Mille e una notte a Marrakech

Alla scoperta della città dei sensi
Scritto da: stropiccio
mille e una notte a marrakech
Partenza il: 28/09/2013
Ritorno il: 01/10/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Quale modo migliore di festeggiare il 40°? Per me ne esiste uno solo: fare un viaggetto. Così con mio marito decidiamo che per il mio prossimo compleanno saremmo scappati 4 giorni, senza prole e per questo decidiamo Marrakech, città che mi ha sempre affascinato.

Circa 2 mesi prima compriamo i biglietti aerei con Ryanair, tramite Booking prenotiamo il Riad Dar Andamaure, ottima scelta, è vicinissimo alla Piazza, ma soprattutto è un’oasi di pace nel caos della Medina.

Aspettiamo il giorno della partenza e finalmente arriva! Lasciamo la bimba dai nonni e via si parte. Arriviamo a Marrakech alle 19, sbrighiamo con una certa lentezza le pratiche aeroportuali e finalmente ci siamo! Tramite il riad avevo chiesto il transfer, lo consiglio a chi decide di alloggiare nella Medina, perché appena arrivati non è facilissimo orientarsi in quella ragnatela di vicoli e vicolini, strapieni di persone, asini, carretti e merci.

Il giorno che arriviamo è proprio quello del mio compleanno, grazie anche ai consigli della proprietaria del riad, avevamo prenotato un tavolo al ristorante Le Foundouk. Il ristorante è molto bello e ottimo il cibo, ovviamente i prezzi non sono quelli della media di Marrakech, ma nemmeno esorbitanti, l’ambiente giusto per festeggiare un evento.

La mattina seguente, che è domenica, iniziamo il giro di questa magica città, mentre camminiamo più persone ci accennano alla “festa del colore” al suq dei tintori, poi scopriamo che a Marrakech è tutti i giorni la festa del colore, ma anche questo fa parte del carattere esuberante della città. Facciamo una deviazione al giro che ci eravamo prefissati e andiamo a vedere le concerie, tanto tempo a disposizione ne abbiamo.

Nel corso di altri viaggi fatti nei paesi arabi ho sempre avuto la sensazione che la merce esposta nei suq potesse provenire da qualsiasi parte del mondo, questo non mi è capitato a Marrakech perché in ogni angolo ci sono gli artigiani che lavorano, fanno ciò che poi mettono in mostra. Resistere è impossibile, per fortuna che ci sono le imposizioni per il bagaglio a mano di Ryanair.

La Medina è piena di locali e ristoranti dove fermarsi sia per un tè alla menta, sia per mangiare, c’è l’imbarazzo della scelta, a cena abbiamo sempre optato per una bancarella della piazza, esattamente la n. 1.

Il lunedì continuiamo il giro dei monumenti da vedere, mentre per il pomeriggio avevamo prenotato da casa un hammam a Les bains de Marrakech, ambiente e atmosfera stupenda per farsi coccolare in un percorso di coppia di almeno 3 ore.

Il martedì è il giorno della partenza, purtroppo, nonostante il caos, la sporcizia, gli odori forti, Marrakech ti arriva in fondo all’anima, per me è una delle città più affascinanti che abbia visto, quelle per cui hai voglia di ritornarci.

Un’ultima considerazione: la decisione di non portarci nostra figlia è stata avvalorata una volta arrivati, girare con un passeggino in certi tratti sarebbe stato quasi impossibile, la mancanza di aree riservate ai bambini… Insomma, per una volta devo riconoscere che mio marito aveva ragione, non è una città semplice da visitare con i bambini.



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