Fattoria di Arlecchino

Viaggio a Casal Cermelli
Scritto da: Francesca Bertha
fattoria di arlecchino
Partenza il: 28/05/2010
Ritorno il: 30/05/2010
Viaggiatori: 6
Spesa: 500 €
Il verde pastello dei campi di grano di inizio estate, il rosa dei fiori che ci sorridono da ogni giardino, l’azzurro del lago per gli appassionati di pesca sportiva, il rosso dei mattoni dei palazzi più antichi del centro, il bianco del muro di una cappella: arrivare a Casal Cermelli è come incontrare Arlecchino, si viene subito avvolti in un mondo allegro e colorato, dal sapore rurale. Lo sguardo può volare liberamente per chilometri e chilometri, incontrando delle cascine che da lontano sembrano uscite dal disegno di un bambino, mentre si viene distratti solo da qualche gazza sicura di sè che attraversa la strada davanti alla nostra auto.

Siamo arrivati a Casal Cermelli, un paese della pianura alessandrina, l’ultimo che si trova sulla riva sinistra del torrente Orba, dopo circa un’ora di strada da Milano. Per qualche giorno abbiamo deciso di stare qui per “disintossicarci” della città immergendoci nella campagna più pura. Avevamo voglia di sentire i galli, le taccole e i grilli, ma non solo: i maschi del gruppo avevano anche voglia di vedere i pesci del Lago Blu, il laghetto artificiale presso il quale ha sede l’omonima Associazione di pesca sportiva. Prima di andare a visitare il lago e il nostro agriturismo, ci siamo fermati in paese per fare un giro e ambientarci.

Appena iniziamo la nostra passeggiata sulla strada principale del paese, veniamo rapiti dalla bellezza di un’edicola votiva, incastonata nella pietra che costituisce un muro naturale proprio al fianco della Chiesa della Beata Assunta: una Madonna azzurra, circondata da tanti fiori il cui sguardo sereno e pieno di bontà ci riempie di gioia. Facciamo un giro nella piazza dove ha sede il Comune, costruito sui ruderi di un antico castello, e ammiriamo con un pizzico di sana invidia i numerosi terrazzini stracolmi di fiori: queste case, per lo più vecchie ma ristrutturate con gusto, hanno un’anima.

La storia di Casal Cermelli s’intreccia con quella del fiume Orba: addirittura certi toponimi, come Mezzanella, Villa Franca, Torre d’Orba, Casal Vecchio, lasciano tuttora il dubbio negli studiosi sul fatto se si riferissero a delle diverse antiche frazioni del paese, formatesi grazie alla migrazione del torrente Orba, o se si trattasse della stessa località. Siamo a pochi chilometri da Novi Ligure, città a cui è indissolubilmente legata la carriera di Fausto Coppi, ma anche Casal Cermelli vanta di aver fatto crescere un importante corridore: Giancarlo Martini, ciclista azzurro nato nel 1936, che ha rappresentato l’Italia ai Mondiali di ciclismo di Waregem nel 1957 e a Reims l’anno dopo.

Le persone a cui chiediamo informazioni in piazza ci dicono di andare a Portanova, piccola, ma importante frazione del paese, che fu l’ultima delle dieci Porte che intorno al 1168 contribuirono alla fondazione della città di Alessandria, realizzata per prevenire un’eventuale nuova invasione barbarica successiva a quella di Federico Barbarossa. A Portanova ammiriamo anche una splendida chiesa parrocchiale, costruita alla fine dell’Ottocento, dedicata a Sant’Antonio da Padova. Al suo interno è custodito un dipinto del tardo Cinquecento della Sacra Famiglia, della bottega del Maraglione, proveniente dalla vecchia chiesa.

Dopo questa lunga passeggiata culturale è giunto il momento di riposarci e di pensare ai piaceri della buona tavola, così ci avviamo verso il Lago Blu, e poco dopo raggiungiamo l’Agriturismo Arlecchino. Ci sistemiamo nelle camere e ci accomodiamo al dehor, accanto alla piscina. I colori divertenti che abbiamo notato in paese, ci accompagnano anche qui: una parete rosa, una gialla, dei bicchieri blu. “Ci siamo ispirati ad Arlecchino, mia moglie ha voluto creare un ambiente un po’ diverso, più fantasioso”, ci spiega il signor Alfredo mentre ci porta da assaggiare delle ottime focaccine e pizzette, appena sfornate nel forno a legna. Alla nostra domanda in merito alle specialità del posto ci propone una serie di piatti piemontesi e liguri, aggiungendo che però loro fanno la cosiddetta cucina del “si potrebbe?”. “Abbiamo spesso degli ospiti che chiedono se si potrebbe aggiungere un ingrediente o preparare un piatto diverso dal solito, e noi diciamo sempre di sì”, racconta divertito. Noi invece ci lasciamo guidare dai suoi suggerimenti, e optiamo per un bel piatto di agnolotti, che facciamo seguire da arrosti vari e dalla porchetta, il tutto annaffiato dal Dolcetto d’Ovada e dal Barbera della zona, e per finire, una bella crostata con la marmellata fatta in casa. Mentre ci godiamo queste pietanze, la signora ci racconta che questo è un cascinale di ben ottocento metri quadri, e ospita anche una fattoria didattica, con caprette, pecore, vitellini. “I bambini li adorano”, aggiunge. Dopo pranzo andiamo anche noi a conoscere gli animali, e siamo felici di sentirci per qualche giorno dei bambini: ci sembra di essere finiti in una favola tutta colorata.

Francesca Bertha



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