci aspettassimo.

Arrivati a Obidos con il buio abbiamo fatto un po’ fatica a trovare la Casa de Campo Sao Rafael (nemmeno la gente del posto la conosceva!), dove io avevo prenotato l’alloggio attraverso Internet. Rimane fuori dal paese e non è molto ben segnalata, ma il posto merita, è un’antica dimora completamente ristrutturata, interamente in legno. Tutto è nuovissimo e arredato con buongusto, ci sono alcune stanze e appartamenti e anche una piscina (ma chiaramente il clima a fine Dicembre non era l’ideale! In effetti spingendoci all’interno le temperature erano più basse che non sulla costa o a Lisbona).

La signora che ci ha accolto era davvero ospitale, anche se per tutto il tempo, durante lo scambio di e-mail ero convinta fosse un uomo!! La camera era bellissima e molto accogliente, il bagno nuovissimo e finalmente…I caloriferi!! La sera siamo usciti a cena in un albergo vicino, ma non è stato degno di nota e io mi ero davvero stufata di mangiare sempre il baccalà! Basta! 29 Dicembre: il mattino dopo abbiamo fatto una abbondantissima colazione (eravamo gli unici ospiti!) e abbiamo chiesto di poter rimanere un’altra notte, visto che ci eravamo trovati molto bene.

Abbiamo visitato Obidos, un paesino medievale circondato da mura e con le casette tutte bianche, arroccato su un colle per adempiere alla sua funzione difensiva. Il tempo non era dei migliori, quindi forse non ha reso al massimo! Subito all’ingresso abbiamo visto una signora anziana vestita di nero che lavorava la lana tranquillamente seduta su una sedia sul ciglio della strada, come da noi non se ne vedono più! Dopo un giretto sulle mura (in questo posto privacy zero, visto che dalle mura si guarda nei giardini e nelle case della gente, non deve essere il massimo con tutti i turisti che passano) abbiamo ripreso la macchina, con l’intento di tornare la sera per cena in uno dei ristorantini visti sulla strada principale (e unica).

Ci siamo diretti verso la cittadina di Tomar, che di bello non ha proprio nulla, ma su un colle c’è una roccaforte eretta da un maestro dell’Ordine dei Templari, all’interno del quale si trova il convento di Cristo.

Inutile dire che la visita (abbastanza lunga) merita davvero, la parte più interessante è la chiesa circolare costruita su modello del S. Sepolcro di Gerusalemme. Ci sono davvero tantissime stanze da visitare, molti chiostri, la cucina, il refettorio, le celle dei monaci. Come ultima tappa decidiamo di andare a Fatima (in realtà non era prevista, ma io ci tenevo). La strada era abbastanza lunga e io ero sempre più convinta che ci fossimo persi, invece alla fine siamo arrivati.

Non c’è dubbio, il luogo è suggestivo e abbiamo sentito anche noi un’atmosfera”sacra”; molti accendevano candele (anche noi), altri percorrevano il perimetro della piazza in ginocchio (e sotto la pioggia) e molti erano venuti a chiedere la grazia per qualcuno, con la foto in mano.

Dopo la visita all’interno della Chiesa siamo andati alla ricerca di qualcosa da mangiare e abbiamo visto l’innumerevole quantità di negozi per turisti che vendono materiale religioso, sono davvero troppi e rovinano questo posto particolare! Dopo uno spuntino per il quale abbiamo pagato davvero poco e ancor meno di Lisbona, siamo tornati verso l’albergo, ma prima abbiamo fatto una sosta alla penisola di Peniche, dove abbiamo scattato una serie infinita di foto, qui i posti sono uno più bello dell’altro.

La costa è frastagliata e ci sono faraglioni e falesie a strapiombo sull’oceano.

La sera siamo tornati a Obidos, come deciso al mattino (il paese era deserto) e abbiamo cenato in un locale molto caratteristico, anche se non abbiamo mangiato benissimo! 30 Dicembre: dopo aver saldato il conto e salutato la signora, abbiamo deciso l’itinerario del giorno, cioè il convento di Bathala e Alcobaca, due cittadine che non hanno nulla di bello, tranne appunto questi due conventi.

A Bathala si entra prima nella cattedrale gotica, che è splendida (a noi il gotico piace molto), poi si passa pagando il biglietto all’interno del monastero, che è davvero molto particolare, ci sono sale che danno sul chiostro (come spesso abbiamo trovato qui in Portogallo) che fonde lo stile gotico e manuelino, molto bello da vedersi.

Dopo una breve visita (e una ricerca infruttuosa di un bagno), ci siamo diretti verso Alcobaca, dove siamo arrivati prima di pranzo, entrando subito nell’abbazia.

