Napoli, che bella cosa na jurnata ‘e sole

... n'aria serena doppo na tempesta! Un week end lungo, sfidando il meteo avverso, alla scoperta delle bellezze della città e del suo golfo
Scritto da: mariapaola79
napoli, che bella cosa na jurnata 'e sole
Partenza il: 14/05/2016
Ritorno il: 18/05/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Un italiano del “Nord” che va a Napoli, che lo voglia o no, ci arriva con un minimo di pregiudizi, alimentati da una certa cronaca giornalistica e alcuni film. Sento spesso parlare male di questa città, soprattutto a livello di pulizia e sicurezza. Per quanto riguarda la pulizia, sul circuito turistico, ce la mettono tutta per smaltire rifiuti e mantenere un certo decoro, ma basta qualche occhiata ai vicoli che fiancheggiano Spaccanapoli per vedere che le cose non stanno così ovunque. Buona parte di responsabilità credo sia anche dei cittadini, ho spesso visto abbandonare sacchetti, carte o bottiglie a pochi metri da cestini e contenitori per differenziata. Lato sicurezza non mi sono mai sentita a disagio, basta prestare le stesse attenzioni che in genere si raccomandano in altre grandi metropoli Italiane o straniere.

Più in generale, Napoli è certamente un delirio di suoni e rumori. Vi accorgerete subito che attraversare la strada è un’impresa titanica, bisogna tuffarsi nel traffico e confidare nella bravura degli autisti. Una città intrappola nel suo disordine sincronizzato, che sicuramente ha i suoi lati oscuri ma che ha anche tanto da offrire, soprattutto vi coinvolgerà il modo di fare dei napoletani, gentilissimi e sempre disponibili a qualche chiacchiera.

La stazione di piazza Garibaldi, per chi come noi arriva in treno, è un ottimo punto di arrivo. Abbiamo approfittato della promo “speciale 2×1” del Freccia Rossa, due biglietti a € 99. Per il rientro abbiamo scelto invece Italo, € 35 a testa ma il servizio è nettamente migliore sul Freccia Rossa.

Arrivando alle 13,00 decidiamo di occuparci subito del pranzo e ci rechiamo da Mimi alla ferrovia, trattoria napoletana situata a pochi passi dalla Stazione Centrale. Antipasti stuzzicanti e ben cucinati, il peperone ripieno uno dei must se si viene in questo ristorante. Come primo abbiamo gustato dei ravioli caramellati al limone e ripieni di spigola e degli Spaghetti alle vongole, davvero buoni. Mi era stato consigliato da una persona del posto e nonostante abbia letto su tripadvisor tante recensioni negative, mi sento di consigliarlo.

Prendiamo poi un taxi per recarci in Hotel e lasciare i bagagli. Prima di prendere il taxi chiedete sempre la tariffa, eviterete spiacevoli sorprese. A noi hanno chiesto €10, una tariffa che mi sembrava onesta, anche se l’Hotel è a brevissima distanza. L’Hotel prescelto per il nostro soggiorno è il Salgar Palace Hotel, in Via Marina nuova (€476 per 4 notti con prima colazione; ne trovate anche di più economici ma questo mi ispirava fiducia). È un Hotel di nuova costruzione, gli spazi comuni così come anche le camere si presentano moderni e puliti. Situato a pochi metri da via Duomo cioè alle porte del centro storico che si può raggiungere agevolmente a piedi. Vicinissimo anche al Molo Beverello e alla fermata della Circumvesuviana Porta Nolana. Stanno lavorando alla realizzazione della nuova stazione della metropolitana ‘duomo’ e, una volta terminata, la posizione dell’Hotel sarà veramente ottima perchè, a pochi passi, ci sarà una fermata della linea 1 che porta anche in via Toledo. Il personale è sempre disponibile e gentile, mi hanno saputo fornire giuste informazioni e consigli su cosa fare e dove andare, cosa non di poco conto. La colazione è ricca di prodotti di prima qualità, verrà apprezzata soprattutto da chi ama i dolci. Una sera, troppo stanche per uscire abbiamo utilizzato il ristorante interno e anche se la scelta è un po’ limitata era tutto buono. Consigliatissimo, se dovessi tornare Napoli (come spero) alloggerei nuovamente qui.

