Perù, il misterioso mondo andino

Dagli Appennini alle Ande, intenso tour classico alla scoperta di questo misterioso Paese che riserva una sorpresa dietro ogni angolo
Scritto da: steber
perù, il misterioso mondo andino
Partenza il: 19/08/2014
Ritorno il: 04/09/2014
Viaggiatori: 16
Spesa: 3000 €

PREMESSA

Cantava Luca Carboni: “Ci vuole un fisico bestiale”, bene, per affrontare un viaggio itinerante in Perù è quello che occorre. L’avventura nel mondo in Perù si è dimostrata più affascinante delle più rosee aspettative, nonostante la fatica fisica e il mal di montagna lo stupore e le emozioni provate davanti a tanta magnificenza non mancheranno di stupire il viaggiatore più esigente.

MARTEDì 19 AGOSTO: Malpensa – MADRID

Parcheggiata l’auto al Green Parking, 52 euro per 17 giorni (consiglio di prenotare il parcheggio all’ultimo minuto si risparmia), conosco in aeroporto alcuni componenti del gruppo, faremo la conoscenza con il resto dei gitanti a Madrid. Volo con Iberia delle 15.30 con arrivo nella capitale spagnola alle 17.55; la compagnia di bandiera spagnola è diventata low cost, durante il volo non viene più offerto nulla. A Madrid veniamo informati che il volo per Lima è spostato dalle 00.35 del 20.08.2014 alle ore 13.30. Quindi, notte e cena in hotel ai quali provvede la compagnia aerea cilena LAN.

MERCOLEDì 20 AGOSTO: MADRID – LIMA

La mattina ha “l’oro in bocca”, in otto approfittiamo della sosta forzata ed in taxi alle 6.30 raggiungiamo il centro di questa splendida capitale europea. Conosco bene Madrid ed in poche ore riusciamo ad avere un assaggio dei tesori della città. Stupisco i miei compagni di viaggio mostrando loro il tempio egizio di Debod, una piccola perla che solitamente passa inosservata.

Raggiunto il Barajas finalmente alle 13.30 l’aero si alza in volo. L’aereo non è al completo, riesco a coricarmi in una fila centrale da tre posti e appoggiata la testa sul cuscino mi sveglio quasi a destinazione. L’aereo è in perfette condizioni ed il personale di bordo professionale e gentile, a parte il ritardo LAN si è dimostrata un’ottima compagnia aerea.

Arrivo a Lima alle 19 e trasferimento all’hotel Bompini camera 208 a pochi passi dalla piazza principale. Gli hotel saranno tutti più o meno dello stesso livello, modello pensione Marina di Rimini, abbastanza puliti, alcuni freddi e molto economici. Le colazioni ripetitive e poco varie, prevedevano esclusivamente pane e marmellata. La principale Plaza des Armas di Lima illuminata è davvero suggestiva, con l’imponente cattedrale e i palazzi nobiliari con i superbi balconi in legno tipici delle abitazioni del nord della Spagna.

GIOVEDì 21 AGOSTO: Lima – Pisco 250 km

Alle nove ritrovo nella hall, 16, siamo al completo, Lima ci aspetta! Visitiamo i tesori coloniali di Lima, partendo dalla Cattedrale.

La cattedrale di Lima è caratterizzata da diversi stili artistici, a testimonianza della diversità di gusto tra le varie fasi ed epoche costruttive, dal tardo gotico al Rinascimento e plateresco. L’interno è a tre navate, con cappelle laterali. Gli altari delle cappelle furono quasi tutti realizzati in stile neoclassico alla fine del XIX secolo. Degni di nota, all’interno della cattedrale, sono il coro ligneo del 1700 e la tomba di Pizarro. Colpiscono le statue sacre vestite di tutto punto e imparruccate, tipiche delle chiese andaluse. Il centro storico è contenuto e facilmente visitabile a piedi, non si avvertono sensazioni di pericolo e si entra subito in sintonia con l’ambiente. Capillare la presenza delle forze dell’ordine, per le strade è facile incontrare un poliziotto ogni 50 metri. I peruviani sono cordiali e sorridenti. Passeggiando visitiamo la chiesa de la Merced, il favoloso monastero di San Francisco, la chiesa di Santa Rosa con l’annesso monastero di Santo Domingo e l’insuperabile casa Aliaga ingresso 25 soles (1 euro circa 4 soles). E’ la casa più antica della capitale, un bellissimo esempio di casa coloniale ancora finemente arredata. Costruita per Jeronimo de Aliaga, uno degli ufficiali di Pizarro nel 1536, i suoi discendenti vivono ancora in una parte del palazzo. Edificio ripristinato in seguito ad un terremoto nel 1746. Le sue camere sono arredate con mobili antichi, e le sue pareti decorate con dipinti storici ed arte religiosa coloniale.

Alle ore 13.00 ritrovo in hotel, un bus ci condurrà a Pisco.

Sosta per il pranzo in un supermercato: riso freddo, pizza, frutta e coca cola 15 soles.

Prima sosta al museo Larco per ammirare le ceramiche, in particolare i lavori della cultura Moche.

Visitiamo l’intero edificio, ma delle famose ceramiche erotiche Moche nessuna traccia, chiedo al custode. Gentilmente l’operatore mi fa notare che le ceramiche si trovano al museo Larco, certo infatti siamo al museo Larco… o no? No! Siamo al museo Nazionale, qualcosa nell’organizzazione della giornata non ha funzionato. Il museo Nazionale non è molto grande e fornisce una visione delle civiltà precolombiane. Secondo stop al Parco dell’Amore situato in cima alle scogliere di Miraflores che si trovano di fronte all’Oceano Pacifico, già il nome gli conferisce una certa aria romantica e tranquilla. Nel centro del parco c’è una scultura di due amanti che si baciano. La vista da questo promontorio è imperdibile, attenzione ai piedi dei paracadutisti che frecciano veloci verso la spiaggia sottostante sfiorando le teste dei turisti.

Attraversiamo in bus il quartiere Barranco ed in tre percorrendo la mitica Panamericana raggiungiamo Pisco. La strada è suggestiva da un lato le onde dell’oceano e dall’altro le vette delle Ande.

Arrivo in serata all’Hotel San Jorge. Cena in hotel 25 soles. I peruviani non sono celeri, quindi per le cene non bisogna avere fretta e prevedere un’ora, un’ora e mezza come tempo medio di attesa.

Attenzione alla camera 103, ahimè la mia! Il mio compagno di stanza dopo cena si intrattiene con il resto del gruppo, entro in bagno per la doccia dimenticando l’asciugamano sul letto. Afferro la maniglia per aprire la porta del bagno e la serratura è bloccata. Noto dalle viti usurate che non deve essere la prima volta che capita, inizio a chiamare “Michele”, aumentando il tono man mano che passano i minuti, finalmente dopo 10 minuti arrivano i soccorsi.

VENERDì 22 AGOSTO: Pisco – isle Ballestas – Huacahina – Nazca 215 km

Partenza di buonora alle 7.30, si preannuncia un’indimenticabile giornata. Arriviamo in bus a Paracas, una riserva naturale ottima per l’osservazione dei leoni marini, pinguini e svariate specie di uccelli. Le isole sono famose per essere un’inesauribile riserva di guano, per questo ci bardiamo con cappelli e sacchi dell’immondizia come precauzione per eventuali “bombardamenti aerei”. Saliamo su un modernissimo motoscafo da 400 cavalli e dopo una breve sosta al cosiddetto “Candelabra”, una suggestiva figura gigantesca incisa sulla collina lungo la costa alta 150 m e larga 50, forse collegata alle linee di Nazca o un faro, in un ora arriviamo alle isole. Con stupore ammiriamo i leoni marini, alcuni nuotano tra le onde, altri riposano sugli scogli; i pinguini che salgono saltellando sulle rocce e milioni di uccelli appollaiati sulle isole che ci danno il benvenuto. Le isole in granito rosso chiazzate di vegetazione, con archi di roccia sotto i quali si infrangono le onde del mare sono molto scenografiche, definite dalle guide le “Galapagos dei poveri”. Sono emozionato di poter assistere a questo prodigio della natura, poter osservare da distanza ravvicinata i leoni marini ed i pinguini mi dona una sensazione di benessere unica, anche una colonia di delfini compare dagli abissi, sembra quasi volerci salutare. La gita in barca ha una durata di circa un’ora, assolutamente da non perdere. Dimenticavo, tanta precauzione per nulla, nessuno è stato “colpito” durante questa amena avventura.

Siamo elettrizzati, non capita tutti i giorni di sfiorare un leone marino, arrivati a terra facciamo merenda con una bella fetta di ciambella, diversi venditori locali la propongono ai sedicenti marinai.

Alle 10.30 si parte per Huacachina, un’oasi incastonata tra enormi dune di sabbia impalpabile, dove si avrà la sensazione di entrare in un set cinematografico e di far parte del cast di un film della saga “Indiana Jones”. Dopo aver cavalcato le dune a bordo di una Dune Buggy come se fossimo sulle montagne russe di Gardaland, il nostro autista ci fornisce di snowboard – forse dovrebbero adeguare il nome in sandboard – iniziano a sciare nel deserto, un’esperienza unica, direi magica. La sabbia finissima cede il passo a queste tavole ricoperte di sciolina, rendendo la discesa verso la vallata rapida e divertente. L’ambientazione è irreale ed osservare il deserto dal crinale di una duna è un’esperienza irripetibile.

Pranzo frugale con un panino e una coca cola e partenza per Nazca, la giornata diventa sempre più interessante.

I diari di viaggio che avevo letto preannunciavano un sorvolo aereo con scarsa visibilità e vomito per tutti!

Alle 16.30 saliamo sul nostro aereo Movilair da 10 posti, pronti per il sorvolo dell’aerea. Il velivolo è in ottime condizioni ed il copilota ci fornisce tutte le informazioni per osservare al meglio le “Lineas de Nasca”. Per precauzione stringo tra le mani un sacchetto… no si sa mai!

Effettivamente l’aereo per mostrare le linee ai passeggeri di destra e di sinistra ondeggia parecchio, la visibilità è ottima e riesco a distinguere tutte le misteriose figure tracciate nella pampa. Le figure sono meravigliose, in particolare mi colpiscono il colibrì, l’astronauta ed il ragno. Negli ultimi minuti di sorvolo sento prendermi il sacchetto dalla mani, la mia vicina inizia a stare male, sarà l’unica a capitolare dell’aereo. E’ possibile vedere due figure senza effettuare il volo l’albero o corallo e le mani, salendo sopra una torre edificata allo scopo,. Rinunciare al volo sarebbe un delitto, assumente la xamamina o altro ma non perdete questo spettacolo unico al mondo. Viste di persona le linee fanno pensare ad un intervento esterno… forse alieno.

La giornata è stata strabiliante, situazioni uniche, diverse che, forse, si riassumo in un’unica parola: magia.

L’hotel Sol y Dunas di Nasca sarà il nostro alloggio per la notte, camera 304. Gli hotel oltre a non avere il riscaldamento, spesso sono sprovvisti di finestre. L’edificio è di recente costruzione.

Una lunga doccia per togliere la sabbia infilatasi ovunque, seguita da un’ottima cena in una taverna del centro con un succulento pescado macho, un filetto di pesce ricoperto di frutti di mare.

SABATO 23 AGOSTO: Nasca – Arequipa 600 km

Oggi ci attende il primo lungo trasferimento in bus, 12 ore di viaggio lungo la Panamericana con paesaggi surreali quasi fossero dei quadri di Salvador Dalì. La strada è quasi deserta, percorsa per lo più da camion e bus, dal finestrino osservo deserti di sabbia e di roccia intervallati da verdi valli coltivate, spiccano notevoli formazioni rocciose dalle forme più disparate. Le montagne color ocra riflettono la luce del sole quasi fossero ricoperte d’oro. Sosta durante il viaggio per il pranzo, un modesto riso con frutti di mare. Assaggio la bibita nazionale l’Inka Cola, dal sapore nauseabondo di sciroppo per la tosse.

Arrivo nella ridente Arequipa alle 20.00. Posizionati i bagagli nelle rispettive camere dell’hostel Arequipa ceniamo in uno dei migliori ristorante della città: lo Zingaro. Ristorante moderno ubicato all’interno di un bel palazzo coloniale. Il piatto consigliato è il porcellino peruviano allo spiedo, lo ordiniamo in due. Mi vedo recapitare un piatto con un animale carbonizzato assomigliante ad un “grosso ratto”, impressionate, tanto che la mia vicina con la stessa portata appoggia il tovagliolo sulla testa del suo porcellino. Immaginavo un trancio di maiale allo spiego, tipo porceddu sardo, ma il nome latino dell’animale non lascia adito a repliche: cavia porcellus. Affamato decapito la cavia porcellus e mangio senza pensare a cosa… comunque ottimo. Durante la notte i sensi di colpa mi faranno sognare il porcellino che mi morde un polpaccio. Per dessert un buon creme caramel. Personale abbastanza professionale e gentile, costo di circa 50 soles a testa con vino.

DOMENICA 24 AGOSTO: Arequipa a piedi

L’intera giornata è dedicata alla visita di Arequipa, bella e raffinata città coloniale fondata del 1540, nel valle del fiume Chili a 2335 metri di altitudine. Gli edifici sono costruiti di una particolare arenaria di tonalità chiara e delicata che le ha conferito il soprannome di Ciudad Blanca. Da ammirare la splendida cattedrale neo-rinascimentale nell’elegante Plaza de Armas, un’enorme spianata contornata da fini edifici dagli eleganti porticati. In piazza si sta svolgendo il carnevale della città, molte squadre di ballerini si sfidano a passo di danza con eleganti e coloratissimi costumi locali. Noto con piacere, nonostante ho diverse persone davanti, di avere una visuale perfetta sulla manifestazione nonostante i miei 172 cm di altezza, i peruviani sono veramente bassi e per la prima volta mi sento un gigante.

La prima visita si svolge coadiuvata dalla nostra guida al monastero di S. Catalina. Il monastero di santa Catalina (35 soles) è il più importante edificio religioso del Perù una perla, che si trova nel centro di Arequipa. È l’unico monastero del mondo con una cittadella. È un monastero di suore, dell’ordine di Santa Catalina di Siena, che fanno voto di silenzio a vita. Non parlano neanche tra di loro, sono recluse dentro la parte nuova del monastero. Si possono vedere le antiche abitazioni dove vivevano nel XVI secolo, periodo di fondazione del monastero, così come la cittadella, le cucine e i luoghi comuni. In una parte della piccola città monacale, c’è la pinacoteca, che possiede dipinti d’arte coloniale dal secolo XV al XVII. Suggestivi i chiostri colorati di blu cobalto e le abitazioni dipinte di un arancione terra.

Girovaghiamo per le vie della città passando in rassegna le chiese principali: San Francisco vicino all’hotel e la lavoratissima Iglesia de la Compagnia. Merita una sosta la meravigliosa Casa Tristan oggi sede di una banca. Pranzo al mercato di San Camillo con un buon panino con porchetta e una coca a 7 soles, dove per resto mi rifilano una moneta falsa. L’attrazione principale di Arequipa si trova al museo Casa Cultura Andinos (20 soles): la Mummia Juanita. Juanita è il corpo congelato di una ragazza inca che visse per circa 12 anni, morendo all’incirca tra il 1440 ed il 1450 probabilmente sacrificata al Dio Inti. Fu scoperta sul vulcano Ampato. Nota anche come la vergine dei ghiacci. Dopo un filmato introduttivo è possibile visionare il corpo ghiacciato di questa ragazza. Nel pomeriggio visita al centro di produzione dell’alpaca, dove oltre a vedere i metodi di produzione di questo pregiato filato è possibile entrare nel recinto dove sono tenuti esemplari di alpaca e di lama, donando una piccola mancia al custode. Ne approfitto per passare di mano la moneta fasulla.

Prima di cena sosta in uno dei locali sulla Plaza de Armas per gustare il famigerato mate de coca, che alla sera non mi farà chiudere occhio! D’ora in poi per combattere il mal di montagna lo berrò solo al mattino.

Cena in un lussuoso ristorante: Zig zag. Locale alla moda curato e raffinato, completa l’arredamento una scala a chiocciola progettata da Gustave Eiffel. Questa volta resto sul classico e ordino tre filetti: alpaca, maiale e manzo, ottimi (60 soles). Da provare anche il discreto pisco.

LUNEDì 25 AGOSTO: Arequipa – Chivay 163 km

Partenza da Arequipa prima del canto del gallo ore 4. Il freddo è pungente, la condensa all’interno dei finestrini si ghiaccia. Sosta a 5000 metri in un punto super panoramico dal quale è possibile ammirare 7 vulcani, di cui uno fumante. Arrivo dopo circa 3 ore all’hotel Los Portales de Chivay, che sconsiglio, il peggiore della vacanza camere fatiscenti e la sensazione che si avverte non appena varcata la soglia della struttura è di essere entrati in un frigorifero, dormirò con la cuffia. Ripartenza rapida per il canyon del Colca, i condor ci aspettano! Il canyon del Colca è una delle più profonde spaccature della terra con i suoi oltre 3000 m di altezza, il doppio del Grand Canyon americano. Le panoramiche sono fenomenali, i colori spaziano al giallo oro dei prati, al verde dei cactus e degli eucalipti, al rosso intenso della terra, all’azzurro cristallino del fiume e delle pozze d’acqua. Tutti questi colori mi illuminano l’iride, è uno spettacolo unico e sensazionale, in più ci sono i condor che appollaiati a pochi metri da noi deliziano i viaggiatori con sorvoli del canyon. Il condor ha un’apertura alare di circa 3 metri ed è alto circa 1 metro, vederlo svolazzare libero nel suo ambiente naturale è uno spettacolo davvero impressionante. Sosta nel paese di Maca per visitare l’interno di un’interessante chiesa.

Pranzo buono al self service dell’hotel, buffet per 25 soles.

Nel pomeriggio sulla strada per le terme vediamo il cartello “Colca Zip Lining”, in quattro molliamo tutto e ci rechiamo al centro Zip. Dopo essere stati imbracati ed istruiti a dovere su come frenare, siamo pronti per lanciarci nel vuoto ed attraversare il canyon del Colca a tutta velocità facendo scorrere una carrucola sul lungo filo metallico. Solo in due, il sottoscritto e Paola concittadina di Parma, abbiamo il coraggio di salire sul monte per affrontare il livello master e attraversare a 100km/h il canyon con un paracadute agganciato dietro per ridurre la velocità. La ragazza dello staff si complimenta con noi per la velocità con cui scaliamo la montagna nonostante sia la prima giornata in altra quota, siamo a 3700 metri di altitudine. Dalla terme in taxi (8 soles) rientriamo in hotel. Subito inizio a fare i conti con il mal di montagna, probabilmente ho esagerato con l’attività fisica. Su 16 componenti del gruppo in 14 soffriamo di mal di montagna con diversi sintomi, grazie al Diamox in pochi giorni la situazione si normalizza. Nel mio caso avverto mal di testa e formicolio alle mani, assumo una compressa di Diamox per due sere consecutive e risolvo i problemi d’acclimatamento.

Chivay è una semplice cittadina con una chiesa nella piazza principale e statue inquietanti sparse per le vie del paese. Nelle ore centrali del giorno la temperatura è gradevole, al mattino e quando tramonta il sole bisogna indossare una giacca pesante. Le camere degli hotel in media costano 13 dollari a notte a testa.

MARTEDì 26 AGOSTO: Chivay – Puno 317 km

La sveglia suona, mi tolgo la cuffia, in camera mentre respiro si vede il fiato, rimetto la cuffia, indosso guanti e sciarpa e scendo per colazione.

Due ore prima qualcuno era uscito dalla stanza, probabilmente per fare colazione, senza disattivare la sveglia, che viste le pareti sottili delle camere scuote dal sonno l’intero hotel. Durante la colazione ci si accusa a vicenda, salvo scoprire successivamente che in Perù non esiste un orario preciso per la raccolta dei rifiuti, il bip bip è emesso dal camion di raccolta come richiamo.

Partenza alle 7.30 in direzione Puno, sulle rive del lago salato più alto del mondo. La strada è suggestiva, con il bus passiamo all’interno del cratere di un vulcano ovviamente non più attivo. La prima sosta è al particolare bosco di pietra, una montagna ricoperta di formazioni rocciose configurate a pinnacoli, una piccola Cappadocia. La seconda sosta all’incantevole mirador Alto Lagunillas. Da questo punto privilegiato è possibile ammirale un panorama unico sul lago a 4413 m di altitudine. La pampa dorata intervallata da terra rossa che degrada fino ad uno specchio d’acqua cristallina, dove incuranti dei turisti alcuni fenicotteri rosa riposano indisturbati, sullo sfondo le alte vette andine ricoperte, quasi fosse zucchero a velo, di fresca neve. Ultimo stop al sito archeologico di Sillustani, in poche parole un antico cimitero. Il sito non è nulla di particolare, se non fosse per l’impagabile vista sul lago dietro le rovine. Un lago immenso, dalle acque tranquille con bianche nuvole dalle forme più bizzarre che si riflettono sulla sua superficie come se fosse uno specchio. Al centro del bacino d’acqua un’isola contribuisce a rendere perfetta questa visione.

L’hotel Vylenia di Puno ci ospiterà per la notte.

Per cena abbassiamo il tiro: menu turistico da 14 soles, zuppa, bistecca e dolce in un ristorante vicino al centro. La città di Puno – 3827 metri di altitudine – è semplice e vivace, solita pizza d’armi con la cattedrale ed una via pedonale con ristoranti e negozi, il punto d’ingresso al lago Titicaca.

MERCOLEDì 27 AGOSTO: Puno – Isla Taquile – Isla Antamani – navigazione

Il lago è calmo, le onde ed il vento sono assenti, la traversata per l’isla Taquile non riserva sorprese. Anzi, riserva un evento unico: l’arcobaleno! Un arcobaleno circolare esattamente attorno al sole, rarissimo che si manifesta solo dopo grandi sciagure, infatti pochi giorni prima Lima è stata colpita dal terremoto. Durante il nostro soggiorno in Perù giornalmente abbiamo avvertito lievi scosse di terremoto, del tutto normali in questo paese.

Dopo 3 ore di navigazione approdiamo a Taquile. Un’ora di trekking ed arriviamo alla piazza principale dell’isola. La vegetazione è scarsa, ma i bei panorami rendono piacevole la scampagnata lungo il sentiero piastrellato che costeggia tutta l’isola. L’isola è famosa per i lavori al telaio, infatti nella piazza principale è stato allestito un negozio dove è possibile acquistare le creazioni degli abitanti dell’isola.

Pranzo a base di zuppa e trota, altra passeggiata di 50 minuti e si scende alla barca. In un’ora la barca attracca all’isola che ci ospiterà per la notte: Antamani.

Siamo attrezzati per passare la notte sull’isola ospiti di famiglie locali, preparati al peggio da racconti di viaggiatori precedenti, in merito al cibo e al freddo polare. Veniamo divisi in gruppi di 4 persone, la signora Ester mi ospiterà con le mie tre nuove amiche e compagne di avventura per la notte.

Ester ci mostra le nostre camere, due doppie ampie, pulite, curate molto meglio di tanti hotel nei quali abbiamo soggiornato. L’unico “neo” è la mancanza di acqua e per l’igiene personale bisogna adattarsi.

Un’altra ora abbondante di trekking per raggiungere la cima della montagna più alta dell’isola chiamata “Pachamama” per godere di un fantastico tramonto. Ritorno per le 19, la cena è quasi servita.

La cena a base di zuppa, omelette con riso e una tisana ci soddisfa. Sono favorevolmente stupito dalla ospitalità e dai servizi che Ester con cura ci riserva. Approfittiamo della cena per scambiare qualche battuta con Ester e cercare di capire la vita degli abitanti di quest’isola così lontana dalla terraferma.

Usciamo all’aperto e fissando il cielo restiamo a bocca aperta: i buchi dai quali filtra la luce dell’infinito sono meravigliosi. Del resto ci troviamo nell’ombelico del mondo, anche la luna appare “rovesciata”. La notte scorre serena e tranquilla, le numerose coperte di lana che ricoprono il letto mi tengono al caldo, forse troppo.

GIOVEDì 28 AGOSTO: Isla Antamani – Isla Uros – Puno – Cuzco (bus di linea) 340 km

Sveglia al canto del gallo alle 6.00 in punto, abbondante colazione con l’immancabile pane e marmellata ed un omelette. Ringraziamo e salutiamo la nostra nuova amica peruviana Ester ed in circa tre ore di battello siamo alle uniche isole Uros. Gli Uros sono una popolazione pre-incaica. I primi Uros si sono spostati dalle sponde del Titicaca sul lago stesso, per sfuggire ai loro vicini bellicosi, tra i quali il popolo degli Inca. Hanno cominciato a costruire questo arcipelago con canne di totora e lo hanno ancorato al fondo del lago. Queste particolari isole sono dette “fluttuanti” (in spagnolo, Islas Flotantes) in quanto possono salire e scendere seguendo il livello del lago, ed inoltre i loro abitanti possono levare le ancore e spostarle come fossero delle chiatte. La totora secca è dorata e con il sole le isole assumo un aspetto fiabesco. Sbarchiamo a visitare una delle 85 isole fluttuanti, i piedi affondano nelle canne, la sensazione è di camminare su un enorme materasso. Sull’isola sono state costruite delle capanne sempre in totora, nelle quali vivono 5 famiglie. Saliamo sull’imbarcazione locale per un giro del lago e le donne Uros ci salutano intonando: “Vamos alla Playa” dei Righeira e Fra Martino… mettendo alla prova l’autenticità e l’originalità del luogo. Passaggio veloce in hotel per recuperare le valigie, per le isole avevamo portato lo stretto necessario, e partenza alle 13.30 con un bus di linea (28 soles) a due piani per Cuzco. Un lungo viaggio di circa 9 ore. Il bus è un caleidoscopio di situazioni: dalla donna che vende trota fritta, alla donna che con un machete affetta ¼ di manzo, al controllore che si trasforma in piazzista vendendo semi miracolosi Sacha Inchi spiegando ai contadini gli effetti benefici degli omega 3, 6 e 9… Arrivo a destinazione alle 22.00 e trasferimento in bus privato all’hotel Villa Mayor, il migliore di tutto il tour. Spaziosa e silenziosa la camera 309.

VENERDì 29 AGOSTO: Cuzco e dintorni

Prima colazione varia con cereali e frutta. Inoltre, collegata alla sala ristoro si trova una pasticceria nella quale è possibile acquistare prodotti freschi per la colazione. Per la visita di Cusco e dei siti archeologici è fondamentale acquistare il “boleto turistico” (130 soles) che permette l’ingresso a tutti i luoghi turistici. La nostra guida Leon ci accompagnerà alla scoperta di questi 4 tesori.

Saqsayhuaman, uno dei luoghi più interessanti, è un’antica fortezza Inca famosa per le enormi e spigolose pietre incastrate tra loro in modo perfetto senza l’ausilio di calce. Da questo sito è possibile godere di un bel panorama sulla città di Cusco, siamo a circa 3.300 metri di altitudine. Q’enqo è una caverna sacra scavata nella roccia a rappresentazione dell’ombelico che si collega alla madre terra. Pukapulara un tempio o una fortezza e Tambomachay presumibilmente una casa di riposo o un tempio dedicato all’acqua. Di questi siti restano le rovine.

Molte bancarelle vendono maglioni in stile peruviano di alpaca a 10 euro, Leon mi informa che un maglione in vera alpaca – la pregiata baby alpaca – non può costare meno di 50 dollari e in Perù un proverbio recita: baby alpaca o maybe alpaca?

Torniamo a Cusco e visitiamo l’imperdibile monastero di Santo Domingo a Cuzco (10 soles), il monastero è stato edificato sul tempo del sole Qorikacha, del quale sono ancora visibili i muri originali. Il tempio era completamente rivestito di pannelli d’oro.

Passeggiamo per le strade di Cuzco visitando la chiesa della Merced e la chiesa di san Francisco. Quest’ultima all’intero ha una curiosa statua della Madonna con bambino, infatti sui capi delle sculture è posizionato un cappello in “peruvian style”. Arriviamo fino al locale mercato di S. Pietro e ci perdiamo tra i banchi, che vendono le più svariate mercanzie.

Sosta in piazza des Armas che ai tempi degli Inca era chiamata Awqaypata (piazza del guerriero). Questa piazza è stata lo scenario di molti tra i più importanti eventi storici di questa città, come la proclamazione da parte di Pizarro della conquista di Cusco. Ugualmente la piazza fu lo scenario della morte di Tupac Amaru II considerato come il condottiero indigeno della resistenza. Gli spagnoli costruirono nella piazza un porticato di pietra finemente intagliata, tuttora visibile. In questa piazza troviamo anche la cattedrale e la chiesa della Compagnia di Gesù.

Per la cena optiamo per il ristorante Q’Ori Sara, menu turistico primo, secondo e bibita a 17 soles.

SABATO 30 AGOSTO: Cuzco – Chinchero – Moray – Salinas – Ollantaytambo – Agua Caliente 70 km + treno

La cattedrale apre al pubblico gratuitamente per la messa del mattino alle 6.00, mi accordo con Alessandra per visitare la cattedrale prima della partenza di tutto il gruppo per Ollantaytambo.

La cattedrale fu costruita nel 1539 sopra un palazzo Inca, utilizzando blocchi di granito rosso prelevati dalla fortezza incaica di Sacsayhuaman. Questa cattedrale di facciata rinascimentale ed interni barocchi ha uno dei migliori esempi di oreficeria coloniale. Ugualmente importanti sono i suoi altari di legno scolpito. Colpisce posizionato in fondo alla navata di destra il quadro dell’ultima cena, il piatto davanti a Gesù contiene la famigerata cavia porcellus!

Visitiamo lungo il tragitto Chinchero, un luogo spettacolare a 3750 metri di altitudine, le montagne sono ricoperte dalle tipiche terrazze da terra a cielo e sopra un promontorio è stata costruita una chiesa coloniale finemente affrescata. Siamo fortunati nella chiesa sta per essere celebrato un matrimonio, ci facciamo contagiare dall’atmosfera di festa confondendoci con gli invitati, molti ospiti sono in costume locale e gli sposi sono seguiti da un gruppo di mariachi. E’ la festa di santa Rosa e sono presenti diversi militari in divisa, infatti la Santa è la patrona delle forze dell’ordine.

Il sito successivo mi ha stregato: Moray, una sorta di pista di atterraggio per astronavi aliene. Una immensa voragine ellittica formata da terrazze e sullo sfondo le cime innevate delle Ande. La tesi più plausibile è che gli Inca utilizzassero le terrazze, costruite a diversi livelli di altitudine, per acclimatare le piante.

Ultimo stupefacente stop alle saline, ingresso 7 soles.

Ad un primo colpo d’occhio sembra di essere a Pamukkale, una vallata rivestita di vasche bianchissime che risplendono i raggi del sole. Il luogo è molto suggestivo, se non fosse che i lavoratori della salina ci passano davanti trasportando sulle spalle sacchi di sale da 30 kg, quasi correndo per velocizzare le operazioni, venendo immortalati da costose macchine fotografiche. La prospettiva assume un contorno amaro.

Arriviamo a Ollantaytambo in perfetto orario per salire sul treno che ci porterà ad Agua Caliente, punto di partenza per salire al Machu Picchu. Il treno (circa 100 dollari a/r) è moderno e funzionale, durante il tragitto è possibile ammirare in tutto il suo splendore la valle del fiume Urubamba. Sul tetto del treno sono stati ricavati dei finestrini per poter contemplare le cime imbiancate delle Ande. In questo punto di rottura il deserto cede il passo ad una rigogliosa vegetazione, siamo entrati nella foresta Amazzonica e la natura cresce rigogliosa. Alle 18.30 prendiamo possesso della camera “on the river” dell’hotel Keros. La struttura è situata a pochi metri dalle rapide del fiume e il frastuono di acqua rende difficoltoso capire le condizioni metereologiche all’esterno, sembra di essere costantemente sotto un violento acquazzone.

La via principale è satura di locali per cenare. I ragazzi “butta dentro” offrono menu completi a pochi soles con birra in omaggio per attirare i turisti. Entriamo in un locale e per 15 soles in qualche modo ceniamo.

DOMENICA 31 AGOSTO: Agua Caliente – Machu Picchu – Agua Caliente Bus e piedi

La sveglia viene puntata alle ore 4, dobbiamo arrivare alla stazione dei pullman per cercare di essere i primi della fila e riuscire a prendere il primo bus per Machu Picchu delle ore 5.30. La piccola impresa riesce e alle 6 in punto varchiamo il cancello, insieme alla nostra guida, di questo leggendario sito archeologico. La città perduta degli Inca, icona del Perù, si trova sospesa a circa 2400 metri di altitudine è costruita interamente in pietra e comprende una zona urbana con templi, palazzi, scalinate, fontane e una zona agricola con diversi tipi di terrazzamenti che scendono fino alla valle del fiume Urubamba. L’immensa area comprende duecento edifici tra abitazioni private e templi tutti da scoprire. Dalla casa del custode si può godere della visuale migliore sull’intero complesso, proprio in questo luogo magico attendiamo il sorgere del sole. L’alba a Machu Picchu non ha prezzo! Attenzione ai bagni, esiste un solo bagno per l’itera aerea e si trova all’ingresso, diversamente bisogna arrangiarsi in loco lontano dagli sguardi severi dei custodi. Dopo aver visitato l’area seguendo attentamente le spiegazioni della nostra guida, elettrizzati alle 10.00 iniziamo la salita al Wayna Picchu. E’ possibile svolgere questo itinerario avendo prenotato in anticipo l’ascensione, sono disponibili sono 400 biglietti: 200 con salita alle ore 8.00 e 200 alle ore 10.00.

La salita non è troppo impegnativa è composta quasi esclusivamente da gradini, alcuni dei quali danneggiati, quindi bisogna prestare la massima attenzione. Prima di arrivare in vetta occorre attraversare uno stretto tunnel, all’interno del quale per poter agevolmente passare è necessario togliersi lo zaino. In 40 minuti sono in cima al Wayna Picchu. Resto a contemplare euforico il sito archeologico più famoso del mondo da un’altra prospettiva. E’ incredibile, mi trovo dall’altra parte del mondo a 2700 metri di altitudine, quasi sospeso tra le Ande all’interno della foresta amazzonica, i miei sensi possono fare “il pieno” di emozioni. Emozioni e sensazioni che mi accompagneranno per tutta la vita. La discesa è più rapida circa 30 minuti, in alcuni punti è necessario aggrapparsi alle funi o ai corrimano per non scivolare nel vuoto.

Ritorno alla casa del custode, mi siedo in disparte e per un’ora circa mi incanto a fissare la madre natura. Queste alte montagne di origine granitica, disposte a cerchio intorno a questo luogo magico, sono ricoperte di una lussureggiante vegetazione, le acque cristalline del fiume Urubamba attraversano la valle sottostante e le nuvole accarezzano le alte vette. Non mi sono mai soffermato così a lungo ad osservare i particolare di un luogo… inizia a piovere, è il momento di tornare a valle. Sono le 14 e viste le condizioni meteo si è formata una lunga fila per prendere il bus in direzione Agua Caliente. Il rientro in bus costa 10 dollari. Sono rimasto solo, vista la vastità del sito non è semplice restare uniti, nonostante la pioggia decido di scendere per il sentiero che porta direttamente a valle. Il sentiero si rileverà più impegnativo del previsto, un’ora di gradini e 20 minuti di percorso lineare. Alle 15.20 raggiungo l’hotel Keros bagnato fradicio, ho sottovalutato la discesa.

Ottima cena al ristorante Three House con un eccezionale quinotto (pollo con quinoa), la specialità della casa.

LUNEDì 1 SETTEMBRE Agua Caliente – Ollantaytambo – Pisac – Cusco 80 km + treno

Partenza con il treno delle 8.30 ed arrivo ad Ollantaytambo alle 10.30. Ollantaytambo è un villaggio dominato dalla massiccia fortezza inca che lo sovrasta. Visitiamo le rovine della fortezza dove ritroviamo le immense pietre “spigolose” incastrate come un puzzle in modo misterioso e perfetto.

Sosta per il pranzo ad Urubamba in una panetteria italiana gestita da una fondazione benefica. Ultimo sito visitato Pisac. I resti di una fortezza spettrale dominano la vallata, nei pendii delle montagne circostanti sono state ricavate enormi terrazze. Rientro a Cuzco e cena al ristorante Fuego specializzato in grigliate, pollo alla griglia con contorno ed acqua 34 soles.

MARTEDì 2 SETTEMBRE CUSCO a piedi

Giornata libera per visitare con tranquillità questa bellissima cittadina circondata dall’incredibile scenario delle alte vette della Cordigliera andina che superano i 6000 metri di altitudine. La città vanta edifici coloniali in stile barocco, splendenti chiese e abitazioni dai balconi spagnoleggianti.

Il biglietto turistico offre la possibilità di visitare alcuni musei gratuitamente, iniziamo con il deludente museo di arte andina. Interessante il museo regionale ricavato in un elegante palazzo coloniale perfettamente restaurato, all’interno collezioni di arte sacra e quadri raffiguranti la storia andina. Passiamo in rassegna i più bei palazzi coloniali, ora sedi di musei o banche.

Da visitare il museo Inka (10 soles) ricavato nel più bel palazzo della città, all’interno oltre alle mummie una vasta collezione di ceramiche del mondo andino. Cena finale di gruppo al modaiolo ristorante Baco; la cassa comune è ancora ben fornita, quindi non si bada a spese: filetto di manzo con crema ai funghi, dolce e vino 85 soles.

MERCOLEDì 3 E GIOVEDI’ 4 SETTEMBRE Cuzco – Lima – Madrid – Milano

Partenza da Cusco con il vola LAN delle 10 ed arrivo a Milano alle 19.00 di giovedì 4 settembre. –

PIANO DI VIAGGIO

Un elisse tra:

Lima – Pisco – isle Ballestas – Huacahina – Nazca – Arequipa – Chivay – Puno – Isla Taquile – Isla Antamani – Isla Uros – Puno – Cuzco – Chinchero – Moray – Salinas – Ollantaytambo – Agua Caliente – Agua Caliente – Machu Picchu – Ollantaytambo – Pisac – Cusco – Lima.

CONSIDERAZIONI

Ho optato per un viaggio organizzato da questa agenzia “alternativa” viaggiando solo, ma il viaggio può essere svolto autonomamente.

Il Perù offre una varietà e diversità di panorami e situazioni davvero unici:

si può sciare nel deserto

– ammirare da vicino leoni marini, pinguini, condor

– sorvolare misteriose linee

– contemplare panorami mozzafiato

– assistere a fenomeni naturali unici tipo l’arcobaleno rotondo

– perdersi tra le rovine di Machu Picchu

– fare trekking suggestivi ed audaci come il Wayna Pichu

– condividere una giornata con gli abitanti delle isole di Antamani… e tanto altro ancora.

I siti archeologici sono un vero mistero, per ogni luogo vengono fornite minimo tre teorie sulla effettiva destinazione delle strutture. Un alone di mistero avvolge tutte le cose rendendo più affascinate la visita. Il Perù può essere il viaggio di una vita.

Ringrazio i miei compagni di viaggio che con la loro compagnia hanno contribuito a rendere indimenticabile questo viaggio.

Sant’Agostino sosteneva che il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina, ovviamente il Perù deve essere inserito in questo libro.

CLIMA

Temperatura diurna ottimale sui 20/25 gradi, di mattina e di sera la temperatura scende vertiginosamente, quindi felpa, giubbotto e cuffia non possono mancare in valigia.

NOTE DOLENTI

Il ritardo aereo di LAN. La compagnia diligentemente ha offerto i servizi per rendere confortevole l’attesa, hotel e pasti. Inoltre si è impegnata a corrispondere l’indennizzo previsto dalla legge riguardante i diritti del passeggero.

L’organizzazione poteva essere più efficiente, la mancanza di direttive chiare ha fornito momenti di attrito nel gruppo.

COSTI

Circa 2.700 euro, la cifra è importante, ma il Perù potrebbe essere il viaggio di una vita.

LA CLASSIFICA

Le situazioni e le ambientazioni sono talmente varie ed emozionanti che stilare una classifica è impossibile, a parte Machu Picchu, che definisco un fuori quota, i luoghi che mi hanno più colpito:

1) Linee di Nazca

2) Valle del Colca

3) Deserto Huacahina – sandboard

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mirador alto lagunillas

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monastero santa catalina

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moray

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pampa

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valle del colca

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gruppo avventura

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colibrì nasca

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condor valle del colca

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saline

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fortezza cusco

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isla uros

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huacachina - oasi

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huacachina- dune buggy

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isole ballestas

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