Azzorre e …

Eccoci qui, estate 2002, a parlare della nostra vacanza. Come sempre la scelta della destinazione è parte integrante e sicuramente tra le più belle del viaggio. Per chi ha letto il mio precedente resoconto di viaggio, saprà che nel 2000 eravamo stati alle Hawaii, dove oltre alla bellezza delle spiagge e del mare, avevamo apprezzato una bella...
Scritto da: Davide Nicoletti 2
azzorre e ...
Partenza il: 21/07/2002
Ritorno il: 04/08/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Eccoci qui, estate 2002, a parlare della nostra vacanza.

Come sempre la scelta della destinazione è parte integrante e sicuramente tra le più belle del viaggio.

Per chi ha letto il mio precedente resoconto di viaggio, saprà che nel 2000 eravamo stati alle Hawaii, dove oltre alla bellezza delle spiagge e del mare, avevamo apprezzato una bella visita in un museo sulla caccia alla balena nonché la sede della Pacific Whale Foundation (www.Pacificwhale.Org) da cui abbiamo appreso un’infinità di notizie sulle balene. Purtroppo però non era il periodo di passaggio delle balene e quindi non abbiamo potuto fare l’esperienza di un incontro ravvicinato con queste creature.

Tornando alla scelta delle Azzorre, le balene hanno influito in modo decisivo, infatti tra luglio e agosto è proprio il periodo migliore per avvistarle.

Programmando una vacanza di due settimane, abbiamo voluto includere anche un soggiorno in Alentejo, zona del Portogallo che non avevamo ancora visitato.

Come sempre abbiamo cercato di sfruttare le risorse della rete sia per i trasporti che per i pernottamenti. Diciamo subito che i problemi più grandi li abbiamo avuti nel trovare in rete Hotel. Residence o quant’altro; ciò a testimonianza del fatto che (fortunatamente!!) sono isole non frequentate dal turismo di massa. Alcuni hotel li abbiamo prenotati via fax, altri tramite internet, ma attraverso operatori internazionali (con il risultato che abbiamo speso molto più di quanto avrei pagato direttamente in hotel). Però non ce la siamo sentita di arrivare senza un hotel di riferimento, nel complesso direi che è andata bene lo stesso.

C’è da dire che noi abbiamo optato per gli hotels, ma la scelta è ampia va dagli hotel, ai residences, belli anche le Pousadas e gli Estalagen, antiche dimore adattate ad alberghi (gli Estalagen sono categoria lusso), oltre anche al turismo rurale.

Dunque, le Azzorre sono un arcipelago di 9 isole sperdute, nel vero senso della parola, in mezzo all’Oceano Atlantico (3500 Km dalla costa americana, e 1300 Km dalla costa europea). I principali visitatori quindi sono marinai e velisti che fanno tappa durante la traversata oceanica.

Le isole principali che abbiamo incluso nel programma sono tre: Sào Miguel, Faial e Terceira, spiegherò i motivi e le caratteristiche in seguito.

Abbiamo pianificato così i nostri 15 giorni di vacanza: 1° giorno Italia (Pescara-Milano-Lisbona-Sào Miguel) 4 notti a Ponta Delgada ‘capitale’ delle Azzorre; 5° giorno (Sào Miguel-Terceira) 3 notti ad Praia da Victoria; 8° giorno (Terceira-Faial) 2 notti ad Horta; 10° giorno (Faial-Sào Miguel-Lisbona-Setubal) 4 notti a Setubal; 14° giorno (Setubal-Lisbona) 1 notte a Lisbona; 15° giorno (Lisbona-Milano-Pescara).

Dobbiamo dire che la valutazione che abbiamo fatto per i giorni di permanenza si è rivelata corretta, si sarebbe potuto se mai allungare di un giorno la permanenza a Faial per poter visitare l’isola di Pico.

Iniziamo col dire che uno dei motivi per cui le Azzorre sono relativamente esclusive, o quantomeno difficili da raggiungere, è perché non ci sono voli charter diretti. Infatti l’unica compagnia che collega le isole ai continenti è quella locale SATA; sul suo sito (www.Sata.Pt) è possibile informarsi sui voli e su particolari offerte. Noi abbiamo acquistato i biglietti tramite la nostra agenzia di viaggi, anche perché i prezzi confrontati con quelli trovati su internet erano gli stessi. C’è da dire che mentre scriviamo, abbiamo visto che adesso facendo la prenotazione attraverso il sito, si usufruisce di uno sconto del 5% (da non buttar via). SATA International collega Ponta Delgada a Lisbona con diversi voli, quindi non rimane che scegliere un volo comodo (e magari economico) dall’Italia per Lisbona; mentre la SATA Açores si occupa dei voli tra le isole.

Attraverso internet abbiamo provveduto a prenotare su ogni isola una macchina a noleggio di compagnie locali; l’uso della macchina è assolutamente consigliato per poter raggiungere con la necessaria libertà ogni luogo dell’isola visitata. La compagnia che abbiamo contattato ha il proprio sito (www.Ilhaverde.Com) dove è possibile conoscere i prezzi e prenotare, il servizio è risultato efficiente e tutto sommato economico. Per quanto riguarda gli hotel, come detto di difficile reperimento, siamo stati abbastanza fortunati nell’individuare a Sào Miguel un Hotel situato in una posizione più che tranquilla, con un ottimo comfort ed un’atmosfera familiare. L’Hotel si chiama Caloura (www.Calourahotel.Com) e attraverso il sito è possibile effettuare la prenotazione (vista la piccola differenza di prezzo, consigliamo le camera in classe A decisamente meglio della B), la colazione era ottima!!!! L’unica considerazione da fare è che l’hotel si trova ad Agua de Pau, a pochi chilometri da Ponta Delgada, in un golfo un po’ nascosto e se si arriva di notte (come è successo a noi), le difficoltà per ritrovarlo sono alte. Ribadiamo però che tanta difficoltà e ripagata dal posto magnifico (indispensabile la macchina).

La lingua ufficiale è ovviamente il portoghese, ma è parlatissimo l’inglese, comunque ci si capisce; ma non aspettatevi qualcuno che parli italiano, di italiani ce ne sono veramente pochi anche d’estate.

Se è vero che soprattutto per i voli la spesa non è indifferente, sappiate che la vita nelle Azzorre ha costi decisamente competitivi; in Portogallo (continente) sia per mangiare, che per gli acquisti è decisamente più caro. L’Euro toglie un poco la poesia del cambio valuta nei paesi stranieri, ma indubbiamente è una comodità anche e soprattutto per fare confronti immediati con i nostri prezzi.

Il fatto che non siano posti sviluppati per il turismo di massa (e speriamo che così rimanga) procura alcune difficoltà pratiche: una di queste è la carenza di ristoranti, ma se vi armate di pazienza, li troverete e non avrete problemi ad apprezzare la cucina locale; ovviamente soprattutto a base di pesce.

La prima impressione che avrete di queste splendide isole è l’immensità e la cura del verde dell’isola Dovete sapere che la prima attività dell’isola non è la pesca, come verrebbe spontaneo pensare, ma l’allevamento di mucche da latte. Le giornate degli abitanti locali sono scandite da orari legati a questa attività, vedrete andare in giro un’infinità di pick-up (di legno), o ancora carrettini con asini che al mattino vanno a sfamare le mucche lasciate libere tutto il giorno negli infiniti pascoli recintati solo da siepi di ortensie (azzurre, ma questo lo sapevate vero?) alte anche due metri, e verso sera un viavai dei soliti carretti con ancora i bidoni di alluminio per il latte. A Sào Miguel abbiamo visto un enorme stabilimento di lavorazione del latte della Nestlè. Abbiamo già detto del verde ovunque presente, vengono curati con attenzione anche i bordi delle strade fuori città, cosa che da noi è pura utopia. Sào Miguel è l’isola più grande delle Azzorre. La città principale Ponta Delgada, al cui aeroporto approderete arrivando da Lisbona, in verità non è molto bella. Il motivo è molto semplice, essendo tutta l’isola un immenso pascolo con paesini formati da quattro case e una chiesa, tutte le attività commerciali si svolgono a Ponta Delgada. Il risultato è un traffico caotico in una città le cui vie non sembrano fatte per supportare tanto movimento. Ovviamente ciò non deve farvi rinunciare ad una sua vista, di angoli affascinanti ce ne sono parecchi. Inoltre in città è più facile trovare ristoranti o validi alternative. A tal proposito merita segnalare che lungo la vie del centro, ci sono alcune panetterie con tavolini in grado di prepararvi al volo dei panini succulenti ed economici che, per esempio, per un pranzetto veloce sono l’ideale.

Le attrattive dell’isola sono tante, segnaliamo tra queste: le ‘Caldeiras di Furnas’ in pratica una zona con un uno splendido panorama dove vi sono piccole pozze d’acqua bollente sulfurea riconoscibili anche da lontano grazie ai pennacchi di fumo, vicino ad un laghetto.

