Un weekend lungo a Marrakech

Viaggio (non organizzato) in Marocco... con dettaglio di visite, costi e alloggio
Scritto da: alessiosantarelli
un weekend lungo a marrakech
Partenza il: 25/04/2013
Ritorno il: 28/04/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Partiamo per il ponte del 25 Aprile con una sacca leggera per un viaggio facile: Marrakech. Abbiamo prenotato solo un Ryad nel centro della Medina, seguendo le raccomandazioni di amici. Non serve altro, salve qualche appunto e una buona dose di pazienza per gestire l’approccio confusionario e “furbastro” della popolazione locale. Conoscere il francese aiuta, perché permette di renderti credibile nelle estenuanti negoziazioni con loro. I marocchini pensano che tu sia poco furbo e un pollo da spennare e non perdono mai un momento per cercare di farlo. Non dimenticatelo mai! Detto questo sono un popolo davvero ospitale e lo stress non è una cosa che li tange nemmeno minimamente.

Indice dei contenuti

Il volo trovato con skyscanner è diretto, seppur non a buon mercato anche se prenotato in largo anticipo. Gli affari, scopriamo dopo, si fanno a quanto pare facendo scalo su Casablanca o su Lisbona, ma consapevoli di rendere la connessione ancora più lunga, dato che il volo diretto comunque è un volo che dura tre ore e mezza da Milano.

[Ryanair all’andata e Air Arabia al ritorno, costo circa 300€ a testa. Trovato su Skyscanner.com].

L’alloggio quindi è un Ryad, ovvero una tradizionale casa Marocchina, nel centro della Medina, la città vecchia. Non penso si possa scegliere un’accomodazione diversa a Marrakesh. Lo prenotiamo con largo anticipo per essere sicuri di trovare posto e per avere una stanza al secondo piano per riuscire a dormire nel fracasso della Medina. Con grande scioltezza, e faremo abitudine a questo tipo di frequenti disguidi, il giorno prima della partenza da Marrakesh ci scrivono che c’è un problema con la prenotazione e ci propongono un’alternativa. Facciamo intervenire Booking.com che ha il Ryad alternativo nella sua selezione: booking promette si farà carico di qualunque costo straordinario e garantisce che la scelta è di ottimo livello. Ed infatti sarà così e alla fine trascorriamo la nostra visita al Ryad dar Ourika, sempre nel centro nella Medina.

[Ryad dar Ourika, 16 Derb Ouayhah Sidi Abdelaziz, Medina, 40000 Marrakech. Circa 200 € per una camera per due persone per 3 notti, inclusa la colazione].

Il Ryad è nascosto in un vicolo della Medina. Ci facciamo venire a prendere in aeroporto: fa molto turistone viziato americano, ma sono 100 Ryad (circa 10 €) ben spesi, perchè trovare un Ryad nella città vecchia non è la più facile delle esperienze, dato che le auto ed i taxi non possono entrare, le mappe sulle guide sono estremamente approssimative e Marrakesh è un dedalo di vicoli dove perdersi non è una questione di se, ma di quando, anche perchè è un’abitudine ricevere indicazioni sbagliate (certe volte penso che i marocchini lo facciano per aumentare il senso di smarrimento dei turisti che si trovano sempre di più impotenti e dipendenti dalle indicazioni dei locali che troveranno un qualche modo di beneficiarne da un punto di vista economico).

Prima di addentrarci nel Souk, il mercato nella Medina, facciamo tappa al Cafè Arabe, in Rue Mouassine, vicino al nostro Ryad. E’ un locale che dà una splendida vista sulla città dalla terrazza all’utlimo piano, oltre che saziarci con dell’ottimo cibo tradizionale. Per i prezzi di Marrakech non è decisamente a buon mercato, ma per noi vale come pranzo, cena e pausa di ristoro dopo il viaggio. E’ un isola felice di tranquillità che separa dalla confusione che regna nelle arterie cittadine.

[Café Arabe Marrakesh, Rue Mouassine, pranzo per due circa 300 Dyrham, pari a 30 Euro].

A questo punto ci addentriamo nel Souk: ci sono infiniti vicoli, bancarelle, persone, cavalli, motorini che sfrecciano e biciclette, tutti a comporre un mosaico di caos assoluto. Non ci sono macchine, tuttavia. La sensazione è qualche volta di una leggera claustrofobia perché i vicoli sono chiusi in alto da delle tettoie e spesso non vedi la luce diretta del sole anche per molto tempo, sino a quando non sbocchi in Djemaa el fna, ovvero la Grand Place, la piazza centrale di Marrakech. A differenza di altre città caotiche che ho visto, come Bangkok, Marrakesh nel suo caos è sorprendentemente pulita: i locali tengono in ordine i propri negozi e le strade come se fossero le loro case e, forse anche grazie al clima oltre alla pulizia, non si respira mai per le vie del Souk un odore di sporcizia o di qualche specialità culinaria dal gusto acre come spesso accade in Asia o in alcune città dell’America latina. Non ti stufi mai a vagare nel Souk, non proverai mai un senso di nausa, anzi se hai voglia, o devi comprare qualcosa, puoi divertirti a negoziare, ricordando che se un marocchino vi chiede 100, l’affare si chiuderà a 20 e non a 50.

Djeema el fna è la destinazione centrale di Marrakech lambita da ogni avventore. Se vi svegliaste nella piazza senza sapere dove vi trovate, pensereste di essere finito in un film di Indiana Jones. Incantatori di serpenti, scimmiette addestrate, oltre a commercianti che cercano di venderti qualunque cosa. Tipicamente ci sono anche i giocolieri con le torce infuocate, ma a noi vengono risparmiati. Se non ti distrai, un serpente verrà appoggiato sulla tua spalla e vedrai, che per un motivo o l’altro, qualche Dihram lo dovrai allungare al marocchino di turno. La piazza è enorme e si comincia ad animare solo la sera, mentre la mattina si respira una certa tranquillità. Come in tutti questi posti ricordate che nella piazza, qualunque foto farete a qualunque cosa che sia viva e animata, richiamerà l’attenzione di un locale che sicuramente vi chiederà dei soldi. Ad ogni modo, il metodo migliore per vedere la piazza nella sua interezza è infilarsi in uno dei mille bar che la circondano e salire sulle terrazze all’ultimo piano. Uno spettacolo.

Se venite a Marrakech non potete non andare nel quartiere dell’Hivernage a passare la serata. Vi renderete conto che Marrakech è viva come Parigi e Londra ed ha locali che non hanno nulla da invidiare alle capitali Europe. Ci rechiamo al Jad Mahal, uno dei club più di tendenza. Con 10 € a testa puoi entrare nel locale e vedere uno spaccato della giovane borghesia marocchina emancipata che si diverte. Molti di loro studiano o hanno studiato all’estero. Il locale è animato, pieno di avventori marocchini e internazionali e un complesso suona musica pop dal vivo intrattenendo un paio di centinaia di persone almeno. Ci sono un po’ di Italiani che fanno il ponte del 25 Aprile come noi, ma in realtà i veri habitué della capitale marocchina sono i francesi, che godendo di diversi di voli che collegano Parigi al Marocco, vengono spesso a spassarsela a visitare la loro ex colonia dove possono trovare divertimenti con standard parigini, con tavoli con al centro bottiglie di Moet illuminate da due o tre bengala per festeggiare qualcuno o qualcosa.

secondo giorno

Continuiamo le nostre visite. Rendiamo omaggio alle tappe d’obbligo della città: l’impressionante Scuola Coranica (la Medersa), la Maison de la Photographie, che vale poco, il Palazzo Bahia, etc. Ci addentriamo poi verso le concerie della pelle: è una tappa d’obbligo anche se lo spettacolo è abbastanza nauseabondo e le condizioni di lavoro sono agghiaccianti, con uomini immersi tutto il giorno in pozze d’acqua marrone a lavorare e colorare pezzi di pelle nelle diverse fasi del processo. Qui preparatevi che tutti vi chiederanno dei soldi e probabilmente proveranno a prendervi il portafoglio. Fate attenzione.

Noi visitiamo, scattiamo delle foto e poi torniamo verso la Rue Moussine al Cafè Literaire, dove con una decina di euro facciamo un ottimo pranzo, scambiamo due parole con dei turisti internazionali e scattiamo qualche foto dall’ennesima terrazza panoramica.

[Cafe Litteraire Dar Chérifa. 100 Dyrham per due piatti, acqua e un caffè].

La vera missione della giornata è la visita all’Hamman. Un’altra tappa obbligata del Marocco. Siamo combattuti tra scegliere un Hamman privato o uno pubblico. Pensiamo il pubblico sia un’esperienza più vera, ma ci rendiamo conto che l’igiene lascia a quanto pare a desiderare ed in più uomini e donne devono andare separatamente in orari diversi, cosa che per noi risulta essere poco pratica per noi. Questa vacanza non nasceva come avventura da backpacker e optiamo per Le Bain Bleu, Hamman privato di Marrakesh, che è praticamente impossibile da trovare dato che è disperso in uno dei vicoli della Medina e le indicazioni di cui disponiamo sono piuttosto imprecise e nessuno, pare, conosce l’Hamman. Con 20 euro a testa abbiamo un trattamento da favola. E’ come andare in una spa nostrana, ma con il personale a te dedicato per un’ora abbondante. Un classico è farsi fare quello che in Marocco chiamano il “gommage” che non è niente di meno che uno scrub, molto aggressivo. Io francamente non ne avevo mai fatto uno, ma la sensazione finale era che mi fosse stata scorticata la pelle. Dopo un’ora ad essere marinati con oli e spezie varie, lessati nel caldo, “gommati”, immersi a bagnomaria in una vasca idromassaggio, ci lasciano in una zona con dei lettini e del the dove ci corichiamo esausti. Bella vita! In Italia una cosa del genere probabilmente ti costerebbe 300 euro a testa (e non credo comunque che avrei mai la voglia e il tempo di farla!).

[Le bain bleu Marrakesh. Hamman e trattamento “Gommage” (ovvero scrub), 200 Dyrham a testa, circa 20 euro].

La sera ci rechiamo a cena da Villa Flore, ristorante stile Art Deco dove si mangiano le specialità locali. La rapidità con cui ci servono ci fa venire brutti pensieri su quanto nostra possa essere stata cucinata sul momento e ci ricorda molto la scena del cameriere di Benigni nel film la Vita E’ Bella. Detto questo sopravviviamo.

[Cena: Villa Flore, centro della Medina. 200 Dyrham a testa, circa 20 €].

Terzo giorno

La mattina la dedichiamo a un corso di cucina. Mai la scelta fu migliore. Siamo in quattro persone, una simpatica ed energica coppia di mezza età di Manhattan oltre ad Ilaria ed il sottoscritto. La cuoca è bravissima e ci insegna i segreti della preparazione delle Tajine, i piatti preparati in Marocco, all’interno di un piccolo recipiente conico di coccio. E’ molto divertente, oltre che interessante e buono e possiamo preparare il nostro piatto con mano! E’ sicuramente il miglior pasto di Marrakesh. Arriviamo alle 10.30 e ce ne andiamo solo alle 15, strapieni di cibo. Non cucineremo solo Tajine, ma anche un sofisticato antipasto e la cuoca preparerà per noi un dessert da favola.

Una camminata nella Medina e nel Souk ci faranno digerire, ma ci servirà una pennichella nel Ryad per riprenderci.

[RIad Monceau. Corso di cucina. Costo 400 Dyrham a testa, circa 40€].

Il pomeriggio andiamo a visitare la Ville Nouvelle, la città nuova. C’è qualche galleria d’arte, indicata in modo impreciso e maldestro dalla nostra Lonely Planet, ma soprattutto ci sono una serie di negozi di massa occidentali come Zara, Mango, oltre a McDonalds e catene locali che scimmiottano i marchi dei retailer più famosi al mondo. E’ un’esperienza interessante perché vedi uno spaccato del Marocco che sta bene, che si muove in scooter, che indossa il velo più per tradizione e moda che per costrizione religiosa e che non trascorre le giornate nelle ombre del souk a cercare di vendere pellame o lavorati di rame negoziando selvaggiamente. Si vedono abiti femminili nei negozi, e addosso alle donne locali che fanno shopping, che sono più aggressivi di quanto ci saremmo aspettati. Si vedono ragazzi e ragazze che fanno capolino, come in una piazza occidentale, anche se notiamo che raramente si mescolano maschi. Qualche burqa indossato da delle sessantenni anche qui non manca: chissà che giudizio danno allo spettacolo che hanno intorno, anche se poi si fermano da Mango a comprare regali occidentali alle nipoti che accompagnano.

La sera andiamo a cena Dar Moha, dove cucina il più bravo cuoco di Marrakesh, ma non ci teniamo a segnalarvelo, perché forse non vale la candela. Il contesto è molto elegante, ma il cibo non giustifica il costo. Fatevi un corso di cucina piuttosto!

La nostra partenza è abbastanza convulsa, in linea all’organizzazione dei locali. Noi abbiamo la sveglia alle 4 del mattino per prendere un taxi che ci avrebbe portato all’aeroporto. Peccato che al Ryad si erano dimenticati di dirci che c’era l’ora legale e la sveglia sarebbe dovuta essere alle 3 anziché alle 4! Questa è Marrakech!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche