Weekend lungo a Marrakech

Quattro giorni alla scoperta della città più rossa e splendente del Marocco: dal colorato caos del grande souq alla pace di un the alla menta bevuto al tramonto, spingendoci poi fino a Essaouira, baluardo sull'Oceano
Scritto da: Pikalandi
weekend lungo a marrakech
Partenza il: 01/12/2017
Ritorno il: 04/12/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Un weekend lungo a Dicembre, un gruppetto di amici, la voglia di scaldarci dall’inverno ed i prezzi bassi dei voli ci spingono fino a Marrakech, per il primo viaggio in Marocco: voli Easyjet a/r sui 75 euro a persona, camera prenotata presso il riad Ker Saada per 20 euro a persona a notte, e si parte!

Premessa sul clima: il Marocco non è certo il deserto del Sahara, quindi le temperature non sono estive bensì assolutamente gradevoli: ad inizio dicembre di giorno tra i 20 ed i 25 gradi, di notte minime tra i 7 ed i 12. L’easyjet da Malpensa parte alle 6.40 ed atterra alle 9 nel nuovissimo aeroporto di Marrakech (fuso orario -1 rispetto all’Italia), per cui possiamo sfruttare praticamente tutta la prima giornata nella città rossa. Trasferimento al riad concordato con il proprietario (15€ in 4), verso le 11 siamo pronti alla visita. Il riad si trova nel piccolo quartiere Kennaria, un incrocio di un paio di vie piene di negozi e ristoranti, appena sotto a piazza Jemaa-el-Fna, e quindi zona comodissima per visitare la città.

Ci dirigiamo prima in piazza e poi entriamo subito nel souk nella sua “via” direttrice principale (quella che va dalla piazza alla Medersa Ben Yussef) girovagando per un’oretta solo esplorativa, dato che dalle 13 la maggior parte dei negozi del souk avrebbe chiuso perché Venerdì. Successivamente iniziamo la visita della parte Sud della Medina: camminando tra edifici tutti rossi raggiungiamo la porta monumentale di Bab Agnau, passeggiamo sotto alla moschea Moulay ed entriamo nel complesso delle Tombe Sadiane (ingresso 10 dirham, ricordando che 1€ sono circa 11 dirham) di cui apprezziamo i colori sgargianti e troviamo le prime forti similitudini con l’Andalusia; successivamente entriamo nel grande complesso del Palazzo el Badi (20 dirham), ovvero i resti di quello che era un vasto e sfarzoso palazzo sadiano, prima del furto dei suoi materiali per decorare la città di Meknes una volta diventata capitale del Marocco. Facciamo tante foto, scendiamo nei sotterranei e saliamo sulla terrazza, prima di spostarci nel vicino Palais de Bahia (10 dirham), conservato invece benissimo poiché più recente e formato da una lunga serie di stanze e cortili che conducono al maestoso cortile centrale, interamente di marmo.

Ormai si è fatto tardi pomeriggio e quindi è ora di spostarsi in Piazza Jemaa-el-Fna per viverne la vera essenza, cioè l’impareggiabile atmosfera del tramonto nella piazza più iconica di tutta l’Africa. Saliamo sulla terrazza del Cafe Glacier per prendere un the alla menta (20 dirham) ma soprattutto per poter ammirare la piazza dal miglior punto sopraelevato della città, dove con un po’ di fortuna troviamo un tavolino proprio affacciato su di essa; rimaniamo oltre un’ora sulla terrazza dove ormai tira un’aria freschina, ma da cui possiamo godere e fotografare il cielo che passa dal rosa del tramonto al buio della notte, le bancarelle di streetfood che iniziano a grigliare carne ed il via-vai di migliaia di persone. Tocca ora alla seconda parte della nostra esperienza in piazza, appunto mangiare street-food; sul suolo di Jemaa-el-Fna ci sono infatti circa una sessantina di chioschi, in cui quasi tutti offrono lo stesso menù e mentre cammini in mezzo i camerieri cercano di convincerti a scegliere proprio il loro chioschetto: è davvero uno spettacolo, anche se è decisamente faticoso riuscire a scegliere liberamente dove mangiare; dopo circa mezz’oretta tra le bancarelle troviamo il chiosco n° 31 e ci fermiamo subito, attratti dalla folta clientela marocchina evidentemente garanzia di qualità. Prendiamo tajine di pollo e carne grigliata, zuppa fredda di pomodori e pane arabo, immersi nella grande fumina delle griglie, parte immancabile di questo rito folkloristico. Spendiamo circa 10€ a testa, condizioni igieniche su cui chiudere un occhio ma alla fine passabili e soprattutto piatti tutti molto buoni.

Per la seconda giornata della nostra vacanza la sveglia suona presto, alle 8 siamo alla stazione dei bus Supratours per salire sul mezzo che va ad Essaouira (poco meno di 3 ore di viaggio su ampie strade in mezzo al nulla, bus comodi e nuovi, 180 dirham per a/r) dove arriviamo alle 11 e da dove ripartiremo alle 17; 6 ore per visitare la città alla fine sono fin troppe, ma gli orari dei bus ci hanno fatto propendere per questa scelta e allora approfittiamo per goderci una giornata dai ritmi molto più soft della precedente. Essaouira è la città del vento, dell’Oceano, del pesce e degli artisti che l’hanno abitata in passato; facciamo subito quattro passi sulla spiaggia, poi entriamo nella Medina: è partimonio dell’Unesco, è piccola, curata ed i colori dominanti sono il blu e l’azzurro, in totale contrasto con Marrakech.

Passeggiamo tra gli stretti vicoli fino ad arrivare ai bastioni sull’Oceano purtroppo chiusi per lavori, ma giriamo attorno alle mura e passeggiamo sulla riva davanti ai tanti scogli che proteggono la città dalle forti onde dell’Oceano, facendone un porto naturale. Ci spostiamo poi al porto, saliamo sulla torre (10 dirham) per ammirare il bellissimo paesaggio sulla città vecchia, sulla lunghissima spiaggia e sulle isolette a largo di Essaouira; per pranzo proviamo anche qui l’esperienza più autentica possibile sedendoci a uno dei tavolini di plastica dentro al porto, dove si può ordinare pesce che i ragazzi vanno a comprare al mercato e che poi grigliano direttamente. Ecco, premesse ottime ma il pranzo si rivela un mezzo flop a causa delle condizioni igieniche davvero discutibili, di porzioni piccole e probabilmente di diversità di trattamento tra locali e turisti; alla fine mangiamo gamberi, seppie ed un’orata per circa 5€ a testa, tutto molto fresco ma esperienza non consigliata (col senno di poi sarebbe stato meglio mangiare nei choschi di pesce prima del porto, e non all’interno). Ci rifacciamo però alla storica Patisserie Driss dove trascorriamo una piacevole oretta tra ottimi dolci ed un buonissimo the alla menta bollente, prima di dirigerci alla spiaggia dove scattiamo tante foto davvero spettacolari, grazie alla bassa marea, ai riflessi ed ai tanti gabbiani. Tornati a Marrakech ci fermiamo al ristorante Cantine des Gazelles, uno dei maggiormente consigliati in centro città e dove infatti gustiamo la buonissima tajine di pollo con albicocche, prugne e mandorle, accompagnati poi da dolcetti ed altro the alla menta, per circa 10€ totali a persona.

Arriva poi l’ultimo giorno intero a Marrakech e ci mancano diverse cose da vedere: camminiamo da Jemaa-el-Fna alla Moschea di Koutubia, dominata dall’imponente minareto, e passeggiamo per il bel giardino. Prendiamo un taxi fino ai Giardini Majorelle, i famosi giardini di piante esotiche e costruzioni blu dove per entrare è necessario fare una lunga coda per il biglietto (7€), che si può saltare comprando anche l’accesso al Museo Yves-Saint-Laurent (10 €) che però non ci ha convinto e che è consigliato solo agli amanti della moda; i giardini invece sono piacevoli da visitare ed anche veloci, quindi poi ci spostiamo in taxi alla Medersa Ben Youssef, la vecchia scuola coranica ed edificio più ammirato della città, con il maestoso cortile interno dove sembra davvero di trovarsi all’Alhambra di Granada. Con la Medersa di per se’ abbiamo concluso gli edifici e luoghi di interesse da visitare a Marrakech, lasciandoci però volontariamente l’ultima giornata per tuffarci nel souk, dove le ore passano veloci tra le lunghissime contrattazioni sul prezzo, i rumori ed il vociare continuo, la scelta delle spezie, un pranzo veloce alla Terrazza des Epices (sandwich ottimi); i prezzi ovviamente sono bassi, compriamo diverse spezie, the alla menta, teiere con bicchierini, bracciali, cappelli ed altri oggettini ed in un attimo è sera. Per l’ultima cena in Marocco abbiamo scelto stavolta un luogo decisamente più elegante e mangiamo al famoso ristorante Le Foundnouk, dove mangiamo profumati cous-cous e buonissime pastille di pesce e di pollo, accompagnati per una volta da una bottiglie di vino; il contro finale è sui 25€ a persona, serviti e riveriti in un genere di locale che in Italia costerebbe ovviamente molto di più.

Il mattino seguente transfer per l’aeroporto e torniamo a Milano. Qualche considerazione finale: Marrakech si visita comodamente tutta in 2 giornate complete, quindi la destinazione si presta perfettamente come meta per un weekend lungo di 3-4 giorni, approfittando anche dei voli low-cost per l’Italia e dei prezzi decisamente bassi per tutto: dall’alloggio, dove conviene scegliere uno tra i tanti curatissimi riad nella Medina, ai taxi, al cibo sia per strada sia nei ristoranti. Ad inizio dicembre l’abbigliamento consigliato è a “cipolla”, in quanto di giorno in sole scalda davvero tanto e si raggiungono temperature molto piacevoli, mentre però la sera il freddo aumenta ed un giubbotto autunnale è indispensabile. Infine, la città è turistica e molto sicura, è necessario tenere d’occhio le condizioni igieniche quando si mangia per strada ed consigliabile avere sempre dietro un detergente per le mani. Come escursione abbiamo scelto Essaouira e ci è venuta poi voglia di visitare in futuro il resto del Marocco, paese che ci ha affascinato e di cui Marrakech è l’inimitabile ed affascinante città regina. Salam aleikum!

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