A Furnas caratteristiche e da assaggiare le pannocchie cotte in queste pozze dai proprietari di bancarelle. Ovviamente c’è anche un attrezzato centro termale. Una visita la merita sicuramente il Parco botanico di Furnas, un’oasi di rara bellezza e al cui interno offre anche la possibilità di fare un bagno in una laghetto artificiale caratterizzato dall’avere l’acqua di colore giallo a causa dell’alta concentrazione di minerali (con l’avvertenza però che i colori del vostro costume da bagno sono in pericolo), frequentatissimo fino a sera dai ragazzi del posto. Alla chiusura serale del parco, se vi siete trattenuti oltre, verrete fatti uscire attraverso il O TERRA NOSTRA GARDEN HOTEL (www.Bensaude.Pt), bell’hotel con una posizione invidiabile essendo inserito all’interno del parco stesso.

Uno dei punti più famosi e fotografati dell’isola è senz’altro ‘Lagoa das Sete Ciutadès’, un enorme cratere vulcanico con all’interno due laghi naturali di due colori diversi pur essendo comunicanti con intorno un verde sfolgorante spezzato solo da siepi altissime di ortensie azzurre. La vista dall’apice del vulcano facilmente raggiungibile è stupenda, inoltre per gli amanti delle passeggiate, partono da qui sentieri bellissimi che attraversano tutto il cratere.

Lo ‘sport’ preferito dai pochi turisti presenti, è il giro dei miradouri, come dice la parola, sono punti da cui si possono ammirare panorami con scenari di indiscutibile bellezza Come dicevo, il motivo che ha fatto delle Azzorre la nostra meta, è la possibilità di vedere le balene nel loro passaggio sotto costa. In tutte le isole ci sono organizzazioni disposte a portarvi in mare promettendovi “l’incontro”. Abbiamo imparato a nostre spese però che Sào Miguel non è l’isola ‘preferita’ dalle balene. La nota lieta è che le agenzie principali che effettuano queste escursioni, sono principalmente a scopo benefico. I fondi vengono utilizzati per gli studi sui cetacei, a Faial sono gli studenti della facoltà specifica sullo studio oceanografico che effettuano come volontari queste escursioni. Ogni escursione viene preceduta da una spiegazione più o meno approfondita sui vari tipi di cetacei (Balene, capidogli, delfini, ecc.) e con la proiezione di un video. Quindi una volta bardati di giubbino salvagente, si parte con un gommone alla ricerca dei nostri amici. Dicevamo che Sào Miguel non è il luogo migliore per quest’escursione, infatti non siamo riusciti ad avere contatti con balene, però non è stata un’uscita a vuoto. L’incontro con diversi tipi di delfini è stato entusiasmante.

Se vi resta ancora il tempo per un’altra escursione, dovete fare una visita alla piantagione di the (cha in portoghese) che è posta alla parte opposta di Ponta Delgada. Oltre a vedere un panorama eccezionale con distese di filari di the, divisi sempre dalle immancabili ortensie, avrete l’opportunità di visitare la fabbrica (La gorreana) in piena attività. Gusterete i vari tipi di the e potrete assistere liberamente al confezionamento fatto ancora a mano da signore che non distoglieranno la loro attenzione nonostante la vostra visita. Agli intenditori possiamo anche dire che la qualità di questo the è ottima.

Tornando indietro, con gli acquisti fatti a “La Gorreana”, potete anche fermarvi vicino Ponta Delgada a visitare la coltivazione di ananas, con innumerevoli serre che contengono dalla piantina verde fino ad arrivare a quelle con i frutti già pronti. Siamo pronti per partire alla volta di Terceira. Il volo fatto con degli efficienti 737, dura circa 50 minuti, questo vi dice quanto sembrino vicino le isole, invece.

Il nostro hotel, prenotato tramite internet, è il Varandas do Atlantico a Praia da Vitória (www.Viaoceanica.Com/varandas/), anche questa una discreta sistemazione prospicente la bella spiaggia di sabbia. Vorrei aprire una parentesi, le Azzorre come quasi tutte le isole dell’Atlantico, non sono l’ideale per i bagni, neanche nel periodo estivo. Infatti l’acqua ha temperature molto basse rispetto alle nostre abitudini e ci va molto coraggio per farsi una nuotata; però non impossibile.

