Tierra de lagos y volcanes

Terra di laghi, vulcani e molto altro ancora
Scritto da: Filippo fnico02a
tierra de lagos y volcanes
Partenza il: 06/11/2015
Ritorno il: 22/11/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
… il titolo non è frutto della mia fantasia ma la pagina Facebook del Nicaragua…

La scelta della meta quest’anno è stata più difficile degli anni precedenti: non avevo voglia di viaggiare da solo, non volevo una vacanza esclusivamente di mare, non c’era alcuna destinazione ad attrarmi particolarmente; forse semplicemente mancava il giusto input. Un sabato pomeriggio per le librerie di Varese e’ servito e le destinazioni scelte sono Honduras e Nicaragua; basta poco per capire che in 15 giorni dovrò scegliere solo uno dei due Stati Centroamericani e l’ago della bilancia pende verso il Nicaragua. Sarò accompagnato da una compagna di viaggio già positivamente sperimentata in altra occasione. Skyscanner trova il volo più rapido ed economico che partirà da Malpensa con American Airlines, scalo Miami direzione Managua ad € 640 circa. Necessario essere in possesso di ESTA per accedere negli USA. Compilazione del modello sul sito e pagamento con carta di credito USD 14.

Venerdi 6/11

Partenza h. 10,30 ed arrivo a Miami alle 15 locale (la mia prima volta in terra Statunitense) dopo 10,30 h di viaggio. Oltrepassati i rigidi controlli doganali, l’attesa per il prossimo volo diretto a Managua e’ circa 4 ore. Atterrati nella capitale Nicaraguense sono necessari 10 USD cad per la dogana e 20 USD per un taxi che ci accompagnera’ a La Posada del Arcangel dove alloggiamo per 50 USD colazione e tasse incluse. Il posto sembra carino e pulito, la receptionist molto cortese.

Sabato 7/11

Sveglia alle 4,30 circa non per necessità ma causa fuso orario. Ottima colazione, omelette prosciutto e formaggio, gallo pinto, succo, pane e marmellata. Un taxi a circa 70 C$ (1 € = 30 Cordoba circa) ci accompagna al Mercado Israel Lewites nei pressi della stazione Boer. Dopo pochi minuti un vecchio bus parte per Leon a 47 C$ cad. La zona del mercato / stazione e’ decisamente disordinata e sporca, i biglietti si acquistano dagli autisti che gridano all’impazzata il nome della città che raggiungeranno. Poco meno di due ore e raggiungiamo Leon e l Hostal Lazybone 30 USD. Dopo aver prenotato la gita del pomeriggio passeggiamo per la città cercando di seguire l’itinerario della guida cartacea. Inconfondibile lo stile coloniale (decadente) calle che incrociamo avenida, abitazioni basse dai colori pastello, chiese spoglie ma maestose (Leon ospita la più grande cattedrale del Centro e Sud America). Caldo caldo caldo, un rinfrescante bagno in piscina e alle 14,30 ci attende il pulmino per il Cerro Negro. La salita al vulcano dura circa un’ora di cammino, non è particolarmente faticosa e la vista è veramente appagante : vulcani, verdissime pianure e all’orizzonte l’oceano pacifico. Il pezzo forte della gita (30 USD) non è però la salita bensì la discesa surfando su apposite tavole – portate in cima da noi – dalle pendici che hanno un’inclinazione di 45 gradi. Bello e adrenalinico peccato che, il tempo di capire come governare il mezzo e la discesa – seppur lunga – e’ terminata. Comunque da provare assolutamente. Un po’ di relax sull’amaca e cena al Restaurante El Sesteo sulla piazza in fronte al Parco centrale e alla Catedral – USD 17 – a mio parere in ottima posizione per il resto discreto.

Domenica 8/11

Sveglia alle 6,30 e colazione davanti alla TV per vedere l’ultima gara del Moto Gp : Valentino 4^ purtroppo non vincerà il mondiale. Triciclo per 30 C$ fino alla stazione e mini bus per Managua poi Granada (circa 3 ore per 70 C$ cad). Hotel San Martin a Granada (40 USD compresa colazione), molto molto carino. Passeggiata sino al Centro Turistico sul lago di Nicaragua e tour di un’ora in barca ne Las Isleta (contrattato il prezzo direttamente con i barcaioli – 15 USD in due), arcipelago di oltre 300 piccole isole tropicali alcune di esse private che ospitano lussuose dimore di facoltosi locali. Al rientro caratteristico tour della città su una carrozza trainata da cavalli (anche qui trattato il prezzo per 15 USD). Cena in uno dei numerosi ristoranti per 15 USD ca. Granada e’ veramente affascinante, con coloratissime case coloniali e chiese. Molti bar e locali dai quali esce musica caraibica ad alto volume. Granada e’ gioiosa e viva, venirci e’ d’obbligo!

Lunedì 09/11

Sveglia alle 6,30, un’ora dopo ci aspetterà il taxi per il vulcan Mombacho (10USD a/r)…. Nessun taxi ad aspettarci – forse avevo trattato troppo il prezzo … – quindi contrattiamo con il primo tassista che troviamo il prezzo di 15 USD ida y vuelta e ci accompagna fino all’ingresso del parco del vulcano – 20 USD cad – . 10 minuti di attesa ed un camion con 24 posti ci porta sino a 1100 mt percorrendo una stretta strada con salite fino al 40% di pendenza (sembra di essere su camion militare pronti ad attaccare il nemico nascosto nella foresta…). Da qui ha inizio il cammino di 1,5 km intorno al primo cratere non attivo nel mezzo della foresta nebulosa (nebulosa al 100% perché praticamente siamo dentro una nuvola e la visibilità al cratere e’ nulla da ogni mirador). Passeggiata bellina e rilassante, speravamo però nell’ incontro con qualche animale ma nulla, solo farfalle. Fernando come da accordi alle 12,30 ci attende all’ingresso del parco per riportarci in albergo; costume,asciugamano e viaaa in direzione Masaya e Laguna de Apoyo. Diversamente dalle aspettative il bus impiega quasi un’ora e mezza a raggiungere Masaya (stimato 40 minuti). La stazione dei bus e’ adiacente al Mercado Central – mercato dei locali – apparentemente enorme e veramente disordinato : astenersi stomaci deboli… Il mercato Artesianas dista circa 400 mt e qui è possibile acquistare ogni tipo di souvenir artigianale/turistici. Da provare qui così come a Granada le spremute di frutta delle bancarelle a 50 C$, una favola! Una passeggiata di un’oretta tra le tiendas, qualche acquisto e si torna alla chiassosa stazione : autisti che urlano la destinazione del loro mezzo,venditori di mangiare che salgono e scendono dai bus di continuo proponendo le loro specialità muniti di campanacci per attirare l’attenzione; L’esperienza dei bus pubblici a mio parere è comunque assolutamente da provare : su quello diretto alla Laguna di Apoyo eravamo almeno il doppio dei passeggeri consentiti “da libretto”! Purtroppo raggiungiamo la fermata per la laguna già al buio, non c’è più alcun bus che rientra a Granada quindi l’unica soluzione sarà un taxi a 15 USD che in primis percorrerà i due km in discesa per raggiungere la laguna dove esiste una piccola cittadina con qualche bar, ristorantino -. La laguna e’ il grande cratere di un vulcano circondato da fitta foresta e profondo circa 200 mt, l’acqua e’ riscaldata dalle fumarole subacquee. Cena al Gordito, il piccolo ma gettonato chioschetto in fronte alla cattedrale. Cucina tipica 7 USD in due

Martedì 10/11

Mattinata recuperando ciò che non è stato fatto ieri: bagno alla laguna di Apoyo. Non facilmente contrattiamo un taxi solo andata per 250 C$ – il bus non porta direttamente alla laguna e noi non abbiamo molto tempo -; l’acqua è molto calda, credo oltre i 30 gradi,mi delizio con una gustosa spremuta di ananas – 30 CO$ -, qualche pagina del libro e alle 11 e’ora di trovare un mezzo che ci riporti a Granada. Nessuna scelta, un’auto e’ passata e la stessa auto ci ha accompagnato alla meta per 100 C$ (un semi autostop). Recupero degli zaini in albergo, camminata attraverso il mercato di Granada al termine del quale c’è la “stazione” degli autobus per il sud.. Un viaggio di un’ora e mezza (30 C$ cad) durante il quale, preso dalla fame, assaggio le specialità propinate dalle varie venditrici ambulanti. Nulla di eccezionale ma sufficienti a placare la fame! Poco prima di arrivare a destinazione un paio di tizi avvisano la decina di backpakers sul bus che l’ultimo traghetto per Ometepe e’ alle 14,30 (praticamente 10 minuti dopo) e ci convincono facilmente a salire sulle loro taxivetture per 85 C$ cad che ci avrebbero accompagnato di fretta al molo a circa 4 km di distanza. Palle! Il traghetto delle 14,30 è salpato ma, poco male, un’ora dopo partirà il successivo a 45 C$ cad. La vista dei due vulcani dalla barca e’ emozionante, non vedo l’ora dell’indomani per girare l’isola in moto!!! Albergo consigliato da Lonely Planet, hostal Escuela Teosintal , per 20 USD a notte può andare, pulito, le camere danno su un ampio giardino, no aria condizionata e no acqua calda. Per un malfunzionamento della serratura rimaniamo immediatamente chiudi in stanza!!! Pizza al Francitos, non è buona come quella napoletana ma…ci si accontenta!

Mercoledì 11/11

Alle 7 ritiriamo lo scooter – il primo gliel’ho riportato dopo pochi metri perché aveva problemi allo sterzo, del secondo non si trovavano i documenti, il terzo era il migliore – per 15 USD. Partendo da Moyopete in direzione sud, la strada è bella e di autobloccanti fin dopo l’istmo; il tratto che gira intorno al Vulcan Maderas terra battuta; sarebbe stato più confortevole noleggiare un moto da enduro ma anche lo scooterino si fa valere. Primo stop a Ojo de Agua una favolosa piscina naturale ricca di minerali. Si accede pagando 3 USD, il sito è attrezzato per l’afflusso di turisti, pulito e molto ordinato, da non perdere. Il tour dell’ isola prosegue tra ricca vegetazione, grandi spiagge nere, e innumerevoli farfalle di ogni taglia e colore; bambini in divisa che tornano da scuola, cavalli, mucche per la strada. Sullo sfondo sempre e continuamente i due maestosi vulcani. Non riuscendo a trovare dove affittare i kayak per pagaiare sul Rio Istiam (la Lonely Planet dice essere interessante) ci dirigiamo alla Reserva Charco Verde e alla sua laguna – dove è possibile fare il bagno -, raggiungibile con una facile passeggiata di una decina di minuti. Rientro già con il buio alle 18, ora in cui riconsegneremo il “povero” scooter. Cena al Viejo Indio per 290 C$, locale molto carino e colorato gestito da un’anziana hippy. L’isola di Ometepe merita veramente una visita, tornerei di sicuro.

Giovedì 12/11

Sveglia alle 5 per poter prendere il secondo traghetto diretto a San Jorge alle 6 – 50 C$ cad. – Non accettiamo l’offerta del tassista che ci accompagna sulla Panamericana proponendoci un “ottimo” prezzo per accompagnarci a San Juan del Sur dicendoci che il primo bus sarebbe passato non prima di un’ora e mezza. Appunto : dopo 20 minuti siamo più o meno comodamente seduti sul bus. Non è la prima volta che tassisti ci danno info non corrette per potersi accaparrare un cliente. Chiedere informazioni a più persone, sempre! Arrivati a San Juan del Sur alloggiamo al Casa Oro – consigliato da Lonely Planet – che, oltre ad essere un bell’ostello e’ rinomato per essere il miglior tour operator della città. 28 USD la camera senza aria condizionata e acqua calda; molto carina e pulita, ambiente allegro, solo giovani backpakers. San Juan e’ una piccola cittadina turistica colorata, piena di surfisti che si affaccia su una baia a mezzaluna che sembra disegnata con un compasso con alle spalle una folta e rigogliosa vegetazione tropicale il tutto dominato dalla statua di Cristo sulla collina nelle vicinanze. A 4 USD cad prendiamo al Hostal il camion che ci trasporta alla spiaggia di Maderas – una delle tre più belle in zona – che raggiungeremo dopo 50 minuti di strada perlopiu’ sterrata e decisamente, con questo mezzo di trasporto, poco confortevole. All’arrivo due barettini sulla nera ed ampia spiaggia lasciata libera dalla bassa marea. Svariati aspiranti surfers cavalcano con scarso successo le prepotenti onde del Pacifico. Un paio di bagni, un po’ di relax e riprendiamo il camion per San Juan dove ci incammineremo per la collina del Cristo – circa 30 minuti in salita….e che salita… La vista della baia dall’alto e del Costa Rica all’orizzonte ripaga la fatica dell’ascesa! Al ritorno facilitiamo la discesa seduti sul cassone di un pick up il cui autista si è prestato a raccogliere la mia richiesta internazionale autostop : il pollicione!! Ma ecco arrivare le 19 e la partenza per la gita clou : la visita al Parco della Flora. 23 USD cad per salire nuovamente su quell’ odioso camion per un tragitto sterrato di circa un’ora!!! Siamo un gruppo di circa 30 persone e veniamo dotati di una piccola torcia a luce rossa. 50 mt di cammino e raggiungiamo la spiaggia e non seppur gli occhi non si siano ancora abituati alla poca luce, vediamo subito una piccola tartarughina che esce dalla sabbia e corre all’impazzata verso la salvezza : il mare!!! Tra lo stupore e l’emozione generale spostiamo lo sguardo verso il mare e verso il resto della spiaggia punteggiato da macchie nere del diametro di circa un metro : non sono scogli, sono tutte tartarughe, duecento o forse molte più che risalgono la spiaggia, depositano le uova e ritornano in mare. Uno spettacolo, mai visto nulla del genere. Pensavo che così tante si potessero vedere solo nei documentari in TV! Molto lentamente ci avviciniamo al bagnasciuga e in poco più di un’ ora abbiamo la possibilità di vedere decine di minuscole creature che lottano con le onde ed aiutarle prendendole in mano ad oltrepassare la risacca. Superlativo, questa esperienza vale sicuramente il viaggio! Poco dopo mezzanotte, siamo a letto per riposare qualche ora, domattina la sveglia sarà prima dell’alba.

Venerdi 13/11

La suoneria dell’iPhone non molla finché alle 4:02 mi alzo dal letto. Alle 5 l’autobus espresso ci riporterà a Managua – 80 C$ cad – in tre ore. Cambiamo gli ultimi euro dai poco raccomandabili (lo dice la guida…) coyotes al mercato, colazione nicaraguense e altro bus per l’aereoporto a 2,5 C$ cad per circa 40 minuti. Con un bielica da 50 posti raggiungiamo, facendo scalo a Bluefield, dopo un’ ora circa, Great Corn Island. Dal cielo l’isola appare come un piccola macchia verde punteggiata da casette multicolore raggruppate in 2 o 3 punti della costa. Dopo aver depositato i bagagli all’albergo Morgan a North end – 30 USD a notte, carino -raggiungiamo camminando il centro, in prossimità di Brig Bay. Da subito si percepisce qui sull’isola minor ospitalità, cordialità e simpatia rispetto al continente. Là lingua più diffusa e’ l’inglese e la popolazione e’ creola. Aragosta per cena alla Comederia Mari a 25 USD.

Sabato 14/11

Alle 8 usciamo dall’albergo diretti alle spiagge e camminando ci imbattiamo nell’immediato in quello che pensavamo essere il mercato del pesce ed invece era una sorta di consorzio ittico delle aragoste. Convinciamo le guardie a farci entrare e spiare tra i vari reparti le centinaia e centinaia di aragoste che gli operai stavano lavorando. (Costo 8 usd alla libbra). Purtroppo il cielo non promette nulla di buono e trascorriamo la giornata camminando coperti da un poncho attorno a pressoché tutta l’isola tra acquazzoni, pioggerella, vento ma mai sole! Uffff! L’acqua calda, cristallina, di quel verde / azzurro da togliere il fiato ricorda comunque che ci affacciamo sul Mar dei Caraibi ed almeno un bagno e’ d’obbligo. Le spiagge più belle sono decisamente nell’ordine : southwest bay, long bay, Brig bay. A Southwest e Long Bay inoltre ci sono degli, apparentemente confortevoli, alloggi direttamente sulla spiaggia. È per me abbastanza inspiegabile come Corn Island riesca a mantenere l’autentico fascino caraibico e non essere invasa da orde di turisti ed investitori occidentali. Sicuramente meglio così. Tra South End e Sally Peachie riempiamo gli stomaci con un saporito cheviche misto – ottimo ma quello del mercato del pesce di Panama’ lo scorso anno era imbattibile – Cena nuovamente alla Comederia Mari che raggiungiamo a piedi con la sola luce di qualche lampione sulla strada. I ristoranti chiudono tutti alle 20,30 / 21,00.

Domenica 15/11

Alle 10,00 ci imbarchiamo sul primo panga diretto a Little Corn Island – 290 C$ in due – : il biglietto è più economico di Gardaland ma quasi per certo il divertimento e’ maggiore. 400 cavalli che corrono all’impazzata tra le onde, una quarantina di ospiti divertiti innalzano cori degni di una corrida ad ogni onda colpiti nel frattempo dagli spruzzi d’acqua che si infrange sullo scafo!! Divertentissimo! Atterriamo in questa minuscola isola abitata da 800 locali dove non esistono mezzi di trasporto terrestri. Dopo aver visionato la maggior parte degli alberghi/hostal troviamo una buona camera al Vista Sur Mer per 20 USD a notte (l’unica ad avere un ottimo rapporto qualità/prezzo).

Da lunedì 16/11 a giovedì 19/11

Le giornate su questo piccolo gioiello caraibico passano lentamente tra un’immersione – gli squali martello non si vedono neanche con il binocolo -, qualche passeggiata, un po’ di lettura, sole intervallato costantemente da forti acquazzoni. Tutto è ancora, fortunatamente, molto spartano e, tranne un luogo di incontro all’occidentale, il resto è poco più di un villaggio di pescatori. 7. È necessario adeguarsi alle tempistiche dei locali – tra l’ordinazione ed il piatto sul tavolo, passa un’ora -e mettersi il cuore in pace perché il Wi-Fi e’ “merce rara” . Si può però gustare gratis quotidianamente il sapore di un cocco appena caduto dalla pianta ed aperto dal primo isolano che passa con il macete in mano. Da provare assolutamente l’aragosta da Rosy : favolosa e a 7 USD!

Venerdì 20/11

Sveglia alle 5,30, al pontile ci attende l’ Aguilla 3, il panga che in acque meno tormentate dell’andata ci riporterà a Great Corn Island, poi l’aereo delle 12,45 di nuovo a Managua (un dodici posti della Costena che inaspettatamente non fa scalo al Blufield, per me che già soffro il volo, esperienza terribile…). Dall’aereoporto raggiungiamo a piedi l’ Hotel Airport X trovato su booking a soli 36€. È posizionato a 800 mt dallo scalo in una ordinata e recente zona residenziale.

Sabato 21/11

Sveglia alle 5,30. Il volo per Malpensa – scalo Miami – ci riporterà a casa dopo 15 ore circa

Spesa complessiva (incluso tutto : voli, immersioni, pranzi, alberghi, souvenir ecc ecc) € 1550 testa. Turisti pochi, italiani incontrati mezza dozzina, mezzi di trasporto frequenti e facilmente individuabili, cibo discreto, pulizia migliorabile (come in gran parte del centro-sud amercica). Viaggio consigliato.

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