Terme di Caramanico, il borgo termale miracoloso (ma senza terme)

Adriano Bocci, 27 Apr 2024
terme di caramanico, il borgo termale miracoloso (ma senza terme)

Caramanico, come nome, deriva da hariman in longobardo e significa insediamento di soldati, proprio come la popolazione di Terme di Caramanico che è in lotta, ma in perdita, da anni. Nella seconda guerra mondiale la piccola cittadina dell’abruzzo diventa parte della linea Gustav, vivendo i drammi di quel periodo buio, e dal 1960 decide di differenziarsi aggiungendo terme al proprio nome.
Comincia così lo sviluppo e l’ascesa economica del paese, che si vede espandere a livello turistico e residenziale. Lo stemma del Comune di Caramanico Terme si blasona di rosso, al castello d’argento torricellato e merlato alla ghibellina, con due ruscelli d’azzurro e d’argento uscenti dal fianco delle torri. Ma le terme?

Caramanico Terme non è solo questo

caramanico terme borgoUn borgo medioevale immerso nella storia

Le “acque putride” della zona si conoscono già dal dodicesimo secolo. Già in uso dagli anni ‘70 del Cinquecento, le terme vengono testimoniate da un parroco, padre Serafino Razzi, che chiamava in causa la sorgente della Zolfanina come miracolosa per guarire le malattie. Eppure le terme si costruirono (in una edizione molto basic) solo nel 1836, per diventare il famoso complesso fatto nel 1901.

Terme di Caramanico, che fa parte dei Borghi più belli d’Italia, ha sempre avuto il proprio centro benessere completamente naturale: le fonti delle acque sorgive sono sia termali che potabili. Il vecchio stabilimento infatti si chiamava La Salute, un nome più che coerente: le sorgenti sono La Salute, Gisella e Pisciarello. Con le sorgenti fino al 2021 si erogavano appunto cure inalatorie, fangoterapia, cure idropiniche, massoterapia, riabilitazione respiratoria ma anche le irrigazioni.

Questo però nulla toglie alla bellezza del suo borgo medievale, che dalla sua altitudine guarda austero i boschi della Maiella e ricorda un’acropoli. Oppure vogliamo parlare dell’abbazia di Santa Maria Maggiore? Quella che aveva la funzione sia di abbazia che di fortezza. E tutto ciò, terme incluse, nel mastodontico Parco della Majella, che come se non bastasse è fra le mete più amate per gli sport invernali. C’è la chiesa di San Tommaso di Paterno (chiamata anche di San Tommaso Becket), quella romanica del XIII secolo, con l’altorilievo dei dodici apostoli e la cripta  al cui centro risiede, coerentemente, un piccolo pozzo di acqua sorgiva. E nelle vicinanze c’è pure la riserva naturale della Valle dell’Orfento.

La situazione attuale delle Terme di Caramanico

valle d'orfento di caramanico termeLa valle dell’Orfento, vicino Caramanico Terme

Le terme di Caramanico sono chiuse. Già da anni, in effetti: il Tribunale di Pescara ha dichiarato a ottobre 2021 il fallimento dell’ultima società che se ne è occupata, la Società delle Terme s.r.l. Da sempre centro del turismo per Caramanico Terme e per tutta l’area della Maiella, in quasi tutto l’ultimo secolo (e oltre, 120 anni) le terme sono state chiuse giusto nelle guerre mondiali.

Un danno enorme per il turismo della zona e non solo: Terme di Caramanico sta vivendo uno spopolamento, una bomba sociale, considerato che ciò per cui si differenziava è stato chiuso con un debito di 5 milioni di euro.

Da lì, fino anche a pochi giorni fa, sono stati indetti bandi multipli per aggiudicare ad enti sia privati che pubblici la gestione di due lotti. Si è anche tentato di dividerli, provando a rendere il lotto delle terme più accessibile. Ogni bando si è rivelato deserto, così come le attuali terme, un monumento al disinteresse.

Al 15 di aprile ancora non ci sono i requisiti per dare le terme in mano ad una società (Dre Srl) che, invece, ha tentato di prendersi cura dei due lotti: uno riguarda l’impianto termale, l’altro riguarda la Rèserve, l’ex albergo 4 stelle delle terme.

Terme di Caramanico, quando riaprono? Beh, “il soggetto che si è aggiudicato lo sfruttamento delle due sorgenti termali di Caramanico non avrebbe mai potuto partecipare all’asta precedente”, sostiene il vicepresidente del Consiglio Regionale, Antonio Blasioli, esponente del Partito Democratico. Se si continua così anche la prossima asta, la quinta, sarà deserta.



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