Olanda e Belgio: cocente delusione

Dopo venti anni di viaggi in tutta Europa (e non solo), ci mancava giust'appunto l'Olanda ed il Belgio (con una puntatina in territorio germanico). Partiamo, la mia ragazza ed io, con il consueto entusiasmo per il nostro viaggio estivo senza immaginare che di lì alla fine della vacanza avremo rimpianto più volte un'altra, qualsiasi meta e...
Scritto da: dmode19
olanda e belgio: cocente delusione
Partenza il: 05/08/2007
Ritorno il: 19/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Dopo venti anni di viaggi in tutta Europa (e non solo), ci mancava giust’appunto l’Olanda ed il Belgio (con una puntatina in territorio germanico).

Partiamo, la mia ragazza ed io, con il consueto entusiasmo per il nostro viaggio estivo senza immaginare che di lì alla fine della vacanza avremo rimpianto più volte un’altra, qualsiasi meta e l’immediato ritorno a casa.

La partenza da Firenze con volo Meridiana avviene il 05 Agosto 2007.

Tutto ok fino all’arrivo quando ci imbattiamo in un taxista che non conosce il nostro albergo, nè la via dove si trova, nè la strada per arrivarci: ed ecco che si attrezza di Tomtom, vi digita il nome della strada che io gli ho nel frattempo scritto in un biglietto e si parte! Nonostante il gingillo tecnologico sbaglia strada un paio di volte.

Tengo a precisare che il nostro albergo si trova in una via confluente di Piazza Dam (più centrale di cosi!).

La strada è chiusa al traffico ed il taxista ci scarica dalla parte sbagliata costringendoci a percorrere 300m a piedi con i bagagli.

Inizia il peregrinaggio di Amsterdam: città cara, carissima, sporca sia a terra che nei canali (vi ho visto galleggiare di tutto: lattine, bottiglie di plastica, buste e perfino una bottiglia da due lt di detersivo).

I ciclisti hanno assunto la vetta della scala sociale: possono fare di tutto, hanno la precedenza su tutti, scampanellano in continuazione e sembrano dei matti.

Devi stare in continuazione a controllare che non ti arrivino addosso e scorrazzano liberamente e senza regola alcuna.

La città è vivace fino alle 18:00, dopo la desolazione più assoluta a meno che non ti rechi sulla fantomatica zona rossa dove ti devi districare tra flotte di turisti di tutte le provenienze, spacciatori che ti offrono qualsiasi cosa, magnaccia che controllano la situazione.

Penoso e sconfortante.

Nonostante ciò che ti vogliono far credere, tutti possono fumare erba dove vogliono, anche al di fuori dei coffeshop e l’aroma della cannabis pervade le strade.

L’unica cosa che salvo di Amsterdam è il Van Gogh Museum ed un bellissimo negozio di fotografia di cui sono appassionato…Pensa te!!! L’8 lascio Amsterdam per recarmi in treno a Rotterdam.

Servizio preciso ed efficente.

Il centro di Rottredam è privo di qualsiasi monumento di un certo interesse e si limita ad un gigantesco centro commerciale all’aperto che alle 18:00 si trasforma in un silenzioso ed inquietante “nulla”.

Molto bello e da visitare (anche perchè altrimenti non c’è nient’altro), è il Museum Van Bojmans dove un esposizione molto attenta e ben fatta, propone in un interessante continus temporale, opere di alto livello che spaziano le più disparate epoche artistiche: da Rembrandt a Kandisky, da Dalì a Monet, da Degas a Wharol.

Molto, molto interessante.

Molto bello anche l’attiguo museo dell’Architettura olandese, non tanto per il contenuto quanto per l’ardita struttura stessa del museo.

Mi stavo dimenticando le case cubiche: carine da visitare…Impossibili da abitare.

Il giorno seguente lasciamo Rotterdam: ho prenotato una vettura alla Hertz per cui chiamo un taxi per raggiungere l’autonoleggio dall’albergo.

Arriva il taxista che appena vede le nostre due valige rigide inizia a sbraitare qualcosa in fiammingo.

Gli chiedo in inglese che problemi avesse: mi risponde…”voi italianoi sempre con grosse valige che distruggono la mia macchina (vecchissima saab brutta e puzzolente); voi avete auto brutte e piccole, voi avete fiat che fa macchine popolari e squallide…Guarda…Guarda i miei interni in pelle tutti sciupati da valige italiane”.

Al che io gli faccio notare che in Italia oltre alla Fiat abbiamo anche le Ferrari, le Maserati e le Lamborghini e che se non avesse voluto concedermi il servizio mi avrebbe dovuto dare i suoi dati.

Beh mi ha portato alla Hertz ma durante il viaggio gli spropositi in fiammingo si sprecavano.

Presa la vettura a nolo, parto direzione Middelburg.

Cittadina molto carina dove un grazioso mercatino delle pulci animava un centro storico molto bello e…Romantico.

La gente sembrava un pelino più ospitale ma, di contro, in pochi conoscevano l’inglese: In un panificio che offriva anche servizio al tavolo, per ordinare due panini con il prosciutto e formaggio, io e la mia ragazza siamo diventati scemi.

Nel pomeriggio passiamo il confine con il Belgio ed arriviamo a Bruges: città molto bella e caratterizzata dalla piazza centrale (non ricordo il nome) che al tramonto si accende di mille luci offrendo una cornice medievale impressionante.

Come al solito tutto attorno, solo negozi, negozi ed ancora negozi.

Ho l’impressione che in queste città (a parte il centro storico e per centro storico intendo le due piazze con la cattedrale ed il municipio), tutto il resto sia solo commercio attivo dalle 9 alle 18 e nulla più.

Nessuna attività turistica, nessun percorso turistico, nessun interesse per incentivare le loro 4 cosine da vedere…La sensazione che ci ha pervasi è che se ci vai o non ci vai, a loro non può fregare di meno.

Una pervadente sensazione di menefreghismo e apatia nei confronti dei turisti che non avevo mai notato in nessun viaggio.

In alcuni casi l’apatia diventa insofferenza e maleducazione come quando in ristorante di Bruges, dopo aver speso 54 euro per due insalate e due birre mi si chiede 50 centesimi per usare il bagno!!!!!! Ve lo giuro…È vero…Ho ancora lo scontrino!!!! Comunque il viaggio continua: Gent (bellina di primo acchito ma poi risiamo alle solite), Bruxelles: un giorno basta e avanza.

In un giorno abbiamo visto il parco del cinquantenario, il parlamento con annessa guida agli interni, i giardini reali (un parco disadorno e triste), la cattedrale di Saint Michael, la cattedrale di Santa Caterina, L’atomium, Grote Markt (due volte: di giorno e di notte).

Una nota la dedicherei al Manneken Pis: ma qunato saranno deficenti tutti i turisti (COMPRESI NOI) che si sbaloccano migliaia di km per andare a vedere un burattino alto 20 cm che fa la pipi in una specie di catino che chiamano fontana!!! Che tristezza.

Ed io invece di conoscere meglio la mia bella Italia, mi confondo con il Manneken Pis…Ma per favore…Mi vergogno di me stesso.

C’era gente che gli faceva anche la foto.

Mamma mia che tristezza.

Lascio Bruxelles per Aachen in Germania.

Aquisgrana non sfugge a quanto visto fino ad adesso: Bella la cattedrale con i resti mortali di Carlo Magno anche se me la immaginavo molto più grande…Punto…Passare oltre…Mi dirigo verso Utrecht con una sosta a ‘s-Hetrogenbosh dove c’è una bellissima cattedrale gotica.

Prima entro nel primo negozio di souvenirs che trovo per chiedere una guida della città…Questa e la conversazione in inglese con il negoziante: “Buongiono, ha una guida della città?” ” No, non vendo guide!!!”.

“OK, dove la posso trovare'” “All’ufficio informnazioni turistiche”.

“Mi può dire dov’è” “NO, NON LO SO!!!!” …Il tutto senza staccare mai gli occhi da un giornale che stava leggendo.

Nessun commento.

Esco sdegnato e me ne vado con la voglia di tornare all’aeroporto e prendere il primo aereo per l’Italia.

Utrecht: carine le 4 stradine con i canali nel centro storico attigue alla cattedrale.

Partenza per Il nord con una fermata nel caratteristico villaggio di Giethoorn: questa e l’unica tappa veramente bella ed interessante che posso ricordare con immenso piacere.

Si tratta di un piccolo villaggio contornato da canali dove sembra che il tempo si sia fermato.

Bellissime villette immerse nel verde, tanta fauna allo stato brado ed un accoglienza semplice ma onesta e sincera che fino ad allora non avevamo trovato.

A Causa di tanta grazia facciamo tardi e siamo costretti a raggiungere il prossimo albergo solo a tarda sera.

Ci troviamo nel nord, a Harlingen dove alle 9 di sera tutti i ristoranti sono già chiusi (è colpa nostra).

Ci rifugiamo in una pizzeria e dopo a nanna.

L’indomani partiamo per il Sud; attrversiamo l’immensa diga che ci porta ad Alkmaar dove il Venerdi mattina si svolge il mercato del formaggio.

La città è piena di gente e la manifestazione si svolge molto allegramente permettendomi di fare delle bellissime foto.

La cattedrale invece è stata deturpata da un enorme bar (!) nella navata principale dove è possibile consumare thè, caffè e panini.

C’è anche una mostra di alcuni quadri di artisti locali con tanto di nudi in procace atteggiamento (!!).

A dire il vero il punto di ristoro nelle cattedrali (non in locali attigui ma proprio nelle navate), è una prassi abbastanza praticata da queste parti: lo abbiamo visto anche a Rotterdam e a Utrecht.

Qui inoltre, delle bellissime colonne corinzie che dividono le navate sono state deturpate da enormi cartelli di divieto di fumo (!!!), ma chi è che si sognerebbe di fumare in un luogo del genere? Continuamo per Marken e Zanze Schans, due paeselli tipici con flotte di turisti e dove si annunciano paesani locali vestiti con i costumi tipici e grandi accoglienze.

Non abbiamo visto nulla del genere.

Caini i mulini, carine la casette ma la gente locale era di una scortesia allucinante.

Addiririttura a Marken, una signora locale in bici, dovendo passare per una angusta stradina piena di turisti anelanti olandesine in costume, ci impunemenmte mandati al diavolo ad alta voce perchè ostruivamo la strada.

Cose da pazzi.

L’indomani siamo ad Harleem che visitiamo svogliatamente con il solo pensiero del ritorno il giorno successivo.

Rirorno a casa che mai mi era successo di desiderare così tanto.

L’apatia, la maleducazione che sfiora in alcuni casi un certo risentimento raziale (ebbene si), il disinteresse verso il turista e la totale mancanza di attitudine alla ricezione turistica mi hanno fatto rendere brutte anche le poche cose belle di quei posti.

Magari è stata una gigantesca e sfortunata serie di coincidenze ma la mia impressione sugli Olandesi (un pò meglio i Belgi) è estremamente negativa.

Non vorrei essere insistente nella mia disquisizione ma sensazione che ho percepito in quei luoghi è che non abbiano la cultura della ricettività mostrando il peggio di se in moltissime situazioni.

Noi non andiamo mai nei ristoranti italiani, quando siamo all’estero, proprio perchè ci piace conoscere le realtà locali anche dal punto di vista gastronomico ma l’unico contatto davvero positivo, lo abbiamo avuto in un locale italiano condotto da italiani che tengo a nominare da quanto sono stati deliziosi, precisi, cordiali e amichevoli: Ristorante Messina Boompjes 388 Rotterdam.

La cucina è ottima ed il Sig.

Gianni è incredibilmente amichevole e bravo.

Per il resto una totale delusione…Su tutti i fronti.

L’anno prossimo torno nella mia amata Irlanda.

Se qualcuno desiderasse qualca latra informazione, non esitate a contattarmi.

Ciao.

Dario e Barbara.



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