Amsterdam e le sue tre X

AMSTERDAM E LE SUE TRE X Giovedì 07 Aprile 2005 Io e la mia ragazza abbiamo deciso di visitare Amsterdam a cavallo tra il 7 e il 10 Aprile 2005. Avevamo in ballottaggio fino all’ultimo la capitale olandese e Lisbona, ma alla fine abbiamo deciso per l’Olanda perché i prezzi ad Amsterdam sono pressoché il doppio quando riavremo le ferie ad...
Scritto da: Nicola 71
amsterdam e le sue tre x
Partenza il: 07/04/2005
Ritorno il: 10/04/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
AMSTERDAM E LE SUE TRE X Giovedì 07 Aprile 2005 Io e la mia ragazza abbiamo deciso di visitare Amsterdam a cavallo tra il 7 e il 10 Aprile 2005.

Avevamo in ballottaggio fino all’ultimo la capitale olandese e Lisbona, ma alla fine abbiamo deciso per l’Olanda perché i prezzi ad Amsterdam sono pressoché il doppio quando riavremo le ferie ad Agosto.

Siamo partiti da Roma Fiumicino alle 16,00 di Giovedì 7 con la KLM (volo di A/R per 2 persone 302,00 € tasse incluse prenotato su internet: www.Klm.Com) per arrivare all’aeroporto Schipol alle 19,00. L’aeroporto è immenso, sicuramente il più esteso aeroporto che io ricordi, quindi consiglio di chiedere la strada giusta per arrivare ai binari per il centro. Se non conoscete la lingua inglese, comunicare risulterà abbastanza difficile, anche perché gli olandesi hanno una eccelsa padronanza dell’universale lingua anglosassone.

Il trenino porta diretti alla Centraal Station in 35 minuti e ricordo che il prezzo della corsa fosse vicino ai 3 € a persona. Giunti alla stazione il colpo d’occhio è di grande serenità, visto che il traffico è quasi nullo.

Spalle alla stazione, ci siamo diretti subito a sinistra verso il nostro Botel Amstel. Esso è ubicato a soli 300 mt. Dalla stazione stessa in via Oosterdokskade, 2 – 4 (Tel. 0800-8496372) e l’abbiamo trovato su www.Amsterdam.Info/ ad un prezzo di 103, 00 € a stanza a notte, colazione continentale compresa.

La struttura non è altro che un traghetto da crociera fluviale attraccata alla banchina del fiume e dove le stanze molto spartane, ma pulite, vengono affittate ai turisti. L’unica cosa che bisogna chiedere in anticipo e se si dispone di finestrone o di oblò, dove ovviamente la prima è decisamente migliore.

Appena lasciati i bagagli nella stanza a noi assegnata (avevamo solo 2 capienti valigette 24 ore portate con noi sull’aereo, per non perdere ore nel recapito bagagli dell’aeroporto) siamo ritornati in centro e da lì abbiamo imboccato la Damrak, lo stradone che dalla stazione ci porta a piazza Dam. Le sensazioni erano diverse. Mi colpì molto che nel posto più densamente popolato di persone e locali di Amsterdam ci fosse un traffico di auto pari a quello della mia cittadina alle 4,00 di notte di un Lunedì d’autunno. Erano quasi tutti in tram e bicicletta! Giunti a Piazza Dam la visitammo a lungo contemplando il Museo delle cere-Madame Tussauds Scenerama, dove alle statue di cera e alle scene animate si aggiunge una bella vista della città, il Palazzo Reale (ex municipio con la facciata classica e le eleganti sculture, fu costruito per onorare la città e il governo), la chiesa Nieuwekerk e il monumento ai caduti della 2 guerra mondiale rappresentato da due leoni araldici in pietra. Successivamente imboccammo la Kalverstraat piena di negozi e localini che prende il nome dal mercato del bestiame che qui si svolgeva nel XVI secolo, fino a giungere al largo del Munttoren.

Da qui decidemmo di tornare indietro visto che la risalita del Rokin non ci piacque molto, e giunti a piazza Dam scegliemmo un ristorante maghrebino sulla Via Nieuwendijk parallela alla Damrak per cenare. Uscimmo verso mezzanotte per rientrare in camera vista la serata uggiosa. Per essere arrivati ad Amsterdam centro alle 20,00 era da considerare già sufficiente.

Venerdi 8: Ci svegliammo in una giornata molto fredda intorno ai 6 gradi e per di più con un forte vento. Decidemmo di prendere il battello per musei proprio di fronte alla stazione centrale. Partono ogni 30 minuti dalle 10 fino alle 17. Una volta arrivati ai musei avevamo già scattato una ventina di foto intenti ad immortalare le House boats che sono ancorate ai canali e le visioni panoramiche che dal fiume si possono vedere. Ricordo che il biglietto a/r e l’ingresso al solo museo Van Gogh era di 23 € a persona. Nonostante la suggestione della abbondante traversata dei canali Singel e Herengracht, se potessimo cronologicamente tornare indietro avremmo scelto di arrivare a piedi ai musei. Sulla cartina sembra che il quartiere dei musei sia molto lontano, ma poi ci si rende conto che con 25 minuti ci si arrivava e per chi non ha il patema del tempo rappresenta la soluzione più ovvia. Il museo Van Gogh è curatissimo anche se in esposizione a mio avviso ci sono pochi quadri, e Van Gogh procura delle sensazioni estreme. Io per esempio l’ho rivalutato molto dal vivo, Gilda, la mia ragazza, l’ha soppiantato definitivamente.

Lei invece è rimasta incantata dal Rijksmuseum nel vedere La Cameriera di Jan Vermeer e La Ronda di Notte di Rembrandt. Da parte mia niente da eccepire.

Siamo tornati nel pomeriggio col battello alla stazione centrale e da lì siamo andati diretti alla Kalverstraat a salutare dal vivo dalla Webcam, posta nella stessa strada, degli amici italiani che ci avrebbero visto dall’ufficio dove lavoriamo. Giunti sotto la telecamera di www.Amsterdam.Info/ chiamiamo i colleghi e ci salutiamo in tempo reale. Esaudita la loro estenuante richiesta e lasciateli rosicare in Italia dinnanzi ai loro terminali Olidata, completiamo la Kalverstraat, sfociamo sul Muntplein e poi subito a sinistra risalendo il canale Rokin ci dirigiamo verso il Red Light District. Sicuramente meglio di Pigalle di Parigi anche se secondo noi i sexy shop non vanno oltre l’ironia folckoristica. Decisamente diverso è l’impatto con ragazze in vetrina alcune delle quali in qualsiasi locale notturno italiano sarebbero cubiste di grido e alcune ridicole, se non addirittura inguardabili. La gran parte delle donne lavora in delle caratteristiche strette abitazioni olandesi, alcune invece hanno preso delle stanza sotto il livello del marciapiede, ma quelle che tolgono il respiro sono quelle ubicate in Sint Annenstraat e St Annendwastraat un isolato più a sud della Oude Kerck (Vecchia Chiesa). Sono stipate in delle stanzette messe in fila che ricordano vagamente le cabine degli stabilimenti balneari e dove però la porta anziché essere in legno è in vetro. Il resto lascia poco all’immaginazione. E’ bizzarra l’idea che appena usciti dalla Oude Kerk, chiesa gotica del XIV secolo e in passato rifugio dei poveri e ritrovo dei mercanti, si nota incastonato sul selciato un seno di donna in ottone con una mano intenta a palparlo. E’ l’avviso che si è in piena zona rossa e da qui basta alzare gli occhi per vedere orde di giovani maschi inebetiti guardare fisso verso delle vetrine. Visitiamo per bene questa zona chiamata anche Walletjes e immortaliamo in foto il più vecchio coffeeshop di Amsterdam The Bulldog (aperto nel dicembre 1975). Decidiamo per fare una pausa di prendere all’ambulante il famoso cartoccio in alluminio di patate olandese con tanto di maionese ( Patat frites) e le arringhe servite con cipolla cruda e cetrioli. Consiglio vivamente quindi di consumare il pasto seduti all’aperto e guardare con un pizzico di voyeurismo i soggetti che circolano in questa zona.

Da qui poi andiamo a vedere la Nieuwmarcht, piazza che è stata teatro in passato di grandi contestazioni tra polizia e dissidenti e eccelsa dal punto di vista artistico architettonico per via delle costruzioni a tema del XVII secolo, poi l’edificio della Compagnia delle Indie e soprattutto la Ziuderkerk che è il grande emblema cittadino con il suo campanile.

Fatto questo alla fine ce ne siamo andati zonzo senza meta a fotografare scorci di Amsterdam e poi stanchi siamo andati per un’ora e mezza al The Dolphin Coffeeshop in via Kerkstraat. Usciti in splendida forma andammo a cenare assaporando formaggi Edam e Gouda e poi belli sorridenti dritti in camera.

Sabato 9: Appena svegli l’idea era di noleggiare una bici, ma il vento freddo ci consiglio di non farlo. Messi cappello, sciarpa, guanti e addirittura ombrello decidemmo di fare quel percorso prefissato in bici, a piedi. Finimmo l’itinerario alle 13,00, ma è stato senza dubbio il giorno più bello in assoluto trascorso ad Amsterdam. Riassumendo quindi, partimmo da Piazza Dam e una volta inforcata la Paleisstraat appena incontrammo il canale Singel girammo a sinistra e da lì camminammo lungo lo stesso Singel poi la strada di raccordo Wolvensstraat, canale Keizersgracht, canale Reguliersgracht e infine tutto il canale Prinsengracht. Vedemmo lungo tutte queste ore di cammino innumerevoli edifici storici: quello dello Zar Pietro I, dello zio di Van Gogh, le tre case coi frontoni a collo e scoprimmo che le case di Amsterdam sono strette perché in passato si pagava una tassa sulla base della larghezza della casa per permettere che quasi tutte le abitazioni si affacciassero sul canale.

Poi ci rilassammo con una bella visita al mercato dei fiori di Bloemenmarkt dove si vendevano bulbi di tulipano a fianco ai semi di marijuana, cioccolata calda, funghetti allucinogeni dell’Amazzonia e del Mexico e castagne.

Mangiammo qualcosa ad un Caffe Bruno chiamato t’Doktetje in una traversa della Kalverstraat ( Via Rozenboomsteeg, 4) e chiacchierammo a lungo in un perfetto inglese con un signore olandese che è solito venire in Italia per correre la mille miglia. Andammo poi diretti verso la Leidsestraat (impiegammo più di un’ora per tutte le distrazioni culinarie che ci assalirono) per finire nella Leidsenplein.

Essa secondo me è la piazza crocevia della vita notturna, quando arrivammo era piena di giocolieri, mimi, mangiatori di fuoco e trampolieri e lì vicino riconobbi immediatamente il balcone dal quale l’Ajax saluta i tifosi dopo le importanti vittorie calcistiche. La cosa che stupì molto, me e Gilda, è l’elevato numero di locali e poi che al centro della piazza c’erano dei vespasiani scoperti, dove i giovani maschi olandesi andavano a scaricare tutte le birre ingurgitate. Era ridicolo vederli nel posto più visibile di Amsterdam. Erano girati contro un imbuto gigante, mentre parlavano con quello che avevano di fronte intenti a fare pipì con dietro di loro una massa di gente seduta ai tavolini dei bar all’aperto a vederli come normali surrogati del paesaggio. Ovviamente foto di rito con me protagonista! Restammo lì a mangiare crepes e a bere birra fino alle 16 e poi ancora a piedi fino alla Casa di Anna Frank. Mi rimane difficile ancora adesso descrivere questa casa e pensare che in otto hanno vissuto 2 anni nascosti in quella rinsacca prima che qualcuno spifferò la notizia. Lascio ai visitatori i loro commenti. Posso comunque aggiungere che la sensazione è di rispetto assoluto testimoniato dal silenzio dei visitatori ed è suggestivo vedere il diario originale. Uscimmo e appena a fianco alla casa di Anna Frank visitammo la Westkerck. Essa è la chiesa di Hendrick de Geyser e ospita i resti di Rembrandt e nel 1966 vi si tennero le nozze tra il principe Claus e la regina Beatrice. Tornammo alla nostra barca passando per la bellissima Nieuwedijk e dopo una doccia decidemmo di rimanere a letto perché completamente distrutti.

Domenica 10: Svegliati di buon ora dovevamo scegliere se vedere il Jordaan o la zona dei canali ad est. Optammo per quest’ultima e quindi passammo a piedi il cuore di Amsterdam puntando dritti per il ponte Magere Brug. Il bello non è stato l’arrivo al ponte, ma tutto ciò che c’è stato in mezzo. Interi incroci e strade immerse nel silenzio mattutino dove il rumore delle catene oleate delle bici lo faceva da padrone. E’ stato surreale montare il treppiedi a proprio piacimento e scattare foto senza intralciare il traffico. Abbiamo avuto una gradita sorpresa quando involontariamente ci siamo imbattuti con la Montelbaanstoren che avevamo fiancheggiato già con il battello. Essa è una torre ottagonale molto somigliante al campanile della Oude kerck ed è famosa perché molti patiti d’arte la ricordano in molti affreschi di Rembrandt e perché è stata rimessa in equilibrio con delle funi dai cittadini quando manifestò i primi cenni di pendenza. Giunti al ponte più famoso di Amsterdam, che prende il nome dalle due sorelle Mager che abitavano sui lati opposti dell’Amstel, lo attraversammo e poi aspettammo che iniziasse il meccanismo levatoio. Andammo poi alla Rembrandtplein e qui ebbimo una strana sensazione: avevamo conosciuto il posto più carismatico di Amsterdam troppo tardi. Avremmo sicuramente voluto trascorrerci una serata o magari sederci ad un café, ma purtroppo nel pomeriggio avremmo dovuto tornare in Italia. La Rembrandtplein nonostante fosse assopita dalla aria domenicale, si capiva che sapesse trasformarsi in una piazza vivace visti gli hotels e soprattutto i numerosi bar, bistrot e ristoranti che l’abbracciavano. Ci fermammo al Cafe Schiller dall’interno molto riservato e totalmente arredato in sobrio art decò.

Dopo un paio di ore iniziammo a riavvicinarci al Botel, mentre vedevamo la città svegliarsi intorno a noi. Acquistiamo in una esposizione itinerante alcune tele vergini per dipingere e alle 13,00 lasciammo Amsterdam direzione aeroporto.

NOSTRE CONCLUSIONI: Nel pensiero comune il ponte solitamente è l’emblema di apertura a nuove conoscenze e a culture diverse. Ironia della sorte Amsterdam ne ha 600 e da questo particolare romantico si capisce come questa città sia predisposta alle persone cosmopolite e con immensa veduta d’assieme.

Amsterdam, da quello che noi abbiamo potuto capire in soli 4 giorni, è una capitale molto fiera del suo passato e questo è testimoniato dalle tre X poste dappertutto che sono sinonimo di tre aggettivi: Eroica, risoluta e magnanime. Molti la ritengono la Venezia del Nord. Io probabilmente con un pizzico di sciovinismo la ritengo una spanna inferiore alla versione originale nostrana, ma solo perché a noi Venezia piace forse troppo e quindi a priori ci definiamo di parte.

Sicuramente il nostro racconto è abbastanza curato nei dettagli perché dietro questo viaggio c’è una totale dedizione di intere settimane nella consultazione di guide (in loco abbiamo usato la guida Mondadori), libri e siti web. Sicuramente il nostro è un resoconto NON adatto a persone che vogliono cercare l’Amsterdam trasgressiva, anche se una singola capatina al Coffee e al Sexyshop va fatta per capire bene il progressista e consolidato stile di vita olandese.

Ammettiamo da semplici abitanti di una cittadina italiana di 40.000 abitanti che alcuni siparietti e scene quotidiane hanno un poco imbarazzato il nostro comune senso del pudore, ma proprio perché consci dei nostri limiti partiamo 2/3 volte all’anno per crescere anche in questo senso. Ci è dispiaciuto molto non aver visitato il Plantage, ma visti i frequenti acquazzoni abbiamo evitato, e la cittadina di Zaanse Schans (museo vivente a cielo aperto), ma abbiamo scelto così per vedere bene poche cose, piuttosto che visitare tutto superficialmente. La zona che abbiamo maggiormente apprezzato per gli scorci paesaggistici, architettonici e caratteristici è stata quella a sud-est tra la Zuiderkerkstoren e la Munttoren, mentre la piazza più bella è la Rembrandtplein.

Mi hanno chiesto diverse volte dove spenderei un giorno solo ad Amsterdam? Sicuramente completerei l’itinerario di pag. 95 della guida Mondadori-Corriere della Sera che coincide con quello che noi portammo a termine a piedi nella mattinata di Sabato. Amsterdam non è come Parigi, Praga o Roma dove puoi dire di aver visto questo o quell’altro monumento, essa è meno localizzante e più generica. Per dirla in breve è come una gigante Montmartre a Parigi dove devi starci per metabolizzarla andando in giro, perché dire solo di esserci stato fisicamente non avrebbe alcun senso.

Per garantirvi una nostra valutazione minuziosa, concludiamo dicendo che questo racconto è stato scritto a 4 mani da un uomo e una donna con un’età non superiore ai 33 e non inferiore ai 26, totalmente dediti alla cultura, alla scrittura, alla pittura (da vedere e da dipingere), alla filmografia e alla fotografia artistica in bianco e nero ( nudi artistici e paesaggi) e con una repulsione viscerale per i villaggi turistici e hotel altamente confortevoli. La nostra spesa complessiva per 4 giorni e tre notti è stata di 960,00 € per due tutto compreso, dove il pranzo e la cena di solito si consumano in puliti, ma popolari locali tipici da mordi e fuggi o addirittura in piedi chiacchierando con l’ambulante. Messi insieme in due parliamo correttamente 5 lingue.

Abbiamo già avuto modo di scrivere minuziosamente per Turisti per Caso il resoconto del nostro viaggio parigino del Novembre 2003 chiamandolo: Parigi passeggiando. Consultatelo. Per vedere alcune delle centinaia di foto scattate ad Amsterdam potete collegarvi al sito www.Kabuto.It e visitare la Galleria di Tisci e per qualsiasi informazione inerente al viaggio scriveteci a: kabuto@kabuto.It Approfittiamo inoltre dello spazio per salutare la nostra cara amica Ivana di Taranto che ogni volta che decidiamo di partire ci ospita a Roma dal giorno prima la partenza. Saluti Nicola e Gilda.



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