A Nord Kapp in 106

In realtà eravamo in tre: Stefania, Sara e Barbara, più Peggy, la mia Peugeot 106. Organizzare un viaggio fino a Capo Nord è semplice grazie ai vari siti Internet che riportano tutte le informazioni possibili circa alberghi, campeggi, costi, strade e tutto quello che può essere necessario sapere. Questo è quello che abbiamo imparato...
Scritto da: Stefania 9
a nord kapp in 106
Partenza il: 12/07/2003
Ritorno il: 04/08/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 3500 €
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In realtà eravamo in tre: Stefania, Sara e Barbara, più Peggy, la mia Peugeot 106. Organizzare un viaggio fino a Capo Nord è semplice grazie ai vari siti Internet che riportano tutte le informazioni possibili circa alberghi, campeggi, costi, strade e tutto quello che può essere necessario sapere. Questo è quello che abbiamo imparato noi: Periodo Il periodo migliore per intraprendere un viaggio a Nordkapp è il mese di Luglio, perché c’è il sole di mezzanotte, uno spettacolo imperdibile tempo permettendo (a noi non lo ha permesso) e anche perché molte strutture ricettive del nord chiudono con ferragosto. È bene prevedere almeno tre settimane, e bisogna avere la pazienza di passare parecchie ore in macchina soprattutto nella fase di avvicinamento e ritorno (la Germania è incredibilmente lunga). Noi siamo partite il 12 luglio 2003 e siamo tornate il 4 agosto. Alloggi Le possibilità per alloggiare sono infinite e su internet si trovano tutti gli indirizzi utili ed i costi. Noi siamo andate in tenda, i campeggi norvegesi e svedesi sono molto belli, puliti e dotati di tutti i comfort. Quasi tutti i campeggi sono la cucina comune al coperto, lavatrici e asciugatrici, si può pagare ovunque con carta di credito e a differenza di quanto sostengono i vari siti internet si ha accesso sicuro anche se non si possiede la carta dei camping scandinavi (a noi l’hanno chiesta solo nel secondo campeggio di Goteborg). Non è necessario prenotare, si trova sempre posto per le tende. Nel caso piova tutti i campeggi affittano le hitte, casettine con quattro letti e cucinino, spesso dotate di riscaldamento, utile soprattutto al nord quando le giornate non sono proprio soleggiate; al sud è meglio prenotare le hitte o arrivare molto presto al campeggio. Chi sceglie la soluzione del campeggio è meglio che si procuri una tenda con il rivestimento esterno scuro, perché lì non viene mai completamente buio di notte. Sulle isole Lofoten e Vesteralen conviene affittare un rorbu. Le rorbuer sono le caratteristiche casette dei pescatori bianche e rosse, spesso costruite su palafitte a picco sul mare. Strade e pedaggi Partendo dall’Italia secondo l’itinerario che abbiamo scelto noi bisogna tener conto che si passa dalla Svizzera e che quindi bisogna procurarsi il bollino per l’autostrada che nel 2003 costava 28,80€. L’autostrada tedesca invece è gratuita come quella danese, ma bisogna stare molto attenti agli autovelox disseminati ovunque; in compenso si pagano i pedaggi sui ponti di Storebælt e di Øresund per arrivare in Svezia, rispettivamente di 244 DDK (corone danesi) e 275 SEK(corone svedesi), al cambio dell’epoca 34,90 € e 30,00 € circa. L’autostrada in Svezia è gratuita, ma la modalità di guida è piuttosto strana: percorrendo qualunque tipo di strada si trova sulla destra una linea tratteggiata, quando guidando ci si accorge che il veicolo che segue manifesta l’intenzione di sorpassare ci si deve buttare sulla destra oltre la linea tratteggiata e lasciarlo passare; praticamente si guida con lo sguardo fisso sullo specchietto retrovisore. Altra particolarità delle strade svedesi è che esistono solo due limiti di velocità, salvo casi eccezionali, 50 km/h in città e 100 km/h sulle extraurbane per il resto ci si autogestisce, che ci siano curve, tornanti, dossi, discese pericolose il limite rimane invariato (questo almeno nel nord, nel sud non lo sappiamo). Un’ultima nota sulle strade svedesi riguarda la modalità di rifacimento del sottofondo stradale. Se c’è la necessità di riasfaltare una strada loro procedono in maniera lievemente diversa rispetto a noi: rimuovono tutti gli strati fino ad arrivare al terriccio per tutto il corso della strada da rifare e su entrambe le corsie (fossero anche venti chilometri), dopo di che procedono alla stesura dei vari strati sempre lungo tutto il tragitto. Dato che di strade non ce ne sono molte, non si può scegliere di percorrerne una alternativa, si è costretti a percorrere chilometri e chilometri su terriccio, ghiaietto, bitume e via dicendo. In Norvegia l’autostrada è a pagamento, ma ce ne sono davvero poche, inoltre si pagano anche gli ingressi ad alcune città come Oslo 15 NOK (circa 1,80€), Bergen 10 NOK (1,25 €), Trondheim 35 NOK (4,38 €); bisogna fare attenzione a non sbagliare strada altrimenti si rischia di pagare due volte (noi ovviamente non ci siamo fatte sfuggire l’occasione a Bergen totalizzando quattro pedaggi solo per uscire dalla parte giusta). Altri pedaggi che si pagano sono quelli di alcuni ponti, e alcuni tunnel. Paradossalmente il tunnel tra Laerdal e Aurland, il più lungo di tutti (24 km), è gratis, mentre quello sottomarino per arrivare ad Honnisvag costa 232,00 NOK (29 €) per tre persone, 186 NOK (23,25 €) se per caso ad uno dei passeggeri dovesse venire in mente di nascondersi dietro il bagaglio al ritorno. I traghetti, al contrario di quanto ci avevano detto tutti prima della partenza, sono molto frequenti ed accessibili come prezzi. Tax free Il sistema del tax free norvegese è un po’ particolare: quando si fanno acquisti bisogna richiederlo alla cassa, la commessa provvede quindi a sigillare i sacchetti che non dovranno più essere aperti (se ci si riesce) fino alla frontiera e vi dà un modulo da compilare. Giunti alla frontiera si presentano sacchetti sigillati e moduli all’apposito sportello e qui vi vengono restituiti i soldi nella valuta di uno dei due stati confinanti. I soldi che vi vengono restituiti sono da calcolare in percentuale sul valore dell’acquisto, ma la percentuale varia a seconda della tipologia del prodotto (gioielli, libri, alimentari ecc…). Noi non abbiamo capito quanto fossero le varie percentuali, ma ci hanno dato un bel gruzzoletto, forse perché abbiamo comprato un po’ troppa roba. Al confine con la Svezia sulla strada che va da Oslo a Goteborg l’ufficio è dalla parte della Svezia, sulla destra dopo aver attraversato il ponte, comunque quando si entra in Norvegia conviene fermarsi e farsi dare l’elenco delle frontiere in cui si possono trovare gli uffici del tax free, non in tutte infatti c’è questa possibilità. Le tappe: Per organizzare le tappe del nostro viaggio ci siamo affidate ad un programma (AUTO AND ROUTE) che permette di conoscere distanze e tempi di percorrenza inserendo semplicemente il luogo di partenza e quello di arrivo. Non funziona! Per carità, le distanze sono corrette, ma i tempi di percorrenza…. Anche viaggiando sempre al limite di velocità consentito sono tutti sballati. Il problema è che se fossero sballati in eccesso o in difetto in modo uniforme uno può anche fare due conti e regolarsi, invece sono sballati secondo una regola del tutto casuale quindi ci si può aspettare di tutto. Comunque a Capo Nord ci siamo arrivate lo stesso. Nota: i tempi che abbiamo indicato noi sono considerati dall’ora di partenza all’ora di arrivo alla tappa successiva, quindi comprendono anche eventuali visite o soste; stessa cosa per i chilometraggi. 12 luglio – Primo giorno Milano – Essel Engehausen (Hannover) Km 1135 in 15 ore (non fatelo a meno di non essere masochisti) Questi sono i tempi attraversando la frontiera Svizzera dopo Chiavenna, passando da Chiasso si fa decisamente prima. È quasi tutta autostrada, bello il paesaggio sia in Svizzera che in Germania, ma qui dopo un po’ diventa leggermente monotono. Essel Engehausen è un paesino agricolo molto carino nella campagna a nord di Hannover, ci sono delle bellissime fattorie dell’800 tutte appena ristrutturate. La campagna circostante offre un senso di pace incredibile, soprattutto dopo quindici ore passate in macchina. Campeggio Reisecamp, abbastanza carino con bagni decorosi e tranquillo, non fosse per l’autostrada che passa lì vicino e, anche se il campeggio è ben protetto dalla vegetazione il rumore si sente in sottofondo. Tenda, più macchina e due persone: 14,00 €. Voto 7 13 luglio – secondo giorno Essel Engehausen – Goteborg Km 943 – 11 ore Tutta autostrada, si passano Germania, Danimarca e, dopo i ponti di Storebælt e di Øresund si arriva in Svezia. È la classica tappa di avvicinamento, anche se dobbiamo ammettere che i ponti sono davvero affascinanti. A Goteborg trovare posto in campeggio non è semplicissimo, è stato l’unico posto in cui abbiamo dovuto fare due tentativi sia all’andata che quando ci siamo ripassate al ritorno. Varrebbe la pena prenotare. Campeggio: Camping Lilleby a Torslanda. Per raggiungerlo basta andare nella zona del porto e seguire le indicazioni per Torslanda. Non ci ha molto soddisfatto: è attraversato in due da una strada che porta al mare e andare in bagno è piuttosto complesso visto che, per chi è in tenda, bisogna attraversare la strada, ricordarsi il codice d’accesso e aspettare con pazienza perché non sono molti. Le docce sono in comune come quelle delle nostre piscine comunali, comunque pulite. La vicinanza dell’acqua rende il Lilleby camping una rinomata struttura ricettiva anche per la zanzara, è consigliabile dopo la doccia cospargersi completamente di Autan prima di tornare alla tenda. Da non perdere i water portafiori appesi sulla casetta dei bagni. Tenda più macchina e due persone: 19,00 € (è comunque consigliabile pagare in SEK per risparmiare). Voto 6=. 14 luglio – terzo giorno visita a Goteborg Goteborg – Oslo Km 356 – 6 ore e un quarto Goteborg è davvero una bella città. La zona del porto dà l’idea di qualche cosa di mastodontico con le navi attraccate ai moli e i cantieri in funzione, mentre il centro ha un aspetto delicato e piacevole. I parchi ed i canali danno una sensazione di pace pur trovandosi nel mezzo di una grossa città, ma la cosa davvero imperdibile è lo shopping nei negozi di articoli per la casa nei dintorni del Victoria Passanger. C’è un’infinità di oggettini, stoffe, complementi d’arredo davvero deliziosi, lo stile è tipo IKEA, ma la qualità decisamente superiore. Da Goteborg a Oslo è tutta autostrada, dopo tre giorni inizia a stancare, ma bisogna portare pazienza perché è l’ultimo pezzo e per un bel po’ di giorni non la si ritroverà più. In corrispondenza del confine tra Svezia e Norvegia si incontra il primo fiordo e vale la pena di fermarsi e fare due passi sul ponte che lo attraversa, non fosse altro perché è il primo di tanti altri che si vedranno. A Goteborg alloggiamo sulla collina del trampolino olimpico (Holmennkollen), una zona molto carina che viene anche chiamata la Beverly Hills di Oslo. In effetti ci sono delle case splendide in puro stile norvegese, ma niente a che vedere con i villoni hollywoodiani. Campeggio: Bogstad camping. Per raggiungerlo bisogna attraversare tutta Olso (anche con la tangenziale va bene) e poi seguire le indicazioni per Bogstad, guardate bene perché una volta usciti dalla tangenziale alcuni cartelli sono coperti dalla vegetazione. Il campeggio è grandissimo, ma molto bello. Per montare la tenda è meglio scegliere una delle zone in cui ci sono gli alberi, perché se c’è il sole fa un caldo pauroso (e qui la notte dura solo un paio d’ore). I bagni sono puliti e grandi, per fare la doccia bisogna richiedere una tessera alla reception e farsela caricare con il numero di docce che si intende fare. È consigliabile seguire attentamente le istruzioni altrimenti si rischia di scaricare la carta senza vedere nemmeno una goccia d’acqua, alla reception c’è sempre qualcuno che arriva in accappatoio per farsi ricaricare la tessera. 2 giorni con tenda, auto e due persone: 395 NOK (circa 49,38 €). Voto 8 15 luglio – quarto giorno visita a Oslo Per la visita alla città abbiamo deciso di muoverci con i mezzi pubblici. C’è un autobus che ferma proprio davanti al campeggio e considerato che avremmo dovuto pagare l’ingresso a Oslo ed il parcheggio ci sembrava conveniente, in realtà non lo è perché il biglietto (che si fa sull’autobus) per la singola corsa urbana della durata di un’ora e mezza costa 30 NOK (3,75 €); noi abbiamo fatto tre corse in due persone e avremmo decisamente risparmiato movendoci in macchina. A Oslo c’è un’infinità di cose da vedere, ma questo richiede parecchi giorni quindi è stato necessario operare delle scelte. Noi abbiamo deciso di muoverci come dei perfetti turisti e ci siamo orientati sul Kulturhistoriske Museum e sul Norsk Folkmuseum che sono uno attaccato all’altro su di un promontorio proprio di fronte ad Oslo (Bydoy). Il primo è il museo dove sono esposte le navi dei vichinghi. Impressionanti, anche se in realtà sono navi che non hanno mai solcato i mari, ma venivano utilizzate per le sepolture. Comunque una visita è d’obbligo anche perché il museo è allestito molto bene e le navi possono essere viste anche da dei balconcini che permettono di ammirarne l’interno. Il secondo museo è una ricostruzione dei villaggi norvegesi delle varie epoche storiche e delle varie zone del paese. Le case, quasi tutte visitabili all’interno, non sono delle ricostruzioni, ma sono quelle originali che sono state smontate e rimontate nel museo. Il giro è piuttosto lungo e, se affrontato a trentacinque gradi all’ombra come nel nostro caso, anche pesante, ma ne vale comunque la pena. Appena si varcano le porte del museo ci si immerge in un atmosfera di altri tempi, si passa nelle strette vie della vecchia Oslo con le sue case di legno che ormai (in quella vera) non si vedono più, si entra in un’antica farmacia con tanto di orto con erbe officinali, nella casa di una ricca famiglia e in quelle più povere dei contadini delle campagne del sud. Proseguendo si scoprono le case del nord, di legno e con il tetto in erba ed entrando in una di queste ci sembra di trovarci nella casa di Kristin Lavransdatter, la protagonista dell’omonimo romanzo della Undset che tanto ci aveva coinvolto ai tempi dell’università. Concludiamo il giro visitando una Stavkirke, una di quelle chiese di legno che una volta erano tanto diffuse in tutto il sud e che adesso costituiscono una rarità. Il profumo della resina all’interno della chiesa è forte ed indimenticabile e lo ritroveremo anche nelle altre che ci capiterà di visitare. Nel pomeriggio facciamo il giro nel centro di Oslo, bello, come il centro di tante altre città. Degna di nota è invece la zona del porto, lo struscio degli abitanti del luogo, con negozietti e locali e tante panchine sulle quali fermarsi per ristorarsi un po’ alla luce del tramonto che qui dura per alcune ore. 16 luglio – quinto giorno Oslo – Bergen Km 549 8 ore Finalmente non si fa più l’autostrada. Il tragitto è incantevole, si passano foreste e colline quasi sempre costeggiate da corsi d’acqua o laghetti, le cascate che si gettano a picco sono innumerevoli. Il viaggio è lungo, ma rilassante. Ci fermiamo a visitare la Stavkirke di Burgund, la più antica di tutto il paese e ritroviamo ancora il caratteristico profumo di resina. L’ultima parte del viaggio è praticamente una galleria unica, passiamo anche quella di ventiquattro chilometri in cui, per rilassare il conducente, sono stati previsti giochi di luce che più che rilassare distraggono dalla guida. Per un piccolo inconveniente (non trovavamo più i picchetti della tenda) passiamo la prima notte in un motel terrificante affacciato direttamente sull’officina Breda locale per la modica cifra di 590 NOK (73,75 €). Voto 3. 17 luglio – sesto giorno Visita a Bergen e recupero della Barbara all’aereoporto. I picchetti ovviamente erano in macchina, per fortuna perché abbiamo girato parecchi posti disposte anche a comprarli, ma non ne abbiamo trovati. Bergen è deliziosa, anche le stradine più lontane dal Briggen (la zona più famosa affacciata sul canale) offrono scorci caratteristici con casette di legno dai davanzali immersi nei fiori e finestrelle colorate. D’obbligo è la sosta al mercato del pesce dove si può acquistare il vero salmone norvegese da portare a casa (sempre che rientrate nel giro di una settimana). Il salmone originale è uno spettacolo, lontano mille miglia da quello a cui siamo abituati noi. Buonissimi sono anche i panini con il burro salato ed i gamberetti. Potete girare per le bancarelle e assaggiare tutto quello che vi propongono per poi fare la vostra scelta, vi proporranno anche la carne di balena, ma qui sta alla vostra coscienza. Altra tappa d’obbligo è la Julenhuset, letteralmente la casa del Natale, dove vendono tutto il necessario per addobbare la casa; ovviamente luglio non è il mese migliore per questo genere d’acquisti e anche noi siamo poco ispirate, comunque è molto carina. Per concludere la giornata è necessario salire con la cremagliera sulla collina alle spalle della città (noi l’abbiamo soprannominata Bergen de sura), lì c’è un punto panoramico da cui si può godere dello spettacolo del fiordo su cui si affaccia la città. In ogni caso Bergen è molto più bella vista dall’interno che dall’alto. Campeggio: Lone motel & Camping a Haukeland molto carino, affacciato sul mare (con un po’ di coraggio si può anche fare il bagno) e se avete fortuna potete montare la tenda vicino ad uno dei tanti tavolini di legno su cui è molto più comodo cucinare. Per montare la tenda bisogna fare attenzione alla pendenza perché non tutto è in piano. Le docce sono terribili: a gettone con inserimento dall’esterno, bisogna essere velocissimi per non perdere preziosi minuti d’acqua. Tenda più auto e tre persone 180 NOK (22,50 € circa). Voto 7 18 luglio – settimo giorno Bergen – Stryn Km 351 – 8 ore e 15 minuti Bellissimo il tragitto nella regione del Sognefjorden, da qualunque parte si guardi il panorama è mozzafiato, la strada costeggia i fiordi, sale e scende per passi in cui sembra di essere sulle nostre Alpi, ma l’altitudine non supera mai i 300 m. Si prende anche un traghetto, ma non c’è molto da attendere e la traversata offre un po’ di riposo e di tempo per le foto. Non si incontrano molti paesi, ma sono parecchie le casette rosse di legno che si affacciano sul mare immerse nel verde di una vegetazione lussureggiante. Stryn è una località turistica rinomata per gli sport “invernali”; qui si pratica lo sci estivo sul ghiacciaio che arriva praticamente al mare. Dobbiamo ammettere di essere un po’ confuse: sembra di essere in val Pusteria, ma c’è il mare con i gabbiani che non si zittiscono un secondo. Campeggio: Camping Stryn, piccolo e molto carino. L’asciugatrice era rotta e la host, per il nostro primo bucato ci ha fornito uno stendibiancheria. I bagni potrebbero sembrare quelli di una comune abitazione, ma anche se piccoli sono sufficienti visto il limitato numero di ospiti. Il campeggio è proprio nel centro del paese quindi alla sera si può fare anche una piacevole passeggiata per le vie del centro. Tenda, auto e tre persone: 130 NOK (circa 16,25 €). Voto 8. 19 luglio – ottavo giorno Stryn – SundalsØra Km 301 – 8 ore e 10 minuti Il tempo non ci ha aiutato in questa giornata che avrebbe dovuto portarci alla scoperta dalle valle dei Troll. Il viaggio comincia con un traghetto seguito dalla salita verso un ghiacciaio. Finalmente il clima inizia ad essere un po’ più fresco. Dal ghiacciaio si scende al Geiragerfjord che è forse uno dei luoghi più riprodotti della Norvegia (la copertina dei Meridiani per intenderci); in effetti il panorama è bellissimo anche se il cielo è plumbeo ed ogni uscita dalla macchina per scattare foto ci costringe a bagnarci dalla testa ai piedi. Dal Geirangerfjord risaliamo nuovamente e ci ritroviamo in una bellissima valle completamente coltivata a fragole, alla destra e alla sinistra della strada si vedono questi immensi campi rossi e ogni tanto si trovano baracchini che le vendono, noi ovviamente non potevamo rinunciare ed effettivamente sono buonissime. Dalla valle delle fragole si sale ancora un poco verso la Trollstigvein, la valle dei Troll. Era una delle mete del nostro viaggio, uno di quei posti per vedere i quali abbiamo allungato il percorso verso Capo Nord. Non si vedeva ad un palmo dal naso, nessuno di noi sa quale sia l’aspetto di quella valle se non per averlo visto in cartolina. D’altra parte quell’aria tanto lugubre e misteriosa si addice decisamente al luogo di origine di quelle strane creature. Proseguiamo scendendo lentamente per la scala dei Troll, una strada di undici tornanti molto stretti e affacciata su un baratro, resa ancor più pericolosa dalla pioggia e dal fatto che per la nebbia non si riusciva a vedere nemmeno il limite della carreggiata. Il viaggio di oggi si conclude a SundalsØra, capitale norvegese dell’alluminio, ma dall’aspetto tutt’altro che industriale, ultimo posto utile per trovare un campeggio. Purtroppo piove e quindi ci dirigiamo all’ostello locale (vanderheim in norvegese) dove affittiamo una hitta per quella notte. Campeggio: Traerdal hotel vanderheim camping. Molto carino con parecchie hitte di legno rosse e bianche, frequentato da pescatori di salmoni. In un momento di tregua dall’acqua riusciamo anche a stendere la tenda per farla asciugare. I bagni sono molto belli anche perché sono in comune con l’ostello, ci sono anche delle zone in cui si può stare al coperto e socializzare. La hitta è anche dotata di calorifero elettrico ed i nostri vestiti che nel corso della notte precedente si erano bagnati rimanendo stesi fuori dalla tenda si asciugano completamente. Una hitta con 4 posti letto 160 NOK (20 € circa). Voto 9,5. 20 luglio – nono giorno SundalsØra – Trondheim Km 253 – 3 ore e mezza Bellissima strada attraverso verdi valli e montagne innevate; passando per Oppdal ci ritroviamo di nuovo sulle tracce della nostra eroina Kristin Lavransdatter. Dopo aver montato la tenda ed esserci concesse una rilassante sosta per l’abbronzatura al campeggio ci dedichiamo alla visita alla città. Purtroppo (o fortunatamente) è domenica, le vie sono deserte ed i negozi tutti chiusi. Passeggiando per il centro ci ritroviamo davanti alla cattedrale di S. Olav (un mito da queste parti), un esempio di architettura medievale spettacolare un po’ rovinato dalle rivisitazioni protestanti. Accanto alla cattedrale c’è il castello nel cui cortile sembra stiano preparando una festa o una sagra popolare, proviamo a chiedere di cosa si tratta, ma ci viene risposto in malo modo qualche cosa del tipo “sono affari nostri”. Dalla cattedrale ci dirigiamo sul ponte vecchio che si affaccia sul Briggen: meraviglioso. Ricorda un po’ Bergen e alcune città marittime tedesche, le nostre vaghe reminiscenze scolastiche ci fanno tornare alla mente l’esistenza della lega anseatica che probabilmente le collegava tutte con un giro di commerci. In ogni caso le case del Briggen affacciate sul canale sono splendide. Dalla strada interna riusciamo a spiare dentro qualche finestra e notiamo che sono tutte arredate in modo moderno e tuttavia in splendido accordo con quell’aria da vecchie signore che hanno all’esterno. L’ultima cosa che non vogliamo perdere è il faro, ma per capire da dove si può vedere bene dobbiamo chiedere a parecchie persone girando per le strade armate di una cartolina che lo riproduce. Finalmente lo troviamo (bisogna andare in macchina verso la periferia), lui non è un granché, ma il panorama valeva la fatica. La notte ci regala un tramonto bellissimo (ore 11.45 circa), il sole cala dietro le montagne e il cielo si tinge di tutte le sfumature del rosso e dell’azzurro, tutti gli ospiti del campeggio sono a bocca aperta. Campeggio: Flaak camping. Molto carino, chiuso tra il mare e campi di grano che lì a luglio sono ancora verdi, l’unica pecca è la vicinanza del porto con le sirene delle navi che ogni tanto si fanno sentire. Tenda, auto e tre persone 130 NOK (16,25 € circa). Voto 7,5 21 luglio – decimo giorno Trondheim – Mo-I-Rana Km 493 – 10 ore e 45 minuti Passiamo metà della mattina a Stiklestad, una località a nord di Trondheim dove si svolse un’epica battaglia nel corso della quale perse la vita S.Olav (uomo, vichingo, re e santo come dicono loro) e a seguito della quale la Norvegia si convertì al cristianesimo. C’è il museo e un piccolo percorso sulla collina dove si svolse la battaglia. Il 29 luglio viene fatta una rievocazione e noi siamo capitate lì proprio nel mezzo delle prove: vedere un norvegese vestito da vichingo ti toglie ogni dubbio su come dovevano essere un tempo questi uomini del nord. Visita veloce anche all’antica e deliziosa chiesetta dalla parte opposta della strada (visita ovviamente a pagamento) e poi ripartiamo verso il nord. L’obiettivo di oggi è di portarci il più possibile a nord in modo da guadagnare un giorno di viaggio. Il panorama inizia a cambiare e la strada si immerge in vaste foreste di larici (o pini o abeti?), le città ed i paesi sono sempre più radi e conviene fare benzina ogni volta che si ha occasione. Un’ultima piccola deviazione ci porta alle cascate Laksfossen dove si possono osservare i salmoni che si dannano per risalire la corrente, almeno così dice la guida, noi siamo un po’ dubbiose e invece…Una quantità enorme di salmoni balza fuori dall’acqua nel tentativo di risalire le rapide, non siamo riuscite a capire se qualcuno ci sia riuscito, ma lo spettacolo è senza dubbio affascinante e si perde facilmente la cognizione del tempo. In serata arriviamo a MO-I-Rana, (la Cape Canaveral della zanzara.) Campeggio:Bjerka camping. L’aspetto è carino, è affacciato su di un laghetto in cui qualche campeggiatore si lancia per una gelida nuotata, ma la zanzara è in agguato. Noi riusciamo a finire la cena incolumi, ma poi dobbiamo richiuderci subito nella tenda. Tenda, auto e tre persone 110 NOK (13,75 € circa). Voto 7,5. 22 luglio – undicesimo giorno Mo-I-Rana – Å (Lofoten) Km 284 – 5 ore e 15 minuti a Bodo (imbarco per Moskenes sulle isole Lofoten) Il tragitto di oggi porta a superare il parallelo dei 66° e 33’ ed entriamo nel circolo polare artico. Il limite è segnato da una semplice riga sulla strada e dai dei cippi che corrono sulle colline di una vallata brulla ed inospitale. Ovviamente non può mancare un centro commerciale, come non mancano le collinette di sassi lasciate dai turisti. Noi siamo un po’ emozionate. La strada continua come una striscia che fende una landa desolata. Arriviamo a Bodo giusto in tempo per prendere l’ultimo traghetto utile, quello cioè che ci permette di arrivare sulle Lofoten in tempo per trovare un alloggio. Il viaggio dura circa tre ore. Il mare fortunatamente è tranquillo e questo ci rincuora visto che i racconti sentiti prima di partire erano agghiaccianti. L’ingresso del porto di Moskenes è accompagnato da un religioso silenzio, sembra proprio di attraccare in un posto fuori dal tempo e fuori dalla storia, ci ricorda la terra il giorno dopo della creazione e pare che gli altri turisti abbiano esattamente la stessa sensazione. Andiamo ad Å, un paesino di pescatori a pochi chilometri da Moskenes e prendiamo una stanza nel vanderheim locale. Volevamo una delle stanze sulle palafitte a picco sul mare, ma è molto tardi e ci dobbiamo accontentare della seconda fila, ma va bene lo stesso. Per una volta ci concediamo una cena al ristorante a base di zuppa di pesce, salmone e lingue di merluzzo in salsa di cipolle: spettacolare. Ostello: Å vanderheim. Bellissimo, le casette sono proprio quelle di pescatori e sono sparse in tutto il paese, alcune su palafitte accessibili tramite passerelle in legno. Dalla nostra finestra si gode una panorama bellissimo e il caldo della nostra stanza ci ristora dopo un altro giorno freddo e piovoso. Una stanza per quattro persone 780 NOK (97,50 € circa). Voto 9,5. 23 luglio – dodicesimo giorno Å (Lofoten) – Sto (Vesteralen) Km 303 – 10 ore Prima di ripartire è assolutamente necessario un tour fotografico ad Å, il cielo plumbeo le conferisce un’aria ancora più affascinante, poi a malincuore ci rimettiamo in macchina e partiamo dirette a nord. La prima tappa è Reine, un altro paese di pescatori affacciato sul mare su cui dominano alte montagne verdi, poi è la volta di Sund dove incontriamo una simpatica oca inseguita dal suo padrone imbarazzato dal fatto che la sua amica stia bloccando il traffico. A Ramberg ci fermiamo ad ammirare un’immensa spiaggia bianca che in accoppiata con la bassa marea ci ricorda un po’ le spiagge della Normandia. La spiaggia di Flakstad è invece la più famosa delle Lofoten, ambientazione per parecchie pubblicità alla televisione norvegese e, grazie alla corrente del golfo a cui queste isole sono soggette, il posto ideale per fare il bagno. Sarà, ma a noi saltano via i piedi solo ad avvicinarsi, eppure qualcuno il bagno lo fa: prendono un bel respiro e poi corrono dentro velocemente per uscirne immediatamente dopo. Noi che abbiamo un’altra idea dei bagni in mare ci limitiamo ad ammirare il panorama e passeggiare sulla sabbia bianca. Nusfjord merita un discorso a parte, per raggiungerlo bisogna fare una piccola deviazione, ma è un peccato non andarci. È un paesino di pescatori, tra l’altro dichiarato patrimonio dell’umanità, costruito su di una passerella che gira intorno ad una piccolissima insenatura di un fiordo poco più grande. È delimitato da un lato da un grosso scoglio sul quale sostano vigili decine di gabbiani ed è una favola. Per chi decide di deviare per Nusfjord sono d’obbligo la zuppa di pesce mangiata sul molo e una visita a Michele. Michele è un ragazzo di Enna che fa l’orafo e ha aperto una piccola bottega artigianale in questo posto da sogno. Ci ha raccontato di aver vissuto per quindici anni ad Honnisvag e di essersi trasferito sulle Lofoten alla ricerca di un clima più mite (per un siciliano non è male). Bisogna prendersi un po’ di tempo per chiacchierare con lui, oltre ad essere una fonte inesauribile di informazioni e massime di vita è anche un bravissimo orafo e noi non partiamo prima di aver acquistato un anello ciascuna. Il tempo è davvero inclemente, ricomincia a piovere e non riusciamo a raggiungere Nyksund perché la strada sterrata è impraticabile, torniamo indietro e ci rimettiamo sulla strada per Sto, il posto da cui partiremo per il wale safari. Il nostro arrivo a Sto è degno di un romanzo di Hemingway. Piove a dirotto, il mare è mosso da far paura e per strada non si vede un’anima viva, non si capisce nemmeno a chi dobbiamo rivolgerci per avere una stanza. Poi riusciamo ad interpretare uno strano cartello che ci conduce al campeggio in fondo al paese. Qualche tenda montata la si vede, ma è roba da pazzi con il vento che c’è! Fortunatamente la host del campeggio gestisce anche delle rorbuer e ne prendiamo una in paese, affacciata sul mare, giusto per tener d’occhio la situazione. Rurbu a Sto bellissima e veramente accogliente, con bagno e cucina veri, finalmente. Peccato che non smette di piovere. Rourbu per 4 persone 390 NOK (48,75 € circa). Voto 9,5. 24 luglio – tredicesimo giorno Sto – Tromso km 455 – 8 ore e 5 minuti. Diluvia ancora e non riusciamo a fare il wale safari, un vero peccato perché insieme alla Trollstviggen era una delle cose che ci tenevamo proprio a fare. La strada per uscire dalle Vesteralen e tornare sulla terraferma è splendida. Il mare ha i colori cristallini degli arcipelaghi polinesiani e le coste sono punteggiate dalle immancabili casette rosse dei pescatori, intorno è tutto verde smeraldo, sembra di muoversi all’interno di uno screen saver. Breve sosta alle Malselvfossen per vedere la cascata con la scala dei salmoni, la cascata c’è, la scala pure, ma di salmoni nemmeno l’ombra. A Tromso siamo ancora costrette a prendere una hitta, dato che piove ancora e fa un freddo barbino. Campeggio: Puscamp Tromsdalen camping, carino e decoroso, popolato da pescatori e pochi turisti. La hitta è accogliente, ma il fatto di non poter uscire ci rende un po’ scorbutiche. Hitta per 4 persone 500 NOK (62,50 € circa). Voto 8. 25 luglio – quattordicesimo giorno Visita a Tromso Tromso – Alta Km 438 – 6 ore e 30 minuti. Prima di ripartire è d’obbligo una visita alla capitale del nord. Tromso ha tutto l’aspetto di una cittadina di frontiera con le vie parallele accostate lungo il pendio di una collina che scende nel mare. Le case sono basse e di legno e lungo la via principale i negozi ed i mercatini si sprecano. Visitiamo il museo di Amundsen, da evitare se fanno impressione gli animali imbalsamati. Dopo esserci immersi nel clima delle spedizioni polari proseguiamo il nostro tour cittadino, d’obbligo una sosta dal panettiere Steike godt al 25 di Vestregata, sia per i fantastici dolcetti che per il fornaio che merita veramente. Per il pranzo è molto valido il negozio di gastronomia nella piazza della cattedrale (quella in centro, non quella artica) dove ti crei i panini con quello che preferisci e dove c’è una simpatica commessa innamorata dell’Italia che vi tratterà con un occhio di riguardo. Sulla strada per Alta incontriamo la nostra prima renna che passeggia lungo la linea di mezzeria, siamo preoccupatissime perché è un cucciolo che non riesce a raggiungere i compagni oltre il guard rail, ma non si dà per vinta e dopo qualche decina di metri riesce nel salto. Abbiamo atteso tanto di incontrare le renne, da Alta in poi di questi incontri ne faremo tantissimi altri, compreso quello con un branco che ha deciso di rinfrescarsi all’ombra di una galleria chiudendone il passaggio per almeno mezz’ora. Ad Alta, dopo esserci sistemate nella nostra hitta, aver fatto il bucato e una sauna corroborante ci lanciamo su un picnic di mezzanotte in una delle aree dell’Altamuseum. C’era un freddo barbino e non abbiamo visto il sole di mezzanotte causa nuvole, comunque è stato divertente. Campeggio: Strand Camping di Alta. Bellissimo, attrezzatissimo con tanto di sauna. Sembra un sogno e la sauna a queste temperature è davvero un ristoro. Hitta per 4 persone 370 NOK (46,25 €) un’ora di sauna 100 NOK (12,5 € circa). Voto 10. 26 luglio – quindicesimo giorno Alta – Nordkapp – Repvag Km 346 – ore 7 Il mattino è dedicato alla visita al museo di storia e arte rupestre locale, l’Altamuseum. Vale davvero la pena farsi un giro nel parco del museo alla scoperta delle incisioni rupestri raffiguranti renne, alci, orsi, uomini che pescano e che sciano, e tanto altro; è rilassante, divertente e permette di godere di un panorama unico del golfo su cui si affaccia la città. Dopo il museo si riparte con un po’ d’emozione alla volta della meta finale del nostro viaggio. Proseguendo verso nord ci addentriamo nelle terre dei Sami, il paesaggio è lunare e le nuvole sul mare sono incredibilmente basse, il freddo è pungente anche se di tanto in tanto il sole fa capolino. Passiamo il carissimo tunnel sottomarino che conduce ad Honnisvag, una città allucinante. Un’unica fila di case costeggia una via che non porta da nessuna parte, la vegetazione è totalmente assente ed il cielo grigio fa quasi paura. Proseguiamo per Nordkapp preoccupate anche di trovare un posto coperto per la notte, ma i pochi campeggi o ostelli che troviamo sono tutti al completo. Salendo ancora ci immergiamo completamente nella nebbia: potremmo essere ovunque e solo la presenza di un casello ci fa intuire di essere arrivate a destinazione. Ci muniamo del biglietto di ingresso che vale due giorni (ma chi ha voglia di fermarsi qui due giorni?) alla modica cifra di 470 NOK (58,75 € circa) e ci addentriamo alla ricerca del posteggio. A tentoni riusciamo a raggiungere l’immancabile centro commerciale da cui si devono spedire le cartoline con il timbro di Capo Nord e oltre il quale troviamo la famosa sfera che indica il punto più settentrionale d’Europa. Scattiamo le foto di rito e poi scappiamo alla velocità massima consentita dalla visibilità ridotta. Solo dopo aver ripassato (e ripagato) il tunnel sottomarino di Honninsvag ritroviamo il sole ed il cielo azzurro che avevamo tanto desiderato. Prendiamo una hitta a Repvag, collina ventosissima e freddissima e finalmente ci rilassiamo dopo questa giornata angosciante. Hitta a Repvag. È facilissimo da trovare, perché a Repvag c’è solo un negozio il cui gestore affitta le hitte. Il posto sarebbe anche carino se non fosse tanto ventoso da rendere problematico il raggiungimento del bagno e se le hitte non fossero pericolosamente poggiate su pile di pietre dall’aria decisamente poco stabile. A noi tra l’altro si è pure bloccato il calorifero nel corso della cena e abbiamo dormito al freddo. Hitta per 4 persone 150 NOK (18.75 € circa). Voto 8. 27 luglio – sedicesimo giorno Repvag – Vittangi (Svezia) Km 565 – 8 ore e 30 Incomincia il ritorno. Ripercorriamo la strada dell’andata fino ad Alta e poi svoltiamo dirette in Finlandia. Giunte a Enontekio ci fermiamo al supermercato locale che ci ricorda tanto casa visto che si paga in euro, i prodotti sono esposti come da noi e soprattutto è aperto anche di domenica, cosa assurda anche solo da immaginare per un norvegese. Proseguiamo per la Svezia. Il paesaggio lappone è piuttosto monotono, la strada è piatta e costeggiata da pini. Dopo otto ore di pini ci fermiamo a dormire a Vittangi, la Miami Beach della Zanzara. Vittangi Camping. La gestione di questo campeggio è un po’ particolare: il cliente arriva, sceglie il posto che preferisce e quando alle otto arriva l’host va a pagare. Inizialmente non capivamo perché la reception fosse aperta solo dalle otto alle nove, poi l’arrivo della zanzara ci ha chiarito ogni dubbio. Tenda, auto e due persone: 70 SEK (7,80 € circa). Voto 6. 28 luglio – diciassettesimo giorno Vittangi – Villhelmina Km 654 – 10 ore e 15 Tragitto noiosissimo, solo pini, pini, pini. L’unico diversivo sono stati i venticinque chilometri percorsi su una strada in via di restiling con il rischio della foratura della gomma ad ogni sasso. Ci fermiamo a dormire a Villhelmina, una ridente località turistica e attrezzata stazione per lo sci alpino. Campeggio: sarebbe stato anche carino se non fosse stato popolato da brutti ceffi dalla ciucca facile. Per la prima volta abbiamo dormito chiudendo i bagagli nella macchina per paura che ci rubassero qualche cosa. 29 luglio – diciottesimo giorno Villhelmina – Trondheim Km 565 – 9 ore Finalmente il paesaggio cambia, passiamo per Ostersund dove pare ci sia la festa del paese e dopo aver pranzato sulla spiaggia torniamo finalmente in Norvegia. A Trondheim troviamo posto per un pelo al Flaak camping, quello in cui eravamo state all’andata e ci concediamo una seratina nella Trondheim by nigth. Prima ceniamo da Egon, un bellissimo ristorante completamente in legno costruito su più livelli a piani sfalsati dove vale la pena entrare anche solo per guardare; poi ci dirigiamo alla cattedrale dove dovrebbe esserci la festa di S.Olav. Tentiamo di entrare al castello da cui si sente provenire la musica, ma ci rimbalzano (d’altra parte quando una settimana prima avevamo chiesto della festa ce lo avevano detto che erano affari loro), ci sediamo a chiacchierare sul sagrato e dopo poco escono dal castello dei suonatori di cornamusa che suonano musiche che a noi sembrano più celtiche che vichinghe. 30 luglio – diciannovesimo giorno Trondheim – Oslo Km 596 – 9 ore e 30 minuti La strada si snoda per la valle di Lillehammer e Hamar e siamo di nuovo sulle tracce di Kristin. Per chi vuole si può fare anche una breve sosta al “paradiso” del Troll, un centro commerciale tutto improntato sulla vendita di gadget rappresentanti quei mostriciattoli. Noi preferiamo proseguire in modo da avere tempo per un breve giro a Lillehammer, niente di che. Scendendo verso Hamar si può visitare una stavkirke molto carina con l’immancabile cimitero che la circonda. A Oslo torniamo al Bogstad camping. 31 luglio – ventesimo giorno Oslo – Goteborg Km 352 – 6 ore e 15 minuti La strada è quella che abbiamo percorso all’andata, arriviamo a Goteborg in tempo per girare un paio di campeggi alla ricerca di un posto e fare anche una capatina in città alla scoperta dell’ex quartiere operaio. Campeggio: decoroso e tranquillo, non fosse per il motociclista della tenda davanti alla nostra che russa come un orso provocando l’ilarità di tutti i vicini che ridono come matti all’interno delle loro tende (noi comprese). Altro piccolo difetto è la coda in uscita, visto che qui si fanno pagare alla partenza, che ci fa perdere quasi un’ora sulla tabella di marcia. Tenda con auto e tre persone 140 SEK (15,60 € circa). Voto 7. 1 agosto – ventunesimo giorno Goteborg – Travemunde (Germania) Km 829 – 10 ore Anche in questo caso il tragitto è lo stesso dell’andata, però questa volta abbiamo deciso di fermarci a Travemunde (con parecchi problemi per trovare un posto al campeggio), ridente località di villeggiatura dove i Buddenbrook amavano passare le loro vacanze. Oggi la spiaggia di Travemunde è famosa per una gara di castelli di sabbia, anche se chiamarli così è riduttivo e il campeggio che abbiamo trovato con tanta fatica si affaccia esattamente sul quel tratto di litorale. Campeggio: terrificante. Pieno di gente ubriaca che urla per tutta la notte, per non parlare dei bagni che sembrano quelli delle colonie estive dove ci mandavano da piccole. Il terreno su cui si monta la tenda è sabbioso, risulta quindi praticamente impossibile piantare i picchetti e scordatevi di parlare inglese con l’host, a noi che abbiamo decisamente i nostri problemi con la lingua, ci ha preso per americane! Tenda con auto e tre persone 20 €. 2 agosto – ventiduesimo giorno Travemunde – Essel Engehausen Km 300 (tempo non significativo visto la quantità di visite) Alla mattina visita a Sand World, la competizione di castelli di sabbia. Lascia veramente di stucco e noi camminiamo passando tra Alice nel paese delle meraviglie e la torre di babele incredule di quello che si possa fare con la sabbia; siamo prese da un’irrefrenabile voglia di metterci con secchiello e paletta a fare la nostra costruzione. Purtroppo il tempo è tiranno e dobbiamo ripartire. Visitiamo Lubecca dove il custode dell’ospedale dei poveri non ci molla più dopo aver scoperto che la Sara conosce il tedesco. È una città graziosa, con le case decorate e le strette vie che nascondono scorci fiabeschi. Prima di arrivare al campeggio facciamo una sosta a Bergen Belsen e rimaniamo veramente senza parole dopo aver visto la mostra sull’olocausto. Poi finalmente arriviamo al Reisecamp di Essel Engehausen dove l’host del campeggio in cui avevamo passato la nostra prima notte ci riconosce. Una scelta più accurata e sicuramente guidata da ventidue notti di esperienza ci permette di passare una notte meno drammatica rispetto all’ultima passata in quel posto. 3 agosto – ventitreesimo giorno Essel Engehausen – Lindau Km 716 – 10 ore e 30 minuti Un supplizio! Il caldo è insopportabile, le code infinite. Niente altro da dichiarare. Ci fermiamo a dormire a Lindau sul lago di Costanza in un campeggio stracolmo di gente dove ci permettono di montare la tenda in un campo oltre la statale (da attraversare per raggiungere i bagni), noi ci adattiamo ma ci accorgiamo troppo tardi di essere circondate da adolescenti con gli stereo a palla. È un incubo! Tenda con auto e tre persone 28,80 €. Voto 2 4 agosto – ventiquattresimo giorno Lindau – Verona – Marilleva Km 700 – 10 ore Il ritorno! Nella mattinata facciamo una breve visita alla cittadina di Lindau che ricorda molto tutte le cittadine affacciate sui laghi di quella zona d’Europa, forse non siamo nello spirito giusto, ma la visita non ci entusiasma molto, riusciamo solo a pensare che una vacanza in quel posto piacerebbe molto ai nostri genitori. Passiamo in Austria e torniamo in Italia con tanto di inno nazionale passando per il Brennero. Lasciamo la Sara a Verona e io e la Barbara ritorniamo in su verso Marilleva dove ci aspettano i nostri amici lì in vacanza già da qualche giorno, la fine della vacanza comunque non ci distrae dalle bellezze che ci circondano e abbiamo ancora il tempo di goderci uno splendido tramonto sopra castel Toblin. Qualche consiglio finale: Non intraprendete questo viaggio se non tutti i componenti della comitiva sono pienamente consapevoli di quello che comporta fare 11637 km in ventiquattro giorni, altrimenti diventa un supplizio! Per il resto, come scrisse Nicola, il protagonista de “La meglio gioventù”: “A questo mondo tutto è bello!” Riferimenti utili (il minimo indispensabile): · www.norway.com – su questo sito trovate tutti i liks delle regioni e tanto altro · guida Touring della Norvegia – da consultare per la scelta dei luoghi da visitare, anche se nei campeggi si trovano opuscoli completi (ma solo in inglese) · guida Routard della Scandinavia – utilissima per la scelta dei campeggi · Meridiani – numero sulla Norvegia


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