Premessa Maggio è in genere il mese migliore per viaggiare, le giornate iniziano ad allungarsi e il sole è ancora piacevole e non troppo fastidioso. Viaggiando verso Sud poi, ci si può preoccupare di tante altre cose ma non del meteo. Peccato che il nostro soggiorno a Napoli sarà caratterizzato da una costante: la pioggia battente! Impermeabile ed ombrello spesso non saranno sufficienti a riparaci, dovremo per tanto rivedere di ora in ora l’itinerario che ci eravamo prefissati ma per fortuna siamo riusciti a vedere quasi tutto! Andiamo con ordine. La visita della città inizia dal Duomo.

Con la sua maestosa la facciata, il Duomo di Napoli è il luogo deputato principalmente al culto di San Gennaro. Il legame dei napoletani con San Gennaro va ben oltre la semplice devozione. Nonostante San Gennaro sia considerato dalla chiesa un santo di “Serie B”, non lo è per i napoletani. Si intrattengono con lui in discorsi privatissimi e molto intimi per chiedergli qualsiasi tipo di grazia: dall’aiuto per un goal che può risollevare la precaria posizione del Napoli in classifica, alla richiesta dei numeri vincenti, rigorosamente da ricevere tramite sogno, per il lotto o il superenalotto, fino a veri e propri miracoli per la guarigione da gravi malattie. La Cappella e il tesoro sono la più immediata e importante prova di questo amore per il santo. Il tesoro comprende statue, candelabri e argenti vari, che i devoti hanno gelosamente protetto durante i numerosi saccheggi della città. La tradizione narra che, alla morte del martire, il suo sangue sia stato raccolto da una donna molto devota che lo sistemò in varie ampolline. Se siete a Napoli nel periodo propizio, ovvero il 19 settembre e il primo sabato di maggio, potrete assistere al miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Assicuratevi però di arrivare con largo anticipo, la messa comincia alle 9 ma già dalle 7 davanti al Duomo inizia a formarsi la coda. Durante la messa una processione esce dalla cappella del Santo tenendo bene in alto l’ampollina; dopo vari minuti di preghiere viene tolta dal contenitore dov’è custodita e ispezionata. Napoletani e credenti sparsi in tutto il mondo attendono con ansia che il miracolo abbia luogo.

La pioggia non dà tregua cosi la nostra visita prosegue con la Napoli Sotterranea.

Diffidate da altre associazioni che vi propongono tour nel sottosuolo pubblicizzandosi come Napoli Sotterranea. Il percorso di Napoli Sotterranea Ufficiale parte SOLO da Piazza San Gaetano 68. Il costo del biglietto è di € 10 a testa. Nella stessa piazza troverete infatti anche l’ingresso alla Napoli Sotterata, che non ha nulla a che vedere con l’Organizzazione ufficiale, che è stata la prima a far conoscere al mondo le bellezze del sottosuolo partenopeo. La città sotterranea ha svolto nel tempo vari ruoli: in primis come cava per ricavare il tufo con cui hanno costruito la città; sono poi state fatte cisterne per raccogliere e conservare l’acqua potabile e in ultimo rifugio anti-aereo durante la guerra. La città sotterranea, quindi, nasconde un fitto intrigo di anfratti, grotte e cunicoli che raccontano una storia parallela alla vita della Napoli in superficie. I tour guidati partono in base all’affluenza, durano circa 2 ore e si è accompagnati da bravissime guide che vi faranno conoscere la storia di Napoli da un punto di vista particolare. Alcuni cunicoli sono molto stretti. Uno, lungo circa 200 metri, è largo solo 50 cm e si percorre tenendo in mano una candela fornita dalla guida. La nostra, bravissima e sempre pronta a rispondere a tutte le nostre curiosità, si chiamava Ginevra. Conclusa la visita delle cisterne, si prosegue vs il Teatro Greco-Romano, il cui ingresso è incluso nel biglietto. Vi si accede da un tipico “basso”, ovvero una casa (una stanza in verità) a livello strada tipico dei quartieri poveri di Napoli. Si sposta un letto sotto cui è nascosta una botola da cui si scende per ammirare i resti di questo antico teatro! Questo basso è stato abitato da una signora anziana fino al 2003, poi sono riusciti a convincerla a cambiare residenza ed hanno cominciato a scavare e a far riemergere il vecchio teatro che è stato totalmente inglobato dalle abitazioni circostanti. Il tour si conclude con la visita ad una esposizione di presepi del 1700 bellissimi. È una visita molto suggestiva e interessante.

