Esperienze namibiane

A distanza di qualche mese dal nostro ritorno la nostalgia per l’Africa si fa sempre più presente. Alessandra, Giuseppe, il nostro bambino di 13 anni ed io siamo stati in vacanza in Namibia. Il viaggio è durato dal 1° al 19 marzo 2007, da Verona via Francoforte per Johannesburg e di qui a Windhoek . Malgrado sia passato quasi un anno, le...
Scritto da: 2505paolo
esperienze namibiane
Partenza il: 01/03/2007
Ritorno il: 19/03/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 3500 €
A distanza di qualche mese dal nostro ritorno la nostalgia per l’Africa si fa sempre più presente.

Alessandra, Giuseppe, il nostro bambino di 13 anni ed io siamo stati in vacanza in Namibia.

Il viaggio è durato dal 1° al 19 marzo 2007, da Verona via Francoforte per Johannesburg e di qui a Windhoek . Malgrado sia passato quasi un anno, le emozioni che ci pervadono sono ancora ben vive in noi e ci piacerebbe trasmettervele unitamente a qualche consiglio .

A nostro parere un viaggio in Namibia va affrontato con una certa preparazione e cautela.

Sconsigliamo il “self drive” perché i pericoli lungo la via sono numerosi, anche se spesso non evidenti . Ne elencherò solo alcuni basandomi sulle nostre personali esperienze.

STRADE Sono in massima parte sterrate, con un fondo di diversa natura a seconda delle zone. Infatti cambiano spesso di chilometro in chilometro. Nel corso dello stesso tragitto si presentano battute, miste a sabbia, sassose o accidentate, specialmente nel Damaraland e nel Kaokoland. Esse sono quasi sempre diritte, non segnate e a “dorso di cammello”. Trovarsi improvvisamente di fronte un auto, poco prima o poco dopo un dosso, che arriva dalla parte opposta a tutta velocità non è un’esperienza piacevole. Alto è poi il rischio di toccare “sotto” con il fondo dell’auto, poiché anche le cunette, che si susseguono per centinaia di chilometri, sono tutt’altro che regolari; le forature sono sempre in agguato a causa dei sassi aguzzi affioranti che tagliano i pneumatici . Il rischio di incidenti quindi è alto anche lungo i percorsi apparentemente più semplici e privi di difficoltà. Abbiamo visto diverse auto fuori strada e ci siamo fermati tre volte a prestare soccorso ad automobilisti vittime di incidenti o di forature. D’altronde le croci o le carcasse delle auto incidentate che si incontrano ai bordi delle strade suonano come chiaro avvertimento a guidare con prudenza.. Spesso basta una distrazione per rovinarsi una vacanza ed i lunghi rettilinei tendono ad allentare l’attenzione. Una delle caratteristiche delle strade della Namibia, a differenza del Sudafrica, è quella di mancare totalmente di barriere ai bordi delle strade e gli animali sono liberi di vagare da una parte all’altra : springbocks, kudu, zebre, giraffe, cavalli, per non parlare delle pecore che attraversano, apparentemente incustodite. A conti fatti e tenuto conto dei possibili rischi sempre dietro l’angolo, la scelta si è rivelata economicamente assai felice. Infatti il costo del noleggio di una 4×4 da utilizzare per il self drive e quello dell’auto con guida/autista non differiscono gran che, con il vantaggio di poter disporre totalmente della carta di credito, il cui plafond viene solitamente quasi prosciugato dalle somme a garanzia richieste dalle agenzie di autonoleggio.

La Namibia è un paese così vasto e vario che risulta assai facile perdersi qualcosa di splendido pur passandovi accanto. Per tutte queste ragioni consigliamo di contattare un esperto Tour Operator locale, così come abbiamo fatto noi, specialmente se si ha l’intenzione di visitare località che normalmente non fanno parte dei consueti itinerari turistici.

La nostra guida, si è rivelata giorno dopo giorno non solo preziosa per la sua esperienza e competenza, ma anche per la conoscenza dettagliata di piste nemmeno segnate sulle mappe. Egli si è inoltre rivelato un piacevole ed appassionato compagno di viaggio, che da perfetto gentiluomo ci ha dato modo di entrare nel vero spirito namibiano . Ci ha inoltre consigliato di scegliere un mix di camping e lodge e così abbiamo fatto. L’auto usata per i primi 11 giorni è stata una 4X4 Toyota PRADO Double Cab (Air/C) mentre per i successivi 7 giorni un pulmino Wolkswagen microbus (Air/C), entrambi praticamente nuovi. Ha inoltre provveduto a fornirci sul posto tutto il materiale da campeggio, ovviamente perfettamente pulito, (tende, sacchi a pelo, cuscini etc.).

La stagione delle piogge non ci ha disturbato affatto. E’ piovuto solo un paio di volte, durante la notte , e per breve tempo .

A seguire descriviamo quindi il nostro itinerario : 1 Marzo: Partenza da Verona per Francoforte e di qui coincidenza per Johannesburg. 2 Marzo: Arrivo a Johannesburg e coincidenza per Windhoek. In aeroporto abbiamo incontrato la guida locale e siamo subito partiti per Omaruru via Okahandja, dove siamo giunti in serata all’Epako Lodge. Qui abbiamo occupato una family room molto confortevole. Di fronte alla veranda del ristorante, in una pozza d’acqua si abbeveravano 3 kudu ed accanto un rinoceronte bianco. E’ stato l’unico che abbiamo incontrato nel corso del nostro viaggio. Cena a base di filetto di orice…Squisitissimo e poi tutti a letto 3 Marzo: Arriviamo finalmente al Parco Etosha dove entriamo da Okaukuejo. Purtroppo inizia a piovere, leggermente ma costantemente e ci impressiona vedere distese di piccoli fiori gialli prendere timidamente il posto delle stoppie seccate dal sole africano. Percorriamo il parco da ovest ad est ed incontriamo ogni sorta di erbivori, tranne gli elefanti. Infine arriviamo in serata al Mokuti Lodge, dove alloggiamo.

4 Marzo: Riprendiamo a percorrere il Parco.L’intensa pioggia della notte ha disperso gli animali, allontanandoli dalle pozze che nell’inverno namibiano rappresentano una sicura fonte di approvvigionamento d’acqua. Nonostante questo siamo testimoni di una scena degna di un documentario naturalistico: un nutrito gruppo di sciacalli contende ad una coppia di iene il residuo del pasto di un grande carnivoro, probabilmente un leone. Alcuni impegnano una delle iene tentando di attirarla lontano dalla preda, un grosso kudu maschio, sdraiato a terra, mentre i restanti tentano di far fuggire l’altra che a sua volta ringhia minacciosa. Entrambe le specie lottano per sopravvivere, rischiando la propria vita per il cibo. Assistiamo a questo balletto macabro per circa un’ora, poi ci muoviamo per andare ad esplorare il pan e imboccata una pista laterale ci troviamo in mezzo alla una distesa bianca punteggiata ancora qua e là di fiori gialli e dai riflessi azzurrini in lontananza. Quindi ci avviamo verso l’area attrezzata di Okaukuejo, dove montiamo le nostre tende per la prima notte di campeggio. Siamo abbastanza vicini ad una grande pozza che rimane illuminata per tutta la notte, ma purtroppo qui non riusciamo a vedere alcun animale. La serata è comunque indimenticabile. La guida locale allestisce una generosa cena con barbecue a base di pollo e verdure miste. Non manca il vino sudafricano, di buona qualità ed a buon mercato, come del resto quasi tutto qui. Infatti la spesa in Namibia permette risparmi dal 30 al 70 % rispetto all’Italia a seconda di ciò che si acquista. 5 Marzo: Finalmente torna a splendere il sole. Usciamo dal campo ed esploriamo ancora una parte del parco prima di dirigerci verso Outjo, una graziosa cittadina dove mangiamo un boccone in una specie di pasticceria di stampo austrotedesco dove si producono biscotti di ogni sorta e dolci casalinghi. Krapfen e strudel abbondano, ma anche pane nero e di cereali. Ma siamo proprio sicuri di essere in Africa? Fa caldo, ma è secco, quindi piuttosto gradevole. Ripartiamo alla volta di Camp Otjitotongwe dove arriviamo alla Cheetah Guestfarm nel pomeriggio. Qui abbiamo un incontro ravvicinato con tre bellissimi ghepardi adulti che, addomesticati dal padrone della tenuta, si comportano come tre gattoni. Uno di questi è particolarmente affettuoso e prende a leccarci vigorosamente mentre gli occhi del nostro Giuseppe luccicano di commozione. Quindi assistiamo al pasto dei ghepardi liberi nella tenuta. Sono oltre una trentina e a differenza di quelli che abbiamo accarezzato prima non sono per nulla domestici. Al termine del pomeriggio, ci prepariamo per un altro barbecue prima di ritirarci in tenda.

6 Marzo: Tappa di trasferimento ad Opuwo, nel Kaokoland, dove alloggiamo all’Opuwo Country Lodge. Lungo la strada incontriamo gli Herero, le cui donne indossano ampi abiti dai colori sgargianti e portano dei voluminosi copricapo. Quindi in città avvistiamo i primi Himba. Qui sono oramai inurbati ma, malgrado si abbiglino ancora secondo la tradizione, hanno assunto gran parte delle abitudini dei bianchi. Ci colpisce un po’ vedere le giovani donne seminude, spesso con i bimbi aggrappati al collo, intente a scegliere i prodotti da acquistare sugli scaffali del supermercato locale. 7 Marzo : Si parte per l’avventura. Superiamo Kaoko Otavi e la pista verso Orupembe si fa sempre più dura. Non andiamo oltre i 30 Km orari, tra sperduti villaggi Himba abbandonati e case decorate con motivi geometrici o floreali, come intarsi colorati nelle pareti di fango. Guadiamo più volte il fiume Horusib, quasi privo d’acqua. I monti ci circondano e la pista si inerpica ripida e sassosa. Gli struzzi corrono buffamente al nostro fianco, mentre zebre orici e springbocks ci sorvegliano dalla sommità dei cocuzzoli. Giungiamo ad Orupembe nel tardo pomeriggio. Orupembe è un punto sulla mappa. Un chiosco di bibite e nulla più. Il campeggio non ci attrae. Vi sono ben 2 fuoristrada (uniche auto che abbiamo incontrato quest’oggi).Preferiamo riprendere il cammino e accamparci nel bush. Dopo aver esplorato i dintorni, la guida locale trova un luogo adatto dove piantiamo le tende. Dopo una giornata intensa di emozioni e di paesaggi sconfinati, assaliti da una gran fame divoriamo la cena accanto al fuoco e ci godiamo in silenzio lo stupendo tramonto . 8 Marzo: Una giornata indimenticabile. Il tragitto verso Purros è caratterizzato all’alternarsi di paesaggi sempre diversi, da monti e da colori che null’hanno di questo mondo, che superano la soglia dell’umana immaginazione. Gli spazi sono realmente immensi e il nostro sguardo spazia da est ad ovest per decine e decine di chilometri. I monti tutt’attorno si tingono di svariate tonalità di rosa e di rosso. Ed il verde del bush fa da contrasto con i colori del cielo. Su e giù per i passi, attraverso fiumi in secca, pronti a trasformarsi per qualche ora in torrenti vorticosi subito dopo un’abbondante pioggia. Infine dall’alto di una collina l’estasi muta in commozione. Scorgiamo infatti un gruppo di elefanti del deserto che affamati, placidamente affondano la proboscide nei germogli tra gli alberi. Sono a non più di 30 metri da noi.. Scatto un po’ di fotografie , mentre tutti insieme ci facciamo piccoli piccoli. Dopo un’oretta riprendiamo la pista e, seguendo le tracce lasciate da alcuni elefanti giungiamo a Purros, un villaggio Himba, accanto al quale si trova un piccolo ma ben curato campeggio.

Gli elefanti spesso passano di qui e lasciano parecchie tracce. La guida locale ci fa piazzare le tende in uno spiazzo ben riparato e ci invita a prendere confidenza con il luogo, senza allontanarci troppo, visto che siamo nel territorio degli elefanti. Il campeggio, è immerso nel bush e confina con l’Horusib. Uno springbok si ferma a poca distanza da noi, ma si allontana non appena accenniamo a muoverci. Gli animali qui attorno sono numerosi, ma osservano da lontano, timorosi. Gli elefanti invece sono piuttosto imprevedibili e per nulla socievoli. Non ci dispiace affatto che si siano tenuti lontano dal campo durante la nostra permanenza. Sono facilmente irritabili, soprattutto se percepiscono qualcosa che può disturbarli.

9 Marzo : Lasciamo Purros promettendo a noi stessi di ritornarvi in un prossimo viaggio e ci dirigiamo a Sesfontein. Nel corso del nostro tour in Kaokoland abbiamo visto molti villaggi abbandonati. La guida locale ci spiega che in questo periodo gli Himba si spostano a nord, verso la zona delle Epupa Falls. Tuttavia, superata Sesfontein, imbocchiamo una stradina e, otrepassato un villaggio Herero, dopo qualche chilometro, accanto ad una sorgente d’acqua, si apre davanti a noi un gruppo di capanne dove abita una comunità Himba .

la guida locale’, dopo una lunga contrattazione e in cambio di un po’ di viveri , ottiene dal capo villaggio il permesso di farci entrare per scattare un po’ di fotografie.

Altro momento emozionante ed indimenticabile. Proviamo a comunicare e suscitiamo la curiosità dei bimbi che ci osservano ridacchiando. Dopo oltre mezz’ora a malincuore ce ne andiamo. Non vogliamo abusare della cortesia di questa gente. Riprendiamo il viaggio e, tra orizzonti sconfinati e paesaggi ancora da favola eccoci arrivare a Palmwag. La località ospita un lodge con campeggio annesso,una pompa di benzina, un telefono pubblico ed un centro per lo studio del rinoceronte nero. Nient’altro. Montiamo le tende ed esploriamo il luogo. Ci incamminiamo per un sentiero ben segnato che , ripulito degli sterpi, disegna un percorso circolare che si estende da un colle ad un altro in mezzo alla pianura. Due coppie di turisti ci precedono e li vediamo in lontananza, ma dopo circa una mezz’ora, decidiamo prudentemente di rientrare e di goderci il tramonto dalla veranda del lodge. Il buio ci avvolge e la Via Lattea si apre a noi fra migliaia e migliaia di stelle che brillano luccicanti , punteggiando il cielo di luce .

10 Marzo : Palmwag è la nostra porta di accesso al Damaraland. Ci muoviamo di qui alla volta di Twelfefontein, dove giungiamo a fine mattinata. Visitiamo il sito che viene considerato uno dei più vasti musei a cielo aperto del mondo. Qui i Boscimani hanno lasciato oltre 25.000 lastre con meravigliose incisioni rupestri che rappresentano ogni sorta di animali, scene di caccia e di vita comune. Quindi dopo un fuori programma durato un paio d’ore sulle tracce degli elefanti, tra branchi di springbook e gruppi di struzzi giungiamo al Xaragu Camp, il campo tendato ove passeremo la notte..

11 Marzo : Il giorno seguente visitiamo la Foresta Pietrificata, ove giacciono distesi centinaia di alberi fossili, che datano oltre 300 milioni di anni, alcuni dei quali misurano anche trenta metri. In questa zona abbiamo la possibilità di vedere la famosa Welvitschia Mirabilis, una pianta che può vivere sino a 2000 anni. Terminata la visita ci dirigiamo verso la costa presso la cittadina turistica di Henties Bay dove, in un bel lodge di fronte alla spiaggia, pranziamo abbondantemente a base di pesce spendendo l’equivalente di 6 euro a testa. Dopo pranzo via alla volta di Swakopmund, una simpatica cittadina che, a giudicare dalle abitazioni, dalle insegne che sovrastano i negozi e dai nomi delle vie , ricorderebbe tanto la Germania, se non confinasse col deserto a destra, e col mare a manca. Prendiamo alloggio in una pensioncina pulita, la Dunedyne Star e dopo una rapida doccia spendiamo il resto del pomeriggio a zonzo per il centro prima di recarci a cena sul lungomare dietro al faro. Anche qui il pesce è da favola.

12 Marzo: Visitiamo il Museo Municipale e dopo uno spuntino ci avviamo alla sede della Atlantic Aviation, dove ci concediamo un voletto panoramico di un’ora e mezza sulla Skeleton Coast ,prima di lasciare Swakopmund alla volta di Solitaire, dove arriviamo in serata per alloggiare al Solitaire Country Lodge 13 Marzo: Il giorno seguente sveglia alle 5 del mattino e via alla volta di Sossusvlei dove arriviamo poco prima dell’alba per entrare nel parco delle Dune .Ottenuti i permessi percorriamo il tratto che ci separa dalla famosa Duna 45, in assoluto la più alta e la più fotografata del parco . Il sole si alza ormai maturo e illumina il giorno in un trionfo di colori dal rosa al pervinca, dal rosso al mattone. La duna 45 è di fronte a noi e c’invita a sormontarla. Come rinunciarvi? Dopo una faticosa arrampicata lungo il crinale arriviamo in cima con l’animo colmo di orgoglio per non aver ceduto alla fatica. Un po’ di foto e poi via, verso il parcheggio dove, uno shuttle fuoristrada ci porta al punto da cui parte la passeggiata verso la Dead Vlei, un avvallamento creato dal letto di un fiume in secca in cui giacciono alberi ormai secchi, carbonizzati dal sole, vecchi di centinaia di anni. Il luogo,collocato ai confini del mondo,magicamente spettrale ti avvolge e ti attrae. Non è possibile fare a meno di esplorarlo. Gli alberi morti che giacciono in questo avvallamento sono divenuti oramai sculture naturali. Non so dire quanto tempo abbiamo passato qui, ma nonostante il caldo divenuto quasi soffocante ce ne andiamo a fatica . Usciamo dal parco a mezzogiorno passato e dopo aver pranzato al Sossusvlei Lodge ci rechiamo al nostro alloggio, nello splendido campo tendato di Desert Camp. La temperatura tocca i 46°, ma la brezza e la piscina del Camp contribuiscono a rinfrescarci non poco. Poco prima del tramonto visitiamo il Sesriem Canyon, prima di andare a cenare al Sossusvlei Lodge. Ci accoglie qui ogni ben di Dio oltre alla possibilità di poter gustare tipi di carne decisamente inusuali per noi. Il barbecue la fa da padrone: impala, eland zebra, warthog, springbock, hartebeast, persino coccodrillo, oltre ai comunissimi maiale, manzo e cavallo. Per la verità anche la zona dedicata alla frutta era veramente ben fornita:melone, anguria, mango, ananas, fichi, kiwi, mele, pere, uva, prugne …Difficile resistere, specialmente dopo aver passato la giornata nel deserto.

14 Marzo: Il giorno successivo facciamo rotta ancora verso sud e all’ora di pranzo giungiamo al Vogelstrausskluft Lodge, situato presso il Fish River Canyon. Prendiamo possesso della nostra camera, ma non vediamo l’ora di tuffarci in piscina e di un po’ di relax.

15 Marzo: Sveglia alle 8 e dopo colazione game drive alla scoperta del Fish River Canyon e degli animali che popolano i dintorni. Oltre alla solita collezione di gazzelle abbiamo incontrato una famigliola di lemuri che in quest’area sono piuttosto numerosi. Infine eccoci arrivati alla parte più spettacolare dell’escursione: un belvedere che si affaccia sul Canyon e che permette di perdervisi nella sua estensione. L’occhio non riesce ad inquadrarne le dimensioni tanto è vasto l’orizzonte da una parte all’altra. Imponente.

16 Marzo: Ripartiamo e ci dirigiamo alla volta del deserto del Kalahari dove giungiamo nel primo pomeriggio all’Auob Lodge.Game drive alla scoperta del Kalahari. Ci colpisce la ricchezza di vegetazione e di alberi che lo popolano, oltre alla sabbia rossa come quella di Sossusvlei. Inoltre è ricco di animali: facoceri, giraffe e gazzelle di tutti i tipi soprattutto. La guida che ci accompagna fa parte dello staff del lodge e c’ informa che più vi ci si addentra più il deserto tende a divenire arido e brullo, ma non per questo privo di animali. Vi si possono trovare anche i grandi felini predatori oltre all’elefante. Inoltre il colore della sabbia cambia per assumere toni più vicini al giallo. 17 Marzo: Partenza per Windhoek, dove arriviamo ad ora di pranzo. Alloggiamo in una graziosa guest house. Al pomeriggio un giretto in città e la sera tutti a cena da Luigi & the Fish, un ristorante specializzato in pesce il cui titolare ha lontane origini italiane. Anche qui la cucina è squisita. Il locale è un misto di coloniale ed africano ed è molto accogliente. .

18 Marzo: Ritorno a casa: da Windhoek per Johannesburg la sera imbarco per Francoforte. 19 Marzo: Da Francoforte a Verona ed infine a casa.



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