Tour de force parigino

Soggiorno tipicamente parigino in un piccolo appartamento nel quartiere più romantico della città cercando di vedere più cose possibili nel minor tempo possibile!
Scritto da: rakki
tour de force parigino
Partenza il: 25/11/2011
Ritorno il: 07/12/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

25 Novembre

Sveglia alle ore 5.00 del mattino con alle spalle zero ore di sonno… Io, Samuele, mia madre e mio padre partiamo armati di circa 50 kg di bagagli in direzione Bologna da dove partirà il nostro volo per Parigi prenotato con 1 mese di anticipo a circa 100 euro. Arriviamo all’aereoporto con un pò di anticipo e dopo esserci concessi una gradevole colazione al bar dell’aereoporto, passiamo il check-in ed attendiamo per circa 1 ora l’arrivo dell’aereo. Saliamo sul nostro bolide Ryanair alle ore 10.00, io correndo riesco ad acchiappare un posticino sull’ala ma accanto al finestrino (non si può avere tutto dalla vita) e Samuele prende il posto accanto al mio. L’aereo è strapieno (ed io che credevo di essere l’unica ad andare in vacanza di Novembre) e lo Stewart francese non ha affatto un’aria simpatica. Il volo procede in modo alcuanto gradevole, nonostante la mia classica fase di panico iniziale al momento della partenza. Passiamo le alpi godendoci un meraviglioso panorama innevato ed entriamo in territorio francese dove incontriamo qualche leggera turbolenza che, oltre a far traballare un po’ l’aereo causa in me un secondo momento di panico, sottolineando che proprio in quel momento la mia dolce metà era andata in bagno abbandonandomi accanto ad un addormentato signore francese. Atterriamo alle ore 11:45, in perfetto orario, a Paris Beauvais, piccolo aereoporto sperduto 80 km a nord di Parigi. Appena usciti dall’aereoporto seguendo la massa di passeggeri arriviamo al terminal della Navetta che ci condurrà a Parigi città per la modica cifra di 30 euro allez-retour (andata-ritorno). La Navetta ci lascia di fronte al Palais du Congres dove, ancora seguendo la massa, raggiungiamo la metropolitana e chiamiamo il nostro Daniel (contattato 1 mese prima grazie ad Homelidays, sito per la ricerca di case in affitto che vi mette direttamente in contatto con il proprietario e che mi sento vivamente di consigliare a tutti i viaggiatori fans del low cost e della vita in appartamento per sentirci più vicini alla gente del posto come noi) apprendendo con gioia che parla italiano risparmiandomi una ridicola conversazione in francese maccheronico. Scendiamo quindi nella metro ed acquistiamo 2 carnet da 10 biglietti a 12 euro ciascuno. I carnet sono molto comodi per coloro che hanno intenzione di muoversi in metro, vi verranno consegnati 20 biglietti della metro da utilizzare a vostro piacimento. La metro parigina all’ora di pranzo è superaffollata e con 50 kg di bagagli a carico non è semplice muoversi ma, nonostante i luoghi comuni riguardante l’antipatia francese, incontriamo un giovane francese cordiale che mi aiuta a trasportare le valigie fino alla porta della metro (grazie sconosciuto francese!). Effettuiamo un primo cambio metro alla fermata Concorde e prendiamo la linea 9 per Notre Dame de Lorette, la nostra fermata… sul vagone sale addirittura un signore armato di stereo su trolley, tromba, accordeon e amplificatore che ci delizia per tutto il tragitto con canzoni della tradizione francese. Una volta usciti dalla metro 15 minuti di ricerca sulla cartina per poi scoprire che la strada che stiamo cercando è esattamente dietro alla fermata della metropolitana (ahahah) Raggiungiamo, leggermente in ritardo, Daniel che ci sta aspettando di fronte al palazzo. La via, Rue des Martyrs, è molto carina, tipicamente francese, con vetrine da far venire l’acquolina in bocca e con una vista mozzafiato sul Sacre Coeur. Daniel ci accoglie calorosamente (scopriremo poi che ha origini italiane) ci mostra lo studio (così i francesi chiamano i monolocali) piccolo ma pulito e ben attrezzato. Solo una pecca: la finestra vista nelle foto, che io immaginavo affacciata sui meravigliosi tetti parigini si affaccia invece su un androne interno di 2 metri x 2… Le scale del palazzo meritano una citazione a parte.. 5 piani di scale a chiocciola di legno scricchiolante ed inquietante che però dopo una settimana abbiamo imparato ad amare e che ancora oggi ci mancano assai. Posiamo le valigie e non curanti della stanchezza ci concediamo una pausa pranzo in una delle tante pizzerie della via. Una volta sazi decidiamo di andare da Carrefour (devo dire che a parigi per fare la spesa non c’è che l’imbarazzo della scelta) per approvvigionarci per la settimana. Rientro a casa-Siesta- Cena a base di Frittata al Roquefort-Doccia rigenerante e decidiamo di andare a vivere la notte parigina. Montmartre è un quartiere molto animato, anche la sera, pieno di localetti e ristorantini, e di quell’atmosfera un po’ bohemienne che ci catapulta indietro nel tempo. Le strade sono tutte lastricate in pietra e contornate da alti palazzi con tetti alla francese che insieme ai lampioncini verdi, alle lucine natalizie e al Sacre Coeur che ci domina dall’alto conferisce all’intera Butte un’atmosfera magica e romantica. Dopo un mini-tour per Montmartre decidiamo, onde evitare di crollare per la strada, di tornare a casa a farci una bella dormita. Ultime compere ad un negozietto di indiani trovato nel tragitto con i quali abbiamo discusso di pepe e polvere e rientro a casa, tazza di tè grigio e collasso totale di fronte a Carlà che canta in tv. Siamo proprio a Parigi.

26 Novembre

Sveglia alle ore 8.00, colazione in casa con latte caffè, biscotti e pastina e poi partenza in direzione Museo Centre Pompidou. Prendiamo la Metro e, in solo 2 cambi, arriviamo al Pompidou. Una volta arrivati all’entrata ci comunicano che c’è da attendere 30 minuti prima di poter entrare e decidiamo di farci una passeggiata per il quartiere di Les Halles definito il cuore di parigi di fronte alla chiesa di Saint Eustache ed alla Borsa di Parigi. Questa mattina fa freddissimo ed il tetto del Forum Les Halles è completamente congelato. Alle 11.00 dopo qualche foto alle fontane meccaniche della piazza Igor Stravinsky riusciamo finalmente ad entrare nel Centre Pompidou. L’ingresso per i giovani sotto 28 anni è gratuito ( piccolo assaggio dell’importanza dei turisti a parigi- i giovani entrano gratuitamente in quasi tutti i musei “istruttivi” di parigi) e, una volta all’interno del museo girovaghiamo per oltre 2 ore sperduti tra le migliaia di stanze del centro ben organizzate in un percorso che ci porta da Modigliani a Matisse a Picasso, Kandinsky, De Chirico,Dalì e altri a non finire…meraviglioso! Un’intera parte del centro è dedicata ad installazioni ed arte contemporanea ed un’altra parte è dedicata totalmente ad Arman. Usciti dal centro ingurgitiamo al volo su una panchina 4 panini da me preparati con amore la mattina e finiamo con un caffè da Sturbucks dall’altro lato della strada (io sapientemente un caffè Mocha mentre Samuele mi spezzo ma non mi piego tenta con l’espresso che poi impiega 30 minuti a bere!) Usciamo da Sturbucks e ci dirigiamo verso le “isole” parigine per vedere il gobbo ovvero Notre Dame. Attraversiamo la Senna, visitiamo il mercato dei fiori appena entrati sull’Ile de la cité e, svoltato l’angolo ci troviamo di fronte ad una delle Cattedrali più famose del mondo. All’interno l’atmosfera è tetra e buia e concentrandoci riusciamo quasi ad immaginarci il gobbo rinchiuso e sofferente d’amore nelle stanze sopra la nostra testa..(ebbene si sono un’appassionata di questa storia). Usciamo e facciamo un giro attorno alla cattedrale per osservare meglio i Garegoils che, devo dire, sono veramente inquietanti. Da Notre Dame decidiamo di fare una capatina nel luogo dove sorgeva la protagonista principale della rivoluzione francese: La Bastiglia, al suo posto adesso c’è una rotonda con al centro un’immensa colonna verde. Di fronte alla Colonna/Bastiglia troviamo il Nuovo teatro dell’Operà (quello vecchio è decisamente più affascinante). Il quartiere della bastiglia dice sia uno dei quartieri più animati la sera ( bene a sapersi!) Da Rue de la Bastille arriviamo a Place des Vosges (ancora oggi non ho capito come si pronuncia il nome di questa piazza)la più antica piazza di Parigi circondata da 36 palazzi simmetrici con portici al pianterreno, dove spendiamo circa 7 euro a persona per una crepe e 4 euro per un caffè sotto il loggiato che contorna questa magnifica piazza. Proprio in uno di questi palazzi abitò Victor Hugo al terzo piano e proprio qui troviamo infatti un museo a lui dedicato. Mentre ci concentriamo su tutto questo inizia a nevicare e ci dirigiamo verso la metro. Scendiamo alla fermata La Fayette, durante il tragitto intanto ci riposiamo un po nel traballare della metro. I Magazzini della Fayette in questo periodo mi fanno sentire in uno di quei film americani sul natale..lucine ovunque, vetrine dedicate ai musical che si muovano, orsacchiotti che ballano, e per finire l’opera , un albero di natale alto 5 piani con pacchi regalo colorati che gli volano intorno all’interno dei magazzini. Consiglio a tutti gli amanti dello shopping un giretto all’interno dei magazzini dove io e Samuele compriamo i regalini per tutti i nostri amici/familiari e qualche piccolo ricordino anche per noi! Infine con mia immensa tristezza (sarei rimasta a vivere a La Fayette) decidiamo di tornare a casuccia. Cena a base di Pummarola nel tentativo di far capire a mia mamma come si usa skype! (mission impossible) Dopo cena programmiamo un giretto tranquillo, sopratutto a causa dei piedi che ci fumano..partiamo da Rue La Fayette e ci inoltriamo a caso in tutte le strade che “ci ispirano”, finiamo in Place Trinité, nella quale sorge un gigantesco similtempio greco che è in realtà una chiesa medievale. Di lì trascinandoci finiamo in Place de la Concorde dove si trova la ruota panoramica ed infine stanchi morti torniamo al nostro studio!

27 Novembre

Sveglia ore 9.00, prevista mattinata tranquilla a Montmartre seguendo l’itinerario consigliato dalla nostra Lonely Planet. A monte le previsioni anche questa mattina ci sono toccati i nostri 6/7 km quotidiani (sfido chiunque voglia vedere tutta parigi includendo anche qualche museo Top in una settimana a fare meno di questi km in un giorno). Iniziamo subito con un Pan au chocolat, la brioche tipica francese, burrosa, cioccolatosa, supercaloriosa..alla boulangerie le coquelicot in Place Abesses. Dopo la pausa colazione ci dirigiamo verso l’insegnadell’entrata della metro della Piazza,esempio vivente di Art Nouveau e ci concediamo anche un giretto ai mercatini natalizi che circondano la piazza. Si lì, 10 scalini più in là troviamo Le Bateau Lavoir,così chiamato per i suoi dondolamenti dovuti al vento che lo facevano somigliare ad una nave, residenza del mio amatissimo Modì (Amedeo Modigliani). Dal Bateau Lavoir, proseguendo all’interno della Butte de Montmartre scoviamo il Passe Muraille ovvero la statua di un uomo che emerge per metà da un muro. Eccoci dunque al centro vitale di Montmartre che sembra essere rimasto bloccato ai primi del 1900: Place du Tertre, la piazza degli artisti pronti a ritrarvi anche contro la vostra volontà, bellissima e con alcuni personaggio davvero notevoli. Da Place du Tertre ci dirigiamo al Sacre Coeur, per me la chiesa più bella di Parigi,poi al Lapin Agile, il locale storico di Montmartre che propone ancora oggi serate di Cabaret e musica dal vivo proprio di fronte alla vigna (minuscola) di Montmartre che abbiamo scoperto avere antiche origini. In fondo alla strada troviamo il bel Moulin de la Galette con annesso ristorante dai prezzi inavvicinabili. Prendiamo infine Rue Lepic, dove a metà si trova quella che fu la dimora di Vincent Van Gogh e di suo fratello. Sopo qualche dubbio sul da farsi decidiamo di fare una capatina anche al Museo di Montmartre che rimane praticamente a 5 minuti di cammino (Montmartre è tutto abbastanza concentrato in quanto anticamente era come un paesello appena fuori dalla città che poi è stato inglobato divenendo un quartiere ma conservando pur sempre le caratteristiche di un paese…storia raccontataci da Daniel). Arrivati al cimitero di Montmartre facciamo un breve tour attraverso le tombe più importanti e decidiamo infine di andare alla ricerca del famoso Café les deux Moulins… ovvero il bar dove lavora Amelie nel film. Non si trova molto bene e abbiamo dovuto chiedere indicazioni ad una passante, un’italiana adottata da parigi che ci ha indirizzato nella giusta direzione. Arriviamo da Amelie, ci sediamo, io mi stampo un sorriso ebete in faccia e dopo circa 40 milioni di foto, una croque monsieur e 2 caffè (peraltro abbastanza buoni) ci dileguiamo lasciando anche una piccola mancia. All’interno del Cafè facciamo conoscenza con una coppia di ragazzi della nostra età, entrambi svizzeri ma lei Cantone Italiano, lui Cantone Francese, con i quali conversiamo di cibo e hotel. Usciamo dal Cafè e in 3 passi siamo al Moulin Rouge (certo Montmartre è un covo di angoli meravigliosi che raccontano storie romantiche e passionali). Il mulino è stato interamente modernizzato ma conserva ancora quel non so che che lo rende affascinante però non vi aspettate il