TOUR DELL’OLANDA in 6 giorni

Ciao a tutti! Volevo raccontarvi la mia vacanza in Olanda. Sei giorni alla scoperta delle bellezze di questo piccolo ma curioso paese! PRIMO GIORNO (domenica 17 maggio): AMSTERDAM La mattina presto un gruppetto assonnato di sei baldi giovani (io, Cristian, Claudia, Maria, Luca e Laura) si accinge a partire da Bergamo in direzione di Milano...
Scritto da: tus-operator
tour dell'olanda in 6 giorni
Partenza il: 17/05/2009
Ritorno il: 22/05/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Ciao a tutti! Volevo raccontarvi la mia vacanza in Olanda. Sei giorni alla scoperta delle bellezze di questo piccolo ma curioso paese! PRIMO GIORNO (domenica 17 maggio): AMSTERDAM La mattina presto un gruppetto assonnato di sei baldi giovani (io, Cristian, Claudia, Maria, Luca e Laura) si accinge a partire da Bergamo in direzione di Milano Malpensa per intraprendere il tradizionale viaggetto di primavera. Il volo è Easyjet (costo andata e ritorno di 98 euro a persona) con partenza alle 7.30 e atterraggio in aeroporto ad Amsterdam per le 10.00.

Per raggiungere la città abbiamo preso uno dei pullman che partono fuori dalla stazione. Avevo trovato delle informazioni in internet ma non erano chiarissime e sono andato un po’ in tilt. Così ho mandato avanti i miei buoni amici (che si destreggiano con l’inglese) e siamo riusciti ad arrivare in poco tempo in città (i biglietti si acquistano sempre sui bus – info su www.Gvb.Nl). Già da questo breve tragitto sono rimasto incuriosito ed affascinato dall’architettura locale.

Scesi dal pullman in Leidseplein veniamo accolti a braccia aperte da una simpatica pioggerellina che inizia a farci assaporare le realtà della città. Raggiungiamo dopo 300 metri l’avventuroso l’Hotel Orfeo (Leidsekruistraat,14 – prenotato su www.Hostelworld.Com per €24.99 a persona in camera quadrupla con bagno), gestito da extracomunitari, che non brilla in pulizia e meraviglia ma, dato il prezzo, non si poteva pretendere diversamente.

Partiamo quindi per il tour della città prendendo il bus in Leidseplein fino a Weteringplein dove abbiamo cambiato e siamo scesi infine a Rembrantplein (il tragitto è comunque piuttosto breve e i bus sono numerosi). Pensando di non muoverci molto con i mezzi non mi sono informato su eventuali abbonamenti e così abbiamo perso i biglietti man mano sui mezzi (è piuttosto difficile, anche se non impossibile, riuscire a sfuggire ai bigliettai). Ci dedichiamo quindi ad una passeggiata lungo i canali dell’Oude Zijde, camminando accanto alle all’Agnietenkapel, all’Oudemanhuispoort, a Zuiderkerk, al Trippenhuis, al Nieuwmarkt (dove abbiamo pranzato a base di uova, formaggio e prosciutto in un bar della piazza con circa 8-10 euro), il Waag e il famoso Quartiere a luci rosse. Quest’ultimo è decisamente imperdibile anche se le signorine in vetrina non sono esattamente come le si immaginava (tranne quelle nelle viette attorno ad Oude Kerk). Mentre gli altri si dedicavano ad una tappa un po’ meno “culturale” in un coffee shop, io e Tinel abbiamo ben pensato di visitare Oude Kerk (€4/5 – info su www.Oudekerk.Nl). Gli interni sono piuttosto spogli, come quelli di tutte le chiese olandesi (non bisogna infatti aspettarsi interni come quelli delle nostre chiese italiane) ma un bell’organo e una bella mostra fotografica non hanno fatto rimpiangere la nostra scelta.

La coppia del gruppo ritorna purtroppo in hotel per via degli effetti anomali del fumo e noi reduci proseguiamo per Nieuwe Zijke visitando piazza Dam cono il National Monument, Koninklijk Paleis, Nieuwe Kerk (abbiamo spiato gli interni dalla biglietteria – info su www.Nieuwekerk.Nl). Personalmente credo che la bellezza della città non siano i monumenti (niente di particolare a mio avviso) ma il fascino dei canali e del clima che si avverte nell’aria (che mi ha sorpreso più di quanto mi aspettassi). Claudia e Maria hanno deciso di visitare anche il Museo delle Cere (che hanno trovato molto carino) mentre noi abbiamo passeggiato ancora un po’ per i dintorni.

Una merendina in un locale carino (the e torta alle mele) per sfuggire allo scroscio e ci riuniamo poi tutti in hotel dove ci laviamo e prepariamo per la serata. Ritorniamo in via Rokin per un bel tour in battello (Reederij P. Kooij B.V., €8) di circa 75 minuti lungo i canali. Siamo partiti con il sole e siamo tornati al tramonto: il cielo iniziava a velarsi di rosa, le finestre delle case si illuminavano e i lampioni si accendevano, Davvero una panoramica molto suggestiva sulla città.

Al ritorno la fame aveva ormai preso il sopravvento e abbiamo ritrovato pace solo davanti a dei bei piatti argentini (beh non proprio tipici olandesi ma comunque molto buoni e con prezzi abbordabili).

Rientrati in hotel (non è stato facile affrontare i 4 piani di scale strette per arrivare in camera) abbiamo atteso per quasi un’ora il rientro di metà del gruppo che si era perso nel quartiere e siamo svenuti esausti sui nostri lettini a castello (badando poco alle macchie sulle lenzuola).

SECONDO GIORNO (lunedì 18 maggio): AMSTERDAM – MARKEN – HAARLEM Il programma prevedeva la visita del Van Gogh Museum (peccato averlo saltato) ma la bella giornata fuori dalla finestra della stanza suggeriva di non lasciarci sfuggire una biciclettata lungo i canali. Così, dopo una colazione un po’ misera, cerchiamo uno dei tanti punti in cui noleggiano biciclette. Per 3 ore ci hanno chiesto 10 euro (qualcosa in meno per le bici con freno a pedalata inversa) che non è pochissimo ma ora ci sentiamo appieno nel clima cittadino. Troppo divertente rincorrersi per i canali e i viali del Jordan e suonar e clacson ai turisti (solo noi italiani possiamo fare questo genere di cose)! Il tempo cambia già idea e decidiamo di parcheggiare fuori dalla Casa di Anna Frank (€8,50 – info su www.Annefrank.Org). Il percorso dura più di un’ora ed è molto commovente. Personalmente mi è piaciuto e credo che meriti una visita.

Il giorno precedente avevamo trovato chiuso il Begijnhof (eravamo arrivati troppo tardi – info su www.Begijnhofamsterdam.Nl) così ci siamo avventurati per la città (essendo difficile guidare con in mano la cartina mi sono affidato all’orientamento e dopo un po’ non è difficile capire la conformazione della città). L’ingresso è gratuito e vale sicuramente la pena vedere tutte queste casette immerse nel silenzio e nel verde.

Sulla via del ritorno ci fermiamo ad acquistare alcuni bulbi di tulipani al mercato dei fiori (molto carino).

Pranziamo velocemente nei pressi dell’hotel e, ritirate le valigie all’hotel, ci impegniamo a raggiungere il Budget Autonoleggio (Donauweg,11 – costo di €395 per un mini van da 9 posti con assicurazione casco). Costa meno degli altri ma ovviamente c’è un perché: non è semplicissimo raggiungere la meta (metro fino a Station Lelylaan e poi 500 metri a piedi da Station Sloterdijk) ed è necessario chiedere informazioni ad un po’ di persone (che comunque si sono dimostrate molto gentili e collaborative).

Cortesissimi anche all’autonoleggio dove è disponibile un’area in cui auto-servirsi caffè e bevande calde (Claudia e Maria sembravano le padrone di casa!).

Partiamo quindi sul nostro comodissimo mezzo (è davvero molto grande e ci stanno tranquillamente anche le valigie) alla volta di Marken (30 minuti circa di viaggio).

Chiara (la voce del navigatore) insisteva affinché uscissimo dalla strada principale e così ci troviamo a percorrere diversi chilometri in stradine di campagna dimenticate. Semplicemente una favola! Sembravo un bambino esaltato davanti al paesaggio olandese: casette tipiche, fattorie, animali ovunque, prati verdissimi… Mi sono innamorato di questi posti! Il parcheggio a Marken costa 7 euro (e non vi lascia alternative) ma ci forniscono una bella cartina (introvabile in internet). Il tempaccio ci accoglie anche qui ma abbiamo ormai capito che è molto variabile e, infatti, dopo un giretto in un negozietto, è tornato il sole. In giro non c’è nessuno e sembra di camminare in un villaggio di folletti delle favole: casette verdi, laghetti, oche, il porticciolo, la chiesetta, i ponticelli. Immancabile merendina in un bar con the caldo e torta di mele (sono fantastiche ovunque) e gaufres con cioccolata (a prezzi molto modici). Il paese è stato decretato, all’unanimità, il più bello dell’Olanda! Il viaggio riparte verso l’ostello Stayokey (Jan Gijzenpad,3 – prenotato su www.Hostelworld.Com a €26,50 in camera da 6) nei pressi di Haarlem (viaggio di 45 minuti). E’ fuori dalla città ma è davvero bello, pulito, ben tenuto e con un’ottima e abbonante colazione mattutina (quello che ci vuole per iniziare bene la giornata!).

Abbiamo deciso di cenare ad Haarlem (a 8 minuti) ma, forse perché era lunedì o forse perché era un po’ tardi (come si usa dire da noi, gli olandesi “vanno a letto come le galline” e cenano davvero presto quindi, se non volete trovare tutto chiuso, dovete cercare di adeguarvi ai loro orari), abbiamo trovato aperto solo il Mc Donald nella piazza principale (che tristezza!). La Grote Kerk troneggia al centro di essa ed è davvero molto bella ed imponente nella notte.

TERZO GIORNO (martedì 19 maggio): L’AIA – DELFT – ROTTERDAM Per raggiungere l’Aia decidiamo di percorrere la “rotta dei fiori” segnalata sulla guida (della Mondadori: la migliore a mio avviso! 26 euro ben spesi!). Ci siamo rimasti male perché i fiori ormai erano solo un’illusione data la stagione avanzata. Non potevamo comunque non fermarci a fare due foto nell’unico campo di fiori trovato nel nostro errare anche se i tulipani ormai erano appassiti. Quelli più decenti li abbiamo poi portati alle fanciulle che non si erano mosse dall’auto.

Forse per il tempo uggioso, L’Aia ci è sembrata un po’ triste (viaggio di poco più di un’ora dall’ostello). Molto bello il Binnenhof (info su www.Binnenhofbezoek.Nl)ma la visita era da prenotare e l’unico orario disponibile era nel pomeriggio (troppo tardi per noi). Abbiamo quindi proseguito dando un’occhiata al Gevangenpoort, al Paleis Noordeine (il parco non è granché e non merita la circumnavigazione della zona per raggiungerlo), alla Grote Kerk e al Vecchio Municipio. Abbiamo mangiato qualcosa di veloce in un panificio e abbiamo fatto un po’ di shopping tra i negozi colorati (eravamo un po’ stanchi e non sono stato in grado di trascinare il gruppo in spedizioni turistiche). Ritornati in auto, vediamo il palazzo della corte di giustizia (Vredespaleis) sostando davanti alla cancellata d’ingresso con l’auto (e infatti ci hanno fatto spostare subito il mezzo).

Immancabile la visita di Delft (20 minuti dall’Aia), un’altra perla olandese. E’ davvero molto carina e molto caratteristica. La piazza principale è davvero stupenda nonostante il cielo grigio. Dopo una prima tappa all’Aardewerkatelier de Candelaer (dove una signora prepara ancora le tipiche ceramiche dipingendole a mano) ci dedichiamo alla visita della cittadina: Nieuwe Kerk (€3.30 incluso l’ingresso all’Oude Kerk – info su www.Nieuwekerk-delft.Nl); Stadhuis; Waag; Oude Kerk; Stedelijk Museum Het Prinsenhof (da fuori). Dato il prezzo limitato, la visita alle chiese merita sicuramente. Indimenticabile la merenda (ormai è diventata un’abitudine) con the e dolci locali su una chiatta nei canali con vista sul campanile della chiesa vecchia.

Ripartiamo per Rotterdam (quasi 45 minuti di viaggio per via del traffico) dove ci sistemiamo all’Hostel Room (Van Vollenhovenstraat,62 – prenotato su www.Hostelworld.Com per €22,50 a camera con sei letti). La posizione è buona e la struttura carina. Peccato solo che per il parcheggio è necessario inserire nei parchimetri la propria carta di credito. Non fidandoci abbiamo tentato la sorte e infatti una bella multa salata ci attendeva sul parabrezza al rientro della passeggiata (su caldo suggerimento della ragazza dell’ostello non l’abbiamo pagata). Questa città è completamente differente dalle altre città olandesi. La modernità ha sostituito le macerie lasciate dalla seconda guerra mondiale e grattacieli imponenti e ponti tecnologici hanno dato un aspetto futurista alla città. Abbiamo passeggiato al calar del sole lungo il fiume e abbiamo osservato, tra gli altri, l’Erasmusbrug, il Boompjestorens, il Willemsbrug, il Willemswerf; la Witte Huis e il Kubus-Paalwoningen. Molto simpatiche e curiose le case cubo. Sfiniti, abbiamo cenato da Dudok (segnalato da diverse guide – info su www.Dudok.Nl). Il locale era carino ed il cibo buono (prezzi medi).

QUARTO GIORNO (mercoledì 20 maggio): KINDERDIJK – UTRECHT Partiti dalla caotica Rotterdam (non è stato facile trovare una via di uscita, nonostante il navigatore, per via del traffico e delle strade chiuse per lavori), raggiungiamo l’incantevole Kinderdijk (ingresso gratuito – info su www.Kinderdijk.Com) dopo circa 40 minuti. Scesi dall’auto il panorama è davvero suggestivo: il sole illumina i 19 mulini ben conservati che si susseguono lungo il fiume. Noleggiamo delle bici (che avevano visto tempi migliori) nell’unico bar davanti al parcheggio per una durata di due ore a circa 4 euro e scorrazziamo avanti e indietro tutti carichi per l’emozione. Interessante la visita all’interno dell’unico mulino visitabile (€3.5). Forse due ore sono molte se visitate il tutto sulle due ruote però è non si possono apprezzare appieno questi posti se non prendendo tutto con estrema calma (come sembrano fare i vecchietti e i pescatori che passeggiano lungo i sentieri).

Da qui ci dirigiamo a Utrecht (in 50 minuti) e fatichiamo un po’ a trovare un parcheggio perché anche qui è necessario pagare con carta di credito (mettetevi il cuore in pace: i prezzi sono elevatissimi in tutto il paese e arrivano a più di 4 euro l’ora!). Per raggiungere il centro ci imbattiamo in stradine tranquille e in un quartierino a luci rosse (piuttosto triste e con fanciulle dalla forma fisica perduta) ma, prima di iniziare il tour vero e proprio, sostiamo in una piazzetta vicina a Pieterskerk per consumare il pranzo in un bar all’aperto. Ci suggeriscono il piatto tipico della zona e noi ovviamente lo proviamo (un mix di pane, formaggio, prosciutto cotto e una specie di crocchetta di patate ad un prezzo di 8 euro). Nel complesso è buono ma il paragone con la cucina italiana è inevitabile! C’è il sole, la zona è piena di universitari e si respira un bel clima.

Partiamo quindi per la visita giungendo alla Domtoren (molto bella ed imponente – info su www.Domtoren.Nl)) e visitiamo la Domkerk (ingresso gratuito – info su www.Domkerk.Nl). Da li scendiamo lungo una stradina costeggiata da casette caratteristiche e visitiamo gli esterni del Museum Catharijneconvent e del Centraal Museum. Ritorniamo lungo Oudegracht e, raggiunta l’auto, partiamo per Giethoorn (circa 1.30 minuti di viaggio).

Nella mattina eravamo stati avvisati da booking.Com che il B&B prenotato (fam. Haida a Giethoorn trovato su www.Bedandbreakfast.Nl) non era più disponibile e che ci avevano trovato una sistemazione alternativa nell’Hampshire Hotel di Steenwijk allo stesso prezzo del precedente (e abbiamo fatto un affarone visto che la struttura è molto bella e c’è addirittura una piscina coperta che non manchiamo di sfruttare). Ancora oggi mi chiedo come abbiano fatto a contattarci gli impiegati del sito visto che avevamo prenotato direttamente mandando una mail al B&B (che abbiamo poi scoperto essere fallito in quei giorni). Sono stati veramente gentili e disponibili. In Italia queste cose ce le sogniamo! Ceniamo nella piazza centrale del bel paesino di Steenwijk (ovviamente deserto) in un ristorante molto bello consigliato dall’hotel dove abbiamo mangiato della buona carne (prezzo di circa 20 euro).

QUINTO GIORNO (giovedì 21 maggio): GIETHOORN – VOLENDAM Io e Cristian puntiamo la veglia più presto degli altri e corriamo in piscina per un tuffo. Il resto del gruppo ci aspetta sorridente nella sala pranzo con il tavolo ed i piatti ricolmi di ogni squisitezza! Il sole ci sorride anche oggi e partiamo per Giethoorn (circa 7 minuti di viaggio). Prendiamo una barca a motore (costo di 55 euro per la barca di 8 posti per noleggio di due ore – info su www.Zwaantje.Nl/uk.Whisperboats.Html). Il paese è decisamente incantevole come indicato su tutte le guide: le casette con i tetti di paglia sono silenziosamente adagiate su isolette raggiungibili con ponticelli che scavalcano i numerosi canali, i giardinetti sono ben tenuti e fioriti e la gente passeggia tranquilla. Subito dopo il paese il giro “forzato” permette di raggiungere un laghetto-palude dove si può girare in lungo e in largo passando attorno ad isolette ed uccelli in volo. Sembra di essere sulle canoe del Tunga di Gardaland ma qui è tutto più libero e vero! Inutile dire che per guidare il mezzo ci siamo avventurati in imprese epiche e decisamente degne di essere immortalate ed inviate a Paperissima. Gli olandesi, che non sono proprio molto spiritosi, non hanno mancato di sottolineare ogni nostra imprudenza con sguardi truci e prediche in inglese! Riconsegnata l’imbarcazione, ci dividiamo per un pranzetto al bar o in un barettino che vendeva crocchette giganti a prezzi molto contenuti.

Il viaggio procedere lungo la Frisia e attraversiamo la lunga diga fino a raggiungere il nostro Hem Hotel’t Tolhuss (Ijsselmeerdijk,7 – prenotato su per €21 in camera quadrupla) di Warder (viaggio di circa 1.30 ore). L’hotel è abbastanza carino e la nostra camera ha pure un soppalco molto avventuroso e caratteristico (anche se non è tenuta molto bene). Per raggiungerlo si attraversano prati verdissimi e pascoli di pecore e cavalli. Subito davanti all’hotel si stende il mare interno e delle pecorelle belano simpaticamente mentre attendiamo il resto del gruppo per raggiungere Volendam (circa 15 minuti). Il paese è in gran subbuglio e si presenta completamente fuori dai parametri standard delle cittadine olandesi, così tranquille e pacifiche. Probabilmente per via di qualche festività (che ci sfuggiva), la gente era riversata lungo le vie del porto e nei locali divenuti improvvisamente chiassosi. In giro cartacce e disordine lasciavano intuire che, durante la mattinata, la zona doveva essere stata presa d’assalto da una quantità esagerata di persone. I locali erano pienissimi e abbiamo faticato un po’ a trovare un posticino per la cena (dove però abbiamo provato il buonissimo formaggio locale!). Più tranquilla, invece, era la zona centrale attorno alla chiesa dove Claudia ci ha trascinati per visitare il cimitero locale (in ogni nazione siamo obbligati a vederne almeno uno). Questo è molto strano e decisamente kitsch con i vialetti di conchiglie (e non di ghiaia come da noi!), gli gnometti e i cagnolini di terracotta colorata sulle lapidi.

Per raggiungere l’hotel passiamo per Edam (dove il navigatore ci ha fatto fare diversi giri dell’oca oltre ad insistere affinché attraversassimo un ponticello strettissimo e inattraversabile con il nostro mini van) e, per quel poco che vediamo, il paese è molto caratteristico.

SESTO GIORNO (venerdì 22 maggio): ALKMAAR – ZAANSE SCHANS L’hotel non prevedeva la colazione così ci siamo diretti ad Alkmaar (viaggio di 20 minuti) e, dopo aver parcheggiato in un posteggio coperto in centro, abbiamo cercato un bar nella piazzetta centrale mentre fuori stavano allestendo il famoso mercato del formaggio (che si tiene dalle 10 alle 12 ogni venerdì). Quando abbiamo chiesto brioches o qualcosa di dolce ci hanno guardato che fossimo alieni e così ci siamo accontentati di un pezzo di pane con lo zucchero (il burro, aromatizzato con aglio e prezzemolo, non era molto indicato per la colazione).

La ressa davanti al Waaggebouw è esagerata forse anche per via della bella giornata ma, dato che lo spettacolo è ripetitivo, è in continuo movimento e non si fatica molto per riuscire a trovare un angolino da cui spiare la folkloristica (e molto turistica) tradizione del mercato. Ne approfittiamo anche per girare lungo le belle stradine affollate, per dedicarci ad un po’ di shopping e all’imperdibile acquisto di alcune forme di formaggio (ci sono anche di piccole dimensioni ad un prezzo più che accettabile di 5 euro e non sono affatto male!).

Ultima tappa del nostro viaggio il villaggio di Zaanse Schans (viaggio di 30 minuti di viaggio – info su www.Zaanseschans.Nl) dove l’ingresso è gratuito ma il parcheggio ha un costo di 7 euro. Pranziamo nel ristorantino interno (prezzi non proprio vantaggiosi).

Nel complesso è molto carino ma noi l’abbiamo trovato un po’ “falso” (sembrava un villaggio ricostruito di Gardaland) dato che le abitazioni tipiche della zona sono state smontate e ricostruite per creare una specie di museo all’aperto un po’ troppo perfetto per essere realistico. A me è piaciuto molto il fatto che, nelle varie casette, c’erano anche laboratori visitabili dove producevano zoccoli, formaggi e altri prodotti locali.

E’ con molta tristezza che risaliamo sul nostro mezzo alla volta dell’aeroporto (30 minuti) dove ci aspetta il volo Easyjet con partenza alle 20.25 (ottimo orario che ci ha permesso di sfruttare tutta la giornata).

Due piccoli conti e la spesa è stata tra i 550 e i 600 euro a persona, tutto incluso (souvenir inclusi).

Questo viaggio mi è piaciuto tantissimo! Abbiamo cercato di vedere in 6 giorni il maggior numero di posti possibili ed effettivamente non ci siamo soffermati troppo in musei e in visite approfondite (peccato!). Purtroppo o per fortuna a me piace fare incetta di paesaggi, cittadine, immagini e ricordi (che poi rielaboro una volta tornato a casa, un po’ come un ruminante) e quindi obbligo i miei poveri amici a seguirmi. A mio avviso, comunque, l’Olanda si presta particolarmente a questo tipo di viaggio dato che i paesini si somigliano e sono deliziosi da visitare con una passeggiata (solitamente non richiedono molto tempo in quanto i monumenti non sono tantissimi). Credevo di trovare il viaggio piuttosto piatto, monotono e poco stimolante ma mi sono completamente ricreduto! E’ una nazione davvero sorprendente che mi ha fatto innamorare dei suoi paesaggi da cartolina, dei forti contrasti tra tranquillità e trasgressione, della pace delle sue cittadine e dell’ingegno umano!



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