Assaggio di Portogallo di con un saluto a Barcellona

Viaggio primaverile alla scoperta di Lisbona e Porto, con una sosta a Barcellona in omaggio a Gaudì
Scritto da: Cat&Ste
assaggio di portogallo di con un saluto a barcellona
Partenza il: 10/03/2014
Ritorno il: 16/03/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

Bem vindos em Lisboa

Pronti per la nostra gita primaverile, scegliamo come meta il Portogallo. Prenotiamo on line un volo da Torino a Lisbona con Alitalia-Tap, solo andata. Il programma prevede 4 giorni a Lisbona, trasferimento in treno a Porto, visita di due giorni poi da lì volo Ryanair per Barcellona, altra breve sosta, e rientro su Torino, sempre con Ryanair. Giro un po’ tortuoso, ma appaga la nostra fame di visite e ci permette di contenere il costo dei voli. Partiamo da Caselle in tarda mattinata e all’ora di pranzo siamo già a Lisboa. L’aeroporto è comodamente collegato al centro con la metropolitana, comoda ed efficiente. Scendiamo alla fermata “Anjos”, appena fuori dal centro (a due fermate da Baixa Chiado), dove ci attende l’Hotel Sete Colinas, prenotato su Booking.com. La stanza è semplice ma accogliente e pulita, il personale cortese, la fermata della metro a 30 passi dall’entrata dell’hotel. Ottimo rapporto qualità prezzo. La nostra esplorazione inizia da Plaza Marques de Pombal, con i suoi fantastici giardini. La vista dal punto più alto dei Giardini Edoardo I (sarà solo prima delle lunghe salite, preparate le gambe!) è meravigliosa e abbraccia tutta la città, fino al Tejo. Il primo impatto con il Portogallo è di grande effetto. Percorriamo l’ampia Avenida de Liberdade, con i suoi eleganti palazzi e teatri, l’atmosfera è molto piacevole. Raggiungiamo la centralissima Praça dos Restauradores con il suo obelisco e poi la bella e vivace Praça de D.Pedro IV, comunemente chiamata Praça Rossio. Qui facciamo uno spuntino presso la Confiteria Nacional e proviamo subito la specialità locale: i pasteis de nata, croccanti cestini di sfoglia ripieni di calda crema pasticcera e spolverati di cannella. Paradisiaci. Incontriamo nel nostro cammino l’affascinante Elevador S.ta Justa, un antico ascensore verticale (l’ultimo rimasto… gli altri elevadores sono delle specie di piccoli tram che percorrono le ripide salite del centro storico) che porta in Largo do Carmo. Colti dall’entusiasmo saliamo, ma ci rendiamo ben presto conto di aver fatto un errore: il prezzo del biglietto è di 5 Euro, un vero furto, considerato che la salita dura pochissimi minuti e che se avessimo fatto il biglietto giornaliero che copre tutti i mezzi pubblici (consigliatissimo! Costa solo 6 Euro) sarebbe stato incluso. Largo do Carmo è una piazzetta intima e rilassante e introduce nel cuore di Lisbona, il Chiado. Passiamo a fianco del Convento do Carmo, una struttura il cui tetto è crollato durante il terremoto del 1755 e che attualmente ospita un museo archeologico a cielo aperto. È già chiuso (sono le 17 passate) perciò procediamo oltre, fino al Miradouro São Pedro de Alcantara. La vista da qui è magnifica, ci sediamo su una panchina e ci godiamo romanticamente il tramonto, con il sottofondo di un chitarrista che si esibisce alle nostre spalle. Un inizio di vacanza perfetto. Ceniamo presso il ristorante “Tascardoso”, in rua Seculo 242. E’ un localino minuscolo (perciò o prenotate o venite qui prestissimo e con le dita incrociate) e spartano, consigliatoci da amici. Mangiamo enormi sardine alla griglia (che qui sono un must) e un altro pesce fantastico che però non comprendiamo se sia un’ombrina o qualcosa di simile (il proprietario parla solo portoghese e il cameriere che si impegna in un po’ di italiano non riesce a spiegarcelo bene), il tutto accompagnato da un’enorme insalata, verdure bollite, olive locali e vinho branco. Spendiamo 20 Euro in due, il rapporto qualità, quantità e prezzo è impareggiabile.

Lisboa das paixoes: il cuore storico dell’Alfama

Oggi la visita parte da Praça Martim Moniz, dove raggiungiamo il capolinea del famosissimo tram storico 28 (dopo aver fatto il Daily Pass per i trasporti!). Il caratteristico tram giallo ci porta in giro per il vero centro storico di Lisboa, sopravvissuto al terremoto, in stile medievale. Vicoli strettissimi in cui il tram passa a malapena (in alcuni punti si riescono a toccare i muri delle case sporgendo la mano dal finestrino… e le vecchine se non stanno attente al tempismo rischiano la vita ogni volta che escono di casa!), ripidissime scalinate e pittoresche piazze, costellano il particolare quartiere dell’Alfama. Facciamo tutto il giro fino al capolinea (vicino al cimitero), poi restiamo a bordo e torniamo indietro fino al Miradouro de Santa Luzia. Il panorama dalla terrazza è mozzafiato, con vista sui tetti, sui vicoli dell’Alfama e sul fiume Tejo. Bello il murales di azulejos (tipiche piastrelle di ceramica bianche e blu dipinte) sulla parete della Chiesa.

Con una piacevole passeggiata in discesa tra i vicoli (avremmo voluto salire al Castelo de São Jorge, ma la pigrizia ha la meglio, la salita è veramente impegnativa!) raggiungiamo la rinascimentale Igreja de São Vicente da Fora, imponente all’esterno, suggestiva all’interno con i suoi altari laterali (ingresso 4 Euro). Oggi è sabato, dunque il vicino Campo de Santa Clara ospita il celeberrimo mercato delle pulci chiamato “Feira da ladra”. Il mercato è pittoresco, caotico, pieno di cianfrusaglie e di personaggi originali, vale la pena farvi un giro, soprattutto con la piacevole temperatura che c’è oggi. Incontriamo la Igreja de Santa Engracia (o Panteao Nacional), con la sua grande cupola bianca. L’ingresso è a pagamento, ma in realtà se entrate nella biglietteria vedete già tutta la chiesa ancor prima di aver pagato… sbirciatina gratis! Pranziamo in zona presso il bar Novo Conceito, con qualche “petiscos”, ovvero gli antipastini locali simili alle tapas spagnole. Chouriço gustosissimo, batatas fritas, picapao (maiale in umido con olive) e formaggio di capra (12 Euro, vino compreso). La sosta ci conferisce nuova forza, dunque scendiamo fino in Praça do Comercio. Grande e scenografica, incorniciata da palazzi e affacciata sul Tejo, peccato per i lavori in corso che un po’ la deturpano. Visitiamo il vicino “Mude”, piccolo museo del design e della moda (ingresso gratuito), poi ci spostiamo in Rua Garret per una dolce sosta nel famoso Café Brasileira, salutando la statua di Pessoa seduta nel dehor, ma i pasteis de nata sono un po’ deludenti, freddi e senza cannella! Prendiamo la metro dalla fermata Baixa-Chiado fino a Avenida e ci godiamo una passeggiata rilassante tra gli alberi del Jardim Botanico (ingresso 2 Euro), in quasi totale solitudine. Torniamo a piedi al Bairro Alto, passando attraverso la piacevole Praça Principe Reial (fantastico l’albero secolare dei giardini!). Arriviamo (nuovamente) al tramonto al Miradouro Sao Pedro, dopo una tappa presso la pasticceria “Doce Historia” (lo so che la gola è un peccato capitale, ma non riusciamo ad esimerci dalle nostre esplorazioni gastronomiche) che propone particolari dolcetti conventuali. Ceniamo al Bairro Alto presso il ristorante “Sastcha”, consigliato da Tripadvisor. Il locale è accogliente, la qualità del cibo non male (noi assaggiamo un fantastico “polvo langreno” ovvero polpo affogato nell’olio d’oliva con aglio e un discreto risotto con vongole e gamberi), prezzo contenuto. Ricordatevi che gli antipastini che i ristoranti mettono sul vostro tavolo a inizio pasto non sono gentilmente offerti e se li consumerete vi verranno addebitati a fine cena. Non è una truffa, è abitudine comune. Ultima tappa culinaria prima del rientro: un gelato nella famosa catena “Amorino”. Gusto ottimo, ma 3 Euro e 50 per un cono piccolo? Discutibile.

Lisboa: il quartiere di Belem, la pioggia e il profumo di oceano

Prendiamo il tram numero 5 da Praça De Figueira, diretti al quartiere Belem, a qualche chilometro dal centro. Oggi è domenica e la torre di guardia è visitabile gratuitamente (fino alle 14, come molti altri monumenti). Il Tejo è suggestivo, incorniciato ora da pesanti nuvole ricche di sfumature e la bianca torre si staglia imponente nel cielo. Attendiamo l’apertura sotto una pioggerellina insistente, ma una volta entrati, per fortuna, ritorna il sole, che rende tutto ancora più bello. Il panorama è stupendo e i bastioni della torre affascinanti. Visita consigliata. Una volta usciti raggiungiamo a piedi con una breve passeggiata il Mosteiro dos Jeronimos, un vero capolavoro. La Chiesa è carina, ma il chiostro è spettacolare, con archi intarsiati in stile manuelino, un mix locale di gotico e rinascimentale. Vi perderete nei dettagli. Facciamo una capatina anche nell’antistante Colecçao Berardo (gratuita) che ospita alcune opere di arte moderna, una piccola galleria ben organizzata. In seguito pranziamo nella enorme, affollata e rinomatissima Antica Confitaria de Belem. Assaggiamo crocchette di vario tipo e poi ci buttiamo a capofitto sui loro tanto decantati pasteis de nata. Fantastici. E potete anche osservare da dietro le vetrate i pasticceri che ne sfornano in gran quantità.

Riprendiamo il tram fino a Cais do Sodré, poi la metro fino a Oriente, nella moderna zona del Parque de Naçoes. Ci infiliamo nel Pavilao do Conocemiento, un divertente e interattivo Museo della scienza, con l’intento di sfuggire alla pioggia. Ingresso 7 Euro. Il museo è carino e ci intrattiene per un paio d’ore, ma non è nulla di eccezionale in confronto ad altri simili visti in giro per il mondo. Ai bambini comunque piacerà. All’uscita la pioggia è finita e ci godiamo una spettacolare vista sull’oceano dal Teleferico, fino al ponte Vasco De Gama (biglietto di sola andata 4 Euro). A piedi raggiungiamo il centro commerciale, con una piacevole passeggiata in questa zona futurista e curata. Bello il giardinetto con grandi strumenti musicali a percussione per sfogare la propria indole artistica… da provare! Per cena ci spostiamo in centro. Il ristorante Santa Rita è situato dietro Praça da Figueira, in Rua Sao Mamede, dopo un tratto di salita da fiatone. È un locale piccolo e accogliente, a gestione familiare. Vi sentirete subito a casa. I prezzi sono popolari, le porzioni abbondantissime (noi abbiamo ordinato tutte mezze porzioni e non siamo riusciti a finire tutto!), il gusto ricco. Ci accolgono con clamari fritti di benvenuto, poi procediamo con una meixada de peixe e gambas (zuppa di pesce con pasta), arroz con polvo (riso al polpo) e per finire il loro famoso “bacalhau espiritual”, un pasticcio di baccalà, patate, cipolle e besciamella (spesa totale con vino incluso 25 Euro in due… incredibile). Una vera e propria maratona gastronomica, che ci porterà a raggiungere l’hotel rotolando (meno male che la strada di ritorno è in discesa!).

Lisboa: l’Oceanario e la movida del Bairro Alto

Stamattina è prevista la visita dell’Oceanario, uno dei più grandi acquari marini d’Europa (ingresso 16 Euro compresa l’esibizione temporanea attualmente dedicata alle tartarughe caretta-caretta). La parte delle tartarughe è bellissima, con tante vetrate, passaggi su pensiline di vetro con sotto l’acqua, stanze di osservazione incastonate nell’acquario, con le grandi tartarughe che guizzano sulla vostra testa. Emozionante. Anche la vasca centrale permanente dell’Oceanario è di grande impatto. Squali, barracuda, mante, pesci da branco, nuotano, si inseguono e lottano (vedremo uno squalo attaccare un altro pesce… impressionante!) davanti ai vostri occhi, mentre il percorso si snoda tutto intorno alla vasca permettendovi di coglierne ogni angolo, con affacci da più livelli. Bello. La seconda parte del percorso prevede vasche più piccole che riproducono diversi habitat, ma sono un po’ tristi rispetto al resto. L’unica vasca che ci conquista è quella delle lontre di mare, che sono davvero tenere, e si può rimanere per ore a guardare le loro buffe evoluzioni. Non per niente sono considerate il simbolo dell’acquario e la loro foto troneggia anche all’esterno. Vi conquisteranno.

Pranziamo nel centro commerciale Vasco Da Gama, poi torniamo al Barrio Alto, per visitare la Igreja de Sao Roque, un piccolo gioiello barocco. Tanto spoglia all’esterno, quanto riccamente decorata all’interno. Marmo di Carrara, avorio, oro, argento, ornano la ricca cappella laterale di San Giovanni Battista, costruita a Roma e trasferita poi a Lisbona. Un gioiello. Vorremmo poi visitare il Museu do Chiado, ma scopriamo tristemente che è chiuso il lunedì.

Torniamo dunque al Parque Eduardo VII per visitare la Estufa Fria e la Estufa Quente, serre di cui abbiamo letto su Internet. Con grande delusione camminiamo a lungo e non la troviamo!! Ci perdiamo tra i campi da tennis. Concludiamo il nostro piacevole soggiorno a Lisboa cenando nel locale della prima sera, e Tascardoso non delude! Viva il sapore rustico del Portogallo.

Porto: viva e raccolta

Prendiamo un treno “interciudades” dalla stazione Oriente, diretti a Oporto (24 Euro, solo andata). Dopo 3 ore di piacevole viaggio con ottima vista sulla campagna portoghese, raggiungiamo la stazione Campanha, a poche fermate di metro dal centro città. Il biglietto giornaliero della metro costa 4,50 Euro, ma non vale la pena, visto che il centro si può girare tranquillamente a piedi. Abbiamo prenotato per stanotte l’hotel “B&B Porto Centro”, consigliatissimo per il rapporto qualità prezzo e la posizione centrale (stazione della metro Sao Bento, oppure Bolhao se volete evitarvi l’impegnativa salita). Piove e fa un freddo pungente, la temperatura a Oporto è nettamente diversa da quella di Lisboa. Dopo aver lasciato le borse in hotel percorriamo con calma la centralissima Rua Santa Catarina (ed esce finalmente un po’ di sole), con tappa pranzo presso il mercado do Bolhao, un antico mercato rionale, un po’ decadente, ma con il suo fascino. Pranziamo in un pittoresco e spartano chiosco nel centro del mercato, il Pintainho. Il proprietario (che parla solo portoghese, ma si ingegna per farsi capire) è simpaticissimo e il cibo buono e casalingo, cucinato sul momento con il pesce del banco vicino. Mangiamo “lulas” (calamari) grigliati alla paprika, gustosissimi, e una zuppa tipica locale (il “caldo verde”, a base di patate, cavolo e cipolle). La spesa è irrisoria. Consigliato se volete provare un posto autentico, ma sconsigliatissimo se non avete spirito di adattamento.

All’uscita tappa dolcino nella buonissima Confetaira do Bolhao (proprio davanti all’ingresso principale del mercato). Facciamo una lunga passeggiata dalla Camara Municipal do Porto (piazza bellissima), lungo Avenida dos Aliados, fino alla Igreja do Carmo (bellissima con la sua parete ricoperta di azulejos). Porto è una cittadina piacevole, viva, accogliente, forse ci colpisce più di Lisboa. Saliamo sulla Torre dos Clerigos, simbolo della città (2 Euro). La salita è impegnativa, con tanti tanti scalini, ma la vista dalla cima ripaga la fatica. Peccato per il vento sferzante. L’attigua chiesa è piccola, ma carina, dateci un’occhiata. Facciamo una tappa nella vicina “Livraria Lello”, una libreria storica famosa per le sua scenografica scala. Il negozio è senza dubbio bello, ma i proprietari sono incredibilmente antipatici. Ti fissano in continuazione terrorizzati all’idea che tu possa scattare una fotografia non autorizzata, neanche fosse un crimine. Ci spostiamo poi verso la cattedrale, la Sé. Purtroppo è già chiusa, ma è bella anche da fuori, soprattutto la piazza antistante, con il panorama sui tetti di Porto. Visitiamo ancora l’antica Stazione di Sao Bento, famosa per i suoi azulejos, e raggiungiamo il ponte de Dom Luis I. Il tramonto sul fiume Douro da qui è spettacolare, con le case colorate della Ribeirinha da un lato e le cantine di Vila Nova da Gaia sull’altra sponda, una cartolina. Saliamo fino al Miradouro do Mosteiro da Serra do Pilar. È un po’ una sfacchinata, ma il panorama, soprattutto a quest’ora è magico e ci riempe gli occhi. Torniamo nel quartiere Ribeirinha, che illuminato è molto suggestivo, con il fiume davanti. Però c’è pochissima gente e molti locali sono chiusi, probabilmente a causa della bassa stagione. Ceniamo in un ristorantino un po’ anonimo davanti al Palazzo della Borsa.

Porto: vino e cultura

Iniziamo la giornata con una indimenticabile colazione alla Cafeteria do Bolhao (vedi consiglio di ieri). Camminiamo fino al Palacio de Bolsa, ma la prima visita guidata (in inglese) è disponibile solo a mattinata inoltrata (e non si può entrare senza guida), perciò prenotiamo e facciamo una passeggiata nei dintorni, tra vicoli, salite, discese e un asettico museo del vino. La visita al Palazzo della Borsa è molto bella e vale i 7 Euro spesi (40 minuti di tour). Vediamo sale curatissime e riccamente decorate, piacevolmente intrattenuti dagli aneddoti della guida.

Al termine del giro cambiamo sponda del fiume e raggiungiamo Vila Nova da Gaia, patria delle cantine produttrici di Vinho do Porto! Utilizziamo per la discesa la divertente teleferica, che regala una fantastica visuale sul fiume. Il tragitto andata e ritorno costa 8 Euro, comprensivo di degustazione presso la cantina “Quevedo”. Il vino è ottimo e… forte! Usciamo oscillando, anche perchè siamo a stomaco vuoto… consigliamo la degustazione dopo pranzo. Torniamo indietro in teleferico, attraversiamo il ponte a piedi e torniamo al mercato del Bolhao, dal nostro amico Pintainho, per gustare ancora un po’ di Porto antica. Mangiamo orata grigliata e crocchette di baccalà appollaiati al bancone (fuori fa troppo freddo) davanti al sorriso aperto del proprietario. Recuperate le valigie in hotel ci rechiamo in aeroporto. Dopo un’assurda attesa per l’imbarco fuori, al freddo, sotto la pancia dell’aereo, partiamo per Barcelona, la nostra ultima meta. Arriviamo alle 22.30, prendiamo il treno Renfe per Passeig de Gracia (3,80 Euro, circa mezz’ora), dopo una lunga camminata. Usciti dalla stazione camminiamo ancora, alla cieca, visto che la stazione della metro non segnalata. Dopo alcune approssimative segnalazioni e unendo le forze con i nostri colleghi di treno raggiungiamo la fermata e ci spostiamo fino a Jaume I, dove ci attende l’Hostal Levante. La posizione è ottima, a pochi passi dalla Rambla, nel cuore del Barrio Gotic. La stanza è spartana, ma pulita. Il prezzo basso per la media barcelloneta (comparato con i prezzi del Portogallo resta comunque alto!). Stanchi morti crolliamo senza cena.

Barcelona poderosa: a spasso con Gaudì

Iniziamo la giornata con gli ottimi churros appena fatti della Xurreria del Barri Gotic (Carrer dels Banys Nous) e la cioccolata della vicina Granja, tanto decantata dalla guida quanto deludente (e cara… quasi 3 Euro per un bicchierino da caffè), però il locale è molto caratteristico. Prendiamo la metro a Liceu e ci dirigiamo a Diagonal, per visitare Casa Milà (anche detta la Pedrera), uno dei capolavori di Gaudì. L’ingresso costa 15 Euro e non è più nelle promozioni multi-museo (maledetti). La casa è bellissima, un vero e proprio condominio curato in ogni dettaglio (cancello di ingresso, scale interne, finestre…). È possibile visitare anche uno degli appartamenti, con arredi d’epoca. Ma la parte migliore è la terrazza sul tetto, con tanti buffi comignoli dall’atmosfera fiabesca, che si stagliano in un cielo che oggi è blu che più blu non si può.

All’uscita ci concediamo un giro nel grande negozio di design “Vinçon”. Bello e caro. Riprendiamo la metro fino a Vallcarca, poi ci impegnamo in salite e scale fino alla cima del Parc Guell. Il Belvedere è fantastico, non aggiungo altro, godetevelo. La passeggiata continua in tutto il bellissimo e fiabesco parco, da gustare in ogni suo angolo. Belli i viadotti, la terrazza coperta di maioliche colorate, la sala Hipostila, gli animali mosaicati. E dagli alberi cinguettano decine di pappagallini verdi (ma da dove arrivano??). La casa museo Gaudì posta all’ingresso principale del parco purtroppo è chiusa per lavori in corso, perciò niente visita. L’ingresso del parco al momento è ancora gratuito, ma so che presto diventerà a pagamento. Dopo una lunghissima e sfiancante camminata raggiungiamo la fermata della metro Lesseps e da lì torniamo sulla Rambla. Ci tuffiamo nel Mercado della Boqueria, un tripudio di colori, profumi, cibo e turisti. Spizzichiamo specialità qua e là nei vari stand (jamon serrano, formaggi di capra, crocchette, totani fritti, succhi di frutta naturali…). Una soddisfazione.

Riprendiamo la nostra passeggiata sulla Rambla in direzione Mirador de Colon, con una sosta nella aristocratica Plaça Reial, fino alla Rambla del mar. Camminiamo instancabili fino alla Barceloneta e alla spiaggia di San Sebastià. L’oceano ondeggia vigoroso e il sole splende sulla sabbia dorata. Mangiamo un gelato da Vioko, che propone gusti originali (come crema catalana e zabaione al porto) e dosi enormi. Facciamo tutto il percorso a ritroso con il vento a sfavore fino al centro commerciale Mare Magnum per la mia sosta nell’outlet di Desigual. Ceniamo in zona El Born presso “Tapeo anem de Tapas”, un fantastico bar che propone specialità catalane. Assaggiamo la famosa bomba catalana (una grande crocchetta di patate ripiena di carne con salsa piccante), melanzane fritte al miele e limone, sardine fenomenali e la fideua negra (una versione locale della paella con capelli d’angelo al posto del riso e il nero di seppia). Tutto ottimo e annaffiato da vino bianco e cava (spumante). Conto totale 39 Euro in due ben spesi.

Barcelona: Ciudad Vella, Picasso e lo shopping

Dopo una ricca colazione presso il Forn del Pi con due ensaimadas giganti (grandi girellone di pasta lievitata) facciamo una piacevole passeggiata nella Ciudad Vella. Visitiamo la grande cattedrale, sontuosa e cupa e il chiostro con alberi, fontane e oche, suggestivo e raccolto (ingresso gratuito, si pagano 2,50 Euro per accedere al coro e alla terrazza). Facciamo una breve ricognizione al moderno e colorato Mercado di Santa Caterina (decisamente meno coinvolgente della Boqueria), poi entriamo nel Museo Picasso (ingresso 11 Euro), un’esposizione molto interessante, con pochi quadri noti ma che permette di comprendere l’evoluzione artistica di Picasso nel corso della sua carriera. Uscendo visitiamo l’elegante Santa Maria del Mar, con le sue vetrate colorate ed arriviamo in Passeig de Born. Pranziamo nuovamente alla Boqueria con fantastico jamon e degustazioni di formaggi (chiedete ai venditori di tagliarvi dei piccoli pezzi per assaggiarne più qualità, lo faranno di buon grado).

Nel pomeriggio passeggiamo nel caratteristico quartiere Raval. Vorremmo visitare l’esposizione gratuita ospitata nell’Hospital de Santa Creu, ma purtroppo è chiuso per la pausa pranzo, quindi ci limitiamo a sbirciare il bel cortile interno con i sui alberi di arancio e i tanti studenti. Cerchiamo tra le viuzze perpendicolari alla Rambla il Palau Guell (Carrer Nou de la Rambla), uno dei primi progetti di Gaudì. Sobrio, ma con comignoli coloratissimi. Sulla Rambla del Raval scattiamo numerose foto con il “Gato” ciccione di Fernando Botero, poi procediamo fino a Plaça Catalunya e ci perdiamo tra i palazzi eleganti e i negozi di lusso del Passeig de Gracia. Vediamo la facciata della celeberrima Casa Batllò, bella e originale, ma un po’ schiacciata dai palazzi adiacenti. Bella anche Casa Amatller, proprio a fianco dell’opera di Gaudì, un elegante palazzo modernista.

Facciamo una pausa cioccolatosa da Cacao Sampeka (carrer del Consell de Cent angolo Rambla de Catalunya), dove acquistiamo ottimi cioccolatini ripieni con accostamenti particolari (ad esempio curry, ananas e cocco, tartufo nero di bosco… 1 Euro l’uno, con splendide confezioni regalo).

Infine raggiungiamo la nostra ultima meta architettonica: Casa Calvet, il primo edificio residenziale di Gaudì e anche il suo progetto più convenzionale e lineare (non includeremo nel nostro giro gaudiano la Sagrada Familia solo perchè l’abbiamo già visitata in una precedente toccata e fuga in città, ma se per voi è la prima volta a Barcellona non potete perdervela perchè è pazzesca). Voltandomi scopro casualmente di fronte al palazzo un cartellone promozionale Desigual che recita “Desigual Chollo Days”. Trascino dentro il mio recalcitrante marito e scopro il paradiso. In un grande loft c’è una pazzesca svendita di prodotti Desigual delle passate collezioni (ma anche prototipi di capi mai usciti e campionari) a prezzi mai visti. Scopriamo inoltre che in un’altra sala c’è un party gratuito con Dj Set, cibo e alcol, tanto alcol. Amo questa viva, imprevedibile, festaiola città! Dopo questo ben di Dio, carichi di borse di acquisti e un po’ brilli, andiamo a cena alla Paradeta (in Calle Commercial), consigliatoci da un amico che vive qui. È una pescheria, in cui scegli il pesce che vuoi, lo paghi a peso, e te lo cuociono sul momento. Semplice e spartano, cibo ovviamente fresco e ottimo, costi contenuti, ma tanta coda. Arrivate presto! La nostra vacanza Portoghese-Ispanica si conclude qui, nella movida del Barri Gotic, con un aereo in partenza domattina presto.



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