mulino rovinato con la casetta di fronte del film con Evan Mc Gregor perchè purtroppo non è più così! Essendo in zona facciamo una capatina a “casa” per addentare al volo un insalatona rifoccilante e ripartiamo in direzione Père Lachaise e Belleville. Arriviamo al cimitero e subito ci appioppano una cartina gigante del cimitero (2,50 euro ma devo ammettere che senza sarebbe stata un’impresa orientarci) che ci guida nei meandri di questa città mortuaria! Consiglio vivamente a tutti i Turisti per caso che hanno intenzione di visitare questo Mastodontico cimitero di decidere in anticipo quali tombe visitare e seguire la cartina alla lettere perchè altrimenti si corre il rischio di dover girare le migliaia di tombe presenti senza capirci più niente. Noi abbiamo spulciato la lista da capo a fondo e abbiamo scelto le più interessanti, primo fra tutti George Meliés, l’inventore del cinema che si trova appena all’entrata del cimitero. Seconda tappa,dopo qualche foto panoramica, la tomba di Fred.Chopin, mio idolo musicale romantico. Terza tappa, dopo un po’ di cammino Jim Morrison,con tanto di fan sfegatato ed emozionato dotato di radiolina che manda Doors a ripetizione. Quarta tappa Modì e Jeanne Hebouterne (circa 20 minuti per trovare la tomba),sulla lapide di Modì e Jeanne, come la migliore tradizione ebraica ci insegna, abbiamo messo un sassino. Quinta tappa Edith Piaf, la voce francese per eccellenza, ed infine Oscar Wilde la cui tomba è coperta da baci rossi. Usciamo da Père Lachaise e costeggiamo le mura dirigendoci verso il colorato e multiculturale quartiere di Belleville. Non abbiamo molto tempo perchè inizia a fare buio, ma abbiamo comunque il tempo di osservare le affollate stradine piene di macellerie arabe e di mercatini marocchini, passando per negozi che vendono da utensili a vestiti a panini. Il quartiere ha, effettivamente, un suo fascino particolare, è una specie di “ghetto” (anche se forse questo termine ha un’accezione troppo forte) diviso a zone, in cui ogni zona corrisponde ad una comunità sia essa tunisina, marocchina, senegalese, cinese, russa e chi più ne ha più ne metta. Torniamo a “casa” e, dopo una doccia, ci dirigiamo verso la Butte, dove questa sera abbiamo deciso di fare una cenetta romantica in un locale consigliato dalla Lonely Planet: La Maison Rose. Ristorantino piccolo, solo 5 tavolini, ma caratteristico, con un cordialissimo cameriere indiano ed una cena ottima ad un prezzo, secondo noi giusto:71,70 euro per 6 portate vino acqua e servizio. Prendiamo nell’ordine: 6 Escargot (io) che sapevano un po’ di pesto alla genovese e per mangiarle necessitavano di un arnese da Tortura dell’Inquisizione. Soupe à l’oignon (zuppa di cipolle) buonissima ma da segnalare la presenza di uno strato di 10 cm di formaggio che ha causato qualche problema a Samuele. Gigot de Canard au Miel ( Cosciotto di anatra con miele e riso) un piatto sostanzioso e buonissimo, e per finire la vera Crème brulée francese. Dopo la cenetta decidiamo di prendere un ammazzacaffè in Place du Tertre, entriamo nella caffetteria La Boheme du Tertre , e ci rendiamo conto che in Francia la grappa non va di moda dopo i pasti in quanto quella meno costosa si avvicina ai 15 euro ed optiamo per un più comune Vin Chaud, tradotto un Vin Brulée.

28 Novembre

Sveglia ore 8.00 (anche oggi), dopo colazione prendiamo la metropolitana e scendiamo al Ponte dell’Alma dove si trova la Fiaccola della libertà e dove è avvenuto l’incidente mortale di Lady Diana e Dodi. Appena svoltato l’angolo iniziamo già ad intravedere la fila per il MAM (museo d’arte moderna). Passano 30 minuti circa e riusciamo ad entrare (questa volta il biglietto è a pagamento per entrambi). All’interno è allestita temporaneamente una mostra di Basquiat ( veramente notevole) e una del fotografo Larry Clark “Kiss the past hello”, molto forte ma bella. La collezione permanente del museo è, purtroppo, chiusa per metà e quindi non possiamo finire la nostra visita..in generale questo museo,se pur interessante, non è niente paragonato al Pompidou. Usciamo dal MAM e vicino a questo ci addentriamo nel Palais de Tokyo, un palazzo relativamente moderno che ospita mostre temporanee, esibizioni, un mercatino di oggetti strani e un piccolo barrettino self service dopve prendiamo un caffè per scaldarci un po’. Usciamo dal Palais e dopo una camminatina di un paio di km arriviamo all’Arc du Triomphe. Ovviamente, trovandosi in mezzo ad una rotonda, per arrivare sotto l’arco bisogna prendere il sottopassaggio, vediamo l’arco dall’interno scattiamo qualche foto e poi, ignari, intraprendiamo il cammino lungo li Champs Elysées, circa 2 km e mezzo.. La discesa lungo il viale è stata veramente lunghissima, ci siamo fermati praticamente in tutti i negozi che costeggiano la via e abbiamo goduto anche della compagnia di decine di persone accorse per vedere i mercatini natalizi lungo i campi elisi..i mercatini sono per altro un tripudio di odori e di colori e sconsiglio a chi è affamato di passarci..si rischia di svuotare il portafogli. Piccola tappa anche al megastore della Virgin, immenso, 3 piani di tutto, musica, film, souvenirs da nerd, elettronica…veramente di tutto. Arrivati in fonfo agli Champs Elysées arriviamo al Musee du Louvre che, premetto, fino a quel momento avevamo deciso di non visitare, per concederci un giorno in più a girovagare per la città. Una volta arrivati di fronte alla piramide però ho immediatamente cambiato idea ed infine abbiamo deciso di dedicare anche al Louvre almeno una mezza giornata (che si può venire a parigi e non andare al louvre???) Torniamo a casa, cenetta con pasta, zucchine e broccoli ed infine meritato riposo.

29 novembre

Sveglia alle ore 8.00 (ormai siamo rassegnati! in questa vacanza è vietato dormire). Partenza con la metro armati di 4 panini, 2 mandarini e 3 bottiglie di acqua in direzione Montparnasse. Arriviamo alla Gare de Montparnasse e dopo una sosta al bancomat ( a parigi i soldi non sono affatto eterni) andiamo a fare un piccolo tour della stazione compeso l’immenso giardino sul tetto con termometro gigante che segna, ovviamente, sotto zero. Usciamo dalla stazione e ci dirigiamo alla Tour de Montparnasse, un edificio (direi forse più grattacielo) altissimo all’interno del quale ci sono solo uffici.. Da qui prendiamo Rue Montparnasse e ci fermiamo alla Patisserie all’angolo per 2 dolcetti ipercalorici, un Bignè al caffè per Samu e una specie di Macaron gigante al sapore di Ricciarelli al pistacchio con salsetta ai lamponi per me. Rifocillati proseguiamo lungo la strada fino ad arrivare all’Hotel des Invalides,un edificio imponente e dorato che prende il nome Hotel des Invalides perchè un tempo (esattamente all’epoca di Napoleone) ospitava gli invalidi di guerra. All’interno del Duomo del suddetto edificio si trova la tomba di Napoleone ( per visitare la tomba 9 euro, quindi abbiamo deciso di risparmiarcela). All’interno dell’Hotel, nella corte, è allestita una sorta di mostra di cannoni di tutte le dimensioni. Usciamo dagli Invalides e, decisi ad avviarci al Musée D’Orsay intraprendiamo il percorso lungo Senna che porta alla vecchia stazione oggi museo. Arriviamo di fronte al D’Orsay e ci ricordiamo improvvisamente di quanto letto sulla guida, ovvero: I musei a Parigi sono chiusi il Lunedi, e quindi siamo costretti a cambiare piano all’ultimo momento. Decidiamo di andare quindi in un altro dei punti salienti della nostra vacanza parigina: La Tour Eiffel (che ci eravamo lasciati appunto da ultimo per godercela meglio). Scendiamo alla fermata Trocadero,e appena saliti i primi scalini la vediamo, bellissima, da cartolina ( ed infatti è in tutte le cartoline) il mega traliccio della luce, la Torre Eiffel.. Non ci si può rendere conto di quanto è grande la torre finchè non ci siamo sotto e non ci si può rendere conto di quanto è alta finchè non ci saliamo sopra ed infatti così è stato…pochissima fila, circa 20 minuti, e siamo entrati…Per portarci al sommet (cima) abbiamo pagato 13 euro, ci sono voluti 2 enormi ascensori che viaggiano in trasversale lungo le zampone della torre. Al secondo piano troviamo la prima sosta con un bar e 2 o 3 boutique, al terzo piano l’altezza ed il freddo si fanno sentire,sono 370 mt di altezza ma la vista ripaga di tutta l’angoscia che si ha nel sentire leggermente ondeggiare la torre. Una parte della cima è al coperto, e menomale direi perchè la parte che invece è all’aperto è quasi letale a causa del ghiaccio. Una volta completata la visita alla cima della torre e fatte le 2000 foto di routine ridiscendiamo alla base e ci fermiamo a prendere un tè ed una cioccolata calda ad un barettino vicino al Parc du champ de mars. Dal freddo e dalla stanchezza abbiamo deciso di andare a passare la fine del pomeriggio a La Fayette Gourmet, ovvero il reparto di Lafayette dedicato interamente al cibo ed al bere.. dove abbiamo sapientemente acquistato una mini bottiglia di Champagne, usciamo da La Fayette e andiamo a Pringtemps, che si trova poco più giù, decisamente meno appariscenti di Lafayette ma comunque molto ben provvisti di materiale per “spennare” i turisti.

