Affascinante Perù

Ande, canyon, strapiombi, vallate, oceano, deserto... tutto è sovrastato dalla natura
Scritto da: cicciotta
affascinante perù
Partenza il: 30/04/2011
Ritorno il: 16/05/2011
Viaggiatori: 23
Spesa: 3000 €
Finalmente è arrivato il tempo di partire per il Perù. Il viaggio tanto sognato è arrivato e nonostante l’alzataccia si parte da Pesaro (30 aprile) con un pulmino alle 2.30 diretti all’aeroporto di Bologna, dove con la compagnia Klm si arriva ad Amsterdam alle 8.30 e si riparte per Lima alle 12.20 ore locali. Siamo in 23 (da Pesaro, Trieste, Milano, Mestre), un gruppo ben assortito e c’è chi non è la prima volta che va in Perù. Il grande gruppo del Regno di Condy è partito. Compagnia olandese niente male, monitor personale, il mangiare si sa, ma l’equipaggio è molto gentile. 13 ore di volo ed arriviamo a Lima alle 18.30 ore locali. Il Gran Hotel Bolivar ci da il benvenuto con il suo tipico liquore fresco pisco che è una meraviglia. L’albergo esteriormente è maestoso in piazza San Martin ma le sue stanze odorano un po’ di vecchio e stantio, ma con un certo stile e fascino antico, il servizio è buono ed anche la pulizia. Naturalmente la sera non finisce lì, ci avviamo subito verso la via centrale accanto all’hotel con traffico chiuso che ci porta in plaza mayor con fontana in bronzo, cattedrale, palacio de Gobierno, palacio arzobispal tutto illuminato. La strada movimentatissima trabocca di gente e bambini, negozi e ristoranti per tutti i gusti. Capiamo subito che non ci saranno problemi di cibo. Prima di andare a dormire è diritto farsi ancora un bicchiere di pisco bevanda a base di grappa, succo di lime e albume d’uovo servito freddo…. è molto buono. Si crolla.

1 Maggio

Oggi ci aspetta la visita al museo nazionale di antropologia, ma scopriamo che con la festa del primo maggio è l’unico giorno che il museo è chiuso così si va al museo Larco Rafael Herrera fondato nel 1926 dove mostra una panoramica eccellente su 300 anni di sviluppo della storia del perù precolombiano. Circondato da splendidi giardini è situato in una villa coloniale. Le opere del museo Larco sono state esposte nei musei più prestigiosi del mondo. Molto bello con le sue sale dedite a tessili, metalli, ceramiche e persino una sala erotica tutta da scoprire. Finita la visita si parte per Pisco. Avremmo dovuto visitare il sito archeologico di Pachacamac, ma anche questo, causa festa, è chiuso. Lungo l’interminabile Panamericana ci fermiamo a pranzo al El Pilon. Buono il pesce ed anche il servizio; un po’ caro per essere in Perù, ma l’unico della zona dopo tanti chilometri. Arriviamo a Pisco alle 18 e l’albergo non è certo dei migliori, anzi è il peggiore di tutto il viaggio, ma è comprensibile, il terremoto del 2007 ha distrutto il paese lasciando in piedi ancora Hostal Jorge (dove abbiamo dormito). Serata in piazza a cercare l’unico market della zona per comprare frutta e acqua e passeggiata in piazza principale con processione di una madonnina traballante portata a spalla per tutta la piazza.

2 maggio

Partenza dall’Hostal Jorge dove una colazione estenuante ci ha reso tutti un po’ nervosi, ma siamo in Perù e dobbiamo adattarci ai loro ritmi. Alle 7 si parte per le Isole Balletas a Paracas. Ci imbarchiamo su uno scafo che ci contiene tutti, con il mare calmo e azzurro, c’è un sole che illumina questo paradiso di migliaia di uccelli, ma anche di pinguini, pellicani, cormorani dal becco rosso, guanay, 3 specie di gaviota, lontra felina, otarie e di foche dal muso paffuto che si mettono in posa vezzose quando la barca dei turisti gli passa davanti. Scogli spettacolari, grotte, l’arco di roccia “les balletas”. Montagne di guano e pontili ormai diroccati per il commercio. Prima di arrivare alle Balletas ci si ferma ad ammirare il famoso candelabro, un petroglifo che serviva ai naviganti di Paracas come faro. Lo si può ammirare solo dal mare e siamo stati fortunati ad avere una giornata soleggiata. Tornati sulla terra ferma si rilassiamo sul molo a sorseggiare qualcosa e ad ammirare alcuni pescatori per qualche soles si fanno fotografare mentre danno da mangiare al volo acciughe a due pellicani. Si riparte verso le 10,30 per raggiungere la laguna Huacachina, un’oasi sahariana in mezzo al deserto Ica. Naturalmente il giro sulle dune di sabbia è d’obbligo, è divertentissimo, sono dune altissime poi giù a capofitto verso il lago o pozza putrida dove alcuni bambini osavano bagnarsi. Per finire anche una bella scivolata con la sand board in una sabbia finissima come borotalco a circa 40 gradi. Assetati dal gran sole ci rifocilliamo in un ristorante dell’oasi e gustiamo del buon pesce e cervesa fresca. Attraversiamo parte del deserto e arriviamo a Nazca all’Hotel Oro Viejo che, dopo l’Hostal San Jorge, ci sembra un resort con piscinetta e camera piano giardino veramente graziosa. Doccia e via per le stradine della cittadina a trovare un ristorantino tipico. Ci fermiamo al La Cotzca che oltre al tempo interminabile per mangiare, non era nemmeno buono.Tanta stanchezza ma già si pensa all’indomani quando prenderemo i piccoli aerei per sorvolare le linee nazca.

3 Maggio

Partenza alle 7:30 per l’aeroporto Marie Reiche e verso le 10,30 si vola per circa 25 minuti sulle linee Nazca con aerei da 5 posti. L’organizzazione del volo prevede un rigido controllo di peso, età. E’ bellissimo, anche se lo stomaco soffre un po’, vedere quelle figure sul terreno che ancora nessuno ha decifrato, la balena, il ragno, il tucano, l’astronauta ecc. E’ difficile fotografarle anche se i piloti spiegano bene dove si trova il disegno, ma prima di mettere a fuoco l’immagine è già ora di virare altrove. Scendiamo un po’ malconci ma è una bella esperienza con tanto di diploma e alle 11.30 si va verso il cimitero di Chanchilla a circa 30 km da Nazca. In questa necropoli dell’antica civiltà Nazca si possono vedere le mummie in ottimo stato di conservazione persino i loro capelli. La loro conservazione è grazie al clima arido del deserto, si tratta dell’unico sito archeologico peruviano nel quale le mummie sono conservate a cielo aperto e nelle loro tombe originali. Terminata la visita procediamo attraverso il deserto lungo la Panamericana che ha un paesaggio lunare, tanti km senza incontrare nessuno. Dal deserto si stiamo avvicinando all’oceano Pacifico e prima di pranzare nella cittadina di Chala tentiamo di bagnarci i piedi nell’oceano. Pranziamo all’Hotel de Turistas sul mare con un bellissimo panorama che non lasciamo sfuggire all’obbiettivo delle nostre macchine. Riprendiamo il percorso oggi molto lungo con altra sosta di sera a Camanà. Arriviamo verso mezzanotte ad Arequipa dove pernottiamo all’Hotel Casona Plaza.

4 Maggio

Finalmente 2 notti in un hotel ad Arequipa. La citta’ bianca è molto suggestiva, circondata da tre vulcani. Arequipa si trova al centro di una vasta zona desertica situata a circa 2500 mt., ha un clima mite e le giornate soleggiate ci hanno facilitato le varie escursioni. Nel cuore di Arequipa un tripudio di maestosi edifici coloniali, chiese palazzi e monasteri tutti costruito col sillar una pietra vulcanica. Visitiamo il museo Santury dove è conservata la mummia di ghiaccio Juanita. La visita è preceduta da un filmato che racconta il suo ritrovamento e rievoca gli ultimi giorni della sua vita. Il video è di particolare effetto e la guida è stata fantastica; ci ha raccontato la storia di Juanita in perfetto italiano ed è stato molto bravo e professionale. Visita della città. Cattedrale, Plaza de Armas, mercato di San Camillo con frutta e tante specie di patate e ancora la Chiesa di San Augustin, Casa Tristan del Pozo e Casa del Moral fino ad un chiostro dove al suo interno c’erano negozi con abbigliamento tutto Alpaca, vigogna molto eleganti. L’acquisto è d’obbligo. Nel pomeriggio Monastero di Santa Catalina, dove le secondogenite femmine spagnole, secondo il diritto di maggiorasco, venivano rinchiuse affinchè il patrimonio di famiglia fosse trasmesso al solo figlio maschio primogenito. La spiritualità non abita qui, in questa città nella città, dove si respira ancora un’atmosfera di prigione dorata, con tentativi patetici di ricreare forme e atmosfere delle città di Spagna, dando ai vicoli i nomi delle città della lontana patria … Siviglia, Toledo, Cordova, Burgos… e riproducendo nella vita claustrale tutte le differenze di rango lasciate apparentemente là fuori. Colori e angoli assai suggestivi, tuttavia, che ci permettono foto strepitose. Per i pasti ormai non ci sono più problemi, si trova di tutto e con 7 – 8 euro si mangia bistecca e patatine per due in abbondanza, bibita compresa.

5 Maggio

Mattinata trascorsa a visitare la citta’ e andando a zonzo siamo capitati nel rione di san Francisco pieno di artisania. Superato il ponte sul rio Chili ci siamo trovati in periferia con un magnifico sfondo, i tre vulcani El misti, Chachani e Pichu Pichu innevati. Dopo pranzo si parte con meta Chivay. Dopo 2 ore arriviamo a Patawashi a circa 3760 mt di altezza. Ci muoviamo molto piano perché l’altezza da un po’ alla testa. Beviamo tè di coca e accarezziamo lama, alpaca e vigogne al pascolo. Altri km e arriviamo a 4910 mt; è una sensazione strana, ci si muove molto piano e siamo molto affaticati. Fa molto freddo ma per il momento l’altezza non ci disturba. Arriviamo alle 18 all’Hotel Conca inn a Chivay. Lasciamo i bagagli e via verso le piscine termali ad immergerci in acque calde sorseggiando una cerveza sotto un cielo stellato limpido e blu, con l’intera Via Lattea a disposizione e la Croce del Sud che splende. Cena turistica, con musiche e balli dove ci esibiamo in balli peruviani malgrado il fiatone a 3500 mt.

6 Maggio

Si parte alle 6,30 dopo una lenta colazione alla peruviana, per la valle dei Condor dove dobbiamo arrivare assolutamente prima delle delle 10 per vedere volare i condor. Sosta per alcuni minuti per fare alcune foto al mirador e percorrendo una e non propriamente detta strada arriviamo alla Croce del Condor. Lo stupore del colore del cielo, delle terrazze coltivate e delle sfumature di verde delle coltivazioni, degli specchi d’acqua che appaiono all’improvviso laggiù, delle rocce a picco e, infine, dei condor.

I condor volteggiano sopra le nostre teste: tutti armati di macchina fotografica per strappare la foto più ravvicinata di questi aerei plananti che se ti arrivano vicino vedi gli occhi penetranti come spilli che ti fissano. Che meraviglia volano sullo strapiombo del canyon più alto del mondo, il sole è forte ma non si sente per il vento che rinfresca l’aria. Sembra impossibile. I condor sono animali puntuali ci spiega il guardiano a cui chiediamo di scattarci qualche foto: dalle 7,30 alle 8,30 montano sullo sperone lì davanti, dalle 8,30 alle 9,30 fanno un giretto sopra il canyon, dalle 10 alle 17 se ne tornano a casa, salvo qualche giretto qua e là, alle 17 vanno a caccia, tutti i giorni. Si torna a Chivay dove pranziamo e ripartiamo per Puno. Ci aspettano altre ore di pulman poi all’improvviso la “Lagunja” un lago celeste turchese in mezzo al verde dei prati che questa luce. Del Perù, radente nel pomeriggio, rende cangiante e mutevole: il celeste diventa azzurro e poi blu cobalto e poi ancora celeste. Sosta a Julica per arrivare alle 19 a Puno all’Hotel Casona. Usciamo per perlustrare il paese che sembra molto movimentato, ma abbiamo la testa dolorante e dopo una veramente buona pizza a nanna.

7 Maggio

Oggi è il giorno del Lago Titicaca e per raggiungere il porto ci organizzano dei risciò ed in fila indiana arriviamo all’imbarco perle isole Uros, isole interamente realizzate con canna di totora che cresce nel lago. L’effetto delle isole galleggianti è affascinante: si cammina su questo materasso di canne come se si camminasse su un materasso a molle. Le casette di paglia sono piccolissime e fuori una cucinetta piccola come quella delle bambole con le sue pentoline di terracotta. Tutte le donne sono vestite con gli sgargianti abiti della tradizione e Il lago dall’azzurro al verde con lo sfondo tutta la città di Puno. Gli abitanti ci salutano cantandoci “Bella ciao” e noi rispondiamo con “Fra Martino Campanaro”. Quei poveretti che ci hanno accompagnato al porto con il risciò ora ci riportano in albergo, ma adesso c’è la salita e vorrei scendere per non stancarlo, ma va fatto così e tutti in fila si torna in albergo. Dopo pranzo si va alla necropoli preincaica di Sullustani, le Chullpas a circa 40 km da Puno. C’è un bel sole e il vento è gradevole con un paesaggio da super cartolina. il posto davvero suggestivo. Non è tanto la qualità delle rovine, in parte ricostruite (costruzioni ellittiche a tronco di cono un po’ stile nuraghe) è la magia del luogo, la vista incredibile del lago Umayo quell’isola tagliata dritta là in mezzo, il cielo azzurrissimo, i colori, le nuvole che si rincorrono e diventano cangianti col sole radente che sta tramontando; poco più là un tappeto di pietre quadrate si snoda verso il tramonto, quasi un percorso mistico… Torniamo di sera a Puno e in giro per l’avenida principale alla ricerca di due regali per festeggiare il compleanno di Lucio e Danila. Cena di compleanno in albergo che non auguro a nessuno. Due ore per apparecchiare e 2 ore per portarci… chi una trota, chi un petto di pollo… che lentezza!

8 Maggio

Partenza alle 8,30 per Cuzco. Ci aspettano molte ore di pulman che però tra chiacchiere, risate e soste di necessaria manutenzione come Puca Pucara, patria della ceramica e San pablo per pranzare con le vigogne e alpaca che gironzolano nel giardino del ristorante, arriviamo ad Andahayallas con la sua “Cappella Sistina del centro-america” (si fa per dire ed era più bello l’albero secolare andino Pisonai in mezzo alla piazza che la chiesa). Ultima sosta prima di Cuzso alle rovine di Wari di Pikillacta al tramonto, dove alcuni bimbi non curanti del luogo, giocavano a rincorrersi. Finalmente Cuzco dove ci tuffiamo nel suo cuore pulsante nel centro e ceniamo in un pub a San Blas. Alloggiamo all’hotel Samay.

9 Maggio

Giornata in libertà a Cuzco detta l’ombelico del mondo. Con un biglietto cumulativo visitiamo la Cattedrale, la chiesa Compagnia di Gesù, con l’ebbrezza delle foto sui cornicioni, Tempio di San Blas ed il Museo di Arte religioso. Per le strade attorno la cattedrale si cammina su selciati di pietra ancora integra, camminando per calle Hatumrumyuo verso il Palazzo Arzopistal dove si può vedere la pietra dai 12 angoli. Andando verso San Blas un panificio! Delle buonissime baghette con insalata di pollo o prosciutto e persino lasagne. Sosta e alle 14 prendiamo un trenino che ci fa fare il giro di tutta la città fino all’alto del Mirador con il Cristo Bianco dove la vista mozzafiato su Cuzco è completa. Vicino al nostro albergo c’è un mercato artigianale grandissimo con alcuni chioschi o ristorantini per peruviani e non solo, dove assaggiamo la crema di quinoa e recoto relleno, ci piace così tanto che promettiamo alla signora che torneremo ancora. Tutto, birra compresa, abbiamo speso circa 7,50 € in due.

10 Maggio

Visita ai dintorni di Cuzco. Qui si cominciano ad apprezzare le imponenti e perfette architetture, i monoliti e gli enormi blocchi di pietra che si ergono nei bastioni, negli architravi delle porte, i labirinti, gli ingegnosi sistemi idraulici e i sistemi di canali per lo scorrere delle acque, le scalinate ripide e i cuniculi scavati nelle viscere delle rocce. Sacsayhuaman (Falco Soddisfatto), dove ancora oggi al solstizio d’estate si festeggia Inti il dio del sole e vengono ancora effettuati riti risalenti all’epoca incaica. Tambomachay (Luogo di Riposo) si compone di una serie di acquedotti, canali e cascate d’acqua che attraversano la schiera delle rocce, potrebbe essere stato una sorta di centro benessere per gli Inca elite oppure un avanposto militare. Puca Pucara (Fortezza Rossa), è composta da grandi pareti, terrazze, scale e faceva parte del set difensivo di Cuzco. Quenco, con enormi rocce modellate che formano un labirinto architettonico interessante e infine il santuario più importante intitolato a Inti, il dio del sole nell’epoca Inca – Koricancha dove si vede bene quanto è rimasto dell’impianto dell’antico tempio Inca, delle raffinate capacità architettoniche degli ingegneri e delle antiche maestranze, capaci di questa precisione millimetrica nel sovrapporre a secco questi massi di pietra e nell’allineamento perfetto delle finestre da una parete all’altra. Tutti poi sono andati a mangiare, mentre io e mio marito ci siamo fermati ancora per gustarci i bei giardini del santuario. Verso le 14.30 riprendiamo il tour che prevedeva il biglietto cumulato, di cui la visita al museo di arte popolare, poi il museo historico regional e quello di arte contemporanea, tutto questo gustandoci le stradine e vicoli, gli scorci e le piazzette di Cuzco, il mercato di San Pedro e il tran tran quotidiano di Cuzco. Depositiamo le nostre borse cariche do souvenir all’albergo e via al Centro Qosqo di arte nativo per lo spettacolo di suoni e balli in costumi tipici. Terminato lo spettacolo, al ristorante del mercato artigianale per farci una bella parilla di alpaca e patate e verdure.

11 Maggio

Escursioni a Moray, alle Saline di Maras e Ollantaytambo, lungo il persorso siamo immersi nelle Ande, paesaggi lunari interminabili, vegetazioni e terrazzamenti, vulcani innevati e migliaia di alpaca in libertà. Moray (Mura di sotto) sono terrazzamenti concentrici ricavati nella conformazione calcarea della collina, queste costruzioni rotonde, scendono giù giù per 50 mt. E scendiamo anche noi fino in fondo per poi risalire senza fiato. Hanno il fascino misterioso delle forme geometriche perfette. Là, lontano, il cammino degli Inca porta al Machu Picchu. Si riparte per le Saline di Maras percorrendo una strada di burroni a destra e sinistra, strette e polverose per poi apparire ai nostri occhi come un patchwork in mezzo ad una conca verde. In una gola stretta e profonda sono state create terrazze per la produzione del sale in pratica per un processo chimico/fisico l’acqua diventa sale. Non funziona come nelle saline che siamo soliti vedere, in cui il sale si ottiene per evaporazione dell’acqua di mare; qui è proprio l’acqua che reagisce con la roccia e si trasforma in sale, così si vedono vasche piene d’acqua, alcune bianche piene di materiale duro come pietra, altre in cui l’acqua presenta un velo superficiale come se fosse gelata… veramente spettacolare. Per il pranzo sosta a Urubamba dove passa il fiume sacro, una empanadaal volo e si va verso il mercato locale dove si vede di tutto dagli ortaggi, frutta alle capre, galline e Kuy il porcellino d’india che i peruviani mangiano. Tutte le donne hanno il loro tipico cappello a cilindro con vestiti dai colori sgargianti, ma la cosa più bella sono i bimbi. Via verso Ollantaytambo, un piccolo assaggio di quello che sarà lo splendore di Machu Pichhu: una fortezza arrampicata su uno sperone, la dolcezza delle acque che scendono dalla montagna raccolte nei canali di scolo e nelle fontane stilizzate ed eleganti di pietra. La sera che scende, il sole che tramonta, il silenzio che arriva piano piano, intanto che i turisti si allontano e il rumore dell’acqua si fa più intenso.

12 Maggio

Oggi visita al grande mercato artigianale di Pisac, prima sosta però ad una azienda delle lane di alpaca e non solo (ceramiche, terracotte, bigiotteria, tutto bello ma molto caro). Arriviamo a Pisac, il mercato più grande del Perù. Il villaggio è situato nella valle sacra del fiume Urubamba. Spese folli e regalini per tutti. Per il pranzo andiamo presso la comunità di Mosoq Runa una casa accoglienza per i bimbi disagiati (in Perù sono tanti). Ci accoglie Francesco – in questa casa voluta da Ada, una piemontese che ha deciso qualche anno fa di aprire questa casa famiglia e dare vita a un progetto di sostegno educativo e culturale per bambini e ragazzi a rischio sociale, altrimenti condannati all’analfabetismo e alla strada. Il piccolo Lùis, l’ultimo arrivato, ci gira attorno e non ci mollerà per tutto il tempo, fino a sfidare e vincere Giovanni a braccio di ferro. Durante il pranzo (buonissimo), continuiamo a chiacchierare con i ragazzi della comunità e finiamo il pomeriggio a sbirciare nel laboratorio e a comprare presine, borse, cappelli, forse per sentirci un po’ meno in colpa per tutti gli acquisti superflui fatti finora.

13 Maggio

E’ arrivato il fatidico giorno tutto rivolto a Machu Pichu. Si parte in pulman per Ollataytambo per prendere il trenino che ci porterà ad Agua Caliente. Il treno e azzurro e giallo con le finestre anche nel soffitto per vedere al meglio il paesaggio lungo la ferrovia che attraversa una meravigliosa zona tropicale lungo il fiume Urubamba e vicino al cammino Inca. Giunti ad Agua Caliente ed affidate le valige alla nostra guida si parte con il pulmino per il sito archeologico, circa 20 minuti. Mi sembra un sogno, ero proprio io ad essere lì, il mio sogno si era avverato. Non è facile parlare il Machu Pichu, non ci sono parole di sentimento ma solo un unico coro che alla vista del panorama esclama Oh! Arrivi dall’alto e te lo vedi lì, come nelle fotografie che hai visto centomila volte e l’impatto è di una emozione che non scordi più. Uno smeraldo incastonato in una posizione mozzafiato. Misterioso, magico, di un fascino che ti entra dentro e non ti molla per giorni. Anche adesso che scrivo l’emozione è la stessa. Non c’è un momento uguale all’altro, lo guardi e lo vedi sempre con una luce diversa, non cambia solo la prospettiva, cambiano i colori, cambia l’atmosfera, una sorta di aura intorno che rende i contorni delle montagne, delle pietre, delle rocce, nitidi, brillanti, cangianti.

Una giornata su e giù per tutti i sentieri possibili, per tutti gli speroni, le rocce, le terrazze, le rovine, tutti emozionati, allegri, sorridenti… non c’è una foto senza un sorriso.

Rimaniamo tutta la giornata fino all’ultimo secondo possibile con i fischietti dei guardiani sul collo, gli ultimi momenti sono davvero memorabili, la gente se ne è andata quasi tutta; il silenzio limpido del sole, il tramonto, i profili blu delle montagne sono solo per noi. Si torna all’albergo, bella giornata, sole pieno e niente Mosquitos, hotel carino e non come ci avevano detto, anzi nel bagno della nostra camera troviamo persino una jacuzzi dove ci ritempriamo dalla meravigliosa esperienza giornaliera.

14 Maggio

Di nuovo il trenino di ritorno per Cuzco e ultimi giri in questa grande città. Cena di gruppo di arrivederci al Perù e di ringraziamento per un viaggio andato benissimo e per il clima affettuoso e allegro che si è creato nel gruppo.

15 Maggio

Trentasei ore il viaggio di ritorno, con sosta di mezza giornata a Lima, e quasi 5 ore ad Amsterdam. Un ritorno morbido, dolce, intenso e struggente come tutto il viaggio… Lima è grigia, ma l’addio a quel cielo azzurro delle montagne da qui, appresso a questo mare, è bellissimo lo stesso, girovaghiamo per Miraflores e per alcune vie del centro dove ci imbattiamo in una Fiera Gastronomica e, alla fine, prima dell’imbarco sul pullman per l’aeroporto, un pisco sour finàl del Grand Hotel Bolivar è quello che ci vuole per dire arrivederci a questo incantevole Paese.



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