Abbiamo prima visitato la chiesa di Santa Maria e poi abbiamo proseguito verso gli edifici dell’abbazia, molto interessanti, soprattutto la cucina con gli enormi camini e la sala al piano superiore. Ma la parte più “interessante” della giornata doveva ancora venire. Siccome la questione del bagno era ancora all’ordine del giorno, siamo entrati in un bar di fronte all’abbazia. Qui, in effetti già il pavimento era un po’ sporco, il locale era buio e non dava molte garanzie di igiene. Abbiamo ordinato da mangiare e nel frattempo io sono andata in bagno (a quanto pare non così sporco come quello degli uomini), mentre appena fuori un simpatico signore di una certa età scatarrava allegramente nel cestino della spazzatura (mi fa senso anche adesso pensarci). Inoltre, la cottura del toast che avevo ordinato causava un continuo interrompersi della corrente (ma i toast non li fanno mai??), ma nessuno pensava di staccare qualche apparecchio elettrico, visto che c’era un sacco di roba collegata alla corrente! Alla fine, nauseata, ho deciso di non mangiar nulla anche se la signora del bar (di sua iniziativa) mi ha messo davanti il toast semicrudo cosparso di burro…Una cosa inguardabile… Mentre io tentavo di dare qualche morso di cortesia, il vecchietto di prima si era seduto vicino a noi e aveva cominciato a mangiare con sonore aspirate la sua minestra…Siamo usciti disperati, non sapendo se piangere o ridere (ma portandoci via i pastei, a quelli non si rinuncia comunque!).

Per rifarci siamo entrati in un negozio di porcellane dove abbiamo acquistato un vassoio e due tazze (il tutto è costato davvero poco, infatti non si contano i souvenir che ci siamo portati a casa!).

Non era tanto tardi e quindi, prima di rientrare a Lisbona, ci siamo fermati a Nazarè. Siamo saliti sulla collina e sotto il faro, ci siamo trovati davanti a una spiaggia molto grande, completamente deserta e con onde gigantesche che si infrangevano sugli scogli, con un rumore assordante (e il cielo nerissimo contribuiva a creare un’atmosfera da thriller).

Per scendere sulla spiaggia abbiamo camminato parecchio, ma ne è valsa la pena.

Abbiamo scattato anche qui moltissime foto (di queste abbiamo fatto l’ingrandimento e ora stanno appese in camera).

Appagati da queste continue emozioni che l’oceano ci ha dato, siamo tornati verso Lisbona, ma prima di riconsegnare la macchina abbiamo voluto provare l’ebbrezza del ponte Vasco da Gama, lunghissimo! Ma non ha fatto molta impressione, non ci sembrava di “guadare” il fiume, come c’era scritto sulla nostra guida.

Da lì siamo arrivati fino al monumento di Cristo Rei, eretto come ringraziamento a Dio per aver risparmiato il Portogallo durante la seconda guerra mondiale, che non ci è piaciuto per nulla anche perchè c’era un rumore assordante e siamo poi tornati a Lisbona passando dal ponte 25 de Abril (il ponte sospeso più lungo d’Europa) in cui ci siamo trovati bloccati in un traffico infernale, ma alla fine abbiamo fatto in tempo a riconsegnare la macchina e con tutti i nostri bagagli siamo tornati in albergo, dove non ci aspettava una “bellissima” sorpresa.

La camera questa volta era davvero orrenda, piccola, vecchia, puzzolente e dava una sensazione di sporco incredibile: siamo rimasti stupefatti, un cambiamento del genere non ce l’aspettavamo proprio.

L’impiegato alla reception era poi di un’arroganza incredibile e sembrava facesse veramente fatica a cacciare due parole, odiosissimo.

Ma siccome domandare è lecito, ho chiesto se potevano cambiarci di stanza, ma non c’erano stanze libere se non a partire dal mattino dopo e con un sovrapprezzo (perché dovevano essere stanze di una categoria superiore, cosa MOLTO discutibile).

Ma noi abbiamo accettato, anche perché nello sporco non riesco a dormire e infatti la notte non ho chiuso occhio.

Dopo un giretto fino a Praça de Commercio e una puntata al negozio di libri siamo tornati a mangiare alla Casa do Alentejo, ma arrivando molto prima e quindi non facendo coda.

Finalmente abbiamo abbandonato il baccalà e mangiato carne, non ne potevamo più! 31 Dicembre: dopo una notte insonne e trasferimento bagagli nella “suite” abbiamo usato la nostra sete colina card e ce la siamo fatta “ricaricare” per un altro giorno.

Abbiamo preso il tram n. 28 (questa volta usando la card!) per salire all’Alfama, abbiamo visitato la cattedrale, che non ci ha colpiti molto, e poi siamo andati al mercatino delle pulci (Feria de ladra), dove abbiamo curiosato tra tutte le cose + strane appartenenti al passato (vendevano di tutto, anche scarpe usate!) e dove abbiamo trovato libri molto interessanti per la nostra collezione.

Siamo quindi ridiscesi con il tram e abbiamo preso la metropolitana fino alla stazione di “Oriente” (molto futuristica e con i bagni abbastanza puliti!).

Qui siamo entrati prima a fare un giretto nel centro commerciale dove abbiamo pranzato da Macdonald’s (ogni tanto ci vogliono un po’ di sapori “di casa”) e nel primo pomeriggio siamo entrati all’Acquario, sicuramente molto bello (soprattutto la vasca enorme in cui nuotavano tantissimi pesci), ma…L’acquario di Genova è un’altra cosa! Questa zona di Lisbona non ci è piaciuta molto, forse complice il tempo nuvoloso, quindi siamo tornati in centro e ci siamo fermati a fare merenda con gli immancabili dolcetti (e con scivolone pauroso del cameriere che ha anche rotto un tavolino!!)…È incredibile da dire, ma eravamo seduti all’aperto e non faceva per niente freddo!! Con lo stomaco pieno siamo saliti al Barrio alto con l’elevador de Santa Justa (anche questo con la card), costruito nel 1902 e ancora perfettamente conservato e funzionante. Lisbona è costruita su colli e quindi ci sono molti “elevador” che portano su e giù, se non la si vuole fare a piedi.

Questa sera c’era il problema di trovare un ristorante aperto che non fosse già strapieno, quindi siamo entrati nel locale della prima sera a fare uno spuntino (e a guardare la fila che aumentava sempre di +!).

Non sapendo che altro fare e dovendo tirare mezzanotte siamo rientrati in albergo dove abbiamo preso possesso della nostra “suite”…Grande era grande, ma era vecchia, poco arieggiata, con vicini rumorosissimi e secondo me, non molto pulita (ma come è possibile che ci siano tali differenze di pulizia tra una camera e l’altra??).

Ma ormai mancava solo una notte prima di tornare in Italia, quindi ce ne siamo fatti una ragione… Abbiamo atteso mezzanotte (con telefonata alle 23.00 dall’Italia in festa), io ho anche dormito e sinceramente non avevo moltissima voglia di uscire…Ma invece a mo’ di zombie mi sono alzata e siamo usciti a festeggiare il Capodanno in piazza.

Tutti quanti si stavano riversando nella Praça do Commercio, dove era in corso un concerto (non so chi fossero, ma le canzoni erano un po’ ripetitive!); erano stati allestiti dei bagni e un banchetto di cibi e vivande.

Anche se la piazza era davvero gremita non si stava soffocati e soprattutto nessuno sparava petardi (cosa che temevo).

A mezzanotte, dopo il tradizionale conto alla rovescia, sono partiti all’improvviso i fuochi d’artificio, prima su tutto il perimetro della piazza (era un continuo girarsi da una parte all’altra) e poi sul fiume. Sono stati bellissimi, tantissimi, non finivano più! Intanto sui maxi schermi scorrevano le immagini dei monumenti di Lisbona e l’albero gigante era completamente illuminato…A pensarci ancora mi viene la pelle d’oca.

Certo la città di Lisbona non si è risparmiata!! Dopo lo spettacolo è ricominciato il concerto (daje), abbiamo cercato di tornare a casa, ma tutti si stavano avvicinando all’uscita della piazza sulle due vie parallele e quindi erano tutti bloccati. Ce ne siamo stati un po’ in disparte, ma poi ci abbiamo provato e con molta fatica siamo tornati verso il nostro albergo, anche se non ci sono stati incidenti (si vede che non erano ancora tutti ubriachi!). Ma nel complesso la sensazione è che in Italia il Capodanno sia maggiormente sentito.

Sulla via del ritorno abbiamo comprato un sacchetto di caldarroste BUONISSIME da uno dei venditori ambulanti che abbiamo trovato sulla strada (e che ci ha avvisato che avevamo fatto cadere una banconota senza accorgercene).

1 Gennaio: è ora di fare i bagagli! Finalmente possiamo abbandonare questo albergo poco piacevole, anche se con qualche grugnito hanno accettato di custodirci le valigie.

Ultimo giretto con il sole (anche se stavano arrivando i nuvoloni) fino alla piazza (era già tutto pulitissimo, non sembrava che la notte precedente ci fosse stata una festa!) e di corsa in aeroporto con l’aerobus (questa volta pagando!).

Volo di rientro perfetto, se non che le temperature qui erano davvero polari!!! Il Portogallo ci è piaciuto moltissimo, è un Paese mediterraneo, ricco di storia e di cultura, le persone sono davvero gentilissime (mai abbiamo trovato gente che volesse aiutarci senza richiesta come in questo posto!).

La natura è spettacolare e il clima invidiabile! Lisbona poi ci ha davvero conquistato con la sua storia, con i palazzi fatiscenti, i lustrascarpe in piazza, i venditori ambulanti e anche la sporcizia in strada, tutto contribuisce renderla estremamente affascinante, in molti aspetti ancora legata al passato (sembra l’Italia di qualche decennio fa), ma per altri molto moderna! Che dire…È un viaggio che consigliamo!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche