Maurizio, un paradiso ma…

Bello ma con molte conflittualità irrisole
Scritto da: CHARLIEGOLF
maurizio, un paradiso ma...
Partenza il: 30/07/2011
Ritorno il: 07/08/2011
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €
Ho prenotato in due giorni un viaggio per le Mauritius, tutto in fretta: volo via Parigi per 7 giorni in un alberghetto a Grand Baie e noleggio auto. Devo dire, a parte il costo forse eccessivo del biglietto aereo, poi il resto è stato tutto perfetto. Il volo da Parigi, in perfettissimo orario, non ha avuto alcun problema. Rotta lungo la costa tirrenica per poi puntare sulla Grecia, Cipro, Egitto, Etiopia, il Madagascar e poi puntare ad est per Maurizio. In aeroporto, l’autovettura mi viene consegnata da un gentilissimo signore: a dire il vero è malconcia per i suoi 100 mila kilometri ma non potevo di certo lamentarmi. L’unica cosa che mi lascia perplesso è che ti costringano a cambiare le rupie in aeroporto perché devi pagare il parcheggio per uscire, ad un cambio decisamente sfavorevole. Bancomat non esistono, solo fuori: ecco credo che questa sia una truffa. Non prendo l’autostrada ma mi dirigo lungo la costa orientale. Lo spettacolo è bellissimo. I profili delle montagne contrastano con il cielo perfettamente azzurro. Faccio sosta lungo i paesini di Grand Port e altri centri minuscoli. La cosa che dispiace un po’ che lungo la strada non puoi sempre godere dell’azzurro del mare e delle sue coste. La visuale è oscurata ininterrottamente dai muri delle ville private e dei resort. Un peccato perché le poche spiagge pubbliche sono solamente un contentino per il turista. In genere la spiaggia è meno bella e di solito ci sono degli avvisi in cui ti invitano a non fare il bagno in quanto è pericoloso per colpa delle correnti e delle rocce. Arrivo a Grand Baie, una Rimini un po’ dismessa, che promette un grossissimo centro commerciale, intuendo la sua forma delimitata dalle gru che ti accolgono in paese. L’alberghetto, in realtà è una guest house, non affacciata sulla baia, modesta, ma funzionale. La receptionist un po’ timorosa e diffidente, si è lasciata poi in un gentile sorriso non appena le ho mostrato la prenotazione. Gli altri giorni sono trascorsi girando per l’isola, dove le contraddizioni sono molte, gli ingorghi infiniti. Girare in auto è un esperienza che ti impegna i nervi e la concentrazione. La strada, pur mantenuta in un perfetto stato, è un luogo di incontro e scontro. Le capre, le galline, gli autisti del pulmann, i mercanti, i meccanici che aggiustano le ruote, i mendicanti reclamano tutti quanti l’utilizzo del sedime stradale. La guida non è altro che un sapiente esercizio di manovre atte a scansare gli ostacoli posti lungo il tragitto. Se sei tranquillo e con i nervi saldi, allora diventa tutto prevedibile. Ma mai dare niente per scontato. Il cane che ti attraversa la strada, il bus che si ferma all’improvviso, il carretto fermo dietro la curva, sono tutti imprevisti da tenere a mente. Un’altra grande delusione: non puoi scalare la Morne, patrimonio dell’umanità. E’ completamente recintata e se solamente ti avventuri oltre trovi cartelli minacciosi che ti avvertono che stai commettendo un illecito. Non sono organizzati per quanto riguarda il trecking. Le piste non sono segnalate, i sentieri si perdono nella rigogliosa foresta. Non c’è manutenzione. Il mauriziano medio, si limita a passare la sua giornata libera con il resto della famigliola nello spazio della spiaggia pubblica, in genere con una quantità inesauribile di cibo, i cui resti poi, vengono gettati per terra, comprese cartacce, bottiglie di plastica e quant’altro. E basta. Non hanno assolutamente rigore e rispetto per la natura. Le spiagge ormai sono sature, gli angoli belli possono essere solamente goduti da persone danarose e sposi in luna di miele. L’isola di Maurizio è una contraddizione unica. Spazi e foreste enormi e città immense con innumerevoli centri commerciali. E’ tutto approssimativo. La stessa Port Louis sopporta un disagio di auto enorme pagando un dazio in termini di salute e di pazienza. Mauritius è un posto bellissimo ma non sufficientemente e coraggiosamente valutato, anzi è svalutato: al miglior offerente.
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