Dalle coste frastagliate ai mulini a vento

Possono trascorrere giorni, mesi ed anni, ma le atmosfere e i luoghi, rimarranno sempre dentro di noi con un’intensità palpitante e suggestiva. C’è chi parla di ricordi, e c’è chi si perde tra i significati metaforici del verbo metabolizzare, ma in fondo, non c’è nulla di più semplice che chiudere gli occhi e rivivere con intensità,...
Scritto da: Arianna Gandolfi
dalle coste frastagliate ai mulini a vento
Partenza il: 08/08/2004
Ritorno il: 27/08/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Possono trascorrere giorni, mesi ed anni, ma le atmosfere e i luoghi, rimarranno sempre dentro di noi con un’intensità palpitante e suggestiva. C’è chi parla di ricordi, e c’è chi si perde tra i significati metaforici del verbo metabolizzare, ma in fondo, non c’è nulla di più semplice che chiudere gli occhi e rivivere con intensità, la carezza del vento che ci ha sfiorato il volto: in quell’attimo, su quel ponte.

Non voglio che le mie parole, siano un flash back melanconico di una vacanza trascorsa con attimi irripetibili, e spero che le lettere, accostandosi, non delineino neppure, la forma di un diario, fatto di elenchi e di azioni banali. Vorrei dipingere con le frasi e i suoni, le immagini che dal finestrino del treno si rincorrevano sotto la pioggia, tra una breccia di sole e l’ombra di una nube. Ed è questo ciò che mi rimane.

Le folate dell’Atlantico s’inerpicano tra le strade sinuose a Sant Malò, mentre i gabbiani inseguono le maree che, ritirandosi, concedono ampio respiro alle spiagge infinite.

Se esistesse un punto in cui termina il mare e inizia la terra, al suo centro vi sarebbe Sant Michel e la sua cattedrale pungente, dalle mille guglie slanciate verso il cielo. Attorno soltanto brughiera, qualche gregge e all’orizzonte, il luccichio dell’acqua salata. Il coraggio della natura esplode nel giallo dei fiori che, impavidi, crescono sulle strisce di terra, protratte nella profondità del mare. Il movimento degli arbusti segue le onde, in una danza violenta e minacciosa. Strade strette, tetti spioventi e decorazioni lignee divengono in breve gli elementi caratteristici della terra belga. Tutto si fa più piccolo e più prezioso: l’acqua con il suo lontano sentore salino, si snoda tra il verde dei prati. Piove. Bruges, Anversa, Bruxelles. I volti iniziano a cambiare fisionomia, le culture si fondono. Colori, neon, voci e profumi. Amsterdam è l’essenza della frenesia, del divertimento e del confine tra il possibile e l’impossibile. Bulbi di tulipano e corolle di fiori, bici che sfrecciano tra i ponti. Ad ogni via corrisponde un canale, un viale alberato, un miagolio di un gatto.

Non c’è cosa che non brilli, la pioggia cade battente, il sole si scorge solo per alcuni attimi. Pochi sono i punti di riferimento per il nostro sguardo che si perde lontano. Si respira leggero: l’aria è tersa e non c’è regola che imponga al nostro spirito di contenersi e ritrarsi. Di fronte allo spazio vuoto ho aperto le braccia al cielo e, pedalando, ho assaporato l’idea di libertà. Una terra di domande e di poche risposte, dove l’Oceano, poco distante, si è fatto domare come un fiume. Alle finestre una barchetta appesa. Ogni casa è stretta alle altre in un abbraccio di colori vivi che, dal rosso passano all’azzurro, sfumandosi di rosa.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche