Estate 2008 su Adriatica con Syusy: ultime due settimane di itinerario in Grecia

Cari Turisti per Caso, la seconda parte dell'itinerario estivo di Adriatica sulla rotta dei Popoli del Mare che ci porta tra le isole ioniche della Grecia e finora è la più gettonata in quanto a richieste di adesione! Leggete di seguito il programma dettagliato progettato da Orso insieme a Syusy e allo Skipper Filippo Mennuni...
rajo81, 05 Giu 2008
estate 2008 su adriatica con syusy: ultime due settimane di itinerario in grecia
Cari Turisti per Caso, la seconda parte dell’itinerario estivo di Adriatica sulla rotta dei Popoli del Mare che ci porta tra le isole ioniche della Grecia e finora è la più gettonata in quanto a richieste di adesione! Leggete di seguito il programma dettagliato progettato da Orso insieme a Syusy e allo Skipper Filippo Mennuni. I posti a bordo sono solo sei per ogni tappa, affrettatevi a prenotarvi scrivendo un’e-mail a redazione@velistipercaso.It.

3° Tappa bisettimanale: da Sabato 2 agosto a Venerdì 15 agosto

1° giorno, Sabato 2 agosto Imbarco a Santa Maria di Leuca (Lecce). Giornata dedicata allo splendido mare salentino. Navigazione notturna verso le isole greche.

2° giorno, Domenica 3 agosto Itaca : visita dell’isola del mitico Ulisse. Itaca si trova a nord-est di Cefalonia, dalla quale è separata da uno stretto passaggio largo appena 3,5 Km . Itaca è conosciuta in tutto il mondo come l’isola di Ulisse, l’eroe omerico. Di conseguenza è diventata un simbolo dell’avventura, della nostalgia di casa, della fermezza e della fedeltà coniugale. Si tratta di una piccola isola dello Ionio, con 96 Kmq di superficie e 101 Km di coste. Isola montuosa, piena di verde e di bellissime baie profonde, una di esse, Mòlos, circa al centro dell’isola e penetra tanto profondamente all’interno del territorio da creare una strozzatura larga appena 0,5 Km , che quasi divide l’isola in due . Durante la visita si potrà godere dello splendido mare.

3° giorno, Lunedì 4 agosto Ripresa della navigazione verso la laguna di Patrasso , sosta nella laguna di Messolonghi , luogo dove morì Byron. L’Etolia-Acarnania e Messolonghi, pietra miliare della storia moderna della Grecia, con il suo eroico esodo dei “Liberi Assediati”. A est Nafpaktos (Lepanto), la terza città per grandezza dei nomos, con il suo bel castello veneziano e il vecchio porto incanta i visitatori. Da qui la strada continua verso la zona montana di Nafpaktos, con il più grande bosco di abeti della Grecia e paesini verdissimi costruiti a un’altezza di 700- 1.000 metri . La piccola isoletta di Etoliko è collegata alla terraferma da un ponte di pietra a molti archi. A nord di Messolonghi c’è Agrinio, un importante centro produttivo con buone strutture turistiche. 4° giorno, Martedì 5 agosto Lepanto (Nafpaktos). È situata a poche miglia ad oriente dei Piccoli Dardanelli, lo stretto che chiude il Golfo di Corinto. La cittadina fu fortificata dai Veneziani, e gli Ottomani conservarono le fortificazioni apportandovi cambiamenti minori. Queste consistettero di un castello in cima alla collina dal quale due lunghe mura scendevano al mare. Il tratto lungo la costa era anch’esso protetto da mura e tre altre cortine si ergevano tra il mare ed il castello. L’ingresso al porto era protetto da due torri e da batterie di cannoni. Nel 1570 gli Ottomani attaccarono Cipro e, nell’agosto del 1571, conquistarono Famagosta, l’ultima città ancora in mano ai Veneziani. Nel frattempo, accogliendo le preghiere di Papa Pio V, una grande flotta cristiana si era radunata a Messina. La Spagna , Venezia, i Cavalieri di Malta e altri stati italiani facevano parte dell’alleanza. Il comando della flotta fu affidato al figlio naturale dell’Imperatore Carlo V, Don Giovanni d’Austria. Venezia spostò le sue navi da Corfù e Candia a Messina. L’ammiraglio della flotta ottomana ne approfittò per muoversi dall’ Egeo ( Negroponte) nello Ionio e da lì nell’Adriatico meridionale dove attaccò città fedeli a Venezia. Tornò poi indietro a Lepanto per approvvigionarsi. La flotta cristiana lasciò Messina per le Isole Ionie e, all’alba del 7 ottobre 1571, si mosse dalla baia di Samo, nell’isola di Cefalonia, facendo vela verso Lepanto. Sarebbe stato nell’interesse ottomano evitare il confronto o comunque affrontarlo in prossimità di Lepanto per usufruire dell’artiglieria della fortezza e delle altre due fortezze sui Piccoli Dardanelli: l’ammiraglio del Sultano sottostimò la forza del nemico e pensando che una vittoria navale gli avrebbe aperto la possibilità di ulteriori conquiste andò all’attacco uscendo dal Golfo di Corinto. Ne seguì la più grande battaglia tra navi a remi dai tempi dell’Impero Romano. Le navi erano così vicine che le sorti dello scontro furono decise dal valore dei moschettieri spagnoli. Sia Venezia che la Spagna posero targhe commemorative nel porto di Lepanto e c’è anche una statua di Miguel de Cervantes, che combattè nel 1571 e fu gravemente ferito. Il piccolo porto ha mantenuto il suo aspetto antico e anche qualche monumento della dominazione ottomana si è conservato.

