Nordkapp 2007

NORDKAPP…E NON SOLO! Questo viaggio, avventura, sogno è iniziato nella mia mente nell’autunno scorso quando è scattata la molla fatale che mi ha spinto a ideare, pianificare e programmare la spedizione al punto più a nord dell’Europa, ovviamente rigorosamente in moto. I miei amici motociclisti hanno subito declinato l’invito (troppi...
Scritto da: luciorizzi
nordkapp 2007
Partenza il: 29/06/2007
Ritorno il: 15/07/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
NORDKAPP…E NON SOLO! Questo viaggio, avventura, sogno è iniziato nella mia mente nell’autunno scorso quando è scattata la molla fatale che mi ha spinto a ideare, pianificare e programmare la spedizione al punto più a nord dell’Europa, ovviamente rigorosamente in moto. I miei amici motociclisti hanno subito declinato l’invito (troppi chilometri, troppi giorni, troppo costoso, ecc.). Quando ho esposto la mia idea alla mia dolce metà la risposta è stata prima di vago interesse, poi di autentico terrore (quando ha realizzato che non stavo scherzando), infine di serena rassegnazione, con assicurazioni ripetute di prossime vacanze verso lidi tropicali. L’anno precedente siamo stati sempre in moto (la prima vera vacanza su due ruote!) ma in Costa Azzurra e Spagna, dunque mete molto più “easy” e soprattutto al caldo e al mare che lei adora. Ma veniamo a noi! Durante i mesi successivi alla spedizione mi sono documentato su Internet sui vari viaggi in moto a Capo Nord (a proposito: grazie a tutti per le idee e i consigli!) e su siti molto interessanti come www.visitnorway.com e www.visitfinland.com. Mi sono fatto mandare gratuitamente molte “brochures” (gratis e in tempi ultrarapidi!) sulle varie regioni della Norvegia che avremmo visitato e nelle quali avremmo speso la maggior parte dei giorni dedicati a questa vacanza (diciotto per l’esattezza, non uno di più causa lavoro!). Il periodo da me scelto è stato la prima metà di Luglio (odio fare le vacanze ad Agosto: troppo caldo, troppe code, troppa gente), quando il sole sarebbe stato visibile a mezzanotte e il tempo poco piovoso (forse!). Nel corso dei mesi precedenti al viaggio ho dedicato qualche ora serale alla settimana alla programmazione della spedizione: tappe principali, cose da vedere, traghetti e alberghi da prenotare, ecc. La programmazione mi esalta quasi quanto il viaggio (sarò stato il geom. Filini in qualche vita precedente…)! Ho elaborato fino a quattro-cinque “road-books” diversi: erano tante le cose che avrei voluto vedere, ma inesorabilmente mi sono trovato più volte a fare delle scelte e a eliminare tappe e luoghi anche molto belli! Il viaggio è iniziato il 28 Giugno 2007 e si è concluso il 15 Luglio 2007. Abbiamo percorso 8770 km (circa 800 in più di quelli previsti!) e abbiamo passato 9 nazioni. E’ stato bellissimo e a tratti un po’ faticoso, ma ne è valsa sicuramente la pena! Prima della partenza ho provveduto a un tagliando “fai da te” (olio e filtro motore, olio cambio e cardano, filtro aria, pastiglie freni, gomma posteriore) alla “terza incomoda” della spedizione (BMW R1100R, ribattezzata da Lorena come “Mucca Carolina”). Bagagli ridotti all’osso (biancheria, calze invernali e estive, beauty-case con il necessario per la toilette e alcuni medicinali, scarpe da ginnastica, jeans, t-shirts e polo, imbottiture di pantaloni e giacche da moto, tute impermeabili, pile, guanti invernali impermeabili, caricabatterie vari con i-Pod, macchina fotografica digitale con varie schede SD, navigatore con le mappe dell’Europa Occidentale caricato sul palmare, mappe plastificate, road-book, copie di prenotazioni varie di hotels-traghetti, taccuino per appunti di viaggio, bomboletta spray per foratura) nelle due valigie rigide laterali, nella borsa serbatoio e in due sacche tubulari stagne (molto utili ed economiche, comprate in un grosso negozio di articoli da campeggio insieme con cinghie molto robuste). L’abbigliamento di base ha previsto: giacca e pantaloni in Gore-Tex, stivali turistici impermeabili in Gore-Tex, guanti estivi con protezioni, fascia lombare con para-schiena e caschi integrali. 1° GIORNO (28.06.2007) LEGNANO- ULM (430 KM) Si parte da Legnano alle h. 15, dopo una mattinata di lavoro, con tempo sereno. L’eccitazione è grande (non ho dormito granché la notte prima!) e scattiamo alcune foto di rito sotto casa. I primi chilometri li percorriamo con prudenza per paura che il nostro “capolavoro” di ingegneria (il fissaggio delle borse tubulari stagne sopra le borse laterali) si sganci strada facendo. Si entra in Svizzera con acquisto a Chiasso del bollino autostradale (30 €) e sul S. Bernardino, con qualche nuvola in agguato, assistiamo a uno degli incubi dei motocilisti appena partiti per le vacanze: coppia di tedeschi su BMW GS 650 in panne, lui con mani nere e lei “scoglionata”. Mi sono informato sule loro condizioni (pensavo ad una caduta!) ma “per fortuna” era solo la moto che si era inchiodata e lui aveva tentato di ripararla, al che li ho salutati mentre tornavano in folle sui loro passi. Prima sosta a Bellinzona per benzina e sigarette (in Norvegia costano il doppio!). Seconda sosta verso Coira per rabbocco-benza in un area di servizio molto particolare chiamata Heidiland (qui vicino a Meienfeld ci sarebbe il paese natale di Heidi!). Prima dell’ingresso nell’autostrada austriaca acquisto di bollino valido 10 gg. (4.80 €). Passiamo il confine tedesco, poi sosta-benza in Germania a Hertal e ci dirigiamo spediti verso Ulm dove ho prenotato su www.hotels.com una doppia all’Hotel Gasthof Roessle di Senden-Aufheim (www.gasthof-roessle.com). Arriviamo intorno alle h. 20.30 sempre col bel tempo, ma con un vento abbastanza sostenuto, e grazie al navigatore che ho installato sul palmare e che tengo nella borsa-serbatoio. Alla reception un’anziana signora parla solo tedesco e io, “forte” della mia “conoscenza” della lingua imparata sui banchi di scuola, mi avventuro in una conversazione che presto si arena (non capisco nulla e non mi ricordo una parola!). Per fortuna interviene in mio soccorso la figlia che parla molto bene l’inglese. La camera è gigante con piumoni caldissimi. Ci fiondiamo subito a cena (la cucina chiude alle h. 21!): carne di maiale con funghi, pasta di spinaci, insalatine varie con salsine (per me) e scaloppina con patate fritte (per lei), il tutto annaffiato da acqua, birra e liquorini finali. Alla fine bagno rilassante e nanna, perché domani sarà una bella mazzata chilometrica! 2° GIORNO (29.06.2007) ULM-AMBURGO (748 KM) Sveglia alle h. 7.30 con aria frizzante e tempo sereno. Colazione abbastanza buona tipica bavarese con pane e marmellata, formaggio e salumi e caffèlatte (“slavato”, ma sarà una costante!) per me e thé per lei. La moto c’è ancora (l’avevo parcheggiata davanti all’hotel, ma la zona è sembrata molto tranquilla). Iniziamo un rito che ripeteremo ancora per parecchi giorni, ovvero il fissaggio delle borse tubulari stagne alle valigie laterali con le cinghie: alla fine della vacanza siamo diventati esperti come meccanici di F1: in pochi minuti eseguivamo l’operazione alla perfezione! Il conto del pernottamento con la cena è veramente “onesto” (115 €). Si parte intorno alle h. 9.00 (non c’è tempo per visitare Ulm purtroppo!) e ci fermiamo a Rothenburg ob der Tauber (sulla Romantische Strasse) per visitare questa graziosa cittadina, gioiello del romanticismo tedesco, imperniata sul Natale (e su tutto il merchandising che lo contorna), dove conosciamo due BMWisti italo-tedeschi provenienti dalla Val Pusteria e di ritorno a Duesseldorf, che ci dicono di aver fatto “ben” 250 km al giorno (dilettanti!). Varie soste-benza sulla veloce A7 tedesca, con parecchi mulini a vento ciclopici che le fanno da contorno, insieme con campi e prati ordinatissimi (sono tedeschi!) inframmezzati da foreste (anche quelle disegnate con il righello!). Alle h. 12.45 abbiamo percorso più di 300 km. Terza sosta benza verso Kassel dove pranziamo in un Autogrill con panino (freddo) a base di pesce. A circa 200 km da Amburgo indossiamo per la prima volta le tute impermeabili (pioggerellina poco convinta) e, durante la quarta sosta-benza della giornata, tra Hannover e Amburgo, conosciamo due simpatici motociclisti finlandesi 50enni su Harley-Davidson di ritorno da Malaga e che sarebbero arrivati in nottata in Svezia (loro si che ne macinano di km!). Alle h. 17.45 arriviamo ad Amburgo e ci facciamo un giro preliminare della città in moto. Scopriamo che il mitico mercato del pesce si tiene solo la domenica mattina: peccato! All’ufficio turistico della zona portuale (Hamburg Travel) prenotiamo una doppia all’Ibis Hotel St. Pauli (108 € con 5 € di commissione per carta di credito: che ladri!). Ci fiondiamo in hotel dove ci docciamo e ci vestiamo per la serata (non piove più ma è freschino!): giro a piedi fino al centro dove ci imbattiamo nella festa del vino di Stoccarda sulla piazza del comune (ho chiesto una birra ma non ce l’avevano: incredibile in Germania!). Cenetta sulle panche di legno in stand tipo Ocktoberfest con stinco di maiale e vino rosso bavarese e gente ubriaca che canta a squarciagola canzoni tipiche tedesche. Ritorniamo in metrò nel quartiere a luci rosse St. Pauli e visita alla Grosse Freiheit Strasse, piena di bordelli, “donnine allegre” e sciami di turisti “affamati” o solo curiosi. Rientriamo in hotel e a nanna alle h. 23.00. 3° GIORNO (30.06.2007) AMBURGO – KRISTIANSAND (561 KM) Ci svegliamo alle h. 7.30 con tempo sereno. Colazione abbondante ma non eccezionale in sala stile IKEA. Mi prendo un antiinfiammatorio, perché la schiena, non abituata ai lunghi km in sella, è un po’ indolenzita (braccia e collo invece ok grazie alla posizione di guida ottimale della Mucca Carolina e al parabrezza che si dimostra indispensabile nelle lunghe tratte autostradali anche se esteticamente opinabile: sembra la moto de “I Chips”!). Alle h. 9.30 partiamo e compaiono le prime nuvole. Pago il parcheggio coperto dell’hotel con la scheda elettronica per scoprire poi che la sbarra non si alza. Non ho voglia di tornare alla reception tutto bardato per i chiarimenti, per cui “scorciatoia all’italiana” e siamo in strada! Siamo presto fuori da Amburgo e ancora sulla mitica A7. A circa 60 km da Flensburg (confine con la Danimarca) inizia a piovere e ci mettiamo le tute impermeabili durante una sosta-benza. Aspettiamo qualche minuto che l’acquazzone si plachi e ripartiamo. Sull’autostrada si alza un vento bestiale a raffiche, però riusciamo a viaggiare a 120-140 km/h senza grossi problemi (la moto è bella pesante con noi sopra e i bagagli!). Tutti sono estremamente rispettosi del codice stradale: una bella differenza con i miei trasferimenti settimanali in moto sulla Milano-Bergamo (ogni volta una battaglia con camion e auto)! Dopo una sosta-benza a Vejle decidiamo di fermarci ad Arhus per il pranzo. Il tempo è molto variabile è fa un po’ freddo. Ci dirigiamo, grazie al solito navigatore, al Restaurant Seafood (descritto in uno dei numerosi report di viaggi su Internet come molto valido), situato molto in disparte sul porticciolo turistico. L’ambiente è molto romantico, il cibo è ottimo (pesce di tutti i tipi, vino bianco, acqua, creme brulee: 551 DKK, circa 75 €): ci voleva dopo una mattinata “bagnata”! Si riparte e, a circa 40 km da Hirtsals, dove prenderemo il traghetto per la Norvegia, ci fermiamo col bel tempo e con una temperatura gradevole per la solita sosta-benza e controllo pressione gomme (tutto automatico: basta schiacciare solo un pulsante e impostare la pressione desiderata!). Il paesaggio danese si presenta abbastanza pianeggiante con accenni di colline e tante fattorie con mucche e cavalli e gli immancabili mulini a vento. Arriviamo al porto di Hirtsals in anticipo sui tempi e ne approfittiamo per prendere il sole e sistemare i bagagli. Il traghetto della ColorLine (FastFerry Silvia Ana), che ho prenotato su Internet dall’Italia (www.colorline.com) circa 2 mesi prima per 162 €, arriva puntuale e, dopo aver sbarcato la gente di ritorno dalla Norvegia (tra cui 4 coppie di BMWisti italiani), alle h. 20.30 parte alla volta di Kristiansand. Un norvegese dall’aspetto molto losco e trasandato su Aprilia ETV 1000 proveniente da un “giro” tra Amsterdam e Amburgo (verosimilmente un “putan-tour”!) si dimostra molto gentile e mi aiuta a fissare la moto con le cinghie al ponte del traghetto (che è enorme). Ne approfittiamo per cenare (hot dogs…sarà una costante del viaggio!) e per fare la solita scorta di sigarette a buon prezzo. Riesco a dormire un’oretta e arriviamo con una luce insolita per l’ora alle h. 23.00 nel porto di Kristiansand. Ci dirigiamo verso il Clarion Hotel Ernst che ho prenotato qualche giorno prima su www.booking.com (1198 NOK, 150 € circa: furto!) per paura di dover girare a vuoto la sera tardi per trovare un alloggio: per essere un 4 stelle si presenta come una mezza delusione. Alla reception il personale è un po’ scostante e ci fanno parcheggiare la moto in un parcheggio sotterraneo (a pagamento), non collegato all’hotel, dove c’è un caldo asfissiante. La stanza è abbastanza bella e spaziosa. Doccia rigenerante, lavaggio biancheria e giretto in notturna dove osserviamo la gioventù norvegese (un po’ “barbara”) in pubs con musica di 20 anni fa tutti belli alcolizzati. Ci infiliamo sotto le coperte poco prima di mezzanotte e c’è ancora un po’ di luce: dormiremo? 4° GIORNO (01/07/2007) KRISTIANSAND – JØRPELAND (287 KM) Ci svegliamo alle h. 8.00. Io mi precipito a fare colazione nella bella hall col tetto a cupola in cristallo (frittata, prosciutto, succhi vari, caffè-latte). Lory non vuole saperne di alzarsi e mi raggiunge dopo un po’. Ci prepariamo con il solito rito delle valigie e partiamo verso le h. 10.15. Imbocchiamo la E39, che costeggia la parte meridionale della Norvegia, con vari Autovelox lungo il percorso opportunamente segnalati, alla velocità di 60-70 km/h (avevo letto storie terrificanti sulle salatissime multe della polizia norvegese), come d’altronde tutti (auto, moto, camper) fanno. Ci fermiamo varie volte per le foto: il paesaggio è svizzero con pecore, mucche, cartelli di pericolo-alci (che non vedremo), laghetti e i primi fiordi. Sosta-benza a Helleland. Incrociamo diversi motociclisti norvegesi che salutano sempre, quasi tutti su custom e con pettorina gialla fosforescente (sarà importante per farsi vedere, ma sembrano tutti della manutenzione stradale!). Il secondo tratto di strada si snoda tra parecchie curve e gallerie poco illuminate da luci arancioni (per me che uso gli occhiali da sole) e il ritmo sale a 100-110 km/h. In Norvegia il limite è quasi sempre di 80 km/h, tranne in pochi tratti a 90 km/h e in prossimità dei centri abitati dove scende progressivamente a 70-60-50 km/h; il limite è di 40 km/h solo in tratti stradali pericolosi. L’asfalto è perfetto e, sebbene la strada sia assimilabile a una nostra statale, il traffico è scarsissimo e si può “osare”. Ad Ålgard prendiamo la 45 per poi imboccare a Oltedal la 508 e dirigerci al nostro primo traghetto norvegese (Lauvik-Oanes: pochi minuti di traversata). Scopriremo che questi traghetti sono sempre puntualissimi, in un lampo caricano i vari mezzi e li scaricano dall’altra parte della nave all’arrivo con un sistema di apertura della prua (o della poppa) veramente efficiente: non si perde neanche un minuto! Alle h. 14.45 arriviamo a Jørpeland al Solvik Camping (www.solvik-camping.no) dove prendiamo possesso entusiasti della nostra prima hytta per 700 NOK (600 NOK più 100 NOK per biancheria e asciugamani). In verità, come sapevamo già prima di partire, la Norvegia è molto costosa, sia per quel che riguarda l’alloggio che per altri generi. Alcuni si portano dietro lenzuola o sacchi a pelo e asciugamani ma, secondo me, il risparmio che si ottiene (circa 50-100 NOK a testa al giorno, 6-13 € circa) non giustifica lo spazio che occupano sulla moto e che è vitale! La hytta è in riva al fiordo con un bel terrazzino, tutta di legno, spaziosa, con due camere (!) con i letti rigorosamente a castello, un bel soggiorno con angolo-cottura e TV satellitare (ma chi la guarda qui!), un bel bagno e immancabilmente il libro della hytta con testimonianze degli ospiti precedenti. Siamo euforici anche perché il tempo “tiene”, ci saranno 20°C e pioggia in Norvegia per il momento niente! Ci cambiamo velocemente e ci dirigiamo per la meta della giornata: il Pulpit Rock a Prekestolen. La sua foto mi ha ronzato in testa per tutti i mesi precedenti al viaggio ed è stata uno dei “must” per me irrinunciabili. Questa roccia imponente, a strapiombo sul Lysefjorden, mi ha affascinato anche grazie ad alcuni video di “base-jump” visti in TV. Giunti all’ostello della gioventù di Prekestolen (Preikestolhytta) parcheggiamo la moto (parcheggio a pagamento) e pranziamo, prima della “scalata”, con salsicce di Ryfylke, insalata di patate, birra per me e acqua (ogni volta ai gusti più strani: fragola, lampone, mora, ecc.) per lei. Alle h. 17.00 in jeans e scarpe da ginnastica ci avviamo con la moltitudine di gente da ogni parte del mondo (russi, giapponesi, italiani, francesi, ecc.) per la salita (un cartello segna 2 hs per la vetta!). I primi 100 m sono uno sterrato in super-pendenza che ci sega le gambe, poche abituate al moto (ma solo alla moto!): ci chiediamo se ce la faremo mai! Subito incontriamo una famiglia di Cuneo (papà e mamma giovani con figlia al seguito che stanno girando i fiordi norvegesi in macchina) e, tra una chiacchiera e l’altra, la salita vola. Io, da buon ex alpino, prendo presto un buon passo e li stacco, per poi aspettarli ogni tanto nei punti più ripidi e pericolosi. Dopo pezzi in ripida ascesa e altopiani con laghetti e panorami alpini molto belli, affrontiamo l’ultima salita e, con un freddo e un vento micidiali, arriviamo alla mitica rupe dove il solo sporgermi per guardare sotto mi fa venire vertigini bestiali. Lorena invece ci prende gusto ad affacciarsi sullo strapiombo di 700 m e io inizio a preoccuparmi. Lo spettacolo sul Lysefjorden è impressionante e bellissimo. Scattiamo un serie interminabile di foto con capelli e giacche che svolazzano. Rientriamo a passo spedito in meno di 2 ore con scenetta di due russi che si buttano in mutande in un laghetto con una temperatura polare (sono barbari!). Alle h. 21.00 siamo al parcheggio, dove salutiamo la simpatica famiglia e conosciamo una coppia di spagnoli su BMW R1200RT di rientro da Capo Nord. Ci dicono che hanno trovato sempre bel tempo tranne un giorno di acqua: che culo!. Rientriamo in paese affamati per la scampagnata. I supermercati sono tutti chiusi (è domenica). Ci fermiamo in un chioschetto-kebab dove prendiamo due pizze “Fischerman” con tonno e gamberetti: buonissime ma di dimensioni stratosferiche (circa il doppio di una pizza italiana!). Il resto me lo sono fatto incartare, ma non ce lo siamo più mangiati: eravamo veramente pieni. Nella hytta siamo al calduccio ma fuori è iniziato a piovere (giusto in tempo per rientrare asciutti). Ci facciamo la doccia e a nanna con la speranza che domani sia bello! Lory mi confida che Prekestolen le ha dato una “carica” particolare per il viaggio e la vista di quel paesaggio mozzafiato l’ha esaltata! 5° GIORNO (02.07.2007) JØRPELAND – BERGEN (236 KM) Mi sveglio alle h. 8.30 e vado al supermercato del paese (Kiwi Minipris) per fare provviste (thé, preparato solubile per cappuccino, muffins, latte, acqua, ecc.). Colazione in terrazza con tempo variabile (ma non piove!). Pulizia della hytta (obbligatoria a meno che non si voglia pagare) e partenza per Bergen. Traghettiamo da Tau a Stavanger in mezz’ora, con risparmio di tempo e km rispetto al percorso stradale che avevo programmato, e ci dirigiamo a Bergen, passando attraverso tre tunnels sottomarini chilometrici (a – 200 m!), due traghetti sempre super-efficienti e puntuali (Mortavika-Arsvagen e Sandvikvåg-Halhjem) e alcune isole molto suggestive e selvagge. La compagnia più diffusa di traghetti, indispensabili per muoversi in Norvegia, è la Fjord1 (www.fjord1.no) e sul sito si possono scaricare orari e tariffe. Fortunatamente incontro un norvegese con BMW 320d che spinge come un dannato e io lo seguo a manetta (100-120 km/h): sarà la mia tattica lungo tutto il percorso norvegese. Se i norvegesi spingono vuol dire che non c’è pericolo di polizia (almeno spero!). Ad Aksdal solita pausa-benza con pranzo (tanto per cambiare hot-dogs e pop corn): qui la benzina pensavo costasse parecchio ma il prezzo è poco superiore all’Italia, inoltre la moto fa i 20 km/l data la velocità media! Prima di ripartire notiamo delle bancarelle dove vendono delle ciliegie enormi e buonissime: ne prendiamo subito un sacchetto e ce le pappiamo tutte. Si riparte per Bergen e…sbaglio strada! Per 15 km mi dirigo tranquillamente verso Oslo sulla E134, beccandomi tra l’altro l’unica coda per lavori incontrata in tutta la Norvegia. Ritorno sulla strada giusta e ritornano anche le solite curve veloci a buona velocità con pochissimo traffico (vera libidine!). L’ultimo tratto di strada prima di Bergen lo facciamo dietro a una coppia di motociclisti danesi sui 60 anni che vanno veramente piano con traiettorie improbabili: sono comunque da ammirare per lo spirito (vorrei essere così anche io tra 30 anni!). Bergen si presenta subito a noi come una bellissima città, piena di gente: ci dirigiamo verso l’hotel prenotato in precedenza sul sito www.thon-hotels.com, per paura di non trovare posto in città (paura fondata visto l’esperienza di gente che abbiamo incontrato costretta a dormire fuori Bergen). Si chiama Thon Hotel Bergen Brygge ed è strategicamente posto sul molo alla fine del Bryggen (le case colorate di legno più tipiche di Bergen) e ci costa 1045 NOK con parcheggio (naturalmente) a pagamento. Non è niente di speciale, un palazzo di 9 piani pieno di gente da tutto il mondo, arrivata specialmente con tour organizzati, ma almeno è decente. Ci cambiamo in tutta fretta dopo la doccia, perché il mercato del pesce chiude alle h. 19.00. Arriviamo trafelati al mercato dove vendono tutti i tipi di pesce immaginabili e ci prendiamo due panini ai gamberetti (ghiacciati e niente di speciale: delusione!). Parecchi commercianti sono italiani, soprattutto ragazzi. Ci prendiamo poi la funicolare per la collina di Fløyen (70 NOK A/R per due), molto simile a quella che collega Bergamo Bassa a Bergamo Alta, dalla quale si ammira un bellissimo panorama su Bergen e sui fiordi circostanti e facciamo le foto di rito. Rientriamo in città e sul porto Lory, che spesso ha un sesto senso per queste cose, scova un ristorantino che si rivelerà una libidine gastronomica (Fiskekroken). Ci facciamo portare due piatti di gamberi con salsina spettacolare (saranno stati 30 a testa!) veramente speciali, che ci mangiamo con una bottiglia di Gewurztraminer francese ghiacciato (il vino in Norvegia costa un occhio della testa!). Alla fine il conto è salato (775 NOK) ma, dopo giorni a mangiare hot-dogs, questa cena ce la siamo meritata! Al ristorante la gente ci guarda un po’ stranita mentre divoriamo i gamberoni e all’ennesima occhiata Lory se ne esce con: ma cosa c’hanno da guardare questi? “Questi” erano naturalmente una coppia di Firenze che se la ridono e ci chiedono consigli sulla cena. Loro si faranno il giro dei fiordi con i mezzi pubblici (bus e traghetti). Rientriamo in hotel soddisfatti e euforici per il proseguimento della spedizione (e per il vino…). Sistemazioni varie dei bagagli e a nanna alle h. 22.30. La moto ci sfinisce, anche se è dura addormentarsi con il sole che non vuole scomparire!. Domani le previsioni meteo sono scoraggianti: acqua, acqua e ancora acqua! 6° GIORNO (03.07.2007) BERGEN – GEIRANGER (466 KM) Questa notte ha piovuto, stamattina il cielo è coperto, ma le strade si stanno asciugando. Ci svegliamo alle h. 7.00. La colazione non è niente di speciale. Comunque cerchiamo di mangiare qualcosa per non doverci fermare a fare un vero pranzo a metà giornata (il tempo stringe e le tappe vanno rispettate!). Partiamo verso le h. 8.30 senza le tute impermeabili (ottimisti!) verso la E16. Dopo circa 30 km inizia una pioggerellina insistente che ci costringe a fermarci sotto una tettoia della fermata dell’autobus e a “intutarci”. Davanti a noi si snoda una strada piena di gallerie poco illuminate ma con un fondo stradale perfetto. La moto non mostra la minima “stanchezza” e il bicilindrico boxer borbotta regolare come sempre. L’orizzonte, che continuo a scrutare speranzoso, mostra nuvole di tutti i tipi, senza un quadratino di azzurro. A Voss ci fermiamo per pausa-benza e da lì imbocchiamo la 13 per Vangsnes. Il paesaggio ci ricorda luoghi familiari (lago di Como). Ci fermiamo a Hopperstad per visitare sotto l’acqua l’unica stavkyrkje (chiesa di legno) che vedremo in Norvegia: veramente bella e particolare, tutta in legno e molto affascinante, risalente al 1100. Si riparte per il traghetto Vangsnes-Hella (circa 20 minuti) dove Lory compra un cestino di lamponi: niente di speciale. Da Hella si riparte alla volta di Lom sulla 55 considerata Nasjonale Turistveger (strada turistica nazionale): questa si inerpica in quota ai piedi dello Jotunheimen Nasjonalpark, attraverso paesaggi a noi ancora familiari (Valtellina, Passo dello Stelvio), ma con in più molte cascate spettacolari. Peccato per la pioggia insistente, perché col sole ce la saremmo goduta sicuramente di più! Si raggiunge “solo” quota 1400 m ma il freddo è polare, con un vento gelido insistente (nonostante i guanti impermeabili in Gore-Tex le mani sono intirizzite). Lory intanto stoicamente dal sellino posteriore fotografa imperterrita! Ci fermiamo a Fortun per sosta-benza prima di affrontare la “vetta”. La moto, data la moderata velocità costretta dai limiti e dalla pioggia, continua a consumare pochissimo (facciamo più di 20 km/l!). Qui i camionisti sfrecciano come missili (ne approfitto per seguirli!). A Lom ci fermiamo intorno alle h. 16.00 per riscaldarci e pranzare (Fossberg Kafeteria) con due hamburgers e patatine (variazione sul tema!). Vorremmo visitare la stavkyrkje di Lom ma piove e abbiamo voglia di raggiungere la meta odierna. Ci smazziamo un altro tratto montano sulla 15 tra pioggerellina e vento sempre gelido e arriviamo finalmente a Geiranger con bellissima vista mozzafiato sul Geirangerfjord. Finalmente non piove più. Ci fermiamo in paese al supermercato (Joker) per le provviste della cena (pasta, pesto, birra, ecc.) e ci affittiamo la prima hytta libera (Hole Hytteutleige) con vista sul fiordo a poco prezzo (400 NOK): dalla stanchezza la prendo senza neanche vederla e si rivela una mezza-“sola”. E’ molto piccola, anche se carina, con il tetto in erba e con una bellissima vista, ma scopriremo che il gestore non ha né lenzuola né asciugamani e mancano completamente la cucina e le stoviglie! Morale della storia: ci laviamo a pezzi e ci asciughiamo con la carta igienica nel bagno in comune (!), siamo troppo stremati per prendere la moto e andare in paese per cena per cui a letto presto vestiti e a digiuno, confidando in una colazione sostanziosa domani! Chissà cosa penseranno quelli che leggeranno la nostra testimonianza sul libro della hytta! Mi spiace Lory ma stasera il Geom. Filini ha toppato! 7° GIORNO (04.07.2007) GEIRANGER – TRONDHEIM (467 KM) Sveglia prestissimo (coi morsi della fame!) alle h. 6.30. Cielo color panna e vento ma non piove. Bagagli in fretta e furia e via verso la mini-crociera sul Geirangerfjord. Al molo conosciamo tre ragazzi toscani e umbri diretti a Capo Nord in camper. Il traghetto parte puntuale alle h. 8.00 (260 NOK) ed è pieno di giapponesi che fotografano e filmano qualunque cosa (anche i fumaioli del traghetto!) e che fanno un “muro umano” che ci obbliga a spostarci continuamente per vedere le varie cascate dai nomi molto suggestivi (“Velo della Sposa”, “Sette Sorelle, “Eterno Pretendente”), mentre una voce diffonde dall’altoparlante in varie lingue le storia e le leggende di questi luoghi. Facciamo subito colazione con muffins, caffèlatte e thé (finalmente si mangia!). Foto a nastro anche se non c’è un bel sole. Le montagne a strapiombo sul fiordo e la sua tortuosità costituiscono un insieme veramente suggestivo. Vediamo prima di sbarcare a Hellesylt una mega nave da crociera della Costa con tutte la barche-taxi che portano in un infinito va e vieni i turisti a terra. Lory mi fa capire che la prossima volta vorrà essere su quella nave! Ci dirigiamo a Stranda sulla 60, attraversando un tratto molto bello e veloce, pieno di curve. Traghettiamo da Stranda a Liabygda (15 minuti), con la solità puntualità e rapidità norvegesi. Ci dirigiamo verso la 63 con il sole che finalmente fa capolino tra le nuvole! Sosta-benza a Valldal e via verso la Trollstiegen su una strada veramente fantastica. Attraversiamo una vallata coltivata interamente a fragole con bancarelle ai lati della strada (sono giganti!). Scolliniamo dal passo e inanelliamo una serie di tornanti a una ripidità vertiginosa tipo Passo dello Stelvio ma molto più breve, con le immancabili e scenografiche cascate. Foto di rito con cartello “pericolo Troll”. Il sole adesso scalda e ci leviamo imbottiture e pile. Ci dirigiamo verso Kristiansund sulla 64, traghettiamo da Afarnes a Sølsnes (15 minuti) e imbocchiamo un tunnel sottomarino verso Molde (questi tunnel iniziano con una ripida discesa, poi breve tratto pianeggiante e poi vertiginosa salita a doppia corsia in un clima surreale di freddo, umidità e odore di mare). Dopo Molde ci dirigiamo verso la mitica Atlanterhavsvegen, che non tradisce le aspettative, con ponte a parabolica su isolotti, Mare del Nord con vento sferzante e aspetto selvaggio della natura. Traghettiamo da Bremsnes a Kristiansund in 10 minuti e gratis (l’addetto al pagamento non si è fatto vedere e non l’abbiamo cercato più di tanto…”italianata”!). Da Kristiansund, dove comapiono le prime nubi, ci dirigiamo verso Trondheim con il solito ennesimo ma piacevole traghetto da Kanestraum a Halsa (15 minuti). Sosta-benza verso Hemme in una zona desolata fatta a 100-120 km/h. Ci fermiamo per pranzare alle h. 16.00 (!) vicino a Orkanger e poi dritti filati per Trondheim dove prendiamo una specie di hytta in un campeggio fuori città (Trondheim Camping Sandmoen) per 725 NOK (“casetta-container” con camera, angolo cottura e bagno comprese lenzuola e asciugamani). Dopo la doccia inizia a piovigginare ma dura pochissimo. Ci cambiamo e ci dirigiamo verso Trondheim per un giro turistico (bella la Niaros Domkirke e l’Università, la zona portuale, dopo aver visto Bergen, è abbastanza squallida). Ne approfitto per lavare la moto a un distributore e rientriamo in campeggio verso le h. 21.30 dove facciamo provviste al supermercato (gli alcoolici sono già sotto chiave!). Pasta al pesto con gelatino finale: olè! Mi accorgo che la ragazza alla reception mi ha fatto pagare due notti: ha capito “two nights” al posto di “tonight”. Glielo faccio presente e molto sollecitamente mi restituisce i soldi. 8° GIORNO (05.07.2007) TRONDHEIM – DALSELV (524 KM) Sveglia alle h. 7.30. Tempo sereno con qualche nuvola. Si parte dopo colazione per Mo i Rana. Fino a Steinkjer, dove facciamo sosta-benza, la strada noiosa e piena di gallerie e Autovelox poi…libidine pura! Km di asfalto perfetto e curve-controcurve senza traffico. Incrociamo soprattutto camper e roulottes con qualche motociclista in entrambe le direzioni. Ci fermiamo all’ingresso del grande Norge (cartello con simbolo dell’aurora boreale) per uno spuntino (hot-dogs!) e acquisto dei mitici adesivi-renna. Si riparte con sosta a Namskogan, dove c’è una specie di zoo per famiglie imperniato sui cani (che non visitiamo) e poi sosta-benza a Mosjøen. La strada si snoda velocissima in mezzo a boschi, costeggiata da fiumi e laghetti molto suggestivi. Sorpassiamo due coppie di svedesi su Honda Goldwing con tanto di rimorchio in tinta (!), che viaggiano a manetta. Arriviamo verso le h. 18.00 all’Yttervik Camping di Dalsvelv, dove avevo prenotato una hytta giorni prima. La posizione è magnifica e la hytta rossa è stupenda (grandissima e con ogni confort) con veranda direttamente sul Ranafjorden e un panorama al tempo stesso mozzafiato e rilassante. Lory è esaltata della mia scelta (ho recuperato punti dopo la stamberga di Geiranger!). Ci costa 900 NOK con le solite lenzuola e asciugamani. Dopo una pausa rilassante con birretta presa alla reception, lascio Lory a crogiolarsi al sole in costume sulla veranda e mi dirigo a fare provviste a Mo i Rana (città insignificante a parte il panorama circostante) dove al supermercato locale (Bunnpris) faccio la spesa e benzina più alcune foto lungo la strada (c’è anche un trampolino olimpionico per il salto con gli sci!). Stasera si cena in terrazzo (pasta con gamberi, creme brulee, birra con sidro alla mela e alla pera e uva). Nelle hytte vicine ci sono delle coppie di “harleysti” tedeschi “extralarge” che bevono birra e, come noi, aspettano il tramonto (h. 23.00!): la luce però illumina il cielo per tutta la notte. Vorremmo starci qualche giorno in più! 9° GIORNO (06.07.2007) DALSELV – SØRVÅGEN (326 KM) Sveglia alle h. 7.00 ancora assonnati e con la schiena dolorante. Toilette, colazione, bagagli e pulizia hytta e via! Mi sarebbe piaciuto raggiungere Bodø dalla strada costiera 17, descritta nei depliants come molto bella, ma dobbiamo essere al traghetto per le h.13.00 e il tempo stringe! La E6 è comunque uno spettacolo e si inerpica sull’altopiano dello Saltfjellet Nasjonalpark con il ghiacciaio Svartisen in lontananza, si riesce a mantenere una buona media (100-120 km/h). La polizia fino ad ora si è vista solo a Bergen: sulle statali mai! Arriviamo al Circolo Polare Artico (66°33’ certificati anche dal navigatore) con una temperatura a dir poco primaverile. Ci fermiamo per le foto di rito e piazziamo il nostro mucchietto di sassi a piramide come chi ci ha preceduto in uno spiazzo che sembra un cimitero primitivo. Conosciamo un camionista tedesco figlio di italiani molto simpatico che ci augura un buon viaggio. Ripartiamo a cannone (120-140 km/h) con una strada pressochè rettilinea che dolcemente ridiscende dall’altopiano tra foreste e ruscelli impetuosi fino a Fauske dove facciamo sosta-benza. Da qui lasciamo la E6 per la 80 dove all’altezza di Løding svoltiamo in direzione Saltstraumen alla ricerca del mitico Malstrøm (i gorghi più grandi del mondo che si creano circa ogni 6 ore dall’incontro della marea in entrata al Saltfjorden con quella in uscita). Ci fermiamo sul ponte ad arco e guardiamo giù ma niente! Ovviamente non siamo nel momento giusto…peccato! Dobbiamo muoverci perché il traghetto per le isole Lofoten partirà alle h. 14.00 e non manca molto. Ritorniamo verso la 80 che riprendiamo per arrivare a Bodø dove attendiamo sotto un sole cocente (ci saranno poco meno di 30°C al sole!) di imbarcarci sul traghetto per Moskenes (390 NOK, circa 3 ½ ore). Nell’attesa conosco un BMWista inglese di Brighton che guarda ammirato la mia Mucca Carolina e ne invidia la comodità della sella (lui ha un GS1200 con sellino spartano). Se ne andrà all’isola di Vaerøy per assistere ad un concerto rock. Si stupisce quando viene a sapere che di lì a 3 giorni saremo a Nordkapp (lui ci arriverà per tappe in 15 giorni!). Il viaggio in traghetto si trascina lento con noi che facciamo la spola dal ponte dove picchia un sole abbacinante alla coperta dove pranziamo con hamburger e patatine fritte. Sulla nave ci sono parecchi motociclisti da ogni nazione (svedesi, inglesi, norvegesi, ecc.), quasi tutti di una certa età e molto “hippy”. Dopo una breve dormita e qualche foto-filmato arriviamo a Moskenes verso le h. 18.00. Ci dirigiamo verso il paesino più meridionale delle Lofoten (Å) dove cerco inutilmente una rorbu (casetta di legno simile alla hytta ma sul mare: sono le case tradizionali dei pescatori). Nell’aria c’è un costante odore di pesce (merluzzo posto a seccare su dei tralicci di legno, anche se la maggior parte sono vuoti): qui lo definiscono odore di soldi visto che ci campano (maggior produttore mondiale di merluzzo e noi italiani maggiori importatori). Dopo qualche altro tentativo troviamo una bellissima rorbu a Sørvågen per la “modica” cifra di 1150 NOK (Lofoten Sjøhus & Rorbuer) direttamente sul molo. La casetta è enorme con anche un soppalco per letti supplementari. Ci cambiamo in fretta e andiamo ad ammirare “il più bel panorama della Norvegia” ovvero Reine: questo paesino è veramente spaziale contornato da montagne aguzze tutte verdi e con tante rorbu tutte rosse. Vediamo alcuni italiani con BMW al distributore che lavano le moto e ci salutano. Poco dopo Reine troviamo un negozietto che vende pesce. C’è di tutto: dalla carne di balena (sono bistecche enormi, spesse e di color violaceo) al merluzzo in tutte le sue forme (fresco, essicato, ecc.), al salmone, ai gamberi, ecc. Ci compriamo gamberi, salmone (la balena non mi ispira…) e stoccafisso a poco prezzo e poi rientriamo a Sørvågen per la spesa generale al solito supermercato Joker. Rientriamo al rorbu dove ci docciamo e ci rilassiamo sul pontile di legno con lo starnazzare dei gabbiani in sottofondo e una pace assoluta (panorami fantastici di questo angolo di mondo paradisiaco fatto di mare e montagne). La mia schiena è a pezzi e mi “bombo” di antiinfiammatorio. Dopo così tanti km in moto siamo stanchi ma veramente felici. Cenetta romantica con pasta norvegese (buona però!) e gamberi (molto speciali), salmone affumicato delizioso e birra norvegese a go go. Alle h. 23.00 ci abbandoniamo sfiniti sul nostro solito letto a castello. Mi sveglio più volte nella notte per questa luce che filtra dalle tende e non ti molla mai! 10° GIORNO (07.07.2007) SØRVÅGEN – GRATANGER (491 KM) Al mattino presto il cielo è bianco con vento forte e temperatura autunnale. Oggi passeremo in rassegna le Lofoten e poi su alle Vesterålen per riacchiappare la mitica E6. Alle h. 8.30 dopo colazione, bagagli vari e pulizia della rorbu il cielo si sta schiarendo (che culo!). Elemento dominante della giornata: il vento! A raffiche, continuo, da tutte le direzioni e a tratti veramente violento che ha reso difficile il controllo della moto a qualsiasi andatura (le ho provate tutte!), specialmente sui numerosi ponti di collegamento tra le varie isole e isolotti. La giornata motoclistica si è dilatata per le numerose deviaizoni e soste per ammirare la bellezza delle Lofoten e per le immancabili foto della fotografa ufficiale della spedizione. Lasciata Moskenesøy ci siamo diretti poi a Nusfjord sull’isola di Flakstadøya (carina). A Leknes ci siamo feramti per sosta-benza e gonfiaggio gomme. Sull’isola di Vestvagøya abbiamo ammirato spiagge di sabbia bianchissima con le montagne a picco sui fiordi e abbiamo fatto una deviazione per Eggum (niente di che). Sull’isola di Austvågøya abbiamo deviato dalla strada di Re Olav (E10) per Henningsvaer per le foto di rito alla “Venezia delle Lofoten” (molto carina). Ripresa la E10, a tratti splendida anche per gli smanettoni, e passata Svolvaer, ci dirigiamo verso Fiskebøl, quando vengo “illuminato” dalla mappa della Norvegia che mi indica una scorciatoia con apertura prevista nel 2007 tra Fiskebøl e Gullesfjørdbotn. Questa ci avrebbe risparmiato un traghetto e tanti km. Giunti a Hanøy scopriamo da alcuni geometri norvegesi che…stanno facendo i primi rilievi per la futura strada per cui niente da fare! Questo tratto stradale però si è rivelato spettacolare: tante curve, asfalto immacolato, nessuno in giro e alcuni degli scorci più suggestivi visti alle Lofoten. Rientro a Fiskebøl dopo due gallerie sottomarine fredde, umide e claustrofobiche. Il traghetto da Fiskebol a Melbu (83 NOK, 25 minuti) ci porta sull’isola di Hadseløya. Ci dirigiamo successivamente a Langøya dove ci fermiamo a Sortland per sosta-benza e pranzo (hot-dogs tanto per cambiare!). Breve “duello” motociclistico con norvegese su custom che viene puntualmente sverniciato: devo tenere alto l’onore dell’Italia! Passiamo un ponte gigantesco tra Sørtland e Strand e successivamente a Gausvik (finite anche le isole Vesterålen). L’ultimo tratto tra Boltås e Bjerkvik si rivela un agghiacciante altopiano per il vento fortissimo che, in una frazione di secondo, mi “scaraventa” sul ciglio della strada, facendocela vedere veramente brutta! Fortunatamente oggi mi sono imposto di stare verso il centro della strada per scongiurare il peggio in caso di raffiche come questa! All’orizzonte solo nuvole grigie e morale abbastanza a terra per la stanchezza e per la continua tensione fisica e psichica della guida con vento. A Bjerkvik ci fermiamo per la spesa serale e partiamo alla ricerca di un campeggio per la notte. Ci fermiamo al primo posto che troviamo lungo la E6 a Gratanger dove ci troviamo di fronte un albergo (Gratangsfjellet Hotell) tipo Overlook Hotel in “Shining” con alcune hytte azzurre. La vista è molto bella sul Gratangerfjorden. Io mi fiondo alla reception e prendo la hytta “chiavi in mano” con le solite lenzuola e asciugamani (500 NOK). Questa si presenta abbastanza squallida con bagnetto senza angolo cottura (addio cena calda!). La stanchezza si fa sentire, facciamo la doccia, si mangia con foccacia, prosciutto e Philadelphia. Durante la giornata ci è capitato di incontrare più volte le stesse auto, camper, moto e pullmann, evidentemente diretti alla nostra stessa meta. Pochissimi fino ad ora gli italiani (strano!). Davanti alla hytta ci sono una coppia di norvegesi sui 30-35 anni che bevono come cammelli una quantità industriale di birre, se la ridono, mangiano qualcosa sul barbecue. Buonanotte! 11° GIORNO (08.07.2007) GRATANGER – ALTA (495 KM) Sveglia alle h. 7.30 riposati dopo 10 ore filate di sonno. Aria frizzante, cielo terso (e vai!) senza neanche una nuvola. I nostri vicini hanno lasciato fuori dalla loro hytta tutto come ieri sera: lattine di birra vuote, sedie, griglia, giacche, portellone del van spalancato! Si parte senza colazione alle h. 9.15. Pochi km dopo ci fermiamo in una vallata da fiaba al Polar Zoo dove facciamo subito una bella colazione con i soliti muffins al cioccolato, caffèlatte e thé e compriamo i biglietti d’ingresso (320 NOK). Ha appena aperto e non c’è nessuno. Ci facciamo una scampagnata sotto il sole per vedere i vari ospiti (renne, bue muschiato, lupi, lince, orsi bruni, ecc.) nel loro habitat naturale. Sono tenuti in recinti enormi (buon per loro ma non per noi che snoccioliamo chilometri con l’abbigliamento da moto…). Il posto è incantevole e facciamo un intero reportage fotografico a qualsiasi essere vivente riusciamo a scovare. Lory si innamora dei due orsi bruni e starebbe delle ore a guardarli (e a parlargli!). Alcuni animali non siamo proprio riusciti a vederli nonostante i nostri appostamenti. Si riparte alle h. 11.15 e, con un tempo sempre splendido e il morale alle stelle, maciniamo km di strada bellissima a una buona media (100-120 km/h). Il paesaggio è incantevole con montagne verdissime (sembrano fatte al computer!) con un “sunto” della Norvegia (cascate, laghi, alberi…tutto!). Sosta-benza a Setermoen con danno della vacanza: ho parcheggiato la moto sul cavalletto centrale proprio sopra (!) la macchina fotografica digitale (caduta dal sellino). Me ne accorgo solo dieci minuti dopo quando mi preparo a partire: la custodia ha inspiegabilmente protetto la macchina (da circa 300 kg tra moto e bagagli!), che si presenta solo un po’ ammaccata ma funziona. Il vero danno, spero non irreparabile, è la memory card SD da 1 GB appena completata! Si è piegata nel mezzo e non è più leggibile: circa 500 tra foto e filmati da Legnano fino a lì (praticamente la parte più bella della Norvegia!). Dopo questa mazzata psicologica riprendiamo il viaggio a passo da MotoGP: supero tutti i motociclisti che incontro a cannone (norvegesi, due spagnoli su BMW GS1150, tedeschi, ecc.) con in testa il pensiero fisso delle foto forse perdute! La strada è sempre stupenda, veloce sempre tra vallate, montagne, laghi, fiordi e cartelli “pericolo renne” che però non siamo ancora riusciti a vedere (se non al Polar Zoo!). A Storlett pausa-benza dove conosciamo un italiano molto “hippy” a torso nudo con piercing e a piedi scalzi che sta girando da mesi l’Europa su uno sgangheratissimo pulmino VW con una ragazza straniera. Ci consiglia di stare attenti a renne e alci, perché ha saputo di diversi incidenti anche mortali tra sfortunati motocilisti e questi simpatici animali…mano sul pacco e tanti saluti al rasta! Mi faccio consigliare dal benzinaio un posto per pranzare (basta hot dogs!). Alle h. 16.00 ci fermiamo in un ristorante poco più avanti con tavoli all’aperto (Bios), pieno di motociclisti locali. Io mangio filetto di renna (buona!) con verdure, Lory si da al filetto di bue con patate, il tutto accompagnato da birra e acqua. Ripartiamo belli sazi e “a cannone” verso Alta. Sarò ripetitivo ma la strada è veramente stupenda (la Gardaland del motociclista!) con scorci panoramici mozzafiato sui fiordi e una natura selvaggia incontaminata. A Gildetun ci fermiamo per sosta panoramica con una vista stupenda sul fiordo, con isolotti bellissimi. Si riparte sempre con un pullmann giallo tedesco che tra ieri e oggi avremo sorpassato cinque volte (penseranno che li stiamo pedinando!). A circa 30 km da Alta ci becchiamo un tratto di 10 km di lavori in corso (dietro il pullmann…), con strada sterrata completamente devastata da buche. Prendo due buche (mi sono sembrate delle voragini!) in rapida successione con Lory che fa un balzo dalla sella. Mi fisso di aver bucato o stortato il cerchione, perché in curva sento il posteriore che se ne va. Paranoia fino ad Alta (h. 18.30) con Audi norvegese che mi tallona a velocità sostenuta ma non mi vuole superare. Ad Alta ci fermiamo all’Alta River Camping dove prendiamo una stanza in una megahytta con bagno in comune (800 NOK) e vista sul fiume. Controllo meticoloso delle gomme e dei cerchi che sembrano indenni (mah?!). Puntatina al benzinaio per la spesa serale (è domenica ed è tutto chiuso): non mi intendo con il gestore e mi ritrovo con due forme enormi di pane nel sacchetto tra le risate di Lory. Rientriamo e Lory si mette ai fornelli alla cucina in comune del campeggio: pasta al tonno con acqua, birra e sidro di pera. Conosco alla reception una coppia di Torino su due moto appena rientrati da Capo Nord con tute d’acqua e stremati (in Svezia e Finlandia hanno trovato acqua a catinelle, 10°C e zanzare per tre giorni di fila!). Lui mi dice che Capo Nord è stata un’esperienza bellissima e molto affascinante. Spero che la fortuna non ci molli proprio ora. Alle h. 22.30 siamo a nanna ma non si riesce a dormire sempre per la luce che non finisce mai. Inoltre i norvegesi usano tende dai colori molto chiari che non filtrano nulla (faranno la scorta di luce solare per il lungo buio invernale). Io sono molto emozionato e ansioso, perché domani sarà il grande giorno! 12° GIORNO (09.07.2007) ALTA – NORDKAPP (337 KM) Sveglia alle h. 7.30. Tempo parzialmente nuvoloso e abbastanza freddo. Colazione etoilette. Salutiamo i due torinesi che ci consigliano di coprirci, perché avremo freddo (io sono sempre con la mia polo senza imbottitura e guanti estivi…ottimista!). Partiamo alle h. 10.15, ma dopo mezz’ora ci fermiamo per mettere pile e guanti invernali. Da Alta a Skeidi “altopiano della morte” con gelo e vento polare, vegetazione ridotta all’osso, pochissime casette, laghetti, strada praticamente sempre dritta con saliscendi tipo “american road”. L’andatura è abbastanza buona 100-120 km/h. Culo pauroso: incrociamo un gruppo di motoclisti che ci fa segno di rallentare e io obbedisco. Dopo un chilometro, appostato dietro un cespuglio come una “renna-killer”, scorgo un poliziotto (Politi) con tanto di mitraglietta e telelaser in mano (il mio primo posto di blocco norvegese!) che ci fa proseguire. Sosta-benza a Skeidi con acquisto di souvenirs (trolls, t-shirt, ecc.): la titolare del negozio non accetta la mia carta di credito e controlla minuziosamente le corone norvegesi (vabbè che siamo italiani…). Controllo la pressione delle gomme: tutto ok! Si riparte alla volta di Russenes, i pochi km che ormai mancano alla meta non passano più per la voglia di arrivare. A Olderfjord lasciamo la E6 per la E69. Il fiordo che costeggiamo (Porsangen) mi sembra diverso dagli altri visti fino ad ora: aspro, selvaggio, immenso, acqua color petrolio che sembra muoversi al rallentatore, temperatura fredda e vento. Iniziamo a incrociare tutti gli italiani in moto e camper che fino ad ora sembravano scomparsi dal resto della Norvegia. Finalmente, poco prima di Repvåg, avvistiamo la prima renna ai bordi della strada che Lory immortala subito. Imbocchiamo la galleria sottomarina a pagamento (117 NOK) per l’isola di Magerøya: quasi 7 km di freddo, oscurità e umidità a più di 200 m sotto il livello del mare. Fortunatamente è lle corsie sono molto larghe e con un fondo ottimo. Seconda galleria di meno di 4 km e arriviamo a Hønningsvåg con sosta-benza in paese e incontro con parecchi bikers italiani tra cui due romani che sono stati ieri a Capo Nord (dalla Finlandia): faranno il giro inverso al nostro (come la maggior parte della gente che abbiamo incontrato: chissà perché?). Hanno trovato in Svezia e Finlandia freddo, acqua e zanzare. Si informano da noi su strade, traghetti e posti da vedere nel resto della Norvegia (non hanno neanche una cartina…molto “easy riders”!). Ci salutiamo e ci dirigiamo a Skarsvåg, il paesino più vicino a Nordkapp (13 km), dove ho prenotato una hytta al Nordkapp Caravan&Camping (www.nordkappcamping.no), molto carina (azzurra) e soprattutto calda! Alla reception non c’è nessuno e, sopra una cassetta porta-chiavi, un cartello indica che si può prendere una chiave e scelgliersi una hytta a piacere: sono troppo avanti questi norvegesi! Ci imbottiamo ulteriormente e partiamo eccitati verso gli ultimi km della spedizione: la strada è “lunare” con vento fortissimo e freddo gelido. Lory, mentre filma la strada, perde un guanto. Ritorniamo indietro ma non si trova più: il vento chissà dove l’avrà portato! Sono preoccupato, perché con questa temperatura (3-4°C) le si ghiaccerà la mano! Arriviamo sulla rupe di Capo Nord con una nebbia che avvolge tutto: sembra messa lì apposta per accrescere il fascino e il mistero della meta! Paghiamo l’ingresso che vale 24 ore (390 NOK) e finalmente siamo nel parcheggio dovanti alla mega-struttura che ospita il mitico mappamondo metallico: molto calda, accogliente, con negozi, ristorante, bar, ecc. Noi ci dirigiamo come due automi alla sfera metallica (71°10’21’’) e ammiriamo il panorama dalla scogliera: è tutto magico, bellissimo, nonostante il freddo e il vento. Ci facciamo fare le foto di rito e veniamo assaliti da tante altre coppie che volgiono la foto-ricordo! Rientriamo per scaldarci e ci mangiamo qualcosa (panzarotti, acqua e birra). Sono le h. 16.00 e c’è ancora poca gente: l’assalto delle “comitive dei pullmann” ci sarà intorno a mezzanotte. Puntata al negozio-souvenir per le cartoline che verrano spedite dall’ufficio postale più a nord del mondo, t-shirts, adesivi e “toppe” varie, ecc. E giro nella galleria sotterranea con visita alla cappella più a nord del mondo (Cappella di S. Giovanni) e al Bar Grotten (molto bello e scenografico con balconata sul capo). Rientriamo a Hønningsvåg e sul percorso Lory in piedi sulle pedane avvista il guanto perduto che subito recuperiamo! Spesa serale con cambio-furto €/NOK, perché non accettano la carta di credito. Rientriamo alla hytta e relax totale con cenetta (pasta coi broccoli, verdure grigliate, birra e vodka) prima di ritornare alla rupe per mezzanotte. Sono le h. 21.00 e il sole illumina tutto come in pieno giorno, la hytta è proprio bella (tutta nuova con doccia maxi e soliti letti a castello). Lavaggio biancheria e magliette. Intorno alla hytta ci sono branchi di renne che pascolano beatamente con quella testa buffa e le corna che terminano in curiose palline. Alle h. 23.15 ripartiamo per la seconda volta per Capo Nord con una nebbia ancora più fitta che avvolge anche la strada: sembra un paesaggio da inferno dantesco con ascesa finale negli inferi! Al parcheggio conosciamo tre bikers italiani che hanno fatto più o meno il nostro giro e che domani partiranno alla volta di Praga. Centinaia di turisti (giapponesi, tedeschi, spagnoli, ecc.) bivaccano davanti al mappamondo in attesa che la foschia si diradi e faccia vedere il sole di mezzanotte: niente da fare, la nebbia è troppo spessa e filtra solo una debole luce. Facciamo ancora qualche foto, andiamo al Bar Grotten e ci vediamo al cinematografo il filmato di 17 minuti su Capo Nord, molto carino e originale. Poco prima dell’una decidiamo di tornare al campeggio. Ci prepariamo come neanche Messner prima della conquista dell’Everest: non si vede nulla, la strada è ripida senza parapetti con alcune buche insidiose e curve a strapiombo sulla vallata sottostante e nemmeno un pullmann che faccia da apripista. Dalla nostra hytta finalmente vediamo il sole di mezzanotte (o meglio, dell’una e mezza!). Siamo al gio di boa: domani inizierà il rientro ma ho programmato qualche tappa che spero si riveli interessante… 13° GIORNO (10.07.2007) NORDKAPP – SAARISELKÄ (440 KM) Ci svegliamo alle h. 8.30. Il cielo è completamente coperto e fa un freddo cane! E’ da giorni che eravamo abituati troppo bene a sole e azzurro. Colazione, toilette, bagagli, pago la hytta (900 NOK) e via verso la Finlandia. Fino a Russenes andiamo veramente “a cannone” con punte di 140-150 km/h e ingaggio una sfida con una coppia di belgi su FJR1300 che vengono puntualmente sverniciati sul misto! Sosta-benza a Russenes dove conosciamo quattro simpatici BMWisti spagnoli diretti a Nordkapp, preoccupati dal tempo. Io guardo in direzione sud-est e vedo solo nuvole grigie e basse… Li salutiamo e ripartiamo a buon ritmo con ottima strada fino a Lakselv dove ci fermiamo per “scongelarci” (10°C ma soprattutto vento gelido). Ripartiamo per Karasjok ma, dopo 20 km, in una zona militarizzata, inizia a piovere. Ci fermiamo per “intutarci” e veniamo letteralmente assaliti da un nugolo di zanzare-killer (si sente la vicinanza alla Finlandia!). Sempre freddo e via sotto l’acqua a velocità moderata (90-100 km/h). Il paesaggio è abbastanza triste con serie di caserme fino a Karasjok dove ci fermiamo per sosta-benza e ci rifugiamo sotto la tettoia della Coop (ma con ‘sta pioggia, perché non fanno tettoie più grandi?). Siamo nel centro culturale e politico dei lapponi (Sami) ma non riusciamo a visitare il parco culturale lappone (Sapmi) un po’ per il brutto tempo e un po’ anche per il poco tempo che abbiamo. Salutiamo un avventuroso tedesco su BMW GS100 in solitaria che avevo superato poco prima e conosciamo una coppia di Padova su Moto Guzzi che stanno andando nella nostra stessa direzione. Hanno più tempo di noi (come tutti quelli che abbiamo incontrato…) e si fermeranno a Inari per poi farsi un giro dei laghi finlandesi verso il confine russo. Lui mi racconta che sul mega-ponte tra Danimarca e Svezia ha preso una raffica di vento a 110 km/h che la quasi sbalzato dalla moto e l’ha scioccato a tal punto che ieri notte non è salito a Capo Nord! Ci salutiamo e ripartiamo verso il confine finlandese, lasciando definitivamente la E6 per la 92, sempre sotto l’acqua e in balia del vento: mi metto dietro a un pullmann che va spedito e mi protegge dalle mega-pozzanghere e dalle eventuali renne! Dopo un ponticello passiamo il confine e ci dirigiamo verso Kaamanen: la strada è quasi sempre dritta con saliscendi a perdita d’occhio in mezzo a una foresta con tanti laghetti e acquitrini. A Kaamanen sosta a un bar-benzinaio, dove facciamo merenda con thé e brioches: l’ambiente è tipo “Un tranquillo weekend di paura” con gentaglia alcoolizzata che barcolla e straparla e che ci fissa continuamente. All’uscita uno di questi zoticoni con una dentatura da zombie guarda me e la moto, ride e scrolla la testa. Io gli sorrido di rimando e lo mando italianamente a cagare. La prima impressione della Finlandia tra pioggia, freddo, zanzare e ubriaconi è molto negativa! Si riparte con l’intenzione di fare più km possibili compatibilmente con la stanchezza e con il freddo. Si passa da Inari e si salutano i due padovani fermi a fare benzina. A Ivalo ci fermiamo per una sosta-benza e, parlando con il gestore, questi mi suggerisce una località di vacanze a 35 km da lì. Saariselkä è una stazione sciistica (qui la neve non manca neanche ad altitudini ridicole per noi che veniamo dalle Alpi!) che raggiungiamo velocemente e dove prendiamo una camera all’Hotelli Kieppi (per questa sera non vogliamo un campeggio ma un po’ di comfort!). Il gestore, ex motocilista BMW, è molto simpatico, la camera è a buon prezzo (60 € con colazione) e molto carina. Doccia bollente per noi e per le borse della moto che sono completamente infangate. Siamo affamati e andiamo subito a cena di fronte al nostro hotel in una struttura alberghiera (Holiday Club) dotata di ogni comfort (SPA, piscina con scivoli e onde artificiali, ecc.) e anche di un bellissimo ristorante in stile montanaro. Ci regaliamo una splendida cena con filetto di maiale, dessert, acqua, birra e una bottiglia di vino rosso sudafricano che la cameriera non ci fa pagare. Finalmente un po’ di relax dopo una giornata abbastanza dura! Le ultime persone incontrate mi fanno ricredere sull’idea iniziale che mi ero fatto sui finlandesi e la Finlandia. Torniamo in albergo e poco prima di mezzanotte sprofondiamo nel nostro lettone con piumoni maxi. 14° GIORNO (11.07.2007) SAARISELKÄ – HELSINKI(320 KM) Ci svegliamo alle h. 8.30 non molto riposati (la schiena si fa risentire!). Il tempo nonostante le rosee previsioni dell’albergatore, si presenta con nuvole spesse e basse ma non piove. Ci facciamo una bella colazione e partiamo alle h. 9.30 alla volta di Rovaniemi a 120-140 km/h (tranne che negli sporadici centri abitati) con incontri ripetuti e a volte molto ravvicinati con renne che pascolano beate ai bordi della strada. Dopo 60 km inizia una leggera pioggerellina che ci fa intutare, ma dopo 20 km smette. Sosta-benza a Sodankylä, la città che sarebbe stata l’originale meta della tappa di ieri. Passiamo davanti al Santa Claus Village e ci dirigiamo verso la stazione di Rovaniemi molto facile da trovare (qui traffico e sovraffollamento urbano italiani non sanno cosa siano!). Prenoto una cuccetta e il posto per la moto sull’Express 274 per Helsinki (242 €), che partirà alle h. 21.00. Questa scelta è stata obbligatoria per non “sforare” i tempi previsti: Rovaniemi ed Helsinki sono separati da più di 800 km e saremmo stati costretti ad aggiungere almeno un altro giorno al viaggio (il sito delle ferrovie finlandesi è www.vr.fi). Sono solo le h. 12.45 e abbiamo tutta la giornata per rilassarci e visitare Rovaniemi e il Santa Claus Village, dove ci dirigiamo. Sulla strada annunciano che a Novembre 2007 apriranno il Santa Claus Park (penso sia una specie di Gardaland finlandese). Facciamo il giro turistico del villaggio di Babbo Natale insieme a tanti altri turisti e parecchi italiani anche in moto: foto al Napapiiri (66°32’35’’), molto più scenografico del punto analogo passato giorni fa in Norvegia e shopping vario. Spedisco due lettere di Babbo Natale per i miei nipotini e poi pranziamo: hamburger e patatine, acqua e birra. Ci “svacchiamo” a prendere il sole (18°C) sulle panchine del ristorante. Incontriamo i motociclisti romani visti a Capo Nord che hanno deciso di fare il nostro stesso giro ma con una settimana in più. Il villaggio è molto curato e molto turistico (una vera macchina da soldi!) ma non mi aspettavo niente di diverso e, dopo tanta natura selvaggia, va bene così. Ci incamminiamo verso la moto senza la foto con il “vero” Babbo Natale (23 €!) e conosciamo due aretini BMWisti che stanno andando a Capo Nord (tornano a fine mese…qui tutti miliardari!): sono abbastanza antipatici, penso riassumano i difetti che spesso sento imputare indiscriminatamente a tutti i BMWisti dagli altri motocilisti. Sono “griffati” BMW dalla testa ai piedi e sembra che ci facciano un favore a rispondere alle nostre domande. Il più supponente dei due, dall’”alto” della sua K1200LT nuova fiammante da pensionato (dice che è comoda come un’automobile…tristezza!), guarda la mia moto e dice a Lory che deve essere vero amore se mi ha seguito nell’impresa con una scomodissima (!) R1100R. Lory, con la sua solita prontezza e ironia, lo sistema subito e gli chiede come mai viaggia da solo se la moto è tanto comoda! L’altro “fenomeno” su K1200S, quando gli faccio presente che a nord il tempo è pessimo mi risponde che lui, nei temporali, ci si tuffa dentro (bravo pirla!). Torniamo a Rovaniemi dove cerco un meccanico e compro un kg d’olio (20 €) per la Mucca Carolina che, in quasi 6000 km, ha consumato meno di mezzo chilo (meglio di un cammello con l’acqua)! Cerco inutilmente in tutta la città un lavaggio per la moto ma non lo trovo. Faccio il pieno e ci “svacchiamo“ in un parco bellissimo nel centro della città, dove ci mangiamo un gelato e ci rilassiamo tra una zanzara e una paperetta che sguazza sul laghetto. Alle h. 19.00 ci dirigiamo in stazione per caricare la moto sul vagone apposito e io scopro che ci sarebbe stato un treno anche verso le h. 17 (vabbè, ci siamo rilassati!). C’è un bel sole e tanto caldo. Lory si abbronza sulla panchina e poi ci mangiamo una pizza al tonno con solita birra e acqua, mentre vicino a noi alcuni francesi discutono appassionatamente sulle recenti elezioni presidenziali d’Oltralpe. Arriva uno stormo di giapponesi che come al solito fotografa ogni cosa. Alle h. 20.30 saliamo sul treno e scopriamo che le cuccette (ho preso la più bella che c’era, per fortuna!) sono microscopiche con bagno-doccia a scomparsa tipo appartamento di Renato Pozzetto ne “Il ragazzo di campagna”. Con le valigie, i caschi, ecc. Siamo costretti in uno spazio veramente angusto (6 mq: claustrofobia!). I letti sono comodi e, dopo una scomodissima doccia, andiamo a nanna (fuori ha iniziato a piovere!). Prima però prenoto via Internet il traghetto che l’indomani mattina ci porterà da Helsinki a Tallinn (Nordic Jetline: 70 €) in meno di due ore (www.njl.info). 15° GIORNO (12.07.2007) HELSINKI – RIGA (310 KM) Ci svegliamo alle h. 7.00 e gli spazi ristretti mi fanno “sclerare” per qualche minuto per cui mi vesto e vado a farmi un giro per il treno. Piove mentre ci avviciniamo a Helsinki ma poi smette e rimane nuvoloso. Arriviamo nella capitale finlandese col sole (olè!) e in orario. Io corro a scaricare la moto, perché il traghetto parte alle h. 10.00. Raggiungo Lory e, dopo qualche incertezza, grazie al solito navigatore, arrivo in poco tempo al terminal della Nordic Jetline. Controllo documenti prima dell’imbarco, saliamo e mi fissano la moto con i ganci (sono i primi a non volere che la metta sul cavalletto centrale!). Sul traghetto ci sono parecchi finlandesi ed estoni con qualche faccia da galera tipo mafia russa e tanti “macchinoni” da miliardari. Ci facciamo una bella colazione con brioches, cappuccino e thé e sonnecchiamo fino a Tallinn. Il traghetto va velocissimo. Davanti a noi si siede un tizio con barbetta, occhiali, portatile ante-guerra e lettore schede SD che con maleducazione ci fa spostare tutta la roba, si leva le scarpe e allunga i piedi. Lory vorrebbe fargli provare la nostra scheda SD danneggiata ma io la minaccio. Sbarchiamo a Tallinn alle h. 12.00 e ci buttiamo in un vorticoso giro con foto per la città vecchia che è veramente stupenda. Il tenore di vita sembra molto alto a giudicare dai negozi, dalle auto in giro e dal numero di turisti che affollano le stradine di questa pittoresca città sul mare. Dopo un’oretta partiamo a malincuore per Riga. Tallinn avrebbe meritato almeno un paio di giorni! La strada per la capitale lettone è sempre dritta (Via Baltica), molto bella anche se a una sola corsia per senso di marcia (finanziata dalla CEE, come testimoniano di tanto in tanto alcuni cartelli) e passa in mezzo alla foresta con il mare alla nostra destra. C’è il sole ma tira sempre un vento molto fastidioso: procediamo comunque spediti a 120-140 km/h. Poco prima di Parnu (ridente cittadina balneare con spiagge, mare dal color marroncino non molto invitante e tanti hotel con SPA) ci fermiamo per una sosta-benza dove perdiamo quasi un’ora, perché la cassiera non accetta € (incredibile: gli abbiamo anche regalato la strada!) e non riesce a leggere la mia carta di credito, che continua a strisciare con una violenza incredibile (infatti me l’ha danneggiata, come scoprirò in seguito…mortacci!). Alla fine mi spedisce al distributore di fronte dove, un’altra cassiera (questa volta “normale”), mi fa pagare senza problemi. Parto un po’ “scaglionato” (abbiamo pochi € e io conto solo sulla mia VISA!) e passiamo il confine con la Lettonia, dove si continua sulla solita Via Baltica, che attraversa altri centri turistici con bar, ristoranti, hotels, ecc. Verso Riga il cielo si rannuvola e ci fermiamo a circa 50 km dalla capitale lettone per una pausa. All’arrivo a Riga la prima impressione è negativa: periferia tipo Milano versione “sovietica”, molto triste e grigia, con viali enormi multi-corsie, dove mi immagino scene di parate militari nel passato. Alle h. 18 arriviamo nel bellissimo centro storico e raggiungiamo l’hotel (Garden Palace Hotel), prenotato giorni prima su Internet (100 €): elegante, camere enormi e molto belle, ci lasciano parcheggiare la moto nel cortile interno. Mentre scarico i bagagli un tizio (penso inglese) mi chiede come mai io, un italiano, ho una “fucking BMW” al posto di una Ducati o di una Moto Guzzi! Lui è un motociclista (ha un orecchino d’oro a forma di moto), è stato 2 anni fa a Capo Nord e quest’anno a Gibilterra sulla sua Suzuki V-Strom: mi dice che gli piace campeggiare all’aria aperta (cosa ci farà mai in un “4 stelle”?). Doccia veloce, controllo mappa città e uscita per Riga (h. 19.40). Vecriga (la città vecchia) è molto bella, simile a Tallinn anche se meno “scenografica”, e io ne approfitto per scattare foto e fare brevi filmati. Abbiamo una fame da lupi, perché abbiamo fatto solo colazione sul traghetto (basta pranzi a base di hot dogs e hamburgers!) e decidiamo di cercare un ristorante italiano. Ceniamo al Restoräns “Monterosso” con cozze, gamberoni, pasta ai gamberi (spettacolare!) e alle vongole, vino bianco: è tutto veramente squisito anche se le porzioni sono da “nouvelle cousine” in piatti microscopici. La serata termina con un giretto “digestivo” al parco di Riga (Bastejkalus), molto bello e curato e pieno di ragazzi. Rientriamo verso le h. 23 in hotel. Chiedo in reception di utilizzare un PC per provare a leggere la SD danneggiata ma…non ne hanno uno a disposizione per i clienti (incredibile per un 4 stelle!). Allora a nanna che domani la tappa è veramente lunga! 16° GIORNO (13.07.2007) RIGA – VARSAVIA (757 KM) Ci svegliamo alle h. 8.00 e ci facciamo la solita colazione abbondante. Si parte alle h. 9.30 e, visto che eravamo “stretti” con i tempi, mi perdo nella periferia di Riga. In giro vediamo facce da galera tipo “mostro di Rostov” e tanti vecchietti rasati a zero con vecchi abiti militari che trascinano carretti come barboni (reduci di guerra?). Dopo 20 minuti di peregrinare orientato solo da pochi riferimenti (ponti e antenne televisive) rientro in Riga e imbocco finalmente la strada giusta (A7) che mi porta a Bauska dove facciamo sosta-benza. Anche qui solito problema di VISA “smagnetizzata”: dopo 4-5 strisciate però miracolosamente funziona! Sono un po’ preoccupato, perché qui l’€ non lo vogliono proprio e io altro contante o carte di credito non le ho e stiamo entrando in Lituania che me la immagino come la più “malconcia” tra le repubbliche baltiche. Passiamo il confine dove per la prima volta mi chiedono anche la carta verde. Il tempo è variabile ma non piove, la temperatura è gradevole. I paesaggi nelle repubbliche baltiche sono abbastanza simili (per quel poco che abbiamo potuto vedere…): pianura, tanto vento, campi più o meno coltivati, foreste e strade spesso dritte per km con occasionalmente fastidiosi solchi lasciati dai numerosi TIR in transito, che mi obbligano a cambiare spesso traiettoria. Ci sono pochissimi turisti e ancora meno motociclisti che però salutano sbracciandosi. Gli automobilisti come in tanti altri paesi (eccetto l’Italia!) agevolano i motociclisti nei sorpassi facendosi da parte e segnalando strada libera dopo le curve cieche con le frecce. I limiti qui sono poco rispettati (100-130 km/h). Le strade più belle (rigorosamente a una corsia per senso di marcia, ma molto ampie) sono quelle finanziate dalla CEE. Incontriamo pochi paesi e il tenore di vita sembra abbastanza basso dalle case e dalle automobili che si vedono. Lory stoicamente resiste e non si lamenta per le lunghe tappe: non pranziamo e ci fermiamo ogni 120-150 km solo per fare benzina, bere e fumare una sigaretta. La Lituania scorre monotona con tratti di vento intenso e fastidioso e solo 20 km (illusione!) di autostrada verso Kaunas. Sosta-benza prima di Kedainij e si riparte verso il confine polacco. Deviazione per i (frequenti!) lavori in corso verso Marijampole e tratti di strada dissestata con buche. Entrati in Polonia finalmente la strada si riempie di curve (le gomme si stanno inesorabilmente “squadrando”) e il paesaggio si fa un po’ più “mosso” con colline, dopo i lunghi rettilinei baltici trascorsi a sorpassare TIR e mezzi agricoli. Al volante i polacchi sono più simili agli italiani: sorpassi azzardati, velocità elevate anche in città e una diffusa abitudine a frenare e solo dopo mettere la freccia: abbiamo rischiato di centrare in pieno una macchina con quattro vecchietti a bordo che si è fermata di colpo in mezzo alla strada e ha svoltato! Ai bordi della strada ci sono parecchie persone (giovani e vecchi) che vendono verdura e frutta. Passiamo Suwalki, Augustow e arriviamo a Grajewo dove riesco a prelevare 200 ZLT (quanto varranno?) grazie alle indicazioni di un simpatico signore che spiccica qualche frase in tedesco. Sosta-benza, ci rilassiamo e mangiamo qualcosa (pop-corn e succhi di frutta). L’ottimismo cresce anche se mancano ancora parecchi km alla capitale polacca: siamo stanchi, ma non massacrati (ormai siamo diventati dei veri “macinachilometri” professionisti!) e abbiamo voglia di avvicinarci a casa. Si riparte e, dopo 20 km, inizia a piovigginare ma teniamo duro e dopo pochi minuti smette! A 60 km da Varsavia ci imbattiamo in un incidente con deviazione obbligatoria in una strada sterrata che attraversa i campi per alcuni km. Riprende a piovere e decidiamo di “intutarci” e fare l’ultima sosta-benza prima della meta. Ripartiamo stremati ma la scoperta che si deve tirare indietro un’ora per via del fuso orario ci rinfranca un po’. Arriviamo a Varsavia poco prima delle h. 20 e troviamo l’hotel quasi subito. Il Polonia Palace Hotel che ho prenotato su Internet prima di partire è una mega-figata! All’ingresso un commesso in livrea ci accoglie con uno smagliante “May I help you, sir?” e carica le nostre valigie infangate su un carrello dorato! Alla reception (sembra un teatro lirico!), vedendo l’ambiente (5 stelle!) e i personaggi che si aggirano nella hall, quasi mi scuso per il nostro abbigliamento da “Camel Trophy”, ma il concierge è gentilissimo e si informa in un impeccabile inglese sul nostro viaggio. La camera è enorme (sarà circa 70 mq!) e fantasmagorica, lascio la mancia all’inappuntabile facchino che ci sistema i bagagli in maniera impeccabile e ci beviamo una bottiglia mignon di vino rosso francese di benvenuto. Non ci sembra vero dopo ore di moto e paesi tutto sommato “poveri” poter usufruire di un lusso così: Lory è al settimo cielo! Per fortuna ho prenotato uno degli hotel più belli di Varsavia a un prezzo ridicolo (80 €: meno che la hytta di Capo Nord!), altrimenti rischiavo la separazione! Anche se siamo devastati, facciamo una bella e lunga doccia calda e ci precipitiamo a cena. Prelevo 400 ZLT in un bancomat nei dintorni dell’albergo (zona stazione centrale) e, dopo un tentativo infruttuoso, a un ristorante segnalato sulla guida della città (chiuso alle h. 22!), ci prendiamo un taxi e ci facciamo portare nel centro storico. Il taxista non capisce una parola di inglese e, dopo un girotondo ci riporta al punto di partenza. Io inizio a spazientirmi e allora lui si decide a chiedere informazioni a un collega un po’ più “sveglio”: finalmente si dirige verso la zona giusta (me ne accorgo dai bellissimi palazzi antichi e dalle aree pedonali che incontriamo) e ci fa pagare una sciocchezza (l’equivalente di 2-3 €). Varsavia me la aspettavo grigia, brutta, molto “sovietica”, invece è una città pulsante moderna con una parte antica veramente splendida. In più la vita è molto economica. Ci fermiamo in un ristorante tipico polacco sulla piazza principale (almeno penso sia questa!) e ci facciamo una mega-cena: salmone per lei, tartare per me e due filetti spaziali a un prezzo irrisorio. Vorremo farci un giro per il centro, ma siamo veramente stanchissimi per cui taxi all’hotel e a nanna alle h. 00.30. 17° GIORNO (14.07.2007) VARSAVIA – HOF (830 KM) Ci svegliamo alle h. 7.00 e sonnecchiamo fino alle h. 8.00. Colazione principesca in una hall tutta stucchi e ori con servizio impeccabile: cappuccino, thé, succhi vari, pesce affumicato (salmone, trota, tonno, pesce spada), selezione di formaggi francesi e polacchi, crepes, brioches, frutta fresca e…tutto quello che si potrebbe desiderare (c’è perfino lo champagne!). Controllo la famigerata scheda SD sul PC alla reception e purtroppo risulta illeggibile! Ci vestiamo per il lungo (tanto per cambiare!) viaggio di oggi. Mancia al facchino e saluti al concierge. Usciamo da Varsavia senza problemi e imbocchiamo la 8: finalmente un’autostrada gratuita a due corsie (con tanto di mignotte, bancarelle e semafori!) fino a Piotrków Trybunalski a 140 km/h, poi solita “statalona” abbastanza ben tenuta che attraversa innumerevoli paesini a 100-120 km/h. Soste-benza a Gotowka e prima di Wroclaw. Attraversamento difficile di Wroclaw per lavori in corso (come un po’ in tutto il tragitto polacco) e per le indicazioni approssimative che ho trovato sulla mappa stampata dal sito www.viamichelin.it: perdiamo circa 45 minuti. Alla fine, con un caldo inusuale fino a qui (siamo passati dai 21°C di Varsavia a circa 30°C!), dopo aver tolto imbottiture e pile vari, imbocchiamo la strada giusta (autostrada A4) e procediamo spediti verso il confine tedesco. Sosta-benza per finire gli ultimi Zloty poco prima di Görlitz. Passiamo il confine e in direzione opposta vediamo una coda interminabile di auto in ingresso in Polonia. Ci dirigiamo “a cannone” verso la meta finale e con la nostra velocità costante di 160-180 km/h ci lasciamo alle spalle varie scomodissime supersportive giapponesi che non reggono il ritmo instancabile della nostra Mucca Carolina. Ritroviamo un asfalto perfetto, i mulini a vento e il paesaggio tipico e ordinatissimo della Germania. Anche qui ci sono lavori in corso, ma organizzati in modo da perdere pochissimo tempo. Ci fermiamo a Lichtenau per sosta-benza e gelato. Siamo sfiniti e inserisco nel navigatore l’indirizzo di una Gasthaus a Hof: arriviamo alle h. 19.30 e scopriamo che è chiusa il sabato (???). Ci dirigiamo verso il centro di Hof e prendiamo una camera in quella che si rivelerà una vera topaia (Hotel Bachmann: 53.80 €). Facciamo una doccia e, dietro consiglio dell’albergatrice, ci dirigiamo in una pizzeria (Restaurant bei Nino), gestita da un taciturno italiano e deserta il sabato sera! Pizza per due, birra, acqua, dolce e caffè. Alle h. 22.30 siamo già sotto le coperte (rigorosamente vestiti, perché l’igiene non sembra il pezzo forte di questa stamberga). Domani tappa finale! 18° E ULTIMO GIORNO (15.07.2007) HOF – LEGNANO (745 KM) Ci svegliamo alle h. 7.00. Facciamo colazione con pane raffermo e caffèlatte “brodoso”. Partiamo alle h. 8.30 con cielo azzurro senza nuvole. Teniamo una media da MotoGP e veniamo puntualmente sorpassati da Audi, BMW, Mercedes. Superiamo “all’italiana” la fila di auto nei pochi lavori in corso (non mi va di fare la fila sotto il sole anche in moto!). Sosta-benza prima di Norimberga. Ripartiamo e programmiamo tappe ogni 150 km circa. Non siamo stranamente stanchi: sarà la vicinanza a casa! Altra sosta-benza prima di Ulm e poi via di nuovo fino al confine austriaco dove compriamo la “Vignette” autostradale (4.80 €). Ripartiamo per la Svizzera e poco prima del confine (Marienfeld) sosta-benza con gelato e lavaggio accurato della Mucca Carolina, ormai lercia da Trondheim! Ci rilassiamo e ripartiamo per il S. Bernardino sempre sotto il sole. Prima di Bellinzona facciamo l’ultima sosta-benza: iniziamo a sentire parlare italiano (un po’ mi mancava!). Mancano solo 100 km da Legnano e, impazienti di tornare a casa, ci dirigiamo come dei missili verso il confine italiano, dove “sverniciamo” un’allegra combriccola di scooteristi che occupano tutta l’autostrada quasi fossero a un motoraduno di “Hell’s Angels”. Arriviamo alle h. 17.00 a Legnano! CONSIDERAZIONI FINALI Quando scrivo queste ultime righe ho purtroppo appreso che le foto della famosa scheda SD rimasta schiacciata sotto la Mucca Carolina non sono recuperabili: ho inviato la scheda a una ditta specializzata nel recupero dati da supporti danneggiati ma, dopo vari tentativi, mi hanno comunicato che non sono riusciti a salvare nulla! Questa notizia è stata una “mazzata” per me e Lory, perché tutti i posti più belli visti durante il viaggio li dovremo conservare unicamente nella nostra memoria. Forse sarà una scusa per tornarci! Comunque non ci possiamo lamentare: non abbiamo avuto alcun guasto alla moto o, peggio ancora, incidenti! Inoltre il tempo è sempre stato incredibilmente dalla nostra parte: in 18 giorni meno di 2 giorni di pioggia sono un record per la Scandinavia! Di tutte le nazioni che abbiamo attraversato indubbiamente è la Norvegia quella che ci ha affascinato maggiormente: panorami da favola, fiordi spaziali, montagne magiche, isole magnifiche e strade stupende specialmente per un motociclista. Questa spedizione ha comportato un impegno fisico abbastanza importante: abbiamo perso 3 kg a testa senza nemmeno accorgerci (saranno forse i tanti pranzi saltati?). D’altronde, per poter vedere quello che ci interessava e per non appesantirci troppo (con eventuali colpi di sonno!) sarebbe stato impossibile e anche controproducente fermarsi ogni giorno per un vero pranzo. Uno dei pochi punti fermi che mi sono prefissato è stato di evitare di viaggiare di sera con l’oscurità (anche se a certe latitudini c’è quasi sempre luce!) e la stanchezza. Tutto il vestiario (poco a dire il vero) che ci siamo portati si è rivelato più che sufficiente: è inutile portarsi camicie, gonne, pantaloni e scarpe in quantità, tanto si rimane quasi tutto il tempo con l’abbigliamento da moto e per le uscite serali basta veramente poco! L’unica cosa che mi sono pentito di non avere portato è stata la caffettiera: quasi tre settimane a “brodaglia” e “imitazioni” del vero espresso italiano (del quale io sono uno dei tanti “drogati”) sono state una prova veramente dura. Come abbigliamento da moto consiglio vivamente capi in Gore-Tex o similari con imbottiture staccabili, stivali e guanti invernali impermeabili e tute antipioggia: a parte qualche tratto (vedi Jothunheimen e Capo Nord) siamo stati sempre al caldo (macinare chilometri col freddo che ti attanaglia ti rovina sicuramente il piacere del viaggio). Sicuramente si può scegliere di viaggiare “all’avventura” senza prenotare nulla in anticipo (si troverà sempre un posto per dormire) ma, avendo i giorni contati, non ci siamo potuti permettere di “sforare” qualche tappa per un traghetto già pieno o per la ricerca serale “disperata” di un alloggio. Anche solo la consultazione su Internet dei vari campeggi e hotels prima di partire può evitare di finire, causa stanchezza, nella prima stamberga che capita (come è successo a noi qualche volta). Ci è sempre stato detto che la Scandinavia è una meta molto costosa ma ce la siamo cavata con circa 2300 € a testa tutto compreso (a mio parere non male per una vacanza così intensa di diciotto giorni!), senza dover rinunciare a nulla di quanto ci siamo prefissati. ROADBOOK LEGNANO-NORDKAPP-LEGNANO DAY TAPPA KM TEMPO 1° Legnano – Ulm 430 5 h 40 min 2° Ulm – Hamburg 748 9 h 45 min 3° Hamburg – Hirtshals 561 13 h 30 min Hirtshals – Kristiansand (11 FERRY) 2½ h 4° Kristiansand – Jorpeland (21 FERRY) 287 10 min 4 h 30 min 5° Jorpeland – Bergen (2,3,4 3 FERRIES) 236 1½ h 7 h 6° Bergen – Lom – Geiranger (51 FERRY) 466 15 min 9 h 30 min 7° Geiranger – Kristiansund – Trondheim (6,7,8,9,104 FERRIES) 467 2¼ h 10 h 45 min 8° Trondheim – Dalselv 524 6 h 45 min 9° Dalselv – Bodo 326 11 h 30 min Bodo – Sørvågen (11FERRY) 3½ h 10° Sørvågen – Gratanger (121 FERRY) 491 ½ h 10 h 11° Gratanger – Alta 495 9 h 15 min 12° Alta – Nordkapp (Skarsvåg) 337 4 h 15 min 13° Nordkapp – Saariselka 440 9 h 14° Saariselka – Rovaniemi 320 14½ h Rovaniemi – Helsinki (13TRENO) 11½ h 15° Helsinki – Tallinn (14FERRY) 1½ h 9 h 30 min Tallinn – Riga 301 16° Riga – Varsavia 757 10 h 30 min 17° Varsavia – Hof 830 10 h 18° Hof – Legnano 745 8 h 30 min TOT. 18 TOT. 8770


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