New York è tutta un… wow

Capodanno nella Grande Mela con annessa bufera di neve
Scritto da: maretta*
new york è tutta un... wow
Partenza il: 29/12/2017
Ritorno il: 07/01/2018
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €

New York non è un miraggio, non è meravigliosa, esagerata, immensa, incredibile. E’ molto di più. Me ne sono innamorata ancora prima di mettere piede all’aeroporto Kennedy, dopo 13 ore di volo (con scalo a Belgrado). Siamo partiti in sei, tre coppie, per trascorrere il Capodanno nella Grande Mela, sapevamo che ci saremo sentiti delle formichine a Time Square la notte del 31, che ci saremmo stupiti ad ogni angolo della strada, ma viverlo è di gran lunga meglio che sentirlo raccontare!

Il freddo dei giorni appena trascorsi ha lasciato pochi superstiti dal momento che ci siamo ammalati quasi tutti, durante e dopo il viaggio, per cui la prima cosa che mi sento di consigliare a chi decide di trascorrere il Capodanno a New York è di coprirsi benissimo con attrezzatura da neve (a noi, viste le temperature raggiunte quest’anno, sarebbe servita un’attrezzatura da polo nord!).

Il volo lo abbiamo prenotato quasi un anno prima, con air serbia, partenza il 29 dicembre da Milano, scalo di 10 ore a Belgrado all’andata. Ritorno 7 gennaio con scaldo di 5 ore (450 euro, che per il periodo di alta stagione è un prezzo ottimo), per l’alloggio abbiamo prenotato l’hotel 91 a Chinatown, pagando 100 euro a notte (colazione esclusa, pulizia della camera giornaliera inclusa, a due passi dalla metro. Consigliato).

Siamo arrivati in città di sera, stanchi dal viaggio lungo, ma l’entusiasmo era talmente alle stelle che non abbiamo esitato a fiondarci nella piazza più famosa del mondo. Time Square è un trionfo di luci, colori, suoni. Luci, soprattutto. Ti senti nell’ombelico del mondo, con i poliziotti che presidiano ogni angolo della piazza, i carretti degli hot dog e i tombini che fumano, ti senti in un film! La metro in dicembre è necessaria, qualcuno dice che in primavera ed in estate non serve, è piacevole girare tutto a piedi, ma posso dire che viste le temperature tremende di questi giorni, la metro ci consentiva di spostarci facilmente (l’abbonamento per una settimana costa 33 dollari, e lo consiglio visto che un biglietto per una corsa costa 3 dollari!) e di prendere un po’ di caldo.

Abbiamo visitato il quartiere di Wall Strett, abbiamo scattato qualche foto con il famoso toro simbolo del quartiere, ci siamo persi per le viuzze circostanti. A New York ci si ferma continuamente per guardarsi intorno, ci si lascia facilmente rapire da un particolare, un negozio che vende prodotti mai visti, uno scorcio da fotografare, un filo di luce che si fa strada da l’immensità del grattacieli. E’ un continuo “aspetta, fammi fare una foto a questo” o “guarda qui, guarda lì”. E’ tutto un “questo posto lo riconosco, l’ho visto in Sex and City, o in mamma ho perso l’aereo”.

La Statua della Libertà merita una mezza mattinata, noi non siamo riusciti a prenotare i biglietti da internet, così ci siamo svegliati presto per evitare le file chilometriche che solitamente ci sono, e vi consiglio di fare lo stesso (costo del biglietto 18 dollari e 50). La statua si trova su un’isoletta raggiungibile con un battello in pochissimi minuti, sul posto vi consegneranno un’audioguida in italiano che vi spiegherà tutte le curiosità sulla statua della libertà. Nel biglietto è incluso anche un giro a Ellis Island, ma noi come tantissimi altri abbiamo deciso di evitarlo. Vi consiglio di concentrare nello stesso giorno la visita al Wall Strett, alla Liberty Island ed al World Trade Center, poiché si trovano a breve distanza l’uno dall’altro. Il monumento che oggi sorge al posto delle due torri gemelle è molto struggente, rappresentativo, è inutile descriverlo, va visto e vissuto. Il museo abbiamo deciso di non visitarlo.

Apro una parentesi sul Capodanno a Time Square: avevo letto sui vari blog e diari di viaggio che la zona era tutta transennata, che i controlli erano lunghi, le file lunghissime, che bisognava avviarsi alle 3 del pomeriggio se si voleva sperare di accedere alla zona, che non si potevano in nessun modo portare borse. Tutte balle! Noi siamo entrati nella zona transennata alle 6 del pomeriggio, molte persone avevano borse con sé (regolarmente controllate dai poliziotti) e la fila era abbastanza scorrevole. Probabilmente questo è stato un anno particolare, con minore affluenza di gente rispetto al solito, date le temperature polari, ad ogni modo per noi è stato facile accedere alla zona anche senza prenotazione in un ristorante (e quindi senza pass). Abbiamo cenato un panino da Junior’s (consigliatissimo per panini e cheesecake squisiti) e alle 22 ci siamo rimessi in fila, raggiungendo (magari assistiti anche da un bel po’ di fortuna) una posizione ottima. Il concerto non è come lo aspettavo, tra i cantanti internazionali tanto decantati, di veramente famosa c’era solo Mariah Carey (che è stata stupenda!) e soprattutto lo schermo usato per mostrare il concerto a chi come noi non era proprio tra le prime file, è molto piccolo rispetto a quello che mi aspettavo! Ciò nonostante mi sono commossa quando la ball drop ha iniziato a venire giù allo scoccare della mezzanotte, mi sono sentita fortunata ad essere lì, tra tutta quella gente, in mezzo a quei colori, quella musica, mi sono sentita una privilegiata ed è stato bello. E’ un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita!

L’uscita da Time Square è stata facile, un po’ meno lo è stato raggiungere una linea della metro attiva, cosa del tutto comprensibile. Ho dovuto prendere atto dell’estrema organizzazione e sicurezza americana. Non ho avvertito nemmeno per un secondo la paura di un attacco terroristico, c’erano centinaia di poliziotti, era tutto perfettamente sotto controllo, tutto pianificato nei minimi dettagli. Esemplare. Gli americani sono disponibili, gentili, quando entri in un negozio ti salutano con il sorriso e ti chiedono come stai, ti augurano una buona giornata, sono belle persone in generale, li trattano con rispetto i turisti pur essendo molto abituati alla loro presenza costante.

Il giorno seguente abbiamo percorso a piedi il ponte di Brooklyn, abbiamo fatto una sosta per una pizza alla modica (?) cifra di 20 dollari da” Ribalta”, un ristorante italiano un po’ caro ma ottimo, e poi siamo andati a vedere le luci di natale a Dyker Heights, da non perdere per nessun motivo al mondo se siete a Ny nel periodo natalizio.

Il giorno seguente ci siamo dedicati allo shopping sulla Fifth avenue e al Rockefeller Center… resterete senza parole dalla bellezza di tutto ciò. Abbiamo comprato qualche regalino da Macey’s e Century 21 che hanno prezzi davvero convenienti rispetto all’Italia. Abbiamo passeggiato per central park, abbiamo comprato delle noccioline ed abbiamo dato da mangiare agli scoiattoli. Central Park innevata è difficile da descrivere, per avvicinarsi all’idea bisognerebbe chiudere gli occhi ed immaginare un posto magico, fuori dalla realtà. Abbiamo assistito ad una messa gospel ad Harlem che si tiene tutte le domeniche mattina ed i mercoledì pomeriggio alla Bethel gospel assembly che vi consiglio di non perdervi perché è davvero emozionante.

Abbiamo visitato il museo di arte naturale ed il Met dando un’offerta libera (al momento del pagamento del biglietto basta pronunciare la formula “i wish i pay…”) mentre al MOMA ci siamo andati di venerdì pomeriggio, dopo le 16, quando il museo era gratuito. Abbiamo fatto la colazione all’americana con frittata e bacon da Manhattan Dinner, abbiamo mangiato sushi da Quan Sushi a Chinatown (davvero top) ma abbiamo mangiato soprattutto molte schifezze da Mc Donald’s, Burger King, Shake Shake.

New York non è cara se vuoi che non lo sia, se ti organizzi bene. Noi avevamo preventivato di spendere 2000 euro in due di extra (intendo al di fuori del volo e dell’hotel) e invece siamo tornati a casa con 1000 euro in tasca! Certo, ci si deve un po’ adattare, ma si può fare!

Un viaggio a New York merita almeno una settimana, i primi giorni andranno dedicati ai classici giri tra i monumenti, i musei, allo shopping, gli altri giorni a conoscere davvero la città, ad osservarla nella sua normalità. La ragazze che vanno in giro senza calze in pieno inverno, gli uomini di affari con i loro cappotti lunghi e il caffè di starbuks tra le mani, gli artisti che si esibiscono sotto la metro. New York non è solo grattacieli e cheeseburger, è piena di calore umano, piena di visi che raccontano storie vere, piena di scorci inaspettati. New York è tutta un WOW.

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New York è tutta un WOW.



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