Terceira, “l’isola verde”, deve il suo soprannome a pascoli infiniti e vulcani tappezzati di vari colori. Oltre al ‘solito’, si fa per dire, giro per i miradouro; assolutamente da visitare Angra de Heroismo, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, per i suoi edifici storici e le sue chiese stupende. Da visitare il mercato coperto, la cattedrale e i vecchi uffici della borsa, peraltro tutti vicini tra loro. Non perdersi neanche la vista dal Monte Brasil, chiamato così per la sua somiglianza al più famoso ‘Pan di Zucchero’. Meritano una visita anche le grotte scavate sotto un vulcano ad Algar do Carvão. Impressionante il tunnel costruito artificialmente che porta nelle viscere. Compreso nel biglietto un utilissimo impermeabile che ripara anche dal freddo. Va detto che la parte più bella è l’interno del cono del vulcano, con una vegetazione impressionante.

Tornando verso Praia, abbiamo fatto una sosta a Biscoitos, un caratteristico luogo in riva al mare con formazioni laviche curiose (da qui il nome) e tra cui si sono formate delle piscine naturali, affollatissime dai locali per i bagni.

Incontriamo anche un ‘museo del vinho’, ma noi astemi, decidiamo di saltarlo.

L’isola è caratteristica anche per i suoi ‘Imperios’, sono delle piccole e coloratissime cappelle generalmente site in prossimità delle chiese. In epoca passata in contrapposizione alle feste cattoliche, veniva eletto un ‘imperior’ e festeggiato come se fosse il vero protettore della città. Ne sorgono veramente di tutti i colori, dal rosa al viola, dal verde all’azzurro.

I colori sono una costante anche per le bellissime abitazioni coloniali sparse nell’isola. Sono tantissimi gli emigrati in America che tornano e costruiscono residenze da sogno.

Girando per l’isola abbiamo avuto la fortuna di assistere alla corrida à corda : una corrida fatta nelle vie del paese ma con il toro legato da una corda tenuta da quattro pastori in costume tipico, i quali decideranno dove e contro chi lanciare il toro. Le punte delle corna vengono coperte da tappi in ottone, la tradizione vuole che il temerario che riesca a toccare le punte (senza farsi incornare) avrà un anno di felicità in amore. Queste corride, che terminano senza tori uccisi al massimo ammaccati, durano un intero pomeriggio perché si inizia con un toro ‘calmo’ fino ad arrivare al più nervosetto. Esiste un calendario dei luoghi più famosi dove viene effettuata, ma per noi è stata una autentica ed inaspettata sorpresa.

Passa il tempo e dobbiamo già spostarci su quella che sarà la nostra ultima isola: Faial.

Faial, l’isola azzurra (chiamata così per le ortensie, qui veramente tante), è l’isola dei marinai, e (finalmente) delle balene. Arrivati ad Horta, il capoluogo, la prima cosa che colpisce è il porto pieno di barche a vela di tutte le nazionalità, la tradizione vuole che ogni equipaggio di passaggio debba disegnare un murales lungo il molo. Il risultato è un muro colorato e lungo, con disegni anche bellissimi.

Questa è l’isola dove abbiamo trovato maggior difficoltà per la sistemazione. Abbiamo alloggiato per le due notti programmate in un hotel, Hotel Horta. Anche se avevamo una splendida vista su Pico, isola di fronte con il vulcano più alto e che è anche la montagna più alta del Portogallo, e i suoi romantici tramonti, non ci sentiamo di consigliarlo. A parte la ‘fregatura’ di averlo potuto prenotare solo tramite un network internazionale (addirittura australiano); abbiamo pagato molto più del reale prezzo della camera per avere un di quegli hotel eleganti ma asettici al quale non siamo abituati. Considerato il poco tempo da passarci e la bellezza dell’isola, comunque non ci ha rovinato la vacanza.

Dopo l’esperienza di Whale Watching fatta a Sào Miguel, non eravamo dell’idea di fare un altro tentativo. Casualmente siamo capitati nell’ufficio/negozio di un gruppo di studenti universitari (Espaço Talassa http://www.Espacotalassa.Com/) che organizzavano le escursioni (e le vendite) a scopi benefici. Scettici abbiamo chiesto della reale possibilità di un incontro con le balene; stupiti ci hanno mostrato un calendario con segnati tutti i tipi di cetacei avvistati giorno per giorno: ogni giorno erano stati avvistate diverse balene e capidogli. Ci siamo fidati, e a ragione. Siamo partiti il giorno dopo, sempre dopo una più interessante lezione e nuovamente bardati con salvagenti, su un gommone ancora più attrezzato (è importante dire che ogni gommone carica circa 12 persone, non partono più di 2 gommoni per volta perché una delle limitazioni imposte per la salvaguardia della specie e del mare, è la presenza di un numero molto limitato di barche vicino alle balene e, purtroppo, a circa 50/100 metri di distanza da queste). A chi si chiede come decidere la direzione da prendere è facilmente spiegato: grazie alle colline presenti lungo il perimetro dell’isola e sulle cui sommità sono posizionati dei gabbiotti con personale munito di potenti binocoli, il pilota riceve in tempo reale via radio gli avvistamenti. Per raggiungere i cetacei nel minor tempo possibile i gommoni hanno motori potentissimi. Dopo aver incontrato i soliti simpatici delfini, siamo arrivati in un punto dove ci siamo fermati (con noi altri 3 mezzi) e con la nostra curiosità, non vedevamo niente. Ci è stato spiegato che le balene vengono in superficie con i loro spruzzi per circa 5 minuti, dopodiché si tuffano e restano sotto per oltre 45 minuti; ecco spiegata la nostra attesa. Finalmente si vedono gli spruzzi (ovviamente il primo è stato la nostra guida), ci siamo avvicinati giusto in tempo per vedere due capidogli (probabilmente madre e figlio) che dopo un ultimo spruzzo, si tuffavano coda all’aria seguite da uno spontaneo applauso e commozione di tutti i partecipanti. Dopo altri due tentativi, scarsi, ere ora di tornare alla base (Eravamo a circa 5/6 miglia dalla costa, il tutto è durato oltre 4 ore, pause di attesa comprese). Il ritorno non stato dei migliori, infatti ci trovavamo nel canale tra le isole di Pico e Faial con correnti e onde altissime (letteralmente volavamo) e in più pioveva, quindi acqua sopra e sotto. Ma tanta allegria e felicità.

Faial è un’isola più piccola e quindi facile da girare. Le cose principali sono i resti della più recente eruzione vulcanica dove oltre al cratere si possono vedere i resti di un faro e di alcune abitazioni bruciate dalla lava. E’ ancora un paesaggio lunare, senza vegetazione con una polvere lavica finissima che finisce fino in mare, bellissimo.

Una segnalazione va fatta anche per Porto Pim, i lettori di Tabucchi sapranno. A poca distanza dal porto di Horta, che tra l’altro possiede uno dei moli commerciali più lunghi di Europa, c’è un piccolo vulcano collegato da un istmo all’isola e dalla cui sommità c’è una bellissima vista su Porto Pim, una baia sabbiosa vecchio quartiere di marinai, uno scenario molto romantico.

Un’ultima annotazione, ma non in ordine di importanza, va fatta al ‘Peter Cafè Sport’ (ha anche un sito www.Petercafesport.Com), un vecchio locale ritrovo da sempre dei marinai che lo utilizzano per lasciare i messaggi agli altri marinai di passaggio. Ha al suo interno anche un piccolo museo di articoli fatti in osso di balena, e affianco ha anche un negozio di souvenir e magliette personalizzate belle, di qualità e molto meno care che nel resto del Portogallo. Se siete improvvisamente rimasti senza pellicole, il Peter Cafè ne ha, ma preparatevi ad un salasso. Se avete bisogno di francobolli, il Peter Cafè ce li ha. Pare Che tutta Horta giri intorno a questo locale. Sedetevi ad una delle tavolate, magari avrete affianco un famoso navigatore; e gustate a prezzi modici i piatti preparati dalla cucina sorseggiando una birra fresca. E’ emozionante anche solo entrarci.

Le Azzorre sono rimaste per noi, un’oasi di pace e tranquillità, dove tornare ai tempi della vita in campagna ma con tutte le comodità dei nostri tempi. Non sarebbe veramente niente male passarci parte della vita , chissà?! Per finire siamo ripartiti da Faial per Sào Miguel da dove ci siamo imbarcati per Lisbona. Ci attende l’Alentejo, ma questa è un’altra storia.

Molte delle informazioni raccolte per il nostro viaggio, potete leggerle sul sito www.Portalacores.Com dove sono presenti anche delle bellissime foto.

Le foto allegate al racconto invece le abbiamo fatte noi.

Come sempre, visto anche il successo ottenuto dall’altro racconto, siamo a disposizione per tutte le informazioni del caso.

Al prossimo racconto Davide e Nadia fissi@tiscali.It



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