Verso l’Olanda in auto: vento, acqua e cultura

Dall'Italia all'Olanda in auto nel mese di agosto. Viaggio attraverso le perle di Olanda escludendo la capitale Amsterdam.
Scritto da: Tach
verso l’olanda in auto: vento, acqua e cultura
Partenza il: 15/08/2010
Ritorno il: 27/08/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
Verso l’Olanda in auto: vento, acqua e cultura 15-27 agosto 2010

TOP FIVE: 1) Un giro in bicicletta + visita al museo all’interno del parco nazionale De Hoge Veluwe 2) Un giro in bicicletta lungo i mulini a vento di Kinderdijk 3) Una visita al mercato del formaggio del venerdì di Alkmaar 4) Una visita a Maastrich e alle sue grotte 5) Una visita ad Edam e alla festa dell’acqua I NOSTRI NUMERI (validi per tre persone): 13 sono i giorni di vacanza 4140 sono i kilometri percorsi 2472,65 euro sono i soldi spesi in tutto 244,40 euro circa i soldi spesi per le attrazioni 84,90 euro circa in pedaggi autostradali 38,20 euro spesi per i parcheggi 401,86 euro spesi per il gasolio 1030,62 euro circa i soldi spesi per i pernottamenti 527,25 euro circa i soldi spesi nel mangiare Premetto che l’Olanda è stata scelta come meta per le vacanze estive perché è una nazione che ci incuriosiva e soprattutto perché è raggiungibile e visitabile agevolmente in auto, visto che non avevamo programmato di svolgere alcun viaggio nel mese di agosto 2010. L’Olanda ci è piaciuta molto, anche se con tutta sincerità i paesi tendono ad assomigliarsi molto, per cui alla lunga la vacanza si era rivelata un po’ noiosa e ripetitiva. Abbiamo scelto di non avventurarci con l’auto ad Amsterdam e di dedicare il tour alla scoperta della nazione, lasciando la capitale per un’eventuale viaggio futuro con volo aereo. Dopo l’esperienza in Norvegia ci aspettavamo dall’Olanda, una presenza di campeggi similare, non è così. Spesso abbiamo avuto difficoltà a trovare albergo, come in Norvegia, ma a differenza del paese scandinavo, nei paesi che abbiamo visitato in Olanda c’era una limitata concentrazione di campeggi, tra l’altro di qualità scadente. I prezzi sono da considerarsi per tre persone, Gabri, Laura ed Enrico. 15 agosto 2010 Forlì – Strasburgo km 790 Partiamo alle ore 07.30 dalla città di Forlì, dopo poche ore raggiungiamo il confine con la Svizzera spendendo 20,30€ nella nostra rete autostradale e 32€ per la vignetta, ovvero il pedaggio per le autostrade svizzere. Il pagamento dell’importo di 32€ è richiesto in banconote da 10€, non è possibile utilizzare le monete, inoltre il resto viene rilasciato in valuta locale, franco svizzero. Incontriamo forti rallentamenti e lunghe attese presso il passo-traforo del San Gottardo che fanno aumentare i tempi di percorrenza di quasi 2 ore, come rilevato da navigatore satellitare. Il maltempo fa spesso capolino e la pioggia si alterna a tempo nuvoloso o a qualche rapida schiarita, ma sicuramente ciò che infastidisce è il vento forte che abbassa la temperatura al di sotto di 20°. Raggiungiamo finalmente Strasburgo e ci dirigiamo al Camping de la Montagne Verte che ci comunica di non avere bungalow, si tratta probabilmente di un camping attrezzato di sole piazzole per tende, camper e roulotte; andiamo quindi al Ciarus, un ostello colorato e accogliente dove una camera multipla costa 26,56€ a testa, colazione compresa, ma lo sconto famiglia ci permette di pagare 22,50€ a testa colazione compresa. La camera è spartana ma confortevole, pulita, con bagno e doccia, mentre le zone comuni sono arredate con attenzione al design e al comfort, è un ostello adatto ad una clientela giovanile e non solo. Depositati i bagagli ci avventuriamo alla scoperta della città, ammiriamo solo esternamente la Cathédrale Notre Dame (15 minuti a piedi dal Ciarus), visto che sta chiudendo i battenti, constatiamo che esternamente è molto imponente. Ci dirigiamo verso le partenze dei battelli turistici, purtroppo ricomincia a piovere, approfittiamo delle condizioni metereologiche sfavorevoli per compiere il giro della città nel battello coperto (chiuso da una cupola di materiale simile al vetro come trasparenza) per 8,40€ a testa e sotto i 18 anni 4,20€, durata totale del tour 70 minuti circa. Comodamente seduti ammiriamo lungo il tragitto le bellezze artistiche della città, il battello è dotato di comode cuffie con descrizione in italiano, si tratta di un tour completo, che tocca i luoghi di maggiore interesse, fino a raggiungere il famigerato quartiere europeo che rappresenta l’ultima tappa del tour. Nel frattempo smette di piovere e cerchiamo un ristorante dove consumare la cena lungo la Rue Des Freres, attirati dalla coda fuori dal locale, decidiamo di cenare al Flam’s (www.flams.fr), un ristorante che serve menu a base di simil-pizza sottile con varie farciture e vari prezzi…i piatti risultano molto gustosi, forse di tutti i ristoranti incontrati lungo il viaggio è stato quello più apprezzato. Paghiamo 34,75€ e rientriamo.

16 agosto 2010 Forlì – Strasburgo-Koln (Colonia) Km 375 Sveglia ore 08.00, colazione minimalista in albergo e poi partenza per la visita della città, il cielo è plumbeo, pioviggina già quindi armati di ombrelli ed impermeabili raggiungiamo il centro per visitare internamente la maestosa e imponente cattedrale incorniciata dai vari palazzi. Percorriamo il perimetro esterno, la visitiamo internamente ammirando soprattutto il rosone della facciata centrale e l’orologio astronomico. Saliamo sulla torre (costo 4,60€ a testa, studenti 2,30€) e dopo aver fatto qualche centinaio di gradini raggiungiamo la piattaforma per ammirare Strasburgo dall’alto, la vista ripaga per le fatiche compiute durante la salita. Passeggiamo per la città, visto che lo spettacolo dell’orologio astronomico prevede un’attesa troppo lunga, ci affacciamo quindi al Palazzo Rohan, poi ritornati su Place de la Cathédrale prendiamo per Rue du Maroquin, quindi raggiungiamo Place du Marché-aux-Cochons-de-lait, passiamo davanti al museo storico, quindi attraversiamo il ponte du Corbeau dove nel Medioevo i condannati a morte venivano immersi nell’Ill. Di fronte si trova il museo alsaziano che visitiamo (costo 5€ a testa, i minorenni non pagano). Questo museo di arte popolare riunisce le testimonianze della vita alsaziana tradizionale dando un’idea della cultura di questa regione. Continuiamo lungo il fiume, visitiamo la Chiesa Saint Thomas e proseguiamo verso la Petite France, veramente molto pittoresca. Il cammino prosegue fino ai Ponts Couverts con le sue quattro torri (presenti fotograficamente in tutte le guide), quindi lungo il fiume fino a raggiungere la Place de l’Homme de Fer, importante svincolo di vari sistemi di trasporto, quindi Place Kleber, poi Place Gutenberg con l’omonima statua e di nuovo in Place de la Cathédrale. Rientriamo in albergo attraversando la bella Place Broglie, soddisfatti dalla visita di questa piccola e romantica cittadina adatta a chiunque ma in modo particolare a chi ha cuori da conquistare. Con l’auto raggiungiamo il quartiere europeo che ci consente di trascorrere un’oretta passeggiando liberamente tra gli imponenti edifici istituzionali a specchio e/o vetro: il Palazzo d’Europa, il Parlamento Europeo e il Palazzo dei Diritti dell’Uomo. Benché siano le 18, decidiamo di partire per raggiungere Colonia, dove arriviamo alle ore 22.00 passate. Dopo vari tentativi per cercare un alloggio, approdiamo all’hotel A&O Koln Neumarkt (costo per una quadrupla uso tripla con colazione, 58€), che però ha esaurito i posteggi per le auto per cui siamo costretti a cercare una sistemazione nei parcheggi circostanti l’albergo.

17 agosto 2010 Koln (Colonia) km 0 Oggi giornata dedicata alla visita della città, sveglia verso le ore 8.00, colazione in albergo, che a dispetto delle nostre aspettative si presenta abbondante, varia, quindi appagante. Nel complesso il giudizio dell’ostello è favorevole, il target è molto giovanile, per cui decidiamo di prenotare per un’altra notte, unico problema l’auto che è parcheggiata per la strada in un’area a pagamento dalle 9 alle 23, costo 1€ ogni trenta minuti, 8€ tutto il giorno. Inseriamo monete per un totale di 8€ e ci stampa il biglietto per un totale di 4 ore, siamo costretti a scrivere un biglietto integrativo in inglese da applicare al cruscotto dell’auto per spiegare l’accaduto, fortunatamente non ci è mai stata applicata nessuna multa. Capiamo in seguito dai passanti che molte macchinette sono malfunzionanti o rotte. A piedi ci dirigiamo verso il duomo che dista 20 minuti, appena arrivati è impossibile non notarlo perché è veramente imponente, ammiriamo la parte esterna, dopodiché cerchiamo di entrare ma l’accesso alla navata centrale è consentito solo ai fedeli perché una funzione religiosa sta per iniziare. Decidiamo di seguire la passeggiata proposta da Le Guide Traveler di National Geographic attraverso le fontane del centro. Il tempo è sempre molto variabile, momenti di pioggia si alternano a tempo nuvoloso e ventoso. La cattedrale è inserita in un contesto che non le si addice, poiché gli edifici circostanti sono moderni, il tutto dovuto alla ricostruzione post-bellica, tuttavia vi sono tutto intorno vasti spazi aperti per contemplare la cattedrale da una prospettiva più remota. L’itinerario parte dall’ufficio del turismo in Domplatz con la fontana a spirale, prosegue con la Domfontane in Roncalliplatz, sbirciamo dalle vetrate il bellissimo mosaico di Dioniso ma decidiamo di non entrare al Romisch-Germanisches Museum, continuiamo con la fontana affascinante che si trova in via Am Hof che rappresenta la fiaba di Heinzelmannchen, quindi quella moderna del Rathaus. Ammiriamo l’alta torre e il grazioso loggiato rinascimentale del Rathaus e affianco si trovano gli scavi archeologici tuttora in lavorazione. Ci spostiamo per vedere la fontana del Carnevale di fronte al museo Farina (museo del profumo dell’acqua di Colonia) o dell’Eau de Cologne che effettuano visite guidate soltanto in lingua tedesca. Torniamo indietro e dal Rathaus passiamo in Alter Markt, dove si trova un’altra fontana, quindi in un cortile abbellito dalle ridenti figure della fontana Ostermann, ci spostiamo verso la chiesa di Gross St. Martin, altre fontane e scendiamo verso il Reno. Invece di tornare verso il duomo, decidiamo di visitare il museo del cioccolato Schocoladenmuseum Koln (costo 7,50€ a testa, studenti 5€), si tratta di un museo molto originale e completo che parte illustrando la produzione della pianta del cacao, con tanto di riproduzione dell’habitat naturale, per passare alla lavorazione, fino al prodotto finito confezionato. La Lindt mostra infatti la realizzazione e il confezionamento di svariate forme di cioccolato, c’è anche una fontana molto gustosa che zampilla cioccolato fuso che viene offerto ai visitatori su croccanti wafer…spettacolare ma soprattutto istruttivo. Ritorniamo verso il duomo passando dalla “giostra ad acqua” della fontana Paolozzi e risaliamo la grande scalinata che ci conduce verso la cattedrale. Evitiamo la visita del Museum Ludwig ed entriamo nel duomo, la prima impressione è un senso di vertigini dovuto alle altezze, bellissime le vetrate, soprattutto quelle che danno luce alle cappelle che si affacciano sul deambulatorio e che mostrano nella sua bellezza la Dreikonigenschrein (cassa dei Re Magi) che accoglie le reliquie dei Re Magi. Saltiamo la visita alla torre e al tesoro in cui sono ospitati oggetti liturgici preziosi. Stanchi e affamati, visto che abbiamo saltato il pranzo, cerchiamo una birreria per assaggiare la Kolsch, birra servita nei suoi tipici bicchieri allungati e proprio vicino al duomo troviamo la Gaffel am Dom, una birreria molto tipica, con ampie sale e spaziosi tavoli, approfittiamo del ricco menu per cenare, oltre che bere, scegliendo portate consigliateci dal simpatico cameriere, si mangia e si beve molto bene (costo 64,10€ in tre).

18 agosto 2010 – Koln-Maastricht-Den Bosch km 285 Oggi finalmente raggiungiamo l’Olanda e iniziamo la visita dalla città di Maastricht, parcheggiamo l’auto e spendiamo per tutta la giornata 6€, iniziamo con il Markt, la grande piazza del mercato che risulta abbastanza deludente, raggiungiamo il Dinghuis, l’antico palazzo di giustizia, ora sede dell’ufficio informazioni dove acquistiamo per 1,50€ una mappa della città con un percorso pedonale della durata di circa 1 ora e 30 minuti che ci permette di ammirare il centro cittadino. Visitiamo la Vrouwebasiliek, la più antica chiesa della città e le due alte torri rotonde. Usciti dalla chiesa camminiamo sulle antiche mura della città che fungevano da fortificazione fino a raggiungere l’Helpoort (porto dell’inferno) l’unica porta rimasta di Maastrich e la più antica dell’Olanda. Il giro continua per la zona centrale, fino ad arrivare nella piazza Henric Van Vel Dekeplein dove si trova la bella chiesa di Sin Janskerk (San Giovanni) con la sua torre rossa alta più di 70mt (visitiamo anche l’interno ma senza salire sulla torre), e la Sint Servaasbasiliek (la basilica di San Servazio) che non visitiamo perché a pagamento. Arriviamo quindi nella piazza Vrijthof, vasta, alberata, affollata di caffè e ristoranti. Oggi il tempo fa i capricci, ma ogni tanto si intravede il sole che ovviamente ad agosto scalda ancora. Ritornati all’auto, optiamo per la visita ad una delle peculiarità della città: le North Caves che si trovano a Sint Pietersberg. La visita guidata (costo 4,95€ a testa) viene svolta purtroppo solo in tedesco, ma fortunatamente una seconda guida traduce i passi salienti in inglese. Queste grotte artificiali costruite in 700 anni e della lunghezza totale di oltre 200km, sono visitabili ovviamente solo in parte, l’ambiente è molto suggestivo, si parte con 3 lampade e si viaggia uniti, assolutamente vietato perdersi, la guida ci mostra vari disegni ed iscrizioni fatte nel corso del tempo. Durante i conflitti bellici queste grotte hanno ospitato fino a 20.000 persone, la temperatura interna rimane costante a 11° C. La visita dura circa 60 minuti e mostra quanto fosse facile scalfire la pietra di queste grotte, è talmente tenera che anche un bambino potrebbe riuscirci, ma ci spiegano che una volta in superficie asciugatasi l’umidità, la pietra si indurisce. Una volta risaliti diamo un’occhiata al fortino di St Pietre e poi ripartiamo fino a raggiungere Sittard quindi per la strada normale Echt e poi tappa a Thorn che la guida touring ci dice essere molto caratteristica per le sue abitazioni in mattoni rosa con decorazioni a calce, in realtà vediamo che di rosa è rimasto ben poco, tutto è stato dipinto di bianco. Un po’ delusi, anche se il paesino è carino e caratteristico, ripartiamo all’insegna di Eindhoven e poi Den Bosch dove ci fermiamo per la notte alloggiando al Van Der Valk Hotel Vught (costo per la tripla 124€ colazione compresa). Questo albergo fa parte di una catena alberghiera (Van Der Valk) che offre sistemazioni ad un ottimo rapporto qualità prezzo, infatti durante la vacanza abbiamo ricercato più volte la stessa catena, purtroppo quasi sempre piena. Le camere sono spettacolari, arredate con cura e bagni confortevoli, anche se l’ubicazione degli alberghi non è mai in pieno centro, infatti a Den Bosch distava qualche km dal centro. In base alla guida Lonely Planet l’hotel Terminus, ubicato vicino alla stazione, doveva offrire camere a prezzo inferiore, purtroppo quando abbiamo visto la hall dell’albergo (altro non è che una birreria) e dopo aver appurato che il bagno era effettivamente in comune ad altre stanze, abbiamo deciso di investire qualche euro in più per una struttura decisamente superiore a livello qualitativo. Cena in uno squallido fast-food, l’unico ancora aperto in tarda serata.

19 agosto 2010 – Den Bosch-Haarlem-Alkmaar 184km La colazione in questo albergo è coerente con la camera, ricca e invitante, ne approfittiamo per rifocillarci prima di intraprendere la visita di questa cittadina. Ciò che ci interessa maggiormente è la visita guidata ai canali, quindi dopo aver parcheggiato ci dirigiamo verso la biglietteria in Molenstraat (costo 6€ a testa – tour organizzati da Binnendieze) e ci imbarchiamo sul battello insieme ad altre persone, che per circa 50 minuti ci conduce alla scoperta di canali diversi da tutti quelli presenti in Olanda, molti di essi infatti scorrono per lunghi tratti sotto gli edifici e le strade cittadine. E’ un’escursione molto carina, che consigliamo anche se la visita nel nostro caso non era commentata in lingua inglese, ma solo in olandese e non siamo riusciti ad apprezzarla a dovere. Ciò che invece ci ha stupito maggiormente è la vitalità della cittadina, apprezzata percorrendo il centro a piedi, in assoluta tranquillità e libertà. Tanti sono i locali e vista la splendida giornata di sole, i tavolini esterni brulicavano di gente, nella piazza principale stavano allestendo le giostre per qualche festa paesana e c’era un via vai continuo di gente. Visitiamo anche la Sint Janskathedraal, molto bella ma evitiamo di salire sulla torre. Una cittadina molto vivace che merita una passeggiata, anche solo per ammirare il design delle case e le coloratissimi biciclette. Partiamo alla volta di Haarlem, visto che è nostra intenzione arrivare in serata ad Alkmaar, durante il tragitto sosta per la spesa e poi arrivo per una breve passeggiata in centro. Parcheggiamo a 10 minuti dal centro, ma in una zona gratuita e iniziamo la passeggiata fino a raggiungere la zona pedonale e quindi la piazza principale la Grote Markt dove un gran palco accoglie un evento musicale jazz. In questa piazza domina la cattedrale di San Bavone e la Grote Kerk, a pagamento, ma soprattutto già chiusa. Gironzoliamo per il centro, passatempo migliore in queste cittadine, lasciandoci coinvolgere dall’atmosfera festaiola. Tantissimi, dai giovani agli anziani, mangiano coni di patate fritte, decidiamo di testarne il gusto acquistando un cono tutto nostro pieno di patatine fritte e salsine debordanti, le patatine sono di taglia superiore alle nostre ma pur sempre frittissime! Haarlem è ricca di musei che evitiamo per mancanza di tempo e ritornati all’auto riprendiamo il viaggio. Prima di raggiungere Alkmaar decidiamo di fare una deviazione per Ijmuiden per ammirare la foce del Noordzee Kanaal con le sue colossali chiuse, non potevamo scegliere momento migliore, il sole stava tramontando e il bagliore si rifletteva sul mare con le navi in ingresso e uscita dalla chiusa, unica pecca del paesaggio…le acciaierie… Si riparte e raggiungiamo ad Alkmaar il camping con il medesimo nome, dove per 40€ affittiamo un bungalow per 4 persone senza bagno. Ambiente molto spartano e un po’ troppo minimalista (la Lonely Planet menzionava erroneamente la presenza di bungalow da 2 persone ).

20 agosto 2010 – Alkmaar-Marken-Edam 106km Oggi, dopo una frugale colazione consumata in campeggio, visitiamo la cittadina di Alkmaar. Ci trasferiamo in centro con un autobus, preso a pochi metri dal campeggio (costo del biglietto 1,50€ a testa andata e ritorno). E’ venerdì, quindi ci sarà il consueto e famoso mercato del formaggio, quindi ci dirigiamo verso Waagplein, dove avrà sede la manifestazione. Ci ritroviamo in una piazza transennata, colma di turisti lungo la recinzione e al centro le distese di formaggi, incomincia la negoziazione del formaggio con tanto di degustazione da parte degli acquirenti tramite un apposito attrezzo a tubicino cavo che consente l’estrazione dalla toma di una strisciolina di formaggio che viene così assaggiato e valutato dall’acquirente. Acquirenti e rivenditori iniziano la trattativa, fatta all’antica maniera con singolari battiti di mani che terminano con la più comune stretta di mano che sancisce la conclusione dell’affare. I portatori dei formaggi, con le loro caratteristiche portantine, trasportano le forme alla pesa correndo, essi sono vestiti con abbigliamento tipico, il tutto è molto suggestivo e vivamente consigliato dai sottoscritti. Ci spostiamo di qualche metro e dopo aver assaggiato vari tipi di formaggio offerti dalle bancarelle circostanti (per gli appassionati di shopping da souvenir, in questa festa è possibile portarsi a casa qualche souvenir tipico olandese, come i famigerati zoccoli), andiamo al museo nazionale della birra De Boom (3,50€ a testa), che illustra il processo di fabbricazione della birra. Non particolarmente interessante, al contrario della cantina posta a piano terra, cui è possibile accedere anche senza aver visitato la mostra, dove si possono assaggiare una moltitudine di birre servite nel rispetto di tutti i crismi di una buona birra, ovvero il bicchiere viene prima immerso nell’acqua e poi l’eventuale schiuma prodotta viene tolta col coltello. Proseguiamo con la passeggiata alla scoperta della cittadina e scopriamo la casa con la palla di cannone, la chiesa dei rimostranti, il mercato del pesce, la chiesa della cappella, il cortile Wildeman nato per ospitare un certo numero di donne anziane o povere, il Bastione, il bel mulino di Piet, unico rimasto sulle mura cittadine, il Cortile di Splinter, nascosto in una casa dall’aspetto anonimo e destinato ad ospitare 8 donne nubili di buona famiglia finite in povertà, piazza Canadaplein, la grande chiesa di San Lorenzo, il municipio dall’esterno e il cortile di Sonoy ex convento poi passato in mano alla città che decise di ospitarvi i cittadini rimasti senza tetto in seguito all’abbattimento delle loro case per la costruzione della nuova cinta muraria. Si conclude così la nostra passeggiata, compiuta grazie all’aiuto di un opuscolo in italiano acquistato presso l’ufficio informazioni (posto nella stessa piazza del mercato) al costo di 2€. Pranziamo al volo con un salutare “kebab”, che costa quanto una fiorentina e ritornati in campeggio partiamo alla volta di Marken. Marken fu un tempo un’isola, poi fu collega alla terra ferma tramite una strada, le macchine vi arrivano ma è obbligatorio lasciare l’auto nel parcheggio comune a pagamento (5,20€ per un’autovettura) per poi dirigersi a piedi alla visita dell’isola. Veramente un paese carino ed insolito, con case incatramate o dipinte e rialzate su palafitte per proteggerle dalle inondazioni dello Zuiderzee. Trascorriamo un paio d’ore passeggiando e rilassandoci in un bar e poi decidiamo di cercare un alloggio nei camping della zona circostante ad Edam. Tutti ci dicono che il giorno successivo si terrà la festa dell’acqua, caratteristico mercatino all’aperto realizzato dai cittadini che consiste nel porre in vendita le loro vecchie mercanzie, per cui risulta molto difficile trovare un alloggio. Inoltre Voledam, poco distante da Edam, per la sua vicinanza ad Amsterdam, è meta prediletta di gruppi organizzati in transito per la vicina capitale, anche per questo motivo tutti gli alberghi risultano full booked. Stanchi puntiamo il navigatore in direzione Hoorn e strada facendo troviamo l’insegna di un hotel che seguiamo, lo raggiungiamo e ci offrono una stanza doppia con la possibilità di aggiungere una brandina alla modica cifra di 123,50€ senza colazione, un vero furto! Ceniamo nel ristorante dell’albergo con mules frites e spendiamo in tre 57€.

21 agosto 2010 – Edam-Hindeloopen-Schokland-Apeldoorn 331km Sveglia di buon mattino e visto che la colazione non è compresa ci arrangiamo con la spesa fatta nei giorni precedenti, partiamo alla volta di Edam e scopriamo che oggi il paese è in festa, si dovrebbe trattare della festa dell’acqua e per le vie del centro, lungo i canali ci sono centinaia di bancarelle improvvisate con tavoli ricoperti di oggettistica varia usata. Vendono oggetti di cui le famiglie vogliono disfarsi, c’è chi mette a disposizione il bagno di casa per i bisogni urgenti, previo pagamento di cifre irrisorie. Tutti gli abitanti allestiscono bancarelle, chi offre la toilette di casa e chi vende fette di torta, caffè, spremute, pop-corn o spuntini salati, tutto rigorosamente casereccio, cioè fatto in casa! Molto carina e originale questa festa che abbiamo trovato quasi per caso, avevamo però letto qualcosa su qualche diario di Tpc. Il paese è veramente caratteristico, tante sono le immagini da cartolina, con i suoi canali, le sue case colorate che si snodano lungo i canali, i negozi da souvenir e i forni dove abbiamo gustato alcune specialità veramente sfiziose a pochi euro. Ripartiti ci spostiamo a nord per attraversare la diga di Afsluitdijk lunga circa 30km costruita allo scopo di impedire le inondazioni delle province circostanti e di strappare le terre al mare. Attraversiamo in questo modo il mare e ci dirigiamo a Hindeloopen, facendo una breve sosta lungo il percorso in una piattaforma panoramica da cui poter godere di un interessante vista sulla diga da una parte e sul mare dall’altra. Hindeloopen è un piccolissimo paesino, un luogo incantevole che in poche ore si visita. Come sostiene la Lonely Planet, le sue strette vie, il litorale e l’assenza di traffico, ne fanno una piccola perla, il tutto risulta essere molto pittoresco e tranquillo, senza gruppi di turisti e con piccoli negozietti di souvenir in vimini anticato e articoli tipici delle località marittime. Ci dirigiamo a Schokland, un minuscolo villaggio fantasma tutelato dall’Unesco. Queste terre sono state recuperate a seguito della bonifica, adesso possiamo solo immaginare il mare e le onde che si abbattevano su questo paese, molto graziosa la chiesa locale, uno dei pochi edifici ancora integri, vicino al centro visite, che abbiamo visto solo dall’esterno. Abbiamo però effettuato un lungo giro a piedi fino ai resti dell’antica chiesa e della torretta che si affacciavano un tempo proprio sul mare. Lo spazio percorribile a piedi è molto vasto, ciò che ora è possibile vedere sono solo pochi ruderi sopravvissuti alle intemperie, ben segnalati attraverso pannelli che attraverso illustrazioni ricostruiscono l’architettura originale degli edifici. Si riparte nuovamente alla volta del parco nazionale De Hoge Veluwe dove troviamo numerosi campeggi aihmè tutti pieni, gli alberghi pure, insomma pare che le strutture ricettive olandesi siano sempre molto gettonate, ci consigliano di raggiungere la vicina località di Apeldoorn e iniziamo a girare senza una meta precisa. Dopo vario peregrinare accettiamo l’offerta dell’hotel Hampshire dove per una doppia e una singola ci chiedono 129,75€. L’albergo sembra isolato da qualsiasi luogo di interesse, il personale è molto gentile, nel bar vi sono alcuni gruppi di giovani che si divertono, l’ambiente sembra pulito e confortevole, unica pecca, essendo sabato sera ci hanno consigliato di non lasciare le biciclette sopra l’auto parcheggiata nello spazio esterno all’albergo, sembra che il sabato notte i giovani siano soliti fare parecchi danni sotto l’effetto dell’alcool. Il personale dell’albergo ci ha messo a disposizione un parcheggio riservato, controllato da un sistema di telecamere collegato alla reception, tutto è andato bene e la notte è passata senza spiacevoli inconvenienti, la colazione dell’albergo risulta molto ricca, ottimo rapporto qualità prezzo.

22 agosto 2010 – Apeldoorn-Parco nazionale De Hoge Veluwe-pressi di Gouda 130km Oggi trascorriamo una delle giornate più belle della nostra vacanza all’interno del Parco Nazionale De Hoge Veluwe. Arrivati al parco parcheggiamo l’auto nell’area adiacente la biglietteria (costo 2€ per vettura), l’entrata al parco costa 7,50€ a testa più 2,50€ la mappa. A 200 metri dall’entrata c’è il deposito delle bici che gratuitamente si possono prendere in prestito, non immaginavamo una distesa simile di biciclette, tutte ben tenute e funzionanti, con tanto di seggiolino posteriore per infanti. E’ il più importante parco nazionale olandese esteso su 5500 ettari con una straordinaria varietà di paesaggi: boschi, lande e dune sabbiose. Nel 1914 fu acquistato da una facoltosa coppia, lui interessato ad un nuovo terreno di caccia, lei ad un sito dove allestire un museo; nel 1930 la proprietà fu ceduta allo stato e nel 1938 venne augurato un museo dedicato all’inestimabile collezione d’arte. Il parco è visitabile attraverso 3 ingressi dislocati lungo il parco e con parcheggi di biciclette in ogni ingresso. Noi abbiamo girato tutto il parco in bicicletta, il panorama è molto bello e si gode di un’atmosfera agreste, abbiamo anche visitato il museo. Scelta la nostra bicicletta iniziamo a circolare lungo le piste ciclabili asfaltate seguendo le indicazioni che ci conducono al Jachthuis St. Hubertus, un padiglione di caccia. Le visite iniziano alle 12 ed essendo ancora presto decidiamo di soprassedere, si riparte e spensierati dopo aver percorso una decina di km raggiungiamo il Kroller-Muller Museum (costo 7€, studenti 3,50€). Si tratta di uno dei migliori musei d’Europa che custodisce opere di Manet, Monet, Renoir, Picasso, ma soprattutto tante tele di Van Gogh, anzi tantissime, a tal punto che non immaginavamo, per questo credo che sia possibile equiparare, sia per qualità che per quantità (meno) questo museo a quello di Amsterdam, dedicato interamente a Van Gogh. All’esterno del museo un bel giardino con altrettante belle sculture, che dire meraviglioso! Riprendiamo le nostre bici e raggiungiamo il centro visitatori che si trova nel cuore del parco, qui ha sede un altro museo che presenta materiale illustrativo su flora e fauna, decidiamo di non andare ma di utilizzare il nostro tempo per affrontare una lunga pedalata, la voglia di muoversi è tanta e in questi giorni abbiamo sempre circolato a piedi. Percorriamo un altro lungo tratto di circa 26 km che ci permette di attraversare tutto il parco con i suoi diversi paesaggi e poi ritorniamo alla macchina. E’ stata una giornata indimenticabile, da consigliare a futuri visitatori singoli o in famiglia e perché no, anche da ripetere. Ripartiamo con l’auto direzione Gouda o vicinanze e superato Oudewater avanziamo di qualche km e ci fermiamo a dormire in un bed and breakfast un po’ atipico, segnalato sulla strada da un gigantesco pennuto finto. La nostra casa è un prefabbricato poco pulito, ubicato di fianco ad un recinto dove alloggiano alcuni struzzi (costo 29€ a testa, totale di 87€ colazione compresa), la cifra non giustifica il servizio offerto ma decidiamo di adeguarci, però non lo consigliamo a nessuno, al contrario del ristorante del paese dove con 50,60€ abbiamo cenato in tre egregiamente.

23 agosto 2010 – Pressi di Gouda-Gouda-Delft-pressi del Kasteel de Haar 157km Ci svegliamo con la pioggia che picchietta sul prefabbricato, fuori diluvia, che tristezza, la mattinata doveva essere dedicata alla visita dei mulini di Kinderdijk in bici. Ovviamo all’inconveniente della pioggia dedicandoci alla visita della città di Gouda, che raggiungiamo in auto. Gouda è famosa per il formaggio che porta il suo nome, ma anche per le candele e per le vetrate del Sint Janskerk che decidiamo di visitare, almeno per ripararci dalla pioggia battente (costo 3,50€, studenti fino a 18 anni 2,25€, sopra i 18 anni 2,50€) e quindi ammiriamo l’interno della chiesa con le sue vetrate policrome belle e luminose. Raggiungiamo quindi il Markt, la piazza centrale, una delle più grandi d’Olanda, nel cui centro si trova lo Stadhuis, il municipio, un bell’esempio di struttura gotica. Alle spalle del municipio il Waag, la pesa pubblica, al cui interno ci dovrebbe essere un museo che documenta la storia e le tecniche di produzione del formaggio ma che oggi è chiuso. In questa piazza trapezoidale ogni giovedì mattina si tiene il tradizionale mercato del formaggio. Girovaghiamo per le strade del centro facendo un po’ di shopping, fra cui ceramiche di Delft e l’omonimo formaggio Gouda, nel frattempo cessa di piovere. Raggiungiamo quindi l’auto e ci spostiamo verso Delft, la città natale del pittore Veermer e delle celebri maioliche blu e bianche. La prima cosa che decidiamo di vedere è la Royal Delft (costo 8€ a testa), la più antica fabbrica di porcellane di Delft in cui si vedono i laboratori, la fabbrica, la piccola mostra, è presente uno shop ben fornito con articoli molto preziosi e anche più commerciabili. Onestamente se non si è appassionati di maioliche, è una visita che si può evitare, il costo del biglietto è molto esoso rispetto all’effettivo servizio offerto; col biglietto di ingresso è possibile usufruire di uno sconto del 10% presso gli acquisti fatti nello shop. A piedi ci spostiamo verso il centro che dista 1,5 km circa e raggiungiamo il Markt dove si trova lo Stadhuis e la Nieuwe Kerk, la chiesa nuova che custodisce la cripta della famiglia reale olandese e il mausoleo di Guglielmo il Taciturno, entriamo (costo 3,50€, studenti 2,00€) ed è compreso l’ingresso della Oude Kerk. Il mausoleo è veramente bello e con nostra sorpresa troviamo una stele funeraria del Canova che noi, da buoni forlivesi, amiamo molto e riconosciamo, vista la somiglianza impressionante ad una stele funeraria di Domenico Manzoni scolpita dallo stesso Canova e custodita all’interno della chiesa della Santissima Trinità di Forlì. Usciti utilizziamo il biglietto visitando anche la Oude Kerk, che si trova a due passi dal Markt con il suo campanile pendente di 2mt rispetto la perpendicolare e la campana che vibra così forte che se fosse suonata regolarmente danneggerebbe la torre, qui è sepolto il pittore Vermeer. Ritorniamo all’auto e ripartiamo, direzione Kasteel De Haar, vicino ad Utrecht. Troviamo alloggio al mini camping/b&b Boerderij Hazenveld dove per 102,50€ ci offrono una bellissima stanza tripla con bagno grande, senza colazione. La stanza è molto pulita e confortevole, anche se il prezzo per una struttura in aperta campagna ci sembra un po’ troppo. Ci consola il fatto che i nostri soldi non vanno ad arricchire i soliti facoltosi proprietari di catene alberghiere ma servono a sostenere l’attività di una famiglia dedita all’agricoltura.

24 agosto 2010 – Pressi del Kasteel De Haar-Mulini di Kinderdijk-Haarlem 268 km Sveglia e partenza per il castello De Haar (costo parcheggio 3€, mentre l’entrata ai giardini più visita del castello 8€ a testa senza riduzioni). Si tratta di una struttura elegante, fornita di comodità come la luce elettrica e l’acqua corrente. La visita guidata si tiene alle ore 12 e quindi per circa 1 ora e 30 min. Girovaghiamo per il giardino decisamente bello e ben curato; la guida relaziona in lingua olandese, ogni tanto fa qualche riepilogo in inglese. Molte sale sono in fase di restauro ma quelle visibili sono molto belle. Visto che la giornata oggi sembra bella, decidiamo di spostarci in direzione Kinderdijk per visitare i mulini a vento. Giunti a destinazione parcheggiamo la macchina nel parcheggio gratuito, stacchiamo le bici e percorriamo alcuni km che ci separano dall’entrata al sito in cui si trova un parcheggio a pagamento, noleggiamo la terza bici nel caffè all’entrata (2,50€ per 2 ore e 30 minuti). Kinderdijk è un sito patrimonio dell’Unesco e consta di 19 mulini disposti sui 2 lati dei canali in un’area che si può esplorare a piedi o in bicicletta, questo sito è stato al centro degli sforzi olandesi tesi a strappare il territorio alle acque. La zona è incredibilmente bella, il percorso è di circa 7km tra andata e ritorno e merita decisamente perché lungo il percorso è possibile vedere le varie tipologie di mulini a vento risalenti al XVII secolo. Superati i primi mulini a vento è possibile lasciarsi alle spalle il 90% dei visitatori che raggiungono numerosi questo sito per ammirare i mulini ancora funzionanti e splendidamente conservati. Sulle guide leggiamo che i sabati pomeriggio di luglio e agosto molti mulini sono in funzione, ma oggi è martedì e funziona solo quello che funge anche da centro visitatori e ci affrettiamo ad entrarci (costo 3,50€ a testa, studenti 2,75€). Il rumore del vento fa ruotare le pale, si sente il cigolio dei componenti di legno, è veramente molto emozionante e lo consigliamo vivamente, nel complesso è un’area che è necessario visitare se si transita per l’Olanda. Ci siamo talmente entusiasmati che decidiamo di andare il giorno seguente a Zaanse Schans, un altro sito dove sono presenti diversi mulini a vento in funzione, ciò significa ritornare a nord, ma lo facciamo per approfondire la conoscenza dei mulini, visto che ci sono proprio piaciuti. Carichiamo le bici e si riparte, una volta raggiunta la cittadina, ci ritroviamo ancora una volta a faticare per trovare un alloggio, tra l’altro sotto una pioggia battente. Negli alberghi non vi era posto oppure i prezzi erano molto elevati; rassegnati telefoniamo all’hotel Vander Valk di Haarlem, della catena alberghiera conosciuta a Den Bosch, dove ci offrono una stanza per 114,30€ senza colazione, cena al McDonalds della città, l’unico locale ancora aperto, è un’abitudine molto diffusa in Olanda chiudere il ristorante molto presto, al contrario delle nostre abitudini.

25 agosto 2010 – Haarlem-Zaanse Schans-Aia-Rotterdam 134 km Partenza da Haarlem e arrivo a Zaanse Schans, parcheggiamo subito prima del ponte in una zona gratuita, a piedi attraversiamo il ponte e poi ci addentriamo ne sito dove sono presenti 6 mulini a vento, di cui diversi in funzione, per ognuno è previsto un ingresso a pagamento (3€) , valutiamo ciò che producono e decidiamo di visitare il mulino che macina i pigmenti per i colori (studenti 2€). Permane emozionante come il giorno precedente, ma qui si osservano le macine che ruotano e trasformano in polvere, vediamo anche gli scalpelli che non sono in funzione ma che rendono l’idea della frantumazione in schegge poi macinate. Sicuramente i mulini del giorno precedente meritano maggiormente, anche solo per l’ambientazione, qui siamo troppo vicino a zone industriali, per cui basta girare lo sguardo per vederle, il vantaggio è che ve ne sono in funzione un numero superiore, ancora in produzione. La nostra guida del Touring definisce la zona un museo all’aria aperta, ogni mulino è specializzato nella produzione di qualcosa e c’è il classico shop per assecondare le voglie dei turisti più spendaccioni che desiderano portare a casa qualcosa che ricordi quel luogo, anche se talvolta viene prodotto in Cina e non ha niente di autentico. Si decide di ripartire e dopo aver fatto un ottimo spuntino vicino alla macchina ci derigiamo verso Den Haag (l’Aia). L’intenzione di Laura è quella di visitare il Mauritshuis, il piccolo museo che conserva la Ragazza con l’orecchino di perla di Verneer e altre pitture importanti. Scopriamo però che l’Aia è anche sede dell’Escher in Het Paleis Museum (costo 7,50€, nessuno sconto studenti), una mostra permanente dell’eccentrico artista olandese, io ed Enrico ne siamo entusiasti e decidiamo di visitare questo museo che supera di gran lunga le nostre aspettative, lo consigliamo vivamente. Si tratta di una mostra permanete che espone appunti, lettere, schizzi, foto e opere compiute che ripercorrono l’intera evoluzione dell’artista dal primo periodo realista agli ultimi lavori visionari. E’ molto interessante anche l’edificio che ospita la mostra permanente, in modo particolare i lampadari di cristallo che distinguono ogni sala. Usciti si sono fatte ormai le 17, ogni cosa sta chiudendo i battenti, percorriamo le vie del centro e dall’esterno osserviamo il Binnenhof, per lungo tempo il cuore della politica olandese, il Mauritshuis e l’Hofvijver, lo specchio di acqua in cui si ammira il lungo fianco del Binnenhof. Ci spostiamo e raggiungiamo la Groenmarkt dove sorgono l’Oude Stadhuis (Municipio vecchio) e la Grote Kerk (grande chiesa gotica) ed infine il Grote Markt Straat colma di locali e di gente. Ritorniamo quindi alla nostra auto e raggiungiamo Rotterdam. Scegliamo di trascorrere la notte al City Camping Rotterdam che per 72,50€ ci offre un bungalow per 4 senza bagno, più 4,50€ per il posto auto interno. Sicuramente il campeggio non è dei migliori, i servizi sono alquanto scadenti, ma ci adeguiamo e ceniamo nel pub ristorantino del campeggio, nessuno ha avuto il coraggio di farsi la doccia, Enrico non ha neppure espletato le normali funzioni fisiologiche per non dover entrare in quei bagni resi ancora più sporchi dalla continua pioggia e quindi dalla terra trasportata all’interno dai pochi ospiti del campeggio.

26 agosto 2010 – Rotterdam-pressi di Strasburgo 416 km Oggi ci aspetta la visita della città, seconda per importanza in Olanda e primo porto d’Europa. Fu rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e quindi completamente ricostruita con uno stile architettonico unico in europa. Prendiamo l’autobus che parte a pochi passi del campeggio (costo 2,50€ a testa) e fa capolinea alla Centraal Station. Ieri sera l’acqua scendeva a catinelle e stamattina il tempo sembra migliorato, anche se a volte qualche piccolo e prolungato scroscio ci rovina la camminata che conduce al Museum Boijmans Van Beuningen. Durante il percorso fotografiamo inevitabilmente la statua di Santa with Butt Plug (Babbo Natale con vibratore) e raggiungiamo quindi il museo (costo 10€ a testa, sconto studenti 5€, minorenni gratis) che vanta una ricchissima collezione permanente di opere d’arte che copre tutte le epoche artistiche olandesi ed europee. Considerato uno tra i migliori musei d’Europa, raccoglie opere di Bosch, Rembrandt, Tintoretto, Tiziano, Monet, Van Gogh, Gauguin, Duchamp, Magritte etc, molto interessante. Usciti decidiamo, percorrendo il Museum Park, di andare a mangiare al De Ballentent sul lungomare, assaggiando la specialità locale che sono le bal, grosse polpette di carne fatta in casa, molto buone, cotte sia nel modo tradizionale che in salsa leggermente piccante (costo 32,40€ un pranzo per 3 persone consistente in due piatti di bal, un pancake, 3 birre e 2 caffè), decisamente consigliato. La pioggia sembra essersi attenuata e decidiamo di intraprendere l’itinerario a piedi proposto dalla Lonely Planet. Percorrendo i bei giardini di Het Park raggiungiamo con calma l’Haven Museum che espone navi storiche, qui vi si trova anche la Rotterdam Walk of Fame, dove ci sono le impronte di mani o piedi di personaggi più o meno conosciuti. Tralasciando il Maritiem Museum Rotterdam, vasto museo che descrive le tradizioni marittime olandesi, raggiungiamo la Witte Huis (casa bianca, uno dei pochi esempi rimasti ancora in piedi del periodo pre-bellico) e quindi il complesso edilizio di Overblaak con la sua torre a forma di matita e i suoi futuristici appartamenti cubiformi. Uno degli appartamenti, lo show-cube (costo 2,50€ a testa) è visitabile, si tratta di appartamenti luminosi, i mobili sono su misura e il tutto risulta essere molto originale anche se vivibile non senza difficoltà. Riprendiamo il nostro itinerario, attraversiamo il Willemsbrug, ponte dai vistosi piloni rossi da cui si gode un bel panorama, dalla parte opposta del ponte si raggiunge il Noordereilland, un’isola residenziale pensata come una nave completa di equipaggio (gli abitanti) vi facciamo un giretto e notiamo il De Hef, un bel ponte ferroviario degli anni ’20, tutelato come monumento nazionale, con il ponte levatoio costantemente sollevato. Passiamo accanto alla Maastoren, l’edificio più alto del paese ed infine attraversiamo l’Erasmusbrug, lungo 800 metri, vera e propria icona della città, soprannominato “il cigno” per via dei suoi sostegni allungati. Si ritorna alla Central Station anche perché Rotterdam non ci entusiasma, lo stile architettonico si discosta drasticamente dai paesini olandesi visti finora, appare una città asettica, con edifici anonimi, costruiti dopo il secondo conflitto mondiale, Rotterdam ha subito pesanti danni, per via della identità di città portuale che la faceva un bersaglio strategico da colpire. Salutiamo Rotterdam e ripartiamo per l’Italia, percorsi 400 km circa, di cui molto sotto una pioggia battente, decidiamo di fermarci a dormire nei pressi di Strasburgo a “Il Tarantelle” (costo per una tripla 46€ in tutto).

27 agosto 2010 – Pressi di Strasburgo-Forlì 964km Proseguimento del viaggio fino all’arrivo a Forlì Ciao da Gabri, Laura ed Enrico (turistiamo@alice.it)



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