Madeira Baby

Dopo aver visitato il Portogallo qualche anno fa, ci era rimasta la voglia di “completare” in qualche modo la conoscenza di quel paese, facendo una puntata anche a Madeira L’isola scoperta nel 1419 da Joao Gonçalves Zarco, prende il nome che significa “legno” dalle grandi foreste che la ricoprivano. Eccovi il sunto...
madeira baby
Partenza il: 01/09/2005
Ritorno il: 10/09/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Dopo aver visitato il Portogallo qualche anno fa, ci era rimasta la voglia di “completare” in qualche modo la conoscenza di quel paese, facendo una puntata anche a Madeira L’isola scoperta nel 1419 da Joao Gonçalves Zarco, prende il nome che significa “legno” dalle grandi foreste che la ricoprivano.

Eccovi il sunto del viaggio.

MADEIRA BABY Volo di linea con la TAP Air Portugal – Biglietti acquistati direttamente via internet sul sito della stessa- Milano-Lisbona e Lisbona –Funchal a/r 2 adulti + 1 bambina di 4 anni per un totale di c.Ca €. 1.400,00. Soggiorno in un appartamento di un amico nella parte alta di Funchal.

Partenza giovedì 1° settembre e rientro sabato 10.

Il programma è stato “tarato” in considerazione della presenza di una bambina di 4 anni che rivendicava i suoi spazi e le sue necessità e, pertanto, si è innanzitutto eliminata la voce “musei” (memori di esperienze precedenti) che sarebbero finiti per diventare una tortura per tutti (sig!).

2° giorno – Giornata di ambientamento. Scendiamo a piedi (10 minuti) dal “nostro” appartamento in Rua Nova do Pina fino al centro di Funchal e facciamo una passeggiata sull’Avenida do Mar fino al porto (dove troviamo, tra l’altro, il famoso pallone panoramico che si alza 150 m per il piacere dei turisti ed i resti dello yacht appartenuto ai Beatles e trasformato in un ristorante).

Visitiamo la Cattedrale (Sé), in stile manuelino, costruita in tufo rosso e basalto nero con un soffitto in legno scolpito e avorio. Dopo diverse modifiche la chiesa iniziata nel 1438 fu definitivamente conclusa nel 1517. Puntata d’obbligo al pittoresco Mercato dos Lavradores situato in un edificio colonnato a due piani dove immortaliamo il famoso Espadarte portoghese (che non è pesce spada). Al pomeriggio decidiamo di concedere un paio d’ore ricreative alla bimba al complesso balneare Lido (meno di 2 euro a testa per gli adulti l’entrata); carina la piscina creata nel mare con le piattaforme galleggianti.

3° giorno – Prendiamo la teleferica (euro 9,50 il biglietto di sola andata per adulto) per Monte a 6 km dal centro; tragitto panoramico –vertigini mie a parte- di circa 10 minuti con vista impareggiabile sulla città.

Visita al Monte Palace Tropical Garden (euro 10 per adulto compresa una degustazione di vino) nel cui museo si possono ammirare 2 esposizioni: una di “sculture contemporanee dello Zimbawe” e l’altra di “minerali e gemme” (quest’ultima davvero molto bella). Una visita accurata dei giardini richiede parecchie ore; interessanti i 40 pannelli di piastrelle provenienti da palazzi, chiese e case private che descrivono eventi sociali, culturali e religiosi, i 2 giardini orientali, la raccolta di 166 immagini in terracotta intitolate “The Portuguese Adventure in Japan”, il vaso di ceramica più alto al mondo (nel Guinness dei Primati), le vasche con i koi fish (specie pregiata di pesci asiatici), la porta del 18° secolo con figure recanti le tavole dei 10 comandamenti, nonché, ovviamente, tutta la flora proveniente da ogni parte del mondo, comprese le tipiche piante della Laurissilva Forest (dal latino “foresta di lauro”occupa circa il 20% della superficie dell’isola, nella fascia compresa tra i 300 e i 1300 metri; originaria del Terziario –quando occupava un’area estesa del Mediterraneo- è ora limitata alla cosiddetta Macaronesia –Madeira, Azzorre, Canarie e Capo Verde e classificata dall’Unesco Patrimonio Mondiale nel 1999).

All’uscita del giardino c’è la Chiesa di Nossa Senhora do Monte –in agosto meta di pellegrinaggio- situata in cima alla famosa scalinata in fondo alla quale partono le discese con il carrinho de cesto, una slitta di legno guidata da 2 uomini che scendendo per la strada ripida riporta a Funchal. (Rigorosamente evitata per il prezzo e perché non ci sembrava niente di eccezionale). Ritorno quindi in autobus.

E’ sabato sera e scendiamo in centro per vedere tutte le animazioni previste per la Festa del Vino: concerti e spettacoli folkloristici ovunque; assaggi di vino (€1 al bicchiere); ricostruzioni di scene di campagna (ad esempio la spremitura dell’uva coi piedi). Anche la bimba si è divertita.

4° giorno – Un’amica maderense che parlava benissimo italiano, ci ha portato a Porto Muniz passando da Sao Vicente (parzialmente sepolto da una frana nel 1928) e transitando sulle vecchie stradine (a strapiombo) che costeggiavano il mare; dopo il bagnetto di Ely nelle famose piscine formatesi nella roccia (ora un po’ “ritoccate” peraltro, rispetto alle foto di qualche anno prima…), Dina (questo il suo nome) ci ha fatto pranzare a base di pesce (pargo) e trancio di tonno grigliati (i tranci che si comprano in Italia non sono la stessa cosa!) a Seixal in un ristorante (Brisa Mar) frequentato esclusivamente da locali.

Al ritorno, sempre facendo le strade ormai poco battute dopo la costruzione della via diretta (o tecnovia), ci siamo fermati a Cabo Girao segnalata come la seconda falesia più alta d’Europa (580 m.) per qualche foto di rito. Alle sera cena al Ristorante San Antonio (appena fuori Funchal) a base di “espetadas” (pezzetti di carne infilata in spiedini di legno di lauro e cotti alla brace, che vengono appesi folkloristicamente su dei supporti posizionati sopra ogni tavolo). Deliziosi.

5° giorno – Giornata soft: mattino riposo. Alle 15,00 partenza escursione sulla ricostruzione della Santa Maria di Colombo (26 euro per adulto) con avvistamento di delfini (che fortuna!), qualche minuto a vela (non credevamo che potesse veleggiare davvero…) e possibilità di bagno in mare. Rientro verso le 18,00. In realtà speravamo di vedere un po’ più di costa lontano dal capoluogo, perché Funchal vista dal mare non è eccezionale.

6° giorno – Finalmente ritiriamo l’auto a noleggio ma, tra una pratica e l’altra, (è il noleggio + caro che ci sia mai capitato di pagare: circa 50 euro al giorno per un’utilitaria; probabilmente conveniva prenotarla dall’Italia) riusciamo a partire solo verso le 11,00, destinazione: la costa sud dell’isola. Passiamo da Camara de Lobos -nome dato dagli esploratori Zarco e Teixeira per la forma della baia e la presenza all’epoca di leoni di mare- grazioso villaggio di pescatori scelto da Churchill come luogo di villeggiatura e sostiamo al vicino punto panoramico di Pico da Torre (205 m) dove c’è la funicolare che scende a strapiombo sulla riva del mare. Passiamo da Riberia Brava, ci fermiamo per fare delle bellissime foto dall’alto a Madalena do Mar e poi raggiungiamo Calheta, dove lasciamo giocare la bimba un paio di ore sulla spiaggetta di sabbia riportata rarissima a Madeira. Dopo uno spuntino ripartiamo per Ponta do Pargo: estrema punta ovest che prende il nome dal pesce sopra citato di cui sono ricche le acque dove c’è un paesaggio bellissimo, che ci soffermiamo ad ammirare sorseggiando un caffè nel bar situato di fronte alla terrazza panoramica.

Ritorniamo ripassando da Porto Moniz (che fotografiamo dall’alto) e prendendo poi la strada diretta per Funchal.

Alla sera ceniamo con Dina in un ristorante (O Fuso) a Cancela (poco fuori Funchal), con antipasti self service: ci viene servita una cesta piena di formaggi e salumi che ognuno si taglia a piacimento e carne cucinata sulla brace tipo roast beef all’inglese.

7° giorno – Tecnovia fino a Sao Vicente e poi vecchia strada panoramica della costa nord; superando Punta Delgada, arrivo a Santana e visita del Parco Tematico aperto nel 2004: sosta dovuta per la presenza della bambina; in realtà si tratta di un piccolo parco di divertimenti con qualche attrazione caratteristica (per esempio il cinema dinamico è ambientato nei paesaggi maderensi) e con un “circuito” sugli usi e costumi locali, la simulazione della scoperta dell’isola, la produzione del vino Madeira e la ricostruzione delle tipiche case con i tetti in paglia, gli originali li visiteremo nel pomeriggio in città. Proseguiamo fino a Canical, dove io do una veloce occhiata al piccolo Museo della Balena (dove si trovano miniature di barche e strumenti per la caccia alla balena, fotografie e filmati inerenti la preparazione della carne e l’estrazione dell’olio, nonché un’imbarcazione vera ed un modello di balena a grandezza naturale) mentre la bambina dorme in auto. Quando si sveglia siamo alla Ponta de Sao Lourenco. Definito uno dei paesaggi più selvaggi e vergini d’Europa è diventato Parco Naturale nel 1982 ed è costituito da una penisola lunga 9 km e larga 2 ricca di strapiombi mozzafiato sul mare. All’ora in cui tutti tornano…!? (le 16,00 circa) noi c’incamminiamo per il sentiero finché no diventa troppo difficoltoso per la bimba (1 oretta circa). Luca continua fino alla punta estrema raggiungibile a piedi e noi torniamo ad aspettarlo all’inizio del sentiero. Anche da lì lo spettacolo è comunque bellissimo! 8° giorno – Saliamo fino ai 1818 metri del Pico do Areeiro; lungo la strada ci fermiamo a fotografare l’effetto spettacolare delle nuvole basse al di sotto di noi mentre sulla cima c’è un cielo azzurro limpidissimo. Al nostro arrivo c’è anche un gruppo folkloristico cileno che ci fa immaginare di essere sulle Ande. Fantastico! Peccato non poter fare il percorso a piedi per raggiungere la cima del Pico Ruivo, il percorso è piuttosto impervio e lungo.

Pranzo con pic nic all’aperto a Ribeiro Frio nei pressi delle vasche per l’allevamento delle trote, con il tempo che intanto si guasta. Camminiamo per un’ora abbondante percorrendo un tratto -immerso nella lussureggiante foresta Laurissilva- della famosa Levada fino al punto panoramico chiamato Balcones: purtroppo è ormai scesa la nebbia e non si vede assolutamente nulla. Torniamo all’auto, dopo aver gustato un bicchierino di poncha (liquore a base di rum, miele e limone) e rientriamo.

9° giorno – Anche al punto panoramico Eira do Serrado (1095 m) da cui si dovrebbe vedere la vallata dove è situato Curral das Freiras (piccolo villaggio isolato annidato fra le montagne in un “calderone” di origine vulcanica) troviamo la bassa pressione e solo a sprazzi (di vento) intravediamo la spettacolarità che avrebbe la vista al di sotto di noi.

Ci troviamo poi con Dina in centro a Funchal per pranzare a base di “bachalau con natas” al Thaiti un locale frequentatissimo a mezzogiorno da impiegati e lavoratori del centro città; sorprendentemente delizioso il piatto: una specie di sformato con merluzzo, patate e panna appunto.

Nel pomeriggio visitiamo i Botanical Gardens situati su terrazzi a vari livelli nella Quinta do Bom Sucesso (che sovrasta la città), che presenta più di 2000 specie di piante, anche se Elisa dimostra di apprezzare più (ovviamente) la sezione dedicata ai pappagalli ed agli uccelli esotici.

Arriviamo invece troppo tardi per la visita del Forte Sao Lourenzo (XVI secolo), che offriva un’altra spettacolare vista dall’alto di Funchal.

Ultima cena (?) con Dina: abbuffata di pesce al ristornate Barquero in zona Lido. In realtà ci hanno portato talmente tanta roba che abbiamo avanzato il 50%.

Non riusciamo più a ricordare quando abbiamo visitato la Fortaleza Sao Tiago (XVIII secolo). All’interno si trovano un ristorante e diverse esposizioni. Niente di eccezionale.

Acquistati solo un graziosissimo golfino di lana fatto a mano ed una piastrella decorativa.

Tra i rimpianti: la visita delle grotte di Sao Vicente (serie di gallerie laviche di 400.000 anni fa); il Museo di Arte Sacra (tra i numerosi presenti a Funchal) e un’escursione all’isoletta di Porto Santo. Un discorso a parte meritano le Levadas; non poterne fare almeno una completa è stato davvero un peccato, perché sono il modo migliore di conoscere l’isola e ci sono percorsi di diversa durata e difficoltà.



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