Kenya, quante emozioni

Il sorriso dei bimbi, l'azzurro del mare i colori della savana, un viaggio che ti apre il cuore
Scritto da: Vivi
kenya, quante emozioni
Partenza il: 04/01/2013
Ritorno il: 15/01/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Cielo, mare, azzurro, verde, quanti colori ti si presentano agli occhi quando arrivi in Kenya. Un paesaggio che va dal bianco delle spiagge al rosso della terra della savana con la sua gente sempre con il sorriso e i bambini che ti guardano con i loro occhioni e ti rubano il cuore.

Partiamo da Malpensa il 4 dicembre con due amici, Mirella e Alberto e dopo un volo molto scomodo con la New Livingston eccoci a Mombasa. Ci accoglie un caldo umido che per noi è piacevole dopo quasi 10 ore (c’è lo scalo a Zanzibar) di aria gelida dell’aereo. Sbrighiamo le solite formalità: foto, impronte digitali e pagamento del visto di 50,00 dollari o 40,00 euro. A questo proposito consiglio di portare qualche dollaro, perché al ritorno c’è da pagare la tassa d’uscita che è indifferentemente di 40,00 dollari o 40,00 euro. L’importante è che i dollari siano dell’anno 2006 in avanti altrimenti non li prendono. Quindi prestate attenzione quando cambiate; l’anno di emissione si trova scritto sulla banconota, più o meno in basso al centro. Il pullmino ci sta aspettando, ma prima mi fermo al negozietto della Safaricom (in aeroporto si trova davanti al bancomat) a prendere la scheda sim che permette di telefonare in Italia al costo di 40/50 cent. al minuto, inoltre se ti chiamano non spendi nulla. Io la scheda l’ho pagata 5 euro, (avevo letto € 1,00 ma, o è aumentata o mi hanno imbrogliata) e l’ho ricaricata con 10,00 euro. Le ricariche poi le trovate nei vari negozietti, l’importante è registrarla come in Italia, altrimenti non funziona. Se la prendete in aeroporto pensano loro a fare tutto.

Raggiungiamo il pulmino e partiamo alla volta dello SheShe Resort a Tiwi, località Diani. Il tragitto è un po’ lunghetto soprattutto perché Diani, che si trova a sud di Mombasa, è raggiungibile solo tramite un traghetto che collega in pochi minuti (non sono più di 5) le due sponde del fiume. Al porto la coda è lunga e mentre aspettiamo pazientemente di imbarcarci (non si scende dal pulmino) cominciamo a capire perché dicono che l’Africa sia un continente a piedi. Ci sono centinaia di persone che prendono il traghetto e tutti portano qualcosa, sacchi sopra alla testa, acqua c’è persino chi porta un divano.

Siamo un po’ stanchi e parecchio accaldati quando arriviamo allo SheShe, ma la bellezza del posto ci fa dimenticare tutto. Lo SheShe è un piccolo resort, 30 abitazioni messe in senso circolare, che dalla reception vanno fino al mare, un mare circondato da palme e spiaggia bianca.

Qui c’è il fenomeno delle maree, ogni 6 ore il mare si ritrae anche di 200 metri, quindi non spaventatevi se al vostro arrivo il mare non c’è. Quando il mare si ritira si formano delle pozze d’acqua nelle quali è facile trovare stelle marine, conchiglie, coralli. E’ piacevole passeggiare ma attenzione ai ricci, mettetevi sempre le scarpette da spiaggia.

Passiamo i primi giorni in assoluto relax. Tiziana l’animatrice della Phone and Go assieme a Kipo rallegra le nostre giornate. La formula club che prevede bevande ai pasti è completata con la pizza alle 11,00 offerta in spiaggia e sempre accompagnata da un sorriso e dal tè, dalle 17.00 alle 18.00, alla piscina in compagnia di simpatiche scimmiette. Attenzione però, le scimmiette sono carine ma anche veloci a rubarti i biscotti.

Siccome non è un all inclusive quello che si consuma al di fuori dei pasti va pagato a parte ed è meglio pagare nella moneta locale. Il cambio allo SheShe è di 0,90 ogni euro mentre a gennaio il cambio ufficiale era di 1,10 kes/euro. Anche il pagamento con carta di credito non è favorevole perché viene maggiorato del 6%. Facciamo subito conoscenza con gli altri ospiti del villaggio ed è appunto con alcuni di loro che 3 giorni dopo partiamo per la nostra avventura, il safari allo Tsavo Est. Ci siamo affidati a Thomas un locale che ha una sua agenzia (http://watamubeach.blogspot.it/ e-mail: thomasmby@yahoo.co.uk); eravamo in 19 ed è anche per questo che abbiamo spuntato un ottimo prezzo, inferiore a quello proposto dal resort e facendo le stesse cose. Naturalmente il prezzo è condizionato dalla scelta dell’alloggio per il pernottamento. Noi abbiamo optato per il campo tendato Ndololo, perchè volevamo vivere appieno l’esperienza della savana ma senza rinunciare comunque alle comodità. Il campo si trova proprio all’interno del parco è senza recinzioni tanto è vero che quando sono uscita sul patio che da sulla savana mi sono trovata davanti un elefante che placidamente mangiava. Il campo è semplice ma non manca di niente, le tende sono spaziose con bagno e doccia in muratura “open air”, niente porta, solo una tenda come privacy. Ci sono gli asciugamani. I letti sono provvisti di zanzariere, lenzuola, coperte. Meglio portare una presa universale per caricare le macchine fotografiche e anche una torcia perchè dalle 23.00 alle 5.00 tolgono la corrente.

Il safari è stata un’esperienza unica, diversa da come l’immaginavo. Gli animali non sono lì ad aspettarti li devi cercare e grande è stata l’emozione quando dietro una macchia di cespugli appare un branco di elefanti rossastri. Il nostro primo avvistamento!

Ci siamo divertiti a scorrazzare sui pulmini col tetto aperto con il cannocchiale e la macchina fotografica sempre pronti, aguzzando lo sguardo e aspettando di vedere il re della foresta.

Le guide si tengono in contatto via radio fra loro; il primo che avvisterà il leone darà il segnale e tutti convergeranno verso il punto di avvistamento. Quando questo succede inizia la corsa ed eccoci tutti a rimirare e fotografare questi magnifici animali.

La savana ci ha regalato un tramonto spettacolare e la sera scurissima ci ha avvolto in un manto di stelle così luminose che sembrava di poterle toccare.

Al ritorno dello Tsavo ci siamo fermati in un villaggio Masai dove ci hanno accolti con le loro tipiche danze.

Non abbiamo fatto altre escursioni, ma un pomeriggio lo abbiamo dedicato alla visita dell’orfanatrofio nelle vicinanze di Diani. Gli occhioni dei bimbi, le canzoncine di benvenuto, i sorrisi quando dai loro un biscotto, è solo un biscotto ragazzi…sì una sensazione difficile da descrivere, ti si apre il cuore.

I gestori dell’orfanatrofio accettano qualsiasi cosa possiate donare, quaderni, indumenti, cibo, offerte varie.

È stato un viaggio ricco di emozioni che ci ha dato tanto.

Dal lato umano alla natura alle nuove amicizie, tutto ha contribuito a rendere questa vacanza speciale.



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