3 notti a Oslo e 4 a Bergen

Viaggio in Norvegia (8 – 16 luglio 2009) Protagonisti: Fabio 39 anni,Barbara 36 e Martina 13. Partiamo mercoledì 8 luglio in mattinata da Trieste in direzione di Bergamo – Orio al Serio dove alle 18 ci aspetta il volo Ryanair verso Torp / Sandefjord,l’aeroporto che dista 120 km da Oslo. Il volo lo abbiamo già prenotato a novembre pagando...
Scritto da: Vorkuta
3 notti a oslo e 4 a bergen
Partenza il: 08/07/2009
Ritorno il: 16/07/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Viaggio in Norvegia (8 – 16 luglio 2009) Protagonisti: Fabio 39 anni,Barbara 36 e Martina 13. Partiamo mercoledì 8 luglio in mattinata da Trieste in direzione di Bergamo – Orio al Serio dove alle 18 ci aspetta il volo Ryanair verso Torp / Sandefjord,l’aeroporto che dista 120 km da Oslo. Il volo lo abbiamo già prenotato a novembre pagando in tutto,tra andata e ritorno,456 euro. Parcheggiamo l’auto al ParkingGo Bergamo (prenotato un mese prima) distante 800 metri dal terminal. Una volta arrivati,paghiamo con bancomat per 8 notti 40 euro e con il bus navetta gratuito in 2 minuti arriviamo all’imbarco. Atterriamo a Torp verso le 22:20. Sull’aereo,a pagamento,si possono prendere bibite,panini,pizzette e vari snack,pagando sia in Euro,in Nok o con carta. Appena usciti dall’aeroporto prendiamo il bus Torp Expressen che aspetta i voli Ryanair anche se sono in ritardo. Il costo,solo andata,è di 180 Nok (18 euro) per gli adulti,la metà per i ragazzi,e i biglietti si fanno quando si sale a bordo. Si può pagare anche con carta di credito o bancomat. In meno di due ore,tra boschi e campi di colza, il bus ci porta all’hotel Scandic Syolist che si trova a 4 km dal centro di Oslo. Anche l’hotel l’abbiamo prenotato con largo anticipo (a dicembre,su Expedia) e una tripla,per tre notti con colazione a buffet,ci è costata 279 euro. Il chek-in in hotel è aperto 24 su 24. Verso l’una di notte,stanchi per il viaggio,ci buttiamo sui letti e il buio che siamo abituati a vedere proprio non c’è:da mezzanotte alle 2 è sempre presente una debole luce che ti ricorda che sei a una certa latitudine. Il giorno dopo ci svegliamo alle 7 e,dopo aver consumato una abbondante ma non soddisfacente colazione (trovi di tutto,ma di brioches,torte e altre cibarie stile italiano,nonché un buon caffè,neanche l’ombra),ci dirigiamo a piedi verso il centro che è tagliato in due per circa un Km dal corso principale che è la Karl Johans Gate.Per arrivarci percorriamo la via Bygdoy Alle e poi la via Ibsen Alle passando una decina di ambasciate per poi arrivare al Palazzo Reale (visitabile a orari con guida non in italiano,costo circa 60 Nok – 6 euro a persona). Ci fermiamo una mezz’oretta per gironzolare nel parco e dare un’occhiata alle impassibili guardie che ogni tanto,per sgranchirsi,effettuano dei movimenti e una passeggiata di qualche metro alquanto buffi,almeno per noi. Il Palazzo Reale si trova a un capo della Karl J.Gate,all’altro,un km più giù,c’è l’ufficio turistico,la stazione dei treni e quella degli autobus. Percorriamo la via sotto una pioggerellina insistente che ci accompagna già dalla sera prima e lo farà per tutti i due giorni che passeremo a Oslo,mentre la temperatura sarà sempre attorno ai 12-14 gradi. Andiamo a visitare la Galleria Nazionale di Oslo (entrata libera,compresi i bagni) dentro la quale troviamo esposti su tre piani un sacco di quadri di autori norvegesi,compreso il celebre Urlo di Munch. Una volta usciti,ci immettiamo di nuovo sulla K.J. Gate e passiamo davanti al Parlamento (visitabile a pagamento),al Duomo (visitabile,non so se liberamente o meno,da aprile 2010 perché attualmente in totale restauro) e a un sacco di negozi/pub/ristoranti/ecc.ecc notando come la via possa essere trafficata da pedoni,per lo più turisti,nonostante piova e la giornata sia feriale.Verso le 13 arriviamo alla stazione dei treni e ritiriamo dalla macchinetta elettronica i 6 biglietti (3 andata,3 ritorno) Oslo-Bergen-Oslo che avevamo acquistato un paio di mesi prima sul sito delle ferrovie norvegesi www.nsb.no (in inglese). Il costo andata e ritorno,seconda classe,tipo “miniprice”,è di 1.060 Nok – 106 euro a testa.In stazione ci fermiamo per prendere 3 panini (49 Nok a panino come minimo)e 3 dolci (25 Nok a dolce come minimo)in uno dei fast food presenti prima di uscire e prendere l’autobus per andare a qualche Km da Oslo da dove si dovrebbe avere un vista sulla città molto bella,e cioè la zona di Homelkollen il cui trampolino per il salto con gli sci fu costruito per le Olimpiadi invernali del 1994. Il biglietto dell’autobus costa 25 Nok a testa (13 Nok i ragazzini) ed è valido un’ora. Arriviamo nei pressi del trampolino ma la vista è rovinata dalla pioggia fastidiosa e insistente,per di più tira un’aria tutto fuorché calda e il trampolino – davvero imponente – è in totale rifacimento. Tornando indietro con l’autobus ci fermiamo presso lo stadio Ulleval dove gioca la nazionale norvegese di calcio con l’intento di darci una sbirciatina ed eventualmente visitare l’attiguo museo del calcio che racconta la storia del calcio norvegese,dai primi del ‘900 a oggi,ma tutto il comprensorio è chiuso (stavolta la Lonely Planet ha fatto cilecca) e ce ne torniamo indietro con il metrò (63 Nok in 3 per 5 minuti di metrò) e ci fermiamo al parco Vigeland: è un bel parco,grande,dove fiori,prati all’inglese,laghetti e circa 200 statue farebbero la loro bella figura se solo non diluviasse. Infreddoliti (ricordo che siamo a luglio!) ci sediamo al bar del parco a prendere due cappuccini (coffee with hot milk)e un gelato confezionato per la bellezza di 105 Nok totali,pù altre 20 Nok di toilette. Alla fine,decisamente stanchi e imbufaliti per il tempo avverso,ce ne torniamo a piedi in un’oretta e mezza all’albergo. Prima di salire in stanza ceniamo (purtroppo al Mc Donald) che si trova a 100 metri dall’albergo (la pizzeria vicina ha prezzi improponibili: una margherita 140 Nok,per non parlare del resto)e con 260 Nok ce la caviamo. Saliti in camera Barbara e Martina si stendono in branda prima di farsi una doccia e io,invece di stare in stanza x un’ora a nulla fare,inforco le scarpe da ginnastica e mi faccio tutta la penisola di Bygdoy di corsa,circa una dozzina di km in tutto. Fortunatamente ha smesso di piovere e c’è persino un timido sole che illumina in maniera suggestiva le casette stile inglese dei benestanti di Oslo. Sulla via del ritorno mi fermo presso la zona museale della penisola (tappa che avevamo previsto di fare l’indomani) e la vista che si ha di Oslo dal pontile dell’imbarcadero è tanto bella quanto particolare perché mi accorgo che sono le 22:45 e la città non ha ancora bisogno dell’illuminazione pubblica. Il giorno dopo,venerdì,usciamo dall’hotel e percorriamo in un paio d’ore (sotto la pioggia fine ma insistente) la strada fino ai musei dove ero stato la sera prima:c’è ne sono due e noi visitiamo solo quello inerente le esplorazioni norvegesi nelle terre polari degli ultimi due secoli dove,assieme a numerosissimi e interessanti reperti,si trova incastonata tra le sue mura la maestosa nave in legno Fram che venne usata da Amudsen,Sverdrup,Hansen e altri per esplorare i mari Artici e Antartici poco prima della prima guerra mondiale. La cosa che ci colpisce più di tutte è il fatto che ci chiediamo come abbia fatto quella goletta,costruita totalmente in legno,a resistere navigando in condizioni estreme,per giunta con le tecniche di 100 anni fa. A quei navigatori andrebbe fatto un monumento grosso così. Nel museo ci sono alcune didascalie in italiano. Il costo del biglietto per questo museo è di 60 Nok a testa mentre Martina è gratis. Non si pagano nemmeno i bagni al di fuori del museo. Dall’altra parte del piazzale dei bus c’è un altro museo,il Kon Tiki,relativo sempre ad argomenti artici,ma noi non ci siamo entrati. Verso le 14 prendiamo il traghettino per Oslo centro: il costo è di 102 Nok per noi tre e costa così poco perché il tragitto è molto breve,in circa 10 minuti sbarchi nella ex zona portuale,ora super centro commerciale,chiamata Aker Brygge. Niente di chè anzi,se non ci fossero i ristoranti e i pubs che ti stimolano la curiosità per vedere cosa offrono,non varrebbe nemmeno la pena di andarci. Alle 14:00 prendiamo il bus per Drobak,un ridente paesino sul mare distante un’ora da Oslo (costo 70 Nok a testa solo andata): anche qui il vento e la pioggerellina rompono le scatole e alle 18:00 riprendiamo il bus che ci riporta davanti alla stazione di Oslo. Da lì percorriamo a piedi i circa 5 km per tornare al Siolyst e,durante la strada,ci fermiamo al market per prendere i viveri per il giorno dopo: Bergen ci aspetta. Sabato ci svegliamo alle 6:00 e dopo una veloce colazione prendiamo il bus per la stazione dove alle 8:11 parte il treno. I convogli sono pieni di passeggeri tanto da farci capire che abbiamo fatto bene a prenotare in anticipo. Già dopo aver lasciato Oslo il treno si immerge in foreste di conifere e campi di colza ancora verde ma è dopo circa 3 ore che il paesaggio muta radicalmente,da Geilo a Myrdall,diventando un idillio: cascate,laghi,vette innevate e sporadiche casette rosse la fanno da padrona,peccato piova…chissà come sarebbe con il sole. Nella stazione intermedia di Finse c’è la possibilità di noleggiare la bici e fare escursioni di km su strade sterrate ben battute…chissà,forse sarà per la prossima volta. Noi proseguiamo per Bergen,ma molti scendono,a nostra insaputa,con i bagagli a Myrdall: Non lo sapevamo (ci rifaremo il giorno dopo),ma da Myrdall,con un altro tipo di biglietto (si chiama Norway in Nutshel)che si fa anche all’agenzia del turismo a Oslo,si può prendere un treno stile “far west” che in un’ora ti porta a Flam e da qui si raggiunge Bergen in 4 ore di navigazione nel Sognefjord: una strafigata che consiglio a tutti. Giunti a Bergen ci mettiamo a cercare l’appartamento prenotato in febbraio per 3.100 Nok (4 notti). Il pomeriggio è incredibilmente stupendo e veniamo subito rapiti dalla bellezza e dalla vivacità della città.Arrivati in app.paghiamo con la Visa le 3.100 Nok. Vediamo,tuttavia,che l’app.(sito al primo piano) è decisamente sporco (zucchero con bestioline,fornello unto,senape scaduta,caffettiera sporca,ecc). Comunque è carino,è in buona posizione e i proprietari (molto discreti)sono una coppia di cinquantenni che vive al piano di sotto. Lo si trova anche in internet: si chiama “Amunds apartment”.In cucina c’è persino un libro firma siglato da gente di tutto il mondo,italiani compresi.Per 5 giorni va più che bene.Usciamo subito e andiamo all’uff. Del turismo che è in centro e prenotiamo per il giorno dopo pagando con la Visa la crociera nel Sognefjord fino a Flam,trenino “far west”fino a Myrdall e ritorno con treno normale a Bergen. Un salasso (1.150 Nok a testa,Martina la metà)ma ne varrà la pena. Si ritorna in appartamento,non prima di esserci fermati al supermercato e spendere circa 600 Nok per i viveri dei giorni a venire. Domenica sveglia alle 6:15,camminata di 20 minuti fino al centro di Bergen e partenza alle 7:58 con motonave da circa 600 posti. Il tempo fa schifo e fa freddo,ma poi migliorerà.La nave ci mette un paio d’ore prima di imboccare il Sognefjord (il più grande del mondo,è lungo circa 210 km) e in queste due ore costeggia la terraferma attraversando le casette colorate dei pescatori,innumerevoli baie,insenature,minifiordi,isolette,nonchè la verdeggiante vegetazione alpina che si trova a un metro sul livello del mare. Lungo il tragitto il battello si ferma pochi minuti presso una decina di paesini costieri,il più bello di tutti,a nostro giudizio e anche a quello degli onnipresenti cinesi (giapponesi,boh?!)è Balestrand: una cartolina che miscela vette innevate,casette colorate e un mare verde smeraldo. Man mano che la nave avanza le pareti laterali del fiordo si restringono,il numero delle cascate aumenta e fa impressione il fatto che le montagne si tuffino quasi perpendicolarmente nel mare: è proprio vero,le foto e i puzzle sempre visti nei negozi non sono invenzioni e ritraggono perfettamente il paesaggio. Il battello,poco prima di Flam,si ferma a due metri da un cascatone alto 300 metri che si tuffa direttamente nel mare e giù di sgomitate per fotografare e riprendere. Sbarchiamo a Flam e dopo un breve e fugace giretto per il minuscolo e grazioso paese,prendiamo il trenino per Myrdall: il paesaggio è bellissimo,c’è il sole e non si sa se spostarsi a destra o a sinistra del vagone per osservare il panorama. Giunti a Myrdall prendiamo il treno per Bergen, dove,una volta scesi,ci avanzano le energie per fare un giretto veloce al mercato del pesce (aperto tutto il giorno) nelle cui baraccone lavorano una cinquantina di ragazzi latini,tra cui diversi italiani. Prendiamo un panino con il salmone (55 Nok a cranio)e ci dirigiamo nel quartiere vecchio denominato “Bryggen”: caratteristico,molto bello e grande circa come un campo da calcio,è composto da case di legno una arroccata all’altra,persino il pavimento dei vicoli è in legno. Il Bryggen è patrimonio dell’UNESCO. Alla sera si ritorna in app.dove una pasta con pomodorini non ce la leva nessuno. Il giorno dopo,sotto la pioggia e seguendo sempre le indicazioni della Lonely Planet,prendiamo il bus (48 Nok in tre solo andata) per Troldgauden dove si trova la villa (60Nok a testa,Martina free)con parco sul mare del più famoso musicista norvegese (mai sentito) Edward.Grieg: carino il tutto,ma se la vedi una volta non ci ritorni più. Al ritorno,dopo una sosta in un fast food in stazione,andiamo a visitare il museo anseatico (si trova in centro,costa 55 Nok a testa)e ne vale la pena perché si visitano le sale e gli stanzoni che furono abitate nei secoli dai lavoratori del pesce della Lega Anseatica. Peccato che non ci sia una parola in italiano,tutto in inglese e norvegese. Immancabili i gruppi asiatici. Usciamo e facciamo un giro nel parco della fortezza e poi in centro per l’immancabile shopping:al contrario di quanto si possa pensare,in Norvegia,se c’è qualcosa che costa relativamente poco,sono i vestiti. Diciamo che,generalmente,i prezzi sono più bassi dei nostri di un buon 20%: una buona felpa viene 300 Nok,una maglia con scritta e bandiera Norway 120 Nok,un giubbino primaverile antivento e pioggia 350 Nok. Verso sera torniamo all’app.,non prima di fermarci per prendere un po’ di spesa per il giorno dopo che impegneremo nel prendere la funicolare (Floybahn) che parte dal centro di Bergen e che,in 2 minuti,ti porta 350m più su. Notiamo anche un certo fervore nei pubs,unito a gente con maglie rosse,sciarpe,qualche bandiera e molta birra in mano: c’è la partita di calcio che la squadra di Bergen,il Brunn,gioca a Molde. A proposito di birre in mano: sapevamo che bere alcolici per le strade fosse proibito e troviamo conferma dai tifosi che le bevono stando seduti ai tavoli e quando si alzano per fumare la lasciano lì. Siccome ho un’oretta di tempo decido di andare in avanscoperta alla Floybahn e dall’app. Me la faccio di corsa fino alla stazione a monte,andata e ritorno. Nonostante siano le 8 di sera c’è un sacco di gente che sale a piedi o con la funicolare…poi scopriremo che l’impianto,d’estate,chiude ogni giorno a mezzanotte. D’inverno,invece,è aperto solo nei week end,perché sopra ci sono Km di piste da fondo. Alle 9:00 del giorno dopo prendiamo la funicolare (32 Nok a testa,Martina 16 Nok,solo andata,davvero poco)e,una volta scesi,ammiriamo con il sole il panorama bellissimo offertoci da Bergen e dintorni. Un’oretta dopo iniziamo a incamminarci seguendo facilmente i sentieri segnati sulla cartina presa all’uff.turistico,e ci inoltriamo nei boschi di conifere,tra laghetti e capanne private per poi,dopo circa 4 ore,tornare alla stazione a monte per il consueto gelato (30 nok un cono all’amarena,birra da 33 cl 49 Nok)e un po’ di shopping.Verso metà pomeriggio iniziamo la discesa a piedi verso Bergen(lo fa la maggioranza delle persone perché la mulattiera è bella e tutta in discesa)e in un’oretta siamo al mercato del pesce per prendere (da portare in Italia) salmone – 490 Nok al kg,balena – 390 Nok al kg,salame di renna e di alce – 250 Nok al kg,il tutto per la gioia di Martina ma soprattutto di Barbara che è vegetariana. Il giorno dopo,alle 8 del mattino,prendiamo il treno per Oslo e da lì il pullman per Torp/Sandefjord dove alle 20:35 parte l’aereo per Bergamo. Giunti alle 23 a Bergamo telefoniamo al bus navetta (gratuito) affinché ci venga a prendere e portare alla macchina: ci aspettano 4 ore d’auto fino Trieste. L’unica cosa che non ci mancherà è il dover per forza tradurre,parlare e comprendere l’inglese: un po’ va bene,lo perfezioni,ma poi diventa uno stress. La Norvegia è un paese bellissimo,forse solo Oslo ci ha lasciati un po’perplessi perché,a nostro parere,ha poco di Norvegia,mentre Bergen,contrariamente a quello che si può pensare,è sporchetta. Tuttavia i colori (se c’è il sole) sono quasi accecanti e la bellezza dei paesaggi è paragonabile a quelli svizzeri,austriaci o altoatesini.La prossima volta la vorremmo visitare più liberamente,magari in auto o con un camper. E’molto cara,tuttavia la puoi girare e vivere senza spendere cifre astronomiche,basta un minimo di preventiva organizzazione. Ricordo che la corona norvegese (Nok) è uno a dieci con l’euro (100 Nok sono 10 euro),per cui è facile decifrare i prezzi. Inoltre,è conveniente cambiare in Italia gli Euro in Nok,bisogna solo ricordarsi che ci vogliono una decina di giorni di tempo per avere le Corone. Noi lo abbiamo saputo tardi,ma se si fanno acquisti conviene farli nei negozi che espongono fuori la bandierina “Tax Free” in quanto,se spendi più di 310 Nok nello stesso negozio,alla dogana (dell’aeroporto,nel nostro caso)esibisci lo scontrino unito al cedolino del negozio e ti ritornano subito in Nok il 19%,bisogna solo ricordarsi di chiederlo al negoziante questo cedolino (noi ce la cavavamo dicendo paper for tax free) perché il solo scontrino non è sufficiente! A Torp la dogana è compresa nella libreria dell’aeroporto (sembra strano ma è così) che si trova dopo aver passato il controllo di sicurezza prima dell’imbarco:vai alla cassa e ti tornano i soldi. A noi son state rese 200 Nok,ma se lo sapevamo prima ne intascavamo circa 700. I biglietti per qualsiasi tipo di autobus,se non hai abbonamenti o carte varie, li fai quando sali a bordo (l’autista apre solo la porta anteriore) e non si sgarra: non ha importanza il tempo che si perde,se non paghi non sali. Il biglietto dura un’ora. I bagni pubblici costano 10 Nok a testa,ma in alcuni punti vengono 5 Nok o sono gratis come nel caso del centro commerciale“Palmeet” (o qualcosa del genere) a Oslo,in Karl J. Gate 39 – 41 o nel centro comm. Dell’Aker Brygge. A Bergen sono gratis nel palazzo che contiene solo ristoranti che si trova attaccato al mercato del pesce. Noi abbiamo risparmiato sul cibo (non siamo mai andati a pranzo o a cena fuori) privilegiando le escursioni e il resto. Se si mangia in tre al ristorante è difficile stare sotto i 100 euro a pasto. Il caffè fa schifo,costa 25 Nok,e te lo servono riempiendo un bicchiere di carta tipo Pepsi. La guida Lonely Planet ci è stata di grande aiuto perché è precisa ed affidabile,basta solo non averla comperata 10 anni prima. Sono indispensabili almeno le scarpe idrorepellenti perché piove spessissimo.Se lo sono anche i vestiti,come nel nostro caso,tanto meglio,altrimenti più che basilare diventa l’ombrello,anche se può risultare strano ficcarlo in valigia in estate. La Ryanair è inflessibile con il peso,il numero e il volume dei bagagli,bisogna seguire alla lettera ciò che dicono sul sito. In Norvegia la puntualità è assicurata per cui,se si usano mezzi pubblici per gli spostamenti,ci si può fidare ciecamente degli orari. La criminalità,se c’è,noi non l’abbiamo vista ne percepita. Solo a Oslo,davanti alla stazione,abbiamo notato gruppetti di gente non affidabile,ma è finita lì. Concludo con una curiosità: ci sono un sacco di giapponesi,anche dove pensavamo di non trovare anima viva,tanto che,alla fine,ci ridevamo sopra perché proprio non ne potevamo più di visitare i posti assieme a loro. Fine del racconto…un po’ schematico,ma era quello che volevo…ciao!


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