La mia prima Parigi

Un breve ma intenso weekend parigino
Scritto da: andek
la mia prima parigi
Partenza il: 04/08/2012
Ritorno il: 07/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Sono quì per raccontarvi il nostro breve ma intenso viaggio a Parigi. In tre giorni siamo riusciti a visitare tutto quello che ci siamo pianificati optando per le attrazioni principali e soprattutto per quelle più vicine tra loro, purtroppo questo ha coinciso con l’esclusione della basilica del Sacro cuore e del quartiere del montmatre 🙁 (ma ci siamo promessi che sarà il nostro primo target per il prossimo viaggio). Parigi non è per una unico viaggio 🙂

Abbiamo preferito inoltre girare a piedi, in tre giorni abbiamo usato soltanto 6 biglietti Ticket + (costo 10,2 euro) e due paia di scarpe.

Per ottimizzare i tempi abbiamo prenotato all’albergo Hotel d’e Orchidee nella zona di montparnesse. L’albergo è vicino al punto RER denfert-rochereau, per cui tramite l’orlybus dall’aeroporto orly in meno di 30 minuti eravamo già in camera. L’hotel risiede nella Rue d’Ouest ricca di piccoli ristoranti e cafè frequentati anche da autentici parisienne e per cui non troppo costosi. Il tempo di disfare le valigie e controllare la room (a dire il vero un po’ piccola anche se per il tempo che ci siamo stati poco ha importato) che subito siamo scesi a prendere la metro’ Pernerty a pochi metri e in 20′ minuti eravamo già sugli champs d’elysees.

Prima giorno e primo errore, credevamo che dalla fermata della metro’ la prima traversa agli champ elysees portava alla chiesa della Madeleine ma non era così, per cui ci siamo addentrati per rue della Marigny e ci siamo trovati per sbaglio davanti all’Eliseo (poco male :)). Quindi ripercorriamo al contrario la via e ritorniamo sugli champ elysees, direzione Arc de Triomphe. Il tragitto verso l’Arco di trionfo sebbene leggermente in pendenza e pieno di traverse con i simpatici “semafori a forma di omino”, ha il vantaggio di essere la parte più chic-cosa di Paris, fatta da megastore di profumerie e negozi d’abbigliamento delle marche più griffate. Una volta arrivati nei pressi dell’arco di trionfo tramite il sottopassaggio, si arriva sotto l’arco dove ci siamo riposati per un bel quarto d’ora leggendo nel frattempo tutti i nomi dei caduti di guerra, c’era pure qualche cognome in italiano!! Prima di andarcene, voltando le spalle all’Arco di trionfo abbiamo ammirato tutta la via degli champ elysees, intravedendo l’obelisco di place de la Concorde. Lasciati l’arco di triomphe ci siamo diretti verso il trocodero. Abbiamo quindi percorso a piedi rue de kleber che ci ha portato, dopo una bella passeggiatina durante la quale abbiamo ammirato le fantastiche auto di lusso lì parcheggiate, alla tour eiffel. Il Trocodero secondo me è il posto migliore per ammirare la tour, perchè leggermente più elevato della base della torre e da cui si può ammirarla in prima battura prima di avvicinarsi. Dopo alcune foto siamo scesi verso la base della torre, io sono rimasto affascinato dalle giostre con cavalli a dondolo disposte nei pressi (forse perchè mi piacciono le cose vecchio stile). Arrivati alla base, è nato il dilemma di come salire sulla torre: potevamo mai prendere l’ascensore !?! Abbiamo optato quindi per le scale. Ci siamo fatti i ben 630 scalini per arrivare fino al secondo piano in meno di mezz’ora. Il tempo di fare alcune foto panoramiche ai 4 lati della torre che subito siamo dovuti scendere causa prima scrosciata di pioggia intimidatoria. Senza perderci d’animo siamo scesi di gran lena dalla torre, notando come il continuo calpestio degli scalini lì aveva consumati e resi lucenti. Arrivati al Champ de mart decidiamo di ritornare a piedi al hotel passando per il quartiere de Grenelle. Mancava poco al hotel che un aquazzone di quelli pesanti e il freddo pungente ci ha sorpresi (non ci potevamo credere, faceva un freddo tremendo mentre in Italia portava 40 gradi con afa). Per ripararci, decidiamo di anticipare il ristoro, anche perchè erono già le 21 di sera sebbene c’era piena luce. Decidiamo di andare al Flam’s proprio ai piedi della torre di Montparnesse che di sera fa il suo bell’effetto. Con meno di 20 euro ce la siamo cavati ordinando un insalata completè e una flam gratinèe. Dopo cena ci siamo avviati al hotel che era lì vicino e a mezzanotte eravamo già a letto.

Il secondo giorno l’abbiamo dedicato al Louvre e l’isola di Notre dame. Volevamo alzarci presto per evitare la fila, ma l’ottima colazione del hotel inclusa ci ha trattenuto più del dovuto. Siamo arrivati a Louvre alle 10.00, passando da plaza de la Concorde e dai giardini antistanti, e subito ci siamo sconfortati: la fila non solo era lunga quanto la piazza del louvre ma continuava anche all’esterno girando fino a rue rivoli. Senza capire dove effettivamente finiva la coda per entrare, decidiamo di tralasciare per il momento il louvre e puntare verso Notre Dame. Detto, fatto ci dirigiriamo percorrendo Rue rivoli verso la chiesa. Consiglio vivamente di percorrere rue Rivoli perchè è ricca di negozi d’abbigliamento e calzature a modici prezzi (peccato che era domenica e tutti chiusi :)). Inoltre su rue Rivoli, a metà percorso, si può ammirare la torre di st. Jacques che sorge in un piccolo giardino con grandi alberi dalle folte chiome verdi. Decidiamo di fare una breve sosta su una panchina del giardino con di fronte la torre di sant Jacques, ma ahimè dobbiamo subito andare vià perchè il giardino è anche un ritrovo di clochard ubriachi e barcollanti. Prima di andare a Notre dame, decidiamo, sempre con mappa alla mano e a piedi, di fare una piccola deviazione e passare davanti alla Sant Chapelle, passando inoltre credo davanti alla sede della prefettura di Parigi che aveva un immenso cancello lavorato e decorato. Passiamo quindi l’altra sponda della Senna ammirando sulla destra un imponente palazzo con ai lati delle torri a tetto spiovente, per poi capire che si trattava della Conciergerie. Percorriamo per un breve tratto il lungo Senna per poi essere affascinati dalla chiesa di Notre Damme. Della chiesa di notre damme ti colpisce soprattutto la cura dei particolari della facciata delle due torri, fatta per lo più da sculture di santi (per poi scoprire essere re d’israele) e in cima da esseri mostruosi. Dopo una breve fila entriamo dalla porta più piccola alla navata di destra e subito rimaniamo affascinati dalla maestosità della struttura e dalle luci soffuse. La spettacolo che si presenta dalla navata centrale con i raggi di luce che filtrano dalle vetrate laterali mi hanno veramente incantato. Notre dame per me è stata la cosa più bella che ho visto a Parigi.

Usciti dalla chiesa, si iniziava a sentire un certo appetito, fortunatamente lateralmente alla chiesa erano schierati una miriade di braserie e creperie d’emportè. Optiamo per una baguette farcita sandwinches (mai fermarsi alla prima vetrina!!). Mentre come dessert optiamo per una crepes d’emportè sucre al cioccolato caldo. Quest’ultima l’abbiamo comprata da dietro al giardino di Notre damme, là dove c’è un ponte (il ponte tra l’altro è pieno di bravi artisti di strada che intrattengono i turisti) che porta alla seconda isola della Senna. Nei dintorni cè una piccola stradina con tante creprerie, noi l’abbiamo comprata in una creperie in cui lavorava un abile “crepista” che velocemente spalmava e farciva le crepes, riuscendo a servire sia i clienti all’interno il locale sia i clienti come noi d’emportee.

Rifogillati e deliziati ci dirigiamo verso il louvre percorrendo di nuovo Rue Rivoli. Arrivati ci accorgiamo che la fila si è sì dimezzata, ma sempre lunga (il cartello stimava 2.30). Coda facendo, decidiamo di indirizzarci solo su alcune zone del museo (egiziona, greco-romana e pittura italiane) a mio avviso le più interessanti. Entrati nel Louvre si viene catapultati in un altra realtà a parte. Si presentano davanti a te una moltitudine di opere d’arte che la mente umana in quel breve tempo che dedica al Louvre non riesce a catalogare. L’effetto della maggior parte dei visitatori era quello di passar dritto, mentre bisognerebbe soffermarsi su ogni pezzo. Ad esempio ho notato che la maggior parte della gente che entravano nella zona “pitture italiene” era presa dalla voglia di andare a vedere subito il pezzo da novanta “La giocanda”, senza nemmeno accorgersi di quadri di tutto rispetto quali Cimabue, Donatello, Caravaggio, Giotto, Botticelli. Secondo me, quest’ultimi quadri meriterebbero maggior attenzione!! Rimasti un pò perplessi siamo usciti da Louvre e ripercorrendo all’inverso i giardini antistanti Louvre, siamo giunti di nuovo a plaze de la Concorde. A questo punto abbiamo deciso di deviare a destra per la Madeleine, che non siamo riusciti a visitare il giorno prima. Saliti alla Medeleine siamo crollati per la stanchezza sulla prima fila di sedie e non abbiamo visitato come meritava la chiesa. Quindi giunti di nuovo ai Champ Elysees decidiamo stavolta di ritornare con la metrò al Hotel, e così facciamo.

Arrivati distrutti all’hotel ci buttiamo come sacchi di patate sul letto, cadendo in un profondo sonno. Ci risvegliamo dopo due ore e mezza con una gran fame. Decidiamo di andare in una creperia lì vicino intravista il giorno prima a Rue Losserand. A nostra sorpresa ci accorgiamo che la maggior parte dei locali è andato in ferie, pensando che in fin dei conti i locali parigini non hanno accusato per niente la crisi economica. Non volendo andare in un locale etnico, decidiamo di assaggiare un ristorante specialità Italien. Di lì a poco ci accorgiamo che di italiano aveva ben poco. Scegliamo comunque un menù enfant fisso a 12 euro a persona inclusa la bevanda. Io scelgo una pizza “mambino” e la mousse a cioccolato. Mentre la mia ragazza prende un omelette e Creme Caramelle! Dopo un caffè per niente italiano (ma all’americana), ce ne torniamo in hotel almeno a pancia piena.

Il terzo giorno è ahimè l’ultimo giorno a parigi, tuttavia il volo è nel pomeriggio, percui ci concediamo un ultima tappa al giardino del Luxemburg portandoci dietro anche le valigie. Ancora non del tutto smaltita la stanchezza dei due giorni precedenti ci riposiamo tra i verdi prati e le colorate aiuole del giardino, ammirando di tanto in tanto le sculture che affiorano dalla vegetazione. Un ultima deviazione su rue Soufflot prima di dirigerci al terminal di denfert-rochereau per ammirare frettolosamente il Pantheon anche perchè incombeva l’ora di lasciare la romantica e ovattata Paris.

In conclusione viaggiare a piedi ti permette di cogliere le varie sfaccettature della città, dai parisienne con la baguette sotto al braccio alle file ordinate davanti alla vetrina delle boulangerie. Da chi dipinge con mille colori sgargianti il cancello della propria casa a Rue Rivoli ai clochard che litigano con i pacciuti colombi nei giardini di Sant Jacques. Dalla menticante che fruga nel bidone dell’immondizia a rue Froidevaux al parigino che sfreccia in Porschè a Rue Kleber. Dalle innumerevoli renault e peugeout posteggiate ai margini delle strade parigine ai rari esemplari di auto Fiat.

Alcuni consigli utili:

– munirsi di mappa della città, alcuni hotel la forniscono gratis!

– Non esiste l’arancione per i semafori pedonali, ma non spaventatevi del improssivo rosso, in realtà avete abbondanti secondi che vi consentono di attraversare tranquillamente.

– non rispettate alla lettera i semafori pedonali (neanche gli autentici parisienne lo fanno), di solito anche le piccole stradine sono provvisti di semaforo pedonale, del resto se non passa nessuno e la strada è secondaria non aspettate inutilmente.

– Non fermatevi al primo negozio di sovenier, noterete che le t-shirt, le tour eiffel, le calamite, etc. sono praticamente sempre le stesse, ma a volte con prezzi differenti da negozio a negozio (lo stesso vale per le creperie).

– per non gonfiare il prezzo del compt vi consiglio di ordinare da bere Caraffe d’eau: è portata gratis in ogni ristorante

– Per mangiare allontanatevi dalla parte chic-osa della tour eiffel se non volete essere spennati e preferire i locali di notre dame e quartiere latino (zona Panthoene-sorbone per intenderci)

– scegliere menù fisso se andate al ristorante oppure optare per un cafè o brasserie/creperie.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche