Torno in Perù

Lima, marzo 2000: la garua non smette di offuscare il cielo tropicale, il caldo amoreggia con l'umidità e io mi ritrovo sul solito autobus (che già a chiamarlo così ci vuole un po' di fantasia) in direzione Plaza de Armas. E così comincio a parlare del Perù (il mio amato Perù) partendo da Lima, la città che più ho odiato e che più ha...
torno in perù
Partenza il: 03/07/1999
Ritorno il: 04/04/2000
Viaggiatori: da solo
Lima, marzo 2000: la garua non smette di offuscare il cielo tropicale, il caldo amoreggia con l’umidità e io mi ritrovo sul solito autobus (che già a chiamarlo così ci vuole un po’ di fantasia) in direzione Plaza de Armas. E così comincio a parlare del Perù (il mio amato Perù) partendo da Lima, la città che più ho odiato e che più ha amato al mondo. Lima fa schifo: ed è inutile che ci si sforzi di vederla bellina-carina-niente male-con un suo perchè o roba simile. Lima fa schifo: e fa schifo perchè ti scaraventa addosso tutti i problemi di un paese del Terzo Mondo (mi perdonino gli amici peruviani se uso un’espressione tanto infelice come Terzo Mondo). Lima è povertà. Un oceano e un deserto di povertà. Punto. E non mi si venga a dire che a Lima quello che vedi sono gli edifici coloniali o i musei o i palazzi del potere: non è vero. Tutto si inginocchia davanti alla corrosione della povertà. Case e chiese, strade e giardini: corrosi. Logori. Poi c’è la Panamericana: deserto-oceano-stelle, di notte. Povertà, di giorno. Ho pianto, in Perù, forse più di quanto abbia fatto in vita mia. Ho pianto di dolore e gioia. Tornerò nel mio amato Paese, forse per viverci, forse per chiudere nell’immancabile zaino un’altra scorta di ricordi. Tornerò perchè ho guardato la gente negli occhi per una manciata di secondi e ci ho visto la magia delle Ande, la storia di un popolo che i nostri antenati europei hanno fatto di tutto per distruggere. Un giorno ho chiesto ad un professore di ingegneria di Ica (cittadina a sud di Lima) di indicarmi alcuni pueblos di INDIOS. “Non esistono gli indios”, ha risposto,”sono il prodotto della vostra fantasia. Qui ci sono solo Inca”. Ho scritto una tesi di laurea sul Perù: non ho mai avuto il coraggio di usare quella parola. Non usatela nemmeno voi.


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