Monterrey e Tamasopo
In quel periodo (ottobre 2006-maggio 2007) stavo lavorando in Austria come assistente di italiano ed è per questo che sono partita dall’aeroporto di Innsbruck. Mi attendeva un lungo viaggio verso l’ignoto. Ero sola ed andavo a trovare il mio ragazzo (che è di Città del Messico) a Monterrey, la città in cui a quel tempo lavorava.
Il primo volo, da Innsbruck a Francoforte, è stato abbastanza breve, ma il secondo! Circa 11 ore di volo da Francoforte a Città del Messico e poi un altro aereo sino a Monterrey.
Al mio arrivo (era il 31 marzo 2007) sono stata accolta da un caldo umido quasi soffocante, ma ero felicissima di essere finalmente arrivata.
Monterrey è la terza città del Messico (dopo la capitale e Guadalajara) per numero di abitanti ed è soprannominata “la ciudad de las montañas” perché sorge in un’ampia valle vicino alla Sierra Madre. Di tutti i monti della zona però, sicuramente il più caratteristico è il Cerro de la Silla, così chiamato per via della sua inconfondibile silhouette che assomiglia a quella di una sella.
Monterrey è una città in cui il vecchio e il nuovo, una cattedrale coloniale e moderni grattacieli, convivono l’uno accanto all’altro.
Uno dei monumenti moderni più noti è la Fuente de Neptuno (la fontana di Nettuno) che si trova all’interno della Macroplaza.
Per quanto riguarda i parchi, sicuramente il Parque Fundidora è molto originale. Monterrey è la capitale industriale del Messico e quello che oggi è un parco, in passato era una fonderia. Passeggiando in mezzo a prati ed alberi si possono ammirare i resti dell’impianto industriale che sono stati preservati come testimonianza del passato e adorno del presente.
Sono rimasta in Messico solo per 11 giorni ma, a parte Monterrey, ho avuto modo di vedere anche le cascate di Tamasopo, raggiunte dopo un “allegro” viaggetto di 8 ore in pullman (meno male che era di notte, così ho dormito). Era la settimana santa e così le cascate e il fiume sottostante erano talmente piene di gente che sembravano una piscina.
La vegetazione era lussureggiante e nella campagna circostante si estendevano distese di canne da zucchero a perdita d’occhio.
Tamasopo è un pittoresco paesino con le case colorate e i panni stesi per strada. Si respira un’atmosfera quasi d’altri tempi. Per non parlare poi dei messicani con cappelli da cowboy in piedi davanti a quello che sembrava quasi un saloon! Il mio viaggio è finito, ma i ricordi restano. Non avrò visitato le località più rinomate, ma il Messico è un Paese tutto da scoprire!