30 Novembre

Sveglia alle ore 8.00, programma super organizzato in direzione Saint Germain des Près più Musée D’Orsay.. Presa la metro scendiamo alla fermata che secondo noi è la più vicina a Saint Germain, per poi scoprire che in realtà siamo lontani anni luce ( grazie ancora alla signora francese che vedendoci in serie difficoltà si è avvicinata a chiederci se avevamo qualche problema..alla faccia di chi dice che in francia non sono cordiali) ovviamente non abbiamo seguito comunque il consiglio della signora che ci diceva di prendere l’autobus ed abbiamo percorso a piedi la mezz’ora che ci separava dal quartiere di Saint Germain. Arriviamo ai Jardins du Luxembourgh dove Samuele scambia un uccello grosso come un tacchino per un piccione geneticamente modificato, ma detto questo i giardini sono bellissimi, ben curati nonostante il ghiaccio e sicuramente magnifici in primavera. Da qui siamo entrati nel bel quartiere ( secondo noi il secondo quartiere più bello dopo Montmartre) di Saint Germain, toccata e fuga alla chiesa di Saint Sulpice e direzione Rue Saint Germain, dove prendiamo un caffè noisette (caffè macchiato) al numero 6 ovvero il Café De Flore, dove oltre all’aria artistica abbiamo respirato anche i prezzi artistici…il caffè è comunque interessante, con un atmosfera decisamente parigina ed una signora alla cassa molto cordiale. Usciti dal quartiere abbiamo completato il nostro giro turistico per Saint Germain, abbiamo visitato l’antica chiesa omonima, tutti gli atelier degli artisti della zona e ci siamo poi diretti verso la Senna ed il Pont Des Artes da dove abbiamo fotografato L’ile de la cité e fatto una meritata pausa pranzo su una panchina del ponte. Dopo il “pranzo” visita al Museo D’Orsay (anche qui per me l’entrata è gratuita…Vive la France!!) la galleria è bellissima, i quadri all’interno lo sono ancora di più, Renoir, Manet,Cezanne e molti altri.. Altra pausa sandwich/merenda dopo il museo e poi via lungo la Senna per raggiungere Place Vendome, la piazza con più gioiellerie della storia, qui potete trovare da Rolex aCartier..ma certo niente di economico.

1 Dicembre

Uffa… la nostra vacanza sta per arrivare alla fine…e dunque niente di meglio di un ultimo terribile tour de force! Sveglia ancora alle 8.00 (per forza) e direzione Defense..la Defense è un quartiere appena in periferia di parigi che non potrete non notare quando visiterete l’arco di trionfo vista la sua imponenza e la sua somiglianza con Manhattan, difatti proprio a Manhattan si ispira e al suo interno si trovano uffici, case popolari ed ancora uffici..tutto ovviamente estremamente moderno. Nella metro che porta alla Defense troviamo moltissimi uomini d’affari ben vestiti, probabilmente diretti a lavoro.. La defense è senz’altro interessante da visitare, anche se a causa del freddo e del ghiaccio è interdetta la salita sull’arco dal quale (abbiamo sentito dire) si gode di una bellissima vista sulla città. Giro di circa un’ora alla Defense e partenza in direzione Quartiere Latino. Anche questo è un quartiere molto carino, frequentato dagli universitari che sostano nei bar intere giornate con libri e computer. I prezzi sono più bassi rispetto agli altri quartieri parigini e la zona è piena zeppa di librerie e di negozi che vendono dischi.. Dopo il quartiere latino ed una piccola toccata e fuga alla Sorbonne decidiamo la nostra ultima tappa prima della partenza…Il Louvre. Arriviamo a piedi al museo perchè è l’ultimo giorno e non vogliamo perdere nemmeno un attimo di Parigi e fatti i 2 minuti di coda (ecco il bello del viaggiare a Novembre) entriamo in uno dei musei più famosi del mondo! (io ovviamente non pago niente nemmeno al Louvre) Il museo si merita la fama che ha, la collezione egiziana è meravigliosa, le statue romane, greche…è indescrivibile la quantità di arte che si trova all’interno del Louvre ed è ovviamente impossibile riuscire a girarlo tutto in mezza giornata. Quindi noi abbiamo scelto le cose che volevamo vedere e ci siamo dedicati solo a quelle saltando totalmente le altre come se fossero in un altro museo (consiglio della guida).. Quindi visitiamo il Louvre a bocca aperta osservando con ammirazione anche le “semplici” decorazioni delle stanze e ce ne andiamo sfiniti quasi all’ora di chiusura del museo.

Ed ecco la nostra vacanza è finita, che dire di più, Parigi è una città che ha tutto quello di cui una città ha bisogno: è romantica, bohemienne ma moderna, alla moda ma anche alternativa, ricca di divertimenti per tutte le età. Certamente a Novembre il clima è un pò freddo ma ne vale comunque la pena!



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