Undici giorni in Nepal

Un viaggio tra Kathmandu, Pokhara e il parco nazionale di Chitwan
Scritto da: giuli.francesca
undici giorni in nepal
Partenza il: 09/11/2012
Ritorno il: 20/11/2012
Viaggiatori: 02
Spesa: 2000 €

Considerazioni varie

1) Avete scelto il Nepal come luogo di vacanza? Sicuramente la scelta è avvenuta con coscienza. Nel dubbio, basta approfondire la lettura di una buona guida turistica per capire che si tratta di un paese povero. Per questo motivo e nel rispetto di questa gente, è bene adottare una serie di comportamenti che, forse, non seguiamo così frequentemente a “casa nostra”:

– evitare lo spreco di cibo e di risorse preziose come l’acqua e l’energia elettrica.

– evitare di sporcare e di inquinare e di abbandonare i rifiuti (io? Ma quando mai?). Sappiate che Kathmandu ci sono frequenti ammanchi di energia elettrica programmata. (da ricordare: specie se avete da rimettere “in carica” i preziosi cellulari, macchine fotografiche, videocamere ect). In alcune città non sanno nemmeno cosa significano le tubature dell’acqua o gli acquedotti: si raccoglie l’acqua piovana nelle cisterne posizionate sui tetti delle case. Negli hotel l’acqua viene filtrata. Inoltre gli hotel posseggono dei generatori per scaldare un minimo quantitativo di acqua per noi turisti “viziati”.

– non chiedete lenzuola o asciugamani di ricambio, siate obiettivi e cercate di “resistere” sporcando il minimo.

– alcuni hotel sono Eco ossia si sono dotati di una serie di misure per limitare al massimo gli sprechi, e stanno adottando i pannelli fotovoltaici per riscaldare acqua e ambiente. Massima oculatezza. Evitare gli sprechi. Questo è lo spirito da seguire. Siete schizzinosi? Ammettetelo e lasciate perdere questa destinazione.. perché dovete rovinarvi le vacanze?

2) Trolley o zaino? Se siete dei trekkers convinti va da sè che sceglierete lo zaino. Ma nel nostro caso avevamo in programma altre cosette e quindi ci siamo poste questa “annosa questione”. In teoria sono comodi tutti e due ma dipende da cosa farete e dove andrete. A onor di cronaca gli alberghetti/hotels non hanno mai o quasi l’ascensore. Dunque valutate la vostra capacità di trasporto/peso. Io ho preso un borsone morbido trolley (all’occorrenza le maniglie “le trasformo” e mi creo il mio zaino personalizzato) mentre Giusy ha preso il classico zaino da 80 litri. AAA: per il mini-trekking lo zaino di Giusy è stato utilissimo. In genere all’inizio e alla fine del circuito trekking (3 – 5 -10gg) si parte e si ritorna a dormire a Pokhara nello stesso hotel. Perciò nel mio borsone trolley abbiamo travasato tutti gli indumenti che non ci sarebbero serviti (sia i miei che di Giusy) e abbiam depositato il borsone c/o deposito dell’hotel. Mentre nello zaino di Giusy abbiamo inserito solo gli indumenti per il trekking (sia miei che di Giusy) ottimizzando gli spazi e le borse stesse.

3) Siamo fedeli divoratrici di Lonely Planet. Non è per fare pubblicità, ma da tempo realizziamo che le indicazioni/suggerimenti in esse contenute sono realmente preziose. Specie le dritte su medicine, acqua, cibo, comportamenti. Le piantine sono molto utili specie per orientarsi in una città ma nella realtà i nomi delle vie non li troverete mai scritti da nessuna parte. Dovrete prendere dei monumenti come riferimento: pagode, musei, campi di calcio, laghetti, torri, insegne di negozi/ristoranti/banche. Ah! Dimenticavo. Anche le cronache di viaggio di turisti per caso ci sono molto utili. Grazie.

4) Budget, ecco cosa abbiamo speso: 1900euro a testa (incluso tkt treno per Malpensa, bus, autonoleggio drop off da Malpensa a casa per mancanza di treni utili al rientro.. vitto, alloggio e qualche regalino).

5) Programmazione del viaggio: lo ammettiamo, abbiamo preso ispirazione da alcuni cataloghi di tour operator italiani del settore. Abbiamo personalizzato l’itinerario scegliendo alcune località e scartandone altre, poi lo abbiamo sottoposto ad un operatore locale affinchè ci fornisse una controproposta. E la controproposta è stata interessante. Anche perché, in base al periodo che abbiamo scelto di viaggiare, l’operatore locale ha fatto alcune modifiche migliorative. L’operatore locale si chiama Destination Nepal di Kathmandu, nella persona di Mr. Suman Panta con il quale abbiamo interloquito in inglese. Per risparmiare tempo abbiamo preferito evitare l’utilizzo di mezzi pubblici per spostarci da una città all’altra, optando per la macchina con autista. Ci siamo rese disponibili informando Destination Nepal che avremmo ben volentieri accettato la presenza di altri clienti che avessero voluto aggregarsi al nostro itinerario (così l’auto diventava un minivan in modo da ammortizzare ulteriori spese). Ma alla fine abbiamo viaggiato per i fatti nostri. E di seguito troverete l’itinerario che abbiamo seguito. Destination Nepal si è occupato di tutto quanto è specificato nel programma. Noi abbiamo prenotato in internet solo alcuni alberghi perché ci piacevano di più rispetto a quelli che Destination Nepal ci proponeva nel suo programma di viaggio. De gustibus…

6) 9-20 novembre 2012: indumenti e oggettistica varia

– Kathmandu, Pokhara, Chitwan: di mattina e nel tardo pomeriggio fa freschetto, basterà indossare un pile o una giacca a vento, per il resto della giornata il clima si scalda e sono più che sufficienti t-shirt e jeans leggero. Scarpa chiusa (tipo da ginnastica) è sempre consigliabile. Eventuali calzini ausiliari da gettare per visitare i templi.

– Trekking fino a 2500 metri: mattina e sera piuttosto freddo (un paio di buon pile e un piumino smanicato per esempio sono ottimi). Cappello in lanetta, eventuali guanti (io non li ho usati ma è bello sapere di averli..) Scarponcino da trekking, pantaloni leggeri lunghi /jeans leggeri (così anche se “gratti” contro una roccia o un ramo d’albero, si è protetti, e poi c’e’ sempre il rischio di zecche). Al solito ci si veste a strati sino a rimanere in t-shirt tecnica a maniche corte. Crema solare per le pelli bianche e delicate, occhiali da sole e un cappello per il sole. Utile una torcia di sicuro. Okkio: nei lodge (rifugi) che abbiamo trovato puliti e in ordine, troverete letti provvisti di materasso e coperta tipo piumone. Si consiglia l’uso di sacco a pelo o di lenzuolo letto. Portatevi un asciugamano personale (di quelli tecnici che si asciugano in un attimo, per esempio). Ah! Portatevi tutto quello che avete di utile per crearvi dei ganci a cui appendere i vostri indumenti.. non voglio entrare nel merito del “perché?” ma non dappertutto troverete appendi giacche, ganci, chiodini, fili.. e siccome avrete bisogno di far asciugare gli indumenti…

– Chitwan (parco nazionale): se pensate di andare a fare il bagno con gli elefanti (è una gran bella esperienza divertente) prevedete un ricambio di abiti a cui magari non tenete. Ciabatta o sandalo antiscivolo, pantaloncini e t-shirt. Io non mi son attentata a rimanere in bikini: sarete comunque circondate da donne del luogo che rimangono più che vestite durante il bagno: per rispetto anche io non mi sono svestita. Se siete un maschietto invece: porte aperte! Nel senso che potrete anche osare un bel petto nudo e pantaloncini, a voi vi si concede tutto E buon divertimento. Portatevi repellenti antizanzare e altri insetti. Portatevi anche un buon binocolo, a meno che non abbiate un buon teleobiettivo. Ci sono buone opportunità di osservare vari tipi di animali a distanza: uccelli, scimmie, rinoceronti, cervi, coccodrilli, orsi.

7) Noi abbiamo viaggiato in un periodo che si chiama Tihar, il festival di Tihar in tutto il Nepal. Questo significa che: 11 nov giorno dedicato ad onorare i corvi; 12nov giorno dedicato ad onorare i cani 13nov giorno dedicato ad onorare le mucche 14nov giorno dedicato a onorare i tori;15nov giorno dedicato ad onorare i fratelli e le sorelle. Questo significa che: i bambini non vanno a scuola. Buon per loro. Peccato che poi te li ritrovi in mezzo alla giungla che cantano ossessivamente ai turisti di passaggio (per caso e non) delle cantilene stile “Fra martino Campanaro etc., etc.” in versione nepalese. Visualizzate per un attimo la scena: state camminando da ore, in costante salita sui sentieri faticosi del circuito Annapurna… acqua! Sulle prime si pensa: “che carini questi bimbi che ci allietano il cammino”. Eh no! Questi alle volte si dispongono in modo quasi prepotente sbarrando il passaggio (altro che “dolcetto o scherzetto in sincero stile halloweeniano!)… questi vogliono i soldini. In breve, accontenta una barriera, accontenta una 2° barriera, accontenta una 3° barriera. Alla fine cominciano a “girare” le… Verso gli ultimi giorni ho provato a fare un interscambio culturale del tipo: quando smettevano di cantare loro io intonavo un bel “Fratelli d’Italia…” oppure un interscambio floreale. Non funzionava tanto… Comunque alla fine desistevano e ci lasciavano passare. La Lonely Planet su questo punto è alquanto ferma: meglio donare denaro o libri nepalesi alle scuole locali. Va scoraggiato lo scempio. A voi la scelta. Io ho fatto un 50% si e un 50% no. Mea culpa.

8) cibo: premesso che amiamo il cibo indiano. In Nepal non abbiamo avuto problemi di nessun genere perché esiste un mix di cucine che mette d’accordo tutti i palati, tranne quelli + schizzinosi che, come ho già detto, è meglio che scelgano un’altra località a meno che non abbiano deciso di mettersi “religiosamente alla prova” e allora guai a osare fiatare. Un minimo di coscienza, please: non avventarsi mai su verdure crude (magari aspettate una settimana/10gg che l’organismo si abitui e si crei degli anticorpi locali). Riso, patate, pollo, verdure cotte, formaggio tofu, ottimo pane naan. Insomma è tutto buono.

9) Lingua inglese un minimo bisogna masticarla, non pretendete sempre che siano gli altri a capire l’italiano.

10) Da verificare sempre, comunque per vostra informazione; Tramonto: indicativamente tra le 17:00-17:30 e poi diventa buio pesto; Alba: indicativamente 6h00 le prime luci, 6h30 appare il sole, 7:00 sole alto.

11) Questo è importante e purtroppo lo devo dire sperando che quando andrete voi in Nepal le cose possano essere cambiate. Nonostante cercherete di non sporcare, di non gettare rifiuti se non negli appositi (e rari) bidoni dell’immondizia e di seguire le normali regole di educazione civica, non potrete non notare quanta immondizia e sporcizia ci sia per le strade del Nepal. Pure lungo i percorsi del trekking. All’inizio ci si arrabbia: ecco! I soliti turisti indisciplinati! Invece e purtroppo la situazione è peggio di quanto possiate credere. Pochi comuni si stanno mettendo in moto per attivare la raccolta dei rifiuti, e quei pochi stanno provando anche ad attivare la raccolta differenziata. Molte cose debbono ancora essere create. Le cose stanno così. Durante il minitrekking ho visto con i miei stessi occhi una cosa che mi ha fatto capire tutto: stavamo superando un villaggio. Ho visto una signora nepalese uscire da un albergo lodge con un cestino dell’immondizia. Ho visto la stessa allontanarsi di un centinaio di metri dal lodge e poi scaricare il contenuto del cestino su di un prato. La signora si è allontanata. E un ragazzo ha cominciato a guardare in mezzo alle cartacce forse qualcosa da “utilizzare”. Dopodichè si è allontanato. E l’immondizia è rimasta lì, a cielo aperto. Alcune guide turistiche dicono che durante la stagione dei monsoni, lo scorrere della pioggia porti a valle tutte queste cartacce sino ai fiumi. I fiumi scorrono verso l’oceano indiano. Paradossalmente si usa dire che il Bangladesh è l’immondezzaio di tutti questi paesi… La Lonely Planet su questo argomento fornisce parecchi consigli, uno dei quali (durante il minitrekking) rendersi responsabile della propria immondizia, nel senso che va raccolta e portata da noi stessi a valle. Sempre che a valle non si comportino allo stesso modo. Provare per credere..

E adesso ecco la cronaca del nostro viaggio. Speriamo che il Nepal entusiasmi anche voi.

09 Nov QR 038 Milano MXP – Doha 21h25 05h10; 10 Nov QR 356 Doha Kathmandu 11h00 18h00. Rispetto all’Italia: Qatar +2, Nepal +5,45.

10 nov sabato

Aeroporto di Kathmandu -Tribhuvan International Airport (TIA). Portare n. 4 foto tessera:

– n.1: per il visto Nepal che si ottiene in aeroporto pagando 25 USD e compilando un modulo che si può scaricare anticipatamente da un sito web apposito, oppure compilando un modulo che si trova in aeroporto all’arrivo (alle volte lo fornisce la stessa compagnia aerea con cui si arriva in Nepal)

-n.2: per ottenere il pass Tim/Aca permesso per fare trekking di cui si è occupato Destination Nepal)

– in aereo, durante il viaggio, dovrebbero fornire modulo per disembarkation e modulo per la dogana da compilare solo se si trasportano oggetti o un totale di denaro che superano il valore di 5000 Usd

– in aeroporto, se non hai già il visto Nepal (dalla partenza) bisogna mettersi in fila a: “without visa” (dimenticate la fila with visa)

– in fila, in attesa di pagare il visto Nepal, si può cambiare denaro: 160USD in 13.256 Rupie Nepalesi Mr. Suman Panta (Destination Nepal) ci stà aspettando in aeroporto

– Transfer all’hotel Family Home e check in. Durata viaggio circa 30 min da aeroporto a Kathmandu nel quartiere Thamel. Situazione manto stradale: no comment. Pernottamento in hotel (prenotato da noi) 33 Usd la camera a notte ossia 100 Usd totali (50usd a persona) Hotel Family Home G.P. Morg P.O. Box 6510 Thamel Kathmandu

11 nov domenica Kathmandu – festival Tihari giorno dei corvi

Dopo una lauta colazione sulla terrazza panoramica dell’hotel arrivano il nostro autista la guida di Kathmandu e partiamo per scoprire la città di Kathmandu (automobile riservata, autista Yem e guida Mr. Ukresh Shrestha). Oggi scopriamo che l’automobile del nostro tour è una rispettabilissima Fiat mai vista in Italia (Linea Batas Active). A circa 40min da Thamel (Kathmandu) si trova Swoyambhunath Stupa o tempio delle scimmie, costruito 2000 anni fa, un dei più famosi templi buddisti, si trova su una collina di circa 77mt sldm (circa 200 scalini ripidi da salire) da cui si vede la vallata di Kathmandu. Bel modo di iniziare la visita a Kathmandu. Suggestivo.

Di nuovo in auto e dopo circa mezz’ora arriviamo in un altro sito magnifico: Boudhanath (Little Tibet), uno dei più grandi stupa buddisti nel sud est asiatico. Divenuto punto focale del Buddismo in Nepal. La cupola bianca è alta 36mt circa. Lo stupa si trova sull’antica rotta per la Cina. Questo luogo toglie il respiro talmente l’atmosfera è pacifica e serena. Bello. Di nuovo in auto, dopo circa 40min ci tuffiamo nell’atmosfera di due villaggi “sospesi nel tempo”: Bungmati e Khokana. A circa 10km da Kathmandu e a 6 km da Patan ci sono questi 2 villaggi “medievali”. Non ci sono automobili. Sono tipici villaggi dell’etnia Newari. Da Khokana a Bungmati ci sono 15 minuti a piedi. Tipiche case Newari. Questi due villaggi sono famosi per la produzione dell’olio di seme di senape (quello più raffinato è usato per fare i massaggi, quello meno raffinato è usato per cucinare). Ottobre e novembre sono i periodi migliori per visitarli perché sono ancora più colorati che il resto dell’anno: ci sono ghirlande di fiori o di bandiere che partono dai piani superiori e scendono a piano terra, nelle case di tutto il villaggio. Molti dei contadini di questi villaggi lavorano nella pressatura e produzione dell’olio di senape. L’olio di senape di Khokana è ancora popolare nella valle di Kathmandu. Un bel tuffo in quella che era Kathmandu 50/60 anni fa, ci dice Mr. Ukresh la nostra guida. Lo spirito di questi due villaggi ci ha catturato davvero. Il silenzio, la calma, la dignità di questi contadini. Una chicca. Giornata densa di visite: di nuovo in auto, di nuovo circa 30min e arriviamo a Patan. A questo punto la fame comincia a farsi sentire, nonostante il fuso orario, ora sono circa le 15h. Al Cafè de Patan assaggiamo quello che da oggi in poi impareremo essere il piatto tipico nepalese: un piatto composto da varie cosette come zuppa di lenticchie Dal, verdure bollite, patate al curry , bocconcini di pollo e riso bianco a parte). Buono. Gnam. E poi passeggiata per Patan Durbar Square. La piazza ospita molti siti dall’architettura unica. Krishna Mandir nella piazza di Durbar Square fu costruito per onorare una incarnazione di Vishnu. Il tempio di Krishna fu il preferito tra le gopini (cowgirls) ed è il miglior esempio di architettura in pietra nel mondo. Ci sono scene dal Mahabharat, la più importante Guerra mitologica asiatica, scolpite nei muri del tempio. Lungo le strade nell’area di Patan Durbar Square vivono scultori e artigiani. Molti templi dedicati a Ganesh (il Dio dalla testa di elefante), Shiva, Narsingha, Taleju, e altri ancora. Inutile aggiungere commenti banali: siamo contente di aver visitato anche questa antica città ricca di fascino. Ormai comincia a farsi buio, sono quasi le 17h30 e i colori di questa piazza, il rosso dei mattoni, i profumi d’incenso, mi ricordano molto vagamente la piazza principale a Marrakech, con la differenza che comincia a fare un po’ freddo. Rientriamo in hotel e salutiamo Mr. Ukresh. Guida preparata, gentile e professionale. Con tutto quello che abbiamo mangiato nel tardo pomeriggio… non abbiamo molto appetito, ma una bella passeggiata alla scoperta di altri vicoli di Thamel ci sta. E, infatti, non possiamo fare a meno di assaggiare uno snack goloso al Bakery Weizel di Thamel (lemon cheese cake e banana cake con thè al limone). Nel quartiere Thamel ci sono parecchi negozi, ristoranti, pub, e panifici/forni. I panifici dopo le 20h praticano sconti del 50% su tutto ciò che è rimasto (cose che ricordano la nostra pizza, focaccia, calzoni, fette di torta, cornetti). Pernottamento Hotel Family Home G.P. Morg P.O. Box 6510 Thamel Kathmandu (Mr. Mukti).

12 nov lunedì: Kathmandu/Pokhara – festival Tihari Giorno del cane

Dopo una lauta colazione di nuovo sulla terrazza/soffitta dell’hotel (sole e bel tempo) siamo pronte per lasciare Kathmandu. Partenza di buon mattino, alle 8h00, perché sappiamo quello che ci aspetta: Pokhara (210 km 5-6 hours). Passati per Thankot (pagamento pedaggio), Simle, Pokhare Kola, Naubise. Il manto stradale è piuttosto dissestato, il che riduce la velocità dei mezzi. Polvere ovunque. Traffico come a Milano in tangenziale nelle ore di punta. Con la differenza che qui nessuno è stressato, per quanto l’utilizzo frequente del clacson mi ricorda parecchie città italiane. E’ bello osservare i vari mezzi in viaggio: camion Tata indiani decorati con disegni buffi e l’immancabile “Horn please”, pulmini di locali sul cui tetto si trovano stipate borse e valigie all’inverosimile, motociclisti che zig-zagano coraggiosi tra un auto e l’altra, il motociclista che conduce ha sempre il casco, il passeggero dietro no. Anche la stessa polizia locale in moto viaggia così. E tutti indossano all’altezza del naso/bocca una specie di mascherina protettiva di tessuto, credo per la polvere o per lo smog. Di certo se parlo loro delle polveri fini (la lotta che stiamo combattendo nelle nostre città…) questi mi ridono a dietro! La strada serpeggia in salita, ci sono diversi tornanti, e comunque sta seguendo la vallata del fiume che prende nomi diversi a seconda del punto in cui ti trovi. La strada attraversa vari villaggi. Ognuno di essi è una cartolina. Ognuno di essi racchiude qualcosa di magico e qualcosa di atroce. Nell’insieme sei come stregato. Forse perché non credi a ciò che stai vedendo. O stai ancora cercando di capire esattamente che cosa stai vedendo. Stai elaborando, insomma…

Siamo quasi a metà strada e approfittiamo per una sosta al Motel Mugling, così anche il nostro Yem autista si riposa un po’ che se lo merita. Infine ancora altri villaggi (Damauli, Gorkha, Dumre). Sono quasi le 15h e finalmente arriviamo a Pokhara. Veloce check in all’hotel Splendid View di Pokhara e di nuovo in auto perché si continua in escursione. Incontriamo la nostra guida Mrs. Porna, una giovane signora sorridente e pratica. Via si parte. Abbiamo in lista: Grotta Mahendra, Gola del fiume Seti, Villaggio dei rifugiati tibetani, Grotta Gupteshwor, Cascata di Davi. Per arrivare alla grotta di Mahendra si attraversa la città di Pokhara suddivisa in vari quartieri e infine eccola: Grotta Mahendra. Dalla descrizione dovrebbe essere una grotta di calcare con stalattiti e stalagmiti, all’interno della quale si trova un piccolo tempio religioso. Sui muri si dovrebbero trovare immagini degli dei Hindu, immagini che si sono formate naturalmente. Di fatto non ci ha convinte, forse la poca luce non ci ha permesso di vedere queste “immagini nella roccia”, in ogni caso le stalattiti e le stalagmiti si formeranno con calma nel tempo. Carino il tempietto nella parte finale della grotta. Si può evitare di visitarla. Fate voi. A pochi minuti di automobile eccoci alla gola del fiume Seti. Il fiume attraversa Pokhara, ma per alcuni tratti si tuffa sottoterra totalmente e scende sotto i 50mt. Seti vuol dire bianco e, infatti, le acque del fiume hanno un colore lattiginoso dovuto alla composizione calcarea del terreno. Dal ponte si gode la vista del fiume. Non siamo del tutto convinte, comunque è interessante. Pochi minuti di automobile ci consentono di raggiungere il villaggio dei rifugiati Tibetani che si trova accanto alle cascate di Devi’s Fall. E’ il villaggio tibetano Tashling che è stato fondato dai rifugiati tibetani. La loro occupazione principale è vendere gioielleria e souvenirs. La tessitura dei tappeti in lana è particolare.

Cascata di Davi o Patale Chango: si trovano a due km a sud ovest dall’aeroporto di Pokhara, sulla Siddharta Hgwy. In questo punto il fiume fa come un salto improvviso in una buca dentro alla quale sparisce per poi riemergere 200mt avanti e riunirsi al fiume Seti. Si dice che nel pomeriggio del 31 luglio 1961 un forte getto della cascata abbia fatto cadere una cittadina svizzera (Mrs. Devis) intenta a fare il bagno con il marito a fianco. La corrente la trascinò verso il fondo e morì. Per questo la cascata prese il suo nome: la cascata di Devi. Ma questa storia cambia spesso… Mesi in cui è più potente: giugno luglio agosto e settembre. Ci è piaciuta. Dalla cascata a piedi arriviamo in pochi minuti alla Caverna Gupteswor. La grotta si divide in due parti: la prima è lunga circa 40mt e qui si trova un tempio dedicato al dio Shiva al quale non si possono fare foto. La parte seguente al tempio scende sino al livello della cascata Devi (adiacente), ad una distanza di 100mt dalla seconda entrata da cui si può vedere la cascata di Devi così come le pareti rocciose della caverna illuminate con lampadine elettriche e qui si possono fare foto. La parte dopo il tempio rimane chiusa nei periodi dei monsoni (giugno luglio agosto e settembre). Ci è piaciuta. La giornata è terminata e torniamo in hotel assieme a Mrs. Porna.

L’indomani ci aspetta il programma di mini-trekking per 3 giorni. Mrs Porna ci tiene a controllare personalmente gli indumenti e le scarpe che utilizzeremo durante il mini-trekking. Ci sentiamo un poco “scolarette” durante l’esame ma ci rendiamo conto che saremo sotto la sua responsabilità e non vuole rischiare brutte sorprese. Chissà.. forse in passato le sono capitate persone che pretendevano di fare trekking con sandali tacco 12 e in costume da bagno. Scherzo! All’esame siamo state promosse, anzi! Ci siamo rese conto di aver portato con noi troppe felpe e materiale caldo: le prime settimane di novembre non fa così freddo, specie se si decide di non salire oltre i 2500mt. (vedi punto 6) . Stasera si mangia indiano: al Black and White organic food, Lakeside (accanto all’hotel): io un buon Palak paneer (purè di spinaci caldo con formaggio tofu) e un saporito naan all’aglio (contro i lupi mannari…) e Giusy una Dal Makhani (zuppa di lenticchie) con un naan semplice: 1078 rupie totali, cioè circa 12euro. Che spendaccione! Pernottamento allo Splendid View – Gaurighat, Lake Side, Baidam, Pokhara (Mr. Ramesh).

13 nov lunedì: Pokhara/Nagapul/Ghandruk – festival Tihar: Giorno della mucca

Alle 8h00 lauta colazione in hotel, attendiamo Yem e Mrs Porna. Eccoli che arrivano. Con lei c’è anche una ragazza: sarà la nostra “sherpa” (portatrice di zaino) per tutto il nostro trekking. Partenza in auto. Transfer da Pokhara a Nayapul in auto e inizio percorso Trek fino a Ghandruk (1960m) (5-6 hours). Giunti a Nayapul, Yem il nostro autista ci lascia. Mrs Porna, io, Giusy e la nostra sherpa… il trek inizia attraverso i campi terrazzati e coltivati a riso dei vari villaggi che incontreremo come Birenthani… ect, ect. Salite a gradini ripide, ponti sospesi sui fiumi, foreste e ancora campi coltivati, ogni tanto una carovana di asinelli passa lungo il sentiero per trasportare merci, e la silhouette incomparabile delle montagne dell’Annapurna a fare compagnia e a rincuorarti se il cammino comincia a farsi arduo. Infine, si arriva al lodge “sherpa” di Ghandruk, dopo una camminata di circa 3/4 ore. Pure da qui belle vedute (salvo nuvole vagabonde) dell’Annapurna South, Gangapurna, Annapurna III, Machhapuchhare and Hiunchuli. Siamo stanche ma contente. Prendiamo possesso della nostra cameretta. Una doccia veloce per toglierci il sudore di dosso. E stavolta comincia a fare freddo. Giaccone e cappello. Adesso si che si sta bene. E dato che ci si vede ancora un po’ Mrs Porna ci propone una passeggiata sino al villaggio vero e proprio di Gandruk, un poco più su. Assomiglia vagamente uno dei paesini delle 5 terre italiane, solo stadio primitivo. Viuzze in pietra, capanne e costruzioni in pietra, tutto costruito su vari livelli in altezza. Mucche che ruminano e asinelli che passano guidati in tutta fretta dal loro padrone. Che pace. Torniamo al lodge. Ci siamo solo noi. Durante la nostra cena arriva anche un escursionista in bicicletta, che scopriremo arrivare da Taiwan. Siamo sorprese, e lo è anche la nostra guida Mrs Porna. Ci sono molti circuiti adatti per i mountain bikers, ma non esattamente quello che stiamo percorrendo noi, composto per la maggior parte di scalinate ripidissime. Questo ragazzo ingenuo ma entusiasta ha pedalato fin dove il sentiero glielo ha consentito, poi ha dovuto ricorrere ad uno sherpa per farsi portare la bicicletta sino a Ghandruk. Vuole arrivare sino al campo base Annapurna. La nostra guida lo guarda poco convinta. Ci pare di capire che non ha portato con se vestiario pesante e siccome dice di volersi fermare fino ai primi di dicembre… gli chiede “sei sicuro? Guarda che farà molto freddo a oltre 4000mt…” Mrs Porna ci piace. E’ molto materna. Ma anche pratica. Il taiwanese non è affar suo, uomo avvertito… e cambia subito argomento. Nei lodge/rifugi funziona che la nostra guida si occupa di prenotare l’ora in cui ceneremo e in cui faremo colazione. Inoltre si occupa di prendere le ordinazioni del cibo che desideriamo mangiare. Stasera al lodge arrivano anche i ragazzini/e del villaggio super attrezzati di casse/amplificatori e musica: balli e danze tipiche per festeggiare il giorno della mucca. Come non contribuire per la scuola di danza locale?

14 nov martedì – Ghandruk/Landruk/Tolka/Pothana – festival Tihari: giorno dei tori

Sveglia presto, lauta colazione e viaa si parte. Salutiamo anche il taiwanese. Dopo tanta salita, ieri, oggi si scende. Di nuovo utilizzeremo sentieri e le ripide scalinate di pietra. Supereremo altri piccoli villaggi e case-tè sino ad attraversare un fiume tramite ponte sospeso e ricominciare la salita e attraversare I villaggi di Landruk-Tolka sino a Pothana (6-7 ore impegnative ma entusiasmanti). Ovviamente sono previste soste brevi per riprendere fiato di tanto in tanto e sosta per un lauto snack pranzetto (è bene non appesantirsi troppo in vista di tutte queste salite). Nel lodge See you di Pothana incontriamo altri gruppi di escursionisti di varie nazionalità. C’imbattiamo anche nelle mitiche “Three Sisters”, gruppo formato da ragazze nepalesi in gamba di Pokhara (guide e portatrici) che organizzano trekking solo per gruppi di donne. Si respira vagamente aria di femminismo represso durante la cena. Ma capiamo subito che qui in Nepal ancora oggi la figura e il ruolo di donna sono rimasti fermi agli albori del secolo scorso se non prima ancora… e queste Three Sisters sono l’unico modo per dire al Nepal “sveglia! Siamo donne! Abbiamo diritti e non solo doveri”. Brave e in gamba. Agguerrite e coraggiose. Con loro viaggiano 3 signore tedesche, 2 ragazze inglesi e 3 ragazze indiane. Poi c’e’ un’altra guida che accompagna 2 coppie. Stasera in questo lodge c’e’ sicuramente più vita. E anche stasera balli e danze: poffarbacco! È il giorno dei tori!

15 nov mercoledì: Pothana/Phedi/Pokhara – festival Tihari: giorno dei fratelli e delle sorelle

Sveglia presto, lauta colazione e si parte. Trek Pothana fino a Phedi (3-4 ore). Il sentiero ora ci sembra più semplice, le salite sono brevi, le discese meno ripide e si alternano a parti pianeggianti o leggermente in salita. Chissà, magari dopo 2gg di “rodaggio” ora non ci fa paura più nulla. Il sentiero passa attraverso foreste di rododendri fino al villaggio di Dhampus dove vivono nepalesi dell’etnia Gurung, Brahman e Magar. Poi si scende e finalmente ritroviamo Yem e la nostra auto e transfer sino a Pokhara (20 km). Prima di tornare in hotel salutiamo la nostra Sherpa che scende ad un villaggio prima di Pokhara. Mrs Porna ci invita a casa sua per farci assaggiare una specialità culinaria tipica di Pokhara: del pane (assomiglia vagamente al bretzel tedesco) e dei bocconcini di carne di pollo al curry piuttosto piccanti. E poi ci salutiamo. Oggi pomeriggio libero per lei (grande festa finale del festival) e per noi. Mrs. Porna la incontreremo l’indomani per l’ultima escursione a Sarangot. Yem ci porta allo Splendid View, dove avevamo depositato il resto dei nostri bagagli. Riposo per circa un’oretta.

Pomeriggio: giretto in barca a remi sul lago Phewa con sosta al tempio Barahi. Barahi Temple si trova sull’isoletta nel mezzo del lago Phewa, uno dei monumenti più importanti di Pokhara. Ci sono due pagode dedicate alla divinità incarnazione di Vishnu sotto forma di cinghiale. Non particolarmente bello, ma una bella remata in una giornata di sole merita comunque la sosta. Poi visitiamo il Museo internazionale della montagna, molto interessante. Come è logico dedurre dal nome, il museo è dedicato alle montagne, alla sua gente, all’ambiente geografico, alla natura e agli escursionisti. In primis le varie etnie delle popolazioni che vivono in Nepal. Poi la spiegazione del territorio, composizione della roccia, geologia ect ect. Una bella mostra dedicata alle attrezzature degli scalatori. Dall’antichità ai materiali supertecnici di oggi, agli scalatori di tutto il mondo che si sono cimentati nella scalata delle cime più alte. Ci siamo anche noi italiani! Ardito Desio, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli scalarono il K2 di 8611mt nel lontano 31 luglio 1954… che grandi! E non solo: Reinhold Messner ha scalato l’Everest senza l’ausilio di bombole a ossigeno e continua a mantenere questo primato! Insomma, se siete appassionati potreste passare qui un intero pomeriggio!

Il museo è stato costruito sotto l’egida dell’associazione nepalese della montagna (Nepal Mountaineering Association (Nma) assieme al contributo di varie associazioni e gruppi nazionali ed internazionali, organizzazioni o semplici individuali. Fu inaugurato nel maggio 2002 dal famoso scalatore dell’Everest, Ms. Junko Tabei dal Giappone e dal suo sherpa Appa dal Nepal. Costruito su 12 acri di terra, con un area espositiva di più di 4200 m2, il museo è stato ufficialmente aperto anche al pubblico nel febbraio del 2004. Anche oggi giornata intensa. Ci vuole una cenetta nutriente. E andiamo al Rice Bowl, sulla via principale, Central Lake Side, dove finalmente assaggiamo questi famosi Momo: che hanno in tutto e per tutto l’aspetto degli involtini primavera cinesi. A seconda di come li ordini sono ripieni di verdure o di carne. Ma sono piuttosto ricchi di aglio… Zuppa di momo al pollo in brodo, naan all’aglio… Gnam! Pernottamento allo Splendid View hotel di Pokhara.

16 nov giovedì: Pokhara/Chitwan

Oggi sveglia presto: Yem e Mrs Porna ci vengono a prelevare in albergo alle 4h30 e viaa… si parte parte in auto sino al villaggio di Sarangkot. La salita al Sarangot: uno dei percorsi trekking più corti e belli a Pokhara. Inizio scalata della montagna fino alla cima (calcolare 1oretta). Occhio! Qui bisogna essere forniti di torcia perché la luce del giorno comincia a comparire verso le 5h54 arrivati in cima e inizio contemplazione. Attesa l’alba per scattare magnifiche foto alla catena dell’Annapurna e del Macchapucchare, al lago Phewa, alla città di Pokhara e alla sua vallata. Gli aggettivi per descrivere il panorama qui si sprecano. Naturalmente sappiate che non sarete soli. Ah! Sappiate che potete scegliere tra scalare tutta la montagna sino in cima e pagare un biglietto di entrata (non ricordo di quante rupie perché tutto incluso nel pacchetto di Destination Nepal) oppure fermarvi a metà salita e scegliere di contemplare lo stesso panorama dalla terrazza di un albergo, magari gustandovi un tè caldo o la vostra stessa colazione. Noi abbiamo scelto di salire sino in cima (oramai le scalinate ripide non ci facevano più paura). Non c’è un posto più bello di un altro, non esiste una scelta migliore di un’altra. Credo che in queste cose bisogna seguire l’istinto. Quello che ci fa sentire meglio o che crediamo ci faccia sentire meglio: quella è la decisione giusta. Il Nepal è bello tutto, indipendentemente che lo guardiate dalla cima di una torre di controllo o dalla terrazza a tavolini di un hotel. Dopo la contemplazione del panorama, ormai sono le 7h00 e iniziamo la discesa. Si torna in hotel. Salutiamo definitivamente anche Mrs. Porna. Per la cronaca: sia alla nostra sherpa che a Mrs Porna abbiamo lasciato volentieri una mancetta. Chiudiamo le valigie, scendiamo per fare colazione in hotel e viaa si riparte in automobile, direzione: Chitwan. Lungo il tragitto ci fermiamo al lago Begnas e poi di nuovo a Mugling per il nostro succo di frutta abituale. Poco prima delle 14h arriviamo all’Hotel Park Side – Bachhauli 6 – Hattisar, Sauraha, Chitwan (Mr. Shir). Prendiamo possesso della nostra camera e dopo un appetitoso Light lunch vegetariano a base di zuppa e verdure cotte miste con riso bianco a parte è già tempo di ripartire in escursione. Stavolta si va in camioncino (con noi salgono anche altri turisti stranieri: due olandesi, due belgi, una famiglia svedese e due russi) per la passeggiata nella natura e osservazione uccelli (passati per Sauhara Lodge, Bachauli, Sapana, Baghmara). Dopo circa un’oretta arriviamo al Bishajari Tal (lago) e osservazione natura (macachi, termitai, coccodrilli il Marsh Mugger e il Gharial, uccellino Kingfisher, impronte rinoceronte..). Poi si torna in hotel. Stasera si cena tutti alle 18h. In effetti è già buio pesto a quell’ora. Ci sediamo alla tavolata con le persone conosciute nel pomeriggio. La lingua inglese sarà la lingua ufficiale di conversazione per tutti stasera. L’atmosfera è calda, la conversazione è piacevole. Non ci conoscevamo ma qui è facile entrare in sintonia con tutti. E dopo una buona cena a buffet (zuppa di verdure, riso bianco, patate arrosto, pollo, verdure cotte miste, e altre cosette) ci aspetta lo spettacolo danze folkloristiche tharu. Pernottamento al Park Side – Chitwan

17 nov venerdì: Chitwan – Sauraha

Attività programmate da hotel (Mr. Raju è la ns guida). Colazione ricca a buffet. Oggi il nostro ranger Raju ha preparato per il nostro gruppo un programma di visite piuttosto interessante: elephant safari, bagno con gli elefanti, osservazione animali lungo il fiume rapti in canoa, Elephant Breeding Center e, infine, il tramonto sul fiume Rapti. Pronti? Via! L’elephant safari dura circa 1h30, il camioncino ci porta all’entrata del parco del Chitwan, poi ogni elefante trasporta quattro persone sulla sella apposta. Noi saliamo con la coppia di russi. A novembre (stagione secca) la maggior parte degli animali si è già spostata verso il confine con l’India, ma se si ha fortuna possono vedersi rinoceronti e tigri. Noi abbiamo incontrato diversi cervi e abbiamo ammirato una vegetazione meravigliosa. L’incedere maestoso degli elefanti, è incredibile quanto siano silenziosi. Facciamo più rumore noi a furia di dirci “guarda là! Uh! Hai visto quello?!” Scopriamo che tutti gli elefanti impiegati nel safari sono femmine. Le femmine elefante sono più docili e sono abili lavoratrici rispetto ai maschi che sono più irascibili e vengono utilizzati per altri compiti. Fine del safari. Tante foto, baci e tante carezze. Gli elefanti sono dei magnifici animali. Siamo tutti estasiati. Il camioncino ci riporta in hotel: c’è giusto il tempo per cambiarsi di abiti per il bagno con gli elefanti evvaiii. Di nuovo sul camioncino che stavolta ci porta al fiume Rapti. Ed eccoli lì: gli elefanti ci aspettano in acqua. Ecco! Adesso li aiuteremo a lavare gli elefanti. No! Niente di tutto ciò. Funziona che due persone alla volta salgono su di un elefante. Poi l’elefante ti annaffia con la proboscide piena di acqua. E questo fino a quando non sei completamente fradicia. E questa volta non si stà seduti nella sella legata all’elefante: stavolta sei in sella all’elefante, puoi sentire la sua pelle ruvida e rugosa. Lo so’, è tutto preparato e prestabilito. Sembra tutto così turistico. Eppure è bello entrare davvero in contatto con questi animali. Che in Chitwan sono stra-utilizzati per trasportare materiale e per mille altre cose. Bello. Il camioncino ci riporta in albergo. Doccia veloce e light lunch per tutti. Relax? Ma quando mai?! Adesso si va a piedi verso il fiume Rapti. Ci sta aspettando la canoa in legno. Navigheremo per circa un’oretta lungo il fiume nella speranza di incontrare altri animali. I coccodrilli per esempio… Siamo in 6: la coppia di russi, le 2 olandesi e noi. Pace, silenzio e tanti uccelli. Quando lasciamo la canoa, ci accorgiamo che il fiume scorre proprio a 5min a piedi dall’hotel. Praticamente il fiume Rapti segna un confine naturale tra il villaggio e il parco di Chitwan dove gli animali, nottetempo, si avvicinano al villaggio per cercare cibo. Stavolta il camioncino ci porta a visitare il Government Elephant Breeding Centre una specie di fattoria solo per gli elefanti, dove ci si prende cura degli elefanti, dalla nascita all’età adulta. Gli stessi elefanti che lavorano nel parco di Chitwan. E adesso ci spostiamo di nuovo in camioncino sino al fiume Rapti da dove potremo contemplare il tramonto.

La giornata ormai volge al termine e si ritorna in hotel. Cena rigorosamente alle18. A cena ci scambiamo gli indirizzi e-mail con gli altri amici di questa parte del viaggio. L’indomani ognuno di noi riprende il suo percorso verso strade diverse: i russi e le olandesi rientrano a Kathmandu in autobus, la famiglia svedese e i belgi restano un’altra notte al parco.

18 nov sabato: Chitwan/Kathmandu/Nagarkot

Sveglia presto: Mr. Raju ci aspetta alle 6h00 per andare a piedi lungo le rive del fiume Rapti per osservare altri animali. L’acqua del fiume è più calda dell’aria esterna, ecco perché c’è una specie di nebbia che ricopre tutto anche la vegetazione. Ma Mr. Raju ha scoperto che durante l’elephant safari non abbiamo visto i rinoceronti. E vuole provare a vedere se stavolta, all’alba, riusciamo a vederne uno. Segue delle ipotetiche orme che solo lui sa riconoscere. Dice che ci sono delle orme fresche. Camminiamo in silenzio tra erba, arbusti e alberi. A un certo punto si volta e dice “eccolo!”. Guardiamo nella direzione che ci indica: c’è un rinoceronte completamente immerso nell’acqua del fiume Rapti, lo intravvediamo tra un alone di nebbia e l’altro. Raju ci dice che i rinoceronti adorano fare il bagno a quest’ora, l’acqua è calda, e il mondo si deve ancora risvegliare. Possono farsi il bagno indisturbati, magari dopo aver fatto incetta di cibo nella fattoria vicino. E penso al contadino che uscendo a notte fonda dalla sua capanna corre il rischio di ritrovare un rinoceronte che sta banchettando tranquillo nel suo pollaio! Pazzesco! Durante la passeggiata all’alba osserviamo altri uccelli e altri elefanti. Bello. Verso le 8 rientro in hotel. La passeggiata ci ha messo fame. Colazione. E dopo colazione ritroviamo Yem il nostro autista, carichiamo le valigie e viaa verso Nagarkot via Kathmandu (circa 175 km 5-6 ore). A metà strada circa ci fermiamo per sosta tecnica idraulica snack all’Hamlet restaurant di Baireni Superiamo Naubise dove inizia la classica coda automezzi fermi per pagare pedaggio, poi Bakthapur. Verso le 15h30 arriviamo a Nagarkot al Eco Home Nagarkot Naldum 8, Nagarkot (Mr. Semanta). Lasciamo i bagagli in camera e facciamo una passeggiata. Nagarkot è un piccolo villaggio in cima a una montagna da cui si gode il panorama delle montagne himalayane attorno a Kathmandu (la catena che anticipa l’Everest). Pinete e foreste di alberi. Aria pulita. Alle 17h00 ci attende il tramonto dalla collina retrostante Eco home, dove si trova il Santuario di Mahakali. A cena Mr Semanta ci permette di entrare nelle cucine dell’hotel che si trovano all’ultimo piano (pratico: la cisterna dell’acqua che verrà filtrata si trova sul soffitto dell’hotel). Alimenti tutti rigorosamente naturali. Quasi quasi ci metteremmo a cucinare con loro. Cena: zuppa di funghi, toast all’aglio, alu paratha/zuppa di zucca, naan, alu paratha = 910 rupie. Pernottamento all’Eco Home Nagarkot Naldum 8, Nagarkot (Mr. Semanta).

19 nov domenica: Nagarkot/Kathmandu

Stavolta Yem ci porta in automobile sino al parcheggio della torre. Manca poco alle 6 di mattina. Il cielo è limpido e l’aria è frizzante. Dal parcheggio saliamo una trentina di scalini sino alla piattaforma della torre. E attendiamo l’alba mentre nel frattempo contempliamo la catena delle montagne che ci circondano. Panorama impagabile. Non ci stancheremo mai di ammirarle queste cime innevate e maestose. Dopo circa un’ora facciamo ritorno all’hotel. E come al solito prepariamo le ultime cose da chiudere in valigia, saliamo al ristorante per fare colazione e siamo pronte a partire. Oggi ci aspetta la visita della città di Bakthapur e Durbar Square di Kathmandu. Come a dire: dulcis in fundo. A Bakthapur ci aspetta Mr. Mani la nostra guida di oggi. Questa città merita davvero una buona mezza giornata di visita, ogni angolo è affascinante e poi siamo agli sgoccioli e qui si trovano dei bei negozi di artigianato. Bhaktapur Durbar Square Bhaktapur conosciuta come museo all’aperto e luogo prezioso vivente. Pavimentata di mattoni, qui si trova un palazzo reale risalente al 13-14sec, templi artistici, sede di artigiani della ceramica, del legno, delle maschere e delle marionette in cartapesta. Innumerevoli luoghi ricchi di fascino come Nyatapola, Bhairavnath, Dattatreya, Pujari math con la finestra pavone. Siamo davvero entusiaste di aver visitato questa antica città come chicca del penultimo giorno di permanenza in Nepal. Mr. Mani ci ha fatto assaggiare qui un ottimo yogurt di bufala, uno dei prodotti tipici di Bhaktapur. Vengono persino da Kathmandu a comperarlo. Ottimo! Verso le 13 lasciamo Bhaktapur in direzione di Kathmandu Durbar Square. Anche questa piazza è ricca di antichi templi e palazzi simbolo della vita religiosa e culturale della popolazione di Kathmndu. Qui vennero incoronati i re del Nepal. Da vedere: tempio Taleju, gigantesca figura di Kalbhairav (Dio della distruzione), Basantapur Durbar e il tempio della dea vivente Kumari. Oramai le batterie delle nostre macchine fotografiche stanno “morendo”. Bella giornata anche oggi. Ringraziamo Mr. Mani e arriviamo in hotel. Pernottamento al Family Home – Annex 1 – Ashok Galli – Thamel – P.O. Box 6510 Kathmandu Una doccia veloce e poi si va a piedi ad un ristorante per una Cena tipica Nepalese con show di danze e musica folk dal vivo. Cucina autentica mix di varie etnie. Luci suffuse, ambiente e decorazioni tipiche, dipinti tradizionali. Ma si dai, ce lo meritiamo… l’indomani avremo le ultime ore da passare a Kathmandu prima di imbarcarci per tornare a casa.

20 nov lunedì: Kathmandu

Stamattina avremmo potuto effettuare una escursione in aereo per sorvolare l’Everest. Naturalmente questa cosa va prenotata con largo anticipo. Ma già al nostro arrivo in Nepal non eravamo convintissime di questa cosa. Comunque per vostra informazione esiste questa possibilità. Alla modica cifra di circa US$ 200 a persona (tasse incluse) si può effettuare questa escursione di circa 50min totali. Abbiamo invece optato per una giornata di ozio tranquillo, ultime visite ad alcuni templi e ultimo shopping sfrenato. Siamo donne… Ed ecco nel dettaglio le spese e i riferimenti:

– Volo a/r Qatar Airways da Malpensa per Kathmandu via Doha, circa 900euro tasse incluse; Destination Nepal Tours and Travels Pvt. Ltd. – Kathmandu ‐ 29, Thamel, Nepal: Tour 11 gg: 710 $ a persona… incluso nel prezzo:

– Automobile confortevole dotata di AC per tutto il tour e i vari transfers – servizi di guida turistica in lingua inglese + autista parlante lingua inglese Mr. Ukresh guida a Kathmandu+Patan+Bungamati+Kokhani 1 FD Mr. Mani guida a Bakhtapur+Kathmandu 1 FD Mrs. Porna (2 FD+ 2 HD) a Pokhara e trekking circuito Annapurna

– n. 1 cena tipica Nepalese in un ristorante tradizionale con show folklorico culturale a Kathmandu

– n. 1 gita in barca al lago Phewa di Pokhara

– Tutte le entrate ai monumenti menzionati e inclusa la Tims Card & Acap fee

– Tutte le attività elencate nel programma sistemazioni

– 2 notti nei migliori e disponibili lodge in trekking area in pensione completa ossia 1 notte Sherpa Lodge a Gandruk + 1 notte See you Lodge a Pothana

– 2 notti all’hotel Park Side a Sauhari/Chitwan in pensione completa.

Non incluso nel prezzo: Nepal Visa fees (15 days multiple entry USD 25) da effettuare in arrivo in aeroporto.

A nostre spese: *3 notti a Kathmandu – Hotel family home (prenotato da noi stesse) Kathmandu: Family Hotel in bb 33$ per 3notti= 99$ (ossia 50$ a testa) *2 notti a Pokhara – Hotel Splendid View (prenotato da noi stesse) Pokhara: Hotel Splendid View in bb 1notte (12/13nov) +1 notte (15/16nov) 33$ per 2notti= 66$ (ossia 33$ a testa) *1 notte Eco Resort in Nagarkot in Bed and Breakfast (prenotato da noi stesse) Nagarkot: Resort Eco Home in bb 40$ x 1notte= 40$ (ossia 20$ a testa)

20 novembre QR357 Kathmandu Doha 19H30 22H30 –

21 novembre QR702 Doha Milano MXP 01H00 06H55



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