Sette giorni da favola a New York…

... tra Tiffany, Fifth Avenue, Liberty Island, Empire State Building, pancakes e scoiattoli
Scritto da: Angyyyyy
sette giorni da favola a new york...
Partenza il: 05/02/2012
Ritorno il: 13/02/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Dopo otto mesi dal mio viaggio a New York mi decido a pubblicare il mio diario… un po’ striminzito forse, perchè scritto dopo tanto tempo, ma credo comunque utile per chi abbia voglia di farsi tentare dalla magia di New York.

Chi non ha mai sognato di andare in America? Con tutti quei film che ci propinano sul grande schermo, con vedute magnifiche di New York, parchi immensi, pranzi memorabili per il giorno del ringraziamento… E io ovviamente sono cresciuta a pane e film americani! Ho sempre sognato il mio viaggio a New York come un qualcosa che potesse accadere solo in occasioni importanti, data la spesa, quali regalo di laurea o viaggio di nozze… e invece, l’ultima settimana di dicembre 2011, il mio moroso nota un offerta voli su Alitalia, e in men che non si dica mi ritrovo il 30 dicembre 2011 ad avere tra le mani i biglietti per New York! Costo del biglietto a persona A/R: 450 euro. Costo Albergo per 7 giorni a persona: 230 euro con tassa di soggiorno inclusa. Resto dei soldi spesi, tra tanto shopping, cibo vario, metro, bus…

Prima di partire con il racconto è necessario fare una premessa riguardo la documentazione che va fatta in Italia. Passaporto, valido per l’entrata negli Stati Uniti, con chip (ormai sono tutti così quelli nuovi). Costo 80 euro circa, 1-2 settimane d’attesa. Certificato Esta da fare online, stampare e portare con sè, costo 14 dollari. Assicurazione sanitaria, se ti fai male lì sono decisamente cavoli amari, perché le spese mediche non funzionano come qui in Italia… quindi meglio fare un’assicurazione, anche online… io avevo speso sui 50 euro, ed ero coperta in caso di ricovero in ospedale (tiè!), caduta di aereo (tiè), spese del dentista (tiè!), con un massimale abbastanza alto. Iscrizione online sul sito della Farnesina italiana. Nel caso succedesse qualcosa (tiè) la Farnesina sa dove sei e ti cerca. Alle vetrine dei locali in cui si mangia sono affisse delle lettere, che vanno dalla A alla C, in genere, e che attestano la qualità del cibo e l’igiene del locale secondo rigidi criteri della sanità americana. A, corrisponde ad eccellente, B ci si può ancora mangiare, C meglio evitare, D meglio che chiudi il locale!

E’ bene procurarsi una buona cartina in cui ci siano le strade, e il tragitto dei mezzi di trasporto, altrimenti si diventa matti! New York è immensa, e si fa davvero fatica! Direi di aver detto tutto… pronti per il viaggio?!

Roma, 5/02

Ovviamente capitiamo nella settimana sfigata in cui tutti ricorderanno le nevicate abbondanti di cui l’Italia intera è stata afflitta. Partendo da Modena ho avuto non pochi disagi! Vado in stazione il 3 febbraio, a Modena, ma tutti i treni sono stati cancellati. Perfetto, penso. Per cui, faccio la pazzia e prendo la macchina. Raggiungo Roma in 6 ore, e trovo anche lei sepolta dalla neve. Passo il 4 da mia cugina, che per fortuna abita lì e mi ospita. Il 5 vado in aeroporto e inizia a nevicare… fortunatamente nevica giusto 15 minuti, per cui il volo non subisce ritardi. Alle 10:15 parte puntualissimo! Arriviamo a New York alle 14 ora americana, alle 20 ora italiana. Siamo stravolti, e ci accorgiamo che in realtà abbiamo ancora mezza giornata da vivere! E’ una cosa stranissima il fuso orario! Ad ogni modo il volo tutto sommato è stato tranquillo, anche se 8 ore sono davvero tante… Male al sedere, voglia di sgranchirti le gambe… Cibo parecchio scadente, ma in compenso ho visto ben quattro film! All’arrivo a JFK si nota subito come l’America sia un Paese altamente organizzato e ben predisposto agli arrivo di tante persone. All’aeroporto bisogna fare dei controlli, in cui ti prendono retina dell’occhio e impronte digitali. Già qui, dal modo in cui ti indicano di disporti in fila, con ben 20 sportelli aperti, ti fa capire che l’America è un posto sveglio ed efficiente. In Italia gli sportelli aperti sarebbero stati 2, e ci avrei messo 4 ore per fare 10 impronte. Valige subito arrivate. Si parte per l’albergo. Vogliamo “risparmiare” ed evitiamo i taxi, anche se lì hanno la tariffa standard da JFK alla city è fissa e di 50 dollari, che non è tanto se consideri che si tratta di almeno 1 ora di macchina! Ma noi, spavaldi e sprezzanti del pericolo, ci buttiamo nella metro, e dopo vari tentativi, dopo quasi 3 ore dall’atterraggio arriviamo a destinazione! L’albergo è sulla 79sima, ed è a 200 mt dalla fermata di 3 autobus e metro che arrivano in centro, ergo posizione comodissima! L’entrata promette bene, tranne che per la temperatura… Già abbastanza altina solo alla reception. Convenevoli, controllo prenotazione, documenti e assegnazione camera. 8 piano! La camera è ancora più calda della reception! Incredibile! È piccola, ma c’è tutto, perfino una cabina armadio… Ah, sti americani! Già mi gustano!

Scendiamo per cena, ma nelle vicinanze non c’è molto e noi, stravolti dal viaggio non abbiamo voglia di prendere subito autobus e metro ed iniziare a girovagare per le strade di NY, così ci accontentiamo del primo posto che becchiamo a soli 2 isolati dall’albergo. Un locale in teoria in stile europeo, con personale messicano e musica caraibica. Ordiniamo 2 cotolette e via, a letto! Non facciamo fatica ad addormentarci nonostante siano solo le 8 di sera!

Lunedì 6

Colazione con pancakes, sciroppo d’acero, uova strapazzate… Ok, siamo decisamente in America! Facciamo per 27 dollari la metrocard, valida 1 settimana che ci dà libero accesso a metro e autobus. Credetemi, una vera manna da cielo, che vi evita di contare tutte quelle stramaledette monetine ogni volta! Partiamo da sud: Wall Street, Brooklin Bridge, giro lungo il fiume, nei pressi del WTC e la sera Time Square. Spettacolare. Luminosa. Coloratissima. Allegra. Come prima giornata abbiamo macinato parecchi km e siamo stanchissimi… Cena e letto!

Martedì 7

Colazione da Starbucks, small english breakfast tea and marble pound cake. Linclon Center, decidiamo di prendere 2 biglietti per il teatro, per vedere il Barbiere di Siviglia mercoledì sera. Time Square di giorno. Sempre spettacolare! Pranzo a Rockefeller Center. In giro per i negozi sulla 5 strada. Che lusso! Cena con uova al tegamino, becon e coca cola. A nanna!

Mercoledì 8

Solita colazione da Starbucks, Chinatown e Little Italy. Delusione… Sono zone molto degradate e non sembra nemmeno molto bello girarci, per cui, via! Qualche foto all’Onu, poi alla Grande Stazione Centrale. Empire State Building: che vista! 102 piani d’altezza, ma noi siamo arrivati “solo” all’86esimo piano! Da lì, per la prima volta NY ti sembra piccola! Sei sopra i grattacieli, con lo sguardo arrivi fino alla fine di Central Park, percorri il fiume, individui i grossi centri commerciali… Ed è tutto così silenzioso! Cadono i primi fiocchi di neve! L’atmosfera è quasi natalizia! Volata per il negozietto con i gadget dell’Empire State Building e poi thè caldo da Statbucks. Serata alternativa a teatro e nanna!

Giovedì 9

Visita alla Public Library… Immensa, gigante, silenziosa, ordinata, antica… Salto a Soho, precisamente a Perry st. Dove abita la famosa Sarah Jessica Parker, ovvero Carrie di Sex and the City. L’abitazione, è stata oggetto di riprese anche della serie tv! Molto emozionante pensare che magari, da un momento all’altro potesse uscire di casa… Proprio mentre ero lì! Ovviamente non è successo nulla di tutto ció! Ma vabbè, sperare e sognare è lecito no?! Pomeriggio a Central Park. Immenso, dai colori caldi, pieno di scoiattoli! Shopping sulla Brodway, cena, nanna.

Venerdì 10

Capatina all’Apple store, Pen Station e Liberty Island. Maestosa! Si gode di un ottimo panorama anche se non possiamo salirci perchè stanno facendo dei lavori all’interno della Satua! Stare sull’isoletta è come avere un occhio lontano un paio di km da NY! Ci si arriva con un traghetto, in 20 minuti nemmeno, per 10 dollari. Rientriamo dopo varie foto e giretto dell’Isola. Serata al toro di Wall Street, shopping, cena e nanna.

Sabato 11

Nevica, ma gli americani, che sapevano di quest’ondata di maltempo erano già organizzati da una settimana con spargimenti di sale ovunque… Quindi non arreca nessun tipo di disagio, se non il freddo! Columbia University, visita ad un paio di chiese. Guggenheim Museum, ma solo per scattare 2 foto! :p Cena e poi pattinata al Bryant Park! Nanna.

Domenica 12

Ultimo giorno sig… Sob… Giornata partita un po’ storta, ma ripresa con visita al Molo 17. Cielo coperto, nuvole piene di pioggia e vento gelido che ti taglia la faccia, ma posto bellissimo! Pranzo al molo e poi via, verso il World Trade Center. Controlli come in aeroporto, atmosfera familiare e raccolta. Silenzio. Fai fatica a trattenere le lacrime pensando che 10 anni fa non so quante persone hanno perso la vita proprio lì, in un attimo di secondo. Al posto delle torri, 2 grosse piscine, con cascate e lungo tutto il perimetro delle piscine, i nomi delle persone cadute quel giorno. È un posto che ti colpisce al cuore e ti fa tornare indietro di 10 anni. Le emozioni non sono scomparse, anzi, stando lì si sono amplificate. Ho quasi paura di sentire il boato degli aerei che s’infrangono sulle torri, di sentire le urla ed i pianti delle persone, le sirene delle ambulanze, dei vigili del fuoco e della polizia.

In un attimo sono le 16:30 e dobbiamo volare in albergo a prendere i bagagli e filare in aeroporto. Il rientro è stato traumatico! A parte il fatto che avevo la febbre a 39, e fare un volo di 8-9 ore in quelle condizioni non lo auguro veramente a nessuno, ma la cosa che ci ha veramente scasinato è stato il jet leg, che credevamo aver scampato all’andata dato che non avevamo avuto nessun tipo di difficoltà a gestire i momenti di sonno-veglia. Tornati in Italia abbiamo passato 10 giorni in cui prendevamo sonno alle 6 del mattino e dormivamo fino alle 14! Ah! Però, ad essere sincera, lo rifarei mille altre volte. New York è così, ti colpisce al cuore, è amore a prima vista.

Colpa degli americani che sono sempre gentilissimi e disponibili ad aiutarti se ti sei perso?! Oppure dell’atmosfera che si respira in questa grande città? Città che nonostante sia famosa per essere definita come quella che non dorme mai, io ho trovato silenziosa. Sì, silenziosa. Nonostante i mille taxi gialli che sfrecciano lungo le strade, nonostante i non so quanto milioni di persone. New York sa regalarti il silenzio e la tranquillità che solo un luogo appartato potrebbe darti. I tuoi pensieri si confondono con il fumo che esce dai tombini, le pupille s’ingrandiscono alla vista di Time Square. New York, chiudo gli occhi e per fortuna sei ancora qui, davanti a me!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche