Namibia, Zimbabwe e Botswana

Viaggio in self drive... dal Namib all'Etosha, dalle Victoria Falls ai parchi del Botswana: che meraviglia!
namibia, zimbabwe e botswana
Partenza il: 01/09/2012
Ritorno il: 30/09/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 3000 €
Km percorsi: 4720; benzina: circa 800 €

10/09/12

Windhoek, pernottamento al Namib Oasis B&B. Gentilissima cameriera, che durante la colazione tira fuori un fucile per il padre che va a cacciare gli animali fuori Windhoek. Cominciamo bene! 🙂 L’autista della Camping Car Hire arriva alle 9 in punto e ci porta a prendere la macchina (una Nissan 4×4 double cab con roof tents). Si parte per Windhoek per fare la spesa e prendere la Sim dell’Mtc.. Strano guidare a destra! Partiamo alle 14 verso sud (B1, C24) e appena fuori Windhoek ci sorprende il paesaggio collinare namibiano, vediamo babbuini, struzzi, nidi giganti e springbok che non sarà difficile trovare ancora a ridosso delle strade… Arriviamo nel tardo pomeriggio alle Naukluft, colline che con il tramonto creano zone di ombra bellissime! Pernottamento allo Tsauchab River Camping, gestito da orgogliosi Boeri. Dormiamo in una delle loro piazzole (separate le une dalle altre da minimo 50 metri), la “Bustard”; montiamo le tende, accendiamo il fuoco e ci godiamo la nostra prima grigliata africana, con un’aria fredda e sotto un cielo limpidissimo nel quale è chiaramente visibile la Via Lattea.

11/9/12

Partiamo verso il deserto del Namib (D854, C19, C27). Neanche tre ore e siamo arrivati. Fa molto più caldo del giorno prima, beviamo una birra, facciamo un bagnetto nella piscina del campeggio, paghiamo l’ingresso al parco del Namib ed entriamo. Bellissimo guidare per una cinquantina di km ed avvicinarsi sempre di più alle dune. Troviamo, lungo la strada, delle antilopi (tra le quali degli splendidi orici), che danno un grande senso di libertà. Arriviamo vicino alle dune, decidiamo di fermarci alla 45. C’è parecchio vento, quindi nessun turista si è arrampicato. Siamo gli unici e riusciamo a fare solo una cinquantina di metri, dal momento che veniamo travolti dalla sabbia (il cappello di Cex sarà l’unico a subire una seria conseguenza: un’intera fredda notte da solo nel deserto del Namib!). Ripartiamo, andando verso Sossusvlei. Vogliamo arrivarci col nostro 4×4 e, come non detto, rischiamo di insabbiarci. Torniamo al punto in cui partono i furgoni di turisti ma ormai sono le 17 e nessuno parte più.. Uno degli autisti decide di farci un corso di guida, ma ci fa insabbiare in modo grave! Prova e riprova ad uscirne, ma la frizione rischia grosso.. Proviamo a farci trainare, ma il cavo si rompe.. Come ultimo tentativo, sgonfiamo al massimo le gomme e spingiamo la macchina in 8 (ci hanno aiutato 4 ragazzi): riusciamo ad uscirne e decidiamo che la nostra esperienza con la sabbia può considerarsi terminata!

Tornando indietro, ci fermiamo a fotografare il tramonto. Splendide le dune con questa luce! Uscendo dal parco, ci attraversa la strada una rara iena bruna! Arriviamo giusti in tempo all’uscita, e ci mettiamo a cucinare. Pernottamento al Sesriem Camp Site.

12/9/12

Sveglia alle 5.20 per riuscire a vedere l’alba sulle dune. Fa freddissimo! Entriamo nel parco del Namib, osserviamo l’alba facendo mille foto e poi ci rechiamo verso la Duna 45. Decidiamo, vista la mancanza di vento, di seguire l’esempio di alcuni turisti e di scalarla. Le vertigini si fanno sentire ma ce la faccio, arriviamo in cima e osserviamo uno spettacolo stupendo: l’albeggiare del sole sul deserto, con dei colori bellissimi. Scendiamo e montiamo tavolino e sedie per fare colazione ai piedi delle dune!

Partiamo verso Swakopmund (C19, C14, B2): i paesaggi di questa parte di Namibia sono stupendi e molto vari: dalle Naukluft, al deserto rosso, a quello giallo, ai canyon, all’immensa savana. Lungo la strada, Ale riesce a scovare tre licaoni in lontananza, ed anche un branco di rare zebre di montagna! Foto di rito al Tropico del Capricorno e, nel pomeriggio, ci avviciniamo all’oceano lungo una strada (gli ultimi 200 km della C14) che rappresenta la morte più totale: non c’è niente di niente, zero vita, solo piccole tempestine di sabbia. Ci fermiamo ad osservare il Vogelfederberg, un massiccio di granito che rappresenta un ottimo posto per… morire! (non a caso vi si trova una tomba!). Arriviamo a Walvis Bay, oscena cittadina industriale, e la passiamo senza dispiacere. Ci fermiamo solo 10 minuti lungo la fredda e ventosa spiaggia per osservare i pellicani ed i fenicotteri che popolano questa costa. Siamo a Swakopmund prima del tramonto, e ci rechiamo verso l’ostello Villa Wiese. Fa freddo, ci facciamo una bella doccia e andiamo a mangiare dei mega hamburgers.

13/9/12

Andiamo in un ufficio per il turismo per capire se la strada della Skeleton Coast sia fattibile o meno, salutiamo i bambini nel cortile di una scuola durante la ricreazione e ci fotografiamo in questa cittadina così tedesca da non sembrare in Africa! Partiamo, entro le 15 però dobbiamo essere all’uscita del parco che si trova appena prima di Torra Bay. La strada è asfaltata per più della metà. A Cape Cross ci fermiamo per vedere la rumorosissima e puzzolente colonia di otarie, animali che hanno una vita sociale incredibile! Ripartiamo con i vestiti impregnati del loro odore, e lungo la strada ci fermiamo a fare un’offerta in cambio di alcuni sassi di sale. Arriviamo accompagnati dal solito vento al cancello della Skeleton Coast, che si rivela subito molto accogliente: troviamo infatti due enormi teschi ad avvertirci che stiamo per entrare nel parco. L’ingresso non si paga (ci mancherebbe altro!), bisogna solo (come altre 200 volte durante il viaggio!) registrarsi. Ci aspettano molti km di Nulla assoluto! Strada sterrata ma fattibilissima, e nient’altro tranne, qualche volta lungo la strada, delle deviazioni per vedere una miniera abbandonata oppure ciò che rimane di alcuni vecchi relitti. Capiamo che per chi sia naufragato qui, la sopravvivenza non debba essere stata assolutamente facile. A confronto Wilbur Smith, ne “La Spiaggia Infuocata”, la fa sembrare un gioco da ragazzi! Ogni tanto troviamo degli operai e ci rendiamo conto che c’è chi fa lavori peggiori dei nostri! Arriviamo con un pò di sollievo all’uscita del parco, lungo la C39. Incomincia un altro paesaggio, quello del Damaraland, e c’è anche un clima diverso: ci togliamo le felpe e finalmente, senza il vento, si inizia a sentire il calore del sole africano! Bello guidare finalmente in mezzo alla vita, ai lati della strada ci sono varie antilopi e troviamo anche il nostro primo sciacallo, vecchio e spelacchiato! Troviamo da dormire in un bel campeggio pieno di animali coccolosi, lo Xaragu (per la mia gioia faccio amicizia con una gatta e riesco anche a tenere in braccio un suricato addomesticato!).

Ripartiamo, arrivando ad Okaukuejo nel pomeriggio. Birretta e partenza per il safari: vediamo una famiglia di leoni, un branco di gnu, zebre e giraffe ecc. ecc.. Il safari all’Etosha non delude, basta un pò di fortuna (che non abbiamo avuto solo con leopardo e ghepardo, grandi assenti nel nostro album fotografico!). La sera siamo rimasti un paio d’ore alla pozza del lodge, e abbiamo assistito ad una lotta tra rinoceronti! E’ venuto ad abbeverarsi anche un grosso elefante.. Pernottamento all’Okaukejo Camp Site.

15/9/12

Giornata dedicata interamente al safari. Avvistati, tra mille antilopi ed uccelli, tre giovani maschi di leone proprio in mezzo alla strada, elefanti, una iena macchiata a caccia, vari sciacalli. Pernottamento nel camping dell’Halali (il più spartano dei tre resort Nwr all’interno del parco). Ricordate che, nonostante si dorma all’interno del parco, i cancelli dei tre lodge chiudono al tramonto!

16/9/12

Proprio in mezzo al parco buchiamo una gomma, che io, Cex, Ale e Sonia non sappiamo come cambiare! E’ stata comica perchè Ale ha tirato fuori la gomma, noi donne guardavamo e Cex, che non sapeva usare il crick, ha fermato varie persone non per essere aiutato ma per chiedere informazioni su come utilizzarlo!! ahahah! Per fortuna dopo un pò abbiamo fatto pena ad alcuni signori che ci hanno aiutati in 10 minuti. Arrivati al camping, scopriamo che se non avessimo bucato avremmo incontrato il leopardo. Bello spaparanzato su un albero ai margini della strada principale! Grrr! Torniamo a fare safari fino al tramonto e becchiamo anche un elefante a mezzo metro da noi. Che emozione! Pernottamento al Namutoni Camp Site.

17/9/12

Si parte per Divundu (C38, D3001, D3016, B8) la strada è lunga (6 ore). Piccola sosta al Baobab gigante nel primo tratto e un’altra sosta a Rundu per la spesa. Lungo il Caprivi ci fermiamo per acquistare prodotti intagliati a mano oppure dei frutti. Questa zona è probabilmente la più povera della Namibia, solito consiglio è portarsi dietro magliette o scarpe da regalare. Pernottamento al Divundu Guest House (in due bellissimi bungalow) dove facciamo amicizia con una cagnolina simil Rhodesian Ridgeback e mangiamo una gustosissima cena a base di Bream, uno dei pesci che si trovano nell’Okavango. Briscoletta e a nanna!

18/9/12

Si parte per Katima Mulilo e arriviamo intorno a mezzogiorno e mezzo: in questo momento inizia un lungo pomeriggio di “paura”. Non riusciamo a capire con che denaro pagare il visto e che frontiera passare per recarci in Zimbabwe (Zambia o Botswana). Alla fine cambiamo i Nad in Rand (che vengono accettati) e chiedendo in giro sembra che la strada più corta sia quella che passa dallo Zambia. Non avessimo mai chiesto! Partiamo e, passato il confine della Namibia, ai cancelli dello Zambia nessuno ci ferma. Vabbè, si faranno le carte all’uscita pensiamo, e proseguiamo per un paio di km attraversando il ponte sullo Zambesi. Ci accorgiamo però di essere inseguiti dalla polizia, che ci fa una ramanzina e ci scorta di nuovo alla frontiera! Accolti da soldati col mitra in spalla, entriamo per fare il visto ma non ci dicono tutto subito: sembra che per un visto doppio ci vogliano 900 rand a testa (azz!). Vabbè, paghiamo tanto eravamo pronti a qualche inconveniente.. Una volta fatto il visto, il funzionario ci dice di andare a pagare assicurazione (600 rand!) e tassa per l’usura delle strade (400 rand!). Ri-Azz!

Vabbè, paghiamo, però si scopre solo alla fine che la nostra auto non può entrare in Zambia! Cerchiamo di discutere un ritorno in Namibia con restituzione del nostro denaro, ma si tengono tutti i soldi dei visti e dopo un pò di storie ci lasciano andare. Andiamo allora al confine dello Ngoma Bridge in Botswana, facciamo i soliti controlli veterinari per igienizzare le gomme delle macchine e le suole delle scarpe (con un’acqua che sembra parecchio sporca, bah), e poi prendiamo una multa di 800 pula per eccesso di velocità! Nonostante gli imprevisti riusciamo ad arrivare un minuto prima della chiusura al confine tra Botswana e Zimbabwe, a Kazungula! Fiuuu… Prima di uscire dalla frontiera dello Zimbabwe, un simpatico funzionario ci dice che spera di vederci vivi al ritorno! Comunque, facciamo tranquillamente quei 70 km che ci mancano ed arriviamo sani e salvi a Victoria Falls, in Zimbabwe! Alloggiamo in un fantastico ostello pieno di giovani hippies e musica, lo Shoestring Backpaper.

19/9/12

Giornata dedicata alle Victoria Falls, entriamo nel parco dalla parte dello Zimbabwe; costo a persona 30 US$ ma ne vale la pena. Per vedere questo splendido spettacolo della natura ci mischiamo per un giorno ai turisti inglesi e giapponesi. Foto di rito e intera giornata all’interno. Avrei voluto fare un bagno nella Devil’s Pool ma purtroppo è in Zambia. Peccato! In compenso mi diverto molto a contrattare souvenirs con i tantissimi venditori ambulanti (ed abusivi) dello Zimbabwe. Cena allo Shoestring, la pizza fa schifo ma l’ambiente è caldo e la serata molto divertente!

20/9/12

Mentre Ale fa il volo in elicottero sulle cascate, io, Cex e Sonia cerchiamo di attraversare il ponte (famoso per il bungee jumping) per raggiungere finalmente lo Zambia e sfruttare il visto che ci restava. Il piccolo particolare che non sapevamo, è che al ritorno in Zimbabwe avremmo dovuto ri-pagare il loro visto! Ci rinunciamo per non finire i soldi. Ripartiamo per il Botswana, ed al confine un gruppo di australiani ci ferma per sapere tutto del nostro viaggio in self drive. Ci siamo sentiti fighi! Arriviamo al Kubu Lodge, dove campeggeremo. Prenotiamo una crociera sul Chobe per il giorno successivo ed assistiamo, all’ingresso del Chobe, ad alcuni tradizionali canti e balli dei Bush-Men.

21/9/12

Sveglia presto, andiamo a visitare il Chobe Riverfront che si rivela subito fantastico! Gli animali sembrano meno abituati all’uomo che all’Etosha, e questo li rende più “naturali”. Il Chobe è il regno degli elefanti, ce ne sono a bizzeffe. Poi riusciamo ad assistere, da soli, all’accoppiamento tra una bella leonessa ed un enorme leone. Che emozione, anche perchè il rituale di accoppiamento dura parecchio, e perchè i due bestioni sono passati a 2 metri dal nostro paraurti! Animali ce ne sono tantissimi, ma ovviamente manca il leopardo! La beffa è stata che la classica turista sul pulmino alpitur ci voleva mostrare il video (fatto la mattina stessa) di un leopardo che cacciava un’antilope… Grrr! Facile trovarla se giri con la guida! Ma vuoi mettere la soddisfazione di scovare questi splendidi animali da soli, e senza altri 10 turisti rumorosi sul tuo stesso pulmino? Magra consolazione. Comunque, abbiamo anche il tempo di insabbiarci un’altra volta, ma riusciamo ad arrangiarci e a uscirne!

Nel pomeriggio facciamo la crociera sul Chobe, unico modo per vedere da vicino coccodrilli ed ippopotami. Ci godiamo un emozionante tramonto con gli elefanti come sfondo e torniamo al campeggio.

22/9/12

Dato che il Chobe National Park è in gran parte sabbioso, viste le esperienze non ci sentiamo di attraversarlo. Sarebbero state, fino a Maun, 7 ore di fatiche. Inoltre abbiamo una sospensione mezza rotta! Decidiamo di andare verso il delta dell’Okavango passando da Nata (6 ore). Arriviamo all’Island Safari Lodge, ci concediamo una cena da loro e riposiamo per l’indomani.

23/9/12

Partiamo la mattina presto per l’escursione in Mokoro che durerà tutta la giornata. Rilassante scivolare tra i canneti, e molto interessanti le storie sugli animali dei due “autisti” di queste canoe: padre e figlio, parecchio poveri, che accompagnano i turisti per un decimo del denaro che finisce nelle casse dei Lodge. A saperlo prima, avremmo dovuto prenotare direttamente tramite loro! Io vi lascio il nome e numero di telefono del ragazzo, magari se chiedete lì a Maun lo conoscono: Scara Ilarabo Itatoleng, 250047. Sono molto bravi, e ci hanno fatto stancare parecchio con una bella passeggiata-safari di 3 ore! Tornando indietro con la barca del lodge, l’autista ci sfida a fare un bagno nell’Okavango.. Come rifiutare? Ci tuffiamo tutti e 4 vestiti, sperando che i coccodrilli stiano già dormendo!

24/9/12

Salutiamo Maun e torniamo in Namibia. Ci fermiamo a Gobabis, nel camping della Zelda Guest Farm. Serata malinconica, sia per l’imminente partenza che per la povera femmina di leopardo in gabbia che si trova in questo lodge. Propinano ai turisti che prima o poi verrà liberata, invece è lì da 11 anni. Non è così che volevamo vedere questo splendido animale! Oltre a lei, hanno 4 ghepardi, un porcospino ed altre bestie. Triste vederli in gabbia, dopo tanti giorni di emozionanti incontri con animali liberi e felici!

25/9/12

Montiamo le tende per l’ultima volta, e ci rechiamo a Windhoek dove consegniamo la macchina. La ruota bucata ce l’hanno fatta pagare 1000 nad! Meno male che avevamo fatto l’assicurazione Zero Excess per la sospensione ed altri piccoli problemini dell’auto… C’è da dire anche però che la Nissan 4×4 è un vero catorcio, come confermato anche da altri che l’avevano noleggiata. A noi, un’auto di 87mila km sembra nuova, ma se li ha fatti sulle strade africane ormai è quasi da buttare via. Ce ne ricorderemo la prossima volta: meglio la Toyota Hylux, con meno km possibili!

Pomeriggio a visitare Windhoek: bella città, molto moderna e vivibile. Multietnica e aperta! Dopo una lunga camminata, siamo andati a mangiare da Joe’s Beerhouse (famoso tra i turisti ma niente di che), dove ho mangiato uno spiedino di struzzo, coccodrillo (mezzo pollo e mezzo pesce, bleah!), zebra e kudu. Il locale è carino ma in centro città ce ne sono sicuramente di migliori. Pernottiamo al Namib Oasis, quello della prima sera, che non delude. La partenza sarà la mattina presto del giorno dopo, e con nostalgia ci apprestiamo a dire arrivederci all’Africa!

Mary, Cex, Sonia, Ale



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