Namibialand

1 AGOSTO: JOHANNESBURG > WINDOEK Dopo cinque emozionanti giorni in Sud Africa, il nostro viaggio prosegue per la Namibia, dove trascorreremo i restanti 12 giorni di vacanza. Sveglia non all’alba, colazione e trasferimento in aeroporto, dove consegniamo la Chico rossa e ci imbarchiamo per Windoek. In aeroporto ammiriamo alcuni negozi di...
Scritto da: Roberto Beltrami
namibialand
Partenza il: 01/08/2004
Ritorno il: 12/08/2004
Viaggiatori: in coppia
1 AGOSTO: JOHANNESBURG > WINDOEK Dopo cinque emozionanti giorni in Sud Africa, il nostro viaggio prosegue per la Namibia, dove trascorreremo i restanti 12 giorni di vacanza.

Sveglia non all’alba, colazione e trasferimento in aeroporto, dove consegniamo la Chico rossa e ci imbarchiamo per Windoek. In aeroporto ammiriamo alcuni negozi di artigianato africano e ci innamoriamo delle maschere in legni, dei porta frutta in legno, delle sculture in legno, dei cuscini, delle candele… vorremmo comprare tutto ma rimandiamo al ritorno così non abbiamo il problema del trasporto. Voliamo in Namibia e quando usciamo dall’aereo, dopo un atterraggio “ballerino”, ci colpisce la forte luce che c’è tutt’intorno. Cambiamo euro in namibian dollars e abbiamo problemi con la VISA alla Europcar… in qualche modo ci danno una Toyota Tazz, una ciofeca, e ci dirigiamo verso la capitale al nostro hotel. E’ domenica e tutto è chiuso, compreso il tourist office, quindi perdiamo un po’ di tempo a trovare il nostro hotel. Alla fine, stanchi, andiamo in camera e decidiamo di cenare all’hotel. Cena pessima e cara, ci fregano facendoci pagare il buffet completo… A nanna presto.

2 AGOSTO: WINDOEK > OKONJIMA Sveglia alle 7.30, colazione e partenza per Okonjima. Il viaggio in auto è piacevole, solo l’ultimo tratto di 25 km è su strada sterrata. Tutto intorno savana, con terra rossa, erba secca gialla e alberi verde scuro, bellissimo! Notiamo che è diverso dal Sud Africa. Anche la temperatura, è decisamente più caldo.

Arriviamo al lodge, disperso in mezzo al nulla, e siamo subito colpiti dalla bellezza e accuratezza del tutto: ci sono oggetti di artigianato africano ovunque, e tutto è curato nei minimi particolari.

Pranziamo e alle 15, dopo caffè e torta, partiamo per il safari. Avvistiamo una leoparda grazie al collare che li traccia. Due ghepardi, qualche giraffa, ci sono meno animali rispetto al Sud Africa, anche perché si tratta di un centro per il recupero e riabilitazione di felini abbandonati o feriti o orfani. Al tramonto torniamo al lodge e ci sediamo intorno al fuoco. Conosciamo 4 italiani e 2 giapponesi, oltre al nostro ranger, un Zimbabwese molto simpatico. Cena allegra e buona all’aperto! Poi si parte per l’hide, tutti in fila indiana a piedi, guidati dal ranger e dalla luce della luna piena, andiamo fino a un punto di osservazione sulla savana, mimetizzato. La giuda getta davanti al punto di osservazione deve siamo appostati della verdura e un pezzo di carne con l’intento di attirare qualche animale. La zona è illuminata debolmente da un faro. Stiamo tutti in silenzio assoluto per un quarto d’ora, poi appare in lontananza un kudu, un altro, un altro ancora e piano piano si avvicinano. Dopo qualche minuto appare anche il porcospino, che si dirige deciso verso la verdura e inizia a mangiare tranquillamente. Si sente il rumore del masticare! Intanto si avvicinano anche i kudu, in particolare una femmina molto affamata che inizia a sbafare tutto rumorosamente e sempre guardinga. Dopo circa mezz’ora rientriamo al lodge, dove ci aspetta un bel fuoco. IN camera troviamo un biglietto di auguri per il nostro futuro assieme (sanno che siamo in viaggio di nozze, che carini!) e delle cartoline in regalo, legate assieme da filo colorato e fiorellini., Ci hanno persino messo la borsa dell’acqua calda sul letto!! Ci sentiamo coccolatissimi! 3 AGOSTO: OKONJIMA > AOBA LODGE (ETOSHA) Sveglia all’alba per l’appuntamento con i leoni nel LION-LAMA: si tratta di un balcone sopraelevato da cui si possono osservare tre leoni (due maschi e una femmina) tenuti dentro ad un appezzamento abbastanza vasto di terreno (ovviamente recintato). Vengono nutriti in quanto non sono più capaci di vivere nel “wild”. Sono a pochi metri da noi e li fotografiamo mentre facciamo colazione. Dopo di che, partiamo con 2 jeep scoperte per l’osservazione dei ghepardi e le spiegazioni di ciò che l’Africat Foundation sta facendo per questi animali. Andiamo in un sito dove sono tenuti 8-9 ghepardi (anche questi nutriti dall’uomo) e le guide, mentre ci spiegano un po’ della vita di questi felini, gettano loro pezzetti di carne di asino per attirarli. Ad un certo punto ne abbiamo 5-6 attorno; miagolano e chiedono il cibo. Bellissimo vederli arrivare trottando nell’erba alta: escono solo le teste! Da quadro! Prossima tappa è la clinica dove il personale di Africat svolge tutte le attività veterinarie sui felini della riserva e quelli “di passaggio”. Ci vengono date interessantissime spiegazioni su ciò che viene fatto nel centro e sulle attività educative e di salvaguardia che vengono svolte; avendo come target soprattutto i giovani / ragazzi e i coltivatori, diretti antagonisti dei felini.

Tornati al lodge, c’è il brunch, e poi si parte verso nord alla volta del parco Etosha. Lungo la strada ci fermiamo nella ex cittadina mineraria di Tsumeb dove acquistiamo qualcosa dal Craft Center e visitiamo il museo minerario. Breve tappa anche al lago… Ormai comincia a farsi sera e ci affrettiamo verso l’Aoba Lodge, alle porte dell’East Gate del parco. Arriviamo col buoi. Il lodge è immerso nel bush e veniamo sistemati in una “capanna” tipica col tetto in paglia e la verandina: molto bello! Si possono sentire gli animali muoversi nell’erba a pochi metri. Avvisto una genetta. La cena è servita all’aperto, tra due fuochi accesi; l’atmosfera è molto bella: noi e il bush. Mangiamo kudu!! 4 AGOSTO: ETOSHA Sveglia un’altra volta all’alba, ormai è diventata una caratteristica della vacanze spostare la giornata indietro dalle 6 del mattino alle 10 di sera massimo! Colazione a partenza per l’Etosha Park, il parco nazionale più grande della Namibia, 23.000 km2 di cui circa 4.000 ricoperto dal cosiddetto pan, una specie di lago salato asciutto, cioè una distesa infinita di sale e sabbia. Entriamo all’Etosha dal Gate verso Est, Namutoni, e iniziamo ad aguzzare la vista e a scrutare nel bush. Il bush si presenta diverso da quello del Sud Africa, è più rado, ci sono distese di prato secco giallo solamente punteggiato di mopane e zone con cespugli più fitti che si alternano. Nella mappa che abbiamo comprato segnano le “pond” o pozze d’acqua in cui è più facile avvistare gli animali, soprattutto in questo periodo dell’anno che è molto secco. Guidiamo tutto il giorno all’interno del parco, in pratica lo attraversiamo da est a ovest, le strade sono sterrate e sassose. Avvistiamo springbok a bizzeffe, gemsbok dalle corna lunghissime e diritte, branchi di zebre, due elefanti (purtroppo per mancanza di tempo saltiamo la pozza degli elefanti dove poi ci dicono che ce n’erano moltissimi), giraffe e giraffine, tantissimi uccelli, tra cui anche un avvoltoio, un falco, i “tucanetti” dal becco giallo, come li abbiamo soprannominati, gli struzzi. Vediamo anche gli scoiattoli di terra, simpaticissimi! Delle manguste, degli sciacalli, molti gnu e antilopi. Robi intravede anche un serpentello! Sostiamo qualche minuto presso uno stagno con centinaia di zebre e springbok e giraffe che bevono. Verso le 15.30-16.00 ci avviamo verso l’uscita )il paro chiude alle 17.30) perché non volgiamo arrivare al lodge col buio, non si sa mai! Facciamo tappa all’ultimo stagno, dove c’è una moltitudine di animali: antilopi varie, struzzi, zebre, giraffe, corvi. Ad un certo punto tutti gli animali sembrano allarmati e si spostano verso un lato dello stagno, allontanandosi dall’acqua. Guardiamo verso destra e vediamo in lontananza, tra l’erba. Delle teste che si avvicinano tranquillamente. Sono dei felini di sicuro, ancora non si capisce quali. Maledetta quella volta che abbiamo lasciato a casa il binocolo! Mano a mano che avanzano riconosciamo le fattezze dei leoni, sono tre, anzi quattro, no cinque, anzi sei! Sei tra leonesse e leoni giovani, che fieri! Arrivano allo stagno (deserto! Se la sono data tutti a gambe!) e bevono copiosamente. Poi si stendono a sonnecchiare. Vorremmo stare lì ad osservarli delle ore, ma si sta facendo tardi, sono ormai le 16.30 e quindi a malincuore ci avviamo verso il gate ovest, Okankuejo. Usciamo dall’Etosha e percorriamo altri 50 km per arrivare al Naua Naua Lodge. Gli ultimi 15 km sono di strada sterrata in pessime condizioni, piena di sassi e sassoni. Finalmente arriviamo al lodge, sono tutti tedeschi pure qui. Il lodge è bello e la stanza è grandissima. Cena abbastanza buona in compagnia di una coppia di italiani che sono in viaggio di nozze, pure loro si sono sposati il 24 luglio!!! Ci raccontano delle loro disavventure con la macchina a noleggio che li ha lasciati a piedi al buio e al freddo. Dopo cena Robi cerca di tenere sveglia Marta leggendole la guida, ma lei sviene letteralmente dal sonno alle 21.30…! 5 AGOSTO: NAUA NAUA LODGE (ETOSHA) > DAMARALAND (VINGERLIP LODGE) Colazione mediocre al Naua Naua e partenza presto in direzione Damaraland. Oggi per fortuna non abbiamo da guidare molto. Facciamo una sosta a Outjo per prelevare, fare benzina e telefonare a casa. Ci lasciamo tentare dal Craft Shop e ci passiamo una buona mezz’ora ad ammirare gli oggetti di artigianato locale. Compriamo un vassoio in legno scuro e una statuetta sempre in legno scuro di cui Robi si è innamorato, è stupenda! Proseguiamo verso il Vingerlip Lodge leggendo sulla guida le informazioni e le curiosità della zona che ci apprestiamo a visitare. Ci addentriamo in una valle che ricorda un po’ l’Arizona: ci sono delle montagne calcaree erose dal tempo che hanno formato dei torrioni di roccia e dei canyon. Bellissimo! In lontananza avvistiamo il Vingerlip, un torrione di roccia rosso e, accanto, i tetti in paglia del Vingerlip Lodge. Siamo arrivati, ed è solo mezzogiorno e mezzo! Ci aspetta un pomeriggio di relax! Il lodge è meraviglioso, con terrazze dalla vista mozzafiato sulla vallata lunare, due piscine, le stanze sono delle casette appartate e sono molto accoglienti, anche il boss è simpatico. Ci suggerisce dei percorsi a piedi per cedere il Vingerlip da vicino. Non ci pare vero di poter finalmente muoverci a piedi! Qui non c’è il pericolo di incontrare bestie feroci! Dopo un’oretta di relax e un giretto nel lodge, iniziamo la passeggiata che si snoda attorno ad una di queste formazioni rocciose a torrione fino ad arrivare al Vingerlip. La vista è magnifica, così come la vegetazione, scattiamo tante foto. Torniamo al lodge in tempo per goderci il tramonto dalla terrazza panoramica sorseggiando una lager. Al calare della notte, nella pianura e nella vallata che circondano il lodge risuonano i versi e i canti di migliaia di uccelli. E’ emozionante e ci attardiamo ad ascoltare questo concerto della natura! Cena abbondante e allegra, C’è uno stellato spettacolare, si vede benissimo la via lattea. Ma è lunghissima…!!! 6 AGOSTO: DAMARALAND Sveglia alle 6.30 e alle 8.00 siamo già in macchina alla volta del Damaraland. Il boss del Lodge ci fornisce alcune utili informazioni sulla strada da seguire e sui luoghi da visitare. L’aria è chilly ma in pieno giorno sarà caldo. Ci dirigiamo a ovest oltrepassando Khorixas, dove ci sono tre siti interessanti da visitare: il primo è la foresta pietrificata, cioè dei grossi tronchi di conifere portati da un’alluvione dall’Africa Centrale e rimasti dotto terra per 260 milioni di anni, pietrificandosi. Nel site ci sono anche delle interessanti piante: la welwitska, che cresce solo in Namibia e può raggiungere i 2000 anni di vita; l’euforbia, da cui i boscimani ricavavano il profumo; l’africanissimo mopane tree. Una guida locale ci illustra tutto questo. La seconda tappa sono le incisioni e pitture rupestri di Twifelfontein, risalenti a 6000 anni fa a fatte dai boscimani del luogo.

La strada per arrivarci è panoramica e si snoda tra montagne deserte di roccia rossa e grigia e pianure di bush. Intravediamo degli struzzi e i rari elefanti del deserto! Una guida ci accompagna nella visita del sito archeologico. Le incisioni sono posizionate su grossi massi di roccia situati sul fianco di una montagna. Vediamo anche la !sorgente incerta! Che dà il nome al sito e che migliaia di anni fa attirava gli animali dipinti dai boscimani. La terza tappa è la Burnt Mountain (scorie vulcaniche di colore nero che spiccano su un costone di roccia rossa) e Organ Pipes (formazioni di roccia di origine vulcanica a forma di parallelepipedo che ricordano le canne di un organo, portate alla luce dall’erosione di un fiume). Ritorniamo al lodge attraverso una strada diversa dall’andata, ugualmente molto panoramica. Viaggiamo in scenari mai visti prima: collinette e alture formate da grossi blocchi di granito rosso che si sopraelevano dal bush. Arriviamo al lodge dopo circa 350 km di strada! Stanchezza ma soddisfazione! Cena, occhiata al firmamento e a nanna.

7 AGOSTO: DAMARALAND > CAPE CROSS > SWAKOPMUND Partiamo alle 8.30 dal Vingerlip Lodge perché oggi ci aspetta lo spostamento più lungo di tutta la vacanza: 500 km di strada! Possiamo nuovamente da Khorixas, dove la strada asfaltata finisce e ci aspettano km e km di sterrato! Facciamo una tappa a Uis per fare benzina e comperare acqua e cracker. Questa “città” dispersa nel deserto era una volta una città mineraria (stagno). Ci sono un sacco di persone che chiedono qualche monetina, sono molto poveri. Un ragazzo ci lascia il suo indirizzo e ci prega di mandargli per posta vestiti vecchi e scarpe vecchie… Dopo Uis il paesaggio diventa deserto: una strada sterrata diritta che solca un deserto pianeggiante di sassi e ghiaia. Ci fermiamo qua e là per scattare delle foto del nostro primo deserto! Teniamo sempre i fari accesi in quanto quando si incrociano altri veicoli o qualcuno sorpassa si solleva un nuvolose di polvere indescrivibile e per qualche secondo non si vede assolutamente nulla! Poi fortunatamente il vento solleva il polverone ed è di nuovo luce. La guida, inoltre, ci suggerisce di premere 2 dita contro il parabrezza quando si incrociano altri veicoli, per evitare che i sassi rompano il vetro! E noi diligentemente seguiamo il consiglio. Per la verità si incrocia un veicolo ogni 30-40 minuti…! La strada prosegue diritta, bianca in un deserto bianco. Alla fine, arriviamo ad un incrocio a “T”: è la fine della strada, davanti a noi l’Oceano Atlantico! Swakopmund è in direzione sud, ma decidiamo di fare una deviazione verso nord a Cape Cross, circa 40 km, per vedere la più grande colonia di otarie della Namibia. La strada, che da Walvis Bay costeggia l’oceano fino alla Skeleton Coast, è di sale! Giunti a Cape Cross paghiamo il biglietto ed entriamo nella Seals Riserve. Si arriva a piedi fino a toccare quasi le otarie! Ci colpiscono la puzza tremenda (tipo porcilaia) che ti rimane attaccata ai vestiti per ore, e i richiami delle otarie. Sono centinaia, di tutte le età; l’effetto è quello di una enorme mandria di mucche che muggiscono tutte assieme… Spettacolare! Tutt’intorno, il deserto sassoso di vari colori arriva fino al mare.

Facciamo dietro front e ci avviamo verso Swakopmund dove alloggiamo all’Hansa Hotel, di età coloniale del 1905 ed estremamente lussuoso (e caro). Ceniamo fuori, in una pizzeria. Ci muoviamo in una città deserta (non è tempo di vacanze là) e architettonicamente teutonica. In stanza abbiamo la televisione, finalmente ci guardiamo qualche telegiornale, si prende CNN, BBC e RAI INTERNATIONAL.

8 AGOSTO: SWAKOPMUND E LE DUNE DI SABBIA Oggi è domenica e dedichiamo la mattinata alla città di Swakopmund, una città balneare, molto tedesca, che non ha molto a che fare con il resto della Namibia, ma è carina. E’ completamente circondata dalle dune del deserto e di affaccia sull’oceano. Andiamo al molo ad annusare l’oceano e scorgiamo due delfini che nuotano vicino alla riva. Poi facciamo due passi in centro, purtroppo è domenica e molti negozi sono chiusi, il centro appare deserto. Ci fermiamo in alcuni negozi di artigianato locale e africano. Pranzo al Chili Pepper e poi trasferta alle dune di sabbia subito a sud della città. Sono bellissime, come quelle che si vedono nei film, alte decine di metri, si tuffano nell’oceano.

Parcheggiata la macchina, scaliamo la muraglia di sabbia che ci troviamo di fronte e giunti sulla cresta vediamo al di là l’immenso mare di altre dune e sabbia. Tira un vento fortissimo. Facciamo le corse lungo i pendii sabbiosi e poi ci sediamo a goderci lo spettacolo e a fotografare tutto! Unica forme di vita che incontriamo sono due scarabei e uno strano cespuglio isolato tra tonnellate di sabbia! Prima di rientrare in città ci fermiamo ad ammirare l’oceano e i cormorani neri. Cena al Chili Pepper, di cui siamo diventati afezionados, messicano! 9 AGOSTO: SWAKOPMUND > SOLITAIRE Colazione abbondante e variegata all’Hansa Hotel e partenza per Solitaire, la prossima destinazione: un distributore di benzina, un bar e il nostro Country Lodge disperso tra le aride pianure del Namib Desert. Nel tragitto, sostiamo a Walvis Bay, sulla costa, per cedere le colonie di fenicotteri rosa che popolano la laguna: sono migliaia e migliaia.

Poi via verso l’interno e la strada diventa subito di ghiaia, e impervia! Le dune di sabbia lasciamo in posto a sterminate pianure di ciottoli di ghiaia intervallate da alture di rocce nerastre. Paesaggio lunare e emozionante. Non incontriamo molte auto ma questo ci fa apprezzare ancora di più il silenzio e la solitudine di questo pezzo di Namibia. Il paesaggio cambia ancora nei pressi del Kuiseb Pass e Gaub Pass. La strada diventa un saliscendi, piena di curve. Attraversiamo canyons formati da questi fiumi il cui letto è ora arido (escono in superficie solo 3 settimane all’anno). Tutto intorno montagne e colline dalle cine arrotondate di un nero/marrone che brilla al sole. Proseguendo il paesaggio continua a cambiare: si alternano praterie giallissime a montagne di tutte le sfumature dei marroni, a collinette di sabbia rossastra. Siamo stanchi, soprattutto per la strada di sassi che ci fa sussultare in continuazione, ma soddisfatti. Gli scenari cambiano in continuazione! Ci fermiamo spesso per scattare foto panoramiche.

Arriviamo infine a Solitaire, che fa giustizia al suo nome! Dicono che sia stata la fonte ispiratrice del film “Baghdad Cafe” ! La giuda dice che il bar/alimentari (General Dealer) è famoso per il pane fatto in casa e lo strudel di mele, quindi, dopo aver fatto il check in al nostro lodge, assaggiamo questo decantato strudel. Ne vale la pena! Il lodge è semplice ma carino e prima di cena ammiriamo la palla infuocata che tramonta, dandole appuntamento per l’indomani! Ci avvertono che la corrente c’è fino alle 22, poi candele! E si riattiva alle 6 di mattina, suggestivo! 10 AGOSTO: SOUSSUSVLEI PARK La meta di oggi è il deserto del Namib, in particolare le dune rosse di Soussusvlei, famose in tutto il mondo. E’ abbastanza lontano dal nostro lodge: 83 km + 65 all’interno del parco. Decidiamo pertanto, come suggerito dalla guida e da persone incontrate durante il viaggio, di partire presto in modo da vedere le dune rosse alle prime luci del giorno.

Sveglia alle 4.30 (…!…) e partenza alle 4.45!! Fuori è ancora notte, ci sono le stelle e una falce di luna. Gran parte del tragitto lo facciamo con i fari accesi. Arrivati a Sesriem dacciamo il permesso di ingresso al Soussusvlei Park e varchiamo il gate di ingresso. Comincia ad albeggiare, c’è luce, e d’un tratto ecco il sole. Ci godiamo lo spettacolo dalla macchina quando intorno a noi compaiono già le prime dune di sabbia rossa. Percorriamo una strada che si snoda in un fondovalle completamente fiancheggiato da immense dune, che alla luce del primo solo di infiammano di un rosso mattone. Dopo 65 km, arriviamo al parcheggio. Qui la strada finisce per i 2×4 e si transita oltre solo con i 4×4. Breve colazione al sacco (breakfast packet) e poi ci incamminiamo a piedi per percorrere i circa 5 km che ci separano da Soussusvlei. La sabbia è densa, si affonda, e quindi si fa fatica, ma è ancora fresco e piacevole. Tutto intorno dune di sabbia rossa e sul fondovalle alberi secchi e cespugli che rendono il panorama veramente unico. Giunti a Soussusvlei decidiamo di “scalare” una duna per goderci il panorama dall’alto. Durante il tragitto attraversiamo il “Dead Vlei”, due grandi laghi secchi, il cui fondo è coperto da fango calcareo di colore bianco, punteggiati di scheletri di alberi. Le dune fanno da anfiteatro ai dead vlei: lo spettacolo è emozionante. Ci colpisce il contrasto dei colori: il rosso delle dune, il bianco dei laghi secchi e l’azzurro del cielo. La salita alla nostra duna è estremamente faticosa: procediamo lungo il crinale affondando nella sabbia. E’ quasi mezzogiorno e il caldo e il sole iniziano a farsi sentire! Guadagniamo comunque la vetta e siamo ripagati da questo spettacolo della natura: dune rosse all’infinito. Dopo un breve riposo e una bevuta, ci lanciamo all’impazzata di corsa lungo il pendio della duna e arriviamo sul letto di uno dei dead vlei. Divertente e tonico! In pochi secondi siamo alla base della duna, “scalata” con tanto sudore e pazienza! Breve riposo e passeggiata sulla spianata bianca scattando foto agli alberi scheletrici.

Coma fauna, avvistiamo degli springbok nel bush e degli scarabei velocissimi sulle dune: corrono a tutta birra sulla sabbia! Facciamo ritorno a Soussusvlei e, nonostante la stanchezza, decidiamo di tornare al parcheggio a piedi… che sfinimento! Camminiamo un’altra ora e mezza sotto il sole caldo e arriviamo alla macchina strisciando. Ma felici dello spettacolo visto e delle superbe foto scattate. Abbiamo camminato per sei ore quasi senza sosta, nella sabbia densa! Ci riposiamo un po’ all’ombra e poi via di nuovo per affrontare i 150 km che ci separano da Solitaire. Doccia e cena, poi a nanna presto.

11 AGOSTO: SOLITAIRE > WINDOEK Purtroppo è il momento di rientrare a Windoek per prendere l’aereo che ci riporterà a Johannesburg e poi in Italia.

E’ l’occasione per percorrere gli ultimi km di strada sterrata in questo splendido Paese; per assaporare per l’ultima volta l’odore della savana e della polvere; per riempirci gli occhi della sua limpida luce.

Ovviamente non scegliamo la strada più facile: ci arrampichiamo su per il Passo Spreetshoogte, lungo la D1275; la nostra Tazz arranca ma ce la fa. Da lassù diamo un ultimo sguardo alla pianura ripensando a tutti quei km percorsi e a tutte quelle belle cose viste… Grazie Namibia..!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche