Da Città del Mexico con tappe fino a Isla mujeres

Il Messico è un paese dove c'è tutto. E' un turbinio di colori, sensazioni, etnie. Anche con la mia esperienza di viaggiatore e non di turista, è stato difficile entrare a contatto con le realtà rurali del posto. Purtroppo credo di essere arrivato un po' troppo tardi. Il turismo, quello di massa e dei viaggi all inclusive, ha già avuto il suo...
Scritto da: Bakodelmillenni
da città del mexico con tappe fino a isla mujeres
Partenza il: 06/08/2007
Ritorno il: 25/08/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Il Messico è un paese dove c’è tutto. E’ un turbinio di colori, sensazioni, etnie. Anche con la mia esperienza di viaggiatore e non di turista, è stato difficile entrare a contatto con le realtà rurali del posto. Purtroppo credo di essere arrivato un po’ troppo tardi. Il turismo, quello di massa e dei viaggi all inclusive, ha già avuto il suo effetto devastante sul paese, certo, non su tutto il paese, ma nei 20 giorni che avevo a disposizione ho dovuto per forza di cose fare delle scelte, e per vedere le cose più importanti ho dovuto seguire i percorsi turistici, quelli più battuti. L’autenticità e l’identità etnica sta via via diventando nient’altro che business, ma non m’importa, perchè l’importante è vedere, imprimere le realtà per come credo che fosse stata senza la contaminazione del turismo. Sono partito dal D.F. (città del messico) e via via sono sceso fino a isla mujeres, la punta più estrema della penisola dello Yucatan. Il mio percorso ha toccato i seguenti posti: D.F. Teotihuacan, Chiapa de Corzo, Canyon del Sumidero, San Cristobal de las casas, San Lorenzo Zinacantan, Palenque, Agua Azul e Misol Ha, Merida, Uxmal e Ruta Puuc, Pistè, Chichen Itzà, Tulum, Isla Mujere e infine per costrizione Cancun.

6 Agosto 2007 Dall’aereo di notte la vista di Ciudad de Mexico, ti lascia senza fiato. E’ immensa, non si vede la fine, luci, antenne, grattacieli e strade. Strade che si incrociano perfettamente formando un’immensa scacchiera. L’uscita dall’aeroporto poi, ritirati i bagagli si passa davanti al famoso bottone. Se lo premi e diventa verde puoi passare, se diventa rosso sei costretto a subire una perquisizione totale del bagaglio. Per me luce verde, si passa! La prima cosa da fare è prendere il biglietto per un taxi autorizzato. La corsa fino in centro costa 13 dollari. Dietro alla cattedrale metropolitana c’è un ostello (Hostal Catedral) delizioso con camerate per 4 persone pulitissime e in posizione centralissima. Questa sarà la mia dimora per le prossime 3 notti. Posato lo zaino subito mi sono messo alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa, e l’abbiamo trovato in avenida 5 de mayo, il cafè popular, aperto 24 ore. Verso le 2 e mezza di notte in fine mi sono ritirato in stanza per il meritato riposo.

7 Agosto 2007 Sveglia presto la mattina, colazione (inclusa nei 13 dollari a notte) e poi un collectivos verso el terminal de norte, per prendere un pullman che sia diretto a Teotihuacan. Costa pochissimo, non vi fate imbambolare dai taxisti che vi spingono a fare l’escursione con loro. Insomma, il sito archeologico è a 50 km a nord est della capitale e ci si impiega un’ora traffico permettendo. E’ bene andare presto, perchè come tutte le attrazioni si affollano verso le 11, 12 del mattino. La vista della calzada des muertos è spettacolare, con la piramide del sol e quella della luna che fanno da cornice. Scalini, tanti scalini, ovunque. La temperatura anche se calda è sopportabile, il sole quando esce picchia forte, considerato anche che si trova a 2.200 mt di altitudine. La salita delle piramidi mette la tachicardia, un po’ per la fatica un po’ per l’altitudine un po’ per il caldo, infatti ogni tanto c’è qualcuno mezzo svenuto da un lato. Dalla cima della piramide del sol (la più alta) si può ammirare il panorama a 360 gradi, e ci si può rendere conto della grandezza del sito archeologico. La vista dalla piramide della luna invece, pur essendo più bassa della prima, comunque è perfetta per scattare foto con la calzada dritta di fronte. Tanti gradini, ma ne è valsa la pena. Per mangiare ci siamo diretti dietro la piramide della luna, ma essendo ristoranti nati propriamente per i turisti, i prezzi lasciano un po’ a desiderare. Per il ritorno, beh sul pullman erano finiti i posti a sedere, ma poco importa, mi sono seduto a terra nel corridoio tra i sedili. Ritornato a Zocalo mi sono imbattuto in quello che ormai è consuetudine. L’abbassa bandiera. Un plotone di militari sono sbucati dal vicino municipio e marciando si sono messi tutti ordinati attorno all’immensa bandiera che spicca al centro della piazza. Dopo una serie di coreografie con tanto di trombettisti, hanno ammainato la bandiera e se la sono portata via. Pensavo fosse morto qualche importante personalità militare, invece è la trafila che ogni mattina e ogni sera fanno. Poi cena e birra sulla terrazza dell’ostello.

8 Agosto 2007 La giornata è stata dedicata alla visita del D.F. In se e per se. Prima tappa la basilica di nostra senora de guadalupe, che in se e per se non è nulla di che, ma l’affluenza di fedeli e di gente che viene da tutto il sud america per pregare o ricevere una qualche sorta di grazia ha dell’incredibile. Dopodichè pranzo al mercado della comida, una sorta di consorsio riunito di chioschetti tipici con banchi e sedie. Ho mangiato da dio e ho speso anche poco, tra l’altro c’erano solo messicani lì e ogni tanto facevano capolino dei mariachi per delle brevi ma pittoresche esibizioni. Il ritorno al centro è stato un po’ travagliato. Prendo un collectivos con la scritta Avenida 5 de mayo, non sapendo che è facile che a Città del Messico ci siano più strade con lo stesso nome…Infatti invece che dirigerci verso lo zocalo, mi sono visto scarrozzare verso nord, e ci ho messo mezzora per capire che quella non era la strada giusta…Quindi sono sceso e ho preso lo stesso auto nel senso opposto, di nuovo a guadalupe! Lì per non perdere tempo sono salito sulla collina dietro la cattedrale vecchia (tapeyak o qualcosa del genere). Da lì si vede mezza città, e ho avuto la riconferma di quanto potesse essere sconfinata Ciudad de Mexico. Risceso, collectivos verso plaza de las artes. Beh, tutto si era trasformato in un immenso mercato, che da avenida hidalgo arrivava fino al templo mayor. C’è di tutto, ma soprattutto bancarelle di piercing (?!?). Insomma ritornato finalmente allo Zocalo sono finalmente entrato nella catedral metropolitana, fuori cominciavano ad addensarsi le nuvole, e filtrava poca luce all’interno. Cupa ma affascinante, tra l’altro sono arrivato tardi per godermi la vista dal campanile della cattedrale, era chiuso. Esco, piove che dio la manda, compro un impermeabile fatto di sacco della mondezza e vado al templo mayor. Anche se è stato raso al suolo dagli aztechi o da chi per loro, è stato interessante visitarlo, magari più per il bel museo che per le rovine stesse del tempio. E poi cena in strada, ai banchetti che sono proprio lì all’uscita.

9 Agosto 2007 La mia destinazione era Tuxtla Gutierrez, ma col pullman è una cosa improponibile, 18 ore, quindi mi sono premonito e ho acquistato dall’italia un volo…Che è partito puntuale alle 6:30 del mattino. Quindi sveglia prestissimo e alle 8:10 ero già atterrato a Tuxtla in Chiapas! Fuori dall’aeroporto non c’è nulla a parte i taxi…E ne prendo uno per Chiapa de Corzo, anzi, direttamente per l’embarcadero per le escursioni al canyon del sumidero. La prima lancha parte alle 10, quindi ho dovuto aspettare un po’, anche perchè bisogna essere almeno in 8 per salpare. E così è stato. Il fiume Grijalva è di un color terra rossa intenso, e il canyon s’innalza fino all’altezza massima di 1000 MT, uno spettacolo. Lì sono riuscito a vedere una dozzina di coccodrilli, dozzine di pellicani, avvoltoi e con molta fortuna due scimmie urlatrici, troppo lontane per scattare foto decenti. E’ stato un giro meraviglioso e siamo stati assistiti da un sole magnifico. Dopo aver messo qualcosa nello stomaco poi, di nuovo taxi per Tuxtula, al terminal degli autobus…Direzione San Cristobal de las Casas. Così è stato e in un’ora e mezza arriviamo a San Cristobal.

Dal terminal il centro è vicinissimo, e mi metto alla ricerca di un alloggio, i dormitori qui sono veramente dormitori, non come a città del messico, quindi con i miei 2 compagni di viaggio ci permettiamo il lusso di prendere una stanza alla posada margherita, un po’ costosa, ma comodissima, centralissima e con internet gratis! Lasciamo gli zaini e via in strada. I colori sono la particolarità di questo paesino. Gli autoctoni sono tzozil, e si vede dai lineamenti marcati, dalla pelle scura, e dall’altezza…(alcune donne non arrivano a 1mt e 40 ) San Cristobal è molto turistica, ma molto molto, però è deliziosa ed i mercatini che si incontrano sono praticamente permanenti e vendono un’accozzaglia di souvenir molto trash, tra i quali si può però trovare qualche chicca! In plaza 5 de marzo il parco brulica di piccioni, e di chiese, e di negozietti, e di colori. A pranzo siamo stati al Gato gordo, molto carino con il suo stile mexico-jamaicano e si mangia bene, io ho preso il queso fondido con chorrizo, buono e ricco! Il resto della giornata l’abbiamo passato tra mercatini, chiese e viuzze, poi siamo tornato in camera per una doccia e ci siamo addormentati prima di andare a cena.

10 Agosto 2007 La prima cosa che ho fatto appena sveglio è stata quella di andare al supermarket a comprare qualcosa da mettere sotto i denti. Pan dulce e succo d’arancia, non male. Raccogliamo gli zaini e ci lasciamo alle spalle la posada margherita, per andare al terminal degli autobus vicino al mercato. La nostra destinazione è San Lorenzo Zinacantan. Il paese in se per se non ha nulla di interessante, se non che proprio in questi giorni ho sentito che c’è la feria della virgen. Infatti, appena arrivati, a parte il fatto che eravamo gli unici Gringos ad aggirarsi da quelle parti, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una sorta di encierro tipo pamplona. Ma invece di liberare i tori, c’erano dei cavalli lanciati all’impazzata lungo la strada principale del paese, con tutta gente che correva davanti, poi si fermavano e facevano uno strano rito con la birra e le sigarette che non ho capito bene come funzionava. E poi erano tutti vestiti con la tipica casacca violacea a fiori. La chiesa dedicata a san lorenzo aveva il pavimento cosparso di aghi di pino e sotto l’altare le offerte dei fedeli. E’ stata una bella esperienza, perchè quella è stata una delle poche visioni non sofisticate del Chiapas. Prendiamo un collectivos per il terminal degli autobus per dirigerci a Palenque. Perdiamo il primo autobus, perchè i posti erano tutti prenotati, quindi prendiamo quello che parte alle 16. Pranziamo e saliamo sul pullman, il viaggio dura 5 ore e la strada è alquanto tortuosa, si arrampica su per le montagne, poi riscende con na serie infinita di tornanti. Con un po’ di ritardo arriviamo finalmente a Palenque alle 22. Su calle Juarez ci siamo messi alla ricerca di un hotel e ne troviamo uno dall’aspetto un po’ fatiscente, ma è pulito quanto basta per dormirci e quindi prendiamo la stanza che ci costa 8 dollari a notte (Hotel Regional). Il letto è un po’ mollo, e il ventilatore fa un rumore assurdo, ma l’umidità dovuta alla vicinanza con la foresta, fa si che il caldo si senta veramente tanto, e comunque molto di più che nei posti fino ad ora visitati. Usciamo a cena, ma l’unico posto ancora aperto è una pizzeria, e ahimè c’è toccata la pizza…Poi siamo tornati a prenotare il pullman ado per la notte seguente. Tornati in hotel, abbiamo preso la decisione di prentorare un’escursione organizzata per le rovine+misol ha+agua azul, in minibus, più che altro per ottimizzare i tempi, visto che comunque in una giornata avremmo dovuto vedere tutto.

11 Agosto 2007 Sveglia di buon mattino, colazione velocissima e via sul nostro minibus. Cominciamo con la visita del sito archeologico di Palenque. Nelle 4 ore di tempo che avevamo siamo riusciti a vedere tutto, ma proprio tutto. Io sono un matto, appena ho sentito le scimmie urlatrici gridare, mi sono messo a correre nella foresta che circonda le rovine. Mentre entravo una sorta di guida mi ferma e mi dice che è vietato entrare da solo e che ci sono i serpenti…Io vedo un gruppetto con guida che entra e gli dico “sto con loro” e corro, corro, li supero, poi vedo un tucano, bellissimo, sembrava di plastica, qualche foto e via, corro corro verso le scimmie e…Le trovo!!! Proprio quando gli arrivo sotto smettono di urlare. Erano in alto, sulla cima di un albero e ce n’erano 5 o 6 lì arrampicate. Qualche foto e…Boh, dov’è la strada del ritorno??? Mi accorgo che a terra passano dei cavi di corrente industriale, li seguo e mi ritrovo alla biglietteria del sito…Ahahha col biglietto vecchio rientro e preoseguo con la visita del sito, poi del museo e poi di nuovo sul minibus. Sulla strada per misol ha e agua azul ci sono un sacco di bambini che tirano una corda per fermare le macchine private di passaggio, per vendere frutta o chiedere soldi, e quella del minibus è stata una scelta azzeccata, visto che abbiamo conosciuto persone che hanno fatto il tragitto in auto affittata e ci hanno messo 4 ore contro le nostre 2 ore. Arrivati a Misol Ha, in pieno Chiapas zapatista, l’umidità s’è fatta ancora più insopportabile. Le cascate sono molto belle se non fosse per l’infinito via vai di turisti e dei pullman dei viaggi organizzati. Mezz’ora e si riparte. Agua Azul, fortunatamente erano un po’ di giorni che lì non pioveva, e quindi siamo stati fortunati e l’acqua del fiume e delle cascate e delle rapide era veramente azzurra, tant’è che ci siamo fatti il bagno. C’è un bel percorso che costeggia tutto il fiume, ripido, ma ombreggiato. Ci sono molte bancarelle che vendono ogni sorta di souvenir e chioschetti per mangiare e bere. Ci rifocilliamo e proseguiamo l’arrampicata, fino ad arrivare in un punto dove il fiume è piatto. Lì molti messicani a fare il bagno, pic-nic, molto frequentato. Il riorno a palenque me lo sono fatto tutto da solo su 3 sedili, sdraiato a dormire. Arrivati all’hotel Regional, abbiamo fatto una doccia e con gli zaini siamo tornati al terminal ADO, con il piccolo problema della pioggia…Acquazzone tropicale. Praticamente ci arrivavano delle secchiate d’acqua e la strada era completamente allagata. Cmq arriviamo e prendiamo l’autobus prenotato la sera prima. Bagnati e sudati ci siamo accomodati nei nostri posti, e io mi ero portato una maglietta a maniche lunghe per il freddo dell’aria condizionata, ma è stato inutile. Sono matti, impostano l’aria al minimo, e faceva freddo, ma freddo vero. Credo 18 gradi e consiglio vivamente pantaloni lunghi e felpa, oppure una coperta tipo quella che danno sull’aereo. Questo vale per i pullman di notte, in quanto in quelli diurni c’è il sole che dai finestrini un po’ ti riscalda.

12 Agosto 2007 Dopo 8 ore di freddo polare arriviamo finalmente a Merida, alle 6 di mattina. Colazione comprata in un supermarket li fuori e poi via a piedi alla stazione Occ. Avevo sentito di un autobus che organizzava il giro in mattinata di Ruta puuc e Uxmal. Prendiamo il biglietto e dopo aver posato gli zaini nel deposito della stazione, alle 8 partiamo. Tour de force, purtroppo è poco il tempo che ti lasciano per visitare i vari siti e comunque l’unico veramente imperdibile è Uxmal. Appunto a Uxmal ci siamo arrivati alle 12:30 con una temperatura che avrà superato i 40 gradi e con un’ora e mezza di tempo per visitarlo… Sconsiglio vivamente di fare il tour della ruta puuc e di limitarsi a vedere Uxmal, anche se il prezzo dell’autobus è quasi lo stesso. Comunque, qualche foto, tanti scalini, tanta acqua da bere e via di ritorno a Merida. Da lì autobus fino a Pistè, vicinissimo a Chichen Itzà. Pistè è una comoda cittadina per alloggiare, ci sono posti veramente economici e c’è anche la possibilità di affittarsi un’amaca in uno stanzone, ma preferiamo una camera tutta nostra. Ha i letti fatti di muratura e i materassi molli, ma chissene, costa poco ed è vicinissima alle rovine.

13 Agosto 2007 Sveglia presto, colazione al volo e via alle rovine di Chichen Itzà. Siamo arrivati per primi, ancora dovevano aprire, ma poco male, infatti di lì a poco sono arrivati pullman carichi di persone in escursione giornaliera da playa del carmen o da cancun. Insomma riusciamo ad entrare per primi e riesco a fare dele foto decenti senza la folla di turisti che dopo s’è creata. Un bel giro, purtroppo sulla piramide di Kukulcan non si può più salire a causa di qualche turista pirla che ci si è spaccato la testa, ma per fortuna mi sono sfogato a palenque e a teotihuacan con le scale. Insomma vediamo comodamente tutto il sito in 3 ore, evitando le ore più calde. Molto affascinante, anche se verso le 11 tutto ha perso quel senso magico che aveva la mattina presto, senza nessuno. Torniamo a pistè e dopo una doccia ci carichiamo gli zaini e di nuovo in strada. Ho consultato un vecchietto per sapere qual’era il modo più rapido per raggiungere Tulum e la soluzione è stata quella di prendere un Bus fino a Valladolid per poi prendere la coincidenza fino a Tulum. Negli autobus di seconda classe anche se hai il posto assegnato, poi sul pullman non è detto che sia libero…Infatti da Valladolid a Tulum sono stato in piedi…Oh però almeno l’aria condizionata era regolabile e siamo riusciti a non morire di freddo. Arriviamo a Tulum e prendiamo un taxi per la zona hotelera. Ci siamo fatti portare al Santa fè Tulum, dove c’erano le cabanas più economiche, è l’ultimo “resort” prima delle rovine. Una cabanas doppia con un amaca aggiunta per 250 pesos. Bagno compartido e niente elettricità se non dalle 18 alle 22. Fantastico. Sabbia bianca che sembra zucchero, palme da cocco, spiaggia deserta e un ristobar a palafitta con tutte altalene attorno. Per me il paradiso. Il mare azzurro, azzurro anche quando era nuvolo. Insomma, fantastico, anche perchè le cabanas sono sulla spiaggia, e la notte si sente il mare che scroscia. Trascorriamo il resto della giornata al mare in completo relax, e con qualche problema per le zanzare. Io purtroppo ho fatto la scelta infelice di prendere l’amaca senza zanzariera, ed è impossibile dormirci, tra l’altro l’autan è acqua fresca, gli zampironi non funzionano e fanno venire il mal di testa. Morale della favola, verso le 2 di notte mi sono intrufolato nel letto con zanzariera dei miei 2 compagni di viaggio.

14 Agosto 2007 ore 6:53 del mattino. La spiaggia, il mare e l’alba. Da solo seduto sulla palafitta del bar delle altalene. Andiamo in avenida Tulum per fare colazione e per telefonare, il costo del taxi è di 45 pesos, non trattabili.Tornati indietro decidiamo dopo ore e ore in acqua a fare body surf, decidiamo di dedicare il resto del pomeriggio alla visita del nostro ultimo sito archeologico, quello di Tulum. Ci arriviamo a piedi in 5 minuti. Il sito in se per se è piccolo, ma molto curato e la posizione sulla scogliera è da cartolina. Tra le altre cose ci sono le iguane che sembrano ammaestrate e se gli lanci il pane se lo vengono a prendere quasi dalle tue mani. I turisti che vengono lì da Playa del Carmen o da Cancun rimangono a bocca aperta quando vedono la spiaggia e il mare…E capisco perchè. Comunque torniamo alla notra cabanas, ancora mare e poi cena in centro a Tulum e spesa per la colazione. Di sera non c’è granchè da fare a parte rimanere attorno a una candela lì al bar. Infatti alle 23 gia siamo nel letto.

15 Agosto 2007 La mattina ci svegliamo e con le cose comprate la sera prima e poi di nuovo taxi per av. Tulum per vedere se riusciamo ad andare al parco marino di Xel Ha. E C’è un collectivos che dalla strada porta fino a lì. L’entrata al parco all inclusive è veramente costosa, circa 63 dollari, ma ne è valsa la pena, e poi c’è open bar e puoi mangiare quanto vuoi quante volte vuoi e hai l’armadietto l’ascugamano e l’attrezzatura per snorkeling compresa. Trascorriamo l’intera giornata nel parco, tra ponti tibetani, tuffi da 5 metri, molto snorkeling, discesa del fiume in ciambella, giri in bicicletta, visita ai cenote. Insomma, non ci si annoia. C’è anche la possibilità pagando un extra di fare il bagno con i delfini. Il posto è molto turistico, molto molto, ma ne è comunque valsa la pena, certo, i coralli nel fondale sono praticamente assenti, ma di pesci ce ne sono una miriade e poi è stato divertente. Stanchi come pochi, torniamo a casa, al Santa fè. Senza cena e dormiamo beatamente.

16 Agosto 2007 Giornata di transfer. Lasciamo contro il mio volere Tulum (il mio paradiso in terra) e ci dirigiamo a nord. Collectivos fino a playa del Carmen, imbuchiamo le cartoline e altro collectivos per Cancun fino a puerto juarez. Da lì traghetto fino a Isla Mujeres (o come l’ho poi soprannominata il ISCHIA mujeres). Troviamo una posada nel paese più economica rispetto a quelle fronte mare. E subito andiamo in playa norte. Mi è venuto da piangere, la spiaggia è piccolissima, le palme basse e attaccati ci stanno tutti mega hotel. Il mare bello, ma la cornice schifosa che il solo pensiero di Tulum mi faceva imprecare. Cmq, ci comincia a giungere voce di un uragano proveniente da sud, ma non gli diamo troppo peso. La sera in centro a cena in un ristorante. Poi centinaia di negozi di souvenir che vendevano tutti le stesse identiche cose, poi tanti italiani…Oh che depressione.

17 Agosto 2007 Mi sveglio presto perchè a isla mujeres non ci voglio stare. Prendo un’escursione per fare snorkeling, così mi allontano un po’ da ischia mujeres. Bella escursione, qualche corallo decente, tanti pesci, anche barracuda. Mi sono divertito a nuotare dietro ai tonni, fantastico. Poi a playa Garaffon ci siamo fermati all’allevamento di tartarughe marine. Prendono le uova e le proteggono dai predatori, poi a uova schiuse tangono in cattività le tartarughe fino all’età di 2 anni per poi liberarle in mare. Facendo così aumentano di molto la percentuale di sopravvivenza. C’erano molte vasche, con tartarughe di ogni dimensione. Poi c’era una rete in mare dove c’erano le più grandi, quelle quasi pronte alla vita del profondo blu. Un’altra rete con 4 squali nutrice dove era possibile farci una foto assieme, me la risparmio, non tanto perchè non mi sarebbe piaciuto, quanto per lo stress che questi animali subiscono quotidianamente. Poi approdiamo i un porticciolo dove c’era un chioschetto e lì ci hanno cucinato dell’ottimo pesce alla griglia, che poi ho sapientemente cosparso di chile habanero. Poi Siamo tornati a Ischia. Andiamo a Playa norte, e ci rimaniamo fino al tramonto. Le voci dell’uragano cominciano a essere confermate dalla gente del posto che metteva le tavole sulle finestre…E comincia il grande dilemma…Intanto prenotiamo una gita per il giorno dopo a Isla Contoy in parco naturale incontaminato. Cena nei soliti ristoranti tutti uguali e a nanna.

18 Agosto 2007 Sveglia alle 7 per la partenza dell’escursione a Contoy, ma amara sorte, non si parte per l’approssimarsi dell’uragano…Destino crudele…Quindi decidiamo così su due piedi, per evitare di rimanere bloccati sull’isola, di andare a Cancun. Quindi zaino, traghetto, collectivos e taxi per la zona hotelera. Gli hotel della laguna a fronte mare sono tutti costosissimi, il più economico era il Condominio Girasol, che però ci costa 1000 pesos a notte…Un furto visto che non è compresa neanche la colazione. La camera è la migliore in cui siamo stati, 2 letti matrimoniali e un letto singolo, cucinotto, tavolo con sedie e terrazza panoramica sul mare, che era di un colore azzurro acceso fantastico. Le notizie dell’uragano Dean ormai sono sulla bocca di tutti, sembra che passi proprio a cancun e che arrivi a livello 5 il massimo…Eravamo gli unici clienti del piano, le altre stanze erano state svuotate…Ma non c’importa e ci godiamo il mare splendido e la spiaggia sormontata dai grattacieli. Stiamo tutto il giorno a fare body surf. La sera poi usciamo a piedi…Las vegas…Luci, ristoranti, hard rock cafè, discoteche, insomma, proprio quello che volevo evitare, ma siamo stati costretti…Ceniamo, e poi ci prendiamo una cosa da bere. Poi nottata con la finestra aperta e il rumore del mare…Stupendo.

19 Agosto 2007 La mattina comincia con il telegiornale…Dean arriva…Sta passando in jamaica…Arriva…E noi…Di nuovo zaino, taxi..Aeroporto, ma niente. La mia idea era di tornare a Città del mexico per andare a vedere lo Zoo perchè ci sono 3 panda…E quando mi ricapita più! Ma niente da fare, è un formicaio, tutti con la paura e la voglia di scappare da cancun, ho sentito di persone che sono partite dal mexico una settimana prima della fine del loro viaggio…Assurdo! Niente, torniamo in città stavolta e troviamo un hotel vicino alla stazione Ado degli autobus. Ha la piscina, una pozza, ma ha internet gratis e ci sono le inferriate sulle finestre, secondo piano, quindi decidiamo che quello sarà il nostro rifugio anti uragano. Pranzo veloce un po’ di piscina triste e andiamo a fare scorte di cibo. Al supermercato lo scatolame era finito tutto, il pane anche, noi prendiamo birra, formaggio, sgombro, prosciutto non so di che animale, pane per hot dog (gli ultimi pacchi rimasti) latte e cereali. In centro tutti i negozi stanno barricando le vetrine, e il governo ha cominciato a proibire la vendita di alcol non so per quale motivo, ma noi ci siamo premoniti di birra!!!! Breve giro di shopping, cena e a dormire.

20 Agosto 2007 Ci svegliamo con calma e subito con un autobus torniamo alla spiaggia Chac mol. Giornata di sole, ma il mare cominciava a farsi grosso e la spiaggia si era ritirata di molto…E il bagnino del condominio Girasol era veramente stressante con quel fischietto. Body surf, ancora. Spiaggia bianca e mare azzurro. E ancora. L’uragani Dean ha cambiato strada, va più a sud, quindi ci toccherà solo di striscio. Ma lo stesso un giornalista radiofonico mi intervista e col mio spagnolo non proprio perfetto gli spiego che abbiamo un Hotel in centro con le inferriate alle finestre, e con la porta un po’ precaria, che fermeremo in caso di necessità con il tavolino. Dopo il mare facciamo un breve giro di shopping nel mexico outlet, dove i prezzi sono fissi, ma buoni. C’è tutto quello che puoi trovare nelle bancarelle, col pregio dell’aria condizionata e i prezzi decenti. Compriamo qualcosa e torniamo al Mayab Hotel. Ceniamo in camera con le scorte per l’uragano. E aspettiamo, aspettiamo con la corrente che va e viene non si sa per quale causa, perchè fuori c’è la calma più totale. Ci addormentiamo e la notte passa senza che nulla ci svegli.

21 Agosto 2007 Dean è passato, c’è giusto qualche ramo spezzato per strada, ma niente di più. Tutti i negozianti ricominciano a togliere le tavole dalle vetrine, riaprono i negozi. Il mare, mosso, onde confuse di 7 metri e la spiaggia è diventato un enorme bagnasciuga pieno di detriti, ma ci mettiamo lo stesso lì, fino a che passa una sorta di guardaspiaggia che ci fa allontanare, perchè dice che la risacca ti porta dentro. Qualche foto…E lo accontentiamo. Al mexico outlet già vendono le magliette con scritto “I survived Hurricane Dean” e nulla, torniamo in hotel per pranzare con le scorte. Dopodichè andiamo al mercato dell’artigianato, ma costa tutto troppo. Vedo in giro se riesco ad organizzare un’escursione a isla Contoy, ma il mare è troppo agitato e non partono le lance, che peccato… Niente poi cena bagno in piscina (?!?) e nanna.

22 Agosto 2007 Le giornate a Cancun sembrano non passare mai, l’attesa dell’uragano che poi non si è manifestato, ci ha bloccato. E poi Cancun proprio è come qualsiasi altra città turistica di mare, dove c’è lo schifo peggiore che la macchinà turistica riesce a creare, con i soliti negozi di chincaglierie made in China. La mattina decidiamo di trascorrerla a Plaza las America, un altro centro commerciale uguale a tutti gli altri, ma ci siamo andati nella vana speranza di trovare una bandierina del messico da cucire sullo zaino. Niente da fare, è tutto il viaggio che cerchiamo sti maledetti Parques del Mexico para cocir su la mochila…Oh che stress. Poi mare, playa Chac Mol, la migliore, e la situazione era più calma, la spiaggia era riuscita fuori, ma il bagnino appena l’acqua ti superava le ginocchia cominciava col fischietto…Che stress, voglio TULUM!!! A cena andiamo assieme a degli italiani che abbiamo conosciuto in hotel. Un ristorantino in una traversa di Av. Cobà. Mi sono preso il mitico Chorriqueso y dos cervezas. Poi a letto come al solito.

23 Agosto 2007 Essendo l’ultimo giorno, naturalmente sarei voluto andare al mare…Ma naturalmente ha piovuto e a Cancun quando piove c’è solo una cosa da fare…Centro Commerciale. E ho speso i miei ultimi pesos per comprare il nuovo CD dei Manà. Poi nulla. Cancun è la peggiore delle punizioni da infliggere a uno come me che non sopporta il caos e gli italiani caciaroni…Andiamo in aeroporto, volo Cun Mex poi Mex JFK poi JFK FCO…Tutto ciò in 30 ore di aria condizionata che secca la pelle e toglie l’abbronzatura… Tra ritardi e tempo perso per ritirare i bagagli arrivo a casa alle 14:30 del 25 agosto…

per informazioni più dettagliate non esitate a contattarmi a: bakodelmillennio@hotmail.Com mi chiamo Claudio.

se volete vedere qualche foto, le ho messe sul mio live space di msn: http://bakodelmillennio.Spaces.Live.Com/Photos/?owner=1



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