Sempre da Pizza S. Gaetano, si accede alla famosa via dei Presepi, San Gregorio Armeno, una delle strade più celebri di Napoli. Una strada in cui anche nei mesi più caldi si può respirare l’atmosfera natalizia grazie ai bottegai che lavorano tutto l’anno per creare presepi di sughero e pastori di terracotta. Non ci sono solo figure canoniche ma anche statuine che raffigurano personaggi legati all’attualità, come politici o dello spettacolo. È proprio l’estro creativo dei maestri che ha reso così longeva quest’ arte per cui Napoli è famosa in tutto il mondo.

Ci immergiamo ora nel caos di Spaccanapoli, la strada che va dai Quartieri Spagnoli al quartiere di Forcella, tagliando in linea retta la città di Napoli. Il nome si comprende meglio salendo al Castel Sant’Elmo o alla Certosa di San Martino e osservano dall’alto come questa strada tagli in due il cuore della città. Quest’arteria ha origini antichissime, è infatti uno dei tre decumani in cui i romani organizzarono la costruzione della città. Lungo il percorso di Spaccanapoli incontrerete splendide chiese, famiglie che vivono nei bassi, artisti-artigiani e abusivi che vendono di tutto. Non stupitevi di nulla, è qui la vera essenza di Napoli.

Proseguiamo per via Toledo la via principale dello shopping fino ad arrivare alla Galleria Umberto I al momento in ristrutturazione e coperta all’interno da grossi ponteggi. La Galleria Umberto fu innalzata affinché nel centro cittadino ci fosse uno spazio pubblico sufficientemente grande e al riparo dalle intemperie. In poco tempo nella Galleria si concentrarono botteghe, studi professionali, redazioni di giornali, uffici e atelier di moda fino a diventare uno dei luoghi dove accadevano i piccoli e grandi eventi della città di Napoli. Per cena torniamo, sempre a piedi e sempre sotto la pioggia, al punto di partenza. Nella piazzetta di San Gaetano si trova la pizzeria I Decumani, decantata sulla nostra guida come una delle top 5 della città. Dopo quasi un’ora e mezza di coda ci fanno accomodare. Pare che qui sia la norma attendere così tanto, per cui anche nei giorni a seguire dovremo armarci di santa pazienza. Le mie aspettative sulla pizza non sono state deluse perché, la pizza a Napoli è veramente speciale. I napoletani dicono che è l’acqua di Napoli ad essere speciale e a rendere indimenticabili i gusti della pizza e del caffè. Non so quale sia il tocco magico ma funziona.

SECONDO GIORNO

Il brutto tempo ha deciso di tenerci compagnia anche oggi. Apriamo la giornata con la visita alla Cappello di San Severo, per ammirare il magnifico Cristo velato, un’opera talmente bella e affascinante che da sola vale il viaggio! Posta al centro della Cappella, il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, cattura subito lo sguardo del visitatore. La particolarità è il velo che ricopre il corpo del Cristo morto, disteso su dei cuscini. Sul volto e sul corpo di Gesù si possono scorgere i segni delle torture che gli sono state inflitte: la ferita del costato, i piedi e le mani trapassati dai chiodi e i lineamenti provati dalla sofferenza. Non ci sono parole per descrivere la perfezione di questa scultura. E’ straordinario come questo velo di marmo sembri in realtà fatto di tessuto, proprio per le sue linee morbide e soffici. La leggenda vuole che la morbidezza del velo non sia dovuta all’abilità scultorea di Giuseppe Sanmartino, ma sia da attribuire ai poteri esoterici del Principe Raimondo di Sangro, che sembrava essere in grado di solidificare, con un liquido di sua invenzione, tessuti e persino organi del corpo. Molti, invece, sostengono che il sorprendete effetto sia tutto frutto del talento di Giuseppe Sanmartino, lo scultore. Quale sarà la verità? La Cappella merita una visita non solo per il Cristo ma anche per le altre opere presenti in questo piccolo gioiello nascosto tra i vicoli di Napoli: tra le tante statue vi consiglio di soffermarvi sulla “Pudicizia velata” e sul “Disinganno”. Due opere, come suggeriscono i loro nomi, sono una l’opposto dell’altra e simboleggiano la madre e il padre del Principe. Fedele al suo ruolo di alchimista, il Principe di Sansevero non poteva che scegliere un pavimento labirintico per completare il percorso allegorico della Cappella. Per raggiungere la saggezza, l’iniziato deve percorrere un itinerario difficile e intricato, alla fine del quale c’è la “conoscenza”. Per raggiungere questo obiettivo bisognava seguire la linea continua di marmo bianco che il Principe desiderava fosse continua e senza giunture. Un’opera difficilissima da realizzare, infatti il Principe morì senza averne visto la fine. Purtroppo il labirinto venne quasi completamente distrutto durante il crollo del 1889 anche se ne è ancora visibile una parte nel passetto antistante la tomba di Raimondo di Sangro. Nella cappella ci sono anche due macchine anatomiche ovvero due esseri umani che, tramite la tecnica della plastinazione, mostrano il sistema venoso e arterioso. Le Macchine furono realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno, sotto la direzione di Raimondo di Sangro. Le Macchine anatomiche hanno alimentato per secoli la cosiddetta “leggenda nera” relativa al principe di Sansevero: anche Benedetto Croce racconta che secondo la credenza popolare Raimondo di Sangro “fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene”. Deplorevole il fatto che a fronte di un biglietto abbastanza costoso (€7 + € 4 di audio guida a testa) non si possano fare foto anche senza flash.

Per pranzo raggiungiamo Piazza Bellini, per provare un ristorante consigliato dalla nostra guida: La Stanza del gusto. Piccolo locale arredato con oggetti che attirano inevitabilmente l’attenzione, come le grandi lavagne alle pareti, con offerta di piatti, vini e birre originali ed interessanti ne fanno una piccola galleria d’arte in stile vintage. I tavoli sono in legno e le sedie tutte diverse tra loro. Un posto che sconsiglio a chi ha molta fame perché le porzioni non sono abbondanti, ma del resto vale la pena entrare qui, per il gusto dei piatti e per l’atmosfera del posto.

La pioggia sempre più insistente ci obbliga a rivedere il programma per il pomeriggio, decidiamo quindi di visitare il Museo Archeologico, che raggiungiamo, da Piazza Bellini, con una passeggiata di 10 minuti.

Il Museo Archeologico di Napoli venne inaugurato nel 1816 e ad oggi è uno dei più importanti nel mondo per la qualità e la quantità delle opere che custodisce. Il Re Ferdinando IV intendeva creare a Napoli un imponente istituto per le arti e, a distanza di oltre due secoli, si può dire che le sue ambizioni siano state realizzate. Il Museo Archeologico, oltre a contenere i ritrovamenti degli scavi di Pompei ed Ercolano, ospita le sculture della collezione Farnese, tra cui è doveroso citare il Toro Farnese, la più grande scultura classica mai rinvenuta e il colossale Ercole Farnese, entrambi veramente stupefacenti. Al piano superiore troverete una bellissima collezione di mosaici, opere conservate sorprendentemente bene che permettono di farci un idea dei costumi e credenze dell’epoca romana. Da non perdere il “Gabinetto segreto” che raccoglie affreschi e sculture antiche dedicate al tema dell’erotismo. Finita la visita al Museo prendiamo la Linea 1 della metro, la cui fermata si trova davanti al Museo e ci dirigiamo verso il Vomero, fermata Piazza Vanzelli.

La metro mi stupisce. Immaginavo di ritrovarmi in un luogo affollato in cui i piccoli ladruncoli colpiscono le proprie prede derubandole di tutto ciò che ritengono di valore. Niente di più lontano dalla realtà. La metropolitana di Napoli è spettacolare. Come avremo modo di testare nei prossimi giorni in ogni stazione sembra di essere in un museo di arte contemporanea. Idealmente il percorso può partire dalla nuova Stazione Garibaldi. Qui, l’urbanista francese Perrault ha progettato una stazione con scale mobili sospese in cui prevale il vetro e l’acciaio. Si giunge a Università, dove l’architetto egiziano Rashid si è ispirato ai linguaggi digitali con una straordinaria scultura chiamata “Sinapsi”. Dopo c’è Municipio e Toledo, considerata da molti la più bella stazione d’Europa. Con l’opera “Relative light” di Robert Wilson è illuminata da straordinari giochi di luce sulla gamma cromatica degli azzurri. Un percorso unico al mondo da ammirare con un semplice biglietto della metro. Il costo della corsa singola è di € 1, di €1,50 quello con validità 90 minuti.

Il Vomero è il quartiere in cima alla collina che domina la città. Si tratta di un quartiere tranquillo, pulito e ordinato. Manca quella costante invasione dei marciapiedi, quel continuo frastuono dato dai clacson delle auto tipico del centro storico, sembra di essere altrove, mentre invece si è solo in uno dei quartieri della città. Con una passeggiata di circa 15 minuti raggiungiamo Castel San Elmo, una fortezza medievale sulla sommità dell’omonima collina, dove un tempo venivano rinchiusi i prigionieri politici. Di per sé la fortezza non ha delle attrattive particolari, non è altro che un camminamento sui bastioni del castello ma offre la possibilità di vedere Napoli a 360°: il Vesuvio, Capodimonte, Posillipo, il Porto, Spaccanapoli, le cupole delle innumerevoli chiese. Purtroppo il Vesuvio lo possiamo solo immaginare, totalmente nascosto da una fitta coltre di nubi. Almeno ha smesso di piovere e Napoli si mostra in tutta la sua stupenda esplosione di colori, vicoli, cielo, terra e mare. Il costo dell’ingresso e di € 5 e ne vale assolutamente la pena.

Adiacente la parte bassa della fortezza si trova la Certosa di San Martino, un monastero benedettino adibito oggi a museo in cui sono raccolte moltissime opere d’arte tra quadri, sculture, pavimenti in marmo, altari, intarsi in legno, ecc. Dalla piazzetta della Certosa parte una lunga gradinata che vi riporta in centro.

Visto il tempo sempre un po’ incerto, per non rischiare di inzupparci, preferiamo l’alternativa della Funicolare che ci riporta in Via Toledo.

Per cena proviamo l’Osteria da Carmela, adiacente al Teatro Bellini e poco distante dall’omonima piazza. Locale piccolo e accogliente che offre i classici piatti della tradizione napoletana cucinati in maniera impeccabile. Personale cortese ma se proprio devo trovare un difetto, il conto era un po’ salato rispetto ad altre osterie di Napoli e a quanto mangiato.

TERZO GIORNO

Napoli è anche un’ottima base di partenza per esplorare i dintorni, oggi ci rechiamo a Capri, rinfrancate da un meteo un po’ più clemente. Di buonora ci incamminiamo a piedi al Molo Beverello, distante dall’Hotel una 10 decina di minuti. Essendo bassa stagione non è stato necessario acquistare i biglietti dell’aliscafo in anticipo, il discorso cambia se vi trovaste in piena estate. Una cosa è certa, il biglietto costicchia, € 19 a testa solo andata! Il primo traghetto in partenza è quello della compagnia NLG ma se non doveste trovare posto non disperate, ci sono varie compagnie con partenze praticamente ogni mezz’ora. L’aliscafo impiega circa 50 minuti, a differenza dell’ora e mezzo dei traghetti, che per altro partono da un altro molo più distante rispetto alla nostra base.

Appena sbarcati alla Marina Grande verrete sicuramente assaliti dai botteghini delle diverse compagnie di navigazione che vi proporranno un giro in barca. È senza dubbio un ottimo modo per avere una panoramica completa di Capri! Si può scegliere il giro dell’Isola completo che passa anche tra i Faraglioni o limitarsi alla Grotta Azzurra. Sicuramente il giro completo è l’opzione migliore.

Rimandiamo la gita al pomeriggio perché affrontare un’altra ora di barca subito dopo l’aliscafo sarebbe stato eccessivo e comunque non erano ancora chiare le intenzioni del cielo.

Saliamo a piedi fino alla piazzetta tramite una lunga scalinata che si snoda tra ville bianche con meravigliosi e curatissimi giardini. In alternativa potete usare la funicolare.

Abbiamo giusto il tempo di assaporare il panorama che si gode dalla celebre Piazzetta e fare una breve passeggiata per Via Camerelle, la via dello shopping di lusso, che si scatena un forte temporale. In questa vacanza il meteo ci è sempre stato avverso. Non ci resta che sostare in un bar in attesa che si calmi ma non vi dico il nervoso (per non utilizzare parole più scurrili!).

Non appena possiamo rimettere la testa fuori, proseguiamo per Via Tragara fino ad arrivare allo spettacolare belvedere affacciato sui Faraglioni. Da lì è d’obbligo la foto con i Faraglioni sullo sfondo.

Il cielo si sta lentamente aprendo, decidiamo così di proseguire sulla meravigliosa via panoramica di Pizzolungo. Un circuito ad anello che vi condurrà fino al famoso Arco Naturale, ora purtroppo in ristrutturazione. Vi confido che, come mi ha fatto giustamente notare un turista inglese vedendomi paonazza in viso: “you are doing in the wrong way!” non è stata una grande idea intraprendere la camminata in questo verso, l’ultimo pezzo infatti ci vedrà intente a risalire un numero imprecisato di gradini, ho provato a contarli ma erano troppi per tenere il conto! Con il cuore in gola arriviamo al Ristorante Le Grottelle che ci appare come un miraggio dopo la fatica della salita. È una scelta obbligata, ci accomodiamo ad un tavolino sotto una bellissimo pergolato e ordiniamo una fresca e gustosa caprese! Rifocillate e riposate, riprendiamo il sentiero che ci riporta alla Piazzetta, questa volta il tratto è prevalentemente pianeggiante.

Non voglio ripetermi ma come ho detto all’inizio in questo viaggio abbiamo dovuto rivedere il programma ogni due minuti in funzione del tempo. A questo punto le alternative possono essere due. Prendere un bus diretto ad Anacapri, l’altro comune dell’isola, e da lì con la seggiovia salire sul monte Solaro, dalla cui sommità di gode di un panorama a 360° gradi su tutta l’isola. Mi dicono che nelle giornate limpide si vede tutta la penisola sorgenti a fino al Vesuvio. Al ritorno, invece che la seggiovia, si può percorrere un sentiero ben segnalato che passa in mezzo ad una vegetazione rigogliosa. In alternativa si può tornare alla Marina Grande e fare il giro in barca dell’Isola. Noi scendiamo con la funicolare alla Marina Grande ma affrante dall’arrivo di un nuovo temporale prendiamo l’aliscafo e rientriamo a Napoli. Peccato, perché Capri è veramente un gioiellino, anche se già invasa da centinaia e centinaia di turisti, in estate immagino occorra fare i turni per muoversi!

Per cena testiamo la famosa Pizzeria da Michele, in Via Cesare Sersale, una traversa di Corso Umberto I, anche questa a 10 minuti di camminata dal nostro Hotel! La pizzeria è piccola, dotata solo di due sale e le persone che attendono fuori in coda sono sempre tantissime. La Pizzeria da Michele è una vera e propria istituzione a Napoli, una sorta di Olimpo della pizza. Per evitare di stare in coda un’ora come la scorsa volta provo a telefonare per riservare un tavolo. Il proprietario mi ride quasi in faccia, facendomi presente che: “Qui da noi signora ci sono i numerilli (li chiama proprio così). Lei viene, prende il numerillo e quando la chiamiamo si può accomodare”. Fair enough! Per fortuna andiamo presto e la coda dura poco più di venti minuti, sufficienti per scambiare 4 chiacchiere con un signore che passava di lì e a quanto pare aveva una gran voglia di parlare! Ci fa notare che il bar di fronte si è giustamente attrezzato permettendo di mangiare seduti ai propri tavoli chi prende la pizza d’asporto con il solo obbligo di consumare una bibita. Ecco un ottimo esempio dell’arte di arrangiarsi dei napoletani. Pare che in tarda serata o in periodi di alta stagione ci siamo code chilometriche che durano ore! Chiedo se la pizza è effettivamente così buona come dicono ma il signore non si sbilancia in commenti né negativi né positivi, ma afferma con decisione che per lui più che una pizzeria si tratta di una mensa! Non ha tutti i torni! Le pizze disponibili solo di due tipi: margherita e marinara, si viene fatti sedere al tavolo con chi capita, nessuna tovaglia e bicchieri rigorosamente di plastica! Nulla da obbiettare anche perché vi verrà servita la pizza più grande che potete immaginarvi. Come recita un quadro appeso alla parete di fronte a noi, è anche la pizzeria in cui hanno girato il celebre film: “Mangia, prega e ama” con Julia Roberts. Quando è il momento di pagare e ci si accorge di aver mangiato probabilmente la miglior pizza del mondo con due soldi.

QUARTO GIORNO

Sempre a piedi dal nostro Hotel raggiungiamo Piazza del Plebiscito, simbolo del nuovo “Rinascimento napoletano”: liberata dalle auto è luogo di passeggio dei napoletani e dei turisti venuti ad ammirare la sua grandezza e i due gioielli: il neoclassico colonnato della chiesa di San Francesco di Paola e il Palazzo Reale. Purtroppo quest’ultimo è in restauro e la facciata è tutta coperta dalle impalcature.

D’obbligo una pausa caffè e sfogliatelle allo storico caffè Gambrinus. Proseguiamo in un’altra famosissima via di Napoli, Via Chiaia, una bella strada per lo shopping. Anche qui tanti, ma proprio tanti, negozi tutti da scoprire. Arriviamo fino alla fine di Via dei Mille, il prolungamento di Via Chiaia, sempre meta di shopping. Qui sembra di essere in un’altra città. Edifici eleganti e ben tenuti, giardini curati e tutto pulito. Raggiungiamo Piazza Vittoria ma ecco che di nuovo, un violento temporale ci obbliga a fermarci in un bar in attesa che si plachi. È una tortura! Ma Napoli non era la città del sole? Passata la tempesta, proseguiamo sul lungomare fino al Castel dell’Ovo.

Si può entrare tranquillamente perdendosi tra le stanze fino a salire fino in cima per osservare il panorama. Il Castel dell’Ovo spicca maestoso sull’antico Isolotto di Megaride. Una delle più bizzarre leggende napoletane attribuisce il nome del castello all’uovo che Virgilio avrebbe tenuto nascosto in una gabbia posta nei sotterranei. L’uovo fu difeso con pesanti serrature e mantenuto segreto perché proprio da questo “oggetto prezioso” dipendeva la buona sorte del Castello, si credeva infatti che se l’uovo si fosse rotto il castello e Napoli sarebbero andate distrutte. Un sostegno che potremmo definire un po’ fragile, ma pur sempre qualcosa a cui appigliarsi per un po’ di speranza.

Per pranzo ci fermiamo al Ristorante Zi Teresa, proprio di fianco al Castel dell’Ovo.

Ristorante molto grande che si affaccia in una posizione bellissima. Piatti classici ma buoni, noi ordiniamo un ottimo fritto di gamberi e calamari e una torta caprese come dessert. L’unica pecca il prezzo a mio pare un po’ troppo alto rispetto alla media e le porzioni.

Percorriamo poi via Nazario Sauro e facciamo ritorno a Piazza del plebiscito. Risaliamo per tutta via Toledo e spinti dalla curiosità facciamo un giro per i Quartieri spagnoli, dove troverete la Napoli più vera e autentica, quella fatta di un vociferare (urla per lo più) che rende vive le strade, di panni appesi ad asciugarsi che fanno tanto colore in quei vicoli dove il sole non arriva, talmente sono stretti! Le origini di questi quartieri sono legate al periodo in cui dominarono gli spagnoli a Napoli, nacquero infatti con l’intento di trovare una sistemazione ai tanti militari presenti all’epoca in città. Fin dalle origini i Quartieri Spagnoli a Napoli furono un luogo malfamato e di perdizione, dove i soldati venivano a cercare i divertimenti e dove venivano compiuti molti delitti e soprusi. Sicuramente oggi i Quartieri Spagnoli sono tutt’altra cosa, anche se è sempre meglio stare attenti e prendere qualche precauzione in più, al fine di non ritrovarsi nel mezzo di qualche spiacevole inconveniente (ma questo vale per tutte le grandi città)!

Poi, sempre a piedi, ci dirigiamo al Chiostro di Santa Chiara che, con il suo chiostro maiolicato è una tappa obbligata. Il prezzo del biglietto è di 6 € che verranno reinvestiti per la manutenzione del posto. Non si direbbe mai che all’interno del caotico e sovraffollato centro storico napoletano possa sorgere un angolino così incontaminato. Il chiostro è qualcosa di unico, sarebbe un peccato perdersi questa suggestiva passeggiata tra le stupende maioliche che adornano il centro del giardino creando una atmosfera d’altri tempi.

Di fronte si trova anche la Chiesa del Gesù Nuovo in cui faccio un giro molto veloce.

Per cena, stanche dalla lunga camminata preferiamo cenare in Hotel, domani, ultimo giorno, sveglia all’alba per andare a visitare le rovine di Ercolano.

QUINTO GIORNO

Quinto, e purtroppo ultimo giorno a Napoli e finalmente vediamo il sole! La meta di oggi sono gli scavi di Ercolano, che raggiungiamo con la Circumvesuviana in una ventina di minuti. Il parco archeologico si trova in fondo al paese, che attraversiamo velocemente in quanto non c’è nulla di particolare da vedere. Decidiamo di non acquistare l’audio guida ma di affidarci alla nostra guida, in cui è descritto in modo particolareggiato cosa vedere cardine per cardine. Ercolano è molto più piccola di Pompei ma più tranquilla e gestibile e a detta di molti molto meglio conservata.

Ci sarebbe piaciuto vistare anche la sommità del Vesuvio, ma nonostante oggi sia una bella giornata di sole la cima del cratere è ricoperta di nuvole, non è esattamente la giornata migliore per questa tipo già di escursione. È davvero un peccato ma se non altro abbiamo un ottima scusa per tornare!

Se al contrario nostro siete più fortunati con il meteo, raggiungere il cratere è facilissimo. Davanti la stazione Ercolano scavi partono ogni 30 minuti le navette Vesuvio Express che in poco più di 40 minuti raggiungono il piazzale sottostante il cratere dove è possibile acquistare i biglietti per accedere all’ultimo tratto sterrato percorribile solo a piedi. Mi hanno detto che è un’escursione fattibile da chiunque è una volta arrivati in cima si è ripagati d’ogni fatica. A quota 1100, è possibile curiosare all’interno del cratere da cui si alza costantemente un filo di fumo, visibile soprattutto in inverno. Il panorama è sterminato e abbraccia tutto il golfo, fino alle isole, nei giorni più limpidi. Next time!

Tornati a Napoli facciamo un giro sul lungomare Caracciolo, dove si sta svolgendo il Guiness world record per la pizza più lunga del mondo. Ci sembrava un evento talmente bizzarro che meritasse di farci un salto. 250 pizzaioli da tutto il mondo si sono riuniti per vincere il record di pizza più lunga del mondo: 2 km di Margherita. Per cuocere la pizza hanno utilizzato 5 forni su ruote allestiti con i diversi colori di un continente, che si muovono ad una velocità di 100 metri ogni 30 minuti in diverse direzioni. I pizzaioli devono quindi impastare e mantenere il ritmo assecondando la velocità del grosso e sincronizzarli tra di loro. L’evento ha infatti proprio il nome di: “L’unione fa la pizza più lunga del mondo”. Per realizzare l’impasto da record hanno utilizzato ben 2000 kg di farina, 1600 kg di pomodoro, 2000kg di mozzarella, 200 litri d’olio e 30 kg di basilico!

Per pranzo, seguendo il consiglio della nostra guida, andiamo al Ristorante Stella, l’unico ristorante non turistico del lungomare, lo si percepisce non solo per la qualità del cibo, ma anche per la cortesia e professionalità dello staff. Lo consiglio.

Nel pomeriggio, per concludere in bellezza la giornata prendiamo un taxi da Piazza Vittoria e ci facciamo portare a Posillipo, al Parco Virgiliano, per una passeggiata nel verde. Fu chiamato inizialmente parco delle Rimembranze, in seguito gli fu dato il nome di parco Virgiliano, ma per molti è semplicemente il parco di Posillipo. Dal belvedere si può godere di uno dei panorama più suggestivi e completi di tutta Napoli. In un solo colpo d’occhio, in una bella giornata di sole, potrete vedere Capri, Ischia, Procida, la penisola sorrentina e ancora il Vesuvio, Nisida, Pozzuoli e Bagnoli, uno spettacolo unico. Finalmente il Vesuvio esce dalle nuvole e riusciamo a vederlo in tutta la sua grandezza. Sembra un grande gigante addormentato, che si innalza e troneggia su tutto il Golfo.

Sempre in taxi ci facciamo riportare in Hotel, recuperiamo le valigie lasciate in deposito e andiamo in stazione dove ci attende Italo, il treno che ci riporterà a casa.

Conclusioni

Napoli è una città incredibile come non se ne trovano né in Italia né altrove: caotica e magnetica, non tarderà ad affascinarvi. Molti sono ancora i pregiudizi che ne hanno scalfito la reputazione e molti turisti ancora non si fidano a visitarla, ma usando il buonsenso e informandosi non è più pericolosa di altre città, italiane e non. È anche una base affascinante per visitare i dintorni del golfo di Napoli. Meta ideale per un fine settimana ma se avete più tempi potrete esplorare i famosi siti archeologici del golfo e dedicare un paio di giorni alle isole. Per maggiori info sul mio itinerario e per vedere le mie fotografie visita il mio blog personale http://civediamoquandotorno.blogspot.it.

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Quartieri spagnoli



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