Malta: l’ombelico del Mediterraneo

Otto giorni alla scoperta dell’arcipelago maltese con particolare attenzione alla sua ricca storia
Scritto da: FULCOLA
malta: l’ombelico del mediterraneo
Partenza il: 23/04/2017
Ritorno il: 30/04/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Luogo ideale per un viaggio primaverile, sia per il clima favorevole che per la vicinanza all’Italia (e aggiungerei per l’ assenza di vacanzieri balneari), in questo periodo Malta si presenta al turista quasi sonnacchiosa e indolente, con un aspetto un po’ decadente e dimesso.

Infatti, la prima impressione che ci ha dato l’isola, nel tragitto tra l’unico aeroporto e la baia di St.Paul dove avevamo base, non è stata proprio positiva: case dall’aria più che “vissuta”, la scarsa vegetazione e polvere e sabbia depositate un po’ ovunque rendevano il paesaggio grigio e stinto.

Ma a uno sguardo più attento, ci siamo accorti di scorci su un mare di un blu profondo, di scogliere a picco sull’acqua, di baie e grotte scavate dalle onde e di paesini con chiese tanto imponenti da sembrare cattedrali, tutte immancabilmente costruite con la pietra locale, la globigerina, di un colore che sfuma dal bianco al giallo paglierino.

Il nostro viaggio è stato in realtà un insieme di escursioni di mezze o di intere giornate: una forma che abbiamo visto essere assai diffusa per la visita dei principali luoghi di interesse (quantunque lacunosa sotto certi aspetti), valida alternativa al fai da te (che ha pure i sui pregi ed i suoi difetti). Alberghi e località turistiche pullulano infatti di agenzie che propongono soluzioni per tutte le tipologie di clientela.

Abbiamo compensato alcune mancanze nei programmi proposti sfruttando le mezze giornate libere a disposizione e utilizzando l’efficiente rete pubblica degli autobus, molto puntuali e frequenti.

Quella che di solito chiamiamo Malta in realtà è un arcipelago costituito da un pugno di isole e scogli di cui solo due, Malta – la più grande – e Gozo, sono abitate stabilmente. Malta ha un forma ovale lunga poco più di una trentina di chilometri e larga appena una ventina ed è priva di monti: ci sono basse colline sulle quali sorgono spesso villaggi e paesini. Il fatto di trovarsi nel bel mezzo del Mediterraneo, a solo un centinaio di chilometri a sud della Sicilia, ne ha fatto un crocevia per tutti i popoli che hanno percorso quel mare; qui la storia ha veramente radici profonde e qui sono presenti alcune delle più antiche costruzioni in pietra erette dall’Uomo.

Una delle attrattive dell’arcipelago maltese sono infatti i templi megalitici eretti utilizzando grandi massi calcarei in un periodo che va dal 3.500 al 2.500 a.C.. I più spettacolari, quelli di Gigantija, si trovano sull’isola di Gozo ma impressionano pure quelli di Hagar Qim e di Tarxien, situati a Malta; meno spettacolari e conosciuti sono poi quelli di Scorba e di Ta Hagrat. Sempre al periodo dei costruttori di templi risalgono le statuette della Dea Madre, rappresentata come una donna dalle forme a dir poco prosperose a simboleggiare l’abbondanza e la prosperità: alcuni notevoli esempi si possono ammirare nel piccolo museo archeologico de La Valletta. Ed ancora alla medesima civiltà viene associato uno dei misteri dell’isola: lunghi segni paralleli nel calcare visibili in alcune parti di Malta e Gozo simili a solchi lasciati dal continuo passaggio delle ruote di carri. Fioccano le ipotesi più disparate e suggestive, tra le quali non manca ovviamente quella dell’intervento alieno…

Una simpatica tradizione che invece hanno lasciato i Fenici è quella di dipingere l’”occhio di Osiride” sulla prua dei coloratissimi luzzi, le tradizionali barche da pesca maltesi: se ne possono vedere parecchi nel paesino di Marsaxlokk, nel sud dell’isola, che è diventato una meta turistica molto apprezzata.

Di epoca romana si trovano invece poche testimonianze e soprattutto concentrate nella zona dell’antica capitale, Mdina/Rabat; qui infatti sono visitabili la domus e alcune catacombe che testimoniano il passaggio al cristianesimo favorito dalla permanenza di San Paolo sull’isola per alcuni mesi, a seguito di un naufragio.

Il contributo maggiore dato dal passaggio degli Arabi è stato quello reso alla lingua maltese: circa i due terzi delle parole derivano infatti dall’arabo anche se poi, nel corso dei secoli, la parlata si è trasformata in una specie di dialetto poliglotta, quasi un esperanto del Mediterraneo. Ma il momento d’oro Malta l’ha vissuto con i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni cui l’imperatore Carlo V concesse l’isola dietro un pagamento simbolico alquanto singolare: l’invio annuale di un falcone da caccia. Malta divenne così la nuova base operativa dell’Ordine e nel 1565 i Cavalieri entrarono nella leggenda, prima resistendo per mesi all’assedio turco ed infine sconfiggendo l’enorme flotta inviata dal Sultano per scacciarli dall’isola. Ne seguì un periodo di grande prosperità: mentre l’Ordine si arricchiva a dismisura grazie ai lasciti delle famiglie nobili d’origine dei Cavalieri, venivano costruiti o rafforzati fossati, torri, castelli e fortezze, oltre che fastosi palazzi e cattedrali.

E sono proprio queste opere che attirano qui maggiormente gli appassionati di Storia: I bastioni di Fort Sant’Elmo e dei forti Manoel, Rinella, Sant’Angelo, tutti nella zona della capitale La Valletta, lasciano stupiti per la loro imponenza e maestosità: si possono ammirare sia da terra ( bella la vista dei giardini Upper Barracca) sia soprattutto dal mare con una delle molte escursioni in barca organizzate giornalmente nel Grand Harbour, il porto grande, dalle molte agenzie locali. Ma colpisce anche tutto quello che sta dentro le mura: le chiese dalle grandi cupole, i palazzi e le case dai caratteristici balconi di legno, le strette viuzze studiate per incanalare l’aria e mantenere il fresco nelle torride estati e la Co-Cattedrale di St. John, tanto anonima all’esterno quanto magnifica e impressionante all’interno.

La capitale è in realtà un insieme di città sorte attorno alla penisola che prende il nome di La Valletta e che divide in due il grande golfo, creando due grandi baie. Sliema, Gzira e Pietà si affacciano sulla baia denominata Marsamxett mentre Vittoriosa, Senglea e Cospicua si affacciano sulla baia propriamente detta Grand Harbour. A sud sorgono poi Marsa, Floriana e Paola che “chiudono” la città. Nelle ore di punta il traffico è abbastanza caotico mentre al di fuori della città si circola con facilità e le strade sono in buone condizioni.

Una delle mete che più abbiamo apprezzato è stata Mdina, l’antica capitale dell’isola: si erge su una collinetta, circondata da un fossato e da alte mura e conserva tutto il fascino dei borghi antichi. I Cavalieri l’hanno arricchita con palazzi e opere difensive, un po’ come in tutto l’arcipelago dove edificarono anche una serie di torri in molti punti strategici della costa o come a Victoria, la capitale di Gozo, dominata da una imponente cittadella.

In realtà i due secoli successivi alla vittoria sui Turchi furono tranquilli e tutte queste fortificazioni, legate ad un tipo di guerra “sorpassato”, si rivelarono inutili: l’Ordine non ebbe problemi fino all’arrivo di Napoleone, che ne decretò praticamente la fine del potere temporale.

Dopo il passaggio dei Francesi, l’arcipelago finì sotto l’influenza inglese che ne fece un caposaldo per il controllo delle rotte nel Mediterraneo che avevano ricevuto nuovo impulso dall’apertura del canale di Suez.

Durante la Seconda Guerra mondiale la popolazione di Malta resistette a un’impressionante serie di bombardamenti da parte delle forze dell’ Asse tanto da meritarsi la Croce di Re Giorgio, la più alta onorificenza inglese al valore civile, che gli isolani mantennero con orgoglio sulla bandiera anche dopo l’indipendenza del 1964.

L’aspetto invece più discutibile che colpisce della Malta attuale è sicuramente quello legato all’edilizia: enormi complessi e palazzi ammassati uno sull’altro deturpano alcune delle zone a maggior vocazione turistica come le baie di S.Paul e di S.Julian e le città di Sliema e Gzira. Speriamo che i maltesi si rendano conto che lo sviluppo turistico non deve necessariamente accompagnarsi alla svendita ed allo svilimento del proprio territorio e che è possibile edificare strutture che si integrino ed armonizzino con il paesaggio.

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La Valletta



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