5° giorno, Mercoledì 6 agosto Navigazione verso Delfi . Delfi si trova a ridosso dell’altopiano del Parnaso, a 500 metri di altitudine. Il santuario risale molto probabilmente all’età micenea, ma in origine esso non era adibito al culto di Apollo. Come alcuni miti eziologici lasciano presumere, prima di lui si erano succeduti la Terra , Temi e Febe. L’oracolo di Apollo a Delfi è forse il più famoso tra quelli della Grecia antica, dove era molto diffusa la pratica della divinazione per entrare in contatto con gli dei e conoscerne, almeno parzialmente, la volontà. Nel mondo greco esistevano due diversi tipi di divinazione: quella attraverso i segni (volo degli uccelli, visceri degli animali sacrificati, fiamma dell’altare) e quella orale, che necessitava comunque di una interpretazione. All’inizio a Delfi le consultazioni avvenivano una sola volta all’anno, ma in età classica esse assunsero scadenza mensile, salvo la possibilità di consultazioni straordinarie. Nella consultazione i Greci avevano la precedenza sui barbari, e tra i Greci i primi erano i cittadini di Delfi, poi gli altri membri dell’anfizionia delfica. Prima della consultazione era necessario fare delle offerte: in primo luogo il pelanos , che divenne poi una tassa, variabile a seconda della consultazione, destinata agli abitanti di Delfi per le spese del culto. Vi era poi da fare un sacrificio preliminare detto prothysis , la cui vittima, generalmente una capra, doveva essere fatta tremare, con l’aspersione di acqua fredda, come segno di assenso. Le offerte servivano inoltre al mantenimento del personale permanente del santuario: i profeti, che vigilano sull’oracolo, gli Hosioi , che si occupano del rispetto dei riti, ma soprattutto la Pizia , incaricata di trasmettere la parola del dio.

6° giorno, Giovedì 7 agosto Attraversamento del Canale di Corinto È un canale artificiale che collega il Golfo di Corinto con il mar Egeo, tagliando in due l’istmo di Corinto. Costruito tra il 1881 e il 1893 , ha una lunghezza di 6345 m . La sua utilità è soprattutto quella di far risparmiare più di 400 km sulla rotta tra il Mar Ionio e l’Egeo evitando il periplo del Peloponneso. Arrivo ad Atene, nel porto del Pireo e inizio della visita della città partendo dall’ Acropoli .

7° giorno, Venerdì 8 agosto Visita di Atene , dei suoi siti archeologici e dei suoi musei. L’opposizione fra le ieratiche rovine dell’antica Atene e la città moderna e rumorosa che le ha riscoperte è un luogo comune sin dall’inizio dell’Ottocento. Non è certo una città museo fossilizzata, né una megalopoli tutta cemento. La sua anima si rivela nel mosaico dei suoi quartieri. Ed è proprio questo il tour in cui Syusy vi guiderà: tra le mura e i misteri del Museo Archeologico, tra i segreti dell’Acropoli, ma anche tra i riti scomparsi dei misteri Eleusini. “O tre volte felici i mortali che dopo aver contemplato questi Mysteria, scenderanno nell’Ade; solo loro potranno vivervi; per tutti gli altri tutto sarà sofferenza” (Sofocle). “Felice chi possiede, fra gli uomini, la visione di questi Mysteria; chi non è iniziato ai santi riti non avrà lo stesso destino quando soggiornerà, da morto, nelle umide tenebre” (Inno omerico a Demetra). Mysteria, plurale di mysterion, era il nome dato in Atene ad alcune feste in onore delle dee Demetra (Demeter) e Persefone (Persephone). Le parole connesse con mysteria (mystes, mistikos) non richiamano le forme della mistica orientale ed occidentale, ma l’atmosfera di una festa notturna. Mysteria, infatti, erano un periodo di festa, durante il quale si svolgevano azioni sacre, riti e celebrazioni.

8° giorno, Sabato 9 agosto Ancora ad Atene e in minivan ad Eleusi. Eleusi è una cittadina a circa venti chilometri da Atene, sede del sito archeologico comprendente il santuario di Demetra e Kore , dove anticamente venivano celebrati i famosi Misteri Eleusini. Il nome Eleusi sembra derivare da un eroe di non chiara paternità, mentre un’altra ipotesi sostiene che derivi da éleusis, in greco “venuta”, facendo riferimento alla venuta di Demetra a Eleusi, sotto sembianze mortali, dopo il rapimento della figlia Kore. Inizialmente indipendente, nel VII sec.A.C. Eleusi si alleò con Atene entrando a far parte dello stato Attico. Fu un’importante centro religioso fino al 381 d.C., quando Teodosio ordinò la chiusura del santuario. In seguito la città fu distrutta dai barbari e venne abbandonata dalla popolazione nel 396 d.C. Attualmente Eleusi è una cittadina moderna chiamata Elefsina e, oltre ad essere sede del bellissimo sito archeologico, è anche un’importante centro industriale. Il santuario di Demetra e Kore è situato ai piedi dell’acropoli ed è preceduto dai grandi propilei. Fu oggetto a diversi restauri e ampliamenti da parte di Pisistrato, Cimone e Pericle, e proprio quest’ultimo diede la versione definitiva del tempio, a pianta quadrata, e fece aggiungere il grande salone, progettato da Ictino. Successivamente furono aggiunti il portico dorico e, in epoca romana, i piccoli propilei, da cui iniziava la “via sacra” lungo cui si trova il Plutonion e una grotta che rappresenta l’ingresso dell’Ade. Il Telesterion era il salone dove aveva luogo la cerimonia di iniziazione ed era costituito da otto navate con file di sei colonne. Numerose opere d’arte lo decoravano e alcune, come un rilievo di Trittolemo, Demetra e Kore del V sec.A.C., si possono ammirare al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Altri numerosi rilievi e opere d’arte sono presenti nel piccolo museo presente nel sito archeologico. Dei Misteri Eleusini si conoscono le funzioni, le processioni e le feste delle fasi preliminari, tutte cerimonie pubbliche. Si sa, inoltre, che questo genere di celebrazioni non erano ben viste da tutti. Proprio per questo il celebre uomo politico ateniese Alcibiade fu accusato di aver partecipato, tra gli altri riti, anche ai Misteri Eleusini. Purtroppo di ciò che accadeva durante la vera e propria celebrazione, si hanno poche e incerte notizie. Difatti ai riti che si celebravano nel Telesterion e che rappresentavano il cuore della cerimonia, potevano partecipare solo gli iniziati e a questi era imposto il più rigoroso segreto. Ritorno a bordo, pernottamento al Pireo

9° giorno, Domenica 10 agosto Partenza per l’isola di Egina e arrivo nel pomeriggio per un fantastico bagno ristoratore. I luoghi migliori per nuotare sono le spiagge più lontane dal capoluogo Égina, come le spiagge di Souvala, Vaia, Faro, Eginitisa e Maratona. 10° giorno, Lunedì 11 agosto Mattinata, dedicata alla visita del museo e del sito archeologico di Afea Dopo la visita giornata dedicata alle bellissime spiagge dell’isola. Afea era il nome con cui, nell’isola di Egina, era venerata Dittinna (una versione vuole che questo sia un altro nome di Atena). Il tempio di Fea si trova a 12 km dalla città di Egina, tra una foresta di pini e un magnifico tempio dorico del V° sec a.C. Il tempio era dedicato alla ninfa cretese Afea, il cui culto era molto diffuso sull’isola e di cui divenne protettrice. Archeologicamente è uno dei templi più completi dell’intera Grecia, dotato di vari ordini di colonne e architravi ancora in buone condizioni. Una curiosità: il Tempio di Poesidone a Capo Sunio, il Tempio di Afea sull’isola di Egina e il Partenone sull’Acropoli di Atene, sono collegati in modo curioso: formano infatti un triangolo isoscele, con i lati Poseidone-Afea, e Poseidone-Partenone, esattamente uguali tra loro. Invece i tre grandi santuari della Grecia antica, Dodona e Olympia dedicati a Zeus, e Delfi dedicato ad Apollo, formano un triangolo rettangolo con l’angolo di 90 gradi a Delfi. 11° giorno, Martedì 12 agosto Navigazione verso l’isola di Ydra , luogo dell’incendio dell’armata turca da parte dell’eroe greco Miaoulis nel 1821. Anche qui splendido mare e fantastiche spiagge.

12° giorno, Mercoledì 13 agosto Navigazione verso Nafplio , con soste lungo la costa della penisola per godere dello splendido mare. In serata arrivo e sistemazione in rada.

13° giorno, Giovedì 14 agosto Mattinata partenza in minivan per Epidauro . La venerazione per Asclepio sembra essere originaria della città di Trikka in Tessaglia. Anche a Epidauro, che pure divenne il suo principale santuario, il suo culto fu però preceduto da quello di Apollo Maleatas. Gli scavi archeologici sui pendii del monte Kynòrtion hanno dato conferma delle notizia fornite dagli antichi, portando alla luce le vestigia del santuario dedicato ad Apollo: un grande tempio dorico in tufo, un’ampia scalinata, un serbatoio per l’acqua. Un’iscrizione scoperta in loco informa che coloro che venivano a consultare il dio dovevano prima offrirgli un sacrificio propiziatorio. Il tempio di Asclepio raggiunse il suo massimo splendore nel IV secolo a.C., quando vi fu posta anche una statua criselefantina del dio, opera dello scultore Thrasymedes di Paro. La bellezza del luogo, una profonda e fresca vallata ricca di splendide pinete, fiorita di ginestre e risuonante di un continuo ronzio di api, contribuì certamente a ispirare fiducia nel dio e a rafforzarne la fama. Il numero dei fedeli divenne sempre maggiore, tanto che una “filiale” del santuario fu creata anche ad Atene alla fine della guerra peloponnesiaca. Il culto di Asclepio durò anche in epoca cristiana e soltanto nel V secolo, sul luogo a lui consacrato, fu costruita una basilica con una cappella dedicata a San Giovanni. Visitando il luogo degli scavi, si è colpiti dalla perfetta riconoscibilità di tutti gli elementi architettonici descritti da Pausania. In particolare sono ben visibili le fondamenta del Tholos, la “Rotonda ”, opera dell’architetto Policleto il Giovane che progettò anche il teatro. Le fondamenta presentano una curiosa particolarità: sono formate da sei muri circolari concentrici, dei quali i tre più lontani dal centro sono continui, mentre quelli più vicini ad esso sono interrotti da porte e da chiusure trasversali. Queste sono disposte in modo che, per passare da un corridoio a un altro, si doveva percorrere quasi per intero il corridoio stesso dal quale si voleva uscire. In questo modo per raggiungere il centro non si poteva fare a meno di compiere almeno tre volte un giro completo. In quale modo si potesse entrare dall’esterno in questa specie di labirinto resta un mistero, così come è oscuro lo scopo al quale era destinato. Fra le numerose ipotesi che sono state formulate, la più bizzarra è che servisse come “gabbia” per i serpenti sacri del luogo. Nel periodo di massimo splendore del santuario, ogni quattro anni, nel nono giorno dopo la celebrazione dei giochi istmici, avevano luogo ad Epidauro le Asklepieia, con competizioni ginniche e atletiche, ma anche poetiche e musicali. Per questo Epidauro disponeva di uno stadio, i cui costruttori approfittarono di una depressione naturale del terreno, circondata da scarpate su tre lati. Bastò così livellarne il fondo e ricavare le gradinate dai pendii per ottenere uno stadio splendidamente inserito nel paesaggio, in cui si riconoscono ancora le linee di partenza e di arrivo per la corsa semplice e quella doppia. L’altro monumento di Epidauro, forse ancora più famoso del tempio di Asclepio, è il teatro, uno dei più belli di tutta l’antichità classica, del quale Pausania parla con vero entusiasmo. Nel pomeriggio visita dell’Acropoli di Tirino, antica città greca del Peloponneso, sita in Argolide e scoperta da Heinrich Schliemann nel 1884-85. La leggenda narra che Tirino fu fondata da Proteo, fratello di Acrisio re di Argo. Tirinto fu spesso sottomessa ad Argo, da cui fu definitivamente distrutta nella prima metà del V secolo a.C. Abitata già dal III millennio a.C., Tirinto raggiunse il massimo splendore in epoca micenea (1400- 1200 a .C.). Di Tirino oggi rimangono le mura, di circa 7,5 m di spessore e costruite con massi giganteschi, e le rovine del palazzo, costruito nel XIV-XIII secolo a.C e situato nella parte sud dell’acropoli. Alla città è legato il mito di Bellerofonte e di Perseo, di Preto, di Eracle, di Euristeo, di Anfitrione.

14° giorno, Venerdì 15 agosto Trasferimento via terra verso Micene. Secondo il mito, Micene era stata fondata da un semidio, Perseo, figlio di Zeus e di Danae, Questo, aiutato da quegli stessi Ciclopi che avevano costruito le mura di Tirinto per suo zio Preto, aveva circondato la città di una poderosa cerchia di mura. Secondo Pausania, il nome della città era stato suggerito a Perseo da una circostanza curiosa e del tutto occasionale: poiché in quel luogo cadde a terra il puntale del fodero della sua spada, egli pensò che avesse ricevuto un segno per la fondazione della città. Secondo un’altra versione, egli avendo sete decise di cogliere un fungo dalla terra. Poiché ne uscì fuori dell’acqua, dopo averla bevuta con piacere, pose al luogo il nome di Micene. Dopo la morte di Perseo, regnarono su Micene, Argo e Tirino, suo figlio Stenelo e suo nipote Euristeo, colui che impose a Eracle le ben note dodici fatiche. In seguito la loro dinastia si indebolì ed essi furono costretti a cedere il potere a Tantalo e ai suoi discendenti, Pelope, Tieste e Atreo, sotto i quali la potenza della città raggiunse il culmine, riunendo sotto di sé un potente dominio marittimo e continentale. Le sanguinose vicende della stirpe dei Pelopidi, ben note attraverso la poesia epica, lirica e tragica, si ricollegano agli eventi della guerra di Troia e a quanto accadde successivamente ad Agamennone per opera di Egisto e di Clitemnestra, principale nucleo di ispirazione dell’ Orestea di Eschilo. Dopo che Oreste ebbe vendicato l’assassinio del padre, suo figlio Tisameno unì al regno paterno quello di Sparta. Ma il ritorno degli Eraclidi, ben decisi a vendicare le offese inflitte da Euristeo al loro padre, lo costrinse ad affrontare un disastroso conflitto, nel quale perse il regno e la vita. In realtà, come ben sappiamo, il mito del ritorno degli Eraclidi allude ad un avvenimento storico, l’invasione dorica che, intorno al 1000 a .C. Pose fine alla potenza degli Achei e di Micene, la città da cui aveva tratto nome un’intera civiltà. Proprio dall’invasione dorica in poi, Micene divenne sempre meno importante. Tuttavia, durante la seconda guerra persiana, essa inviò ottanta uomini alle Termopili ( 480 a .C.) e partecipò alla battaglia di Platea ( 479 a .C.) con duecento opliti. Secondo Pausania, ciò scatenò la gelosia degli Argivi che, intorno al 468 a .C., decisero di distruggerla,. Nel 1874, Heinrich Schliemann, già scopritore dell’area dell’antica Troia sulla collina di Hissarlik in Asia Minore, si propose di riportare alla luce le tombe di Agamennone, dei suoi compagni e quelle di Clitemnestra e di Egisto, fondandosi sulle notizie contenute nei poemi omerici. La sua fiducia nella veridicità di Omero fu premiata e a breve distanza dalla Porta dei Leoni, all’interno della rocca, nell’agosto del 1876 scopri un recinto circolare con cinque tombe a fossa contenenti favolosi corredi funebri, che testimoniavano, non solo la ricchezza e la potenza della città, ma anche l’altissimo livello raggiunto nella metallurgia. Altre campagne di scavo, condotte con maggior rigore scientifico da parte della Società Archeologica Greca e dalla Scuola Inglese di Archeologia, hanno permesso di individuare altri importanti edifici all’interno e all’esterno della cerchia muraria. In particolare è stato scoperto, fra il 1950 e il 1952, un secondo cerchio di tombe nei pressi della Porta dei Leoni, all’esterno della rocca. Nello stesso periodo, dal sottosuolo di una casa privata, la cosiddetta “casa del mercante d’olio”, sono tornate alla luce alcune tavolette scritte in Lineare B, il più antico dialetto greco a noi noto. I più importanti monumenti di Micene sono ancora oggi noti con i nomi attribuiti loro da Schliemann e desunti da Omero, anche se in realtà essi appartenevano al periodo fra il XVI e il XIV secolo a.C. Perciò, il più grande edificio di abitazione, posto di fronte alla Porta dei Leoni, è noto come “palazzo degli Atridi”. Vi si riconosce benissimo la pianta della grande sala centrale, con il focolare rotondo circondato da quattro colonne che sostenevano il tetto. Allo stesso modo, i sepolcri architettonicamente piú sontuosi portano tuttora il nome di “tomba di Clitemnestra” e di “tesoro di Atreo” o “tomba di Agamennone”. Quest’ultimo è forse il più bello esempio di architettura micenea, con la sua struttura a thòlos, l’ingresso monumentale e la falsa cupola. I grandiosi ruderi di Micene non mancarono di impressionare l’animo e di esaltare la fantasia di un turista non comune, Gabriele d’Annunzio, il quale, partito nel luglio del 1895 per una crociera in Grecia sul Fantasia dell’amico Scarfoglio, come scrisse egli stesso ad Arrigo Boito, andò a rileggersi l’ Orestea sotto la Porta dei Leoni. Frutto di questa singolare esperienza fu un dramma, la Città morta, pubblicato nel 1897 e recitato prima da Sarah Bernhardt e poi da Eleonora Duse. Protagonista dell’opera è un giovane archeologo, Leonardo, il quale, dotato di una sensibilità ben diversa da quella dell’ “esploratore barbarico” che aveva trascorso “gran parte della sua esistenza fra le droghe e dietro un banco di commercio” (in questo modo d’Annunzio definiva impietosamente Schliemann), descrive all’amico Alessandro la sua eccezionale scoperta . Nel pomeriggio, partenza da Micene, con mezzi pubblici, verso l’aeroporto Atene e ritorno in Italia.

Rileggete anche l’itinerario italiano previsto per le ultime due settimane di luglio 2008, poi decidete a quale tappe vorreste partecipare e contattate la nostra redazione redazione@velistipercaso.It per candidarvi a salire a bordo.



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