A spasso per i Paesi Baschi

Breve visita a Bilbao e San Sebastian
Scritto da: Alice Monitillo
a spasso per i paesi baschi
Partenza il: 03/08/2015
Ritorno il: 06/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Bilbao non è sicuro tra le mete più ambite dei vacanzieri, io l’ho scelta perché è una delle destinazioni della compagnia aerea per cui lavoro e quindi mi veniva comoda, visto che viaggio gratis.

Sono andata con mio papà, che ha viaggiato con me all’andata e che per il ritorno ha trovato un buon prezzo con Vueling, 50 euro, per tornare direttamente a Malpensa – io sarei tornata a Venezia-.

Per quanto riguarda l’alloggio abbiamo scelto l’hotel Ilunion, per 277,53 euro colazione inclusa. Ho prenotato tramite il loro sito perché c’era un ulteriore 5% di sconto rispetto a booking.com. L’hotel si trova vicino allo stadio, per cui non propriamente in centro. Però la città è piccola, quindi la lontananza dal centro storico non si sente, e soprattutto è in una posizione comoda in quanto vicino alla fermata del bus per l’aeroporto e alla stazione degli autobus che portano a San Sebastian. Inoltre è un buon hotel in generale, stanze pulite e rinnovate e buona colazione, a cui manca solamente il lato English breakfast.

GIORNO 1

Partiti da Venezia in orario e arrivati a Bilbao in anticipo, ci siamo diretti in hotel a lasciare le valigie. Dall’aeroporto si arriva comodamente in città con il bus Biskaibus 3247 al super prezzo di 1,45 euro e in circa 20 minuti.

In albergo abbiamo perso più dei 5 minuti necessari ad avere la stanza perché non trovavano la prenotazione… per fortuna però tutto si è risolto bene, senza spargimenti di sangue…

Per essere agosto, e per arrivare dall’umidità padana, il clima a Bilbao era fantastico. C’era un po’ nuvoloso e una temperatura di circa 24 gradi… l’ideale per potersi muovere senza stancarsi troppo.

Lasciate le valigie in albergo siamo usciti a piedi. La zona attorno all’albergo, pur essendo vicino allo stadio è molto carina, ci sono tante aeree verdi, ben tenute, pulite e ricche di panchine e fontane.

Ci siamo fermati al Sanwicoffee a Plaza de Euskadi a mangiare un boccone. È un bel baretto, probabilmente facente parte di una catena, dove si può mangiare un po’ di tutto. Noi abbiamo preso le mitiche uova rotte – huevos rotos- io con il roquefort, manco a dirlo, e mio papà col jamon. Per dolce due fantastiche fette di torta dall’aria e dal gusto tipicamente inglesi: chocolate e carrot cake. Il tutto per 12,90 euro a testa, in quanto erano un menù combinato.

Proseguendo a piedi con la pancia piena e sul bel lungo fiume siamo arrivati al Guggenheim. Il palazzo effettivamente è una meraviglia architettonica. Tra l’altro attorno al museo ci sono delle opere d’arte facenti parte della collezione, tra cui un gigantesco ragno pieno di uova, che a me ha fatto un po’ impressione. Ammetto un po’ con vergogna che il museo non l’abbiamo visitato. Non avevamo tempo a sufficienza per perderci mezza giornata e, aldilà del fatto che non mi interessava particolarmente, ho preferito dedicare il mio tempo ad assaporare la città passeggiando e stando con il naso all’insù.

Fatte le solite 1000 foto al Guggenheim – nel mentre il tempo era peggiorato ed erano anche scese due gocce di pioggia-, abbiamo proseguito per il lungo fiume fino al ponte di Calatrava. Credo assomigli molto a quello che c’è anche Venezia, soprattutto per il fatto che è scivoloso, visto che l’hanno ricoperto di un tappeto anti scivolo. Di fronte al ponte di Calatrava c’è l’aera Isozaki, composta da due grattacieli gemelli uno di fronte all’altro. Non sono nulla di che, diciamo che l’architetto ha dato il meglio di sé a Milano più che a Bilbao, comunque fanno la loro figura vicino al ponte e al Guggenheim.

Dopo essere ritornati in albergo per un rapido cambio vestiti, io avevo un po’ freddino, siamo ripartiti alla volta del casco viejo, la città vecchia. Abbiamo passeggiato un po’ e fatto foto ai palazzi che secondo me sono in stile francese inizi ‘900, quindi molto graziosi, in particolare i balconi coperti.

Siamo andati alla ricerca di un posto in cui cenare, preferibilmente a base dei famosissimi pintxos – le tapas per intenderci- baschi, ma abbiamo fatto un po’ fatica, perché più giravamo, più trovavamo locali che sembravano più adatti a delle bevute che altro. Inoltre, cosa che vedrò confermata passando il tempo, a Bilbao ci sono pochissimi ristoranti come li intendiamo noi, in cui ti siedi, ti portano il menù e ordini primo, secondo, contorno e dolce. Per la maggior parte sono bar/ pub eventualmente con cucina. Infatti noi siamo andati in uno di questi, nonché uno di quelli che da fuori mostrava un bancone ricco di pintxos. Il posto si chiama Aitxiar. Devo ammettere che la storia delle tapas a me risulta un po’ complicata. Non mi è ben chiaro come si faccia in questi bar… perché io sono abituata a vedere i prezzi prima di scegliere cosa mangiare, per le tapas invece è difficile…anche perché quando ci sono le lavagne con scritti i prezzi, a) non capisco mai a che tapas si riferiscano b) a volte non si riferiscono nemmeno alla tapas esposte.

Alla fine comunque abbiamo chiesto alla signora dietro il bancone di darci alcuni pintxos e due birre. Con mia grande sorpresa e gioia ho scoperto che anche in Spagna è diventata di moda la radler, così ovviamente ho preso quella, anche perché la sangria non l’ho vista molto di frequente.

Oltre a qualche pintxos abbiamo poi ordinato al tavolo una degustazione di fritti ( gamberi, calamari e crocchette) e poi io per dolce volevo una tostada, che nel menù veniva decantata come vincitrice del premio per la miglior tostada dei Paesi Bachi, ovviamente era finita… forse era davvero buonissima. Alla fine abbiamo speso circa 23 euro in due.

Per il ritorno volevamo riprendere il tram per tornare in zona san Mames, ma alla fine siamo dovuti andare a piedi, in quanto alle 23h16 passava l’ultimo tram e noi ce lo siamo perso…

GIORNO 2

Il nostro secondo giorno Bilbao ci ha fatto trovare un tempo veramente orrendo: pioggia e neanche 20 gradi, ma del resto le previsioni ci avevano avvertito.

Abbiamo deciso di andare a San Sebastian, nella speranza che essendo sul mare, magari il tempo sarebbe migliorato un po’ prima.

Siamo andati alla stazione dell’autobus, 5 minuti a piedi dall’albergo, e abbiamo comprato il biglietto con la linea di autobus Pesa, per 11,75 a testa sola andata. C’è anche un’altra compagnia, l’Alsa, i prezzi sono molto migliori, perché un’andata costa neanche 7 euro, solo che all’ora in cui siamo usciti noi purtroppo non c’era il bus, e siccome il tempo è denaro, abbiamo preferito non aspettare.

Il viaggio per San Sebastian dura un’ora e un quarto circa. Vorrei poter dire che abbiamo attraversato dei bei posti, ma ho dormito tutto il tempo, quindi non saprei…

Arrivati a San Sebastian il tempo non era migliorato, anzi, sono riuscita a bagnarmi solo nel tragitto dal stazione dei pullman alla fermata del bus per la città. Per andare in centro abbiamo preso il bus 28 a 1,50 euro a testa e siamo scesi alla fermata Boulevard, da dove abbiamo cominciato a passeggiare per la città. Abbiamo visitato la chiesa di S.Bizente, che è gratuita, e siamo rimasti all’interno qualche minuto in più del consueto in quanto stavano suonando l’organo e nonostante la mia avversione per le chiese, devo dire che sentire suonare un organo è proprio bello, dà un senso di…imponenza? Ci siamo poi diretti verso il mare e abbiamo fatto tutto il lungo mare costeggiando il monte Urgull e arrivando alla spiaggia della Concha e al porticciolo della città. La spiaggia è molto bella, così come i palazzi che ci si affacciano. Abbiamo fatto due passi in spiaggia, siccome c’era la bassa marea e ho anche toccato l’acqua dell’oceano… non era troppo fredda, anche se io mai e poi mai avrei fatto il bagno con un tempo del genere, a differenza di tante altre persone a cui non importava non ci fosse il sole e ci fossero solo 20 gradi!

Ci siamo poi inoltrati nel centro storico, pieno di gente e di splendidi palazzi in stile francese. Non ci sono mai stata, ma secondo me Biarritz e Deauville sono esattamente uguali, perché lo stile francese di San Sebastian è innegabile e da qualcuno devono pur essersi ispirati. Il centro storico è ricco di bei bar dove degustare i pinxtos. Noi ci siamo fermati nel primo che abbiamo trovato, ma che è stata una buona scelta. Il locale si chiama Atia Mari, abbiamo preso qualche pintxos, una fetta di tortilla spessa 5 cm e due coche per 12,50 euro. Proseguendo nel dedalo di viuzze e persone abbiamo fotografato la chiesa di Santa Maria del coro, che invece è pagamento, abbiamo fatto un po’ di shopping e poi ci siamo diretti verso l’altra spiaggia, dall’altro lato del fiume, dove siamo rimasti, fino a che non ha ripreso a piovere, a guardare i surfisti che tentavamo di cavalcare le più che modeste onde atlantiche.

Prima di tornare alla stazione dei bus abbiamo deciso di salire il monte Urgull, dove c’è un mirador, il castello de la Santa Cruz de la Mota e la statua di Gesù Cristo in stile Rio de Janeiro più o meno.

Devo dire che è stato abbastanza faticoso, come tutte le salite, e le mie gambe ne hanno risentito i giorni successivi, però poi arrivati in cima il panorama sulla città, accompagnato anche da un gradito raggio di sole, è stato davvero bello. Inoltre in cima al monte c’è il castello in cui hanno allestito un piccolo museo dedicato alla città, che è gratuito e anche piuttosto interessante.

Dopo aver ripreso fiato e fatto un po’ di foto siamo ridiscesi e ritornati alla stazione dei bus dove per altri 11,75 euro e un’ora e un quarto di dormita siamo ritornati a Bilbao.

Per cena siamo ritornati al Casco Viejo, e abbiamo mangiato in piazza Unamuno al bar Casco Viejo, l’unico con un menù esposto fuori. Abbiamo preso qualche pintxos con jamon, un panino che non era niente di che e le uova rotte per 22 euro circa. Qui finalmente ho chiesto e trovato la sangria! Credo che non sia particolarmente amata nei paesi Baschi, perché non la si trova se non chiedendola… e spesso solo in caraffe da un litro!

GIORNO 3

Ultimo giorno in città, Bilbao ci ha graziati con una splendida giornata di sole e quasi 30 gradi!

Dopo una lauta colazione siamo andati alla Funicular di Artxanda, funicolare costruita ad inizio ‘900 e rinnovata in via definitiva negli anni ’80. Il costo di una corsa è di 95 centesimi di euro. Ci mette pochi minuti e ti porta in cima ad un mirador da cui si gode di una bella vista su tutta la città. Fatte le foto di rito siamo ritornati giù in città e abbiamo preso la metro ad Abando per andare a vedere il famoso Puente Colgante, ponte sospeso. Abbiamo preso il biglietto giornaliero per 4,60 euro. Particolare curioso di Bilbao è che non esiste un sistema di trasporti integrato, cioè non esiste un unico biglietto per tutti i mezzi. A seconda del mezzo che si prende, autobus, tram o metro, bisogna comprare il biglietto adatto. Infatti il nostro giornaliero valeva solamente per la metro.

Comunque, in mezz’ora di dormita siamo arrivati alla fermata preposta di Portugalete. In 5 minuti di cammino dalla fermata siamo arrivati alla base del ponte, in una bella piazzetta circondata da splendidi platani. Il ponte è stato costruito a fine ‘800 ed è stato il primo al mondo. In realtà non è un vero ponte, in quanto lo si attraversa per il tramite di una cabina sospesa, una specie di funivia direi. Ne esistono meno di 10 al mondo di questo tipo, e quello spagnolo è l’unico che è stato anche pedonalizzato. Infatti per 7 euro si può salire in cima e attraversarlo a piedi, cosa che ovviamente noi abbiamo fatto. C’era una vento da portar via – anche a terra per altro-, però il panorama meritava. Se si vuole invece fare la traversata in cabina, il costo a persona è di 35 centesimi.

Scesi dal ponte abbiamo passeggiato lungo tutto il lungo mare alla ricerca di un ristorante, in quanto la receptionist dell’albergo ci aveva detto che passeggiando avremmo trovato vari locali e spiagge. In realtà non abbiamo trovato nulla di tutto ciò, solo tantissime splendide ville affacciate sul mare. Abbiamo trovato i cosiddetti ristoranti solamente dopo aver camminato per circa 2 km. Peccato che si trattasse solamente di un complesso di locali in cui il migliore probabilmente era McDonald’s. Alla fine ovviamente abbiamo mangiato in quel complesso, ma è stato piuttosto deludente, anche perché a me era venuta voglia di pasta con le vongole – che comunque escludo avrei trovato, però….- . Di fianco al complesso di ristoranti comunque c’era effettivamente una bella spiaggiona.

Dopo mangiato abbiamo ripreso la metro a Neguri per tornare in città, ma poi abbiamo cambiato idea e ci siamo diretti al capolinea della linea rossa, Plentzia, in quanto un dépliant preso all’aeroporto diceva che era un luogo carino e pittoresco, in particolare grazie alle barchette dei pescatori di calamari. In realtà non ci è sembrato poi questo granché. Di barchette per la pesca dei calamari non ne ho viste, perlomeno non ho notato nulla di diverso dalle classiche barche. Dopo una passeggiata di una decina di minuti siamo arrivati alla spiaggia, che è bella grande e soprattutto libera. Però diciamo che col senno di poi si poteva anche evitare.

Tornati in città siamo andati a mangiare un boccone al cafè Iruna, che è un locale storico della città. Esteticamente l’interno è molto bello, però posso dire di aver mangiato i peggiori pintxos della vacanza.

Come ultima tappa a Bilbao siamo andati alla chiesa di Nuestra Señora de Begoña. Ci si arriva scalando 230 gradini da piazza Unamuno, oppure tramite la metro, dove c’è un ascensore che ti porta su e che secondo me è proprio di proprietà della metro, in quanto è richiesta la timbratura del biglietto sia in entrata che in uscita. La particolarità della chiesa è che ha 24 campane e che stranamente l’interno è in pendenza, non ho idea del perché.

Dopo la chiesa siamo andati al parco Extebarria e abbiamo aspettato il tramonto con vista sulla città, passando il tempo che mancava osservando le persone a spasso con i cani.

Tornati al Casco Viejo abbiamo per puro caso beccato Plaza Nueva, che assomiglia tantissimo a una piazza di Barcellona di cui non ricordo il nome, ed è pienissima di bar per mangiare pintxos… che se l’avessimo vista prima mannaggia… comunque come dice mio papà, un posto va visto più di una volta…

CONCLUSIONE

Bilbao è una graziosissima città e merita una visita una volta nella vita. Quello che mi ha colpito di più è stata la tranquillità, forse dovuta al fatto che comunque era agosto ed erano tutti in vacanza. Oltre a quello, mi ha dato l’idea di essere non solo una città pulita e sicura, ma anche a misura d’uomo e in cui si vive bene. Ci sono tante belle aree verdi in cui riposarsi e prendere il sole, quando c’è, i trasporti sono buoni… insomma, una bella città.

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