La mia Norvegia 2

Il sud del Paese, Oslo, Bergen e i fiordi
Scritto da: Robert
la mia norvegia 2
Partenza il: 17/06/2012
Ritorno il: 24/06/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
“Il mondo è come un libro, chi rimane a casa legge solo la prima pagina” Sant’Agostino da Ippona – Le Confessioni

In anni passati ho visitato alcuni paesi del nord Europa: Scozia, Olanda, Russia, Baltici. Quest’anno con la mia compagna Corina ho deciso di andare in Norvegia, queste sottoriportate sono alcune sparse impressioni da noi avute.

LA NORVEGIA

Il Paese, più grande dell’Italia, è popolato da solo cinque milioni di abitanti, se poi consideriamo che nelle tre maggiori città vivono circa due milioni di norvegesi è facile intuire come il resto del territorio sia estremamente vuoto per cui non bisogna stupirsi se nel muoversi anche per decine di chilometri si incontrano solo scarse case, spesso vuote, ed ancora più scarsi paesini che non è sbagliato chiamare villaggi. La morfologia del territorio è estremamente complessa e accidentata (d’altronde questo è il richiamo turistico del paese) con montagne, fiordi,laghi boschi e fiumi che dominano il paesaggio ed un clima veramente nordico e influenzato dall’atlantico con frequenti e veloci cambiamenti climatici, è necessario mettere in valigia un maglione, una giacca, un kway ed un cappello. Nella parte sud, quella da noi visitata, a fine giugno il sole tramonta all’incirca alle 23,30 e sorge di nuovo intorno alle 4 del mattino creando una atmosfera particolare per noi mediterranei non abituati a questi orari, naturalmente se si vuole vedere il sole a mezzanotte occorre andare a nord del circolo polare. La lingua norvegese sembra un misto tra tedesco e inglese con una pronuncia particolare ed è di difficile comprensione anche intuitiva, ma la conoscenza dell’inglese è diffusissima non solo tra gli operatori turistici ma tra tutta la popolazione se quindi ve la cavate in questo idioma non avrete particolari problemi. La cucina è fondamentalmente semplice tipica del nord Europa, zuppe dense a base di patate e rape, piatti di carne accompagnati da salse o marmellate, pesce bollito con patate o maionese. Molto presenti le grandi catene di fast-food (Mc Donald, Burger King, Pizza Hut) ed alcuni marchi locali. Da segnalare due “tipicità” in vendita nei negozi e presenti nei menù di alcuni ristoranti, la carne di renna e quella di balena perché la Norvegia insieme al Giappone e all’Islanda è uno dei tre paesi al mondo che non hanno aderito alla moratoria interzionale ed ancora cacciano i cetacei

I PREZZI

Il capitolo nero di un viaggio in Norvegia sono i costi che presentano punte veramente alte, il paese già discretamente ricco per suo conto ha avuto un vero e proprio boom con la scoperta negli anni ’70 del petrolio e del gas del Mare del Nord che ne ha fatto il maggiore produttore ed esportatore di Europa. La rendita petrolifera ha portato la Norvegia ad essere uno dei venti paesi con il reddito pro-capite maggiore al mondo, questo, sommato alla recente crisi dell’euro che ha perso molto rispetto alla corona norvegese, ha fatto sì che i prezzi per i turisti provenienti dalla zona euro siano ancora più aumentati. Per avere un’idea faccio alcuni esempi, un caffè norvegese costa circa 2/3 euro, un caffè espresso (dove si trova) circa 4/5 euro, un menù tipico di fast-food hamburger, patatine e coca 10/11 euro, una birra alla spina in un locale 9/10 euro, un piatto unico in un ristorante di media qualità senza bevande 30/40 euro, il biglietto dei mezzi pubblici ad Oslo 3 euro per sessanta minuti, un cono gelato piccolo 5/6 euro. Viaggiando in auto non sperate di risparmiare sul carburante perchè nonostante il petrolio locale i costi sono quasi equivalenti a quelli italiani poichè sul carburante grava una pesante tassa che i previdenti governanti norvegesi hanno istituito per finanziare un fondo che servirà al paese qundo le risorse petrolifere saranno esaurite, in cambio le autostrade (scarse a causa del problematico territorio) sono gratuite mentre si paga per entrare in auto nel centro delle principali città.

I FIORDI

Sono certamente gli elementi più caratterisitici e più suggestivi della morfologia norvegese. Noi ne abbiamo visitati due utilizzando battelli locali, il Sognefjord con partenza dalla cittadina di Flam e il Lysefjord con partenza da Stavanger. Il primo è lungo 200 km (ne abbiamo percorso circa 40 km in tre ore) le sponde alte qualche centinaio di metri sono ricche di cascate e cascatelle che cadono in mare scendendo lungo le pareti rocciose creando suggestivi panorami, nel punto più stretto il fiordo si restringe a poche decine di metri e le rocce sono astrapiombo sopra il battello incutendo un effetto un pò sul genere “horror”. Il secondo è probabilmente il fiordo più famoso della Norvegia quello le cui foto trovate in tutti i depliant turistici. Partendo, come detto, dalla città di Stavanger lo abbiamo percorso tutto fino in fondo arrivando al villaggio di Viads punto finale di attracco del battello. In questo fiordo le sponde sono particolarmente imponenti in alcuni punti addirittura arrivano ai 1.000 metri di altezza, ogni tanto i dirupi si interrompono e creano insenature con prati dove pascolano pecore non si sa bene come arrivate fin lì e qualche volta piccole fattorie i cui contatti con il mondo esterno possono essere tenuti solo con barche che attraccano ai loro pontili. In una di queste insenature c’è una centrale idroelettrica in disuso che sfruttava l’acqua in caduta dalle altissime rocce soprastanti. c’è una scalinata in legno che sale fino all’altopiano con 4.483 scalini così almeno scrivono sulle guide noi non li abbiamo contati! Per inciso tutta l’energia elettrica usata in Norvegia è prodotta grazie all’energia idrica a costi molto bassi così che nelle abitazioni riscaldamento e cucina sono fatti funzionare con l’elettricità. Nel fiordo abbiamo anche avuto la fortuna di avvistare due foche sdraiate sugli scogli a riscaldarsi con il poco sole presente.

CITTà E PAESI

Sono il prototipo di come immaginiamo, e un pò invidiamo, una città nordeuropea, pulite, ordinate, efficenti in tutti i servizi compresi quelli per i turisti, traffico ordinato e scarso e auto che si fermano sulle strisce non appena un pedone si avvicina ai passaggi. I negozi fanno in genere orario continuato, aprono alle 9 o alle 10 del mattino e chiudono alle 17,00 o alle 18,00 nelle maggiori città qualche catena tipo Seven Eleven o qualche centro commerciale hanno orari più tardi e più consoni alle nostre abitudini ma nei centri minori nel tardo pomeriggio si trova tutto chiuso e le strade sono deserte. Bar, pub e club assicurano nei centri turistici un minimo di movimento ma d’altronde chi sceglie una vacanza in Norvegia non lo fa certo per avere una vita notturna. Da segnalare la grande estensione nell’utilizzo delle carte di credito in tutti i negozi anche i più piccoli e in tutti gli ingressi di musei ed altri luoghi a pagamento. Nei paesi più piccoli, come in tutte la case sparse per la campagna, per la costruzione delle abitazioni si usa ancora prevalentemente il legno che è stato il materiale tradizionale ed abbondanre con cui si è costruito per secoli in Norvegia.

OSLO

La capitale Oslo dispone di un centro storico con qualche via con palazzi in stile nord-liberty, una reggia ospitata in un anonimo palazzo senza pretese architettoniche, dietro la reggia un bel parco aperto al pubblico con alberi secolari e due laghetti. Un vanto della città è l’imponente Rathius, il municipio costruito negli anni 30 – 50 cpn grandi saloni affrescati con pitture un pò naif che rappresentano agricoltori, minatori, operai e momenti della resistenza al nazismo negli anni dell’occupazione tedesca. Un altro luogo molto pubblicizzato è il Frogner Park, un parco molto grande e vivibile con pic-nic e riposi nell’erba nello stile dei più famosi parchi londinesi e berlinesi, nello spazio è presente una grande opera dell’architetto Vigeland che rappresenta con decine di statue vari momenti della vita umana e delle sue emozioni, nel complesso mi è sembrata un’opera più curiosa che artisiticamente interessante. Vicino al porto in una zona ex degradata e recentemente ristrutturata è stata costruita e inaugurata da due o tre anni il palazzo dell’Opera in marmo bianco con uno stile moderno e con una forma che dovrebbe ricordare un’iceberg. Paesaggisticamente interessante è la collina di Holmenkollen il punto più alto della città da cui si gode una bella vista su tutto il centro. Circondata da boschi è il polmone “selvaggio” di Oslo, i norvegesi, che amano fare attività all’aria aperta, possono facilmente raggiungerla anche con la metropolitana che arriva fino a qui! Ci sono poi alcuni musei, noi abbiamo visitato quello delle Navi Vichinghe che espone tre navi ritrovate sepolte nel fango nel porto di Oslo e qui ricostruite nel loro impressionante realismo, con la mente si può andare nei secoli passati in cui navi come queste commerciavano e guerreggiavano in tutto il Mare del Nord, nel nord dell’Oceano Atlantico arrivando, forse, fino al continente americano, e spingendosi fin dentro il Mediterraneo fino ad arrivare alla nostra penisola dove i Normanni (Nor Mann, uomini del nord) hanno conquistato i regni di Napoli e della Sicilia scacciando bizantini ed arabi. Insomma Oslo è una capitale francamente senza grande interesse da visitare in uno o due giorni al massimo, da segnalare la presenza di una grande comunità di immigrati, si parla di un quarto della popolazione, e di una grande moschea che si trova sulla strada per l’aereoporto.

BERGEN

Seconda città per popolazione della Norvegia è una gradevole, vivibile e colorata città, storicamente Bergen è legata ai commerci della Lega Anseatica, l’unione delle città portuali del nord della Germania, che per alcuni secoli ha dominato il Mar Baltico. A Bergen gli anseatici avevano un loro quartiere con privilegi di extraterritorialità da qui importavano cereali dal sud e li scambiavano con le merci della scandinavia soprattutto aringhe e merluzzo trasformato in baccalà o stoccafisso (Stock Fish cioè pesce-legno perché indurito). Il quartiere anseatico detto Bryggen è attualmente il più caratterisitico della città con la sua fila di case colorate che si rispecchiano direttamente sulle acque del porto antico, in una casa è stato ricavato il Museo Anseatico ricostruzione minuziosa di una casa commerciale con mobilio e accessori dell’epoca. Sulla penisola dall’altra parte rispetto al Bryggen c’è un altro caratteristico quartiere in cui è piacevole perdersi tra viuzze e vicoletti che scendono tutti verso il mare, arrivati al porto conviene fare un giro nell’animato mercato del pesce dove vedrete pesci di vari tipi anche estranei ai nostri mari e dove volendo si può mangiare il classico panino norvegese con i gamberetti oppure piatti cotti al momento sulle griglie e offerti a prezzi accettabili dai tenutari dei banchi di vendita del pesce. Per ultimo non perdetevi una salita con la funicolare sulla collina di Floyfjell da dove c’è una bellissima veduta su tuta la città e sulla parte terminale del fiordo, se avete tempo potete anche percorrere uno dei molti sentieri che si snodano partendo dalla stazione della funicolare e si inoltrano nel grande e spettacolare bosco che ricopre tutta la collina.

STAVANGER

Una piacevole sorpresa è stata questa città a cui ci siamo avvicinati in maniera un pò preconcetta perchè essendo la capitale del petrolio norvegese in cui fanno base ed operano tutte le compagnie che straggono con le piattaforme nel Mare del Nord ci immaginavamo qualcosa di simile ad una piccola Dubai con megacentri commerciali ed altre strutture faraoniche. Niente di tutto questo, la città ha conservato e ben restaurato un piccolo ma carino centro storico con le sue case di legno colorate, un porto con un lungomare per le passeggiate ed una bella cattedrale in pietra, una delle più antiche della Norvegia, in parte in stile romanico ed in parte in stile gotico con le sue brave statue ad abbellire la facciata. Naturalmente questa, come le altre chiese della Norvegia aderiscono alla confessione luterana e sono quindi internamente austere e poveramente arredate per non distogliere i pensieri dei fedeli. Nella città ci sono due musei particolari che illustrano la vecchia e la nuova economia, uno è il museo delle sardine una antica fabbrica conserviera dove si sono mantenuti macchinari e utensili che servivano a cuocere ed inscaatolare il pesce per poi spedirlo in tutto il mondo, l’altro è il museo del petrolio una moderna costruzione dove filmati e materiale illustrano tutto sulla formazione e l’estrazione di questo liquido di cui sembra non possiamo fare a meno.

VARIE ED EVENTUALI

Nel percorso tra il Lysefjord e la regione del Telemark si attraversa una catena montuosa non particolarmente alta (il massimo passo è a quota 1.000 metri) ma molto suggestiva. Prima di tutto si sale immediatamente dal livello del mare con una ripidissima strada a tornanti che regala panorami eccezionali sul fiordo e sulla vallata sottostante poi arrivati in alto si aprono scenari con monti e pianori ancora semi coperti, alla fine di giugno, di neve e ghiaccio che in via di scioglimeto creano laghetti e polle d’acqua con torrenti che si aprono la strada tra le rocce precipitando a valle con scenografiche cascate e veli d’acqua. Il territorio roccioso e aspro è completamente spopolato, la strada è percorsa da rare vetture e l’impressione è di trovarsi in una parte distaccata dal resto del mondo. Il Telemark è invece una provincia pianeggiante dove dominano laghi e placidi fiumi che scorrono attraverso prati verdissimi e boschi ancora più verdi, abbiamo effettuato un giro turistico in battello sul più grande di questi laghi, il Nisser, e qui tutto, il paesaggio, la lentezza del battello, le chiuse manovrate a mano, suggerisce pace e tranquillità. Altro luogo di una certa bellezza è la costa del Rogaland che si può percorrere su una sinuosa strada da dove si ammirano baie, piccole e grandi isole e scordi di mare che finisce direttamente sui prati dove pascolano le pecore.

Le provincie del Nord e il Capo Nord lo vedremo la prossima volta.

Corina & Roberto



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