Marrakech, la città rosa

Una città che come molte altre città africane vorrebbe correre incontro alla modernità seppur ancora così legata alle tradizioni, proprio queste contraddizioni la rendono così affascinante!
Scritto da: loredanagi
marrakech, la città rosa
Partenza il: 15/06/2013
Ritorno il: 18/06/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
In attesa di un’estate che quest’anno sembra non arrivare mai e potendo approfittare di qualche giorno di vacanza mio marito ed io siamo partiti per trascorrere un week end a Marrakesh, il volo con Ryan Air da Cuneo è costato decisamente poco: 115,00 euro a testa compresa assicurazione sanitaria.

Ho prenotato il riad un mese prima della partenza leggendo le recensioni su Tripadvisor, si chiama Monriad ed è gestito da una famiglia italiana, è stato un soggiorno eccellente sotto tutti i punti di vista: posizione, atmosfera e accoglienza! Il prezzo poi davvero conveniente: 30 euro a notte la doppia con colazione, aria condizionata, bagno e una splendida terrazza panoramica sul tetto!

Il volo è partito puntuale dal piccolo aeroporto gremito di famiglie marocchine che probabilmente tornavano a casa alla chiusura delle scuole per le vacanze estive, i turisti erano relativamente pochi e durante l’attesa sembrava di essere già in Marocco!

Arrivati all’aeroporto Menara di Marrakesh con addirittura un quarto d’ora di anticipo abbiamo velocemente sbrigato le formalità di ingresso nel paese e siamo usciti alla ricerca del nostro autista con cartello mandato dal riad. Dopo aver aspettato una decina di minuti invano, poiché erano le undici di sera, ho iniziato a preoccuparmi ma ad un certo punto lo abbiamo visto arrivare trafelato e con mille scuse ci ha accompagnato a destinazione, spiegandoci che gli aerei solitamente non arrivano mai in anticipo, anzi….

Appena arrivati al riad ci è stato offerto il nostro primo di una lunga serie di te alla menta accompagnato dai tipici pasticcini marocchini. Un momento di piacevole relax e via nella nostra stanza a dormire per affrontare la mattina dopo la nostra prima giornata sotto il sole cocente di Marrakesh. Ci svegliamo presto e iniziamo la giornata con una ottima colazione che comprende anche un delizioso yogurth preparato dalla cuoca.

Dopo la prima colazione arriva Federica, una simpaticissima ragazza toscana, che collabora nella gestione del riad e dopo essersi presentata ci accoglie in un salottino per fornirci alcune informazioni sulla città, sulle sue attrattive principali e anche alcune dritte su come muoverci nel caos che regna sovrano in ogni strada del centro.

Siamo a metà giugno e la giornata è già molto calda alle nove della mattina, verso mezzogiorno toccheremo i quaranta gradi, quindi credo che affrontare questa città in luglio ed agosto sia molto faticoso per il caldo al quale non siamo abituati.

La nostra prima tappa è Place des Ferblantiers che si trova vicinissima al nostro alloggio, è una piazza con tanti artigiani che creano le tipiche lanterne marocchine e…non contrattano sui prezzi!

Nei pressi della piazza si trova Palais El-Badi, dove vengono tenuti periodicamente concerti molto suggestivi.

In una via limitrofa vengo arpionata da un vecchietto che vende spezie e con la sua simpatia dopo averci offerto il classico te ci fa spendere ben venti euro per un kilo di savon noir aromatizzato con varie essenze! Il savon noir è un sapone vegetale naturale usato negli hammam che viene usato su tutto il corpo per purificare e disintossicare la pelle: dopo averlo lasciato in posa quindici minuti si risciacqua e a quel punto con la kessa, guanto ruvido, ci si strofina energicamente ottenendo a questo punto una pelle vellutata come quella delle donne berbere….così dicono loro!

Dopo questi primi acquisti ci dirigiamo verso il Palais de la Bahia, la meravigliosa, riccamente decorato per ospitare il visir con le sue quattro mogli e ventiquattro concubine! La sua costruzione si protrasse per ben sette anni e l’architetto che lo progetto’ dispose i vari appartamenti attorno ai tipici cortili interni. Si possono ammirare marmi e mosaici, raffinate vetrate e imponenti colonne in legno.

Dopo la visita ci incamminiamo alla ricerca di un posticino tranquillo dove pranzare e guarda caso ci ritroviamo nuovamente in Place des Ferblantiers, qui ci accomodiamo in un tavolino all’aperto al restaurant des Ferblantiers, Il locale è pieno di avventori ma veniamo serviti velocemente: una fresca insalata marocchina a base di pomodori come antipasto, un couscous e un tajine ottimo servito nella classica pentola di coccio con il coperchio a cono, una porzione di dolcetti che dividiamo io e mio marito, due te alla menta ed un conto totale che non arriva ai venti euro!

Ripartiamo sotto un sole cocente e passeggiamo un po’ a caso senza meta osservando con curiosità una realtà così affascinante forse perché così diversa dalla nostra, i venditori sonnecchiano appoggiati alle montagne di tappeti accatastate dietro di loro, sono ore troppo calde anche per aver voglia di abbordare i turisti, meglio rimandare gli affari alle ore successive con temperature meno elevate.

Vengo invitata dal proprietario a visitare l’hammam Ziani, ammetto che sembra molto carino e il personale gentile ma per i miei gusti è troppo turistico quindi declino l’invito anche se amo molto il bagno turco.

All’imbrunire ci troviamo finalmente nella “piazza”, chiamata così dagli abitanti di Marrakesh, non serve aggiungere Jemna el Fna perche tutti sanno che se cerchi la piazza cerchi lei, la protagonista indiscussa di questa città, turistica finchè si vuole ma affascinante, uno spettacolo da assaporare come una rappresentazione teatrale affacciati ad una delle tante terrazze che la circondano. Noi troviamo un posto da Chegrouni e dall’alto scattiamo tante fotografie osservando la moltitudine di persone che la gremiscono.

Il cous cous in questo ristorante è ottimo ma vale la pena andarci anche solo per la posizione strategica della sua terrazza, l’ordinazione si usa scriverla da soli su un pezzo di carta e in un baleno si viene serviti. Anche qui il conto è inferiore ai venti euro.

Terminiamo la serata osservando i giocolieri, i musicisti gnaoui e io mi tengo molto alla larga dagli incantatori di serpenti perché mi è stato detto da altri turisti italiani che è frequente che mentre passeggi ti venga gettato un serpente sulle spalle per farti fare la foto ma dato che io ho un vero terrore di questi animali, anche se innocui, preferisco non correre rischi.

Il giorno dopo abbiamo prenotato con un’agenzia locale un’escursione in Buggy nel deserto roccioso che circonda la città: un’esperienza davvero piacevole, inoltre ho notato con piacere che le guide che ci hanno accompagnati sono molto rispettose dell’ambiente e della popolazione che abita i piccoli villaggi che abbiamo attraversato. Siamo stati ospiti di una signora berbera che ci ha preparato il te e le tipiche focaccine marocchine e mi hanno spiegato che si tratta di una vedova che vive in questo luogo sperduto e ogni mese l’agenzia le versa un piccolo mensile per il servizio che offre ai turisti. Il denaro che abbiamo speso quindi va direttamente alle persone del posto e serve al loro sostentamento!

Dedichiamo il pomeriggio allo shopping e alla visita del souk, ne giriamo solo una piccola parte perché è davvero immenso declinando le offerte delle varie guide che si propongono di accompagnarci, preferiamo girovagare in libertà fermandoci dove ci pare, oltretutto sfatiamo un mito: è un luogo nient’affatto pericoloso e la via del ritorno alla piazza si ritrova sempre. L’unica accortezza è prestare molta attenzione a non essere investiti dalla miriade di motorini che sfrecciano nelle strette viuzze in ogni senso, senza contare i carretti che trasportano cataste di merci di ogni genere.

Comperiamo fra le altre cose due bellissime lampade e alcuni flaconi di olio di argan prodotto da una cooperativa di donne del luogo.

Avevo letto dell’insistenza delle guide e dei venditori invece per quanto mi riguarda ho incontrato persone educate, un poco insistenti a volte ma senza esagerare, comunque sempre disponibili a dare un’indicazione o un suggerimento.

Il terzo giorno visitiamo le Tombe Saadiane, la loro scoperta è abbastanza recente ma risalgono al 16° secolo. Sono decorate da pregiati stucchi e arredate con legno di cedro. Il sito è composto da poche stanze circondate da un vasto giardino dove si trovano le tombe meno importanti.

Uno dei più belli edifici islamici della città è la Medersa Ben Youssef cioè la scuola coranica,che è annessa all’omonima moschea. Nel grande cortile centrale si trova la vasca per le abluzioni con ai lati gallerie finemente decorate.

Per la cena siamo tentati di mangiare nella affascinante Piazza Jeemna el Fna, il chiosco Chez Hassan sembra il più affollato e quindi pensiamo che serva il cibo migliore ma alla fine optiamo per un locale più tranquillo dove rilassarci in una bella terrazza con vista.

Dopo cena una bella passeggiata a piedi per rientrare al riad, devo precisare che non abbiamo mai avuto la sensazione di pericolo nemmeno la sera, ovviamente come in ogni posto al mondo è saggio non ostentare soldi e gioielli.

L’ultimo giorno lo dedichiamo all’acquisto degli ultimi souvenir tra i quali alcune scatole di dolcetti da regalare, il volo di ritorno è alle 16,00 e gentilmente ci viene concesso di usufruire della stanza fino all’ora della partenza senza pagare nulla, l’autista richiesto tramite il riad ci accompagna in aeroporto dove saluteremo questa città e come capita sempre alla fine di una vacanza c’è sempre un po’ di malinconia ma non è detto che non ritorneremo, magari aggiungendo un bel giro in terra marocchina.



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