Meravigliosa Normandia

Piccole strade di campagna incorniciate da prati verdissimi con un’infinità di mucche al pascolo, città medievali talmente incantevoli da sembrare uscite da un libro delle favole, scogliere altissime e cattedrali maestose
Scritto da: debsfo
meravigliosa normandia
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Abbiamo percorso piccole strade di campagna incorniciate da prati verdissimi con un’infinità di mucche al pascolo (ma esistono gli allevamenti intensivi in Francia?), attraversato città medievali talmente incantevoli da sembrare uscite da un libro delle favole, ammirato scogliere altissime, e ci siamo meravigliati davanti alla maestosità di alcune cattedrali. Abbiamo mangiato cozze e patatine fritte, amato follemente per il camembert e divorato pane al cioccolato. Abbiamo scoperto che i francesi hanno il pollice verde, non vanno di fretta e godono di molte più ore di luce al giorno (invidia!) Tutto questo in 4 giorni, noleggiando la macchina dall’aeroporto di Parigi Beauvais, e percorrendo in tutto circa 1100 km.

Giorno 1. Aeroporto Beauvais – Rouen – Veules Les Roses – Fécamp – Etretat

Giorno 2. Honfleur – Arromanches Les Bains – Colleville sur Mer – Mont Saint Michel

Giorno 3. Fougères – Vitrè – Bayeux

Giorno 4. Beuvron En Auge – Les Andelys – Aeroporto Beauvais

Giorno 1: Aeroporto Beauvais – Rouen – Veules Les Roses – Fécamp – Etretat (200 km)

Ritirata la macchina percorriamo subito i circa 90 km che ci separano da Rouen, la nostra porta d’accesso alla Normandia. Rouen è conosciuta come la città dai 100 campanili, non li ho contati ma le abbazie e le cattedrali gotiche presenti in città sono effettivamente numerose, e viene considerata da molti come una perla indiscussa della regione. Col senno di poi posso dirvi che per me non lo è stata.

È sicuramente un città con un bel centro storico dove abbiamo potuto ammirare per la prima volta le affascinanti case di legno a graticcio, ma Rouen non mi ha conquistata, forse perché preferisco i piccoli centri o perché lungo il nostro itinerario abbiamo visto paesini più caratteristici. Lasciamo la macchina lungo la Senna (parcheggio a pagamento) e imbocchiamo la Roue du Gros Horloges, che prende il nome dal grosso orologio astronomico a due quadranti situato sopra una meravigliosa arcata rinascimentale. Questa strada porta alla cattedrale gotica di Notre Dame, famosa per essere stata raffigurata da Monet in tutte le salse. Da non perdere anche l’imponente abbazia di Saint-Ouen, che si affaccia su un grazioso giardino e, per concludere il tour delle chiese, quella di San Maclovio.

Consiglio. Prima di lasciare Rouen (calcolate almeno 3 ore per la visita) fate una tappa da Paul (in Roue du Gros Horloges o Rue Jeanne d’Arc) panetteria e pasticceria dove potrete assaggiare il fougasse alle olive, i benoiton al cioccolato, gli immancabili macarons e molto altro… prometto che non ve ne pentirete!! La tappa successiva si trova sulla Costa d’Alabastro. Oltre 100 km di spiagge e bianche scogliere calcaree punteggiate da pittoreschi villaggi che si estendono da Dieppe fino a Le Havre, questa è esattamente la caratteristica principale di questo tratto della Normandia.

Ci fermiamo per una breve ma – assolutamente – consigliata sosta a Veules Les roses, incantevole borgo attraversato dal fiume più piccolo della Francia, il Veules, lungo appena 1100 metri. Saranno state le rose, le sue case a graticcio, i ponticelli lungo il fiume, il vecchio mulino, o lo scorrere lento del tempo ma ho impiegato pochi minuti ad innamorarmi di questo paesino. Il consiglio che vi do è quello di seguire il corso del suo fiume, scoprirete angoli suggestivi e romantici.

A Veules Les Rosese abbiamo avuto anche il primo incontro con l’oceano. Pochi passi infatti e i vasi fioriti che decorano il villaggio lasciano il posto a una spiaggia di sabbia che, con la bassa marea e il cielo grigio, assume un aspetto quasi lunare. Riprendiamo l’auto e proseguiamo lungo la costa fino a raggiungere Cap Fagnet, il punto più alto, 110 metri sul livello del mare. Vi accorgerete di essere arrivati quando sulla sinistra noterete la cappella di Notre Dame du Salut. Dall’alto di questo promontorio, circondati da prati, pascoli e pale eoliche, ci godiamo la splendida vista su tutta Fècamp e sulla sua spiaggia. Questa località è famosa per il liquore benedettino, la cui ricetta segreta di 27 erbe e spezie è stata inventata nel 1510 da un monaco veneziano. Scesi in città è possibile visitare la fabbrica di questo distillato, il Palais de la Bénédictine, un elegante palazzo in stile neorinascimentale, che noi però troviamo chiuso. Non disperiamo e ci dirigiamo verso la spiaggia di ciottoli che inizia subito dopo il porto. Una lunga e solitaria camminata ci porta fin sotto le altissime falesie (le più alte di tutta la Normandia).

Da non perdere anche la maestosa abbazia della Santissima Trinità, a circa un chilometro dai parcheggi (gratuiti) del porto. Continuiamo a scendere verso sud fino ad arrivare alla nostra ultima tappa, Etretat, un grazioso villaggio di pescatori famoso per regalare a chi lo visita lo scorcio più spettacolare di tutta la Costa d’Alabastro. Etretat è infatti incastonato tra due falesie, guardando il mare, a sinistra si trova quella d’Aval, raggiungibile solo a piedi con una camminata in salita che richiede almeno un’oretta tra andata e ritorno, conosciuta per il celebre arco che lo scrittore francese Maupassant paragonò a un elefante che immerge la proboscide nell’acqua, e quella a destra, la falesia D’Amont (raggiungibile anche in auto – parcheggio gratuito) dove sulla sua sommità si trova una graziosa chiesetta in stile neogotico. Se si dispone di tempo, su entrambe le falesie, è possibile percorrere dei sentieri che costeggiano le scogliere e regalano scorci meravigliosi. La nostra prima giornata in Normandia si conclude davanti ad una pentola colma di cozze alla crème fraîche (da noi conosciuta come “panna acida”), accompagnate da patatine fritte e birra. E se vi state chiedendo come abbiamo fatto a fare tutto in un solo giorno sappiate che in Normandia, nel mese di giugno, fa buio verso le 22 e 20!

Giorno 2: Honfleur – Arromanches Les Bains – Colleville sur Mer – Mont Saint Michel (300 km)

Dopo colazione (per la cronaca, il prezzo medio di un cappuccino è 5€ e 1,50€ per il croissant) impostiamo il navigatore su Honfleur. Per raggiungerla si deve necessariamente passare sul “pont de Normandie” (pedaggio € 5.40) che, attraversando la Senna, collega l’alta alla bassa Normandia. Indubbiamente è un’opera ingegneristica di grande impatto visivo ma nulla di così emozionante. Girovagare senza meta tra le pittoresche stradine di Honfleur, come la Rue de la Bavolle o Rue de la Prison (segnatele), perdersi tra botteghe, gallerie d’arte e abitazioni a graticcio vi farà innamorare immediatamente di questa incantevole città considerata da molti la più bella della Normandia, e io non posso che essere d’accordo! Honfleur è esattamente come viene rappresentata nei dipinti di Monet, una vera opera d’arte. Il piccolo porticciolo con le case in pietra dalle facciate strette e colorate che si riflettono sull’acqua è semplicemente incantevole. Non mancate di visitare la sua chiesa, Saint Catherine’s, unica nel suo genere perché interamente costruita in legno. Da Honfleur con un’ora e mezza di auto si raggiungono le spiagge del D-Day, passate alla storia per essere state teatro di una delle più grandi e complesse invasioni anfibie.

Il 6 giugno del 1944 gli eserciti alleati (Stati Uniti, Canada e Regno Unito) sbarcarono in Normandia dando inizio ad una serie di sanguinosi scontri conclusi, due mesi dopo, con la resa della Germania nazista.

Ancora oggi, a largo delle spiagge di Arromanches Les Bains sono ben visibili i blocchi di cemento usati per la costruzione di due porti prefabbricati portati dagli alleati per scaricare i rifornimenti necessari per sostenere le forze di occupazione. Con la bassa marea è possibile raggiungere a piedi alcuni di questi blocchi di cemento.

Dalla spiaggia, sulla destra (guardando il mare) c’è una strada che sale fino a una collina (seguite le indicazioni per Circular Cinema 360°) dalla quale si può ammirare una vista spettacolare su Port Winston e la vicina Gold Beach. All’interno del Circular Cinama vengono proiettati filmati a 360° sulla storia dello sbarco. Il biglietto d’ingresso costa € 5,50 per una durata di 30 minuti. Il parcheggio sul promontorio è a pagamento (3€), ma si può parcheggiare l’auto gratuitamente nel paesino. Per salire a piedi dalla spiaggia di Arromanches Les Bains al cinema ci vogliono 5 minuti.

Se amate gli sport estremi, sul promontorio di sinistra, è possibile lanciarsi con il parapendio. Uno dei pochi posti rimasti che testimonia l’enorme perdita di vite è il cimitero americano di Colleville Sur Mer, che sovrasta la splendida Omaha Beach (9-17- ingresso gratuito – aperto fino alle 18 da metà aprile a metà settembre). Il silenzio all’interno del museo è rotto solo dalla voce che ripete in ordine tutti i nomi dei soldati caduti durante la battaglia. All’esterno le 9.387 croci bianche disposte in file sembrano non finire mai. Il cimitero occupa un’area molto grande eppure solo il 40% degli americani caduti durante la battaglia di Normandia è sepolto qui. E’ impressionante. Una visita carica di emozione e commozione, un posto che fa decisamente riflettere. Terminata la visita al cimitero il nostro viaggio prosegue alla volta di Mont Saint Michel.

Non nego che è stato nei miei pensieri da quando ho messo piede in Normandia e le quasi due ore di auto che ci separano da una delle immagini simbolo di questo paese non fanno che accrescere la mia curiosità. Le Mont Saint Michel, patrimonio dell’Unesco, ha la particolarità di essere circondato da una baia soggetta alle più grandi maree d’Europa che, periodicamente, lo isolano completamente dalla terra ferma. Questo fenomeno, che da sempre suscita un gran fascino, contribuisce a rendere questo posto unico al mondo.

Il navigatore (impostato male da me) ci fa prendere una stradina di campagna larga poco più di un metro e mezzo che corre ad ovest di Mont Saint Michel. Siamo così presi a scattare foto ed ammirare il profilo di questo misterioso isolotto che non ci accorgiamo che in realtà stiamo percorrendo una strada che non ci porterà da nessuna parte. Questa termina infatti davanti ad un campo infinito di spighe dove, in lontananza, Monte Saint Michel sembra quasi un miraggio.

Se c’è una cosa che consiglio di fare è proprio perdersi nelle campagne circostanti per regalarsi angolazioni e foto meravigliose. E’ possibile farlo anche a piedi, ma è consigliabile essere accompagnati da una guida locale che conosce bene il territorio paludoso che circonda il Monte. In auto, invece, potete puntare verso la frazione di Saint-Georges-de-Gréhaigne (dove noi abbiamo dormito a 30€ presso l’hotel Le Saint Georges), a circa 8 km da Mont Saint Michel, e da li proseguire sulla Rue des 4 Salines. La nuova strada rialzata che collega il Monte alla terraferma viene aperta solo la sera, quindi, finito di cenare, ne approfittiamo e arriviamo fin sotto con la nostra auto. La marea è bassa, Mont Saint Michel è circondato da fango, i turisti se ne sono andati, noi entriamo nelle mura e veniamo subito catapultati in un’atmosfera medievale incantata e magica. L’emozione è indescrivibile. Ci concediamo solo una sbirciatina, non vogliamo scoprire troppo, la visita vera e propria la rimandiamo a domani, ma ne usciamo completamente innamorati. Una volta visto con i nostri occhi abbiamo capito che dormire all’interno sarebbe stata un’esperienza unica! (i prezzi degli hotel e dei ristoranti sono molto alti).

Giorno 3: Mont Saint Michel – Fougeres – Vitrè – Bayeux (240km)

Per accedere a Mont Saint Michel bisogna lasciare l’auto nel parcheggio situato a circa 2,5 km (11,70€ il prezzo giornaliero). Da qui si può prendere la navetta gratuita (impiega 10 minuti e lascia a 400 metri dal Monte, attiva dalle 7:30 all’ 1:00), la carrozza trainata dai cavalli ( 5,30 € solo andata, solo nei mesi estivi) oppure si può decidere di fare una camminata (circa 30 minuti). Personalmente consiglio di fare almeno una tratta a piedi. Vedere il monte che lentamente prende forma man mano che ci si avvicina è senza dubbio una delle immagini più belle. Mont Saint Michel è a sole 3 ore e mezza d’auto da Parigi, quindi visitarlo nelle prime ore del mattino è un’ottima soluzione per evitare le orde di turisti. Noi siamo entrati intorno alle 9 e praticamente non c’era quasi nessuno.

Varcate le mura d’ingresso ci siamo diretti subito all’Abbazia percorrendo la Grande Rue (orario d’ingresso 9-19 – biglietto 9€ + 6€ per due audioguide) e siamo riusciti ad entrare nel giro di un minuto. Non sto qui a dirvi che la visita all’Abbazia è assolutamente imperdibile, è senza dubbio l’attrattiva principale di Mont Saint Michel ed è un’opera di straordinaria bellezza. (Calcolate un’ora e mezza per la visita con audioguida) Una volta usciti abbiamo ammirato fantastici scorci sulla baia circostante da sopra i bastioni che corrono lungo la parte orientale.

Lasciamo Mont Saint Michel intorno alle 11 e mezza, e guide alla mano (questa volta oltre alla Lonely Planet della Francia settentrionale e centrale abbiamo usato anche la guida ViaggiAutori – due settimane in Bretagna – scritta da Letizia Dorinzi) abbiamo deciso di raggiungere Fougères, porta d’accesso alla Bretagna. Non era nei nostri piani ma ci siamo fatti convincere dalle parole di Letizia, e poi, questo antico borgo medievale, dista solo 40 km da Mont Saint Michel. Fougères è sovrastata da uno dei più imponenti e meglio conservati castelli d’Europa, eretto nel XII secolo, circondato da un fossato e con ben 11 torri. Altra caratteristica di Fougères che ci è piaciuta molto è la presenza di numerosi giardini. Quelli di Val Nancon sono un’oasi di pace, lontano dai rumori del centro cittadino e adatti per una pausa pranzo immersi nel verde e circondati da fiori meravigliosi. Inoltre, percorrendo il sentiero che si trova all’interno dei giardini, si arriva proprio all’ingresso del castello. Da non perdere neanche quelli situati nella parte alta di Fougères, adiacenti alla chiesa di Saint Leonard, dai quali si gode una bella vista sulla città medievale.Ci rimettiamo in macchina, una mezz’oretta e arriviamo a Vitrè, che la Lonely Planet definisce come una delle città medievali meglio conservate (insieme a Dinan) della Bretagna. Effettivamente Vitrè conserva tutto il fascino del medioevo. Il suo centro storico è un gioiellino, le viuzze acciottolate e le case in pietra seducono i visitatori (anche se a dire la verità ci siamo solo noi in giro) e varcare le mura del castello (l’ingresso al cortile è gratuito) vi farà sentire come in una fiaba. Però se qualcuno volesse emulare il mio itinerario, consiglierei di scegliere una sola tra Fougères e Vitrè. Sono due città bellissime e meritevoli, ma anche molto simili, e dovendo rientrare in serata in Normandia, visitarle entrambe è stato eccessivo. Tornando indietro dedicherei più tempo ad una sola delle due. Discorso diverso se si hanno a disposizione più giorni.

Siamo stanchissimi ma ci attendono circa 170 km per raggiungere Bayeux, dove abbiamo prenotato il nostro hotel (Reine Mathilde – camera con vista cattedrale). Dopo giorni di nuvoloni Bayeux ci accoglie sotto la luce di un timido sole delle 20 e il bar dell’hotel brulica di persone che sorseggiano birra…. ho un tuffo al cuore, già amo questa città! La giornata inizia alla patisserie vicino al nostro hotel. Ve l’ho detto quando amo il pane al cioccolato? Bayeux ha le case a graticcio, un corso d’acqua, un ponte delizioso e un mulino ancora in funzione (dietro l’ufficio turistico). Tutte caratteristiche che ci conquistano all’istante. Inoltre dista solo pochi km dalle spiagge del D-Day, il suo piccolissimo centro storico è meravigliosamente conservato e la maestosa cattedrale di Notre-Dame, in stile gotico normanno, è di straordinaria bellezza, di quelle che non ti stancheresti mai di guardare, anzi una di quelle opere dalle quali non riesci proprio a distogliere lo sguardo!

Oggi è 5 giugno e la città si prepara a festeggiare il giorno della liberazione con tanto di banda e sfilata di carri armati e moto d’epoca (ora ci spieghiamo il perchè di tutta questa gente) alla quale assistiamo anche noi. Prima di partire per la Francia sono finita su una di quelle liste che girano sui blog “10 posti da vedere in Normandia” e sono rimasta incuriosita dal villaggio di Beuvron En Auge, così ho deciso di inserirlo nell’itinerario. Non so se definirlo villaggio sia corretto. In realtà si tratta di una manciata di case a graticcio perfettamente restaurante che si estende lungo la “Strada del Sidro”, un circuito di 40 km nel cuore della Normandia celebre per la coltivazione di mele usate appunto per la produzione di questo distillato. Beuvron En Auge è circondato da campagne, ci sono fiori ovunque, sulla piazzetta si affacciano piccole botteghe, ha anche una chiesetta, insomma è veramente incantevole ma abbiamo impiegano circa 15 minuti a visitarlo (camminando con lo stesso passo di un bradipo). Non sto dicendo che non vale la pena, tutt’altro, ma credo che arrivare fin qui ha più senso se si ha il tempo di percorrere tutta la strada del sidro che, da quello che ho letto, offre paesaggi meravigliosi e valide tappe enogastronomiche (ma se siete di passaggio fermatevi comunque).

Ripartiamo in direzione aeroporto, ma abbiamo ancora qualche ora quindi decidiamo di fermarci a Les Andelys. Questa cittadina dell’alta Normandia (a 40 km da Rouen) è divisa in due. Nella parte alta c’è la Grand Andely, centro economico dove si trova la bellissima chiesa di Notre Dame (ricordarsi i nomi delle chiesi francesi è facilissimo!!), mentre nella parte bassa si trova la Petit Angely, caratteristico villaggio adagiato lungo le rive della Senna e dominato dal Chateau Gaillard, la fortezza fatta costruire nel 1196 dal Duca di Normandia Riccardo, meglio conosciuto come “Riccardo Cuor di Leone”. Solo una volta raggiunto si capisce la posizione strategica che aveva un tempo questo castello, di cui oggi però rimane ben poco. Da quassù infatti la vista è strepitosa e spazia dalla città all’ansa della Senna fino alle campagne circostanti. Oltre alla visita del castello ci concediamo una piacevole passeggiata lungo il parco cittadino, adiacente al centro storico della piccola Andely, dove ci godiamo un po’ di riposo su una delle panchine vista Senna. (no, quelli in foto non siamo noi!). E’ tempo di rientrare, e questa volta più che mai è solo un… Au revoir France! Se volete vedere le foto del viaggio le trovate qui: www.appuntidiviaggio.net/europa/item/134-4-giorni-in-normandia.

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