Le meraviglie dell’Africa del Sud – prima parte

21-22 luglio: Milano-Windhoek Nel primo pomeriggio del 21 luglio eccoci di nuovo all’aeroporto di Milano Malpensa, in partenza per un nuovo viaggio ... Questa volta quello di nozze! Il programma dei voli prevede Milano-Monaco (Air Dolomiti-Lufthansa), Monaco-Johannesburg, Johannesburg-Windhoek (con South African Airlines). Il giorno successivo,...
Scritto da: angelamanuel
le meraviglie dell’africa del sud - prima parte
Partenza il: 21/07/2008
Ritorno il: 30/07/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
21-22 luglio: Milano-Windhoek Nel primo pomeriggio del 21 luglio eccoci di nuovo all’aeroporto di Milano Malpensa, in partenza per un nuovo viaggio … Questa volta quello di nozze! Il programma dei voli prevede Milano-Monaco (Air Dolomiti-Lufthansa), Monaco-Johannesburg, Johannesburg-Windhoek (con South African Airlines). Il giorno successivo, dopo 3 voli, 26 ore di viaggio, interminabili attese ai gates, sbarchiamo all’aeroporto di Windhoek. Sbrigate le formalità doganali (in una sala d’attesa dove giocano scatenati e bellissimi bimbi angolani), e recuperate le valigie, cambiamo 400 euro in dollari namibiani (sono un bel po’ di carta …). Nella sala arrivi, proprio di fronte ai due sportelli del cambio, c’è un piccolo chiosco dove si possono prendere le mappe di alcune città come Walvis Bay e Swakupmund, e brochures sulle varie attività e posti da visitare: può essere utile darci un’occhiata.

Ritirata la nostra macchina (una Polo bianca) all’agenzia AVIS, partiamo per la prima tappa, il Safari Court Hotel di Windhoek. Nonostante il poco traffico (che nei giorni successivi diventerà praticamente inesistente), la guida a sinistra, le scarne indicazioni dell’AVIS e la stanchezza per il viaggio ci fanno faticare un po’ per trovare l’hotel, che si trova ad un paio di chilometri dal centro città, vicino al piccolo aeroporto di Eros. Arrivati lì, incontriamo Rosanna, addetta italiana del tour operator locale, che ci consegna vouchers e mappa per il nostro viaggio. Su suo consiglio, decidiamo di rimandare all’ultimo giorno la visita della città, anche perché fa già buio (qui è inverno), e i negozi in Namibia in genere chiudono intorno alle 17 (eredità tedesca!). Ceniamo quindi al ristorante Acacia dell’hotel (cena a buffet, 134 N$, più bevande); non un granché, a parte un gustoso spezzatino di springbok …).

23 luglio: Windhoek – Sesriem Su consiglio di Rosanna, ci svegliamo di buon ora, alle 6. In generale, in Namibia conviene sfruttare al massimo le ore di luce per gli spostamenti (guidare dopo il tramonto su strade sterrate e praticamente deserte non è proprio consigliabile …). Consigliamo quindi di partire presto, anche perché le condizioni delle strade rendono i tragitti piuttosto lunghi: in media si fanno i 60 km/h. Per il resto, almeno per il tragitto che abbiamo fatto noi, non è assolutamente necessario affittare un 4×4 o un SUV, a patto naturalmente di guidare con buon senso; la nostra Polo si è rivelata infatti più che all’altezza della situazione! Dopo la colazione, partiamo alle 7, destinazione Soussusvlei. I primi 90 km (B1 direzione sud) sono asfaltati, e quindi piuttosto scorrevoli … Forse troppo, visto che nei pressi di Rehobot veniamo ‘beccati’ dall’autovelox!Il limite era 60, e noi facevamo gli 85 … Per la verità, a me non sembra di aver visto il cartello; in ogni modo, rallentate quando giungete in prossimità dei centri abitati (anche se sono difficili da distinguere, vista la scarsa densità della popolazione!), perché è quello il limite. Dopo averci apostrofato con “Now you are in trouble”, e consultato una complicatissima tabella, dove ad ogni velocità corrisponde una diversa tariffa, il poliziotto ci affibbia una multa da ben 150 N$ (circa 12 euro), da pagare nella locale stazione di polizia, che sembra uscita da un film western. Pagata la multa e fatto il pieno (non ci sono più stazioni di rifornimento sino a Sesriem), proseguiamo il viaggio, imboccando la C24 (poi C19 e C27): comincia lo sterrato! Man mano che proseguiamo, il paesaggio diventa sempre più selvaggio e sorprendente: una delle cose più belle del viaggio è sicuramente lo spettacolo che si gode durante gli spostamenti, e che cambia continuamente: deserti, montagne, formazioni rocciose stranissime, acacie cariche di enormi nidi … Inutile dire che abbiamo fatto un sacco di foto! Durante questa tratta (circa 250 km), affrontiamo il passo Remhoogte (piuttosto impegnativo) e cominciamo a vedere i primi springbok; arriviamo al Sossusvlei Lodge alle 14 circa. Questo bellissimo lodge è assolutamente consigliato, tra l’altro, per la posizione – proprio fuori dal parco –; questo vi consentirà di entrare non appena aprono i cancelli, per godervi i bellissimi colori del paesaggio, e le dune ancora intatte … Le altre sistemazioni che abbiamo visto durante il tragitto sono infatti spesso a più di 50 Km dall’ingresso di Sossusvlei (il che vuol dire 1 o 2 ore di macchina). Dopo aver raggiunto la nostra stanza (composta da un corpo in muratura, per il bagno, una struttura in tenda per la camera e un piccolo ‘terrazzo’ per guardare il deserto), ci rilassiamo un’oretta in piscina, dopodiché partiamo per il sundowner con aperitivo organizzato dal lodge (180 N$ a persona), insieme ad una signora sudafricana e al figlio. La guida ci porta a spasso nel deserto vicino – che, a causa dell’eccezionale stagione delle piogge, è coperto di una bellissima erba dorata –, mostrandoci animali (fra cui un pericoloso scorpione) e scritture rupestri; poi apparecchia il necessario per l’aperitivo, mentre il sole cala veloce. Ecco un aspetto che ho notato dell’Africa: fa buio e chiaro con una velocità impressionante, e al momento la cosa non sembra granché; ma le foto vengono davvero spettacolari! Tornati dall’aperitivo, ci gustiamo un’ottima cena (con bistecche di zebra e impala, e coda di coccodrillo!); dalla terrazza del ristorante si vede la pozza d’acqua illuminata, con gli springbok che si abbeverano.

24 luglio: Sossusvlei Sveglia alle 5 e 30 e ottima colazione all’aperto (i “funghi” ci scaldano, perché la temperatura è rigida), durante la quale avvistiamo per la prima volta un maestoso orix. Partiamo quindi per il parco, che apre all’alba e chiude al tramonto; in questo periodo l’apertura è alle 6 e 45 (ingresso 180 N$ a persona). Dall’ingresso, partono i 60 km (asfaltati) sino al parcheggio delle 2×4; durante il tragitto ci fermiamo più volte, per ammirare le forme delle dune e fare foto. Obbligatoria è poi la scalata della famosissima duna 45: raccomandiamo vivamente di scendere dalla ‘pancia’ della duna, correndo o – come ho fatto io – scivolando seduti: è divertentissimo! Arrivati al parcheggio 2×4, prendiamo la navetta 4×4 (110 N$ a persona). Scegliamo di non andare a Sossusvlei (che è sostanzialmente una duna da scalare come la 45, solo ancora più grande; le facciamo solo delle foto), ma di dirigerci alla Dead Vlei, un antico lago salato prosciugato, su cui sorgono alberi essiccati, dalle forme contorte.

All’uscita del parco facciamo benzina; notiamo poi una cabina del telefono (peccato che allo shop non vendono le schede …).Decidiamo quindi di andare al Sesriem Canyon, lì vicino, dove passiamo vicinissimi ad un serpente, e avvistiamo alcuni babbuini; infine, ritorniamo al lodge.

25 luglio: Sesriem – Swakopmund Sveglia alle 5 e 30, e partenza dal lodge verso la costa dell’Oceano Atlantico. La strada (C19, C14, B2) fino a Walvis Bay è sterrata, e attraversa la parte nord del deserto del Namib, più secca del sud dove c’è Sossusvlei. Poco dopo la partenza un orix ci attraversa la strada. Affrontiamo poi il Gaub Pass e il Kuiseb Pass, che non sono particolarmente difficili, e offrono panorami strepitosi. Arrivati al cartello che indica il Tropico del Capricorno siamo così fortunati da intercettare un autobus di turisti tedeschi, così da poter fare una foto in coppia. Decidiamo di fermarci qualche minuto a Walvis, per visitare la salina – dove ci sono alcuni bacini di acqua rosa, a causa delle alghe utilizzate per la dissalazione – e la colonia di fenicotteri, che vediamo purtroppo solo da lontano; il vento è fortissimo, si fatica quasi a camminare.

Partiamo quindi per Swakopmund; questi 30 km di strada asfaltata sono spettacolari: a sinistra c’è l’Oceano con onde altissime, a destra le dune gialle del deserto. Come scopriremo più tardi da Oscar, uno dei gestori della Seabreeze Guest House, è in uno dei resort su questa costa che Angelina Jolie e Brad Pitt hanno fatto nascere la loro bambina. A Swakopmund soggiorniamo appunto alla Seabreeze Guest House, gestita da due italiani, Oscar e Giancarlo; il posto è carino, in particolare la sala comune è arredata con molto gusto, e si può vedere l’Oceano.

Dedichiamo il pomeriggio a visitare la cittadina, che non offre molto, a parte la sorpresa di … Trovarsi catapultati in un antico borgo tedesco! Ci imbattiamo anche in una sorta di festival della gioventù, dove possiamo ammirare balli e canti locali; il bello è che nelle pause degli spettacoli il presentatore invita ad esibirsi ragazzi del pubblico, i quali improvvisano danze strepitose … Come dice Elio, qui il ritmo non è certo un problema! Al mercatino che porta al lungomare acquistiamo poi una coppia di statuette himba in legno, dopo una lunga trattativa (qui è d’obbligo, nei mercati), Ceniamo in un locale rigorosamente tedesco, fish kebab e birra per 230 N$ complessivi.

26 luglio Swakopmund Su consiglio di Oscar acquistiamo un’escursione in barca a Walvis Bay, organizzata dalla Levo Dolphins Tour, con partenza dal porto alle 8 e 30 (430 N$ a persona). Mentre stiamo per salire sul motoscafo, una foca emette degli strani versi; scopriremo poi che è Sparky, una delle foche ‘abituate’ agli umani, che ci sta chiamando. Una curiosità: in Namibia pare ci siano più foche (2,5 milioni) che persone (2 milioni)! Anche Sparky sale sulla barca con noi, e, con la scusa del pesce – di cui è golosissima – è possibile fare foto vicino a lei. Durante l’escursione facciamo la conoscenza ‘da vicino’ di altre due foche (Fluffy e un’altra di cui non ricordo il nome …), vediamo gabbiani, pellicani, delfini di due specie, nonché un’intera e rumorosa colonia di foche. All’ora di pranzo ci vengono offerte tartine, salumi, e delle strepitose ostriche, insieme a delle bollicine sudafricane.

Sbarchiamo alle 13 circa e torniamo a Swakopmund, dove visitiamo l’acquario (30 N$), poi facciamo una piccola spesa per la cena al Pick and Pay (nella nostra stanza c’è una cucina). Tornati alla guest house prendiamo un Roiboos tea con Oscar, che ci intrattiene con i suoi racconti su divi hollywoodiani come Dennis Quaid e Angelina Joilie (definita senza mezzi termini come una “gallina”), e sul prezzo degli immobili in Namibia. Cena e nanna.

27 luglio Swakopmund – Damaraland Dopo la sveglia e la colazione alle 6 e 45 partiamo per il Damaraland (C34, C35, D2612). Fino a Henties Bay c’è un nebbione fittissimo, tanto che possiamo solo intuire che lì vicino c’è l’Oceano; la strada è di sale, ma è in buone condizioni. A Henties Bay comincia lo sterrato, piuttosto buono, salvo che per l’ultimo tratto vicino a Twyfelfontain, anche se all’inizio si fatica a distinguere la strada dal resto del paesaggio (assolutamente deserto). Anche qui panorami bellissimi, con i deserti che lasciano il posto a curiosi roccioni, man mano che ci addentriamo nella terra dei Damara. Incontriamo venditori di pietre semipreziose e di bamboline di stoffa, a Uis e in capanne convertite in gift shop, disseminate lungo il tragitto. Prima di raggiungere il nostro lodge, decidiamo di allungare e di raggiungere le canne d’organo vicino a Twyfelfontain: un complesso di rocce a forma di parallelepipedo, che ricorda appunto questo strumento. Poco dopo le 13, raggiungiamo il Mowani Mountain Camp, che si rivela assolutamente all’altezza delle nostre aspettative. Una giovane praticante receptionist dello Swaziland ci illustra le caratteristiche del posto, poi raggiungiamo la nostra stanza … Una tenda affacciata sulle spettacolari montagne del Damaraland, dove troviamo champagne e frutta fresca per festeggiare il nostro viaggio di nozze. Non c’è una chiave per chiudere, solo la cerniera della tenda, e il bagno (molto elegante) è separato dal resto della stanza da una tenda a separè. Il pomeriggio lo passiamo alla piscina – splendida, ricavata fra le rocce –, anche se l’acqua è troppo gelata per farci il bagno; alle 15 c’è l’angolo del tè, caffè e torta. Il tramonto lo passiamo al view point sorseggiando l’aperitivo, poi abbiamo una bella sorpresa per la cena … Appena seduti a tavola, il cameriere ci fa allontanare con una scusa, e ci porta al nostro tavolo, apparecchiato vicino al fuoco e sotto le stelle …

28 luglio Damaraland – Parco Etosha Sveglia alle 5 e 45, colazione e partenza per il parco Etosha (D2612, C39, C38); partiamo insieme a Ronnie, il nostro cameriere della sera precedente, cui diamo un passaggio sino a Khorixas. Fino a questo punto la strada è a dir poco tragica, piena di ghiaia e disseminata di buche; in compenso possiamo vedere da vicino un’intera famiglia di struzzi, che ci attraversa la strada. Dopo Khorixas la strada è asfaltata sino all’ingresso del rest camp Okaukejo. Appena superato il cancello del parco, avvistiamo subito giraffe e gnu. Pagato l’ingresso al parco alla reception dell’Okaukejo (330 N$), dopo aver raggiunto la nostra stanza ed esserci cambiati, partiamo subito per il nostro safari. I cancelli dei rest camp restano aperti dall’alba al tramonto: proprio vicino agli ingressi, ci sono due orologi, che indicano gli orari, e che vengono aggiornati ogni lunedì. Durante il nostro giro pomeridiano (85 km) avvistiamo molti animali: zebre, gnu, giraffe, praticamente tutte le specie di antilopi che popolano la Namibia, ma niente elefanti né predatori. Per questi ultimi dovremo aspettare il Sudafrica; gli elefanti invece non si fanno aspettare, e, al tramonto, rientrati al rest camp, ne possiamo ammirare gruppi interi (ne arrivano addirittura una ventina, con tanto di cuccioli!) mentre si bagnano alla pozza lì vicina. Una delle cose più stupefacenti, a proposito degli elefanti, è quanto siano silenziosi. Uno penserebbe che i passi di un pachiderma di 5-6 quintali potrebbero far vibrare la terra almeno per il chilometro circostante … Invece, 20 elefanti in fila indiana sollevano un sacco di polvere, emanano una puzza d’inferno, ma semplicemente non fanno rumore … Solo quando si avvicinano alla riva della pozza si sentono appena i ciottoli smossi! Ceniamo al ristorante del rest camp (del resto non ci sono alternative …), la qualità è un po’ scarsa, spendiamo 150 N$ per il buffet e 16 N$ per la birra ciascuno. Dopo cena andiamo ancora alla waterhole, dove vediamo anche i rinoceronti, e ascoltiamo il pauroso ruggito del leone.

29 luglio Parco Etosha Sveglia alle 5 e 15 (!), colazione e partenza per il safari all’apertura dei cancelli. Giriamo tutto il giorno (ci facciamo 280 km), ci fermiamo al camp Halali, che ha una pozza molto bella, dove vediamo eland, dik dik e impala. Prima e dopo cena (questa volta c’é il braai, il barbeque, ma la qualità è sempre quella) andiamo alla ‘nostra’ pozza: questa sera ci siamo portati coperte e berretti di lana, per affrontare meglio il freddo. Però, sarà la sveglia all’alba, la stanchezza, i ritmi non particolarmente concitati degli animali (i loro movimenti sono davvero lentissimi, e questo vale per il corteggiamento o la lotta fra due rinoceronti, così come per la decisione della giraffa di mettersi a bere …) … Che mi addormento una mezz’oretta sulla tribuna che si affaccia sulla waterhole! Quindi andiamo a nanna, davvero stanchi.

30 luglio Parco Etosha – Windhoek Sveglia alle 5 e 30, colazione, e alle 6 e 40 usciamo dal parco, in direzione Windhoek (C38, B1, tutte asfaltate). A Otjivarongo vorremmo visitare la fondazione che si prende cura dei felini (soprattutto ghepardi) feriti o orfani, ma sbagliamo strada, o meglio, scambiamo un posto per un altro, e decidiamo di lasciar perdere (se vi interessa, il Cheetah Conservation Fund si trova a 44 km da Otjivarongo, sulla D2440, fuori dalla B1, l’ingresso dovrebbe costare 90 N$). Quindi cerchiamo l’allevamento di struzzi vicino a Okahandia: prima su (erronea) indicazione della Lonely sbagliamo strada, prendendo una pista sabbiosissima; poi ritorniamo sulla strada principale, ma il posto non c’è più, o meglio c’è ma si è trasferito, e non sanno indicarci dov’è (avremmo trovato tutte le informazioni sugli opuscoli all’aeroporto di Windhoek, se ci fossimo ricordati di prenderli … Secondo questi, l’Ombo Rest Camp è sulla C31, dopo 1,6 km dopo l’incrocio con la B1). Desistiamo definitivamente dalle nostre velleità ‘animalesche’ e decidiamo di visitare il formidabile mercato del legno di Okahandia, dove si trova di tutto: maschere, utensili, statuine, forme di animali … Anche a grandezza naturale! Acquistiamo un bel po’ di souvenirs, dopo le solite contrattazioni, poi ripartiamo per Windhoek. Bisogna dire che, anche se la strada è asfaltata e il traffico comincia a farsi più intenso (si fa per dire …), non mancano gli ‘attraversamenti’ di animali, come dik dik e facoceri … Addirittura, fra le due carreggiate della B1 vicinissimo a Windhoek c’è un intero gruppo di scimmie! Raggiunto (questa volta agevolmente) il Safari Court Hotel, decidiamo di fare un giro in centro, dove parcheggiamo davanti alla Supreme Court (2 N$ all’ora; peccato che perdiamo il bigliettino e ne paghiamo 20!). Il nostro tour cittadino è davvero molto veloce: non c’è moltissimo da vedere, a parte la chiesa principale – la Christuskirche –, la statua del kudu e l’area pedonale con le bancarelle. Al ritorno all’hotel visitiamo il vicino villaggio olimpico, e l’Indipendence Stadium. Cena e pernottamento sempre al Safari Court.

Il nostro bellissimo viaggio in Namibia è finito … Abbiamo visitato un luogo meraviglioso, certamente uno dei Paesi più belli (se non il più bello) fra quelli sinora visitati, che ci rimarrà per sempre nel cuore; un posto dove non potete non andare! Abbiamo percorso 2600 Km, di cui 600 scarsi asfaltati … Ma ne è valsa la pena! Il viaggio però continua … Ci aspetta il Sudafrica! Se volete proseguire con noi, andate a vedere nella relativa sezione! Angela e Manuel



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