Le catacombe di Parigi

La città sotto la città! 777 km di gallerie, dall'Avenue del Colonnello Henri Rol-Tangui...
Syusy Blady, 21 Lug 2010
le catacombe di parigi
Se siete a Parigi, andate sull’Avenue del Colonnello Henri Rol-Tangui: lì potrete scendere sotto terra, percorrendo (se proprio ci tenete) i 777 chilometri di gallerie che disegnano in pratica una città sotto alla città. Molte città antiche (come Napoli, Roma ecc.) prendevano il proprio materiale da costruzione dal sottosuolo, creando una specie di sotto-sopra, una città “in negativo”, una piena e una vuota. E Parigi che – diciamocelo – non è altro che una Roma d’oltralpe, non è da meno. Quindi furono i Romani a cominciare con le cave, e poi si è continuato fino al ‘700, passando poi per gli avvenimenti più importanti: a cavallo fra 6 e 700 sono diventate ossario, per svuotare i cimiteri strabordanti; poi durante la Rivoluzione Francese sono state usate dai rivoltosi come rifugio. Fino a Napoleone III che ne rese una parte accessibile al pubblico come attrazione turistica. Ma anche durante la seconda Guerra Mondiale, sia i tedeschi che la Resistenza le hanno usate.

Io ci sono andata ma, non contenta del giro turistico, mi sono fatta accompagnare da una “catafila” (amante delle catacombe), una ragazza munita di elmetto con la lampadina, che mi ha guidato nelle catacombe meno conosciute. Abbiamo vagato come fece un parigino (Philippe Aspairt) che, cercando di arrivare di soppiatto in una cantina piena di vino, si perse fino a morire di inedia, a pochi passi dalla cantina stessa. Le sue ossa furono trovate e identificate da un mazzo di chiavi che stringeva disperatamente in mano. Molto impressionate e gotico, vero??? Ma il fascino delle catacombe è anche questo! Adesso, per evitare altri casi del genere, i turisti vengono direttamente accompagnati a fare delle degustazioni nelle cantine di Parigi, passando per le catacombe. Resta comunque agghiacciante arrivare davanti alla pila ordinatissima di teschi e tibie, sistemata a regola d’arte dai Frati che organizzarono per devozione questo ossario. A pensarci bene è una vera opera d’arte, da non perdere…

Syusy